PROGETTI / PROJECTS [ (1 + 2) 3 4 ]The Hub HotelArancio-Corten tra tecnologia e tradizioneIntervista all’architetto Stefano GiorgettiThe hubdi/by: Lia LuzzattoMichel Pastoureau afferma che i toni dell’arancio,prodotti artificialmente, sono sempre un po’ troppochiassosi. Allora bisogna rivolgersi a quelli dellanatura, a quelli vividi dei fiori, a quelli trasparenti elucenti del sole al tramonto, a quelli desaturati degliossidi di ferro, al confortante colore della ruggineche si posa sugli alberi in autunno in quella pacatatonalità di rosso che ricorda il colore del ferroossidato. Ruggine che segna la trama del metalloe riporta a tempi e spazi lontani, oltre a quelli futuribilidel suolo lunare che per erosione meteoriticaappare coperto di uno strato di polveri di questocolore. Un composto spontaneo costituito da variossidi di ferro di color arancio brunito che divora imateriali ferrosi, così corrosivo che a sua volta, perevitare la morte del metallo, veniva ricoperto da unaltro arancione, quello delle vernici al minio: un potentee tossico antiruggine, presente in natura, chefin dall’antichità gli uomini hanno imparato ad ottenereanche in modo artificiale per usarlo in pitturacon vari nomi come rosso di Saturno, rosso di piombo,secondarium minium, rosso di Parigi, sandaraco,sandix, sanrendy e minio comune.La ruggine si mangia il ferro e intacca con le suemolteplici sfumature anche un metallo come l’acciaioche, se esposto agli agenti atmosferici, si ossidaformando quella patina bruno rossastra che ladistingue. Problemi risolti dall’ invenzione del Corten:un acciaio resistente alla corrosione, brevettatonegli Stati uniti nel lontano 1932, che oggi conosceun rinnovato gradimento.A lui il compito di cancellare dalla memoria il nessotra corrosione e ruggine conservandone la bellezza,le imperfezioni cromatiche e le scabrosità checonferiscono alla superficie una percezione e unatattilità fascinose e coinvolgenti. Dall’esterno, questomateriale che riporta a “un’estetica del tempo”è stato condotto, dall’architetto Stefano Giorgetti,all’interno del nuovo The Hub Hotel di Milano.Qual’è stato il pensiero estetico e funzionale cheha guidato questa scelta?Come in ogni progetto l’idea generatrice deve esserelimpida e definita: se l’idea possiede questecaratteristiche, le conseguenti scelte formali ecromatiche si connoteranno coerentemente attraversoun controllato processo di sintesi.Ritengo si possa quindi postulare che l’efficacia diun progetto risiede proprio nella definizione fisica(morfologica, materica e cromatica) dello spazioquale risultato di sintesi dell’idea.Penso che questa sia una premessa necessariaal “racconto” del progetto del The Hub Hotel, dovela scelta di uno specifico materiale come il Corten,con i suoi peculiari effetti materici e cromatici,deriva da una precisa lettura ed interpretazioneLa sala da pranzo:il guscio wengé scuro, il pavimento color vaniglia e i tavoli bianchidel “luogo” e viene quindi utilizzato come elementofondante nella grammatica dell’opera.Il tema progettuale era chiaro e al contempo insidioso:riconvertire una struttura, che si può a ragionedefinire archetipica del teziario anni ’80 (… glianni della “Milano da bere”), per l’insediamento diuna nuova funzione ricettiva alberghiera businessquattro stelle ed un importante centro congressi.Torre vetrata a pianta quadrata, 14 livelli fuori terra,grande piattaforma di base al piano terreno,nocciolo centrale per i collegamenti verticali (scalee ascensori): un edificio semplice, dichiaratamentead uso uffici, in una zona di Milano periferica,mai risultata emergente come “polo del Terziario”,ma che oggi viene a trovarsi in posizione strategicaper la sua centralità rispetto al nuovo sistemafieristico.Torre vetrata che, insieme a tante altre “sorelle”,segnano la periferia milanese nella cintura delletangenziali; torri sempre più prive di funzioni e“vuote”, mentre oggi i nuovi centri direzionali si costruisconocon volumetrie abnormi nelle zone piùcentrali di Milano (e solo il futuro ci racconterà l’esitodi tali operazioni immobiliari…).Milano “città industriale” dismessa, ma anche città“del terziario” dismesso o, perlomeno, di un certo62 COLORECOLORE63
