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comune di zevio verbale di deliberazione della giunta comunale

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COMUNE DI ZEVIO COPIAProvincia <strong>di</strong> VeronaN. 165 Reg. DelibereVERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALEOGGETTO: ADOZIONE DEL PIANO AMBIENTALE DEL "PARCO NATURALE DIPONTONCELLO" ISTITUITO CON VARIANTE PARZIALE AL P.R.G. N. 38E DEL RELATIVO RAPPORTO AMBIENTALE E SINTESI NON TECNICA(V.A.S.) E RELAZIONE DI SCREENING PER LA VALUTAZIONE DIINCIDENZA AMBIENTALE (AI SENSI DEL D.LGS. N. 152/2006, DELLAD.G.R.V. N. 791/2009 E DELLA D.G.R.V. N. 3173/2006 (ALL. A).OGGI, uno Settembre duemilaun<strong>di</strong>ci in seguito a regolari inviti, si è così riunita la GiuntaComunale:Presenti Assenti1) LORENZONI PAOLO SINDACO X2) CAMPEDELLI SAMUELE Assessore X3) TEZZA MARIA-LUISA Assessore X4) RUZZA DIEGO Assessore X5) STRAMBINI ANTONIO Assessore X6) ZAMBONI MAURO Assessore X7) CANEVA MICHELE Assessore X8) BIZZARO PAOLO Assessore XPartecipa all'adunanza il Segretario Generale Dr. Gulino EmanueleIL PRESIDENTEPremesse le formalità <strong>di</strong> legge, pone la trattazione dell'oggetto soprain<strong>di</strong>cato.


Oggetto: "Adozione del Piano Ambientale del "Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello" istituito conVariante Parziale al P.R.G. n. 38 e del relativo Rapporto Ambientale e Sintesi Non Tecnica(V.A.S.) e Relazione <strong>di</strong> screening per la Valutazione <strong>di</strong> incidenza ambientale (ai sensi delD.Lgs. n. 152/2006, <strong>della</strong> D.G.R.V. n. 791/2009 e <strong>della</strong> D.G.R.V. n. 3173/2006 (All. A).."PREMESSO che :LA GIUNTA COMUNALE- in data 12.03.2009 è stato sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la costituzione del Parco<strong>di</strong> Pontoncello dai Sindaci pro-tempore dei Comuni <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, San Martino BuonAlbergo e Zevio, nel quale il Comune <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto è stato in<strong>di</strong>cato <strong>comune</strong> capofila;- con <strong>deliberazione</strong> del Consiglio Comunale n. 57 del 19.05.2009, avente per oggetto“Istituzione <strong>di</strong> un parco <strong>di</strong> interesse locale denominato “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”, ricadenteall’interno <strong>di</strong> “Z.T.O. E 1 – Rurale in alveo A<strong>di</strong>ge”, è stato istituito il Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello;- con <strong>deliberazione</strong> <strong>della</strong> Giunta Comunale n. 93 del 28.04.2009 si è preso atto delProtocollo d’Intesa tra i Comuni <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo, San Giovanni Lupatoto e Zevioper la costituzione del Parco <strong>di</strong> Pontoncello;- con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 58 del 19.05.2009 è stata adottata, aisensi del combinato <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong> cui agli artt. 48, comma 1, <strong>della</strong> L.R. n. 11/2004 e s.m.i., e art. 50,comma 3, <strong>della</strong> L.R. n. 61/1985, la Variante parziale al P.R.G. n. 38 per l’in<strong>di</strong>viduazione delparco, denominato ”Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello” all’interno dello strumento urbanisticovigente;VISTA la richiesta <strong>di</strong> contributo inviata dal Comune capofila alla Regione Veneto, Prot.n. 13605 del 27.05.2009, secondo quanto in<strong>di</strong>cato dalla D.G.R.V. n. 458 del 24.02.2009, aventead oggetto “Criteri per l’assegnazione <strong>di</strong> contributi agli enti locali per l’istituzione <strong>di</strong> parchi eriserve <strong>di</strong> interesse locale. Esercizio 2009. Legge Regionale 16.08.1984, n. 40, art. 27”;CONSIDERATO che con precedenti note, Prot. n. 22405 del 25.08.2010 e n. 22411 del25.08.2010, dal Comune capofila è stato comunicato alla Direzione Enti Locali PersoneGiuri<strong>di</strong>che e Controllo Atti ed alla Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi, a seguitodell’assegnazione del contributo con Decreto n.167 del 26.10.2009 pervenuto agli atti delComune in data 26.01.2010, l’avvio delle azioni ammesse a finanziamento e richiesta unaproroga dei termini fino al 30.04.2011 per la redazione del Piano Ambientale, concessasuccessivamente con Decreto Regionale n. 225 del 29.09.2010;DATO ATTO che l’area a Parco in<strong>di</strong>viduata ricade all’interno dell’area golenale delfiume A<strong>di</strong>ge e nello specifico nella zona “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine”, areaS.I.C. (Siti <strong>di</strong> Importanza Comunitaria) in<strong>di</strong>viduata dalla Regione Veneto secondo la DirettivaHabitat <strong>della</strong> Comunità Europea 92/43/CEE;ATTESO che ogni Comune sopra citato ha adottato una Variante Parziale al proprioP.R.G. per l’in<strong>di</strong>viduazione del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello all’interno degli strumenti


DATO ATTO che con il Decreto Regionale n. 154 del 29.04.2011 dell’Unità <strong>di</strong> ProgettoForeste e Parchi è stata concessa un ulteriore proroga del termine per la redazione del PianoAmbientale del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello sino al 31.12.2011 per le motivazioni <strong>di</strong> cuisopra;PRESO ATTO che la Commissione V.A.S. <strong>della</strong> Regione Veneto, dopo aver esaminatola documentazione relativa alle Varianti Parziali ai P.R.G. per l’in<strong>di</strong>viduazione del Parconaturale <strong>di</strong> Pontoncello, con parere n. 17 del 15.04.2011, ha espresso <strong>di</strong> assoggettare allaprocedura <strong>di</strong> V.A.S. il Piano Ambientale del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello e non le singoleVarianti ai P.R.G. presentate precedentemente;DATO ATTO che è stato incaricato, con provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>rigenziale n. 898 del12.08.2011, lo Stu<strong>di</strong>o Tecnico Associato ProTerra, con sede a Castel d’Azzano (Verona), ViaMascagni n. 44, per la redazione del Rapporto Ambientale, Sintesi Non Tecnica e <strong>della</strong> Relazione<strong>di</strong> screening per la Valutazione <strong>di</strong> Incidenza Ambientale relativa al Piano Ambientale del Parconaturale <strong>di</strong> Pontoncello (ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006, <strong>della</strong> D.G.R.V. n. 791/2009 e <strong>della</strong>D.G.R.V. n. 3173/2006 - All. A);VISTA la documentazione redatta dallo Stu<strong>di</strong>o Tecnico Associato ProTerra, pervenutapresso gli uffici tecnici comunali in data 22.08.2011, Prot. n. 17803, costituita dai seguentielaborati: Relazione illustrativa e <strong>di</strong> analisi; Norme tecniche;Programma finanziario;Cartografie tematiche (Tavola 1 – “Carta del paesaggio”; Tavola 2 – “Carta <strong>della</strong>vegetazione”; Tavola 3 – “Carta del valore botanico”; Tavola 4 – “Carta del valorefaunistico”; Tavola 5 – “Carta del valore biologico”; Tavola 6 – “Zonizzazione delparco”; Tavola 7 – “Interventi <strong>di</strong> progetto”);Rapporto ambientale e Sintesi non tecnica;Relazione <strong>di</strong> screening per la Valutazione <strong>di</strong> incidenza ambientale;RICHIAMATI la L.R. n. 11/2004 e s.m.i., il D.Lgs. n. 152/2006, la D.G.R.V. n.791/2009, la D.G.R.V. n. 1322/2006 e la D.G.R.V. n. 3173/2006 - All. A;RITENUTO <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare la presente <strong>deliberazione</strong> imme<strong>di</strong>atamente eseguibile ai sensidell’art. 134, comma 4°, del D.Lgs. n. 267/2000;VISTO il parere <strong>di</strong> regolarità tecnica, favorevole, espresso dal Funzionario Dirigente UnitàOrganizzativa Sviluppo e Controllo del Territorio e delle Attività, ai sensi e per gli effettidell’articolo 49, comma 1, del Decreto Legislativo 18.08.2000 n. 267;A voti unanimi espressi nelle forme <strong>di</strong> legge,DELIBERA1) DI ADOTTARE il Piano Ambientale del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello e relativiRapporto Ambientale e Sintesi Non Tecnica (V.A.S.) e Relazione <strong>di</strong> screening per laValutazione <strong>di</strong> incidenza ambientale.


2) DI DARE ATTO che la documentazione si compone dei seguenti elaborati: Relazione illustrativa e <strong>di</strong> analisi; Norme tecniche; Programma finanziario; Cartografie tematiche (Tavola 1 – “Carta del paesaggio”; Tavola 2 – “Carta <strong>della</strong>vegetazione”; Tavola 3 – “Carta del valore botanico”; Tavola 4 – “Carta del valorefaunistico”; Tavola 5 – “Carta del valore biologico”; Tavola 6 – “Zonizzazione delparco”; Tavola 7 – “Interventi <strong>di</strong> progetto”); Rapporto ambientale e Sintesi non tecnica; Relazione <strong>di</strong> screening per la Valutazione <strong>di</strong> incidenza ambientale.3) DI DARE ATTO che la fase <strong>di</strong> consultazione e partecipazione <strong>di</strong> cui all’Allegato “C”<strong>della</strong> D.G.R.V. n. 791 del 31.03.2009, nonché altre forme <strong>di</strong> pubblicazione e depositopreviste dalle vigenti norme, saranno curate dal Comune capofila.4) DI NOMINARE, ai sensi dell’art. 4 <strong>della</strong> Legge n. 241/1990, responsabile delproce<strong>di</strong>mento il Funzionario Dirigente dell’Unità Organizzativa Sviluppo e Controllo delTerritorio e delle Attività, Ing. Paolo Vangelista.5) Di dare mandato al responsabile del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> provvedere al deposito in Comuneed alla pubblicazione del Piano Ambientale, Rapporto Ambientale e Sintesi Non Tecnica(V.A.S.) e Relazione <strong>di</strong> screening per la Valutazione <strong>di</strong> incidenza ambientale, e <strong>di</strong> tutta ladocumentazione relativa sul sito web del Comune <strong>di</strong> Zevio, dandone opportuna evidenza,per un periodo <strong>di</strong> 60 (sessanta) giorni a partire dal 05.09.2011 e <strong>di</strong> trasmettere copia <strong>della</strong>presente <strong>deliberazione</strong> ai Comuni <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto e San Martino Buon Albergo.6) DI DICHIARARE la presente <strong>deliberazione</strong> imme<strong>di</strong>atamente eseguibile ai sensi dell’art.134, comma 4°, del D.Lgs. n. 267/2000.7) DI COMUNICARE la presente <strong>deliberazione</strong> ai Capigruppo Consiliari tramite elenco aisensi dell’art. 125 del Decreto Legislativo 18.08.2000, n. 267.


Deliberazione nr. 165 in data 01/09/2011Letto, approvato e sottoscrittoIL PRESIDENTEF.to RUZZA DIEGOIL SEGRETARIO GENERALEF.to Dr. GULINO EMANUELE_____________________________________________________________________________________________La presente copia è conforme all'originale ed un esemplare <strong>della</strong> stessa è in corso <strong>di</strong>pubblicazione all'albo pretorio per la durata <strong>di</strong> 15 giorni da oggi.Zevio lì, 02-09-2011Il Dirigente dell’U.O. Segreteria-Affari GeneraliSegretario GeneraleDR. GULINO EMANUELE______________________________________________________________________________La presente <strong>deliberazione</strong> è <strong>di</strong>venuta esecutiva il giorno ai sensi dell'art. 134,comma 3, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.Zevio, lìIl Dirigente dell’U.O. Segreteria-Affari GeneraliSegretario Generale


Stu<strong>di</strong>o Pro.Terr.A.SAN GIOVANNI LUPATOTOSAN MARTINO BUON ALBERGOZEVIOPIANO AMBIENTALEDELPARCO NATURALE DI PONTONCELLO(L.R. 40 del 16.08.1984)NORME TECNICHETecnici Coor<strong>di</strong>natoriTecnici CollaboratoriAnalisi e Pianificazione TerritorialeIng. Marco PietrobonAspetti naturalistici e cartograficiDott. For. Francesco VesentiniRapporti istituzionaliDott. For. Sebastiano LucchiIng. IdraulicoMassimo Merzari (stu<strong>di</strong>o Intech)Esperto faunistaDott Roberto PolloEsperto botanicoDott. For. Flavio da RonchAnno - 2011


Norme <strong>di</strong> attuazioneINDICETITOLO 1 - FINALITA' 1art. 1 - Contenuti e finalità 1TITOLO 2 - GESTIONE DEL PIANO 1art. 2 - Strumenti <strong>di</strong> incentivazione 1TITOLO 3 - CLASSIFICAZIONE DELLE ZONE 2Zona <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata 2art. 3 - Divieti e limiti dell'attività antropica nell’area <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata 2art. 4 - Regolamentazione degli accessi e <strong>della</strong> percorribilità nell’area <strong>di</strong> Riserva NaturaleOrientata 4art. 5 - Regolamentazione delle attività <strong>di</strong>dattiche ricreative nell’area <strong>di</strong> Riserva NaturaleOrientata 5art. 6 - Regolamentazione delle attività <strong>di</strong> ricerca scientifica nell’area <strong>di</strong> Riserva NaturaleOrientata 6art. 7 - Gestione dell'area <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata 7art. 8 - Aspetti faunistici nell'area <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata 8Zona ad In<strong>di</strong>rizzo Agricola <strong>di</strong> Tutela 8art. 9 - Divieti e limiti dell'attività antropica nella zona agricola <strong>di</strong> tutela 8Art.10 - Regolamentazione degli accessi e <strong>della</strong> percorribilità nell’area agricola <strong>di</strong> tutela 10art. 11 - Coltivazione nell'area agricola <strong>di</strong> tutela 10art. 12 - Aspetti faunistici nell'area Agricola <strong>di</strong> tutela 12TITOLO 4 - LOCALIZZAZIONE E TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI DI TUTELA ERIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE-TURISTICA-DIDATTICA 13A Interventi <strong>di</strong> Gestione Sistemazione e Miglioramento delle Aree per l'aspettoForestale e Didattico 13art. 13 - canale in sponda destra 13art. 14 - postazioni <strong>di</strong>dattiche 14art. 15 - filari e siepi 14art. 16 - rimboschimento, miglioramento e sistemazione delle aree boscate 14B. Opere <strong>di</strong> Sistemazione Elementi Detrattori 15art. 17 - Riqualificazione 15C. Opere del Sistema Relazionale 15art. 18 - Segnaletica <strong>di</strong> confinazione <strong>della</strong> riserva naturale 15art. 19 - Percorsi <strong>di</strong> accesso carraio al Parco 15art. 20 - Parcheggi 15art. 21 - Percorso ciclo-pedonale 16art. 22 - Promozione turistico-culturale 16art. 23 - Punti <strong>di</strong> accesso 16art. 24 - Punto <strong>di</strong> osservazione 16art. 25 - Ponticello pedonale 17art. 26 - Sentieri natura interni al Parco 17art. 27 - Segnaletica ed accessori 17art. 28 - Sanzioni 17Anno - 2011


Norme <strong>di</strong> attuazioneTITOLO 1 - FINALITA'art. 1 - Contenuti e finalitàIl Piano Ambientale (<strong>di</strong> seguito definito P.A.) del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello ècostituito ai sensi <strong>della</strong> Legge Regionale 16 agosto 1984, n. 40 ed è strumento <strong>di</strong>valorizzazione e <strong>di</strong> tutela dell'ambiente e <strong>di</strong> supporto allo sviluppo economico e socialedel territorio.I contenuti del P.A. corrispondono ad obiettivi ai quali devono uniformarsi leattività <strong>della</strong> Pubblica Amministrazione e dei privati, al fine <strong>di</strong> conservare e <strong>di</strong> valorizzarele caratteristiche ambientali, naturalistiche e storiche del Parco naturale.Per snellire le procedure amministrative, coor<strong>di</strong>nare l'esercizio delle competenzedelle amministrazioni pubbliche interessate e facilitare i rapporti con il citta<strong>di</strong>no, l'EnteGestore attiva <strong>di</strong>rettamente le amministrazioni competenti.TITOLO 2 - GESTIONE DEL PIANOart. 2 - Strumenti <strong>di</strong> incentivazioneL'Ente Gestore del Parco naturale attua il P.A. attraverso il ProgrammaFinanziario <strong>di</strong> Massima Biennale, quale strumento <strong>di</strong> programmazione economica cheassolve al ruolo <strong>di</strong> prefigurare gli interventi da progettare e da realizzare sia nel breveperiodo che nel lungo periodo.L'Ente Gestore definisce le forme <strong>di</strong> aiuto a valere sulle <strong>di</strong>sponibilità finanziarie delproprio bilancio, tramite contributi Regionali e/o Europei, per la promozione e lo sviluppodel Parco naturale in relazione agli obiettivi espressi per la gestione <strong>della</strong> stessa.Piano Ambientale Pontoncello1


Norme <strong>di</strong> attuazioneTITOLO 3 - CLASSIFICAZIONE DELLE ZONEZONA DI RISERVA NATURALE ORIENTATAart. 3 - Divieti e limiti dell'attività antropica nell’area <strong>di</strong> Riserva Naturale OrientataNell'area <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata non è consentito:1. realizzare nuovi e<strong>di</strong>fici;2. costruire infrastrutture in genere, fatto salvo quelle previste dal P.A.. Tali interventipotranno essere eseguiti <strong>di</strong>rettamente dall'Ente Gestore oppure da terzi esplicitamenteautorizzati dall’Ente Gestore stesso;3. realizzare nuove arterie stradali. Per la viabilità esistente sono consentiti interventi <strong>di</strong>manutenzione or<strong>di</strong>naria e sono vietate l'asfaltatura e l'impermeabilizzazione dellestrade e stra<strong>di</strong>ne bianche;4. aprire nuovi sentieri fatta eccezione per quelli previsti nel P.A. e nei successivistrumenti attuativi;5. esercitare qualsiasi attività che possa determinare mo<strong>di</strong>fiche sostanziali <strong>della</strong>morfologia del suolo, fatto salvo quanto previsto dal P. A.. Tali interventi potrannoessere eseguiti <strong>di</strong>rettamente dall'Ente Gestore oppure da terzi esplicitamenteautorizzati dall'Ente Gestore stesso;6. attuare interventi che possano mo<strong>di</strong>ficare il regime o la composizione delle acque adesclusione <strong>di</strong> quelli necessari a garantire un'adeguata circolazione dell'acqua per ilbuon mantenimento dell'equilibrio ambientale e per esigenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa idrogeologica,eseguiti dall'Ente Gestore, da chi autorizzato dallo stesso o da Enti sovracomunali;7. svolgere attività che possano mo<strong>di</strong>ficare la qualità fisico-chimica e batteriologica delleacque;8. aprire nuove cave o riaprire cave abbandonate;9. provocare inquinamento acustico;10. provocare inquinamento idrico;11. effettuare interventi <strong>di</strong> piantumazione all’interno dell’area, fatto salvo quanto previstodal P.A. per il miglioramento dell’ambiente ed il ripristino degli equilibri naturali;12. introdurre specie vegetali ed animali alloctone estranee alla flora e fauna locale;Piano Ambientale Pontoncello2


Norme <strong>di</strong> attuazione13. raccogliere, asportare o danneggiare la flora spontanea. Sono consentiti limitati prelieviesclusivamente per le attività <strong>di</strong> ricerca scientifica, promosse ed autorizzate dall’EnteGestore, sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico;14. effettuare il taglio <strong>di</strong> piante arboree, sia isolate sia appartenenti alle superfici boscateo/e inserite in filari, nonché delle siepi lungo strade, corsi d’acqua e coltivi, se nonautorizzato dall’Ente Gestore, sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico,ravvisatene la necessità e l'urgenza (problemi fitosanitari o <strong>di</strong> gestione emanutenzione);15. convertire le superfici boscate in colture o aree prative;16. costruire recinzioni fisse, se non con siepi a verde formate da specie autoctone o inmateriale ligneo. Eventuali siepi potranno essere realizzate esclusivamente qualora sene ravvisi l'urgenza per maggior protezione dell'area o a temporanea protezione <strong>di</strong>zone rimboschite o altro, sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico;17. <strong>di</strong>sturbare, danneggiare, catturare o uccidere la fauna selvatica, raccogliere o<strong>di</strong>struggere i loro ni<strong>di</strong>, tane o giacigli, fatto salvo quanto previsto dal P.A. per le attività<strong>di</strong> gestione, per gli interventi <strong>di</strong> carattere igienico sanitario e per la ricerca scientifica,eseguiti <strong>di</strong>rettamente dall'Ente Gestore oppure autorizzati dallo stesso;18. esercitare la caccia con esclusione degli interventi finalizzati a ricomporre gli squilibriecologici ed alla selezione, solo se autorizzati dall'Ente Gestore sentito il parere delComitato Tecnico Scientifico. Nel Piano Faunistico Venatorio Regionale (L.R. n°01/05/07) l’area del Parco risulta ricadere a ridosso <strong>di</strong> una “zona <strong>di</strong> ripopolamento ecattura” dell’Ambito Territoriale <strong>di</strong> Caccia VR4;19. raggiungere il fiume A<strong>di</strong>ge per esercitare attività <strong>di</strong> pesca attraversando la RiservaNaturale Orientata, mentre è consentito procedere in alveo;20. introdurre cani senza guinzaglio;21. organizzare manifestazioni folcloristiche o sportive, se non autorizzate dall'EnteGestore e comunque in armonia con l'ambiente e nei siti più idonei;22. effettuare il campeggio;23. realizzare <strong>di</strong>scariche e/o depositi temporanei <strong>di</strong> rifiuti, anche se in forma controllata;24. transitare con mezzi motorizzati, fatta eccezione per i mezzi <strong>di</strong> servizio e per quellioccorrenti all'attività <strong>di</strong> gestione e manutenzione <strong>della</strong> Riserva Naturale;Piano Ambientale Pontoncello3


Norme <strong>di</strong> attuazione25. esercitare ogni altra attività, anche a carattere temporaneo, tale da comportarealterazioni alla qualità dell'ambiente incompatibili con le finalità del P.A.;26. accedere con imbarcazioni <strong>di</strong> ogni tipo, a motore e non, se non per motivi <strong>di</strong> servizio, <strong>di</strong>ricerca e <strong>di</strong>dattici autorizzati dall'Ente Gestore;27. effettuare potature e/o sfalci durante il periodo <strong>della</strong> riproduzione nei siti <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione;28. effettuare la manutenzione <strong>della</strong> vegetazione durante l’anno (con eccezione pereventuali nuovi rimboschimenti o interventi <strong>di</strong> tipo colturale volti al miglioramentoambientale ed alla gestione <strong>della</strong> riserva in accordo con gli obiettivi del P.A.), adesclusione dei mesi invernali, per non arrecare <strong>di</strong>sturbo e vanificare la riproduzionedegli uccelli e delle altre specie segnalate. La transitabilità delle piste pedonali eciclabili deve essere mantenuta con tagli perio<strong>di</strong>ci dell'erba secondo l’andamentostagionale;29. usare <strong>di</strong>serbanti in genere;30. realizzare concimaie e/o stoccaggio <strong>di</strong> letame;31. spargere liquami zootecnici o fanghi <strong>di</strong> depurazione;32. accendere fuochi;33. effettuare estesi movimenti <strong>di</strong> terra, con eventuale asporto <strong>della</strong> stessa, ad eccezione<strong>di</strong> quelli eventualmente necessari, comunque autorizzati dall'Ente Gestore, sentito ilparere del Comitato Tecnico Scientifico, o da Enti sovracomunali;34. installare pali o tralicci per infrastrutture aeree se non giustificate da puntuali verifichetecniche che non ne permettano un'ubicazione alternativa;35. realizzare infrastrutture <strong>di</strong> vario tipo;36. Il personale addetto alla gestione e quello preposto alla manutenzione possonoaccedere liberamente alla Riserva Naturale, salvo prescrizioni particolari da partedell'Ente Gestore, sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico;art. 4 - Regolamentazione degli accessi e <strong>della</strong> percorribilità nell’area <strong>di</strong> RiservaNaturale Orientata1. L'accesso ai visitatori nella zona <strong>della</strong> Riserva Naturale Orientata è consentito soloattraverso gli ingressi in<strong>di</strong>cati nella tavola <strong>di</strong> progetto con apposito segno grafico; èvietato introdursi in essa da altri luoghi. Da eventuali altri ingressi vi può accederePiano Ambientale Pontoncello4


Norme <strong>di</strong> attuazioneliberamente solo il personale addetto alla vigilanza e alla gestione nonché i mezzimeccanici per la manutenzione <strong>della</strong> viabilità pedonale e dei fossi;2. Nell'area <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata i visitatori devono servirsi degli appositi sentieripedonali; è assolutamente vietato uscire dal percorso in<strong>di</strong>viduato dalla segnaletica;3. All’interno dell'area, per facilitare la conoscenza del territorio e il comportamento datenere, i percorsi recheranno segnali <strong>di</strong>dattici ed informativi;4. Durante le visite devono essere rispettate le norme generali <strong>di</strong> comportamento, in caso<strong>di</strong> inadempienza, il responsabile sarà allontanato dalla riserva e sanzionato in caso <strong>di</strong>grave infrazione.art. 5 - Regolamentazione delle attività <strong>di</strong>dattiche ricreative nell’area <strong>di</strong> RiservaNaturale OrientataL'Ente Gestore promuove e coor<strong>di</strong>na l'attività <strong>di</strong>vulgativa e <strong>di</strong>dattica <strong>di</strong>sciplinando le visitecon le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:1. le visite sono consentite al pubblico tutto l'anno negli orari stabiliti dall’Ente Gestore o,eventualmente, concordati con lo stesso;2. l'accesso alla Riserva Naturale per le attività <strong>di</strong>dattiche deve essere autorizzatodall’Ente Gestore. Le richieste dovranno pervenire all'Ente Gestore o a persone o entidallo stesso autorizzati;3. le visite avvengono per gruppi al massimo <strong>di</strong> 30-35 persone;4. i visitatori possono percorrere gli itinerari all’interno <strong>della</strong> Riserva Naturale Orientatasolo se accompagnati da guide naturalistiche autorizzate dall'Ente Gestore o dapersonale dell’Ente Gestore;5. durante il periodo <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione dell'avifauna (15 marzo - 15 luglio) l’Ente Gestorepuò regolamentare a sua <strong>di</strong>screzione le visite alla Riserva Naturale Orientata. Nelmedesimo periodo l’Ente Gestore, sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico,può inter<strong>di</strong>re la fruizione dei percorsi <strong>di</strong>dattici nei luoghi ritenuti ecologicamente fragili;6. eventuali richieste espressamente motivate, <strong>di</strong> accedere alle zone vietate, devonoessere inoltrate all'Ente Gestore, o ad altra figura rappresentante designata, con largoanticipo affinché possa essere valutata la decisione <strong>di</strong> consentire o negare la lorofrequentazione, sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico;Piano Ambientale Pontoncello5


Norme <strong>di</strong> attuazione7. per ovviare a eventuali imprevisti che possono presentarsi durante la gestione inmerito alle visite, l'Ente Gestore può stabilire una <strong>di</strong>versa regolamentazione rispettoquella dei punti 1 e 3;art. 6 - Regolamentazione delle attività <strong>di</strong> ricerca scientifica nell’area <strong>di</strong> RiservaNaturale OrientataIl presente regolamento nasce dalla necessità <strong>di</strong> conciliare il mantenimento dell'integritàdei fenomeni naturali e dell'assetto dell'area con l'originalità e la libertà <strong>della</strong> ricercascientifica.1. Rientrano nelle attività <strong>di</strong> ricerca:• l’applicazione in prima persona <strong>di</strong> un ricercatore o <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> ricercatori o <strong>di</strong>tesisti;• è da considerare ricercatore chiunque sia ufficialmente inserito nell'organico <strong>di</strong> unente istituzionalmente de<strong>di</strong>to alla ricerca scientifica e che in esso svolge mansioniche possono definirsi <strong>di</strong> ricerca; è anche da considerare ricercatore qualsiasi altrapersona presentata da un ente <strong>di</strong> ricerca o autorizzata espressamente dall'EnteGestore;2. il ricercatore o il tesista che intenda svolgere attività <strong>di</strong> ricerca è tenuto a formalizzareuna richiesta in un documento inoltrato all'Ente Gestore del Parco, o alla <strong>di</strong>rezione(qualora nominata), che evidenzi: scopo <strong>della</strong> ricerca, risultati attesi, metodo <strong>di</strong>indagine, dettagliata descrizione dell'attività <strong>di</strong> campagna, precauzioni previste perridurre al minimo gli impatti, calendario <strong>di</strong> massima, elenco e qualifica del personalecoinvolto, nome del responsabile;3. sono sempre ammesse, salvo con<strong>di</strong>zioni particolari, le ricerche che non prevedonodanni all’ambiente biologico;4. i campioni prelevati su autorizzazione e non destinati a <strong>di</strong>struzione per necessità <strong>di</strong>ricerca devono essere depositati o presso spazi museali locali o presso altra istituzionemuseale pubblica, informando l’Ente Gestore;5. a ricerca ultimata i risultati delle indagini, anche se non pubblicati, devono esseretrasmessi all'Ente Gestore. Dopo che i lavori sono stati pubblicati, l'Ente Gestore potràutilizzare il materiale e<strong>di</strong>to per soli fini <strong>di</strong>dattici, , con il solo obbligo <strong>di</strong> citare gli estremibibliografici;Piano Ambientale Pontoncello6


Norme <strong>di</strong> attuazione6. l'autorizzazione a svolgere attività <strong>di</strong> ricerca è rilasciata dall'Ente Gestore o dal<strong>di</strong>rettore (qualora nominato) del Parco sentito il parere del Comitato TecnicoScientifico. L'Ente Gestore o la <strong>di</strong>rezione (qualora nominata) del Parco ha la facoltà <strong>di</strong>sospendere o revocare l'autorizzazione al ricercatore che non si attenga al programmadelle indagini o non attui le precauzioni prescritte, ovvero violi le norme in vigore;7. il Comitato Tecnico Scientifico promuove ricerche e valuta le proposte <strong>di</strong> ricercapervenute alla <strong>di</strong>rezione del Parco stabilendo le tempistiche più opportune in caso siverifichino sovrapposizioni <strong>di</strong> temi o <strong>di</strong> calendario;8. sono da attivare convenzioni con strutture museali ed università miranti ad unacollaborazione <strong>di</strong>retta e più stretta con le stesse, al fine <strong>di</strong> garantire una continuità <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> ricerca oltre che la presenza <strong>di</strong> figure tecnicamente preparate ad affrontareanche problemi pratici legati alla gestione <strong>della</strong> Riserva Naturale;art. 7 - Gestione dell'area <strong>di</strong> Riserva Naturale OrientataNel Parco è necessario mantenere le specie presenti rispettando le seguenti norme:1. se necessario, è attuabile il controllo <strong>della</strong> vegetazione nei canali e nei fossati presenti,me<strong>di</strong>ante lo sfalcio manuale praticato durante il periodo autunno-invernale, per nonarrecare danno alla fauna ed alla vegetazione e, comunque, per tratti brevi;2. si prevedano il controllo, il contenimento e l'eventuale estirpazione <strong>della</strong> vegetazionealloctona infestante e fortemente concorrenziale con le specie autoctone;3. va migliorato il grado <strong>di</strong> salute delle acque dei corpi ricettori afferenti al Parco;4. eventuali interventi idraulici devono essere effettuati con una pianificazione corretta,durante il periodo autunno-invernale o altri perio<strong>di</strong> opportunamente in<strong>di</strong>cati dall'EnteGestore, per non arrecare danno alla fauna ed alla vegetazione;5. sarà necessario fornire in<strong>di</strong>cazioni tecniche operative adeguate ad altri eventuali Entioperanti nel territorio del Parco me<strong>di</strong>ante un'autorizzazione o convenzione oquant'altro ritenuto idoneo dall'Ente Gestore. I medesimi Enti sono tenuti a valutare, acomunicare e a concordare con l'Ente Gestore i programmi <strong>di</strong> intervento lungo l’A<strong>di</strong>gee le modalità <strong>di</strong> intervento al fine <strong>di</strong> un maggior rispetto delle sponde;Piano Ambientale Pontoncello7


Norme <strong>di</strong> attuazioneart. 8 - Aspetti faunistici nell'area <strong>di</strong> Riserva Naturale OrientataIn tutta la zona <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata il Piano Ambientale in<strong>di</strong>vidua delle azioni checonsentono <strong>di</strong> mantenere e <strong>di</strong> aumentare il grado <strong>di</strong> naturalità dei siti <strong>di</strong> interessefaunistico, secondo i seguenti principi:1. tutela delle specie autoctone evitando possibili invasioni nell’area da parte <strong>di</strong> speciealloctone;2. conservazione ed incremento delle popolazioni <strong>di</strong> uccelli ni<strong>di</strong>ficanti;3. incremento <strong>della</strong> avifauna presente da conseguire con il miglioramento ambientale econ l'installazione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong> artificiali, posatoi e mangiatoie. Vanno incentivate lepossibilità riproduttive progettando e allestendo siti adatti alla ni<strong>di</strong>ficazione;4. mantenimento delle caratteristiche degli habitat attualmente presenti;5. aumento <strong>della</strong> <strong>di</strong>versità ambientale, anche all'interno delle stesse associazionivegetazionali;6. mantenimento e ricostruzione <strong>di</strong> adeguati habitat adatti alla presenza delle speciepresenti nella lista rossa IUCN (International Union for the Conservation of Nature -Red List of Threatened Species);7. impianto, se necessario, <strong>di</strong> specie arboree o arbustive lungo gli argini dei fossati e deicanali in modo da favorire vari tipi <strong>di</strong> animali invertebrati, tra cui lepidotteri, coleotteri eimenotteri;8. mantenimento <strong>di</strong> tutte le piante ad altofusto e degli arbusti.ZONA AD INDIRIZZO AGRICOLO DI TUTELAart. 9 - Divieti e limiti dell'attività antropica nella zona agricola <strong>di</strong> tutelaNell'area a destinazione agricola <strong>di</strong> tutela non è consentito:1. realizzare nuovi e<strong>di</strong>fici. Sono ammessi invece: interventi <strong>di</strong> manutenzione or<strong>di</strong>naria,straor<strong>di</strong>naria, restauro conservativo e ristrutturazione finalizzata all'adeguamentoigienico - sanitario nel rispetto delle tipologie e dei materiali del luogo, l'eventualeinserimento <strong>di</strong> attività nel rispetto degli obiettivi del P.A. e funzionali alla gestionedel Parco. Per la Casa Bombardà, visto l'elevato degrado in cui versa, si potrebbeprevedere un progetto <strong>di</strong> intervento finalizzato ad una riqualificazione urbanistica edPiano Ambientale Pontoncello8


