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Voci dalla rete 2 1..228 - Manuscritto.it

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74 Luca D’Antonionelle foreste inesplorate dove ora, miei piccoli cari,anche noi viviamo. »Ruiz ascoltava assorto i racconti della nonna insiemeagli altri bambini, e sognava i tempi dellagrandezza dell’Uomo. L’immagine che lo colpivadi più era quella delle barche volanti, e fantasticavadi trovare un giorno anche lui il segreto per farvolare le piroghe che la sua gente usava per la pesca.Poi il tempo era passato, lui era diventato unragazzo abile nell’arco e nel coltello, e la nonnaMila sempre più vecchia. Ruiz al r<strong>it</strong>orno <strong>dalla</strong> cacciaportava sempre alla nonna il pezzo che glispettava dell’animale che aveva ucciso, poiché levoleva molto bene e voleva r<strong>it</strong>ardare il più possibilel’inev<strong>it</strong>abile. Ma un giorno la nonna lo salutòcon ancora più affetto del sol<strong>it</strong>o, e Ruiz guardandolanegli occhi velati di lacrime capì che avevadeciso. La tribù non poteva essere appesant<strong>it</strong>acon vecchi o malati, e non c’era crudeltà in questo,ma solo la rassegnata accettazione di uno stato didolorosa e continua privazione. Come gli altri anzianiprima di lei, Mila entrò nella foresta, e nontornò più indietro.Dopo quel giorno Ruiz pensò sempre meno allapassata Età felice, e qualche anno dopo la giudicavasolo come il tentativo di fuggire all’orribilerealtà che li circondava. Una realtà fatta di pericolocontinuo, di morte, di fughe frenetiche, lasciandosialle spalle quella che sino a un istante prima

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