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analogia, ontologia formale e problema dei fondamenti - STOQ

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- 52 -semplici leggi del calcolo logico <strong>dei</strong> predicati, a partire dalla relazione fondamentale(3.19), [cfr. Galvan 1990, 82 sgg.]):vuDal confronto <strong>dei</strong> due schemi si vede come dalla relazione euclidea derivino immediatamente,per deduzione diretta dagli altri assiomi della semantica relazionale, due relazioniriflessive, vRv e wRw, dette di riflessione secondaria e una simmetricità della relazionevRw = wRv detta di simmetria secondaria perché tutte derivate da (3.19).Siffatto schema completo del grafico delle relazioni della proprietà euclidea della relazionedi accessibilità R è particolarmente utile ai nostri scopi perché si presta a formalizzare,in due appropriati modelli semantici di <strong>ontologia</strong> <strong>formale</strong>, le due relazioni C dicausalità (partecipazione) della forma e dell’essere delle due forme di <strong>analogia</strong> di attribuzioneontologica definite in (2.8) e (2.10), e le tre relazioni T di causalità intenzionalepresenti in tutt’e tre le forme di <strong>analogia</strong> di attribuzione definite in § 2.2.Innanzitutto lo schema euclideo delle relazioni d’accessibilità formalizza graficamentenell’<strong>ontologia</strong> degli enti naturali, il nucleo della relazione causale di partecipazionedella forma e/o dell’essere, C. come relazione causale di necessitazione transitiva,caratterizzata da un’essenziale asimmetricità nella necessitazione causale (uRv e uRw)dal causante u (= “causa fisica universale” (corpo celeste) per le forme e/o “Essere Sussistente”o “Causa Prima” per l’essere) verso i suoi effetti v e w (categorie di enti per leforme e/o enti contingenti per l’essere). Nel caso della partecipazione dell’essere — e,in teologia, della creazione —, gli enti dipendono necessariamente dall’Essere, ma nonviceversa. Insomma, “Dio non ha bisogno del mondo per essere Dio”, con buona pacedella teologia hegeliana!Una relazione, questa della partecipazione dell’essere e delle forme prese insieme,seppur distinguendo ontologicamente fra di loro, in grado di fondare metafisicamentel’inseità dell’essere di molteplici sostanze prime (individui) del medesimo genere —“inseità” della sostanza spiegata da Tommaso come proprietà di “autoriferimento” diquesta particolare categoria di enti a se stessi (reditio completa ad semetipsum: cfr.Tommaso d’Aq., S. Th., I, 14, 2c; Basti 1991, pp. 144 sgg.) o di riflessività (secondaria)nell’essere (vRv e wRw) di ogni sostanza prima o individuo esistente in sé e per sé. Dellesostanze prime o “individui sussistenti” che, proprio per la loro comunanza di genere,w

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