Norme <strong>di</strong> attuazionee<strong>di</strong>lizia funzionale alla gestione del Parco (es.: punto <strong>di</strong> accesso, bici-grill,foresteria);2. realizzare nuove arterie stradali e ampliare oppure operare la trasformazione d'uso<strong>di</strong> quelle esistenti fatto salvo quelle al sevizio dell'attività agricola a cui necessita ilparere favorevole dell'Ente Gestore. Per la viabilità esistente sono consentitiinterventi <strong>di</strong> manutenzione or<strong>di</strong>naria ed è vietato l'asfaltatura el'impermeabilizzazione delle strade e stra<strong>di</strong>ne bianche;3. esercitare qualsiasi attività che possa determinare mo<strong>di</strong>fiche sostanziali <strong>della</strong>morfologia del suolo se non autorizzati dall'Ente Gestore e nel rispetto dellecaratteristiche <strong>della</strong> Riserva Naturale;4. attuare interventi che possano mo<strong>di</strong>ficare il regime o la composizione delle acquead esclusione <strong>di</strong> quelli necessari a garantire un'adeguata circolazione dell'acquaper il buon mantenimento dell'equilibrio ambientale e per esigenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesaidrogeologica, <strong>di</strong>rettamente eseguito dall'Ente Gestore, da chi autorizzato dallostesso o da Enti sovracomunali;5. scaricare nei corsi d'acqua i reflui <strong>di</strong> fognatura e comunque inquinare le acque;6. aprire nuove cave o riaprire cave vecchie;7. mettere a <strong>di</strong>mora specie arboree e arbustive <strong>di</strong>verse da quelle autoctone;8. raccogliere, asportare o danneggiare la flora spontanea. Sono consentiti limitatiprelievi esclusivamente per le attività <strong>di</strong> ricerca scientifica, promosse ed autorizzatedall’Ente Gestore;9. effettuare il taglio <strong>di</strong> piante arboree, sia isolate che appartenenti alle superficiboscate o/e inserite in filari nonché delle siepi lungo le strade, i corsi d’acqua ed icoltivi, se non autorizzato dall’Ente Gestore, sentito il parere del Comitato TecnicoScientifico e ravvisatene la necessità e l'urgenza (problemi fitosanitari o <strong>di</strong> gestionee manutenzione);10. bruciare la vegetazione presente lungo le sponde dei canali;11. utilizzare <strong>di</strong>serbanti in genere;12. costruire recinzioni fisse in prossimità delle strutture e<strong>di</strong>lizie esistenti se nonme<strong>di</strong>ante l’impiego siepi a verde formate da specie autoctone;13. introdurre specie vegetali ed animali alloctone o comunque estranee alla flora e allafauna locale;Piano Ambientale Pontoncello9


Norme <strong>di</strong> attuazione14. <strong>di</strong>sturbare, danneggiare, catturare o uccidere la fauna selvatica, raccogliere o<strong>di</strong>struggere i loro ni<strong>di</strong>, tane o giacigli, fatto salvo le attività previste dal P.A., gliinterventi <strong>di</strong> carattere igienico - sanitario e la ricerca scientifica, eseguiti<strong>di</strong>rettamente dall'Ente Gestore oppure dallo stesso autorizzati;15. esercitare la caccia con esclusione degli interventi finalizzati all'era<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong>specie alloctone, solo se autorizzati dall'Ente Gestore. Nel Piano FaunisticoVenatorio Regionale (L.R. n° 01/05/07) l’area del P arco risulta ricadere a ridosso <strong>di</strong>una “zona <strong>di</strong> ripopolamento e cattura” dell’Ambito Territoriale <strong>di</strong> Caccia VR4;16. esercitare attività <strong>di</strong> pesca fino all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> specifica regolamentazione chedovrà essere in<strong>di</strong>cata dall’Ente Gestore, con esclusione degli interventi finalizzatiall'era<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> specie alloctone, solo se autorizzati dall'Ente Gestore;17. esercitare ogni altra attività, anche a carattere temporaneo, che comporti unaalterazione <strong>della</strong> qualità dell'ambiente incompatibile con le finalità del P. A.;18. effettuare interventi <strong>di</strong> bonifica <strong>di</strong> qualsiasi tipo.Tra gli interventi sono invece consentiti quelli relativi alle opere per il sod<strong>di</strong>sfacimento deifabbisogni idro-potabili, quelli relativi alle opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa idraulica, l'irrigazione e lo scolodelle acque, quelli relativi alle attività agricole in atto o per il ripristino dell'attività agricola inluoghi già tra<strong>di</strong>zionalmente coltivati, quelli relativi alla realizzazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> raccoltadelle acque <strong>di</strong> scarico per evitare che vengano immesse non trattate nei canali, nei fossi enel fiume A<strong>di</strong>ge.Art.10 - Regolamentazione degli accessi e <strong>della</strong> percorribilità nell’area agricola <strong>di</strong>tutelaSulle strade incluse nell'area in oggetto possono liberamente transitare, con i propri mezziagricoli e meccanici, i residenti, i proprietari dei fon<strong>di</strong> interessati nonché il personaleaddetto alla gestione e quello preposto alla manutenzione. In accordo con i proprietari ed iconduttori dei fon<strong>di</strong> l’Ente Gestore può prevedere opportuni sistemi <strong>di</strong> sbarramento altransito privato. Il passaggio <strong>di</strong> veicoli e <strong>di</strong> mezzi meccanici non autorizzati non èconsentito sulle strade che attraversano l'area salvo esplicita autorizzazione concessadall'Ente Gestore.art. 11 - Coltivazione nell'area agricola <strong>di</strong> tutelaLa conduzione agricola dei terreni nell’area <strong>di</strong> tutela è consentita nel rispetto delleseguenti norme:Piano Ambientale Pontoncello10


Norme <strong>di</strong> attuazione1. nella tecnica produttiva delle colture arboree ed erbacee non è consentito, l’impiego <strong>di</strong>fitofarmaci classificati come nocivi o molto tossici dalle normative vigenti in materia;2. ridurre l'impiego <strong>di</strong> prodotti chimici attraverso l'uso <strong>di</strong> colture e tecniche a bassoimpatto ambientale;3. sono vietati movimenti <strong>di</strong> terra ad eccezione <strong>di</strong> quelli necessari per la conduzioneagricola dei terreni;4. si prevede il controllo, il contenimento e l'eventuale estirpazione <strong>della</strong> vegetazionealloctona infestante e fortemente concorrenziale con le specie autoctone;5. è fatto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> spargere liquami zootecnici e fanghi <strong>di</strong> depurazione;6. il controllo <strong>della</strong> vegetazione nei canali e fossati che raccolgono le acque <strong>di</strong> scolo èattuabile me<strong>di</strong>ante lo sfalcio meccanico praticato durante il periodo autunno-invernaleper non arrecare danno alla fauna ed alla vegetazione e comunque per tratti brevi;L’Ente Gestore promuove iniziative <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione agricola, per lo sviluppo <strong>di</strong> colture e <strong>di</strong>attività alternative, in grado <strong>di</strong> tutelare maggiormente l’area naturalistica e <strong>di</strong> garantire unred<strong>di</strong>to adeguato agli operatori agricoli.Sono incentivate, anche tramite una adeguata informazione ed un idoneo supportotecnico-organizzativo, le seguenti attività:- eventuale messa a riposo dei seminativi e possibile rimboschimento degli stessi conl'introduzione <strong>di</strong> specie “nobili”;- messa a riposo dei seminativi, con sviluppo <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> servizio all’ambiente e <strong>di</strong>ripopolamento faunistico;- eventuale conversione dei seminativi a prato stabile con sfalcio controllato;- agricoltura biologica;- foraggicoltura estensiva;- coltivazioni a “perdere” per favorire la fauna selvatica;- agricoltura integrata, con impegno alla riduzione dell’impiego <strong>di</strong> concimi chimici e <strong>di</strong>antiparassitari;- creazione <strong>di</strong> siepi arbustive miste a bordo dei campi .L'Ente Gestore,in accordo con le associazioni <strong>di</strong> categoria in ambito locale, attiverà unservizio <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione delle attività eco-compatibili a <strong>di</strong>sposizione deiconduttori agricoli dei terreni rientranti nelle aree del Parco e limitrofe, anche perpre<strong>di</strong>sporre le pratiche necessarie all’accesso ai contributi comunitari.Piano Ambientale Pontoncello11


Norme <strong>di</strong> attuazioneart. 12 - Aspetti faunistici nell'area Agricola <strong>di</strong> tutelaIn tutta la zona agricola <strong>di</strong> tutela il P.A. in<strong>di</strong>vidua delle azioni che consentono <strong>di</strong> aumentareil grado <strong>di</strong> naturalità dei siti <strong>di</strong> interesse faunistico, secondo i seguenti principi:1. vanno evitate in genere le attività che possono arrecare <strong>di</strong>sturbo;2. vanno favorite le pratiche agricole eco-compatibili;3. sono da tutelare le zone a vegetazione arbustiva o arborea presenti;4. vanno incentivate le opere <strong>di</strong> messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> alberi ed arbusti autoctoni, al fine <strong>di</strong>aumentare la <strong>di</strong>versità ambientale e <strong>di</strong> conseguenza le <strong>di</strong>sponibilità trofiche per glianimali;5. l'introduzione <strong>di</strong> specie quali pioppi e salici, prugnolo, biancospino, ontano nerofavorisce l'inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> invertebrati <strong>di</strong> notevole valenza estetica comefarfalle notturne e <strong>di</strong>urne, coleotteri oltre a contribuire, con la creazione <strong>di</strong> un substratoorganico sotto i cespugli, ad aumentare la presenza delle varie specie <strong>di</strong> invertebrati,potenziando la bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> questo particolare habitat. Questi ambienti vengono cosìad assumere caratteristiche ideali sia come zone <strong>di</strong> rifugio e <strong>di</strong> riproduzione, che <strong>di</strong>alimentazione, per le varie popolazioni <strong>di</strong> micromammiferi e <strong>di</strong> uccelli <strong>di</strong> piccola<strong>di</strong>mensione come i passeriformi.6. tra le specie arboree la presenza <strong>di</strong> ontano nero può favorire ovunque lacolonizzazione da parte <strong>di</strong> molti invertebrati, in particolare lepidotteri, coleotteri eimenotteri, alimento <strong>di</strong> molte specie <strong>di</strong> uccelli, in particolare i fringilli<strong>di</strong>.7. durante i perio<strong>di</strong> aperti alla caccia, l'Ente Gestore definirà, eventuali convenzioni con laProvincia <strong>di</strong> Verona o con associazioni come LIPU o WWF precisando nelle stesse uncalendario utile alla presenza <strong>di</strong> persone autorizzate che possano effettuare attività <strong>di</strong>controllo e <strong>di</strong> vigilanza all'interno e all'esterno dell’area del Parco.Piano Ambientale Pontoncello12


Norme <strong>di</strong> attuazioneTITOLO 4 - LOCALIZZAZIONE E TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI DITUTELA E RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE-TURISTICA-DIDATTICAA INTERVENTI DI GESTIONE SISTEMAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLE AREE PERL'ASPETTO FORESTALE E DIDATTICOart. 13 - canale in sponda destraA fini <strong>di</strong>dattici l’Ente Gestore, o l'organo delegato alla gestione del Parco, provvede allaconservazione e manutenzione del canale allo scopo <strong>di</strong>:• favorirne le funzioni naturalistiche all'interno del Parco;• garantire <strong>di</strong>versi ambienti vegetazionali e le <strong>di</strong>verse specie floristiche <strong>di</strong> maggiorinteresse presenti favorendo una notevole bio<strong>di</strong>versità ecosistemica oltre chepermetterela presenza degli uccelli stanziali, migratori e svernanti garantendo lapresenza delle moltissime catene alimentari;• raccogliere un campionario il più possibile esauriente <strong>della</strong> fauna acquatica presente;• creare un punto <strong>di</strong> osservazione come postazione <strong>di</strong>dattica;• a scopo <strong>di</strong>dattico, la presenza degli uccelli, ha l'obiettivo <strong>di</strong> far osservare da vicinol'etologia dei volatili;Sono vietati interventi <strong>di</strong> bonifica, nonché movimenti <strong>di</strong> terra e scavi ed ogni altrointervento che possa provocare danni, <strong>di</strong>struzione, compromissione o mo<strong>di</strong>ficazione <strong>della</strong>consistenza e dello stato dei luoghi, fatta eccezione per i soli interventi mirati allagestione, conservazione ed alle attività scientifiche, previa verifica ed autorizzazione daparte del Comitato Tecnico Scientifico;Le sponde, se necessario, dovranno essere adeguatamente sistemate utilizzandosoluzioni progettuali e tecniche costruttive <strong>di</strong> bioingegneria naturalistica cercando <strong>di</strong>realizzare con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> elevata bio<strong>di</strong>versità, prevedendo una adeguata ricomposizionepaesaggistico-ambientale;E’ opportuno mantenere la presenza sia <strong>di</strong> un canale <strong>di</strong> alimentazione, sia <strong>di</strong> uno <strong>di</strong>deflusso, per garantire sempre il livello ottimale dell’acqua.E’ opportuno prevedere, se necessario, la pulizia del materiale depositato, permettendocosì il mantenimento dell'attuale profon<strong>di</strong>tà.E’ opportuno evitare la costruzione <strong>di</strong> ostacoli intorno al canale che possano impe<strong>di</strong>re ilpassaggio <strong>di</strong> animali.Piano Ambientale Pontoncello13


Norme <strong>di</strong> attuazioneE' vietato l'esercizio <strong>della</strong> pesca con esclusione degli interventi finalizzati all'era<strong>di</strong>cazione<strong>di</strong> specie alloctone, solo se autorizzato dall'Ente Gestore, sentito il parere del ComitatoTecnico Scientifico.art. 14 - postazioni <strong>di</strong>datticheL’Ente Gestore, sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico, provvede ad in<strong>di</strong>viduaresiti interni al Parco idonei alla creazione <strong>di</strong> nuove postazioni <strong>di</strong>dattiche, sempre nelrispetto degli obiettivi del P.A. e compatibilmente con la gestione del Parco stesso.art. 15 - filari e siepiNotevole è la valenza ecologica esercitata dalle formazioni a siepe sia dal punto <strong>di</strong> vistaambientale che anche dal punto <strong>di</strong> vista paesaggistico. Altra funzione importante che puòessere svolta dalle siepi è quella <strong>di</strong> barriera naturale.I filari e le siepi attualmente esistenti dovranno essere mantenute e curate con interventi <strong>di</strong>rinfoltimento e <strong>di</strong> arricchimento <strong>della</strong> composizione, utilizzando specie autoctone eadeguate tecniche operative <strong>di</strong> impianto e <strong>di</strong> associazione delle stesse.Dovrà essere ostacolata la propagazione <strong>della</strong> Robinia (Robinia pseudoacacia - specieesotica naturalizzata) e <strong>di</strong> altre specie alloctone, in quanto il loro elevato vigore vegetativoè <strong>di</strong> ostacolo allo sviluppo delle piante autoctone. La loro eliminazione dovrà essere fattanon con il semplice taglio, che ne incrementa la vigoria, ma con l'estirpo.L’Ente Gestore può, ove se ne ravvisi la necessità o l’opportunità, e comunque sentito ilparere del Comitato Tecnico Scientifico, prevedere la creazione <strong>di</strong> nuovi filari e/o siepi.art. 16 - rimboschimento, miglioramento e sistemazione delle aree boscateIl rimboschimento potrebbe essere in<strong>di</strong>rizzato a formare nuove aree boscate e adampliare e migliorare le superfici boscate esistenti.Nella ricostruzione e nell'ampliamento <strong>di</strong> tratti <strong>di</strong> bosco, per la composizione si fariferimento esclusivo a specie autoctone.Si ritiene <strong>di</strong> estrema importanza la sistemazione ed il miglioramento delle aree boscateesistenti, per favorire il lento percorso <strong>di</strong> ricostruzione degli ambienti forestali storici.In generale, e soprattutto durante le operazioni <strong>di</strong> rimboschimento, si avrà l'accortezza <strong>di</strong>non asportare eventuali piante sra<strong>di</strong>cate o schiantate in quanto costituenti microambientifavorevoli alla presenza <strong>di</strong> microfauna ed invertebrati. L'asportazione si renderànecessaria solo nel caso si verificasse un forte attacco parassitario che potrebbe arrecarePiano Ambientale Pontoncello14


Norme <strong>di</strong> attuazionenotevoli danni al soprassuolo ed in generale alla vegetazione presente all'interno delParco.Per eventuali nuovi impianti dovranno in ogni caso essere utilizzate adeguate tecnicheoperative <strong>di</strong> impianto e <strong>di</strong> associazione delle specie e si dovranno prevedere le necessariecure colturali per almeno i primi quattro anni, al fine <strong>di</strong> garantire il successo dell'impianto.B. OPERE DI SISTEMAZIONE ELEMENTI DETRATTORIart. 17 - RiqualificazioneSi dovrà provvedere alla demolizione <strong>di</strong> elementi detrattori eventualmente presenti nelle<strong>di</strong>verse zone del Parco, alla raccolta <strong>di</strong> rifiuti abbandonati ed allo smaltimento degli stessiin centri autorizzati nel rispetto <strong>della</strong> normativa vigente.C. OPERE DEL SISTEMA RELAZIONALEart. 18 - Segnaletica <strong>di</strong> confinazione <strong>della</strong> riserva naturaleL'Ente Gestore in<strong>di</strong>ca i confini <strong>della</strong> Riserva Naturale per mezzo <strong>di</strong>:- tabelle <strong>di</strong> perimetrazione, da porre in luogo lungo il perimetro esterno ad intervalli <strong>di</strong>circa 200-300 m;- bacheche descrittive le caratteristiche <strong>della</strong> Riserva Naturale da apporsi nei punti <strong>di</strong>intersezione del perimetro con le principali vie <strong>di</strong> accesso ed ogni altro luogo ritenutoopportuno;- segnaletica per il percorso ciclo-pedonale e per ogni altro punto ritenuto importante(punti <strong>di</strong> osservazione, garzaia ecc).art. 19 - Percorsi <strong>di</strong> accesso carraio al ParcoLe se<strong>di</strong> stradali dovranno essere mantenute me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> materiali tra<strong>di</strong>zionali:battuto <strong>di</strong> ghiaino, spezzato etc. La sede stradale dovrà essere adeguatamentesistemata al fine <strong>di</strong> garantire l’accesso in piena sicurezza <strong>di</strong> autovetture, piccoli mezzicarrai (pulmini per <strong>di</strong>sabili), mezzi agricoli ed altri veicoli per la manutenzione.art. 20 - ParcheggiI parcheggi dovranno consentire anche l'eventuale sosta <strong>di</strong> un pulmino per <strong>di</strong>sabili.Il fondo, qualora se ne ravvisi la necessità <strong>di</strong> sistemarlo, dovrà essere realizzatome<strong>di</strong>ante l’impiego <strong>di</strong> materiali tra<strong>di</strong>zionali: battuto <strong>di</strong> ghiaino, spezzato etc.Piano Ambientale Pontoncello15


Norme <strong>di</strong> attuazioneart. 21 - Percorso ciclo-pedonaleSi prevede il completamento <strong>di</strong> un anello ciclo-pedonale che collegherà le porzioni <strong>di</strong>Parco in destra e in sinistra orografica come elemento funzionale alla fruizione.In a<strong>di</strong>acenza alla pista ciclo-pedonale eventuali recinzioni dei fon<strong>di</strong> dovranno essere prive<strong>di</strong> elementi pericolosi come fili spinati, fili elettrici e simili e gli animali dovranno esseretrattenuti all'interno delle pertinenze.La pavimentazione dovrà essere in terra battuta, o spezzato. Lungo le piste pedo-ciclabilidovranno essere posizionati cestini porta rifiuti ed eventuali panchine <strong>di</strong> sosta e bachechedescrittive.Per permettere le operazioni <strong>di</strong> manutenzione e gestione, dove ritenuto necessario, sipotranno realizzare accessi che permettano il transito dei mezzi meccanici delle <strong>di</strong>tteautorizzate dall'Ente Gestore.Gli interventi consentiti devono essere realizzati in modo da permettere un correttoinserimento nella morfologia dei luoghi e nel contesto ambientale e paesaggistico.art. 22 - Promozione turistico-culturaleSi possono organizzare manifestazioni aventi lo scopo <strong>di</strong> valorizzare, far conoscere efavorire un “uso” turistico-culturale del Parco. Le eventuali iniziative <strong>di</strong> carattere storicoculturalipotranno interessare più <strong>di</strong>rettamente alcune zone mentre quelle folcloristichepotranno essere autorizzate al <strong>di</strong> fuori <strong>della</strong> Riserva Naturale Orientata, previo parerefavorevole del Comitato Tecnico Scientifico.art. 23 - Punti <strong>di</strong> accessoGli accessi al Parco <strong>di</strong> Pontoncello saranno valorizzati me<strong>di</strong>ante la messa in opera <strong>di</strong>bacheche illustrative del Parco (cartografia, descrizioni ambientali, botaniche, faunistichee storiche).art. 24 - Punto <strong>di</strong> osservazioneI punti <strong>di</strong> osservazione saranno finalizzati ad attività <strong>di</strong>dattiche e scientifiche,all'osservazione <strong>della</strong> fauna presente da parte dei visitatori e al controllo (durante periodo<strong>della</strong> caccia e non, antibracconaggio ecc). La realizzazione <strong>di</strong> questi punti deve avvenireme<strong>di</strong>ante l'uso <strong>di</strong> tipologie costruttive e <strong>di</strong> materiali d’opera adatti a consentire un correttoinserimento ambientale.Piano Ambientale Pontoncello16


Norme <strong>di</strong> attuazionePer favorire il controllo <strong>della</strong> Riserva Naturale Orientata e l'osservazione <strong>della</strong> fauna, potràessere realizzata una postazione sopraelevata fissa costruita con tecniche e materiali cheoffrano un buon grado <strong>di</strong> mimetizzazione. Tale postazione dovrà essere realizzata inlegno rivestito <strong>di</strong> canne e/o rampicanti, <strong>di</strong> forma semplice a minimo impatto paesaggistico.art. 25 - Ponticello pedonalePer l'accesso e il transito nella zona <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata può essere prevista larealizzazione <strong>di</strong> un ponticello pedonale. L’opera dovrà essere realizzata con strutture aforma semplice, <strong>di</strong> minimo impatto e <strong>di</strong> materiale ligneo.art. 26 - Sentieri natura interni al ParcoAll'interno dell'area del Parco <strong>di</strong> Pontoncello si potranno realizzare dei sentieri natura, peri quali dovrà essere mantenuto ove possibile il fondo naturale o in alternativa un fondocomunque a minor impatto possibile.Si dovranno anche prevedere dei percorsi fruibili da persone <strong>di</strong>versamente abili.art. 27 - Segnaletica ed accessoriLungo i percorsi che attraversano il Parco è opportuno prevedere la posa in opera <strong>di</strong>tabelle <strong>di</strong>dattico - informative utili alla comprensione e fruizione delle caratteristichenaturali e del territorio, in modo particolare delle specie animali e vegetali presenti.Inoltre per un miglior utilizzo dei percorsi e delle aree <strong>di</strong> sosta è importante la presenza <strong>di</strong>accessori quali:- cestino porta rifiuti <strong>di</strong>fferenziato;- panchine;- pannelli <strong>di</strong>dattici.Le tabelle e le attrezzature accessorie dovranno essere <strong>di</strong> forma semplice e <strong>di</strong> minimoimpatto. Il materiale costruttivo dovrà essere preferenzialmente in legno.art. 28 - SanzioniPer il regime sanzionatorio si faccia riferimento a quanto previsto dall'art. 30 <strong>della</strong> L.R.n.40/84 e alle vigenti normative in tema <strong>di</strong> danno ambientale.Piano Ambientale Pontoncello17


Stu<strong>di</strong>o Pro.Terr.A.SAN GIOVANNI LUPATOTOSAN MARTINO BUON ALBERGOZEVIOPIANO AMBIENTALEDELPARCO NATURALE DI PONTONCELLO(L.R. 40 del 16.08.1984)PROGRAMMA FINANZIARIOTecnici Coor<strong>di</strong>natoriTecnici CollaboratoriAnalisi e Pianificazione TerritorialeIng. Marco PietrobonAspetti naturalistici e cartograficiDott. For. Francesco VesentiniRapporti istituzionaliDott. For. Sebastiano LucchiIng. IdraulicoMassimo Merzari (stu<strong>di</strong>o Intech)Esperto faunistaDott Roberto PolloEsperto botanicoDott. For. Flavio da RonchAnno- 2011


Stu<strong>di</strong>o Pro.Terr.A.INDICE1.0 IL PROGRAMMA FINANZIARIO DI MASSIMA E GLI INTERVENTI .............................................................. 12.0 INDICAZIONI GENERALI DEI PRINCIPALI INTERVENTI NECESSARI PER LA GESTIONE DEL PARCONATURALE DI PONTONCELLO............................................................................................................................ 2SISTEMA RELAZIONALE ......................................................................................................................................... 2SISTEMA AMBIENTALE........................................................................................................................................... 2SISTEMA IDRAULICO.............................................................................................................................................. 4MONITORAGGI, RICERCHE E STUDI......................................................................................................................... 4ORGANISMO DI GESTIONE ..................................................................................................................................... 53.0 CRITERI METODOLOGICI DI STIMA E VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI ............................................. 6PROGETTI PER IL SISTEMA RELAZIONALE ............................................................................................................... 6PROGETTI PER IL SISTEMA AMBIENTALE ................................................................................................................. 7PROGETTI PER IL SISTEMA IDRAULICO.................................................................................................................... 8MONITORAGGI, RICERCHE E STUDI......................................................................................................................... 9ORGANISMO DI GESTIONE ..................................................................................................................................... 94.0 SINTESI DEL PIANO FINANZIARIO DI MASSIMA ....................................................................................... 10Anno- 2011


Programma finanziario biennale1.0 IL PROGRAMMA FINANZIARIO DI MASSIMA E GLI INTERVENTIAi sensi dell'art. 25 <strong>della</strong> L.R. n. 40/84, tra gli elaborati del Piano Ambientale èprevista la definizione del Programma Finanziario <strong>di</strong> Massima, nel quale, “in rapporto alle<strong>di</strong>sponibilità finanziarie, sono in<strong>di</strong>cate le opere e le iniziative che saranno assunte per ilmiglior sod<strong>di</strong>sfacimento degli scopi che hanno determinato l'istituzione del Parco, nonchél'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> priorità degli interventi, anche in vista del loro coor<strong>di</strong>namento con le iniziative e leopere in programma nei territori finitimi”. In or<strong>di</strong>ne alla programmazione economica efinanziaria l'Ente Gestore svolge un duplice ruolo: da una parte in<strong>di</strong>rizza i finanziamentiacquisiti come da normativa vigente regionale, statale e comunitaria dall'altra in<strong>di</strong>vidua ecoor<strong>di</strong>na le fonti <strong>di</strong> finanziamento esterne.Il programma finanziario stabilisce gli interventi ritenuti prioritari da attuare inriferimento agli obiettivi del P.A., determinando una previsione <strong>di</strong> massima <strong>della</strong> spesarelativa a ciascuna azione in<strong>di</strong>viduata. Dovrà quin<strong>di</strong> essere effettuato annualmente unaggiornamento sulla base delle <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> bilancio, <strong>della</strong> progressiva attuazione deiprogrammi biennali ed in relazione agli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma raggiunti con gli Enti coinvoltiin ciascuna iniziativa <strong>di</strong> interesse <strong>comune</strong>.Si riportano <strong>di</strong> seguito le principali proposte <strong>di</strong> intervento necessarie ai fini <strong>della</strong>gestione del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal P.A.: alcune, ritenute prioritarie, sono state inserite nel primo programma biennale, con irelativi costi, e riportate in modo sintetico nella tabella riassuntiva.Piano Ambientale Pontoncello 1


Programma finanziario biennale2.0 INDICAZIONI GENERALI DEI PRINCIPALI INTERVENTI NECESSARI PER LAGESTIONE DEL PARCO NATURALE DI PONTONCELLOSistema relazionaleStrutture <strong>di</strong> accoglienzaSi prevede la realizzazione <strong>di</strong> strutture funzionali alla fruizione del Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello, per la realizzazione <strong>di</strong> foresteria e/o attività <strong>di</strong> servizio anche in zone esterne.Aree attrezzatePer le attività ricreative si prevedono delle aree attrezzate nella zona <strong>di</strong> tutela agricola.Punti <strong>di</strong> accessoPresso i punti <strong>di</strong> accesso al Parco si prevede l’installazione <strong>di</strong> bacheche illustrative conadeguate cartografie e descrizioni ambientali, botaniche, faunistiche e storiche dell’area.Punti <strong>di</strong> osservazioneSi prevede la realizzazione <strong>di</strong> siti idonei alle attività <strong>di</strong>dattico - scientifiche e <strong>di</strong> controllo.Sentieri naturaSi prevede la realizzazione <strong>di</strong> un percorso in entrambe le porzioni del Parco in destra e insinistra orografica per guidare i visitatori <strong>della</strong> Riserva Naturale Orientata nel rispetto deglihabitat e delle specie presenti.Sistema delle connessioniPer rendere più agevole la fruizione <strong>di</strong> tutta l’area del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello siipotizzano:• la realizzazione <strong>di</strong> un anello ciclo-pedonale costituito dai percorsi arginali compresi frail Ponte Perez a Zevio e la Diga posta a monte del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello, ovesarà necessario realizzare il collegamento, dando la priorità a quest’ultimo intervento;• la realizzazione <strong>di</strong> un attraversamento fluviale a mezzo traghetto (“Passo volante”) incorrispondenza del vecchio porto.Segnaletica e accessoriLungo i percorsi che attraversano il Parco è opportuno prevedere la posa in opera <strong>di</strong> tabelle<strong>di</strong>dattico - informative utili alla comprensione delle caratteristiche naturali e del territorio e lacollocazione <strong>di</strong> elementi d’arredo opportuni per la fruizione sostenibile dell’area naturalistica(es.: panchine, cestini, ...).Sistema ambientalePiano Ambientale Pontoncello 2


Programma finanziario biennaleFloraPer il raggiungimento <strong>di</strong> alcuni obiettivi del Piano Ambientale, in particolare quello relativo almantenimento e all’aumento <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità nell’area del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello,risultano fondamentali le attività <strong>di</strong> sistemazione e <strong>di</strong> ampliamento degli habitat: si prevedequin<strong>di</strong> il rimboschimento con specie arboree ed arbustive tipiche dei boschi ripari e golenali.Su un’area <strong>della</strong> riserva orientata, le cui <strong>di</strong>mensioni e posizione saranno da concordare, sipotrà intervenire con la messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> specie arbustive ed arboree autoctone.L’intervento mirerà ad aumentare il numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> alcune specie ed ad introdurnealtre che tipicamente allignano in questi ambienti.La scelta delle specie sarà fatta a fronte anche degli approfon<strong>di</strong>menti previsti (ve<strong>di</strong>Monitoraggi, ricerche e stu<strong>di</strong>), ma in ogni caso l’orientamento potrebbe essere quello <strong>di</strong>ricostruire la serie vegetazionale tipica <strong>di</strong> questi ambienti:• bosco ripariale (Pioppi e salici);• bosco golenale (olmo, già presente ma con pochi in<strong>di</strong>vidui; farnia e frassino);• bosco planiziale (da ricreare utilizzando una o più delle aree attualmente a seminativo,con carpino bianco e farnia).Rimane inteso che oltre al lavoro <strong>di</strong> rimboschimento saranno da effettuare anche le curecolturali.FaunaAl fine <strong>della</strong> conservazione e <strong>della</strong> gestione faunistica del parco <strong>di</strong> Pontoncello si prevedonole seguenti azioni:1) aumento <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità vegetale e miglioramento <strong>della</strong> struttura <strong>della</strong> vegetazione(ad es. impianti <strong>di</strong> Olmo campestre, Ontano nero, Farnia a struttura forestale;impianti <strong>di</strong> siepi con Rubus sp.pl. e altre essenze che producono bacche). Ipopolamenti animali si <strong>di</strong>versificano in relazione alle <strong>di</strong>fferenti comunità vegetali eutilizzano le varie piante e le <strong>di</strong>verse strutture vegetazionali per motivi trofici, <strong>di</strong>rifugio e <strong>di</strong> riproduzione.2) Conservazione accurata ed ampliamento delle fasce a canneto a Phragmitesaustralis, Typha latifolia, T. angustifolia, Arundo donax, per favorire lafitodepurazione, la ni<strong>di</strong>ficazione e il rifugio durante la migrazione <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong>passeriformi <strong>di</strong> palude <strong>di</strong>venute rare (es. Cannaiola, Cannareccione, Forapaglie,Piano Ambientale Pontoncello 3


