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il geometra bresciano - Collegio Geometri e Geometri Laureati della ...

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INTERVISTADa sinistra: <strong>il</strong> direttore <strong>della</strong> rivistaBruno Bossini, <strong>il</strong> prof. Paolo Taddei,nuovo preside dell’Istituto “Tartaglia”e <strong>il</strong> prof. Fulvio Negristico. E l’ho vinto».Ed è così che è diventato preside aBrescia?«Non immediatamente,perché <strong>il</strong> primo anno mi èstato assegnato un incaricoin un istituto a Codogno, magià dodici mesi dopo, nell’annoscolastico 1993/1994,sono stato chiamato, neanchea farlo apposta, nuovamenteal Pastori per sostituire<strong>il</strong> mitico prof. StefanoSimonelli, una vera istituzione.Ed è proprio nella miavecchia scuola che sono rimastofino a pochi mesi fa,ovvero per ben 17 anni».Si direbbe che <strong>il</strong> Pastori è stato abuon diritto la sua vita. Ma se è così,cosa l’ha spinta a cambiare?«La decisione è maturatanegli ultimi anni, ovveroquando ho realizzato che, dastudente, da professore o dapreside ero ormai alla sogliadei 40 anni al Pastori e nonlontano ormai dalla pensione.Ed ho pensato che sidovesse frapporre qualcosadi diverso tra una vita intensaed in qualche modo e-saustiva di ogni spazio, passatainteramente nellostesso istituto, ed <strong>il</strong> momentoconclusivo dell’uscitadefinitiva dal mondodel lavoro e <strong>della</strong> scuola.Non so, forse ho avuto pauradi chiudere tutto, traumaticamente,senza inserire,nello scorrere tutta al Pastori<strong>della</strong> mia esistenza, un’altraesperienza egualmente intensama diversa, quasi unvolersi preparare gradualmenteal distacco».Non le chiederò se è contento <strong>della</strong>sua scelta – per certi versi è troppopresto e forse tutto sommato ingiusto– ma sono convinto che già oggi puòdirci cosa ha trovato di diverso passandodal Pastori al Tartaglia. Ad e-sempio negli allievi.«No negli studenti ed anchenelle famiglie degli studentiho trovato molte sim<strong>il</strong>itudinitra i due istituti. Al Pastorimolti sono, oggi come ieri,non molto diversi da com’eroio quando mi sono iscrittoall’istituto di viale Bornata:figli di gente che vive di agricoltura,abituata in famigliaai sacrifici, al contatto con laterra e la natura, in cerca diun futuro che migliori anchel’azienda di casa. Ed al Tartagliala situazione è sim<strong>il</strong>e:giovani che scelgono un futuroda tecnici in settorimolto concreti – l’ed<strong>il</strong>izia,l’amministrazione di immob<strong>il</strong>i,la gestione del territorio– e che spesso hanno allespalle famiglie altrettantoconcrete e positive. Senzavoler fare sociologia a buonmercato, mi pare prevalerenei due istituti una tipologiadi famiglia e di studente dotatadi buon senso, interessataad una scuola seria, impegnativae persino selettivase serve a garantire unfuturo gratificante. Ed è propriocon queste famiglie equesti ragazzi che io misento a mio agio e mi trovoperfettamente bene».E le differenze invece? Magari riguardoal tipo di scuola?«Beh, la differenza maggioresta forse nel fatto che alla direzionedel Pastori era collegatapure la responsab<strong>il</strong>itàdi un’azienda agricola ditutto rispetto, una impresavera e propria di diritto privatocon un fine formativo alquale non può essere disgiuntoquello di far quadrarei conti. E quando <strong>il</strong> fatturatoè sui 100 m<strong>il</strong>a euro all’annoe la responsab<strong>il</strong>ità fi-nale è del preside, le preoccupazioninon mancano.Non voglio certo dire che ladirezione dell’azienda prevalesulla direzione <strong>della</strong>scuola, neppure che questofardello fosse insopportab<strong>il</strong>e(quante soddisfazionimi ha dato anche l’azienda a-gricola!), ma certamentel’impegno deve esserci inogni stagione dell’anno ed ègravoso. L’altra diversità è didimensioni: <strong>il</strong> Tartaglia nonha l’azienda agricola ma incompenso ha un maggior numerodi studenti. Sono circa800 quelli iscritti al diurno,un centinaio al serale ed abbiamopersino le sezioni carcerarie,nelle quali coordiniamoe curiamo le materiegenerali pure per i corsi delFortuny. C’è poi un’altra differenzache val la pena disottolineare, ovvero la straordinariaquantità di rapporticon l’esterno, di collaborazioni,di interfaccia conIL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 7

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