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analogia, ontologia formale e problema dei fondamenti - STOQ

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- 53 -sono in grado di sostentare relazioni causali transitive fra di loro (di essere cioè “causeseconde”, di con-causare con la Causa Prima e grazie alla Causa Prima l’esistenza <strong>dei</strong>loro effetti), relazioni caratterizzate cioè da simmetricità (secondaria) nella necessitazione(vRw = wRv) — “relazioni reali” le definiva Tommaso. Si tratta dunque delle relazionicausali tipiche dell’ordinario determinismo fisico (regolato da leggi), dove nonsolo l’effetto rimanda necessariamente alla causa (questo vale anche nella relazione dipartecipazione dalla causa universale e/o dalla Causa Prima), ma anche la causa producenecessariamente l’effetto, rendendo possibile formalmente la definizione di una leggecausale (= condizione necessaria e sufficiente). L’equivalenza <strong>dei</strong> relativi predicati checonnotano il genere naturale (essenza naturale o “natura”) comune a più enti individui— ovvero il darsi simultaneo delle relazioni transitiva, riflessiva e simmetrica fra di essi— verrebbe così ad avere in tale <strong>ontologia</strong> una fondazione causale nella partecipazionedella forma in cosmologia — e, ultimamente, dell’essere in metafisica.Correlativamente, il medesimo grafico può essere usato per modellizare la relazioneintenzionale di referenzialità fra concetti equivalenti ed il medesimo referente, vistol’isomorfismo di struttura teorizzato da Tommaso [cfr. S.c.Gent, II, 12-15 e Basti2002a, pp. 369 sgg.] fra relazione di partecipazione dell’essere (essenza ed esistenza)dell’ente naturale e relazione intenzionale di fondazione dell’essere (essenza ed esistenza)dell’ente concettuale, sull’essere (essenza) del referente (e/o di fondazione della veritàdel corrispettivo enunciato predicativo). Infatti, in una siffatta modellizzazione,mediante il medesimo schema <strong>formale</strong> “euclideo” della relazione di referenzialità almedesimo oggetto di concetti (psicologia, epistemologia) e/o enunciati (semantica), v, wequivalenti, u rappresenterà stavolta il comune referente. Siffatti concetti e/o enunciativeri, risulteranno così “equivalenti per referenza”. Ovvero, le proprietà di simmetricità,transitività, riflessività che definiscono formalmente la loro relazione di equivalenza, risulterannofondate sulla comune referenza.In tal modo, viene (finalmente!) definito il grafico <strong>formale</strong> della relazione asimmetrica,T, di fondazione causale del contenuto concettuale, p.es., f c sul rispettivo contenutonaturale f n , evidenziando, fra l’altro, la condizione per cui più contenuti concettualiche, in contesti (mondi) diversi si riferiscono al medesimo oggetto, possono essere fraloro equivalenti, appunto per referenza. Ciò significa che siffatto grafico <strong>formale</strong> di fattodefinisce una procedura induttiva di costituzione di un universale logico (= classe diequivalenza). In altri termini, viene così fornito (finalmente!) il grafico <strong>formale</strong> delle relazioniche caratterizzano quella nozione d’induzione costitutiva degli universali logicidall’essere del referente in epistemologia e in <strong>ontologia</strong> (non in logica <strong>formale</strong>), dellaquale Aristotele e gran parte della scolastica era riuscita finora a dare solo una (non–)giustificazione puramente “psicologica”, con la famosa e controversa dottrina

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