Programma finanziario biennaleSalciaiola, Migliarino <strong>di</strong> palude, Pendolino). Conservazione ed ampliamento dellearee a prato e degli incolti erbacei sulle scarpate degli argini e al limite dei campicoltivati, per favorire la presenza <strong>di</strong> varie specie <strong>di</strong> rettili (es. Orbettino), uccelli(Quaglia, Allodola, Cutrettola) e insetti (es. farfalle e api importanti perl’impollinazione);3) Controllo <strong>della</strong> qualità dell’acqua attraverso analisi chimiche e biologiche. Nelle areeripariali vivono numerosissime specie <strong>di</strong> invertebrati importanti in<strong>di</strong>catori dello stato<strong>di</strong> salute delle acque e piante acquatiche con funzione fitodepuratrice (es.eliminazione dei metalli pesanti);4) Conservazione dei fossati e piccoli corsi d’acqua, e controllo delle popolazioni <strong>di</strong>Gambero rosso <strong>della</strong> Louisiana e <strong>della</strong> Tartaruga dalle orecchie rosse. Questeazioni sono fondamentali per la sopravvivenza <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> anfibi ritenute indeclino come la Rana <strong>di</strong> Lataste (specie endemica <strong>della</strong> Pianura Padana) il Tritonecrestato, il Tritone punteggiato e varie specie <strong>di</strong> pesci;5) Apposizione <strong>di</strong> cassette nido per favorire la riproduzione <strong>di</strong> uccelli che ni<strong>di</strong>ficano neiboschi maturi (Cinciallegra, Picchio muratore, Torcicollo, Pigliamosche), importantipredatori <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> insetti dannose a livello forestale (es. Ifantria) e agricolo.Sistema idraulicoIl presente Piano prevede quin<strong>di</strong> interventi che riguardano essenzialmente:1. la stabilizzazione dei terrazzamenti golenali contro l’erosione idro<strong>di</strong>namica del fiume;2. la gestione e selezione <strong>della</strong> vegetazione in alveo al fine che quest’ultima non <strong>di</strong>ventiun elemento <strong>di</strong> rischio idraulico per il Parco e per i tratti <strong>di</strong> fiume a valle.Monitoraggi, ricerche e stu<strong>di</strong>FloristiciLa flora e la vegetazione del Parco del Pontoncello necessitano <strong>di</strong> essere indagateulteriormente e puntualmente, sia per completare la fase conoscitiva dell’area sia pervalutare gli eventuali effetti degli interventi gestionali via via attuati.FaunisticiPer la manutenzione e la gestione faunistica si propongono le seguenti azioni:Piano Ambientale Pontoncello 4


Programma finanziario biennalea) Monitoraggio a cadenza biennale delle popolazioni delle specie animali considerateprioritarie a livello europeo (SPEC 1, 2, 3 delle <strong>di</strong>rettive CEE; ad es. Rana <strong>di</strong> Lataste,Averla piccola etc.);b) Censimento quantitativo con meto<strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzati con cadenza biennale dellespecie ni<strong>di</strong>ficanti <strong>di</strong> uccelli presenti nei vari ambienti in<strong>di</strong>viduati con la zonizzazione;c) Stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> <strong>di</strong>stribuzione e consistenza <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> coleotteri carabi<strong>di</strong>geoadefagi, importanti in<strong>di</strong>catori del grado <strong>di</strong> naturalità ambientale;d) Stu<strong>di</strong>o dei macroinvertebrati acquatici, importanti bioin<strong>di</strong>catori <strong>della</strong> qualità delleacque tramite il metodo dell’E.B.I (Extended Biotic Index);e) Stu<strong>di</strong>o dei micromammiferi tramite l’analisi delle borre dei rapaci notturni.Organismo <strong>di</strong> gestioneE’ necessario istituire un organismo <strong>di</strong> gestione del Parco naturale per attuare il P.A. econcretizzare ove possibile il presente Programma Finanziario <strong>di</strong> Massima Biennale tramitele <strong>di</strong>sponibilità finanziarie del proprio bilancio e tramite contributi Regionali e/o Europei.Piano Ambientale Pontoncello 5


Programma finanziario biennale3.0 CRITERI METODOLOGICI DI STIMA E VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTII criteri metodologici <strong>di</strong> stima prevedono essenzialmente due tipi <strong>di</strong> proce<strong>di</strong>menti, inrelazione al tipo <strong>di</strong> progetto previsto:1) Criterio <strong>di</strong> valutazione analitico in base a fattori misurabili oggettivamente.2) Criterio <strong>di</strong> valutazione sintetico <strong>di</strong> tipo forfettario, nelle situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile stima analitica.I progetti previsti rientrano nelle seguenti categorie:A. progetti per il sistema relazionaleB. progetti per il sistema ambientaleC. monitoraggi, ricerche e stu<strong>di</strong>D. ente gestoreSeguendo proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> stima, i singoli interventi previsti sono i seguenti:PROGETTI PER IL SISTEMA RELAZIONALE1. STRUTTURE DI ACCOGLIENZASi ipotizza la realizzazione <strong>di</strong> due strutture in corrispondenza dei principali accessi alParco:• sulla sinistra orografica in Comune <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo è prevista unacostruzione ecocompatibile in legno come centro <strong>di</strong> accoglienza per i visitatori,posta all’esterno del perimetro del Parco lungo la viabilità <strong>di</strong> accesso allostesso;• sulla destra orografica in Comune <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto è prevista laristrutturazione <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio esistente (la Casa Bombardà) come foresteria delParco <strong>di</strong> Pontoncello e come stazione <strong>di</strong> bicigrill.Il costo complessivo in<strong>di</strong>cativo delle opere è <strong>di</strong> 500000€2. PUNTI DI ACCESSOSi prevede <strong>di</strong> attrezzare ogni punto <strong>di</strong> accesso al Parco con dotazioni necessarie peruna corretta ed adeguata fruizione dell’area. Si ipotizzano in particolare:• bacheca in legno con tettoia e ed espositori;• rastrelliera per biciclette;• cestino.Il costo complessivo in<strong>di</strong>cativo delle opere è <strong>di</strong> 5000€Piano Ambientale Pontoncello 6


Programma finanziario biennale3. AREE ATTREZZATENella zona <strong>di</strong> tutela agricola si prevedono delle aree attrezzate per attività ricreativeper un costo complessivo in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> 20000€4. SENTIERI NATURASi prevede <strong>di</strong> creare un sentiero <strong>di</strong>dattico su fondo in terreno naturale me<strong>di</strong>ante lapulizia del sottobosco per una spesa complessiva in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> 10000€.5. PUNTI DI OSSERVAZIONESi prevede l’installazione <strong>di</strong> bacheche illustrative <strong>di</strong> habitat e <strong>di</strong> specie osservabili perun costo complessivo in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> 10000€.6. SISTEMA DELLE CONNESSIONISi prevedono:• la sistemazione e il miglioramento <strong>della</strong> pista ciclo-pedonale esistente e larealizzazione <strong>di</strong> un collegamento tra le porzioni <strong>di</strong> Parco in destra e in sinistraA<strong>di</strong>ge, utilizzando, se possibile, la struttura <strong>della</strong> Diga Sava previo accordo conl’Ente Gestore <strong>della</strong> stessa per una spesa in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> 50000€.• la realizzazione <strong>di</strong> un ulteriore collegamento più a monte in corrispondenza delvecchio porto a mezzo traghetto (“passo volante”) per una spesa in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong>300000€.7. SEGNALETICA E ACCESSORIPer una corretta fruizione del Parco si prevede la collocazione <strong>di</strong> tabelle <strong>di</strong>perimetrazione, <strong>di</strong> tabelle informativo – turistiche e <strong>di</strong> cestini per una spesa in<strong>di</strong>cativa<strong>di</strong> 10000,00 €PROGETTI PER IL SISTEMA AMBIENTALEFLORAPer mantenere e aumentare la bio<strong>di</strong>versità nell’area del Parco si prevede la messa a <strong>di</strong>mora<strong>di</strong> specie arbustive ed arboree autoctone per ricostruire la serie vegetazionale tipica <strong>di</strong> questiambienti:• bosco ripariale (Pioppi e salici);• bosco golenale (olmo, già presente ma con pochi in<strong>di</strong>vidui; farnia e frassino);Piano Ambientale Pontoncello 7


Programma finanziario biennale• bosco planiziale (da ricreare utilizzando una o più delle aree attualmente a seminativo,con carpino bianco e farnia).Costo complessivo in<strong>di</strong>cativo dei rimboschimenti comprensivo delle cure colturali è <strong>di</strong>60000€ (15000€/ha).Inoltre, taglio e pulizia <strong>della</strong> vegetazione arbustiva alloctona da rimuovere comporterà uncosto complessivo in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> 5.000,00 €.FAUNASi prevede l’acquisto e l’installazione <strong>di</strong> n cassette nido per favorire la riproduzione <strong>di</strong> uccelli,per un costo complessivo in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> 30€*nPROGETTI PER IL SISTEMA IDRAULICO1. STABILIZZAZIONE DELLA SPONDA DELL’ANSA IN DESTRA IDROGRAFICAPer arrestare l’erosione presente all’estradosso dell’ansa del Pontoncello in destraidrografica e per ripristinare il terrazzamento golenale allo stato precedente alla piena del2002 (cfr. ortofoto del 2003) è prevista la ricostruzione del terrazzamento golenale e laprotezione <strong>della</strong> sponda.Tale intervento è prioritario e fondamentale per mantenere la foresta planiziale presente sutale sponda e per evitare che il canale interno (scolo del Raccoglitore Generale) siaconglobato nell’alveo <strong>di</strong> magra del fiume A<strong>di</strong>ge.La ricostruzione del terrazzamento avverrà utilizzando il materiale d’alveo sulla spondaopposta. Le sezioni del fiume in corrispondenza dell’ansa dovranno subire quin<strong>di</strong> unarisagomatura con ricentralizzazione dell’alveo <strong>di</strong> magra.La sponda in destra idrografica dovrà essere realizzata a bassa pendenza e rivestita conmateriali naturali realizzando protezioni in “ingegneria naturalistica”.Il costo complessivo in<strong>di</strong>cativo dell’intervento è pari a 800000€2. GESTIONE E SELEZIONE DELLA VEGETAZIONE IN ALVEOL’intervento n. 2 prevede la gestione e la selezione delle specie arboree ed erbacee in alveo(golene, barre fluviale, e sponde) nel tratto <strong>di</strong> fiume interessato dal presente Piano.La piantumazione e la selezione saranno eseguite in modo da privilegiare le specieautoctone e dovranno contribuire alla formazione <strong>di</strong> un bosco ripariale stabile. La<strong>di</strong>sposizione delle specie vegetali <strong>di</strong>penderà essenzialmente dal regime idrologico me<strong>di</strong>o delfiume che regola sia la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> acqua sia il rifornimento delle sostanza nutritive.Piano Ambientale Pontoncello 8


Programma finanziario biennaleSpecie che non amano avere costantemente le ra<strong>di</strong>ci imbibite nell’acqua come le querce egli aceri non possono svilupparsi in questo ambiente.La <strong>di</strong>sposizione delle specie vegetali impiantate deve essere quin<strong>di</strong> valutata anche inriferimento al regime idraulico del fiume A<strong>di</strong>ge, cercando il giusto equilibrio trariqualificazione ambientale e sicurezza idraulica. A tal riguardo si ricorda comunquel’importanza che svolge la vegetazione arbustiva ed arborea ripariale ai fini delconsolidamento del suolo e nella <strong>di</strong>fesa dall’erosione. Si citano ad esempio le fasceperimetrali <strong>di</strong> salice <strong>di</strong> ripa che spesso proteggono il piede delle pen<strong>di</strong>ci soggette a<strong>di</strong>mportanti fenomeni <strong>di</strong> instabilità.Il costo complessivo in<strong>di</strong>cativo dell’intervento è pari a 40000€MONITORAGGI, RICERCHE E STUDIFLORAPer approfon<strong>di</strong>menti su flora e vegetazione e per i monitoraggi necessari per valutare glieventuali effetti degli interventi gestionali si prevede una spesa in<strong>di</strong>cativa pari a 5000€.FAUNAPer censimenti, monitoraggi e stu<strong>di</strong> necessari alla manutenzione e alla gestione faunistica siprevede una spesa in<strong>di</strong>cativa pari a 5000€.ORGANISMO DI GESTIONEL’organismo <strong>di</strong> gestione del Parco, detto Ente Gestore, sarà determinato nelle forme e nellemodalità più opportune dalle Amministrazioni dei Comuni <strong>di</strong> San Giovanni L., San MartinoBuon Albergo e Zevio e comporterà una spesa biennale in<strong>di</strong>cativa pari a 30000€.Piano Ambientale Pontoncello 9


Programma finanziario biennale4.0 SINTESI DEL PIANO FINANZIARIO DI MASSIMAPROGETTO E/O INTERVENTOCOSTOprogetti per il sistemarelazionaleprogetti per il sistema idraulicoStrutture <strong>di</strong> accoglienza € 500.000,00Punti <strong>di</strong> accesso € 5.000,00Aree attrezzate € 20.000,00Sentieri Natura € 10.000,00Punti <strong>di</strong> osservazione € 10.000,00Sistema delle connessioni € 350.000,00Segnaletica e accessori € 10.000,00Stabilizzazione <strong>della</strong> sponda € 800.000,00Gestione vegetazione inalveo € 80.000,00progetti per il sistemaFlora € 60.000,00ambientale Flora € 5.000,00monitoraggi, ricerche e stu<strong>di</strong>organismo <strong>di</strong> gestioneFlora € 5.000,00Fauna € 5.000,00€ 30.000,00TOTALE € 1,890.000,00Piano Ambientale Pontoncello 10


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAPIANO AMBIENTALEdelPARCO NATURALE DIPONTONCELLOarea naturale protetta <strong>di</strong> interesse locale(L.r. 40/1984, art. 36 - PTRC 1992 vigente)RAPPORTOAMBIENTALE(ai sensi del D.Lgs. 4/2008 – Testo Unico Ambientale)Autorità procedenti:Comune <strong>di</strong> S. Giovanni LupatotoComune <strong>di</strong> S. Martino Buon AlbergoComune <strong>di</strong> ZevioAutorità competenteCommissione Regionale V.A.S.TECNICI REDATTORIMarco Pietrobon (ing. ambiente eterritorio)Francesco Vesentini (dott. forestale)


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA1. INTRODUZIONE................................................................................................................................................41.1. PREMESSA....................................................................................................................................................41.2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE...................................................................................................................61.3. ITER PROCEDURALE E RUOLO DELLA VAS.....................................................................................................71.4. ESITO DELLA CONSULTAZIONE CON LE AUTORITÀ AMBIENTALI .................................................................... 122. CARATTERISTICHE DEL PIANO AMBIENTALE ...................................................................................... 142.1. CONTENUTI E OBIETTIVI DEL PIANO AMBIENTALE ........................................................................................ 142.2. RAPPORTO DEL PIANO AMBIENTALE CON ALTRI PIANI O PROGRAMMI .......................................................... 153. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE...................................................................................................... 193.1. FONTI CONSULTATE ................................................................................................................................... 193.2. STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE ................................................................................................................ 193.2.1 Aria..................................................................................................................................................... 193.2.2 Clima.................................................................................................................................................. 233.2.3 Acqua................................................................................................................................................. 333.2.3.1 Acque superficiali ....................................................................................................................................... 333.2.4 Suolo e sottosuolo ............................................................................................................................ 403.2.4.1 Inquadramento litologico, geomorfologico e geopedologico.................................................................... 403.2.4.2 Uso del suolo.............................................................................................................................................. 443.2.4.3 Cave attive e <strong>di</strong>smesse.............................................................................................................................. 453.2.4.4 Discariche ................................................................................................................................................... 453.2.4.5 Elementi geologico-ambientali significativi ............................................................................................... 453.2.4.6 Fattori <strong>di</strong> rischio idrogeologico e geologico............................................................................................... 463.2.5 Agenti fisici ........................................................................................................................................ 483.2.5.1 Ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti e non ........................................................................................................................ 483.2.5.2 Rumore ....................................................................................................................................................... 503.2.5.3 Inquinamento luminoso.............................................................................................................................. 523.2.6 Bio<strong>di</strong>versità, flora e fauna................................................................................................................. 543.2.6.1 Aree protette ............................................................................................................................................... 543.2.6.2 Aree a tutela speciale................................................................................................................................. 543.2.7 Patrimonio culturale, architettonico, archeologico e paesaggistico............................................... 653.2.8 Popolazione....................................................................................................................................... 663.2.8.1 Caratteristiche demografiche e anagrafiche............................................................................................. 663.2.8.2 Istruzione .................................................................................................................................................... 683.2.8.3 Situazione occupazionale .......................................................................................................................... 693.2.8.4 Salute e sanità............................................................................................................................................ 693.2.9 Sistema socio-economico ................................................................................................................ 703.2.9.1 Sistema inse<strong>di</strong>ativo .................................................................................................................................... 703.2.9.2 Viabilità........................................................................................................................................................ 703.2.9.3 Servizi ......................................................................................................................................................... 713.2.9.4 Attività industriali e commerciali ................................................................................................................ 723.2.9.5 Rifiuti ........................................................................................................................................................... 733.2.9.6 Energia........................................................................................................................................................ 742


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.9.7 Turismo ....................................................................................................................................................... 743.3. EVOLUZIONE PROBABILE SENZA L’ATTUAZIONE DEL PIANO ......................................................................... 744. QUESTIONI AMBIENTALI PERTINENTI AL PIANO AMBIENTALE........................................................ 765. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DEL PIANO AMBIENTALE............................................... 766. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DEL PIANO AMBIENTALE............................ 776.1. ARIA .......................................................................................................................................................... 776.2. CLIMA ........................................................................................................................................................ 776.3. ACQUA....................................................................................................................................................... 776.4. SUOLO E SOTTOSUOLO .............................................................................................................................. 786.5. AGENTI FISICI............................................................................................................................................. 786.6. BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA .................................................................................................................. 786.7. PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO, ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO....................................... 786.8. POPOLAZIONE............................................................................................................................................ 786.9. SISTEMA SOCIO-ECONOMICO ..................................................................................................................... 796.10. MATRICE RIASSUNTIVA DEGLI IMPATTI ...................................................................................................... 807. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI IMPATTI NEGATIVISIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DELL’ATTUAZIONE DEL PIANO O DEL PROGRAMMA ..................... 818. SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTA .............................................................................................. 819. MONITORAGGIO........................................................................................................................................... 829.1. SCELTA DEGLI INDICATORI ......................................................................................................................... 829.2. PROGRAMMA DI MONITORAGGIO ................................................................................................................ 8310. SINTESI NON TECNICA ............................................................................................................................. 8410.1. CARATTERISTICHE DEL PIANO AMBIENTALE.............................................................................................. 8410.2. COERENZA ESTERNA DEL PIANO AMBIENTALE .......................................................................................... 8410.3. COERENZA DEL PIANO AMBIENTALE CON OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ....................................................... 8510.4. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE........................................................................................................... 8510.5. IMPATTI SIGNIFICATIVI E RELATIVE MISURE PREVISTE................................................................................ 8610.6. MONITORAGGIO ....................................................................................................................................... 8610.7. CONCLUSIONI........................................................................................................................................... 863


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA1. INTRODUZIONE1.1. PremessaI Comuni <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio hanno <strong>di</strong> recentesottoscritto un Protocollo d’Intesa per la costituzione del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello conla finalità <strong>di</strong> adottare tutti i provve<strong>di</strong>menti utili alla istituzione del parco in un’area protettalungo la fascia fluviale dell’A<strong>di</strong>ge ricadente nei tre comuni.A seguito del Protocollo d’Intesa sottoscritto in data 12 marzo 2009 i singoli Comuni hannoistituito nel proprio territorio per l’ambito <strong>di</strong> competenza il “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello” aisensi dell’art. 27 L.R. 40/1984 ed in sintonia con quanto normato dal P.T.R.C. che nellatavola 2 in<strong>di</strong>vidua l’Ambito fluviale del Fiume A<strong>di</strong>ge fra gli “ambiti naturalistico-ambientali epaesaggistici <strong>di</strong> livello regionale” ai sensi dell’art. 36 delle Norme <strong>di</strong> Attuazione.I Comuni hanno quin<strong>di</strong> adottato le varianti ai rispettivi strumenti urbanistici generali vigenticon i seguenti provve<strong>di</strong>menti:Comune <strong>di</strong> S.Giovanni Lupatoto: Deliberazione Consiglio Comunale n°13 del 26.03.2009 -Delimitazione e istituzione “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”; Deliberazione ConsiglioComunale n°27 del 14.05.200 9 – Adozione Variante Parziale al PRG n°40 perin<strong>di</strong>viduazione “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”Comune <strong>di</strong> S. Martino Buon Albergo: Deliberazione Consiglio Comunale n°29 del12.05.2009 – Delimitazione e istituzione “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”ed adozioneVariante Parziale al PRG n°55 per in<strong>di</strong>viduazione “P arco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”;Comune <strong>di</strong> Zevio: Deliberazione Consiglio Comunale n°57 del 19.05.2009 – Istituzione“Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”; Deliberazione Consiglio Comunale n°58 del 19.05.2009 -Adozione Variante Parziale al PRG n°38 per in<strong>di</strong>viduazione “Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello”.Piano <strong>di</strong> Assetto Territoriale del Comune <strong>di</strong> S. Giovanni L.Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade:all’interno dell’“Ambito naturalistico dell’A<strong>di</strong>ge” nel quale costituiscono invariante datutelare e valorizzare i caratteri naturalistici-ambientali;nell’“Ambito per la formazione dei parchi e delle riserve naturali <strong>di</strong> interesse <strong>comunale</strong>”.Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno del sistemaambientale “A” (art. 41) con caratteri dominanti del sistema paesaggistico-ambientale, nelsottosistema “A1”- Ambito del fiume A<strong>di</strong>ge e, nello specifico, nell’ATO A.1.1 – “Parcodell’A<strong>di</strong>ge” (art. 42).4


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAPiano <strong>di</strong> Assetto Territoriale del Comune <strong>di</strong> S. Martino B.A.Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade nell’”Ambito <strong>di</strong> golena delFiume A<strong>di</strong>ge” (art. 10 NTA), nel quale è prevista una particolare “tutela dei valoriambientali risulta finalizzata alla più generale conservazione degli elementi costitutivi delpaesaggio naturale originario”, esattamente come previsto nel P.A..Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno dell’ATO A.2.2(art. 28.2.2 NTA) e in particolare nell’”ambito del Parco <strong>di</strong> Pontoncello”.Piano <strong>di</strong> Assetto Territoriale del Comune <strong>di</strong> ZevioNella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade nelle invarianti in<strong>di</strong>viduate comeda PTRC (art. 2.4.4 NTA).Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno del sistema dei“Valori e tutele naturali” e nello specifico nell’ambito del “Parco <strong>di</strong> Pontoncello” (art. 3.2.10NTA).La superficie complessiva interessata dall’istituzione del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello è <strong>di</strong>circa 53,2 ha. Rispettivamente <strong>di</strong> 21,4 ettari per il <strong>comune</strong> <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo,18,4 ettari per il <strong>comune</strong> <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, 13,4 ettari per il <strong>comune</strong> <strong>di</strong> Zevio.In seguito, ai sensi dell’art 27 L.R. 40/1984 e s.m.i. e con i contenuti dell’ art. 9 <strong>della</strong>medesima legge, i Comuni hanno pre<strong>di</strong>sposto il Piano Ambientale, oggetto <strong>della</strong>valutazione del presente rapporto.L’adozione del Piano Ambientale del “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello” comportal’attivazione delle “Misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a” ai sensi dell’art. 6 L.R. 16 agosto1984, n. 40 "Nuove norme per la istituzione <strong>di</strong> parchi e riserve naturali regionali" esuccessive mo<strong>di</strong>ficazioni.L’area del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello ricade interamente nel sito Natura 2000 SIC –“Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine” identificato con il co<strong>di</strong>ce IT3210042.Il Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello è stato istituito per conservare e valorizzare l’ambiente egli habitat già in<strong>di</strong>viduati nel tratto interessato del Sito <strong>di</strong> Importanza Comunitaria e perfavorire la fruizione a fini scientifici, culturali e <strong>di</strong>dattici che il parco stesso potrà offrire alivello locale e provinciale.L’istituzione del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello è vista dalle Amministrazioni come l’inizio <strong>di</strong>un percorso con<strong>di</strong>viso e come primo passo verso una possibile istituzione <strong>di</strong> un parcofluviale lungo l’intera asta dell’A<strong>di</strong>ge attraverso il coinvolgimento <strong>di</strong> altre AmministrazioniComunali interessate.5


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA1.2. Inquadramento territorialeL’area interessata dal Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello si colloca in un’ansa del Fiume A<strong>di</strong>geal confine fra i tre Comuni <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio,appena a valle dello sbarramento <strong>di</strong> Pontoncello (<strong>di</strong>ga ENEL).In destra orografica da ovest verso est il Parco interessa prima il territorio del Comune <strong>di</strong>S. Giovanni L. e quin<strong>di</strong> il Comune <strong>di</strong> Zevio in località Pontoncello; sulla sinistra orografica,ovvero a nord dell’ansa dell’A<strong>di</strong>ge, il Parco rientra nel territorio <strong>di</strong> San Martino B.A..Dati generali dei ComuniSan Giovanni Lupatoto• coor<strong>di</strong>nate: 45°23′0″N 11°2′0″E;• altitu<strong>di</strong>ne:42 m s.l.m.;• superficie: 18,94 km2;• n.ro abitanti: 24.171 (al 01-12-2010);• densità:1276,2 ab./km²;• frazioni:Camacici, Pozzo, Radon;• comuni confinanti: Buttapietra, Oppeano, San Martino B. A., Verona, ZevioSan Martino Buon Albergo• coor<strong>di</strong>nate: 45°25′0″N 11°6′0″E;• altitu<strong>di</strong>ne:45 m s.l.m.;6


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAZevio• superficie: 35,3 km2;• n.ro abitanti: 14.257 (al 01-12-2010);• densità:403,9 ab./km²;• frazioni:Casette, Marcellise, Mambrotta, Case Nuove, Ferrazze;• comuni confinanti: Cal<strong>di</strong>ero, Lavagno, Mezzane <strong>di</strong> S., S. Giovanni L.,Verona, Zevio• coor<strong>di</strong>nate: 45°22′22″N 11°7′49″E;• altitu<strong>di</strong>ne:32 m s.l.m.;• superficie: 55.02 km2;• n.ro abitanti: 14.253 (al 01-12-2010);• densità:247 ab./km²;• frazioni:Bosco, Campagnola, Perzacco, Santa Maria, Volon;• comuni confinanti: Belfiore, Cal<strong>di</strong>ero, Oppeano, Palù, Ronco all'A<strong>di</strong>ge, SanGiovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo1.3. Iter procedurale e ruolo <strong>della</strong> VASLa Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001“Valutazione degli effetti <strong>di</strong> determinati piani e programmi sull'ambiente” definisce laValutazione Ambientale Strategica (VAS) come necessario strumento per l'integrazione <strong>di</strong>considerazioni <strong>di</strong> carattere ambientale nell'elaborazione <strong>di</strong> piani e programmi ai fini <strong>di</strong>garantire la sostenibilità delle scelte <strong>di</strong> pianificazione e programmazione; la VAS non siapplica alle politiche, benché le politiche espresse nei piani vengano valutate e laprocedura possa essere applicata alle politiche.Con l’emanazione del Decreto Legislativo 16 gennaio 2008 n. 4 “Ulteriori <strong>di</strong>sposizionicorrettive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme inmateria ambientale” si ha per lo Stato italiano il formale recepimento <strong>della</strong> Direttiva2001/42/CE; a seguito <strong>della</strong> sua entrata in vigore il 13 febbraio 2008 ed entro 12 mesi leregioni hanno dovuto adeguarsi il proprio or<strong>di</strong>namento.L’autorità competente per i piani e i programmi la cui approvazione spetta ad organi stataliè il Ministero dell’Ambiente; per piani e programmi la cui approvazione non spetta adorgani statali, sono le Regioni o l’Amministrazione da esse in<strong>di</strong>viduata.La Regione del Veneto ha provveduto all’in<strong>di</strong>viduazione dell’autorità competente, cuispetta l’adozione del provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> verifica <strong>di</strong> assoggettabilità nonché l’elaborazione7


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAdel parere motivato <strong>di</strong> cui rispettivamente agli articoli 12 e 15 del Co<strong>di</strong>ce Ambiente, conl’art. 14 <strong>della</strong> Legge Regionale n. 4/2008, entrata in vigore il 2 luglio 2008, identificandolanella Commissione Regionale VAS, nominata con DGR n. 3262/2006.La DGR 791/2009, “Adeguamento delle procedure <strong>di</strong> Valutazione Ambientale Strategica aseguito <strong>della</strong> mo<strong>di</strong>fica alla Parte Seconda del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, cd."Co<strong>di</strong>ce Ambiente", apportata dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4. In<strong>di</strong>cazioni metodologichee procedurali”, sostituisce le precedenti e stabilisce le procedure <strong>di</strong> valutazione per piani oprogrammi <strong>di</strong> competenza regionale, per piani o programmi <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong> altreAmministrazioni la cui approvazione compete alla Regione, per piani <strong>di</strong> assetto territoriale,<strong>comunale</strong> o inter<strong>comunale</strong>, redatti in copianificazione, per piani o programmi <strong>di</strong>competenza <strong>di</strong> altre Amministrazioni, per piani o programmi la cui iniziativa spetta allaRegione mentre l’approvazione compete ad altra Amministrazione, per programmitransfrontalieri europei e per la verifica <strong>di</strong> assoggettabilità a VAS.In riferimento alla citata DGR 791/2009 il Piano Ambientale del Parco <strong>di</strong> Pontoncellosegue la procedura in<strong>di</strong>viduata nell’Allegato C <strong>della</strong> medesima delibera, in quanto piano <strong>di</strong>competenza <strong>di</strong> amministrazioni locali che esplica i propri effetti entro il territorio regionale:FASE 1: elaborazione del Documento Preliminare e del Rapporto Ambientale Preliminare.Il proponente o l’autorità procedente elabora:• un Documento Preliminare che contiene gli obiettivi generali che s’intendonoperseguire con il piano o programma e le scelte strategiche pertinenti al piano oprogramma stesso, nonché altri specifici contenuti previsti da eventuali leggi <strong>di</strong>riferimento quale, in particolare, la Legge Regionale 11/2004 nel caso dei pianiterritoriali;• un Rapporto Ambientale Preliminare (già chiamato “relazione ambientale”nelle precedenti <strong>di</strong>sposizioni amministrative) sui possibili impatti ambientalisignificativi derivanti dall’attuazione del piano o programma redatto sulla basedei contenuti del documento preliminare.FASE 2: consultazione con i soggetti competenti in materia ambientale e la CommissioneVASIl proponente o l’autorità procedente, al fine <strong>di</strong> definire i contenuti del rapportoambientale ed il livello <strong>di</strong> dettaglio delle informazioni da includere nel rapportostesso, avvia una consultazione con l’autorità competente, cioè la CommissioneRegionale VAS e con i soggetti competenti in materia ambientale che possonoessere interessati agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione del piano o8


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAprogramma, quali, a titolo esemplificativo, Enti Parco, Autorità <strong>di</strong> Bacino,Soprintendenze, Province, Comuni, ARPAV, ecc.La Commissione regionale VAS, tenuto conto dei pareri delle autorità ambientaliconsultate, si esprime sulla portata e sul livello <strong>di</strong> dettaglio delle informazioni daincludere nel rapporto ambientale.Tale fase procedurale deve espletarsi nel termine massimo <strong>di</strong> novanta giorni dalladata <strong>di</strong> avvio delle consultazioni.FASE 3: elaborazione <strong>della</strong> proposta <strong>di</strong> piano o programma e <strong>della</strong> proposta <strong>di</strong> rapportoambientale:Conclusa la fase <strong>della</strong> consultazione ed effettuata la concertazione, ove previstadalle specifiche leggi <strong>di</strong> settore, il proponente o l’autorità procedente:• re<strong>di</strong>ge la proposta <strong>di</strong> piano o programma;• re<strong>di</strong>ge la proposta <strong>di</strong> rapporto ambientale, che costituisce parte integrante delpiano o del programma, sulla base delle in<strong>di</strong>cazioni contenute all’art. 13 comma4 Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e secondo i criteri dell’allegato VI delcitato decreto;• re<strong>di</strong>ge la Sintesi non Tecnica del Rapporto Ambientale.Successivamente, la struttura avvia la procedura necessaria per le finalità <strong>di</strong>conservazione proprie <strong>della</strong> Valutazione <strong>di</strong> incidenza (VINCA) ed acquisisce glieventuali pareri tecnici previsti dalla normativa <strong>di</strong> settore.FASE 4: adozioneIl proponente o l’autorità procedente pre<strong>di</strong>spone l’atto amministrativo per l'adozioneda parte del proponente o dell’autorità procedente del piano, del rapportoambientale e <strong>della</strong> sintesi non tecnica.Da questo momento scatta l’osservanza delle eventuali misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a.FASE 5: consultazione e partecipazioneSuccessivamente, il proponente o l’autorità procedente:• provvede a porre in essere tutte le attività <strong>di</strong> consultazione sulla proposta <strong>di</strong>piano o programma e sulla proposta <strong>di</strong> rapporto ambientale previste dagli artt.13 e 14 del D.Lgs. 152/2006 e dalle eventuali specifiche leggi <strong>di</strong> settore. Inattuazione <strong>di</strong> quanto previsto dall’art. 14, comma 4, circa il coor<strong>di</strong>namento delleprocedure <strong>di</strong> deposito, pubblicità e partecipazione <strong>di</strong>sposte dalle vigenti<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> settore per specifici piani e programmi con quelle previste dal9


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAproce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> valutazione ambientale strategica, ove i termini siano <strong>di</strong>versi, siapplica il termine più lungo;• provvede al deposito <strong>della</strong> proposta <strong>di</strong> piano, del rapporto ambientale e <strong>della</strong>sintesi non tecnica presso gli uffici dell’autorità competente, e presso gli ufficidelle Province il cui territorio risulti anche soltanto parzialmente interessato dalpiano o programma o dagli impatti derivanti dalla sua attuazione, dando <strong>di</strong> ciòavviso me<strong>di</strong>ante pubblicazione in almeno due quoti<strong>di</strong>ani a <strong>di</strong>ffusione locale;• qualora il piano o programma possa produrre effetti che interessino il territorio<strong>di</strong> Stati Membri, Regioni e Province confinanti, il proponente e/o l'autoritàprocedente provvede a dar loro informazione trasmettendo copia <strong>di</strong> tutta ladocumentazione sopra citata per il deposito presso i loro uffici, e acquisisce ipareri delle autorità competenti <strong>di</strong> tali regioni, degli enti locali territorialiinteressati dagli impatti (art. 30 D.Lgs. 152/2006) nonché degli stati membri (art.32 D.Lgs. 152/2006);• provvede alla pubblicazione <strong>di</strong> un avviso dell’avvenuto deposito <strong>della</strong> propostadel piano, del rapporto ambientale e <strong>della</strong> sintesi non tecnica, sul BUR e sulproprio portale web al fine <strong>di</strong> mettere il tutto a <strong>di</strong>sposizione dei soggetticompetenti in materia ambientale, già coinvolti nella fase <strong>di</strong> consultazionepreliminare, e del pubblico. L’avviso deve contenere:1. il titolo <strong>della</strong> proposta <strong>di</strong> Piano o Programma;2. l’in<strong>di</strong>cazione del proponente e dell’autorità procedente;3. l’in<strong>di</strong>cazione delle se<strong>di</strong> ove può essere presa visione <strong>della</strong> proposta <strong>di</strong>Piano o Programma, del rapporto ambientale e <strong>della</strong> sintesi non tecnica;4. l’in<strong>di</strong>cazione <strong>della</strong> denominazione ed in<strong>di</strong>rizzo <strong>della</strong> autorità procedentepresso la quale dovranno essere fatte pervenire le osservazioni ed icontributi conoscitivi e valutativi del caso.Entro il termine <strong>di</strong> sessanta giorni (ovvero entro il termine superiore se previstodalla legge <strong>di</strong> settore) chiunque può prendere visione <strong>della</strong> proposta <strong>di</strong> piano oprogramma, del rapporto ambientale e <strong>della</strong> sintesi non tecnica depositati epresentare al proponente o all’autorità procedente le proprie osservazioni anchefornendo nuovi o ulteriori contributi conoscitivi e valutativi.Il proponente o l’autorità procedente trasmette, in concomitanza con lapubblicazione dell’avviso, alla Commissione Regionale VAS, su supporto cartaceoe informatico, la proposta <strong>di</strong> piano o <strong>di</strong> programma, comprendente il rapporto10


