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Voci dalla rete 2 1..228 - Manuscritto.it

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148 Claudio MennuniNiente di grave, signora, sono convinto che lo r<strong>it</strong>roverà.Per raggiungere Sant’Esperanto ho lasciato lastatale e ho svoltato per la strada che taglia super le colline.L’ex saponificio se ne stava lì, dietro la curvadel torchio, come un animale in attesa. L’ho passatoin veloc<strong>it</strong>à, gettando un’occhiata rapida. Nonho visto altre auto nei dintorni. Ho prosegu<strong>it</strong>o finoal bivio per invertire la marcia e tornare indietro.Ho lasciato la macchina in un sentiero che si aprivafra un platano ed un terrapieno, a circa duecentopassi dall’entrata. Nello scendere, un odore divendemmia, di verderame. Ho acceso una sigarettae ho camminato sicuro fino al cancello. Non sivedeva nessuno, solo un’ape stord<strong>it</strong>a dal freddo, inbilico su un cartello scrostato che rec<strong>it</strong>ava ancoraENTRATA OPERAI. Chi aspetta chi. Chi c’è adaspettarmi.Il piazzale era largo e carico di luce. Ho vistoun cumulo di mattoni rotti vicino alla <strong>rete</strong> di recinzione,dei sacchi di calce appoggiati ad un muro,un paio di lampioni storti.Mi sono avvicinato al fabbricato nel punto incui una crepa tagliava il muro come una cicatrice.Una fer<strong>it</strong>a che il vento e la pioggia avevano allargatosenza pietà. Ho sent<strong>it</strong>o l’umido degli anni.Poi un rumore sordo, un cigolio, provenire dall’interno.Ho guardato attraverso la fessura. Polvere e

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