Pagina 12Bamboo JournalTra la maggior parte <strong>dei</strong> convenuti vi erano molti voltinoti già incontrati sin dal primo incontro informale,proprio qui a Sarnen nel 2006 e nei successivi raduni diWaischenfeld (2007) e Sansepolcro (2008).Possiamo così affermare che un secolo e mezzo dopol’inizio della pesca moderna come la conosciamo oggi,la rinascita del bambù é viva e palpabile. Anche il nostroamico Christian ha potuto confermarci che pure inFrancia, paese, un tempo fra i più avanzati e prolificidel settore, le cose si stanno muovendo e vi é un rinnovatointeresse nella costruzione di canne in bambù daparte di giovani e meno giovani.Come si sa, l’aspetto più bello di questi nostri raduni,confermato pure questa volta a Sarnen, é il fatto chenon si fa segreto di nulla e che in un’atmosfera amichevolee familiare costruttori di ogni livello possono incontrareveri professionisti come Rolf Baginski(Germania), Robert Stroh (Germania), Christian Strixner(Germania), Bjarne Vries (Danimarca), <strong>La</strong>rry Tusoni(USA), Jerry Kustich (USA), Nick Hughes(Sudafrica, ma lavora in Svizzera). Anche Andy Royer(USA), il nostro bravo fornitore di bambù dalla Cina,accompagnato da sua figlia, era fra la folla di volti…quasi noti.<strong>La</strong> difficoltà temporanea nel riconoscerloimmediatamente é stata causata dalla vistosa rasaturadella sua barba e dalla notevole capigliatura raccolta acodino acquisita, stando alla stessa fonte, dalla vicinanzaprolungata con vari costruttori.<strong>La</strong> gente ha cominciato ad affluire e a registrarsi nelpomeriggio del venerdì. Philippe Sicher, uno <strong>dei</strong> seiorganizzatori, ha aperto il raduno ufficialmente primadi cena salutandoci affettuosamente ed esponendo ilprogramma delle due giornate. Tutto é stato organizzatonei minimi dettagli, dalla richiesta di non fumare alservizio di trasporto con navetta da e per l’Hotel in paeseper chi avesse scelto questa opzione, passando perun graditissimo e indicatissimo omaggio a tutti quanti :un piccolo coltellino svizzero multiuso personalizzatoper l’occasione. Non va dimenticato nemmeno il gruppodi bravi, veloci ed efficaci aiutanti nonché i cuochidella manifestazione : Beno Ghisler e Christian Schmid,che hanno ottimamamente operato per la buona riuscitadi questo raduno. Cibo tipicamente svizzero come« rösti » e « bratwurst » (gratin fritto di patate e salsiccedi vitello), insalate deliziose e ravioli locali ci hannoallietato il palato ad ogni pausa pranzo.A differenza degli altri raduni, questo di Sarnen eraimpostato attorno a postazioni pratiche dove dall’inizioalla fine si poteva osservare la costruzione in sequenzadi una canna completa. Così, é stata creata alla fine unatre pezzi « C.C. de Francy of Hardy » poi offerta comepremio principale nella lotteria finale.Il sabato mattina si é cominciato a spaccare i culmi insezioni, poi a raddrizzare i nodi, legare i listelli e temperarlie così di seguito fino alle fasi finali della verniciaturae della firma della canna avvenuta la seguentedomenica mattina. <strong>La</strong> canna é stata costruita in untempo record di solo una giornata e mezza da un totaledi 33 costruttori di tutti i paesi. Ovviamente, 33 personeche lavorano su una stessa canna attuando a scopidimostrativi ognuno delle proprie techniche e utilizzandoattrezzi diversi non possono risultare in un canna diItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association
Pagina 13Bamboo Journalalta raffinatezza e precisione (per esempio abbiamopotuto personalmente misurare oltre dieci decimi didifferenza nella sezione centrale della canna) mal’esercizio ha perfettamento mostrato il variegato seppurapparentemente semplice processo della costruzione.Di fronte all’area dedicata allo splittaggio <strong>dei</strong> culmi,nello stesso momento un folto gruppo di persone circondavala postazione di Ferdi Wenziger che con il suotornio amatoriale mostrava come costruire le ghiere innickel-silver, si badi, non tramite torniatura del pezzopieno originale, ma per fresatura. Un lavoro di altaprecisione forse non per tutti. Come sempre, sembrerebbefacile ed invece non lo é .Gli autodidatti Luciano Oltolini e Claudio Testa, sociIBRA, hanno da parte loro mostrato la difficile artedella costruzione delle stripping guide in agata. Il risultatodel loro lavoro é stato ammirato e lodato da tutti. Ilprocedimento in sé richiede di il forare una piastra diagata con una punta circolare cava diamantata tramiteuna fresa e poi smerigliare e lucidare l’anello così ottenutoche va saldato sulla struttura metallica di sostegnoanch’essa costruita appositamente a mano. Le lastrinedi agata si possono comperare nei negozi di minerali ecristalli. Claudio e Luciano ci hanno detto che moltipezzi si frantumano perché la pietra naturale é imprevedibilea causa delle proprietà anisotropiche dellastessa. Per ogni agata, bisogna considerare un lavoro dialmeno due ore o anche più. E’ un lavoro frustrante:“magari ci stai lavorando da una bella mezz’ora quandol’agata si rompe e devi ricominciare tutto da capo”, diceLuciano. Oppure « una volta ho perso un agata finitaperché mi é rimbalzata dal tavolo di lavoro sulItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association