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAambientale e la sintesi non tecnica dello stesso, per consentire l’avvio dell’esameistruttorio ai fini <strong>della</strong> espressione del parere motivato.FASE 6: parere motivatoConclusa la fase <strong>di</strong> deposito e <strong>di</strong> raccolta delle osservazioni, il proponente ol’autorità procedente provvede a svolgere tutte le attività tecnico-istruttorie sulleosservazioni, obiezioni, suggerimenti pervenuti dal pubblico e dagli altri soggettiinteressati, in collaborazione con la Struttura regionale <strong>di</strong> supporto allaCommissione Regionale VAS, per quelle aventi carattere ambientale. LaCommissione regionale VAS si esprime anche sull’eventuale VIncA avvalendosi delsupporto tecnico-istruttorio del Servizio Reti ecologiche e bio<strong>di</strong>versità <strong>della</strong>Direzione regionale Pianificazione Territoriale e Parchi 1 per quanto concerne ladocumentazione prodotta nell’ambito <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong> incidenza.Entro il termine <strong>di</strong> 90 giorni a decorrere dalla scadenza del termine per lapresentazione delle osservazioni la Commissione Regionale VAS esprime il proprioparere motivato.In seguito al parere espresso dalla Commissione Regionale VAS, il proponente ol’autorità procedente:• provvede in collaborazione con la Commissione Regionale VAS (art. 15 comma2 D.Lgs. 152/2006) alla revisione, ove necessario, del piano o programma inconformità al parere motivato espresso dalla Commissione stessa prima <strong>della</strong>presentazione del piano o programma per l'approvazione;• re<strong>di</strong>ge la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> sintesi;• trasmette il piano o programma eventualmente rielaborato a seguito delleosservazioni alla struttura regionale competente per l’acquisizione del pareretecnico e per la successiva fase <strong>di</strong> approvazione entro i termini e con lemodalità <strong>della</strong> normativa <strong>di</strong> settore.FASE 7: approvazioneEsaminati gli atti trasmessi, l’organo competente per l’approvazione provvede:1. alla approvazione del piano o programma ai sensi <strong>della</strong> specifica legge <strong>di</strong>settore;2. alla approvazione del rapporto ambientale e <strong>della</strong> sintesi non tecnica;3. alla pubblicazione nel BUR dell'atto <strong>di</strong> approvazione del piano o programma;1 come da organigramma delle strutture regionali alla data <strong>di</strong> approvazione <strong>della</strong> DGR11


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA4. all’in<strong>di</strong>cazione <strong>della</strong> sede presso cui può essere presa visione del piano oprogramma approvato e <strong>di</strong> tutta la documentazione oggetto <strong>di</strong> istruttoria (art.17 D.Lgs. 152/2006).Il proponente o l’autorità procedente provvede alla pubblicazione sul proprio sitoweb del piano o programma, del parere motivato espresso dall’autorità competente,<strong>della</strong> <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> sintesi e delle misure adottate per il monitoraggio ambientale.Il processo <strong>di</strong> Valutazione Ambientale e Strategica per il Piano Ambientale del Parco <strong>di</strong>Pontoncello è stata propriamente efficace nella fase <strong>di</strong> consultazione con le autoritàambientali, così come in<strong>di</strong>viduate nel Rapporto Preliminare Ambientale, in quanto nelcorso <strong>della</strong> elaborazione finale dello strumento stesso i singoli pareri hanno proposto utiliapporti e approfon<strong>di</strong>menti.1.4. Esito <strong>della</strong> consultazione con le autorità ambientaliSi riportano qui <strong>di</strong> seguito l’elenco delle autorità ambientali consultate:- Autorità <strong>di</strong> Bacino del Fiume A<strong>di</strong>ge;- Autorità <strong>di</strong> Bacino Interregionale del Fiume Fissero – Tartaro - Canalbianco;- Corpo Forestale dello Stato Coor<strong>di</strong>namento Regionale Veneto;- Segreterie Regionali: Ambiente e Territorio, Settore Primario;- Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province <strong>di</strong>Verona, Vicenza e Rovigo;- Provincia <strong>di</strong> Verona;- Consorzio per lo sviluppo del Basso Veronese;- Consorzio <strong>di</strong> bonifica Veronese;- Consorzio <strong>di</strong> bonifica Alta Pianura Veneta;- ARPAV Dipartimento provinciale <strong>di</strong> Verona;- Genio Civile <strong>di</strong> Verona;- Comuni <strong>di</strong>: Belfiore, Buttapietra, Cal<strong>di</strong>ero, Lavagno, Mezzane <strong>di</strong> Sotto,Oppeano, Palù, Ronco all'A<strong>di</strong>ge, Verona;- Azienda ULSS n. 20;- Azienda ULSS n. 21.A seguito <strong>della</strong> consultazione risulta opportuno in particolare:- integrare il Piano Ambientale del Parco <strong>di</strong> Pontoncello secondo quandoin<strong>di</strong>cato dalle linee guida presenti nello “Stu<strong>di</strong>o per il recupero naturalistico e12


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAmorfologico del fiume A<strong>di</strong>ge (Tratto pontoncello – Tombazosana)”dell’Autorità <strong>di</strong> Bacino del Fiume A<strong>di</strong>ge;- tenere in considerazione nelle analisi <strong>della</strong> componente acqua un’area checomprenda anche la parte <strong>di</strong> bacino idrografico a monte <strong>della</strong> città <strong>di</strong> Verona;- esaminare le criticità relative alla presenza <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga ENEL <strong>di</strong> Pontoncello;- esaminare le criticità relative alla funzione idraulica del corso d’acqua in ognipossibile situazione <strong>di</strong> portata;- esaminare le criticità relative alla gestione degli interventi <strong>di</strong> gestione or<strong>di</strong>narie straor<strong>di</strong>nari.13


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA2. CARATTERISTICHE DEL PIANO AMBIENTALE2.1. Contenuti e obiettivi del piano ambientaleIl Piano Ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello è stato redatto ai sensi <strong>della</strong> L.R.40/1984, art. 27 - Parchi e riserve <strong>di</strong> interesse locale e, quin<strong>di</strong>, secondo quanto in<strong>di</strong>catodell’art. 9 <strong>della</strong> legge stessa, prevede i seguenti contenuti principali:1. l’articolazione <strong>della</strong> zona in aree <strong>di</strong>verse, secondo la classificazione previstadall’art. 11 e seguenti;2. gli interventi conservativi, riqualificativi, <strong>di</strong> recupero e <strong>di</strong> miglioramento daoperarsi a cura dell’ente gestore;3. le aree che, dovendo accogliere attrezzature o infrastrutture per unautilizzazione collettiva dei beni, devono essere espropriate, e i relativi terminitemporali;4. i vincoli e le limitazioni che afferiscono alle <strong>di</strong>verse aree comprese nel parcoo nella riserva, nonché la regolamentazione delle attività consentite, conparticolare riguardo a quelle e<strong>di</strong>lizie, alle opere <strong>di</strong> urbanizzazione,all’impianto delle restanti infrastrutture e attrezzature alla circolazione enavigazione a motore;5. i tempi e le modalità <strong>di</strong> cessazione delle attività antropiche incompatibili conla destinazione <strong>della</strong> zona a parco o a riserva;6. i mo<strong>di</strong> e le forme <strong>di</strong> utilizzazione sociale dei beni costituenti il parco o lariserva e le norme principali per la loro regolazione;7. le attività produttive silvo-pastorali e agricole compatibili.Il piano ambientale è costituito da:1. una relazione illustrativa degli obiettivi da conseguirsi e dei criteri da adottarenell’attuazione del piano;2. una o più rappresentazioni grafiche, in scala non inferiore a 1: 10.000 atte adeterminare la sud<strong>di</strong>visione <strong>della</strong> zona in aree <strong>di</strong>stinte, nonchè l’assettourbanistico, agricolo, forestale <strong>della</strong> zona;3. le norme <strong>di</strong> attuazione contenenti la specificazione dei vincoli e dellelimitazioni <strong>di</strong> cui alla lettera d), nonchè la regolamentazione delle attivitàconsentite e l’utilizzazione sociale dei beni ambientali;4. un programma finanziario <strong>di</strong> massimaGli obiettivi e le azioni del Piano ambientale sono:14


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA1. zonizzazione del Parco Naturale;2. tutela e valorizzazione del patrimonio botanico;3. tutela e valorizzazione <strong>della</strong> fauna;4. tutela e valorizzazione delle risorse culturali e storiche;5. mantenimento e stabilizzazione dell’equilibrio idrico e idrogeologico;6. promozione <strong>di</strong> agricoltura ecocompatibile;7. accessibilità e fruizione compatibili;8. riduzione degli elementi detrattori esistenti.2.2. Rapporto del piano ambientale con altri piani o programmiIl Piano Ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello è assimilato a un piano attuativo <strong>di</strong>iniziativa pubblica, ai sensi <strong>della</strong> L.R. 40/1984 e, quin<strong>di</strong>, può essere considerato laspecificazione dello strumento <strong>di</strong> pianificazione urbanistica.Conseguentemente, il Piano Ambientale recepisce le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> ogni pianificazionesovraor<strong>di</strong>nata e dettaglia le in<strong>di</strong>cazioni delle pianificazioni urbanistiche con efficaciacircoscritta al proprio perimetro.L’area <strong>di</strong> interesse si trova, come precedentemente descritto, in un tratto del corso delFiume A<strong>di</strong>ge, e, quin<strong>di</strong>, in particolare:• ricade interamente nel sito Natura 2000 SIC – “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est eBa<strong>di</strong>a Polesine” identificato con il co<strong>di</strong>ce IT3210042;• è collocata in un ambito <strong>di</strong> competenza dell’Autorità <strong>di</strong> bacino nazionale delFiume A<strong>di</strong>ge.Inoltre, sul territorio del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello hanno competenza:strumenti <strong>di</strong> pianificazione regionale (Piano Territoriale Regionale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento, Piani<strong>di</strong> Area Quadrante Europa e Valli Gran<strong>di</strong> Veronesi);strumento <strong>di</strong> pianificazione provinciale (Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale);strumenti <strong>di</strong> pianificazione urbanistica (Piani <strong>di</strong> assetto territoriale dei Comuni interessati).Rete Natura 2000Il Piano ambientale è stato redatto ai sensi <strong>della</strong> L.R. 40/1984 che prevede all’art. 1 –(Finalità) la “tutela dell’ambiente naturale e al fine <strong>di</strong> assicurare la conservazione e lavalorizzazione dell’ambiente naturale nelle zone <strong>di</strong> particolare interesse paesaggistico,naturalistico ed ecologico”.15


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAAi fini <strong>della</strong> zonizzazione del Parco sono state eseguite delle analisi relativamente agliaspetti faunistici e botanici dell’area, ponendo anche particolare attenzione alle tipologie <strong>di</strong>habitat presenti.Inoltre, nella redazione <strong>della</strong> norme del Piano sono stati tenuti in considerazione gli aspettirelativi alla Rete Natura 2000, in quanto fanno riferimento a normative <strong>di</strong> rango europeo, equin<strong>di</strong> sovraor<strong>di</strong>nate, ma soprattutto in quanto concreti e utili riferimenti conoscitivi.Lo stesso Piano Ambientale è stato comunque valutato secondo quanto previsto dallevigenti normative in tema <strong>di</strong> incidenza ambientale e ne sono risultati effetti nulli oad<strong>di</strong>rittura positivi su habitat, specie e habitat <strong>di</strong> specie.Piano <strong>di</strong> Gestione dei Bacini delle Alpi Orientali“Il Piano <strong>di</strong> bacino <strong>di</strong>strettuale ha valore <strong>di</strong> piano territoriale <strong>di</strong> settore ed è lo strumentoconoscitivo, normativo e tecnico-operativo me<strong>di</strong>ante il quale sono pianificate eprogrammate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla <strong>di</strong>fesa e allavalorizzazione del suolo ed alla corretta utilizzazione <strong>della</strong> acque, sulla base dellecaratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato”, ai sensi del comma 1 dell’art.65 - Valore, finalità e contenuti del piano <strong>di</strong> bacino <strong>di</strong>strettuale del Testo unico ambientaleD.Lgs. 152/2006.In data 24 febbraio 2010 è stato adottato il Piano <strong>di</strong> Gestione dei Bacini delle Alpi Orientalidai Comitati Istituzionali delle Autorità <strong>di</strong> Bacino dell'A<strong>di</strong>ge e dell'Alto Adriatico, tuttavia, aisnsi dell’art. 67 comma 1 del medesimo Decreto, “nelle more dell'approvazione dei piani <strong>di</strong>bacino, le Autorità <strong>di</strong> bacino adottano, ai sensi dell'articolo 65, comma 8, piani stralcio <strong>di</strong><strong>di</strong>stretto per l'assetto idrogeologico (PAI), che contengano in particolare l'in<strong>di</strong>viduazionedelle aree a rischio idrogeologico, la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure <strong>di</strong>salvaguar<strong>di</strong>a e la determinazione delle misure medesime”.Ai sensi dell’art. 10 – Linee guida <strong>di</strong> settore delle Norme <strong>di</strong> Attuazione del Piano Stralcioper la Tutela del rischio idrogeologico, con Delibera 1/2008 l’Autorità <strong>di</strong> bacino del FiumeA<strong>di</strong>ge ha approvato le “Linee guida per il recupero naturalistico e morfologico del fiumeA<strong>di</strong>ge – tratto Pontoncello-Tombazosana”.Il Piano Ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello ha previsto nelle analisi preliminariun approfon<strong>di</strong>mento sugli aspetti idraulici e idrogeologici dell’area <strong>di</strong> interesse e ha quin<strong>di</strong>tenuto conto anche delle citate linee guida specifiche per il tratto considerato.16


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAPiano Territoriale Regionale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namentoL’area interessata dal Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello è inserita in un ambito definitoappunto come “Area protetta <strong>di</strong> iniziativa locale” in riferimento all’art. 36 – “Direttive per iparchi e le riserve <strong>di</strong> iniziativa locale” delle NTA del PTRC vigente <strong>della</strong> Regione Veneto.Il Piano ambientale del Parco recepisce, fa proprie e implementa le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> questostrumento <strong>di</strong> pianificazione territoriale sovraor<strong>di</strong>nata e delle sue declinazioni a livello <strong>di</strong>piani <strong>di</strong> area.Piani <strong>di</strong> area Quadrante EuropaNell’area del Parco il Piano <strong>di</strong> area Quadrante Europa in<strong>di</strong>vidua, mutuandolo dal PTRC,un “ambito <strong>di</strong> interesse paesistico-ambientale” (art. 61 NTA) all’interno del “Sistema deipaesaggi aperti ed urbani” e anche il “Parco dell’A<strong>di</strong>ge” (art. 93).Inoltre, viene in<strong>di</strong>viduato, all’interno dell’Ecosistema, un “ambito prioritario per laprotezione del suolo” (art. 61 NTA), le cui in<strong>di</strong>cazioni sono assolutamente in linea conquanto previsto dal Piano ambientale.Piano <strong>di</strong> area delle Valli Gran<strong>di</strong> VeronesiNell’area del Parco il Piano <strong>di</strong> area delle Valli Gran<strong>di</strong> Veronesi in<strong>di</strong>vidua, mutuandolo dalPTRC, un “area <strong>di</strong> rilevante interesse paesistico-ambientale” (art. 13 NTA) all’interno del“Sistema dei paesaggi aperti ed urbani”.Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento ProvincialeL’area del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello è ricompresa nell’ambito in<strong>di</strong>viduato per ilProgetto <strong>di</strong> Valorizzazione Ambientale dell’”Asta centrale dell’A<strong>di</strong>ge” (Progetto <strong>di</strong>qualificazione del corridoio biologico) previsto dal PTP <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> Verona.Piano <strong>di</strong> Assetto Territoriale del Comune <strong>di</strong> S. Giovanni L.Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade:all’interno dell’“Ambito naturalistico dell’A<strong>di</strong>ge” nel quale costituiscono invariante datutelare e valorizzare i caratteri naturalistici-ambientali;nell’“Ambito per la formazione dei parchi e delle riserve naturali <strong>di</strong> interesse <strong>comunale</strong>”.Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno del sistemaambientale “A” (art. 41) con caratteri dominanti del sistema paesaggistico-ambientale, nelsottosistema “A1”- Ambito del fiume A<strong>di</strong>ge e, nello specifico, nell’ATO A.1.1 – “Parcodell’A<strong>di</strong>ge” (art. 42).Piano <strong>di</strong> Assetto Territoriale del Comune <strong>di</strong> S. Martino B.A.Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade nell’”Ambito <strong>di</strong> golena delFiume A<strong>di</strong>ge” (art. 10 NTA), nel quale è prevista una particolare “tutela dei valori17


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAambientali risulta finalizzata alla più generale conservazione degli elementi costitutivi delpaesaggio naturale originario”, esattamente come previsto nel P.A..Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno dell’ATO A.2.2(art. 28.2.2 NTA) e in particolare nell’”ambito del Parco <strong>di</strong> Pontoncello”.Piano <strong>di</strong> Assetto Territoriale del Comune <strong>di</strong> ZevioNella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade nelle invarianti in<strong>di</strong>viduate comeda PTRC (art. 2.4.4 NTA).Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno del sistema dei“Valori e tutele naturali” e nello specifico nell’ambito del “Parco <strong>di</strong> Pontoncello” (art. 3.2.10NTA).Per quanto fin qui esposto e analizzato il Piano ambientale risulta coerente con lepianificazioni sovraor<strong>di</strong>nate.18


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE3.1. Fonti consultateIl presente Rapporto Ambientale Preliminare è stato redatto previa raccolta, selezione econsultazione <strong>di</strong> documenti riguardanti piani, progetti e interventi presenti e/o previstisull’area del Parco <strong>di</strong> Pontoncello, nonché <strong>di</strong> eventuali valutazioni e analisi ambientaliesistenti relativamente al medesimo territorio.In particolare sono stati esaminati:• Piano Territoriale Regionale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento;• Piano <strong>di</strong> Area “Quadrante Europa”;• Piano <strong>di</strong> Area delle Valli Gran<strong>di</strong> Veronesi;• Relazione ambientale al Piano Territoriale Provinciale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento;• PRG vigenti dei Comuni <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo eZevio;• PAT del Comune <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto;• Rapporto ambientale <strong>della</strong> variante parziale al PAT del Comune <strong>di</strong> San GiovanniLupatoto;• “Linee guida per il recupero naturalistico e morfologico del fiume A<strong>di</strong>ge – trattoPontoncello-Tombazosana” dell’Autorità <strong>di</strong> bacino del Fiume A<strong>di</strong>ge;• Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> impatto ambientale <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no idraulico;• Valutazione <strong>di</strong> incidenza ambientale <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no idraulico;• Stu<strong>di</strong>o preliminare ambientale <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> forestazione;• Valutazione <strong>di</strong> incidenza ambientale <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> forestazione;• “Storia <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto” - Giuseppe Lavorenti;• Piani <strong>di</strong> Zona delle USLL n. 20 e 21;• Sistema Statistico Regionale <strong>della</strong> Regione del Veneto;• Rapporto sullo stato dell'ambiente <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> Verona - Anno 2008 2 ;3.2. Stato attuale dell’ambiente3.2.1 AriaNel riportare le analisi sullo stato dell’atmosfera si evidenzia che le stazioni <strong>di</strong> rilevamentoprossime alla zona del Parco <strong>di</strong> Pontoncello sono quelle <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto e <strong>di</strong>San Martino Buon Albergo.2 più recente rapporto sullo stato dell’ambiente per l’area <strong>di</strong> interesse19


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRANel Rapporto sono analizzati gli andamenti delle concentrazioni dei principali inquinantirilevati dalla rete <strong>di</strong> controllo <strong>della</strong> qualità dell’aria in provincia <strong>di</strong> Verona nell’anno 2007. Ivalori <strong>di</strong> concentrazione sono confrontati con i limiti previsti dall’attuale normativa.Biossido <strong>di</strong> zolfo: non vengono superati né i limiti per la protezione <strong>della</strong> salute umana, néquelli previsti per la protezione degli ecosistemi. Vi è generalmente una <strong>di</strong>minuzione neivalori me<strong>di</strong> giornalieri nel periodo estivo e al sabato ed alla domenica.20


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRABiossido <strong>di</strong> azoto: si segnala il superamento del valore limite più il margine <strong>di</strong> tolleranza,per la protezione <strong>della</strong> salute umana nelle postazioni <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo eVillafranca. Si segnala, inoltre, il superamento del valore limite per la protezione <strong>della</strong>salute umana pari a 40 µg/m3, che entrerà definitivamente in vigore il 1 gennaio 2010 oltreche nelle precedenti postazioni, anche a San Bonifacio, Legnago e Bovolone. In tutte lepostazioni, tranne quella <strong>di</strong> Boscochiesanuova, viene superato il valore limite per laprotezione degli ecosistemi. Durante la settimana i valori più elevati si registrano ilmercoledì, il giovedì ed il venerdì. Sono stati, inoltre, misurati 1 superamento del limiteorario per la protezione <strong>della</strong> salute umana, pari a 200 µg/m3, presso le stazioni <strong>di</strong> SanMartino Buon Albergo e San Bonifacio, e 2 superamenti presso la stazione <strong>di</strong> Legnago.21


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAMonossido <strong>di</strong> carbonio: nel corso del 2007 non sono stati registrati superamenti del valorelimite per la protezione <strong>della</strong> salute umana (me<strong>di</strong>a massima su 8 ore), né dei valori limitiprevisti dal DPCM 28/03/83. Si registra una <strong>di</strong>minuzione dei valori me<strong>di</strong> giornalieri inestate e nei giorni festivi.Ozono: in tutte le postazioni sono stati registrati numerosi superamenti del livello <strong>di</strong>attenzione (DM 25/11/94), del livello <strong>di</strong> protezione <strong>della</strong> salute (DM 16/05/96) e dei livelliprevisti per la protezione degli ecosistemi (DM 16/05/96). E’ interessante notare la<strong>di</strong>fferenza tra il giorno tipo <strong>della</strong> stazione <strong>di</strong> Boscochiesanuova e quello <strong>di</strong> San Bonifacio, ilprimo presenta valori più alti e per lo più costanti per tutto il corso <strong>della</strong> giornata dovuti allacosidetta “riserva <strong>di</strong> ozono” tipica <strong>della</strong> fascia collinare-pedemontana, mentre il secondorisente del meccanismo <strong>di</strong> produzione-rimozione con massimo nelle ore <strong>di</strong> maggiorsoleggiamento. Infine presso le postazioni <strong>di</strong> Legnago e San Bonifacio è evidente ilcosiddetto “effetto weekend” ovvero un aumento <strong>della</strong> concentrazione <strong>di</strong> ozono il sabato ela domenica collegato alla <strong>di</strong>minuzione delle emissioni <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto, che in assenza <strong>di</strong>una corrispondente <strong>di</strong>minuzione delle emissioni dei composti organici volatili favorisce laformazione <strong>di</strong> ozono.Benzene: le concentrazioni me<strong>di</strong>e annuali misurate tramite rilevatori passivi presso lepostazioni fisse risultano inferiori a 5 µg/m 3 , Valore Limite (VL) annuale per la protezione<strong>della</strong> salute umana.Gli obiettivi e la normativa del Piano Ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncelloconsolida e potenzia la funzione ecologico-ambientale dell’area stessa, producendo quin<strong>di</strong>effetti positivi che contrastino l’inquinamento atmosferico come minimo nel microclimaurbano.22


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.2 ClimaTemperaturaNelle figure seguenti vengono riportate le anomalie termiche mensili dell’anno 2007,ovvero lo scostamento delle temperature minime e massime mensili dalla me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>riferimento (calcolata nel periodo 1961-1990). Le temperature sono state rilevate dallastazione meteorologica <strong>di</strong> Verona Villafranca. Per quanto riguarda le anomalie dei valoriminimi da luglio a novembre sono state negative, ed il mese settembre ha visto il maggiorscostamento con 2°C al <strong>di</strong> sotto <strong>della</strong> norma. Tutti gli altri mesi sono risultati sopra lanorma con un valore particolarmente rilevante <strong>di</strong> +3.8°C oltre il valore <strong>di</strong> riferimentoosservato nel mese <strong>di</strong> gennaio. L’anomalia a livello annuale risulta positiva anche se <strong>di</strong>poco (+0.4°C). Rilevante risultano le anomalie delle temperature massime, sia comedurata, che come valore. Infatti tutti i mesi sono stati più cal<strong>di</strong> <strong>della</strong> norma, ancora il mese<strong>di</strong> aprile risulta il più significativo con una anomalia delle temperature massime <strong>di</strong> ben5.6°C, seguito da gennaio con +3.3°C. Il bilancio annuale risulta pertanto consistente conuno scostamento dal va lore <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> +2.1°C.23


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRALe anomalie annuali delle temperature massime risultano costantemente positive dal 1988fino al 2007, con valori oltre i 2.5°C nell’anno 2000 e 2003 e <strong>di</strong> 2.1°C nel 2007; ricor<strong>di</strong>amoche il valore me<strong>di</strong>o delle temperature massime per il periodo <strong>di</strong> riferimento (1961-1990) è<strong>di</strong> 17.5°C.Le anomalie delle temperature minime, invece, non presentano un andamento particolare;anche se è necessario sottolineare che tranne il 2006 , gli anni che vanno dal 2002 fino al2007 hanno visto un valore me<strong>di</strong>o annuo delle minime superiore alla norma.N.B.: le anomalie termiche delle temperature estreme (minime e massime) sono statecalcolate come <strong>di</strong>fferenza tra le me<strong>di</strong>e annuali delle temperature minime e massimerispetto ai valori normali per il periodo riferimento 1961-1990 prescritto dall’OMM(Organizzazione Meteorologica Mon<strong>di</strong>ale).I dati sono estratti dell’archivio storico delle stazioni <strong>di</strong> Verona Villafranca, del CentroMeteo Regionale ARPAV e del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, alcuni datimancanti sono stati integrati con i dati osservati dall’Ufficio Idrografico.24


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAPrecipitazioniNell’anno 2007 le precipitazioni sono risultate deficitarie in 8 mesi su 12, con una anomaliamassima negativa <strong>di</strong> 69.1mm registrata in aprile. Le anomalie positive dei rimanti 4 mesinon hanno compensato il deficit negativo che a livello annuale ha raggiunto il valore <strong>di</strong> ben213.7 mm rispetto al valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> riferimento calcolato nel periodo 1961-1990.L’andamento scorporato stagionale delle precipitazioni evidenzia aspetti interessanti comeuna <strong>di</strong>minuzione delle precipitazioni invernale, primaverile ed estiva, più marcata nelle dueprime stagioni, mentre emerge un aumento delle precipitazioni autunnali; tale ultimoandamento viene confermato anche dall’analisi delle pluviometria <strong>della</strong> vicina Emilia-Romagna (Annuario Regionale dei dati ambientali 2007 ARPA-ER).25


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAQui <strong>di</strong> seguito si riportano per completezza i dati climatici dettagliati relativi al periodo2002-200526


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STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAPonendo come obiettivi principali il mantenimento, la tutela e il migliorameno dell’areanaturalistica del Parco <strong>di</strong> Pontoncello il Piano Ambientale consolida la funzione ecologico -ambientale dell’area stessa e si possono perciò ipotizzare effetti positivi nel microclimaurbano.32


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.3 Acqua3.2.3.1 Acque superficialiIl Piano Ambientale del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello ha competenza su un’area cheinteressa entrambe le sponde <strong>di</strong> un’ansa del Fiume A<strong>di</strong>ge in corrispondenza dei confinicomunali.Quin<strong>di</strong>, evidentemente, l’area rientra nel bacino del Fiume A<strong>di</strong>ge stesso.Per la valutazione <strong>della</strong> qualità è stato preso in considerazione il RSA 2008 <strong>della</strong> Provincia<strong>di</strong> Verona e sono state esaminate le schede relative alle Stazioni <strong>di</strong> monitoraggiodell’A<strong>di</strong>ge subito a monte e a valle <strong>della</strong> zona del Parco.33


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAA monte dell’area si trovano le stazioni <strong>di</strong> Brentino Belluno, Pescantina, Chievo <strong>di</strong> BoscoBuri in Comune <strong>di</strong> Verona e a valle quella <strong>di</strong> Albaredo d’A<strong>di</strong>ge.Nel periodo considerato, la stazione <strong>di</strong> Brentino Belluno oscilla tra la II e la III Classe <strong>di</strong>Qualità (C.Q.), cioè tra un ambiente che presenta moderati sintomi <strong>di</strong> inquinamento o <strong>di</strong>alterazione e un ambiente inquinato o comunque significativamente alterato.In particolare si nota un peggioramento dalla II alla III classe <strong>di</strong> qualità dall’autunnoall’inverno del 2000 a causa <strong>di</strong> un brusco abbassamento <strong>della</strong> numerosità delle UnitàSistematiche; si evidenzia, infatti, la scomparsa <strong>di</strong> Plecotteri, Gasteropo<strong>di</strong> ed Oligocheti etale situazione rimane invariata per quasi tutto il 2001.Nell’inverno 2000 è stato rinvenuto il numero più basso <strong>di</strong> totali (6) che ha comportatol’assegnazione del più basso valore <strong>di</strong> I.B.E. 3 (6) registrato in questa stazione.Nell’estate 2001 non è stato ad<strong>di</strong>rittura possibile attribuire un valore <strong>di</strong> I.B.E., poiché ilnumero <strong>di</strong> U.S. è risultato del tutto insufficiente: gli organismi rinvenuti erano attribuibili apresenze <strong>di</strong> tipo occasionale e temporaneo, situazione questa denominata “drift”,eccettuato qualche Efemerottero. Questa situazione è imputabile ad una piena rovinosa,che ha alterato profondamente l’intero ambiente fluviale rendendomolto problematica laricolonizzazione del fondale da parte dei macroinvertebrati.Nel 2002 e per quasi tutto il 2003 si è assistito ad un progressivo miglioramento <strong>della</strong>qualità biologica del fiume che da una III C.Q. è tornato a presentare una C.Q. con valori<strong>di</strong> I.B.E. oscillanti tra 8 e 9.3 l'In<strong>di</strong>ce Biotico Esteso verifica la qualità <strong>di</strong> ecosistemi in acque correnti sulla base <strong>di</strong>cambiamenti nelle comunità <strong>di</strong> macroinvertebrati)34


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRANel campionamento estivo del 2004 la situazione è nuovamente migliorata. Si è infattiripristinata una II C.Q attestata, in particolare, dalla ricomparsa dei Plecotteri del genereLeuctra.La seconda e terza stazione <strong>di</strong> monitoraggio <strong>della</strong> qualità del fiume A<strong>di</strong>ge, in provincia <strong>di</strong>Verona, sono collocate rispettivamente nel <strong>comune</strong> <strong>di</strong> Pescantina ed alla <strong>di</strong>ga del Chievo.Lo stato <strong>di</strong> qualità da macrodescrittori, misurato presso la stazione <strong>di</strong> Pescantina, simantiene al valore buono (classe 2).Il substrato del corso d’acqua è costituito prevalentemente da massi e ciottoli.La qualità biologica dell’A<strong>di</strong>ge a Chievo si alterna tra una Classe II e III (ambiente conmoderati sintomi <strong>di</strong> alterazione-ambiente alterato).Dal 2001 si evidenzia un miglioramento <strong>della</strong> qualità biologica. Nel campionamentoautunnale 2004, malgrado sia stato registrato un buon numero <strong>di</strong> Unità Sistematiche, èstata ottenuta una Classe III: la completa assenza <strong>di</strong> un Insetto Efemerottero(Ephemerella) ha determinato una entrata orizzontale più bassa nella tabella a doppiaentrata utilizzata per il calcolo del valore <strong>di</strong> IBE. Questo taxa appartiene a quelle famiglie<strong>di</strong> Efemerotteri più sensibili all’inquinamento.35


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRALa quarta stazione <strong>di</strong> monitoraggio dello stato <strong>di</strong> qualità del fiume A<strong>di</strong>ge è collocata aVerona in località Bosco Buri, a valle del <strong>comune</strong> <strong>di</strong> Verona.A Bosco Buri, nell’ultima campagna <strong>di</strong> monitoraggio, l’A<strong>di</strong>ge si presenta come un ambientemolto alterato (Classe IV).In autunno non è stato ad<strong>di</strong>rittura possibile calcolare il valore <strong>di</strong> IBE. In questocampionamento autunnale il fatto <strong>di</strong> aver trovato Efemerotteri (Ecdyonurus) significa chele acque non sono molto inquinate. Questo genere <strong>di</strong> Efemerotteri rientra tra i taxaparticolarmente sensibili all’inquinamento.La presenza degli Efemerotteri associato ad un numero <strong>di</strong> Unità Sistematiche così bassonon permette <strong>di</strong> calcolare il valore <strong>di</strong> IBE. Ciò fa pensare che siano le con<strong>di</strong>zioniambientali ad alterarne la comunità <strong>di</strong> macroinvertebrati.In questa stazione le caratteristiche idromorfologiche che possono alterare la comunità <strong>di</strong>macroinvertebrati sono la fluttuazione <strong>della</strong> portata dell’A<strong>di</strong>ge e il substrato costituito dagran<strong>di</strong> massi(<strong>di</strong> riporto) o ciottoli quasi sterili.La stazione <strong>di</strong> Albaredo d’A<strong>di</strong>ge presenta le seguenti caratteristiche:36