PROGETTI / PROJECTS [ 1 2 (3 + 4) ]The hubtipo di terziario “massivo di cintura”, dove “edificiufficio-dinosauri”possono venire interpretati comeelementi “archeologici”, come già per quelli industriali.Un sapore di “dismissione” che il Corten metaforicamentee provocatoriamente evoca, nelle sue ossidazionimateriche, come elemento generatore delprogetto del The Hub Hotel, ma sempre in assolutacoerenza con un concept dove l’eleganza, la sobrietà,il design e la reinvenzione, sono state le parolechiave per la creazione di un ambiente indirizzatoal target business milanese e internazionale.Da un lato il progetto dei grandi spazi per i servizicomuni al piano terra (hall, reception, lounge, bar,ristorante, giardino) si pone in netta antitesi conl’ortogonalità dell’edificio pre-esistente proponendocomplessivamente un ambiente “altro”, completamentedestrutturato, caratterizzato da spazidilatati e fluidi, disegnati da archi tesi e dinamici.Dall’altro non si nasconde, anzi si dichiara, il “riuso”dell’edificio come scelta significativa e qualificantedove la “trasformazione” e il “tempo” vengono assuntia valore.Quale è stato il ruolo del colore in questa operazionedi trasformazione che tuttavia sceglie dinon dimenticare il legame col passato recentedella città?La colorazione bruno-aranciata del corten comememoria e come innovazione è stata la nota cromaticainiziale attorno a cui si è dipanato il progettoche ha posto una grande attenzione all’uso ed allaselezione dei colori.Il Corten è utilizzato principalmente per racchiuderee definire il “nocciolo” dell’edificio, con pareti adarco teso costituite da pannellature sospese, microforatee retroilluminate, alle quali si contrappongonospecularmente, e con dinamismo accentuato,le superfici vetrate, definite da profili in acciaio satinatoche incorniciano i colori del giardino e “dellesue stagioni”.Il nero assorbente del pavimento è invece elementounificante e palco per gli elementi di arredo-designselezionati con cromie vivide e contrastanti come ilverde acido e il viola dei panni dei divani, i bianchidella pelle delle poltrone e del Corian del banco bare della reception.Abbiamo usato il Corten anche per le due importantipareti semicircolari, scorrevoli su binario, che delimitanolo spazio bar, elemento perno della composizioneed organizzazione spaziale del piano terra edelle funzioni accoglienza. La movimentazione dellepareti permette un uso flessibile degli ambientiinglobando il bar nella hall, o viceversa nello spaziolounge, ovvero offrendo uno spazio unico seppurritmato dalle diverse funzioni.Realizzate con lastre di Corten posate “a doghesfalsate”, queste pareti mobili nella loro “matericitàossidata” e nel loro percepito (o intuito) movimento,evocano la memoria di una “meccanica pesante”,in un ricercato contrasto con lo spazio hi-techtendenzialmente immateriale.In una visione non identificativa del target, TheHub viene quindi pensato, nella sua organizzazionespaziale e nelle sue scelte materiche-cromatiche,come un urban-design hotel dove ilbusiness e il leisure trovano armonicamente ilproprio ambiente.The Hub Hotel**** Milanogruppo Concerto Fine Italian Hotels162 camere - Centro Congressi con 9 sale meetingCommessa: Pro.co.ci srlProgettazione architettonica e interior design(spazi e servizi collettivi: hall, reception, bar,lounge, ristorante, giardino):architetto Stefano Giorgetti, architetto Erol Arda64 COLORECOLORE65