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAvelocità <strong>della</strong> corrente: me<strong>di</strong>a, flusso laminare;granulometria del substrato: ghiaia e prevalenza <strong>di</strong> sabbia;vegetazione acquatica–copertura alveo: assente;vegetazione riparia: erbacea;ambiente circostante in destra ed in sinistra orografica: agrario;L’alveo presenta la larghezza <strong>di</strong> circa 50 metri in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> piena. La portata del fiumevaria infunzione delle stagioni e ciò non influisce in modo significativo sulla larghezzadell’alveo bagnato, ma soprattutto sulla profon<strong>di</strong>tà dell’acqua.Lo stato ecologico del fiume mostra una oscillazione è passato da una classe 3,sufficiente, degli anni2000 - 2002 ad una classe 4, scadente, dal 2003 ad oggi.Presso la stazione <strong>di</strong> Albaredo d’A<strong>di</strong>ge si è assistito ad un progressivo peggioramento<strong>della</strong> qualità biologica dall’inizio del periodo dei controlli stagionali ad oggi.Da una II C.Q. misurata nell’inverno del 1997, ossia un ambiente con moderati sintomi <strong>di</strong>inquinamento o <strong>di</strong> alterazione, si passa ad una III C.Q nell’autunno dello stesso anno ead<strong>di</strong>rittura, nella stessa stagione del 2001, ad una IV C.Q., classe caratteristica <strong>di</strong> unambiente molto inquinato o alterato.Questa situazione molto negativa, che in precedenza ha interessato il tratto in esame soloin perio<strong>di</strong> limitati- settembre 2001 e febbraio 2002, si è invece instaurata stabilmentedall’anno 2003.Gli ultimi campionamenti attestano una ormai consolidata IV C.Q. che caratterizza unAmbiente molto inquinato o comunque molto alterato. Vengono rilevati valori bassissimi <strong>di</strong>U.S. totali (da 3 a 5) in quanto i Plecotteri, gli Efemerotteri, i Coleotteri, i Gasteropo<strong>di</strong> e gliIru<strong>di</strong>nei risultano praticamente scomparsi, salvo casi <strong>di</strong> drift, e sono marcatamente37


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA<strong>di</strong>minuiti anche gli Oligocheti. Sono presenti comunque, in quantità peraltro nonabbondante, Ditteri, Crostacei ed Eterotteri che con la loro presenza permettonocomunque il calcolo del valore <strong>di</strong> I.B.E.A partire dal 2006 si sono misurate anche classi <strong>di</strong> qualità V.Questa situazione è in<strong>di</strong>cativa del notevole impatto che esercitano sulle acque del fiumeA<strong>di</strong>ge gli apporti inquinanti <strong>della</strong> città <strong>di</strong> Verona e dei <strong>di</strong>stretti agricoli ed industrialilocalizzati nelle parte sudorientale <strong>della</strong> Provincia.In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Funzionalità FluvialeIl “Piano pilota per il Recupero Naturalistico e Morfologico del fiume A<strong>di</strong>ge – trattoPontoncello – Tombazosana” descrive l’in<strong>di</strong>ce I.F.F. (In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Funzionalità Fluviale)sviluppato nel 2000 dall’APAT. Tale in<strong>di</strong>ce valuta sinteticamente la funzionalità del tratto <strong>di</strong>fiume A<strong>di</strong>ge in esame e permette <strong>di</strong> ottenere precise ed importanti in<strong>di</strong>cazioni perorientare l’intervento <strong>di</strong> riqualificazione e stimarne preventivamente l’efficacia. Lavalutazione è effettuata in base ai seguenti parametri morfologici, strutturali e bioticidell’ecosistema fluviale:• vegetazione delle fasce ripariali (tipologia, ampiezza, continuità)• conformazione delle rive e morfologia dell’alveo• strutture <strong>di</strong> ritenzione in alveo• erosione• componente vegetale in alveo (macrofite)• detrito (stato <strong>di</strong> decomposizione <strong>della</strong> sostanza organica)• comunità macrobentonica38


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAIl Piano sopramenzionato riporta i risultati <strong>di</strong> valutazione dell’IFF nelle sezioni 1046, 1049e 1052 (rif. Autorità <strong>di</strong> Bacino dell’A<strong>di</strong>ge) poste all’interno dell’area oggetto dai lavori <strong>di</strong>rior<strong>di</strong>no idraulico da eseguire con la finanza <strong>di</strong> progetto. In questo tratto il valore me<strong>di</strong>odell’in<strong>di</strong>ce I.F.F. è circa 90 e corrisponde ad un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> funzionalità scadente.Tale giu<strong>di</strong>zio è dovuto soprattutto dallo stato del territorio circostante privo <strong>di</strong> aree boscate,dalla presenza <strong>di</strong> rive nude da vegetazione, dalla conformazione delle rive, dall’evidenteerosione delle sponde e dell’alveo e dall’assenza <strong>di</strong> elementi morfologici utili allafunzionalità idraulica (raschi, pozze, meandri e rami morti).Secondo il Piano il miglioramento <strong>della</strong> Funzionalità Fluviale del fiume potrà essereottenuta me<strong>di</strong>ante:• l’aumento dell’ampiezza <strong>della</strong> fascia perifluviale, migliorando la conformazione e lacopertura delle rive, con presenza <strong>di</strong> vegetazione arborea e/o massi con funzione <strong>di</strong>consolidamento;• l’aumento <strong>della</strong> <strong>di</strong>versificazione dell’alveo bagnato, <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> morbida e <strong>di</strong> piena,che dovrebbe avere una coesistenza <strong>di</strong> granulometrie <strong>di</strong>verse e/o la presenza <strong>di</strong>tronchi, rami, vegetazione ra<strong>di</strong>cata ecc., per favorire la formazione <strong>di</strong> microambienti<strong>di</strong>versi e stabili.• (a livello <strong>di</strong> macroscala) la mo<strong>di</strong>fica del tracciato dell’alveo, con la realizzazione <strong>di</strong><strong>di</strong>versi microhabitat ben <strong>di</strong>stinguibili: raschi (riffles, in cui è favorito il processo <strong>di</strong>ossigenazione delle acque), scorrimenti veloci (glides), correntizi (runs), pozze(pools, dove invece è favorito il deposito degli elementi energetici organici) emeandri (che, se vegetati, assolvono la funzione <strong>di</strong> aree rifugio per la fauna ittica).Il Piano Ambientale del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello per la conservazione dell’areaimplica azioni <strong>di</strong> mantenimento dell’equilibrio idrico e idrogeologico secondo quantoin<strong>di</strong>cato relativamente al miglioramento <strong>della</strong> Funzionalità Fluviale.39


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAIn mappa non è visibile l’area del Parco <strong>di</strong> Pontoncello, che rimane più a ovest, tuttavia èevidente come la fascia contermine al fiume A<strong>di</strong>ge non limitrofa all’abitato sia <strong>di</strong> classe I(aree particolarmente protette).3.2.5.3 Inquinamento luminosoL’inquinamento luminoso è una alterazione <strong>della</strong> qualità e dei livelli <strong>di</strong> luce naturalmentepresente durante le ore notturne, provocata da sorgenti artificiali, in particolare impianti <strong>di</strong>illuminazione esterna (strade, piazzali, monumenti, parchi e giar<strong>di</strong>ni, etc.).52


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAL’effetto <strong>di</strong>retto dell’inquinamento luminoso è l’aumento <strong>della</strong> brillanza naturale del cielonotturno e la conseguente per<strong>di</strong>ta <strong>della</strong> possibilità <strong>di</strong> percepire gli oggetti luminosi (stelle,pianeti).La Legge Regionale 07 Agosto 2009, n. 17 “Nuove norme per il contenimentodell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per latutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici” prescrive le misure<strong>di</strong> prevenzione dell’inquinamento luminoso sul territorio regionale e definisce il contenutodel Piano Regionale <strong>di</strong> Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso e del Piano Comunaledell’Illuminazione Pubblica, al fine <strong>di</strong> tutelare e migliorare l’ambiente, conservare gliequilibri ecologici nelle aree naturali protette, promuovere e tutelare le attività <strong>di</strong> ricerca e<strong>di</strong>vulgazione scientifica degli osservatori astronomici.In riferimento all’ultimo punto, si fa presente che nelle vicinanze del Parco Naturale <strong>di</strong>Pontoncello è presente l’Osservatorio Astronomico non professionale in Via Mantovana,130 nel Comune <strong>di</strong> Verona e che comunque <strong>di</strong>sta circa 15 km dall’area <strong>di</strong> interesse.Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello53


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRALa cartografia riassume, in <strong>di</strong>verse colorazioni, la situazione regionale a secondadell’intensità <strong>di</strong> brillanza urbana (Fonte: Quadro Conoscitivo , Regione Veneto).In particolare è rappresentato il rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quellanaturale me<strong>di</strong>a allo zenit. Al colore nero corrisponde una luminanza artificiale inferiore al11% <strong>di</strong> quella naturale, ovverosia un aumento <strong>della</strong> luminanza totale inferiore al 11%, alblu tra l’11% e il 33%, al verde tra il 33 e il 100%, al giallo tra il 100% e il 300%, all’aranciotra il 300% e il 900%, al rosso oltre il 900%.L’aumento <strong>della</strong> luminanza totale rispetto al naturale che interessa il territorio d’indaginerispetto al buio totale è prevalentemente compreso tra 300 e 900 %.3.2.6 Bio<strong>di</strong>versità, flora e fauna3.2.6.1 Aree protetteNel territorio potenzialmente interessato dal Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello non sonopresenti aree naturali protette quali ad esempio parchi nazionali o regionali, riservenaturali, zone umide o aree marine protette.3.2.6.2 Aree a tutela specialeL’area interessata ricade all’interno del sito SIC IT3210042 “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est eBa<strong>di</strong>a Polesine”.Si rileva la presenza, in <strong>di</strong>rezione sud-est ad una <strong>di</strong>stanza minima <strong>di</strong> 3.500 m, del SIC-ZPS3210019 “Sguazzo <strong>di</strong> Rivalunga” e, ad una <strong>di</strong>stanza minima <strong>di</strong> 5.900 m nella medesima<strong>di</strong>rezione, del SIC-ZPS IT3210014 “Palude del Finiletto – Sguazzo del Vallese”.Per questi ultimi, considerata la <strong>di</strong>stanza e la mancanza <strong>di</strong> interconnessioni ecologichecon il fiume A<strong>di</strong>ge (presenza continua <strong>di</strong> terreni destinati ad agricoltura intensiva, viabilitàe tessuto urbano <strong>di</strong>scontinuo), non è ipotizzabile alcun tipo <strong>di</strong> incidenza.Per il sito <strong>di</strong> importanza comunitaria IT3210042 “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>aPolesine” si rimanda alla Valutazione <strong>di</strong> Incidenza Ambientale.In ogni caso <strong>di</strong> seguito si riporta una descrizione delle caratteristiche principali <strong>di</strong> flora efauna presenti nel territorio interessato dal Piano ambientale del Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello.Vegetazione e floraLa cartografia ufficiale degli habitat riporta che nel sito <strong>di</strong> progetto sono presenti duehabitat natura 2000, in particolare il 91E0 (Foreste alluvionali <strong>di</strong> Alnus glutinosa e Fraxinusexcelsior) lungo la sponda in destra idrografica e il 3260 (corsi d’acqua degli orizzonti <strong>di</strong>pianura a quelli montani con vegetazione sommersa o galleggiante <strong>di</strong> Ranunculionfluitantis e Callitricho- Batrachion) lungo l’asta del fiume A<strong>di</strong>ge.54


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRASi riportano i risultati <strong>della</strong> campagna floristica eseguita tra ottobre e novembre 2011,eseguiti secondo la metodologia proposta da Braun-Blanquet ed universalmente adottatacome standard per l’analisi e la descrizione <strong>della</strong> componente floristica e vegetazionaledelle fitocenosi, i cui risultati sono riportati nel Piano Ambientale:Sono stati eseguiti 12 rilievi floristici, che vengono riportati nella seguente tabella.Numero del rilievo 1 1 bis 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11Copertura % strato arboreo - - 80 90 75 5 70 60Copertura % strato arbustivo - - 30 60 30 20 20 15Copertura % strato erbaceo 100 80 50 50 100 100 50 90 80 70 45 50Poa annua L. (Poa aggr.) 6,54 9,43 13,11 4,03 10,31 5,21 22,47 9,90 7,14 9,03Silene alba (Miller) Krause 0,93 2,36 2,53 1,97 1,61 2,06 1,30 7,92 1,90 1,94Rubus ulmifolius Schott 4,67 14,15 3,03 1,31 2,42 12,89 49,50 14,29 6,45Stellaria me<strong>di</strong>a (L.) Vill. 3,74 4,72 5,05 3,28 3,23 4,12 1,30 16,85 5,71Urtica <strong>di</strong>oica L. 3,74 9,43 5,05 10,82 3,26 14,85 7,14 12,26Conyza canadensis (L.) Cronq. 2,36 3,93 6,45 2,58 1,95 2,86 1,94Festuca arun<strong>di</strong>nacea Schreber 7,48 2,36 3,28 0,81 2,06 4,49 2,38Hedera helix L. 0,47 6,06 2,58 6,51 3,81 1,94Salix alba L. 28,30 32,83 28,35 3,26 26,19 45,16Sambucus nigra L. 7,08 12,12 5,15 6,51 7,14 1,29Setaria viri<strong>di</strong>s (L.) Beauv. 16,82 9,84 12,10 2,61 8,99 2,97Mercurialis perennis L. 2,36 4,04 2,58 1,90 0,65Populus nigra L. 9,43 12,89 8,99 11,90 6,45Achillea millefolium L. (gr. millefolium) 4,67 3,28 0,81 0,65Dactylis glomerata L. 14,02 3,93 3,23 4,56Galium mollugo L. (gr. mollugo) 0,93 2,36 0,65 1,43Phytolacca americana L. 2,36 2,06 2,38 3,2355


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRANumero del rilievo 1 1 bis 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11Plantago lanceolata L. 4,67 1,31 2,61 11,24Rumex crispus L. 3,74 1,31 1,61 1,30Taraxacum officinale Weber 2,80 1,97 3,23 0,65Veronica chamaedrys L. 0,66 0,81 1,95 2,25Vitis vinifera L. 0,47 0,51 1,03 0,95Carex sp. 0,94 0,52 0,95Clematis vitalba L. 9,09 9,90 1,94Geranium <strong>di</strong>ssectum L. 3,28 4,03 5,62Me<strong>di</strong>cago sativa L. 0,93 3,28 0,81Peucedanum venetum (Sprengel) Koch 0,47 1,97 1,61Potentilla reptans L. 3,74 2,62 4,03Amaranthus retroflexus L. 1,31 0,81Arctium lappa L. 0,66 0,81Artemisia annua L. 22,95 11,24Artemisia verlotorum Lamotte 2,02 1,29Brachypo<strong>di</strong>um sylvaticum (Hudson) Beauv. 1,42 0,95Bryonia <strong>di</strong>oica Jacq. 2,53 1,29Epilobium obscurum Schreber 0,33 0,81Euphorbia cyparissias L. 3,28 7,87Fragaria viri<strong>di</strong>s Duchesne 2,61 1,29Glechoma hederacea L. 1,87 1,52Mentha longifolia (L.) Hudson 3,28 4,03Robinia pseudoacacia L. 13,64 6,51Salvia pratensis L. 3,74 2,62Trifolium repens L. 9,77 3,23Vicia cracca L. (gr. cracca) 4,59 2,42Buddleja davi<strong>di</strong>i Franchet 0,95Calamagrostis pseudophragmites (Haller F.)Koeler 40,32Centaurea nigrescens Willd. 0,47Ceratophyllum demersum L. 100,00Erigeron annuus (L.) Pers. 0,65Glyceria maxima (Hartman) Holmberg 35,83Oxalis pes-caprae L. 0,33Phragmites australis (Cav.) Trin. 4,95Polygonum hydropiper L. 0,65Ranunculus bulbosus L. 7,48Trifolium pratense L. 4,67Verbascum nigrum L. 0,66Viola odorata L. 1,87• Rilievo 1Il primo rilievo è stato eseguito sugli argini del canale che da Via Pontoncello ( Comune <strong>di</strong>San Giovanni Lupatoto) entra nel Parco del Pontoncello e si <strong>di</strong>rige verso l’A<strong>di</strong>ge.La vegetazione, in questo tratto è esclusivamente erbacea e non si <strong>di</strong>scosta da quellatipica <strong>di</strong> queste situazioni. Le specie più abbondanti sono Dactylis glomerata, Poa annua eRanunculus bulbosus.• Rilievo 1 bisCon questo rilievo si è inteso analizzare la flora acquatica presente nel canale compresotra gli argini oggetto del rilievo 1. Per campionare la flora acquatica ci si avvale <strong>di</strong> unrampino, o ancoretta, che viene lanciato più volte in acqua al fine <strong>di</strong> “agganciare” piante oparti <strong>di</strong> esse e renderne più agevole la determinazione. La copertura <strong>della</strong> vegetazione,quando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> torbi<strong>di</strong>tà dell’acqua lo permette, viene valutata normalmente,56


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAme<strong>di</strong>ante stima visiva. In questo canale, l’unica specie acquatica presente è ilCeratophyllum demersum L. (Foto 3), che, citando Pignatti, “è specie delle acque lente oanche stagnanti, ricche <strong>di</strong> sostanze nutritive e talora anche eutrofizzate, e crescefrequentemente assieme a Ninfee e Potamogeton, soprattutto in ambienti caratterizzati daun certo riscaldamento estivo”.C. demersum si propaga facilmente per via vegetativa e tende spesso a formarevegetazioni paucispecifiche o popolamenti puri.• Rilievo 2Questo rilievo è stato eseguito in un’area boscata. Le specie arboree presenti sono ilsalice bianco (Salix alba) ed il Pioppo nero (Populus nigra). La copertura dello stratoarboreo è abbastanza <strong>di</strong>scontinua e ciò permette la presenza <strong>di</strong> un sottostante stratoarbustivo e soprattutto <strong>di</strong> uno erbaceo. Le specie più abbondanti nello strato arbustivosono lo stesso Salix alba ed il Sambuco (Sambucus nigra). Per quanto riguarda lo stratoerbaceo, le specie maggiormente presenti sono l’ortica (Urtica <strong>di</strong>oica) la Stellaria ( Stellariame<strong>di</strong>a) e la Poa annua.• Rilievo 3L’area descritta da questo rilievo corrisponde alle zone boscate a ridosso dell’argine che le<strong>di</strong>vide dai seminativi, sulla destra orografica dell’A<strong>di</strong>ge. Lo strato arboreo è composto daSalix alba e Robinia pseudacacia. Nello strato arbustivo, le specie più abbondanti sonoSambucus nigra, Clematis vitalba ed Hedera helix. Nello strato erbaceo, infine, le speciemaggiormente presenti sono Urtica <strong>di</strong>oica, Stellaria me<strong>di</strong>a e Mercurialis annua.• Rilievo 4Questo rilievo è stato eseguito su una radura posta a valle delle opere idrauliche cheinteressano il corso dell’A<strong>di</strong>ge. La zona è occupata da vegetazione esclusivamenteerbacea, e la specie dominante è Artemisia annua, una terofita scaposa alta fino a 1,5 m,con forte odore aromatico, che tipicamente cresce in ambienti ruderali, incolti ghiaiosi esabbiosi. Abbondanti sono anche Poa annua e Setaria viri<strong>di</strong>s.• Rilievo 5Imme<strong>di</strong>atamente a valle dell’area precedente, la radura cambia rapidamente aspetto (Foto7) e l’Artemisia annua viene sostituita dalla Cannuccia spon<strong>di</strong>cola (Calamagrostispseudophragmites), specie tipica <strong>di</strong> sponde, alvei e sabbie alluvionali <strong>di</strong> tutto il Nord Italia.• Rilievo 6Il sesto rilievo interessa un’area boscata posta a valle dell’area interessata dal rilievo 2. Lavegetazione delle due aree è analoga, in tutti e tre gli strati: arboreo, arbustivo ed erbaceo.• Rilievo 757


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRALa radura interessata da questo rilievo si trova sulla destra orografica dell’A<strong>di</strong>ge. L’area èpercorsa da un corso d’acqua che a tratti, prima <strong>di</strong> gettarsi nell’A<strong>di</strong>ge, assume unandamento quasi meandriforme. Nel corso d’acqua non è presente vegetazioneacquatica. La specie più abbondante è Glyceria maxima, una graminacea legata agliambienti umi<strong>di</strong> delle aree <strong>di</strong> pianura e collina. Le specie legnose presenti sono Robiniapseudoacacia, Sambucus nigra e Salix alba.• Rilievo 8Nella Foto 11 si vede la radura interessata da questo rilievo. Si tratta <strong>di</strong> un’area cheappare molto manomessa, e che andrebbe quin<strong>di</strong> preclusa ad alcuni utilizzi, come la sostadelle greggi ovine, che recentemente – rispetto alla data del rilievo - ha interessato laradura. Sono presenti alcune ceppaie <strong>di</strong> pioppo, delle quali si potrebbe rilasciare qualchepollone.La vegetazione erbacea presenta molte fallanze. La specie più frequente è la Poa annua,pianta tipica <strong>di</strong> incolti e zone ruderali o <strong>di</strong>sturbate• Rilievo 9Con questo rilievo si passa sulla sinistra orografica dell’A<strong>di</strong>ge. L’area indagata corrispondead una radura interclusa in un’area boscata. La specie più abbondante è il rovo (Rubusulmifolius). Questa specie è molto abbondante su questo lato del fiume, dove il boscopresenta numerosi spazi aperti, che però <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong>fficilmente percorribili al <strong>di</strong> fuori deisentieri.• Rilievo 10Il decimo rilievo interessa un tratto <strong>di</strong> bosco che si rivela analogo a quello analizzato con irilievi numero 2 numero 6. Lo strato arboreo comprende quin<strong>di</strong> Salix alba e Populus nigra.• Rilievo 11Anche quest’ultimo rilievo interessa un’area boscata, dominata dal Salix alba. L’area sitrova all’interno dell’ansa che fa il percorso del l’A<strong>di</strong>ge .Le aree boscate sono tutte simili tra loro e rappresentano il tipico bosco ripariale a Salicebianco, soggetto alla <strong>di</strong>namica fluviale e che pertanto assume carattere pioniero e<strong>di</strong>nstabile.AvifaunaGli ecosistemi boschivi presenti nella golena del Fiume A<strong>di</strong>ge in località Pontoncellocostituiscono importanti aree <strong>di</strong> rifugio e riproduzione <strong>di</strong> molte specie <strong>di</strong> animali vertebrati.La presenza <strong>di</strong> una specie all’interno <strong>di</strong> un determinato ambiente <strong>di</strong>pende essenzialmenteda 3 fattori: a) <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> fonti alimentari; b) struttura e naturalità <strong>della</strong> vegetazione; c)<strong>di</strong>mensioni dell’area. In tempi storici non molto lontani, quando il nostro territorio era58


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAcoperto da estesi boschi (Querco - carpinetum) e palu<strong>di</strong>, vi erano le con<strong>di</strong>zioni perl’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versificata e abbondante fauna vertebrata , rappresentata ancheda mammiferi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni come lontre, cervi, caprioli e cinghiali. Le rettifiche dell’asta fluviale, le bonifiche e i <strong>di</strong>sboscamenti purtroppo hanno ridotto e degradato le areenaturali, portando alla scomparsa dei grossi mammiferi dapprima citati. Tuttavia la zonainteressata dal parco conserva lembi residui degli antichi boschi planiziali ed è ancora ingrado <strong>di</strong> ospitare popolazioni stabili <strong>di</strong> varie specie animali. Per quanto riguarda il livello<strong>di</strong> conoscenza dei vari gruppi zoologici, tra i vertebrati è gà <strong>di</strong> livello buono quello <strong>di</strong>Uccelli , Rettili e Anfibi, grazie a osservazioni personali regresse e ricerche avviate già daparecchi anni da vari gruppi <strong>di</strong> ricerca; è solo <strong>di</strong> livello sufficiente la conoscenza deiMammiferi per i quali non sono ancora stati utilizzati praticati meto<strong>di</strong> specifici; infine èancora <strong>di</strong> livello insufficiente la conoscenza degli insetti e degli altri animali invertebrati, iquali necessitano <strong>di</strong> tempi adeguati e approfon<strong>di</strong>te ricerche da parte <strong>di</strong> specialisti.Perquanto riguarda la descrizione dell’avifauna presente si è proceduto a considerare letipologie <strong>di</strong> ambienti presenti e la loro idoneità ambientale relativamente alle specieosservate nella provincia <strong>di</strong> Verona.Tra le cinque classi <strong>di</strong> vertebrati del Parco <strong>di</strong> Pontoncello quella degli uccelli ècertamente la più rappresentata e la più stu<strong>di</strong>ata. Le ricerche ornitologiche, iniziate giàmnegli anni ‘80 del secolo scorso con le prime osservazioni effettuate per il ProgettoAtlante degli uccelli ni<strong>di</strong>ficanti in provincia <strong>di</strong> Verona, sono proseguite con il nuovoProgetto Atlante degli uccelli ni<strong>di</strong>ficanti (EBN Italia, in stampa) e con i censimenti degliuccelli acquatici svernanti. Da qualche anno sono stati avviati stu<strong>di</strong> basatisull’inanellamento a scopo scientifico degli uccelli (Morbioli, 2010, Bombieri, com. pers.),con l’obiettivo <strong>di</strong> ottenere importanti informazioni sulla fisiologia, ecologia, e soprattuttosulla migrazione delle varie specie <strong>di</strong> passeriformi.Di seguito viene fornito un elenco delle specie sino ad ora censite nell’area, l’ambiente incui è stata osservata la specie e la fenologia, basata sullo schema adottato da Fasola &Brichetti (1984):SE (Sedentaria): specie presente nell’area durante l’intero corso dell’anno;M (Migratrice): specie che compie annualmente spostamenti dalle aree <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione da o verso quartieri <strong>di</strong> svernamento transitando osostando nell’area indeterminati perio<strong>di</strong> dell’anno.N (Ni<strong>di</strong>ficante): specie migratrice o sedentaria che porta regolarmente atermine il ciclo riproduttivo nell’area;PN (Probabile ni<strong>di</strong>ficante): specie <strong>di</strong> cui si suppone la riproduzione in quantoè stata ascoltata in canto in periodo riproduttivo, ma non si hanno59


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAprove certe <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione(osservazione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>, presenza <strong>di</strong> pulcinietc.)E (Estivante): specie che si trattiene nell’area durante il periodo estivo o parte <strong>di</strong>esso, senza portare a termine il ciclo riproduttivo;S (Svernante): specie migratrice che si trattiene nell’area per passare l’inverno ouna parte<strong>di</strong> esso, ritornando in primavera verso gli areali <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione (localizzati generalmente più a nord);A (Accidentale): specie che capita nell’area spora<strong>di</strong>camente, in genere conin<strong>di</strong>vidui singoli o in numero molto limitato.SpecieFenologia HabitatAirone bianco maggiore M, E Sa, AmAirone cenerino M, E Sa, AmAirone rosso M AmAlbanella reale S Se,AmAllocco PN SaAllodola N SeAlzavola M AA, AmAverla piccola N Sa, CrAverla cenerina A SaAverla maggiore A RaBalestruccio N SeBalia nera M SaBallerina bianca N AmBallerina gialla S AmBarbagianni PN SeBeccaccia M RbBeccaccino S AmBeccafico M Sa, AmBeccamoschino M RcCanapiglia M AACanapino M Sa, CrCanapino maggiore M SaCannaiola M Rc, Am, SaCannaiola verdognola N RcCannareccione M AmCapinera N Sa, CrCappellaccia N SeCardellino N RaCigno reale PN AA, AmCinciallegra N SaCinciarella PN SaCivetta N Rb SeCo<strong>di</strong>bugnolo N SaCo<strong>di</strong>rosso M SaCo<strong>di</strong>rosso spazzacamino SSeColombaccio N SaCormorano S AACornacchia grigia SE Sa, Se, ArCorriere piccolo M AmCuculo N SaCutrettola N SeFagiano <strong>comune</strong> SE RbFanello S Ra, SaFiorrancino S SaFischione M AAFolaga PN AA, AmForapaglie . M Rc, SaFringuello N Sa, Ra, RbGabbiano <strong>comune</strong> S AA,ArGabbiano reale S AA,ArGallinella d’acqua N AA, AmGarzetta M,E Sa, AmGazza SE Sa, Rb,Se, ArGermano reale N AA, AmGheppio PN Sele sigle (habitat) fanno riferimento alla carta<strong>della</strong> vegetazione presente nella sezionebotanica del Piano ambientaleSa = salicetoSe = seminativoAA = acque aperte e rive del fiume A<strong>di</strong>geAm = arbusteto a meandri e greto fluvialeRb = radura entro boscoRc = radura a CalamagrostisCr = chari a rovoRa = radura ad Artemisia60


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAGhiandaia . N SaGruccione M AmGufo <strong>comune</strong> N SaLodolaio PN SaLucherino S Ra, SaLuì grosso M SaLuì piccolo S SaLuì verde M SaMartin pescatore N Am, AAMarzaiola . M AA, AmMerlo N Sa, Cr, RbMestolone M AAMigliarino <strong>di</strong> palude M, S Rc, RaMoretta S AAMoriglione S AANitticora M SaOcchiocotto M Cr, SaPassera d’Italia N Rc, Se, ArPassera mattugia N Rc, SePassera scopaiola S Rc, Cr, SaPendolino N SaPeppola S SaPettegola M AmPettirosso S Sa, Rc, RbPicchio muratore M SaPicchio rosso maggiore N SaPicchio verde N Sa, RbPigliamosche N Sa, RbPiro-piro boschereccio M AmPiro-piro culbianco M AmPiro-piro piccolo N AmPispola S SePoiana PN Sa, SePorciglione PN AmQuaglia N SeRegolo S SaRigogolo N SaRon<strong>di</strong>ne N SeRondone M AA, AmSaltimpalo N SeScricciolo S Sa, Rc, Rb,CrSgarza ciuffetto M,E AmSmeriglio S SaSparviere PN SaSpioncello S AmSterpazzola M AmStorno N SeStrillozzo . M SeSvasso maggiore M AATarabusino M AmTarabuso A AmTopino N AmTorcicollo N SaTordo bottaccio M SaTortora dal collare SE Se, SaTortora selvatica N SaTuffetto PN AA, AmUpupa PN Rb, SeUsignolo N SaUsignolo <strong>di</strong> fiume N Sa, Rc, CrVerdone N Sa, RaVerzellino N Ra,AnfibiPer quel che concerne gli Anfibi, la metodologia <strong>di</strong> indagine si è basata essenzialmentesulle osservazioni personali pregresse, sulle informazioni ottenute da colleghi naturalisti61


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAche frequentano abitualmente il parco e da persone delle varie associazioni naturalistichelocali (WWF Zevio, Freedom S. Giovanni) Le zone dove si osservano più facilmente questianimalisono rappresentate dalle acque debolmente correnti presenti all’interno <strong>della</strong>golena e quelle delle pozze e delle lanche.Le specie sino ad ora osservate nel parco sono:Tritone crestato (Triturus carnifex) Allegato II “HABITAT”-lista rossa del Veneto (in stampa): è <strong>di</strong>venuto piuttosto raro. La sua presenza nonè ancora stata verificata <strong>di</strong>rettamente ma è ipotizzata, per la presenza <strong>di</strong> unambiente idoneo e per le informazioni avute da naturalisti locali.Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris)più <strong>comune</strong> e più piccolo rispetto al precedente; pre<strong>di</strong>lige per la riproduzioneacque tranquille e poco profonde ricche <strong>di</strong> vegetazione palustre e nei pressi <strong>della</strong>boscaglia ripariale. La sua presenza è stata riscontrata nel canale che entra nelfiume aA<strong>di</strong>ge nei pressi <strong>della</strong> località Pontoncello.Rospo <strong>comune</strong> (Bufo Bufo) (Lista rossa del Veneto)specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchid'acqua ampi e chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali.Prevalentemente notturno, <strong>di</strong> giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> alberocaduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nellelanche dell’A<strong>di</strong>ge.Rospo smeral<strong>di</strong>no (Bufo viri<strong>di</strong>s) Allegato IV “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchid'acqua ampi e chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali.Prevalentemente notturno, <strong>di</strong> giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> alberocaduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nellelanche dell’A<strong>di</strong>ge.Raganella (Hyla interme<strong>di</strong>a) Allegato IV “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchid'acqua ampi e chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali.Prevalentemente notturno, <strong>di</strong> giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> alberocaduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nellelanche dell’A<strong>di</strong>ge.Rana verde (Rana synklepton. esculenta)specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchid'acqua ampi e chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali.Prevalentemente notturno, <strong>di</strong> giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> alberocaduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nellelanche dell’A<strong>di</strong>ge.RettiliRana <strong>di</strong> Lataste (Rana latastei) Allegato II “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchid'acqua ampi e chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali.Prevalentemente notturno, <strong>di</strong> giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> alberocaduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nellelanche dell’A<strong>di</strong>ge.Per quanto riguarda la composizione e la <strong>di</strong>stribuzione dei Rettili le specie osservate nellariserva sono le seguenti:62


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRATestuggine palustre - è nell'Allegato II “HABITAT” - lista rossa del Veneto in quantospecie <strong>di</strong>venuta ormai molto rara.Vive sulle rive dei corsi d’acqua con corrente lenta. La sua presenza non è ancorastata verificata <strong>di</strong>rettamente ma è ipotizzata, per la presenza <strong>di</strong> un ambiente idoneo eper le informazioni avute da naturalisti locali.Lucertola muraiola (Podarcis muralis)è molto <strong>comune</strong> ed osservabile in tutte le zone del parco ove vi siano costruzioni inmuratura, ponti e ruderiRamarro occidentale (Lacerta bilineata)vive tra il fogliame secco e i cespugli localizzati imme<strong>di</strong>atamente sotto l’argine del FiumeA<strong>di</strong>ge .Orbettino (Anguis fragilis )osservabile sugli argini cespugliati e i prati umi<strong>di</strong>. Il suo stato <strong>di</strong> conservazione in pianuradesta preoccupazione, in quanto ha una <strong>di</strong>stribuzione molto frammentata, ed è statoinserito come specie vulnerabile nella lista rossa dei rettili del Veneto (P). (Bonato et.alii.,2007) .Natrice dal collare (Natrix natrix)vive all’interno dei canali e delle lanche con fondo limoso argilloso,vegetazione palustre.ricche <strong>di</strong>Biacco (Hierophis viri<strong>di</strong>flavus carbonarius)specie <strong>comune</strong>, rispetto alla Natrice frequenta aree più secche e assolate, ad esempionei pressi dei ruderi e <strong>della</strong> ex <strong>di</strong>scarica localizzati imme<strong>di</strong>atamente a sud <strong>della</strong> <strong>di</strong>gasull’A<strong>di</strong>ge <strong>di</strong> San Giovanni.Testuggine palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta)specie non autoctona, introdotta dall’uomo a scopo commerciale e spesso liberata neicanali,è nociva all’equilibrio ecologico del parco; si nutre infatti <strong>di</strong> larve <strong>di</strong> anfibi e pescitra cui specie in forte regresso nel parco, come la Rana <strong>di</strong> Lataste; inoltre è una fortecompetitrice per il cibo e le aree <strong>di</strong> termoregolazione <strong>della</strong> Testuggine palustreautoctona.IttiofaunaLe indagini sul campo su questi gruppi zoologici per ora non sono state possibili, inquanto esigono tempi <strong>di</strong> ricerca molto lunghi; inoltre l’attuale stagione autunno-invernalecertamente non ha favorito la raccolta dei dati e l’applicazione delle metodologiaadeguate e specifiche. Nell’eventualità <strong>di</strong> un’esigenza <strong>di</strong> informazioni anche su questigruppi zoologici, si farà ricorso a dati pregressi rilevabili tramite indagine bibliografica.MammiferiLe ricerche sui mammiferi sono state condotte attraverso metodologie <strong>di</strong>rette, qualiosservazioni con il binocolo nelle ore crepuscolari e <strong>di</strong>urne o ritrovamento <strong>di</strong> spoglieanimali, e metodologie in<strong>di</strong>rette come il reperimento <strong>di</strong> tracce, tane, resti ossei trovati sulterreno o nelle borre <strong>di</strong> rapaci notturni. La teriofauna <strong>della</strong>Parco <strong>di</strong> Pontoncello ècaratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> specie tipiche dei boschi planiziali perifluviali, cioè <strong>di</strong>animali che vivono nei boschi ma esigono, per motivi trofici e riproduttivi, la presenza <strong>di</strong>corsi d’acqua <strong>di</strong> una certa estensione.63


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRALe trasformazioni ambientali e lapressione <strong>di</strong> azioni antropiche esterne (caccia,inquinamento, costruzione <strong>di</strong> infrastrutture ecc.). hanno provocato da un lato la totaleestinzione a livello locale <strong>di</strong> alcune specie un tempo presenti come il Moscar<strong>di</strong>no(Muscar<strong>di</strong>nus avellanarius), il Quercino (Eliomys quercinus) il Ghiro (Myoxus glis) e loScoiattolo (Sciurus vulgaris); dall’altro l’aumento <strong>di</strong> quelle più antropofile come i generiRattus e Mus e <strong>di</strong> specie introdotte a fini commerciali come la Nutria (Myocastor coypus).La scarsità <strong>di</strong> vegetazione <strong>di</strong> tipo palustre (Carex, Phragmites, Typha) , un temposicuramente più estesa nelle golene, limita la presenza nell’area <strong>di</strong> specie palu<strong>di</strong>cole, quiscarsamente rappresentate. L’elenco delle specie è ancoraincompleto per quantoconcerne i Chirotteri. Quest’ or<strong>di</strong>ne è il meno conosciuto a causa <strong>della</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><strong>di</strong>stinguere le varie specie <strong>di</strong> pipistrelli semplicemente con osservazioni in natura. Essiinfatti si muovono velocemente in ore crepuscolari o notturne e risulta molto raro ilrinvenimento <strong>di</strong> animali morti da poter determinare.Molto importante a livello gestionale è il rilevamento dei micromammiferi che grazie allepeculiari caratteristiche del loro ciclo biologico e l'elevata sensibilità a fattori climatici edambientali, rappresentano ne fanno ottimi bioin<strong>di</strong>catori.Di seguito riportiamo l’elenco sistematico delle specie sino ad ora censite.Or<strong>di</strong>ne : InsettivoriRiccio europeo occidentale - Erinaceus europaeusSi osserva nei pressi <strong>di</strong> siepi, argini cespugliati, margini <strong>di</strong> boscaglie. E’ importante conservare le areecespugliate e le siepi, in cui i ricci si rifugiano per trascorrere il letargo invernale.Toporagno <strong>comune</strong> - Sorex araneusE’ abbastanza <strong>comune</strong> nell’area, frequenta argini e aree cespugliate e boscate.Talpa europea - Talpa europaeaSpecie molto <strong>comune</strong> e <strong>di</strong>ffusa nelle radure boschive e nelle praterieOr<strong>di</strong>ne: LagomorfiLepre <strong>comune</strong> (Lepus europaeus)presente con alcuni esemplari nelle aree coltivate e più asciutte ai margini <strong>della</strong> zona perifluviale, nelleradure ad artemisia e occasionalmente anche nelle praterie lungo gli argini.Arvicola terrestre (Arvicola terrestris)tipica specie planiziaria legata ai corsi d'acqua stagnante o debolmente corrente, ama ambienti conacqua poco inquinata e ricca <strong>di</strong> vegetazione riparia. Le piante acquatiche come la Tifa, la Canna palustre,la Carice, rappresentano la sua risorsa trofica più importante. Abbastanza rara, frequenta le lanche e icanali interni con presenza <strong>di</strong> vegetazione palustre.Topo selvatico (Apodemus sylvaticus)è il ro<strong>di</strong>tore più <strong>comune</strong> nella riserva. Si osserva nelle aree cespugliate e nella boscaglia igrofila, dove sinutre <strong>di</strong> semi, insetti, lumache e frutta. Le sue spoglie sono state riconosciute nelle borre <strong>di</strong> Gufo <strong>comune</strong>e <strong>di</strong> Barbagianni. (B)Topolino delle risaie (Micromys minutus)non molto <strong>comune</strong>, vive nei canneti e nelle radure con presenza <strong>di</strong> cespugli e arbusti in cui costruisce ilnido. La sua presenza è stata rilevata grazie al ritrovamento dei caratteristici ni<strong>di</strong> sferici, costruiti con erbesecche e intrecciati alle canne palustri.Surmolotto (Rattus norvegicus)specie abbastanza <strong>comune</strong>ed infestante, pre<strong>di</strong>lige ambienti golenali e zone dove si accumulano rifiuti.64


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRATopolino delle case (Mus musculusI)specie antropofila, è stata osservata nei pressi del nucleo abitato <strong>di</strong> Pontoncello.Nutria (Myocastor coypus)è una specie importata dal Sud America ed è ormai <strong>di</strong>ffusa in tutti i corsi d’acqua ricchi <strong>di</strong> vegetazioneripariale . La popolazione presente, <strong>di</strong>fficilmente stimabile, è in forte aumento e rappresenta un problemagestionale. La presenza <strong>di</strong> questa specie, che non ha predatori naturali, altera gli equilibri ecologici eidrogeologici dell’ecosistema fluviale; gli animali infatti danneggiano gli argini scavandovi tane e galleriee <strong>di</strong>sturbano la ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> uccelli.Or<strong>di</strong>ne: CarnivoriVolpe (Vulpes vulpes)Specie <strong>di</strong>venuta abbastanza <strong>comune</strong>, , viene osservata spora<strong>di</strong>camente e generalmente in autunnoinvernonella radure e nei pressi <strong>della</strong> ex <strong>di</strong>scarica in cui sono state trovate le inconfon<strong>di</strong>bili ”fatte”.Donnola – (Mustela nivalis) Allegato V “HABITAT”Tra i Musteli<strong>di</strong> è la specie più <strong>comune</strong> in tutta l’area considerata; pre<strong>di</strong>lige le zone incolte, la boscagliaigrofila e gli argini cespugliati.3.2.7 Patrimonio culturale, architettonico, archeologico e paesaggisticoNell’ambito interessato dal Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello e nelle aree limitrofe non sonosegnalate presenze <strong>di</strong> tipo archeologico e/o architettonico.Per quanto concerne il patrimonio paesaggistico si sottolinea che i caratteri <strong>di</strong>stintividell’area sono legati alle caratteristiche naturali <strong>della</strong> zona ampiamente descritte neiparagrafi relativi a bio<strong>di</strong>versità, flora e fauna (3.2.6) e ad uso del suolo (3.2.4.2).Dal punto <strong>di</strong> vista culturale si segnalano due elementi <strong>di</strong> storica memoria:• Traghetto a “passo volante”;• Casa Bombarda’.Il traghetto a passo volante era uno dei collegamenti esistenti fino ad alcuni decenni fa frale rive del fiume A<strong>di</strong>ge e nello specifico collegava i comuni <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto conSan Martino Buon Albergo ed era situato <strong>di</strong> poco a monte dello sbarramento <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga <strong>di</strong>Santa Caterina - Pontoncello (ex SAVA) nella cosiddetta area del porto <strong>di</strong> S. Giovanni.La "Casa Bombardà" in realta non era un'abitazione civile, ma un casello idraulico neipressi del canale raccoglitore, nel punto in cui sfocia nell'A<strong>di</strong>ge. Durante gli ultimi momenti<strong>della</strong> seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, e più precisamente il 26 Aprile 1945, nella "casa" si eranoasserragliati dei soldati tedeschi in fuga, per <strong>di</strong>fendersi dai soldati americani. Versomezzogiorno iniziò un conflitto a fuoco con i soldati americani, che per snidare i nemici,abbatterono l'e<strong>di</strong>ficio con le cannonate <strong>di</strong> 2 carri armati Sherman. Stando a quanto si<strong>di</strong>ceva, se non avessero trovato i soldati nemici, gli americani erano <strong>di</strong>sposti a far saltarel'intera contrada.65


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.8 Popolazione3.2.8.1 Caratteristiche demografiche e anagraficheSan Giovanni LupatotoDai dati riportati nella tabella seguente si nota come la popolazione sia in costante egraduale aumento dal 2001.Probabilmente il territorio <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto risulta essere un forte polo attrattoreper la popolazione <strong>di</strong> altri comuni; dai dati <strong>della</strong> tabella si nota come gli iscritti da altro<strong>comune</strong> siano quasi sempre molti <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quelli trasferiti per altri comuni, sia per la suavicinanza alla città <strong>di</strong> Verona, sia per la grande zona industriale e del terziario che si èsviluppata nel territorio, servita dalla Transpolesana.San Martino Buon AlbergoDai dati riportati nella tabella seguente si nota come la popolazione sia in costante egraduale aumento dal 2003.66


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAI motivi <strong>di</strong> tale incremento tendenziale sono vari: il potere attrattivo delle zone produttivevicine a gran<strong>di</strong> assi infrastrutturali e delle zone aperte ricche <strong>di</strong> verde ove è ancorarelativamente facile reperire abitazioni a costi non eccessivamente elevati.ZevioDai dati riportati nella tabella seguente si nota come la popolazione sia in costante egraduale aumento dal 2003.67


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRATale fenomeno è imputabile al saldo positivo <strong>della</strong> popolazione ed ai fenomeni <strong>di</strong>immigrazione, non solo <strong>di</strong> tipo extracomunitario, ma anche dai comuni limitrofi.3.2.8.2 IstruzioneSan Giovanni L.Nel territorio <strong>comunale</strong> sono presenti:• sette scuole materne <strong>di</strong> cui tre private;• otto scuole elementari;• una scuola me<strong>di</strong>a.San Martino B.A.Nel territorio <strong>comunale</strong> sono presenti:• nove scuole materne <strong>di</strong> cui tre private;• cinque scuole elementari;• una scuola me<strong>di</strong>a.ZevioNel territorio <strong>comunale</strong> sono presenti:• quattro scuole materne <strong>di</strong> cui tre private;• cinque scuole elementari;• una scuola me<strong>di</strong>a.68


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.8.3 Situazione occupazionaleTerritorioTasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione 2001Totale Femminile Giovanile23071 - San Giovanni Lupatoto 3,6 5,1 9,723073 - San Martino Buon Albergo 3,3 4,8 8,423097 - Zevio 2,8 4,4 8,4Tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazioneMaschi Femmine TotaleVerona 1,8 7,2 4Vicenza 2,7 5,2 3,7Belluno 2,2 2,3 2,3Treviso 1,6 6,1 3,5Venezia 3,2 7,8 5,1Padova 2,8 6,6 4,3Rovigo 1,8 8,2 4,4Veneto 2,4 6,5 4Dal confronto fra le tabelle si nota che in tutti tre i Comuni il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione siattesta su valori comunque più bassi sia relativamente a quelli provinciale siarelativamente a quelli regionali.3.2.8.4 Salute e sanitàL’ambito del Parco <strong>di</strong> Pontoncello e zone limitrofe rientrano nell’area <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong> dueAziende ULSS:• n. 20 Verona, per i territori in Comune <strong>di</strong> S. Giovanni L. (Distretto 2) e <strong>di</strong> S.Martino B.A. (Distretto 3);• n. 21 Legnago, per i territori in Comune <strong>di</strong> Zevio.Piano <strong>di</strong> zona 2011-2015 (Ulss n. 20)Il P.d.Z. ha analizzato la situazione nel proprio territorio nell’ambito <strong>della</strong> redazione delin<strong>di</strong>viduando i seguenti principali fenomeni in atto:• profonda <strong>di</strong>versità geografica del territorio complessivamente inteso, che sisnoda dalla pianura fino alle zone montane e che incide significativamente inparticolare nei Distretti• sociosanitari n. 3 e n. 4;• intensa urbanizzazione dei Distretti n. 1 e n. 2 dovuta principalmente allapresenza <strong>di</strong> Verona, Comune capoluogo <strong>di</strong> provincia, e dei Comuni limitrofi inforte espansione;• generale crescita demografica <strong>della</strong> popolazione residente, con particolareriguardo al Distretto n. 3;69


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA• presenza nel <strong>comune</strong> capoluogo <strong>di</strong> persone senza fissa <strong>di</strong>mora, inproporzione maggiore rispetto agli altri comuni.Piano <strong>di</strong> Zona (Ulss n. 21)Analizzando la previsione <strong>della</strong> popolazione anziana sud<strong>di</strong>visa per AULSS <strong>di</strong>appartenenza, in fasce d’età comprese fra i 65- ed i 74 anni e oltre i 75 anni, si evidenziaun sostanziale incremento dei gran<strong>di</strong> vecchi, con un aumento <strong>di</strong> questa fascia <strong>di</strong>popolazione in quelle AUlss che attualmente risultano ‘le più giovani’.La fascia degli ultra 75enni passerà, infatti, dall’ 8,6% nel 2003 al 10,26% nel 2010 e al12,7% al 2020 sul totale <strong>della</strong> popolazione residente.E’ da sottolineare come anche l’Ulss 21 <strong>di</strong> Legnago sia tra le AULSS <strong>della</strong> RegioneVeneto che avranno già nel 2010 una percentuale <strong>di</strong> ultrasessantacinquenni superiorealla me<strong>di</strong>a Regionale.Se si restringe il confronto alle realtà più vicine a questa Ulss rimanendo in un contestoprovinciale, si nota per la nostra realtà un considerevole carico relativo agli anziani ecomunque un basso carico giovanile.Si tratta <strong>di</strong> un territorio <strong>di</strong>fficilmente catalogabile a livello complessivo <strong>di</strong> Ulss, ma che alcontrario richiede un'attenzione agli specifici contesti territoriali.3.2.9 Sistema socio-economico3.2.9.1 Sistema inse<strong>di</strong>ativoIl sistema inse<strong>di</strong>ativo in cui si inserisce il Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello vede la presenzadei tre principali nuclei abitativi e delle relative frazioni e/o località, in particolare:• a ovest l’abitato principale <strong>di</strong> San Giovanni L.;• a sud l’abitato <strong>della</strong> località <strong>di</strong> Pontoncello (Zevio);• a nordest l’abitato <strong>della</strong> località Giaron (San Martino B.A.).Sempre a sud del Parco, in territorio <strong>di</strong> Zevio in a<strong>di</strong>acenza al confine con San Giovanni evicino alla località Pontoncello, si trova una zona artigianale, mentre nelle altre <strong>di</strong>rezioninon si segnala alcuna area produttiva nel raggio <strong>di</strong> tre chilometri.3.2.9.2 ViabilitàNel territorio limitrofo al Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello si segnala la presenza <strong>di</strong> stradecomunali secondarie. A ovest l’abitato <strong>di</strong> San Giovanni è attraversato in <strong>di</strong>rezione NO-SEdalla strada statale n. 434 “Transpolesana” che passa a circa 1,5 km dal limite del Parcostesso, mentre a circa 2 km a nord si trovano la cosiddetta “tangenziale sud” e soprattuttol’autostrada A4 “Brescia-Padova”70


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.9.3 ServiziSan Giovanni L.Oltre a quelli relativi ad istruzione e sanità già descritti nel territorio <strong>comunale</strong> sonopresenti i seguenti servizi:• centro giovanile;• biblioteca;• impianti sportivi;• Polizia Municipale;• trasporto pubblico (Azienda Trasporti Verona srl);• tre uffici postali;• otto istituti bancari;• cinque farmacie.San Martino B.A.Oltre a quelli relativi ad istruzione e sanità già descritti nel territorio <strong>comunale</strong> sonopresenti i seguenti servizi:• biblioteca;• impianti sportivi;• Polizia Locale (UnionValli con il Comune <strong>di</strong> Lavagno);• trasporto pubblico (Azienda Trasporti Verona srl);• ufficio postale;• sette istituti bancari;• tre farmacie.ZevioOltre a quelli relativi ad istruzione e sanità già descritti nel territorio <strong>comunale</strong> sonopresenti i seguenti servizi:• centro culturale;• biblioteca;• impianti sportivi;• Polizia Municipale;• trasporto pubblico (Azienda Trasporti Verona srl);• tre uffici postali;• quattro istituti bancari;• tre farmacie.71


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRASi riportano qui <strong>di</strong> seguito alcuni dati statistici come acquisiti dal Sistema StatisticoRegionale <strong>della</strong> Regione del Veneto.In<strong>di</strong>catoriSanGiovanniLupatotoSanMartinoBuonAlbergoAddetti servizi anno 2001 5765 3775 2191Addetti servizi anno 1991 3959 2597 1558Zevio Prov. VR VenetoAddetti servizi Variaz % 2001/1991 45,6 45,4 40,6 27,4 21,1Addetti servizi Quota su prov/reg 2001 2,8 1,8 1,1Dalla tabella si deduce che nei tre Comuni oggetto <strong>di</strong> indagine ci sia stato un incrementomaggiore degli addetti ai servizi rispetto a quanto accaduto nella provincia <strong>di</strong> Verona e intutta la Regione del Veneto.3.2.9.4 Attività industriali e commercialiSan Giovanni LupatotoIl Comune è un centro agricolo piuttosto rilevante per la produzione <strong>di</strong> frutta come fragolee pesche, verdura e ortaggi; la provincia <strong>di</strong> Verona, come del resto tutto il Veneto, occupauno dei primi posti nella produzione italiana <strong>di</strong> mais, un tempo elemento basenell'alimentazione dei conta<strong>di</strong>ni che si nutrivano quasi esclusivamente <strong>di</strong> polenta. Dalpunto <strong>di</strong> vista <strong>della</strong> produzione industriale sono degni <strong>di</strong> nota i cotonifici, i mobilifici, leindustrie meccaniche e alcune importanti aziende del settore alimentare.San Martino Buon AlbergoNoti sono l'artigianato ed il commercio locale: un moderno centro commerciale e la zonaattigua industriale/artigianale hanno contribuito alla trasformazione socio economica <strong>della</strong>zona a partire dagli anni 60 (con un cospicuo incremento delle unita' abitative) così <strong>di</strong>casiper l’ agricoltura.ZevioFa parte <strong>della</strong> zona <strong>di</strong> produzione del vino Arcole DOC e del Riso Nano Vialone Veronese,che viene coltivato su terreni <strong>della</strong> pianura veronese irrigati con acqua <strong>di</strong> risorgiva. Inoltreè uno dei maggiori paesi produttori <strong>di</strong> mele <strong>della</strong> provincia.Si riportano qui <strong>di</strong> seguito alcuni dati statistici come acquisiti dal Sistema StatisticoRegionale <strong>della</strong> Regione del Veneto.72


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAAddetti industriaIn<strong>di</strong>catoreSanGiovanniLupatotoSanMartinoBuonAlbergoZevio Prov. VR Venetoanno2001 4873 5472 2918Addetti industria anno 1991 5003 5671 1743Addetti industria Variaz % 2001/1991 -2,6 -3,5 67,4 0,5Addetti industria Quota su prov/reg 2001 3,7 4,1 2,2 4,3Dalla tabella si deduce che nel Comune <strong>di</strong> Zevio ci sia stato un notevole incremento <strong>di</strong>addetti all’industria contrariamente a quanto accaduto invece negli altri due comuni chehanno visto una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> questo valore, più in linea con le tendenze provinciale eregionale.3.2.9.5 RifiutiKg/d ab.COMUNE DI S. GIOVANNI LUPATOTO - RAPPORTO TRA Kg/d ab. e% R.D.PERCENTUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA1,601,571,584245,001,551,51381,521,55403740,0035,001,501,4730,00Kg/d ab.1,451,401919201,3725,0020,00%15,001,3510,001,305,001,250,00ANNO 2002 ANNO 2003 ANNO 2004 ANNO 2005 ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008In Comune <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto la gestione dei rifiuti è affidata alla Società SGLmultiservizi srl ed è attuata con la modalità “porta a porta”, con ritiro dei rifiuti <strong>di</strong>fferenziatinelle <strong>di</strong>verse frazioni merceologiche: frazione organica, vetro, plastica, carta e cartone,con contenitori posizionati presso le utenze domestiche e presso le utenze specifiche.Si riportano alcuni dati statistici nel seguente grafico.73


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAAnche in Comune <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo la gestione dei rifiuti è attuata con lamodalità “porta a porta” e i dati relativi alla raccolta <strong>di</strong>fferenziata già nel 2006 mostravanouna percentuale pari al 57%.Anche nel Comune <strong>di</strong> Zevio la raccolta <strong>di</strong>fferenziata è in crescita: dal 79% del 2009 si èpassati all’82% del 2010.3.2.9.6 EnergiaNella provincia <strong>di</strong> Verona, come a livello nazionale, i consumi <strong>di</strong> energia elettrica sono incostante aumento, principalmente a causa del continuo incremento <strong>di</strong> pratiche ed impiantienergeticamente <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>osi, come ad esempio i con<strong>di</strong>zionatori.Analogamente sono in continuo aumento i consumi <strong>di</strong> gas naturale negli ultimi anni,soprattutto a causa <strong>di</strong> una sempre maggiore urbanizzazione e conseguente allaccio delleresidenze e del settore terziario alla rete pubblica <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, oltre che all’incrementodelle automobile alimentate a gas.3.2.9.7 TurismoIl territorio del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello assume un valore turistico locale o al limite <strong>di</strong>transito verso mete più note.3.3. Evoluzione probabile senza l’attuazione del pianoL’ambito <strong>di</strong> interesse del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello, anche secondo quanto descrittonello stu<strong>di</strong>o per le “Linee guida per il recupero naturalistico e morfologico del fiume A<strong>di</strong>ge– tratto Pontoncello - Tombazosana” dell’Autorità <strong>di</strong> bacino del Fiume A<strong>di</strong>ge, così comesegnalato nella relazione idraulica propedeutica al Piano Ambientale, risulta avere unin<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> funzionalità fluviale scadente.Infatti, si sottolineano i seguenti aspetti sfavorevoli al mantenimento delle caratteristichenaturalistiche, ambientali e paesaggistiche dell’area:• lo stato del territorio circostante privo <strong>di</strong> aree boscate;• la presenza <strong>di</strong> rive nude da vegetazione;• la conformazione delle rive;• l’evidente erosione delle sponde e dell’alveo;• l’assenza <strong>di</strong> elementi morfologici utili alla funzionalità idraulica (raschi, pozze,meandri e rami morti).Risulta molto probabile, quin<strong>di</strong>, che senza l’attuazione del Piano Ambientale del ParcoNaturale del Pontoncello l’ambito sia naturalmente esposto al peggioramento delle74


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAcaratteristiche naturalistiche, ambientali e paesaggistiche oltre che a eventuali pressioniantropiche nel caso in cui non ne venga regolamentata la fruizione.75


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA4. QUESTIONI AMBIENTALI PERTINENTI AL PIANOAMBIENTALEIl Piano ambientale del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello si pone come strumento <strong>di</strong> tutela e <strong>di</strong>valorizzazione dell’area e in<strong>di</strong>vidua obiettivi per il mantenimento e il miglioramento <strong>della</strong>qualità ambientale, non determinando quin<strong>di</strong> problemi ambientali.Le Norme tecniche e il Regolamento del Piano ambientale stesso sono stati redattievidentemente in linea con i principi che hanno ispirato la realizzazione <strong>di</strong> questo Parco <strong>di</strong>interesse locale, ovvero:• tutela dell’ambiente naturale;• conservazione e la valorizzazione dell’ambiente naturale nelle zone <strong>di</strong>particolare interesse paesaggistico, naturalistico ed ecologico;• promozione dello stu<strong>di</strong>o scientifico e <strong>della</strong> fruizione sostenibile <strong>di</strong> queste zone.Si sottolinea, tuttavia, che ogni piano, progetto e intervento che intervenga nell’area dovràessere sottoposto alle opportune valutazioni secondo le normative <strong>di</strong> settore vigenti e nelrispetto <strong>della</strong> normativa del Piano ambientale5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DEL PIANOAMBIENTALEIl Piano ambientale è stato redatto in linea con l’attuale normativa comunitaria ambientalein quanto correlato all’istituzione del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello ai sensi dell’art. 27<strong>della</strong> L.R. 40/1984 "Nuove norme per la istituzione <strong>di</strong> parchi e riserve naturali regionali"che all’art. 1 in<strong>di</strong>vidua finalità <strong>di</strong> tutela dell’ambiente naturale, <strong>di</strong> conservazione evalorizzazione dell’ambiente naturale nelle zone <strong>di</strong> particolare interesse paesaggistico,naturalistico ed ecologico, <strong>di</strong> promozione dello stu<strong>di</strong>o scientifico e <strong>di</strong> fruizione sostenibile.Come già evidenziato questa legge regionale, pur datata, risponde ad obiettivi <strong>di</strong> tutela,valorizzazione e conservazione dell’ambiente, analoghi quin<strong>di</strong> a quelli delle attualinormative ambientali comunitarie.Ai fini <strong>della</strong> zonizzazione del Parco sono state eseguite delle analisi relativamente agliaspetti faunistici e botanici dell’area, ponendo anche particolare attenzione alle tipologie <strong>di</strong>habitat presenti.Inoltre, nella redazione <strong>della</strong> norme del Piano sono stati tenuti in considerazione gliobiettivi in<strong>di</strong>viduati dalle Direttive europee relative alla Rete Natura 2000, in quanto76


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAnormative <strong>di</strong> rango europeo, e quin<strong>di</strong> sovraor<strong>di</strong>nate, ma soprattutto in quanto concreti eutili riferimenti.Lo stesso Piano Ambientale è stato ulteriormente valutato secondo quanto previsto dallevigenti normative in tema <strong>di</strong> incidenza ambientale e ne sono risultati effetti nulli oad<strong>di</strong>rittura positivi su habitat, specie e habitat <strong>di</strong> specie.6. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DELPIANO AMBIENTALE6.1. AriaIl Piano ambientale del Parco <strong>di</strong> Pontoncello si pone obiettivi <strong>di</strong> mantenimento e <strong>di</strong>miglioramento dell’ambiente naturale e, quin<strong>di</strong>, le azioni previste consolidano e potenzianola funzione ecologico-ambientale dell’area stessa, producendo quin<strong>di</strong> effetti positivi checontrastino l’inquinamento atmosferico come minimo nel microclima urbano.Si specifica che le azioni previste potrebbero al limite alterare positivamente la qualitàdell’aria e sicuramente escludono qualsiasi emissione inquinante.Si sottolinea, inoltre, che ogni intervento previsto nel Programma finanziario dovrà esseresottoposto alle opportune valutazioni secondo le normative <strong>di</strong> settore vigenti e nel rispetto<strong>della</strong> normativa del Piano ambientale.6.2. ClimaPonendo come obiettivi principali il mantenimento e la tutela dell’area naturalistica delParco <strong>di</strong> Pontoncello il Piano ambientale potenzialmente consolida la funzione ecologicoambientaledell’area stessa e si possono perciò ipotizzare effetti positivi nel microclimaurbano.6.3. AcquaIl Piano ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello implica azioni <strong>di</strong> mantenimento e/o<strong>di</strong> miglioramento dell’equilibrio idrico e idrogeologico per la conservazione e lavalorizzazione dell’area e, quin<strong>di</strong>, potenzialmente induce effetti positivi su questacomponente ambientale.77


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA6.4. Suolo e sottosuoloGli obiettivi e le azioni del Piano ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello sonochiaramente orientati a prevenire e a mitigare effetti <strong>di</strong> degrado e/o <strong>di</strong> inquinamento delsuolo e risultano perciò portare un positivo impatto su questo comparto ambientale.6.5. Agenti fisiciNon è in<strong>di</strong>viduabile alcun obiettivo o azione del Piano ambientale del Pontoncello chepossa alterare lo stato dell’ambiente relativamente agli aspetti legati all’inquinamentoacustico, elettromagnetico o ra<strong>di</strong>oattivo.6.6. Bio<strong>di</strong>versità, flora e faunaLa procedura <strong>di</strong> screening <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Incidenza ha permesso <strong>di</strong> evidenziareassenza <strong>di</strong> incidenze e effetti positivi sugli habitat presenti e sulle specie segnalate neiformulari standard dei siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000 in esame e incluse nell’allegato I, e non,<strong>della</strong> Direttiva Uccelli 79/409/CEE, in quanto le misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e leazioni previste dal Piano Ambientale vanno nell’ottica del mantenimento e miglioramento<strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità presente.6.7. Patrimonio culturale, architettonico, archeologico epaesaggisticoIl Piano Ambientale del Parco <strong>di</strong> Pontoncello ha fra gli obiettivi la conservazione e lagestione delle risorse naturalistiche, storiche, culturali e la valorizzazione degli aspettistorici.Se ne deduce che l’attuazione del Piano ambientale avrà effetti positivi sul patrimonioculturale e paesaggistico dell’area del Parco e in particolare si segnalano gli interventiprevisti nel Programma finanziario per il ripristino dello storico traghetto a “passo volante”e per il recupero <strong>della</strong> “Casa bombardà”.6.8. PopolazioneIl Piano ambientale non ha effetti <strong>di</strong>retti sulla popolazione per quanto concerne gli aspettidemografici, anagrafici, educativi, occupazionali e sanitari.78


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRATuttavia, la presenza del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello gestito come in<strong>di</strong>cato nel Pianoambientale darà la possibilità alla popolazione <strong>di</strong> fruire in modo sostenibile <strong>di</strong> un ambientenaturale <strong>di</strong> valore con effetti positivi sulla salute.Inoltre, il Piano ambientale prevede delle azioni per la realizzazione <strong>di</strong> interventi che <strong>di</strong>anola possibilità <strong>di</strong> utilizzo del Parco anche e soprattutto a scopi <strong>di</strong>dattico-educativi, conl’obiettivo <strong>di</strong> accrescere la conoscenza e la consapevolezza del territorio da parte <strong>della</strong>popolazione.6.9. Sistema socio-economicoIl Piano ambientale evidentemente non interviene <strong>di</strong>rettamente in nessuno degli aspettiprincipali del sistema socio – economico, <strong>di</strong> fatto non prevedendo nessun tipo <strong>di</strong> interventosu sistema inse<strong>di</strong>ativo, viabilità, servizi, attività produttive, rifiuti ed energia.Tuttavia, si possono ipotizzare effetti positivi sul turismo e sugli aggregati inse<strong>di</strong>ativicollegati al Parco, grazie al sistema <strong>di</strong> connessioni previsto nel Programma finanziario perrendere più agevole la fruizione <strong>di</strong> tutta l’area naturale (anello ciclo-pedonale e “passovolante”), e sulle attività agricole messe in atto entro il perimetro del Parco secondo iprincipi <strong>di</strong> ecocompatibilità previsti nel Piano ambientale (promozione e marketing).79


6.10. Matrice riassuntiva degli impattiSTUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRACOMPARTI AMBIENTALIOBIETTIVIDEL PIANOAMBIENTALELEGENDA:ZONIZZAZIONEDEL PARCONATURALE;TUTELA EVALORIZZAZIONEDEL PATRIMONIOBOTANICO;TUTELA EVALORIZZAZIONEDELLA FAUNA;TUTELA EVALORIZZAZIONEDELLE RISORSECULTURALI ESTORICHE;MANTENIMENTO ESTABILIZZAZIONEDELL’EQUILIBRIOIDRICO EIDROGEOLOGICO;ARIA CLIMA ACQUASUOLO,SOTTOSUOLOCAGENTIFISICIBIODOVERSITà,FLORA, FAUNACDDD D CPATRIMONIOCULTURALE,ARCHITETTONICO,ARCHEOLOGICO,PAESAGGISTICODPOPOLAZIONESSISTEMASOCIO-ECONOMICOPROMOZIONE DIAGRICOLTURAECOCOMPATIBILE;C C C S SACCESSIBILITÀ EFRUIZIONECOMPATIBILI;RIDUZIONE DEGLIELEMENTIDETRATTORIESISTENTI.impatto positivo impatto <strong>di</strong>retto Dimpatto negativo impatto cumulativo Cimpatto nullo impatto sinergico SC C C D S SSS80


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA7. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE ECOMPENSARE GLI IMPATTI NEGATIVI SIGNIFICATIVISULL’AMBIENTE DELL’ATTUAZIONE DEL PIANO O DELPROGRAMMAIl Piano ambientale del Pontoncello risulta produrre esclusivamente effetti positivisull’ambiente, perciò non sono necessarie misure per impe<strong>di</strong>re, ridurre o compensare gliimpatti.In ogni caso, cautelativamente è previsto, oltre che obbligatorio, che anche ogni interventoo progetto previsto dal Piano finanziario sia valutato secondo quanto previsto dalle vigentinormative <strong>di</strong> settore ed effettuato nel rispetto <strong>della</strong> normativa del Piano ambientale.8. SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTAIl Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello, come descritto, interessa un’area importante dal punto <strong>di</strong>vista ambientale, situata in un’ansa del Fiume A<strong>di</strong>ge, già inclusa negli strumenti <strong>di</strong>Pianificazione sovraor<strong>di</strong>nata in ambiti interessanti dal punto <strong>di</strong> vista paesaggistico –ambientale e nel sito Natura 2000 SIC – “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine”identificato con il co<strong>di</strong>ce IT3210042.Attualmente l’area è gestita per quanto possibile da associazioni <strong>di</strong> volontariato, mamanca una precisa e specifica regolamentazione per tutti gli aspetti riguardanti tutela,conservazione e valorizzazione delle caratteristiche peculiari dell’ambito.L’ambiente potenzialmente ha un buon valore naturalistico – ambientale, tuttavia allo statoattuale risulta essere parzialmente degradato.La realizzazione <strong>di</strong> un Piano ambientale per l’area del Parco ha consentito <strong>di</strong>:• effettuare stu<strong>di</strong> specifici per conoscerne approfon<strong>di</strong>tamente ogni aspetto;• evidenziarne le potenzialità e le vulnerabilità;• in<strong>di</strong>viduare specifiche politiche <strong>di</strong> tutela, conservazione e valorizzazione;• identificare misure <strong>di</strong> protezione da pressioni antropiche incontrollate;• in<strong>di</strong>carne le corrette modalità <strong>di</strong> fruizione;• determinare gli interventi necessari al mantenimento e al miglioramento deiluoghi;• aumentare la consapevolezza del valore <strong>di</strong> questi luoghi.Il presente rapporto si inserisce e segue il processo <strong>di</strong> valutazione così come concepitodalla normativa europea, nazionale e regionale <strong>di</strong> settore.81


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAInfatti, a seguito dell’analisi dello stato dell’ambiente e dell’in<strong>di</strong>viduazione dei principaliobiettivi il documento preliminare del Piano ambientale è stata con<strong>di</strong>viso con le autoritàambientali competenti, le cui in<strong>di</strong>cazioni sono state prese in considerazione nella stesuradefinitiva del documento stesso, che ora, assieme al presente rapporto ambientale, è statoadottato e verrà con<strong>di</strong>viso con il pubblico ai sensi delle vigenti normative.Non sono state riscontrate particolari <strong>di</strong>fficoltà nel reperimento e nello stu<strong>di</strong>o dei datirelativi all’area oggetto <strong>di</strong> valutazione, grazie alla quantità <strong>di</strong> documentazione presente perl’area <strong>di</strong> interesse, come verificabile al paragrafo relativo alle fonti consultate (3.1).9. MONITORAGGIO9.1. Scelta degli in<strong>di</strong>catoriNelle fasi preliminari alla redazione del Piano ambientale sono state effettuate analisispecialistiche su flora, fauna e idrologia per determinare il valore dell’area.Questi stu<strong>di</strong> sono stati utilizzati per realizzare la zonizzazione del Parco naturale in mododa <strong>di</strong>fferenziare poi la gestione dell’area.In particolare, trattandosi <strong>di</strong> un Sito <strong>di</strong> Importanza Comunitaria sono stati analizzati gliaspetti legati a flora e fauna.Le analisi vegetazionali e faunistiche hanno consentito <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre l’area del Parco inzone a <strong>di</strong>verso valore botanico e zone a <strong>di</strong>verso valore faunistico e, incrociando questidati, è stata ottenuta la zonizzazione in termini <strong>di</strong> valore biologico.Per quanto riguarda lo stato <strong>della</strong> componente vegetazione (valore botanico) comein<strong>di</strong>catore è stato scelto l’”in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> abbondanza-dominanza <strong>di</strong> Braun-Blanquet” in cui lacopertura <strong>di</strong> ogni specie viene assegnata in termini <strong>di</strong> percentuale per ogni specie (lascala semiquantitativa <strong>di</strong> abbondanza-dominanza <strong>di</strong> Braun-Blanquet permette <strong>di</strong> fare unavalutazione a partire da un’analisi quantitativa ed imme<strong>di</strong>ata).Per quanto riguarda invece il valore faunistico è stato scelto <strong>di</strong> associare all’in<strong>di</strong>cenumerico oggettivo <strong>di</strong> presenze <strong>di</strong> specie anche considerazioni soggettive derivate dallavalutazione <strong>della</strong> presenza o meno in quel determinato ambiente <strong>di</strong> specie particolarmentepregiate e/o protette.82


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA9.2. Programma <strong>di</strong> monitoraggioCome sistema <strong>di</strong> monitoraggio per valutare l’evoluzione dell’ambiente nel Parco <strong>di</strong>Pontoncello nell’attuazione del Piano ambientale, lo stesso prevede delle precisein<strong>di</strong>cazioni nel Programma finanziario biennale <strong>di</strong> massima.Per valutare gli effetti degli interventi gestionali del Piano ambientale su flora, vegetazionee fauna sono previsti dei monitoraggi annuali <strong>di</strong>stribuiti stagionalmente a seconda dellepeculiarità delle specie da indagare.83


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA10. SINTESI NON TECNICA10.1. Caratteristiche del Piano ambientaleIl Piano Ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello è stato redatto ai sensi <strong>della</strong> L.R.40/1984, art. 27 - Parchi e riserve <strong>di</strong> interesse locale e, quin<strong>di</strong>, secondo quanto in<strong>di</strong>catodell’art. 9 <strong>della</strong> legge stessa.Il piano ambientale è costituito da:1. una relazione illustrativa degli obiettivi da conseguirsi e dei criteri da adottarenell’attuazione del piano;2. una o più rappresentazioni grafiche, in scala non inferiore a 1: 10.000 atte adeterminare la sud<strong>di</strong>visione <strong>della</strong> zona in aree <strong>di</strong>stinte, nonchè l’assettourbanistico, agricolo, forestale <strong>della</strong> zona;3. le norme <strong>di</strong> attuazione contenenti la specificazione dei vincoli e dellelimitazioni <strong>di</strong> cui alla lettera d), nonchè la regolamentazione delle attivitàconsentite e l’utilizzazione sociale dei beni ambientali;4. un programma finanziario <strong>di</strong> massimaGli obiettivi e le azioni del Piano ambientale sono:1. zonizzazione del Parco Naturale;2. tutela e valorizzazione del patrimonio botanico;3. tutela e valorizzazione <strong>della</strong> fauna;4. tutela e valorizzazione delle risorse culturali e storiche;5. mantenimento e stabilizzazione dell’equilibrio idrico e idrogeologico;6. promozione <strong>di</strong> agricoltura ecocompatibile;7. accessibilità e fruizione compatibili;8. riduzione degli elementi detrattori esistenti.10.2. Coerenza esterna del Piano ambientaleL’analisi <strong>di</strong> coerenza esterna è stata condotta rispetto ai documenti <strong>di</strong> pianificazionesovraor<strong>di</strong>nata, nonché rispetto ai principali documenti comunitari <strong>di</strong> riferimento per laprotezione <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità.Nel caso <strong>della</strong> normativa comunitaria sono stati analizzate le Direttive comunitarie relativealla Rete Natura 2000, mentre per gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione sono stati esaminati:Piano <strong>di</strong> Gestione dei Bacini delle Alpi Orientali (Bacino dell’A<strong>di</strong>ge), Piano TerritorialeRegionale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento, Piani <strong>di</strong> Area (PAQE e Valli Gran<strong>di</strong> Veronesi), Piano84


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRATerritoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale, Piani <strong>di</strong> Assetto Territoriale dei tre Comuniinteressati (S. Giovanni L., San Martino B.A., Zevio).Risulta esserci piena convergenza degli obiettivi del Piano ambientale rispetto allein<strong>di</strong>cazioni fornite dalle pianificazioni, <strong>di</strong>rettive e/o normative sovraor<strong>di</strong>nate.10.3. Coerenza del Piano ambientale con obiettivi <strong>di</strong>sostenibilitàLo sviluppo sostenibile è un processo finalizzato al raggiungimento <strong>di</strong> obiettivi <strong>di</strong>miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello locale cheglobale. Tale processo lega quin<strong>di</strong>, in un rapporto <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza, la tutela e lavalorizzazione delle risorse naturali alla <strong>di</strong>mensione economica, sociale ed istituzionale, alfine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando <strong>di</strong> compromettere la capacitàdelle future <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i propri. In questo senso la sostenibilità dello sviluppo èincompatibile in primo luogo con il degrado del patrimonio e delle risorse naturali (che <strong>di</strong>fatto sono esauribili) ma anche con la violazione <strong>della</strong> <strong>di</strong>gnità e <strong>della</strong> libertà umana, con lapovertà ed il declino economico, con il mancato riconoscimento dei <strong>di</strong>ritti e delle pariopportunità.Il Piano Ambientale risulta essere perfettamente coerente con obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità inquanto si pone come scopi principali appunto la tutela e la valorizzazione del patrimonio edelle risorse naturali presenti nell’area del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello, per consentire lafruizione attuale in modo sostenibile e garantirla quin<strong>di</strong> anche nel futuro.10.4. Caratteristiche dell’ambienteNella redazione del Rapporto Ambientale per il Piano Ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong>Pontoncello sono stati analizzati tutti i comparti ambientali come previsto nell’allegato VIalla parte seconda del Co<strong>di</strong>ce dell’Ambiente D. Lgs. 152/2006.Dall’analisi delle <strong>di</strong>verse fonti non risulta che l’ambiente potenzialmente interessato dalPiano ambientale sia particolarmente compromesso, tuttavia, presenta le caratteristiche <strong>di</strong>alterazione tipiche <strong>della</strong> pianura centrale veneta sviluppata lungo l’asse del corridoioeuropeo Lisbona – Kiev.Infatti, per quanto riguarda l’aria risultano dei superamenti dei valori limite giornalieri <strong>di</strong>biossido <strong>di</strong> azoto e soprattutto <strong>di</strong> ozono; per quanto riguarda le acque superficiali risultauno stato <strong>di</strong>scretamente alterato al limite dello scadente; per quanto riguarda suolo esottosuolo le caratteristiche ghiaino-sabbiose rendono l’area, per altro in buona85


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRApercentuale occupata da terreni agricoli, vulnerabile ai nitrati; infine, risulta un livellome<strong>di</strong>o-alto <strong>di</strong> inquinamento luminoso.Relativamente alla morfologia fluviale specifica dell’area si evidenzia una certa instabilità,in particolare in sponda destra dell’A<strong>di</strong>ge proprio in corrispondenza dell’ansa ricompresanell’area del Parco.10.5. Impatti significativi e relative misure previstePrevedendo esclusivamente azioni mirate alla conservazione e al miglioramento dellostato dell’ambiente il Piano ambientale non solo non risulta arrecare impatti significativinegativi sulle aree interessate, ma potenzialmente ne apporterà <strong>di</strong> positivi, per i qualievidentemente non è opportuno prevedere misure <strong>di</strong> contenimento.10.6. MonitoraggioCome sistema <strong>di</strong> monitoraggio per valutare l’evoluzione dell’ambiente nel Parco <strong>di</strong>Pontoncello nell’attuazione del Piano ambientale, lo stesso prevede delle precisein<strong>di</strong>cazioni nel Programma finanziario biennale <strong>di</strong> massima.Per valutare gli effetti degli interventi gestionali del Piano ambientale su flora, vegetazionee fauna sono previsti dei monitoraggi annuali <strong>di</strong>stribuiti stagionalmente a seconda dellepeculiarità delle specie da indagare.10.7. ConclusioniIl Piano ambientale per il Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello per come concepito esuccessivamente arricchito grazie agli apporti delle autorità ambientali consultate,risponde a obiettivi <strong>di</strong> protezione <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità e <strong>di</strong> sostenibilità: risulta essere quin<strong>di</strong>un’opportunità per accrescere la qualità ambientale dell’area senza precluderne lafruizione e, anzi, creando l’occasione per incrementare la sensibilità ambientale e laconsapevolezza del valore <strong>della</strong> natura.86


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.4 Suolo e sottosuolo3.2.4.1 Inquadramento litologico, geomorfologico e geopedologicoL’alta pianura rappresenta l’area <strong>di</strong> ricarica dell’intero sistema idrogeologico ed è moltoimportante in quanto sede <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> fenomeni naturali (afflussi meteorici, <strong>di</strong>spersionedei corsi d’acqua ed infiltrazione delle acque irrigue) che consentono la conservazione e<strong>di</strong>l rinnovamento <strong>della</strong> risorsa idrica sotterranea. Nella me<strong>di</strong>a pianura, costituita da ghiaie esabbie con <strong>di</strong>gitazioni limose ed argillose che <strong>di</strong>ventano sempre più frequenti da monte avalle, esiste una serie <strong>di</strong> falde sovrapposte, <strong>di</strong> cui la prima è generalmente libera e quellesottostanti in pressione, localizzate negli strati permeabili ghiaiosi e/o sabbiosi intercalatialle lenti argillose dotate invece <strong>di</strong> bassissima permeabilità. La falda si avvicina quin<strong>di</strong>progressivamente alla superficie del suolo fino ad emergere, anche a causa <strong>della</strong>presenza delle sottostanti lenti argillose, formando le tipiche sorgenti <strong>di</strong> pianura, detteappunto risorgive (o fontanili).AAARAlta pianura antica, ghiaiosa e calcarea, costituita daconoidfluvioglaciali localmente terrazzati (Pleistocene). Quote:20-200 m Le precipitazioni me<strong>di</strong>e annue sono compresetra 700 e 1.500 m con prevalente <strong>di</strong>stribuzione inprimavera e autunno; le temperatur me<strong>di</strong>e annueoscillano tra 12 e 13 °C. Uso del suolo prevalenteseminativi irrigui (mais), prati e frutteti.Alta pianura recente,ghiaiosa e calcarea,costituita daconoi<strong>di</strong> terrazzi dei fiumi alpini e,piane alluvionali detorrenti prealpini (Olocene). Quote: 15-250 m. Leprecipitazioni me<strong>di</strong>e annue sono comprese tra 700 e1.500 mm con prevalente <strong>di</strong>stribuzione in primavera eautunno; le temperature me<strong>di</strong>e annue oscillano tra 12 e13 °C. Uso del suolo prevalente: seminativi irrigui (mais),prati e vigneti.AA1AR1Suoli su conoi<strong>di</strong> e superfici terrazzate fluvioglaciali,con evidenti tracc<strong>di</strong> idrografia relitta, formatisi daghiaie e sabbie, da molto estremamente calcaree.Suoli moderatamente profon<strong>di</strong> molto ghiaiosi ad alta<strong>di</strong>fferenziazione del profilo, decarbonatati, conaccumulo d’argilla e a evidente rubefazione (SkeleticLuvisols), talvolta coaccumulo <strong>di</strong> carbonati inprofon<strong>di</strong>tà.Suoli su conoi<strong>di</strong> e superfici terrazzate dei fiumi alpini,con tracce d’idrografia relitta, formatisi da ghiaie esabbie, da molto estremamente calcaree. Suolimoderatamente profon<strong>di</strong>, ghiaiosi, <strong>di</strong>fferenziazione delprofilo bassa e a decarbonatazione iniziale (Skeleti-Calcaric Regosols) e suoli a moderata <strong>di</strong>fferenziazionedecarbonatazione parziale (Eutri-Skeletic Cambisols),sulle superfici più antiche.40


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAIl territorio interessato dal Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello si localizza nel grande conoidedell’A<strong>di</strong>ge, che è stato depositato dal F. A<strong>di</strong>ge in milioni <strong>di</strong> anni a seguito del trasporto deise<strong>di</strong>menti fluvioglaciali trasportati dal corso d’acqua stesso. Il conoide è costituito da duelembi, separati dal solco nel quale scorre il fiume, che risultano terrazzati rispetto al piano<strong>di</strong> <strong>di</strong>vagazione. Sulla superficie del conoide sono stati in<strong>di</strong>viduati alvei talora abbandonati,altre volte sovra<strong>di</strong>mensionati rispetto ai corsi d’acqua che ospitano. Tali alvei costituisconoun’estesa rete <strong>di</strong> canali intrecciati.Dal punto <strong>di</strong> vista morfologico il conoide è più elevato con terrazzi rispetto ai se<strong>di</strong>menti delpiano <strong>di</strong> <strong>di</strong>vagazione dell’A<strong>di</strong>ge. Esso è costituito da depositi alluvionali <strong>di</strong> naturaprevalentemente ghiaiosa.41


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRALa pianura veronese è costituita in gran parte dal conoide alluvionale deposto dal fiumeA<strong>di</strong>ge a partire dal suo sbocco dalle Prealpi, presso Volargne. Ad esso, nella sua parte piùoccidentale, è saldata una serie <strong>di</strong> piane fluvioglaciali costruite dai fiumi che in quellaporzione <strong>di</strong> territorio drenavano le acque <strong>di</strong> fusione del ghiacciaio del Garda (Tartaro,Mincio, ed altri minori).Le quote del conoide variano dai 12 m sul livello del mare delle Valli Gran<strong>di</strong> veronesi, ai 65m <strong>della</strong> città <strong>di</strong> Verona, sino ai circa 110 m presso Volargne. A partire dallo sbocco <strong>della</strong>sua vallata alpina, l'A<strong>di</strong>ge ha deposto nel tempo materiali via via più fini procedendo versoS-E; le ghiaie con sabbie giungono sino a Raldon e Buttapietra, cedendo poi il campo allesabbie, che passano a limi e talora ad argille verso Roverchiara, Sanguinetto e Legnago.Limi si hanno anche nell'attuale piana alluvionale scavata dal fiume nel conoide anticoimme<strong>di</strong>atamente a S-E <strong>di</strong> Verona (piana <strong>di</strong> Zevio, dove il letto dell'A<strong>di</strong>ge si fa pensile).Giacimenti <strong>di</strong> torba profon<strong>di</strong> anche 10-15 metri hanno invece colmato i gran<strong>di</strong>osi e antichialvei fluviali che oggi ospitano i fiumi <strong>di</strong> risorgiva Tione, Tartaro, Piganzo e Menago. Nelsottosuolo del conoide s'in<strong>di</strong>viduano invece alternanze <strong>di</strong> strati <strong>di</strong> argille, ghiaie e sabbie, atestimonianza del mutare del regime <strong>di</strong> trasporto del fiume durante le varie epocheclimatiche. San Giovanni Lupatoto sorge lungo un terrazzo fluviale allungato da N-0 a S-Esul conoide antico dell'A<strong>di</strong>ge. Ad oriente del paese il terrazzo è limitato da una nettascarpata d'erosione alta 5-7 metri, che scende verso la piana <strong>di</strong> <strong>di</strong>vagazione attuale delfiume, mentre ad occidente corre un'altra scarpata, meno accentuata, corrispondente alfianco sinistro orografico <strong>di</strong> un antico alveo fluviale <strong>di</strong>sseccato, ampio circa 300 metri, che<strong>di</strong>vagava sul conoide (La Carta Austriaca).Il territorio del Parco <strong>di</strong> Pontoncello occupa l'estremità sud orientale dell'area <strong>di</strong> altapianura veronese che si sviluppa tra lo sbocco <strong>della</strong> valle montana dell'A<strong>di</strong>ge traPescantina e Bussolengo ed il limite superiore delle risorgive compreso tra i comuni <strong>di</strong>Mozzecane e Zevio. Il sottosuolo è costituito da un potente materasso formato da materialisciolti a granulometria prevalentemente ghiaiosa, <strong>di</strong> origine fluvio-glaciale e alluvionale,depositati prevalentemente dall'A<strong>di</strong>ge e in misura minore dai corsi d'acqua delle vallilessinee.42


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAAll'interno del materasso alluvionale la <strong>di</strong>stribuzione dei materiali a <strong>di</strong>fferentegranulometria varia da zona a zona: ad un'ampia fascia centrale costituita da unmaterasso ghiaioso in<strong>di</strong>fferenziato, che si sviluppa secondo la <strong>di</strong>rettrice nord-sud, sisostituiscono procedendo sia verso sud che verso ovest ed est (in particolare quin<strong>di</strong> versoil territorio <strong>di</strong> interesse) alternanze ripetute <strong>di</strong> livelli ghiaioso-sabbiosi e limoso-argillosi.Questa struttura <strong>di</strong>fferenziata secondo la <strong>di</strong>rettrice est-ovest testimonia il verificarsiperio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione succedutesi tra le alluvioni fluvio-glaciali,con<strong>di</strong>zioni che hanno dato luogo alla deposizione <strong>di</strong> materiali più fini (per lo più <strong>di</strong> originelacustre o palustre, ma verso est anche legati all'attività <strong>di</strong> deposizione dei corsi d'acquache scendevano dai rilievi <strong>della</strong> Lessinia) in aree periferiche rispetto alla zona occupatadalle se<strong>di</strong>mentazioni ghiaiose dell'A<strong>di</strong>ge. La <strong>di</strong>fferenziazione strutturale del materassoalluvionale secondo la <strong>di</strong>rettrice nord-sud è invece una <strong>di</strong>fferenziazione tipica <strong>di</strong> tutti ibacini idrogeologici dell'arco alpino. E' la conseguenza del progressivo assottigliamentodelle conoi<strong>di</strong> dell'A<strong>di</strong>ge da monte verso valle, da attribuirsi alla <strong>di</strong>minuzione <strong>della</strong> capacità<strong>di</strong> trasporto solido del fiume.Ciò comporta una vulnerabilità alta ai nitrati, così come evidenziato anche nel QuartoRapporto sullo Stato dell’Ambiente <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> Verona e nell’elenco delle ZoneVulnerabili <strong>della</strong> Regione del Veneto.43


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.4.2 Uso del suoloL’analisi del è realizzata a partire da una elaborazione cartografica da aerofotogrammetriarelativa all’uso del suolo dell’area contermine a quella dell’intervento, delimitata ad unbuffer <strong>di</strong> 400 m dal confine del Parco per comprendere anche il territorio a<strong>di</strong>acente all’areainteressata dal Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello.Sono state quin<strong>di</strong> definite 7 macrocategorie <strong>di</strong> uso del suolo:Ambito Fluviale: area <strong>di</strong> pertinenza dell’alveo, comprendente zone golenali e arginature,greti, barre fluviali;Tessuto urbano: zona destinata all’inse<strong>di</strong>amento umano e relative attività antropiche;Aree industriali: zona destinata all’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> attività produttive in senso lato;Formazioni riparie: formazioni arboree, arbustive, saliceti presenti principalmente lungo gliargini fluviali, caratterizzate da una larghezza minima <strong>di</strong> 20 m;Terreni agricoli: terreni destinati all’agricoltura, in particolare a seminativo;Canali: corsi d’acqua regimati a servizio <strong>di</strong> attività industriali o agricoleDiga: infrastruttura <strong>di</strong> sbarramento.44


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAI risultati sono riportati nella seguente tabella:Categoria Superficie (ha) Copertura (%)Ambito fluviale 39,6 11,8Aree industriali 7,8 2,3Canali 4,7 1,4Diga 1,6 0,5Formazioni riparie 50,0 15,0Terreni agricoli 218,4 65,3Tessuto urbano 12,4 3,7L’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presenta una notevole abbondanza <strong>di</strong> terreni destinatiall’agricoltura, prevalentemente intensiva, pur costituendo le aree naturalisticamenteimportanti, formazioni riparie e ambito fluviale, una buona percentuale <strong>di</strong> copertura (circa il27 %). Si evidenzia che l’ambito fluviale risulta schermato, confinato e protetto da unafascia arborata pressoché continua che abbatte gli eventuali <strong>di</strong>sturbi dovuti all’attivitàagricola.Le attività antropiche maggiormente fonti <strong>di</strong> perturbazione, quali l’industria el’urbanizzazione, rappresentano una piccola frazione <strong>della</strong> copertura totale.3.2.4.3 Cave attive e <strong>di</strong>smesseIl settore orientale dell’area del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello rientra nell’InsiemeEstrattivo n. 7 del Piano Regionale delle Attività <strong>di</strong> Cava, tuttavia non vi è presenza <strong>di</strong>cave, attive o <strong>di</strong>smesse.3.2.4.4 DiscaricheNon si segnala la presenza <strong>di</strong> alcuna <strong>di</strong>scarica. Inoltre, il Piano Ambientale prevede larinaturalizzazione del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello e vieta la realizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scarichee/o depositi temporanei <strong>di</strong> rifiuti3.2.4.5 Elementi geologico-ambientali significativiNell’area del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello il materasso alluvionale è saturato daun’estesa falda freatica, che emerge lungo la cosiddetta “linea delle risorgive” che siallunga all’incirca con <strong>di</strong>rezione E-O 2-3 chilometri a Sud del tratto fluviale in esame.In base alla “Carta idrogeologica dell’alta pianura veronese” redatta da DAL PRA’ et al. nel1997 sulla base <strong>di</strong> misure freatimetriche condotte in pozzi esistenti nel corso del settembre45


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA1993, la superficie freatica giace a quote decrescenti da circa 35 m s.l.m. presso la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong>S.Caterina - Pontoncello a poco meno <strong>di</strong> 26 m s.l.m. all’estremità orientale del trattofluviale in esame ad Ovest <strong>di</strong> Zevio: la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> deflusso è orientata ad E.S.E.pressoché concordemente all’asse del fiume.La falda è quin<strong>di</strong> drenata dall’alveo del fiume a monte ed all’intorno <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga, ma già avalle del successivo meandro e per la gran parte del tratto fluviale considerato essa restaa quote paragonabili a quelle del livello idrico del fiume; il suo regime è quivi caratterizzatoda piene autunnali ed invernali pressoché coincidenti con quelle del fiume medesimo.La falda freatica ospitata nel materasso alluvionale è sfruttata da numerosi pozzi idrici siairrigui che idropotabili; il sottosuolo ghiaio-sabbioso, caratterizzato da un’alta permeabilitàper porosità, costituisce un acquifero <strong>di</strong> elevata vulnerabilità a causa dell’assenza <strong>di</strong> livelliimpermeabili.3.2.4.6 Fattori <strong>di</strong> rischio idrogeologico e geologicoSecondo il “Piano Stralcio per la Tutela dal Rischio Idrogeologico” (Bacino dell’A<strong>di</strong>ge –Regione Veneto), adottato con delibera del Comitato Istituzionale n°1 del 15 febbraio2005, lungo il tronco <strong>di</strong> fiume A<strong>di</strong>ge compreso nel <strong>comune</strong> <strong>di</strong> Zevio non vi sono aree arischio idraulico. Le arginature hanno infatti una quota <strong>di</strong> coronamento che garantisce unabbondante franco <strong>di</strong> sicurezza, anche nei confronti <strong>di</strong> piene catastrofiche con T r =500anni.Gli stu<strong>di</strong> del P.A.I. dell’A<strong>di</strong>ge che hanno definito le aree a pericolosità idraulica noncontemplano la rottura dell’argine, ma solo i sormonti arginali dovuti a sezioni idrauliche <strong>di</strong>deflusso insufficienti. Come evidenziato nei risultati del modello idraulico dello statoattuale, l’eventuale rottura arginale durante eventi <strong>di</strong> piena con tempo <strong>di</strong> ritorno superiorea 30 anni comporterebbe l’esondazione parziale del fiume in destra idrografica,interessando <strong>di</strong>rettamente gli abitati <strong>di</strong> Pontoncello e Santa Maria <strong>di</strong> Zevio. L’eventualeesondazione in sinistra idrografica sarebbe invece contenuta dalla presenza del canale ex.S.A.V.A., che costituisce un’ulteriore arginatura, e limitata dalle quote superiori <strong>della</strong>campagna circostante.Il confronto tra le riprese fotografiche del 1982, 1998 e 2003 mostra che l’ampia ansa avalle dello sbarramento artificiale ha una morfologia fluviale è caratterizzata da una forteinstabilità. L’evoluzione morfologica ha visto una progressiva erosione <strong>della</strong> spondaall’estradosso dell’ansa con un incremento del deposito alluvionale nell’intradosso.Durante la piena del novembre 2002 l’erosione è stata particolarmente intensa a causadell’aggiramento <strong>di</strong> un pennello isolato nella sponda destra. La tendenza erosiva in46


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAquest’area non compromette ancora le arginature maestre in destra idrografica, cherisultano protette ancora da un’ampia fascia golenale. È invece pregiu<strong>di</strong>cato il biotopo n°12 in<strong>di</strong>viduato nel Piano degli Spazi Aperti del n°3 (“A<strong>di</strong>ge Centrale”) e costituito da unbosco planiziale <strong>di</strong> sponda che è interessato da progetti <strong>di</strong> tutela e rinaturazione e dallaperimetrazione del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello. Il PTP <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> Verona in<strong>di</strong>canel terrazzamento golenale all’estradosso dell’ansa la presenza <strong>di</strong> flora riparia in grado <strong>di</strong>contribuire all’auto depurazione del fiume ed alcuni importanti ambiti <strong>di</strong> rifugio eriproduzione dell’avifauna.In questo tratto è presente lo scarico delle acque reflue trattate dal depuratore delComune <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto. Come mostrato nella seguente documentazionefotografica questa infrastruttura idraulico-sanitaria è stata danneggiata dall’erosione <strong>della</strong>golena durante la piena del novembre 2002.Scarico collettore depuratore S. Giovanni Lupatoto – condotte erose durante la piena <strong>della</strong> 2002.47


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.5 Agenti fisici3.2.5.1 Ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti e nonRa<strong>di</strong>azioni non ionizzantiSORGENTI DI RADIAZIONI AD ALTA FREQUENZA.Producono ra<strong>di</strong>azioni con frequenze comprese tra 300 Hz e 300 GHz, tuttavia dal punto <strong>di</strong>vista pratico le frequenze <strong>di</strong> maggior interesse sono quelle riguardanti i ripetitoriRa<strong>di</strong>otelevisivi (RTV) e le Stazioni Ra<strong>di</strong>o Base (SRB) per la telefonia cellulare (900 Hz –2200 Hz). In ambito sanitario i CEM ad alta frequenza sono utilizzati sia a scopo<strong>di</strong>agnostico (risonanza magnetica nucleare = NMR) che terapeutico (radar emarconiterapia, stimolazioni con correnti elettriche, ra<strong>di</strong>obisturi, ecc.).Il campo elettrico e il campo magnetico prodotti da RTV e SRB sono <strong>di</strong>rettamenteproporzionali tra loro e, per questo motivo, il parametro <strong>di</strong> riferimento risulta essere ilcampo elettrico. I campi elettrici prodotti <strong>di</strong>pendono dalla potenza in antenna e dallecaratteristiche tecniche degli impianti; i valori <strong>di</strong> campo elettrico aumentano avvicinandosiall’antenna e quin<strong>di</strong>, normalmente al suolo si riscontrano valori sensibilmente inferiori aquelli che si registrano nella vicinanza del centro elettrico dell’antenna.Nonostante il numero <strong>di</strong> stazioni ra<strong>di</strong>o base (SRB) continui ad aumentare ogni anno, lenuove tecnologie utilizzano potenze in antenna inferiori rispetto ai precedenti impianti,riducendo in tal modo anche i livelli <strong>di</strong> campo elettrico.Si sottolinea in ogni caso che le più vicine stazioni ra<strong>di</strong>o base <strong>di</strong>stano più <strong>di</strong> un chilometrodal Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello.SORGENTI DI RADIAZIONI A BASSA FREQUENZAProducono ra<strong>di</strong>azioni con frequenze comprese tra i 3 e i 300 Hz, tuttavia dal punto <strong>di</strong> vistapratico le frequenze <strong>di</strong> maggior interesse sono quelle <strong>di</strong> 50 Hz (ELF), proprie <strong>della</strong>corrente alternata <strong>della</strong> rete elettrica. La rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dell'energia elettrica ècostituita da un circuito che comprende le centrali elettriche, le linee elettriche(elettrodotti), e le cabine <strong>di</strong> trasformazione. La tensione degli elettrodotti può arrivare fino a380.000 volt (380 kV) che devono essere ridotti a 220 V per l'impiego domestico. Glielettrodotti producono campi elettrici che <strong>di</strong>pendono dalla tensione <strong>di</strong> esercizio e campimagnetici variabili nel tempo e proporzionali all’intensità <strong>di</strong> corrente che scorre lungo i fili.L'intensità dei campi elettrico e magnetico <strong>di</strong>minuisce poi con l'aumentare <strong>della</strong> <strong>di</strong>stanzadal conduttore. Il campo elettrico è facilmente schermabile da alberi e e<strong>di</strong>fici, mentre ilcampo magnetico è <strong>di</strong>fficile da schermare.48


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRAL’elettrodotto più vicino al Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello risulta essere una linea a 220kVa doppia terna non ottimizzata a <strong>di</strong>stanza decisamente superiore (più <strong>di</strong> 500 metri) rispettoai valori in<strong>di</strong>viduati per le fasce <strong>di</strong> rispetto dalla D.G.R.V. n. 1526 del 11/04/2000 inriferimento alla L.R. n°27/93 “Prevenzioni dei danni generati da campi elettromagneticigenerati da elettrodotti”.Distanza dall’elettrodotto in metriTerna singolaDoppia terna Doppia ternanon ottimizzata ottimizzataTensione <strong>di</strong> esercizio 380 100 150 70degli elettrodotti220 70 80 40espressa in kV 132 50 70 40Ra<strong>di</strong>azioni ionizzantiL’in<strong>di</strong>catore “Percentuale <strong>di</strong> abitazioni attese superare un determinato livello <strong>di</strong> riferimento<strong>di</strong> concentrazione me<strong>di</strong>a annua <strong>di</strong> radon” è stato elaborato sulla base delle misurazioniannuali rilevate nell’ambito delle indagini nazionale e regionale condotte, rispettivamente,alla fine degli anni ‘80 e nel periodo 1996-2000.Il livello <strong>di</strong> riferimento considerato è 200 Bq/m3 (Becquerel per metro cubo), adottato dallaRegione Veneto con DGRV n. 79 del 18/01/02 “Attuazione <strong>della</strong> raccomandazioneeuropea n. 143/90: interventi <strong>di</strong> prevenzione dall’inquinamento da gas radon negliambienti <strong>di</strong> vita” come livello raccomandato per le abitazioni (sia per le nuove costruzioniche per le esistenti) oltre il quale si consiglia <strong>di</strong> intraprendere azioni <strong>di</strong> bonifica.Nella stessa Delibera, inoltre:- viene definita un’area a rischio radon, identificata come quella zona (sezioni <strong>della</strong> C.T.R.1:10.000) in cui almeno il 10% delle abitazioni, nella configurazione <strong>di</strong> tipologia abitativastandard regionale rispetto al piano, supera il suddetto livello <strong>di</strong> riferimento.- viene redatto un primo elenco <strong>di</strong> Comuni a rischio radon; l’assegnazione degli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong>un Comune ad una determinata area ad alto potenziale <strong>di</strong> radon è stata operata ove ilComune <strong>di</strong> appartenenza risultasse incluso in tale area: la con<strong>di</strong>zione cautelativa per taleinclusione è stata che almeno il 30% dell’e<strong>di</strong>ficato ricadesse in una delle sezionirettangolari che costituiscono l’area ad alto potenziale <strong>di</strong> radon (si è fatto ricorso altematismo sulle aree urbanizzate <strong>della</strong> Regione Veneto). Sono quin<strong>di</strong> presenti Comuni arischio radon pur con percentuali <strong>di</strong> abitazioni stimate superare i 200 Bq/m3 < al 10%.ComuneProvincia% abitazioni stimate superare il livello <strong>di</strong> riferimento<strong>di</strong> 200 Bq/m3San Giovanni L. VR 2,0San Martino B.A. VR 0,3Zevio VR 0,349


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA3.2.5.2 RumoreSan Giovanni LupatotoIl <strong>comune</strong> <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto si è dotato del Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica nelcorso dell’anno 2003. Lo stu<strong>di</strong>o è partito da 76 punti <strong>di</strong> misura <strong>di</strong>slocati su tutto il territorio<strong>comunale</strong>, sia in ambito urbano sia in ambito rurale; da queste misure sono statideterminati i climi acustici <strong>di</strong>urni e notturni me<strong>di</strong>ante opportune mo<strong>della</strong>zioni numeriche deidati raccolti, consentendo ai redattori <strong>di</strong> classificare l’intero territorio <strong>comunale</strong> nelle seiclassi previste dalla unitamente alle fasce <strong>di</strong> transizione tra zone limitrofe. Le principalievidenze <strong>di</strong> questa classificazione sono <strong>di</strong> seguito brevemente riassunte:• Zona a nord del canale Milani: quasi esclusivamente in classe V (areeprevalentemente industriale), rispecchia le caratteristiche urbanistiche attuali;• Zona a est (Parco Fluviale): in classe I (aree particolarmente protette), ha loscopo <strong>di</strong> preservare la naturalità dell’unica grande area verde a ridosso delFiume A<strong>di</strong>ge;• Zona sud: in classe III (aree <strong>di</strong> tipo misto), rispecchia la natura eminentementerurale dell’area;• Zona centrale: corrispondente all’abitato <strong>di</strong> San Giovanni, presenta unaclassificazione varia(prevalentemente nelle classi III e IV), trattandosi delcentro storico e <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> intensa attività umana (industrie e viabilità <strong>di</strong> variegerarchie).50


STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRASan Martino Buon AlbergoIl Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica del <strong>comune</strong> <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo <strong>di</strong>stingue leseguenti aree omogenee:ZevioIl Comune <strong>di</strong> Zevio ha redatto ed approvato il Piano <strong>di</strong> classificazione Acustica, definendola situazione esistente ed in<strong>di</strong>viduando aree con caratteristiche omogenee.Le misure fonometriche sul territorio sono state condotte nei punti considerati piùsignificativi e hanno determinato la zonizzazione così come in<strong>di</strong>cato dall’estratto <strong>della</strong>seguente tavola:51


Stu<strong>di</strong>o Pro.Terr.A.SAN GIOVANNI LUPATOTOSAN MARTINO BUON ALBERGOZEVIOPIANO AMBIENTALEdelPARCO NATURALE DI PONTONCELLOarea naturale protetta <strong>di</strong> interesse locale(L.r. 40/1984, art. 36 - PTRC 1992 vigente)RELAZIONE DI SCREENING PER LA VALUTAZIONEDI INCIDENZA AMBIENTALESIC IT3210042 ““Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine”La CommittenzaComune <strong>di</strong> S. Giovanni LupatotoComune <strong>di</strong> S. Martino Buon AlbergoComune <strong>di</strong> ZevioIL TECNICOdott. for. Francesco VesentiniAnno 2011


SOMMARIOPREMESSA .............................................................................................................. 1QUADRO NORMATIVO............................................................................................ 1METODOLOGIA ....................................................................................................... 4SCREENING ............................................................................................................. 51.1 Fase 1: Necessità <strong>di</strong> sottoporre il progetto alla valutazione <strong>di</strong> incidenza .............. 51.2 Fase 2: caratteristiche del progetto....................................................................... 51.2.1 Obiettivi del Piano ........................................................................................................51.2.2 Descrizione delle azioni <strong>di</strong> Piano previste dal Programma Finanziario .........................81.2.3 Descrizione delle misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a (art. 6 <strong>della</strong> L.R. 40/84)...........111.2.4 Distanza dai siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000.....................................................................121.2.5 Localizzazione dell’area .............................................................................................121.2.6 In<strong>di</strong>cazioni derivanti dagli strumenti <strong>di</strong> pianificazione..................................................131.3 Fase 3: valutazione <strong>della</strong> significatività delle incidenze ...................................... 131.3.1 Definizione dei limiti spaziali e temporali dell’analisi ...................................................131.3.2 Descrizione dei siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000 interessati...............................................141.3.3 Caratteristiche degli habitat del sito <strong>di</strong> importanza comunitaria ..................................151.3.4 Elenco delle specie animali e vegetali identificate nel sito Natura 2000......................181.3.5 Descrizione delle specie animali identificate nel sito Natura 2000 ..............................211.3.5.1 Uccelli elencati in All. I Direttiva 79/409/CEE.........................................................................211.3.5.2 Considerazione sulla presenza <strong>di</strong> avifauna nel tratto <strong>di</strong> fiume indagato................................381.3.5.3 Pesci elencati in All. II Direttiva 92/43/CEE............................................................................391.3.6 Caratterizzazione ambientale del territorio in cui si inserisce l’intervento....................421.3.7 Stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> vegetazione e <strong>della</strong> flora nel sito <strong>di</strong> progetto ...........................................431.3.8 Stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> fauna presente nel sito <strong>di</strong> progetto..........................................................461.3.8.1 Avifauna..................................................................................................................................461.3.8.2 Anfibi.......................................................................................................................................491.3.8.3 Rettili.......................................................................................................................................501.3.8.4 Ittiofauna.................................................................................................................................511.3.8.5 Mammiferi...............................................................................................................................51Or<strong>di</strong>ne : Insettivori .........................................................................................................................52Or<strong>di</strong>ne: Lagomorfi..........................................................................................................................52Or<strong>di</strong>ne: Carnivori ...........................................................................................................................521.3.9 Identificazione degli aspetti vulnerabili dei siti considerati ..........................................531.3.10 In<strong>di</strong>viduazione degli habitat e delle specie nei confronti dei quali le norme del Pianoproducono effetti ed in<strong>di</strong>cazioni metodologiche .............................................................................531.3.11 Area <strong>di</strong> influenza delle incidenze ................................................................................561.3.12 Percorsi e dei vettori attraverso i quali gli effetti si possono produrre .........................561.3.12.1 Fabbisogno nel campo dei trasporti, viabilità e reti infrastrutturali.........................................561.3.12.2 Emissioni, scarichi, rifiuti, rumori, inquinamento luminoso.....................................................561.3.12.3 Utilizzo delle risorse ...............................................................................................................561.3.12.4 Ambiente idrico superficiale e sotterraneo .............................................................................561.3.12.5 Suolo e sottosuolo..................................................................................................................571.3.12.6 Flora e fauna ..........................................................................................................................571.3.13 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLE INCIDENZE ..........................................571.3.14 RISULTATI DELLA VALUTAZIONE...........................................................................571.3.14.1 Matrice <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Incidenza........................................................................................58


1.4 Fase 4: Conclusioni <strong>della</strong> fase <strong>di</strong> screening........................................................ 63Auto<strong>di</strong>chiarazione del professionista 59Formulario standard SIC IT3210042 60Bibliografia


Area SIC IT3210042PREMESSAIl presente Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Incidenza si propone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e valutare gli eventuali<strong>di</strong>sturbi determinati dall’adozione del Piano Ambientale del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello edegli interventi previsti dallo stesso, in relazione agli obiettivi <strong>di</strong> valorizzazione dello stessoin<strong>di</strong>viduati.La superficie complessiva interessata dall’istituzione del Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello è <strong>di</strong> circa 53,2 ha. Rispettivamente <strong>di</strong> ha 21,4 per il <strong>comune</strong> <strong>di</strong> San MartinoBuon Albergo, ha 18,4 per il <strong>comune</strong> <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, ha 13,4 per il <strong>comune</strong> <strong>di</strong>Zevio.L’area in questione rientra interamente all’interno del territorio del sito Natura 2000SIC IT3210042 “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine”.La valutazione d’incidenza interesserà il sito precedentemente citato.QUADRO NORMATIVOLa Valutazione d'Incidenza è il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> carattere preventivo al quale ènecessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significativesu un sito o proposto sito <strong>della</strong> rete Natura 2000, singolarmente o con<strong>giunta</strong>mente ad altripiani e progetti e tenuto conto degli obiettivi <strong>di</strong> conservazione del sito stesso.Tale procedura è stata introdotta dall'articolo 6, comma 3, <strong>della</strong> Direttiva "Habitat" conlo scopo <strong>di</strong> salvaguardare l'integrità dei siti <strong>della</strong> rete Natura 2000 attraverso l'esame delleinterferenze <strong>di</strong> piani e progetti non <strong>di</strong>rettamente connessi alla conservazione degli habitate delle specie per cui tali siti sono stati in<strong>di</strong>viduati, ma in grado <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionarne l'equilibrioambientale. La procedura <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Incidenza costituisce lo strumento pergarantire, dal punto <strong>di</strong> vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento <strong>di</strong> un rapportoequilibrato tra la conservazione sod<strong>di</strong>sfacente degli habitat e delle specie e l'usosostenibile del territorio.La procedura <strong>di</strong> Valutazione d'incidenza rappresenta uno strumento <strong>di</strong> prevenzioneche analizza gli effetti <strong>di</strong> interventi che, seppur localizzati, vanno collocati in un contestoecologico <strong>di</strong>namico. Ciò in considerazione delle correlazioni esistenti tra i vari siti e delcontributo che portano alla coerenza complessiva e alla funzionalità <strong>della</strong> rete Natura2000, sia a livello nazionale che comunitario. Pertanto, la procedura <strong>di</strong> Valutazioned'incidenza si qualifica come strumento <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a che si cala nel particolare contesto<strong>di</strong> ciascun sito ma che lo inquadra nella funzionalità dell'intera rete.In ambito nazionale, la valutazione d'incidenza viene <strong>di</strong>sciplinata dall'art. 6 del DPR12 marzo 2003 n.120, (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003)1. Al comma 1 del suddettoarticolo si <strong>di</strong>ce che: “nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenereconto <strong>della</strong> valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti <strong>di</strong> importanza comunitaria, deisiti <strong>di</strong> importanza comunitaria e delle zone speciali <strong>di</strong> conservazione”. Si tratta <strong>di</strong> unprincipio <strong>di</strong> carattere generale tendente ad evitare che vengano approvati strumenti <strong>di</strong>gestione territoriale in conflitto con le esigenze <strong>di</strong> conservazione degli habitat e dellespecie <strong>di</strong> interesse comunitario.Il comma 2 dello stesso art. 6 stabilisce che vanno sottoposti a valutazione <strong>di</strong>incidenza tutti i piani territoriali, urbanistici e <strong>di</strong> settore, ivi compresi i piani agricoli efaunistico-venatori e le loro varianti. Sono altresì da sottoporre a valutazione <strong>di</strong> incidenza(comma 3) tutti gli interventi non <strong>di</strong>rettamente connessi e necessari al mantenimento inuno stato <strong>di</strong> conservazione sod<strong>di</strong>sfacente delle specie e degli habitat presenti in un sitoNatura 2000, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmenteo con<strong>giunta</strong>mente ad altri interventi.1


Area SIC IT3210042L'articolo 5 del DPR 357/97 limitava l'applicazione <strong>della</strong> procedura <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong>incidenza a determinati progetti tassativamente elencati, non recependo quanto prescrittodall'art.6, paragrafo 3, <strong>della</strong> Direttiva "Habitat".Ai fini <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong> incidenza, i proponenti <strong>di</strong> piani e interventi non finalizzatiunicamente alla conservazione <strong>di</strong> specie e habitat <strong>di</strong> un sito Natura 2000 presentano uno"stu<strong>di</strong>o" volto ad in<strong>di</strong>viduare e valutare i principali effetti che il piano o l'intervento puòavere sul sito interessato.Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza deve essere redatto secondo gli in<strong>di</strong>rizzi dell'allegato G al DPR357/97. Tale allegato, che non è stato mo<strong>di</strong>ficato dal nuovo decreto, prevede che lo stu<strong>di</strong>o<strong>di</strong> incidenza debba contenere:• una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, inparticolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla <strong>di</strong>mensione, allacomplementarietà con altri piani e/o progetti, all'uso delle risorse naturali, allaproduzione <strong>di</strong> rifiuti, all'inquinamento e al <strong>di</strong>sturbo ambientale, ecc.• un'analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale <strong>di</strong>riferimento, che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e leconnessioni ecologiche.Nell'analisi delle interferenze, occorre prendere in considerazione la qualità, lacapacità <strong>di</strong> rigenerazione delle risorse naturali e la capacità <strong>di</strong> carico dell'ambiente.Il dettaglio minimo <strong>di</strong> riferimento è quello del progetto CORINE Land Cover, chepresenta una copertura del suolo in scala 1:100.000, fermo restando che la scala daadottare dovrà essere adeguata alla <strong>di</strong>mensione del sito, alla tipologia <strong>di</strong> habitat eall’eventuale popolazione da conservare.Per i progetti già assoggettati alla procedura <strong>di</strong> Valutazione d'Impatto Ambientale(VIA), la valutazione d'incidenza viene ricompresa nella procedura <strong>di</strong> VIA (DPR 120/2003,art. 6, comma 4).Di conseguenza, lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> impatto ambientale pre<strong>di</strong>sposto dal proponente dovràcontenere anche gli elementi sulla compatibilità fra progetto e finalità conservative del sitoin base agli in<strong>di</strong>rizzi dell'allegato G.Per i piani o gli interventi che interessano siti Natura 2000 interamente oparzialmente ricadenti all'interno <strong>di</strong> un'area protetta nazionale, la valutazione <strong>di</strong> incidenzasi effettua sentito l'Ente gestore dell'area (DPR 120/2003, art. 6, comma 7).Qualora, a seguito <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong> incidenza, un piano o un progetto risulti avereconseguenze negative sull'integrità <strong>di</strong> un sito (valutazione <strong>di</strong> incidenza negativa), si deveprocedere a valutare le possibili alternative. In mancanza <strong>di</strong> soluzioni alternative, il piano ol'intervento può essere realizzato solo per motivi <strong>di</strong> rilevante interesse pubblico e conl'adozione <strong>di</strong> opportune misure compensative dandone comunicazione al Ministerodell'Ambiente e <strong>della</strong> Tutela del Territorio (DPR 120/2003, art. 6, comma 9).Di seguito si riporta una descrizione sintetica dei principali riferimenti normativi.• La Direttiva 92/43/CEE, conosciuta come "Direttiva Habitat”, ha lo scopo <strong>di</strong> tutelarela bio<strong>di</strong>versità attraverso il ripristino ambientale, la conservazione degli habitatnaturali e seminaturali, <strong>della</strong> flora e <strong>della</strong> fauna selvatiche in Europa.• La Direttiva 79/409/CEE, conosciuta come "Direttiva Uccelli", riguarda laconservazione <strong>di</strong> tutte le specie <strong>di</strong> uccelli selvatici presenti nel territorio europeo.Essa si propone la protezione e la gestione dell’avifauna, <strong>di</strong>sciplinandone losfruttamento.2


Area SIC IT3210042L’oggetto <strong>della</strong> Direttiva è rappresentato, oltre che dagli uccelli, anche dalle uova, daini<strong>di</strong> e dagli habitat.• Il D.P.R. 357 8 settembre 1997, mo<strong>di</strong>ficato ed integrato dal DPR 120 del 12 marzo2003, Regolamento recante attuazione <strong>della</strong> <strong>di</strong>rettiva 92/43/CEE relativa allaconservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché <strong>della</strong> flora e <strong>della</strong> faunaselvatiche”, rappresenta lo strumento legislativo nazionale per l’applicazione <strong>della</strong>normativa sulla tutela delle aree <strong>di</strong> interesse comunitario.• Il D.M. 3 aprile 2000 contiene l’elenco dei siti <strong>di</strong> importanza comunitaria (S.I.C.)secondo la Direttiva 92/43/CEE e delle zone <strong>di</strong> protezione speciale (Z.P.S.) secondola Direttiva 79/409/CEE. L’obiettivo è quello <strong>di</strong> mantenere e <strong>di</strong> conservare alcunihabitat e le specie presenti.• Il D.M. 3 settembre 2002 fornisce le linee guida per l’attuazione <strong>della</strong> strategiacomunitaria e nazionale rivolta alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>della</strong> natura e <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità,oggetto delle <strong>di</strong>rettive comunitarie habitat (92/43/CEE) e uccelli (79/407/CEE).• La D.G.R.V. 448 del 21 febbraio 2003 attua una prima la revisione dei Siti <strong>di</strong>Importanza Comunitaria relativi alla Regione Biogeografica Continentale; inoltre,ridefinisce cartograficamente i S.I.C. <strong>della</strong> Regione Veneto.• La D.G.R.V. 449 del 21 febbraio 2003, analogamente alla D.G.R.V. 448 emanatain pari data, attua una prima revisione delle Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale; inoltre,ridefinisce cartograficamente le Z.P.S. <strong>della</strong> Regione Veneto.• La D.G.R.V. 2673 del 6 agosto 2004 attua un’ulteriore revisione <strong>di</strong> S.I.C. e Z.P.S.relativi alla Regione Biogeografia Continentale; inoltre, ridefinisce cartograficamente iS.I.C. e Z.P.S. <strong>della</strong> Regione Veneto.• Il D.P.G.R. 241 del 18 maggio 2005 sistematizza i contenuti delle schede deiformulari standard per i siti già in<strong>di</strong>viduati con DGRV 448/03, 449/03, 2673/04;istituisce tre nuove Z.P.S.; mo<strong>di</strong>fica, lievemente, alcuni dei perimetri S.I.C. In<strong>di</strong>viduaticon DGR 2673/04.• La D.G.R.V. 192 del 31 gennaio 2006 contiene in<strong>di</strong>cazioni sugli adempimentirelativi alla procedura per la valutazione <strong>di</strong> incidenza per i siti <strong>della</strong> rete Natura 2000<strong>di</strong> cui alla Direttiva 92/43 CEE ed al D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357.• La D.G.R.V. 3873 del 13 Dicembre 2005 contiene il Manuale metodologico “Lineeguida per cartografia, analisi, valutazione e gestione dei SIC. – Quadro descrittivo <strong>di</strong>9 SIC pilota.”• La D.G.R.V. 740 del 14 marzo 2006 contiene mo<strong>di</strong>fiche e integrazioni alla D.G.R.V.31 gennaio 2006, n.192.• La D.G.R.V 1180 del 18 aprile 2006 contiene l’aggiornamento <strong>della</strong> banca dati deisiti regionali <strong>della</strong> rete Natura 2000.• La D.G.R.V. 2371 del 27 luglio 2006 contiene l’approvazione del documentorelativo alle misure <strong>di</strong> conservazione per le Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale ai sensi delle<strong>di</strong>rettive 79/409/CEE e 92/43/CEE nonchè del D.P.R. 357/1997.• La D.G.R.V. 270 del 7 agosto 2006 - Approvazione programma per ilcompletamento <strong>della</strong> realizzazione <strong>della</strong> cartografia degli habitat <strong>della</strong> Rete Natura2000.• La D.G.R.V. 3173 del 10 ottobre 2006 contiene le nuove <strong>di</strong>sposizioni relativeall'attuazione <strong>della</strong> Direttiva 92/43/CEE e del D.P.R. 357/1997, incluse una guidametodologica per la valutazione <strong>di</strong> incidenza e le relative procedure e modalitàoperative.• La L.R. 5 Gennaio 2007 n° 1 “Piano faunistico venatorio regionale 2007-2012”recepisce, tra l’altro, in termini normativi all’art. 1 lettera “e” le misure <strong>di</strong>conservazione per le Z.P.S. già approvate con la D.G. R.V. 2371/06.• La D.G.R.V. 441 del 27 febbraio 2007 contiene il provve<strong>di</strong>mento <strong>della</strong> GiuntaRegionale in esecuzione <strong>della</strong> sentenza <strong>della</strong> Corte <strong>di</strong> Giustizia <strong>della</strong> CE del 203


Area SIC IT3210042marzo 2003, con la nuova definizione delle aree <strong>della</strong> Laguna <strong>di</strong> Venezia e del Deltadel Po, ampliandone le superfici (ZPS IT3250046 “Laguna <strong>di</strong> Venezia” e ZPSIT3270023 ”Delta del Po”).• La D.G.R.V. 1066 del 17 aprile 2007 contiene le nuove specifiche tecniche perl’in<strong>di</strong>viduazione e la restituzione cartografica degli habitat e degli habitat <strong>di</strong> specie<strong>della</strong> rete Natura 2000 <strong>della</strong> Regione del Veneto.La D.G.R.V. 2816/09 che approva la cartografia ufficiale degli habitat per il SICIT3210042.METODOLOGIALa procedura <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong> incidenza deve fornire una documentazione utile ain<strong>di</strong>viduare e valutare i principali effetti che il piano/progetto (o intervento) può avere sulsito Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi <strong>di</strong> conservazione del medesimo.Il percorso logico <strong>della</strong> valutazione d'incidenza è delineato nella guida metodologica"Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites.Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the HabitatsDirective 92/43/EEC" redatto dalla Oxford Brookes University per conto <strong>della</strong>Commissione Europea DG Ambiente.Il documento è <strong>di</strong>sponibile in una traduzione italiana, non ufficiale, a cura dell'UfficioStampa e <strong>della</strong> Direzione regionale dell'ambiente Servizio VIA - Regione autonoma FriuliVenezia Giulia, "Valutazione <strong>di</strong> piani e progetti aventi un'incidenza significativa suisiti <strong>della</strong> rete Natura 2000. Guida metodologica alle <strong>di</strong>sposizioni dell'articolo 6,paragrafi 3 e 4 <strong>della</strong> <strong>di</strong>rettiva "Habitat" 92/43/CEE".La metodologia procedurale proposta nella guida <strong>della</strong> Commissione è un percorso <strong>di</strong>analisi e valutazione progressiva che si compone <strong>di</strong> 4 fasi principali:FASE 1: Verifica (screening) - processo che identifica la possibile incidenzasignificativa su un sito <strong>della</strong> rete Natura 2000 <strong>di</strong> un piano o un progetto, singolarmenteo con<strong>giunta</strong>mente ad altri piani o progetti, e che porta all'effettuazione <strong>di</strong> unavalutazione d'incidenza completa qualora l'incidenza risulti significativa;FASE 2: Valutazione "appropriata" - analisi dell'incidenza del piano o del progettosull'integrità del sito, singolarmente o con<strong>giunta</strong>mente ad altri piani o progetti, nelrispetto <strong>della</strong> struttura e <strong>della</strong> funzionalità del sito e dei suoi obiettivi <strong>di</strong> conservazione,e in<strong>di</strong>viduazione delle misure <strong>di</strong> mitigazione eventualmente necessarie;FASE 3: Analisi <strong>di</strong> soluzioni alternative - in<strong>di</strong>viduazione e analisi <strong>di</strong> eventualisoluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitandoincidenze negative sull'integrità del sito;FASE 4: Definizione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> compensazione - in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> azioni, anchepreventive, in grado <strong>di</strong> bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistanosoluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenzanegativa, ma per motivi imperativi <strong>di</strong> rilevante interesse pubblico sia necessario che ilprogetto o il piano venga comunque realizzato.L'iter delineato nella guida non corrisponde necessariamente a un protocolloprocedurale: molti passaggi possono essere, infatti, seguiti "implicitamente" ed esso deve,comunque, essere calato nelle varie procedure già previste, o che potranno esserepreviste, dalle Regioni e Province Autonome.Occorre, inoltre, sottolineare che i passaggi successivi fra le varie fasi non sonoobbligatori, ma sono consequenziali alle informazioni e ai risultati ottenuti: ad esempio, sele conclusioni alla fine <strong>della</strong> fase <strong>di</strong> verifica in<strong>di</strong>cano chiaramente che non ci potranno4


Area SIC IT3210042essere effetti con incidenza significativa sul sito, non occorre procedere alla fasesuccessiva.Nello svolgere il proce<strong>di</strong>mento <strong>della</strong> valutazione d'incidenza è consigliabile l'adozione<strong>di</strong> matrici descrittive che rappresentino, per ciascuna fase, una griglia utileall'organizzazione standar<strong>di</strong>zzata <strong>di</strong> dati e informazioni, oltre che alla motivazione delledecisioni prese nel corso <strong>della</strong> procedura <strong>di</strong> valutazione.La stesura <strong>della</strong> presente Valutazione d’Incidenza, è avvenuta nell’osservazione delle<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al D.G.R. 3173 del 10 ottobre 2006 <strong>della</strong> Regione Veneto.La relazione è stata redatta sulla base <strong>di</strong>:• informazioni naturalistiche complessive sul territorio in esame;• conoscenze relative ai principi ispiratori <strong>della</strong> Rete Natura 2000 e alle sue possibiliricadute applicative;• stu<strong>di</strong> precedenti; in particolare sono state prese in considerazione le conclusionidello Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Impatto Ambientale effettuato per il progetto in questione;• rilievi <strong>di</strong> dettaglio condotti in campo.SCREENING1.1 FASE 1: NECESSITÀ DI SOTTOPORRE IL PROGETTO ALLA VALUTAZIONE DIINCIDENZALe azioni previste dal Piano rientrano in parte nel Paragrafo 3 dell’Allegato A <strong>della</strong>DGR 3173 del 10.10.2006 che elenca tutti i piani, progetti e gli interventi <strong>di</strong>rettamenteconnessi o necessari alla gestione dei siti <strong>della</strong> rete Natura 2000 e che per loro intrinsecanatura possono essere considerati non significativamente incidenti sulla rete stessa.L’area interessata rientra interamente all’interno <strong>di</strong> un sito <strong>della</strong> Rete Natura 2000: ilSIC IT3210042 “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine”.La localizzazione dell’area interessata dal Piano Ambientale, pertanto, rendein<strong>di</strong>spensabile la valutazione delle sue potenziali incidenze sul sito <strong>della</strong> Rete Natura 2000precedentemente citato sia isolatamente che con<strong>giunta</strong>mente con altri piani o progetti,valutando se tali effetti possono oggettivamente essere considerati irrilevanti.1.2 FASE 2: CARATTERISTICHE DEL PROGETTO1.2.1 Obiettivi del PianoAll’interno del Piano Ambientale è prevista una serie <strong>di</strong> azioni mirate allavalorizzazione ambientale e al miglioramento <strong>della</strong> fruibilità <strong>di</strong>dattico-ricreativa del Parcodel Pontoncello.Sulla base delle considerazioni derivanti dagli stu<strong>di</strong> specialistici, l’area del Parco èstata sud<strong>di</strong>visa in due zone omogenee in base alle caratteristiche morfologiche,paesaggistiche e naturalistiche in<strong>di</strong>viduate nella specifica tavola cartografica.Ogni zona trova nella normativa le in<strong>di</strong>cazioni necessarie alla tutela e valorizzazione.Zona <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata: zona sottoposta a regime <strong>di</strong> massima tutela. Ilsuolo, il sottosuolo, le acque, la vegetazione, la fauna sono rigorosamente protetti. Sonoconsentiti solo gli interventi, a cura o sotto il controllo dell'ente gestore finalizzati allaprotezione dell'ambiente e alla ricostituzione degli equilibri naturali, propri dell'ambiente.La zona identificata non presenta inse<strong>di</strong>amenti antropici permanenti e attività produttiveincompatibili. L'accesso ai visitatori è consentito alle con<strong>di</strong>zioni e secondo le norme delpiano ambientale e dei regolamenti adottati dall'ente gestore. All'interno <strong>di</strong> questa zona5


Area SIC IT3210042può essere consentito l'esercizio <strong>di</strong> punti educativi e <strong>di</strong>dattici, gestibili da terzi, suautorizzazione dell'ente, revocabile qualora la gestione si svolga in modo pregiu<strong>di</strong>zievoleper la finalità <strong>della</strong> riserva. Si deve assicurare la tutela e/o la ricostruzione <strong>di</strong> un ambienteidoneo alla conservazione delle specie animali e vegetali cercando <strong>di</strong> mantenere eincrementare la bio<strong>di</strong>versità Inoltre nelle aree incluse nella Riserva Naturale Orientatal'evoluzione dell'ambiente viene sorvegliato e orientato scientificamente grazie all'ausilio <strong>di</strong>un Comitato Tecnico Scientifico.Zona agricola <strong>di</strong> tutela: il suolo, il sottosuolo, le acque, la vegetazione, la faunasono rigorosamente protetti. Zona dove si prevede la conduzione agricola dei terrenisecondo una tipologia a basso impatto ambientale. E' consentito l'esercizio, sia a curadell'ente gestore che ad opera <strong>di</strong> altri enti pubblici, organismi associativi o privati, <strong>di</strong> attivitàagricole, in forme compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti con le finalità<strong>della</strong> Riserva Naturale e con le Norme <strong>di</strong> Attuazione del Piano Ambientale. Il piano puòconsentire l'accesso con mezzi meccanici, la cura delle carrarecce, il mantenimento dellestesse purché esclusivamente in funzione delle attività consentite e previste per la correttagestione <strong>della</strong> Riserva Naturale.Gli aspetti generali su cui il Piano dà in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> carattere generale sono i seguenti:Flora e vegetazioneSulla base delle conoscenze acquisite nel corso delle indagini preliminari alla stesuradel Piano Ambientale è stato possibile in<strong>di</strong>viduare alcuni obiettivi da raggiungere pervalorizzare il patrimonio botanico del Parco naturale oltre che tutelarne la conservazione.Le attività <strong>di</strong> ricerca e gli interventi gestionali dovranno puntare al raggiungimento deiseguenti obiettivi:1. incrementare le conoscenze <strong>di</strong> base nella Riserva Naturale Orientata e non solo(anche per la zona agricolo-forestale) per arrivare ad una precisa interpretazionedel <strong>di</strong>namismo <strong>della</strong> vegetazione;2. mettere in atto delle strategie finalizzate alla conservazione dei tipi <strong>di</strong>vegetazione caratteristici dell’area in relazione anche alla presenza <strong>di</strong> micro emacro fauna;3. mettere in atto delle strategie finalizzate alla conservazione delle specie rare eall’incremento delle loro popolazioni;4. progettare degli interventi mirati alla ricostruzione <strong>di</strong> habitat scomparsi inconseguenza delle attività antropiche;5. gestione e mantenimento <strong>di</strong> tutta la rete idrica presente utilizzando tecniche <strong>di</strong>bioingegneria idonee;FaunaAttualmente il Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello è costituito da un interessante equilibriofaunistico. Dalle relazioni <strong>di</strong> analisi si desume la presenza <strong>di</strong> una fauna, almeno nella zona<strong>di</strong> riserva naturale orientata, <strong>di</strong> notevole valore naturalistico con specie appartenenti a liste<strong>di</strong> tutela internazionali.Obiettivo prioritario quin<strong>di</strong> deve essere quello <strong>di</strong> tutelare la fauna presente evalorizzarla attraverso specifici progetti. La zona agricolo-forestale e le zona <strong>di</strong>penetrazione, che seppure destinate ad attività <strong>di</strong>fferenti e maggiormente integrate con lapresenza dell'uomo, hanno la funzione <strong>di</strong> "cuscinetti" faunistici.Vengono qui <strong>di</strong> seguito elencate le modalità gestionali per il raggiungimento degliobiettivi proposti:6


Area SIC IT3210042a. incrementare le conoscenze <strong>di</strong> base nell’area protetta per le specie e/o i gruppifaunistici poco conosciuti;b. effettuare ricerche specifiche su alcune specie <strong>di</strong> particolare interesse eimportanza per la loro presenza all'interno dell'area protetta;c. effettuare un monitoraggio delle specie più significative, che hanno risentito erisentono in maniera più o meno <strong>di</strong>retta delle attività antropiche o comunquenecessitano <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> conservazione essendo inserite in elenchi <strong>di</strong> specieprotette a norma <strong>di</strong> legge;d. progettare interventi <strong>di</strong> conservazione, finalizzati al miglioramento dello status e<strong>della</strong> consistenza delle popolazioni in relazione alle potenzialità ambientali;e. monitorare siti a <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> antropizzazione e <strong>di</strong> gestione usandobioin<strong>di</strong>catori per valutare gli effetti degli interventi antropici sulle comunitàanimali;f. gestione faunistica <strong>della</strong> componente vegetale nell'ambito dell'area ad utilizzoagricoloforestale e nella zone a destinazione agricola anche esterne all'area.Tutto questo per favorire la presenza <strong>di</strong> fauna selvatica. Creazione <strong>di</strong> siepi, <strong>di</strong>prati polifiti e monofiti.AgronomiaLe norme, che il Piano ambientale prevede per la conduzione agricola dei terrenifacenti parte dell’area protetta, hanno lo scopo principale <strong>di</strong> proteggere l’ambiente naturalesenza apportare drastici cambiamenti al sistema <strong>di</strong> conduzione attuale.Gli obiettivi del Piano possono essere così riassunti:1. mantenimento delle coltivazioni tipiche con l’impiego delle tecniche tra<strong>di</strong>zionali;2. promuovere ed incentivare l'utilizzo <strong>di</strong> concimi organici nelle attività agricole entrol'area del Parco naturale ma anche nelle zone agricole confinanti con l'areanaturale;3. promozione dell’agricoltura biologica e <strong>della</strong> foraggicoltura estensiva;4. eventuale proposta <strong>di</strong> conversione dei seminativi a prato stabile con sfalciocontrollato;5. messa a riposo dei seminativi, con sviluppo <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> servizio all’ambiente e <strong>di</strong>ripopolamento faunistico.Accessibilità, urbanistica ed e<strong>di</strong>liziaI progetti urbanistico - e<strong>di</strong>lizi contenuti nel Piano, hanno lo scopo principale <strong>di</strong>proteggere l’ambiente naturale e il patrimonio storico-architettonico, favorendo lo svilupposociale, culturale ed economico in modo compatibile.L’accesso alla palude da parte dei visitatori e degli addetti dovrà avvenirepreferibilmente attraverso un percorso pedo-ciclabile che escluda i mezzi a motore.E’ comunque necessario prevedere la possibilità <strong>di</strong> accesso oltre che ai <strong>di</strong>sabili,anche ad un numero limitatissimo <strong>di</strong> automezzi <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni per il trasporto <strong>di</strong>attrezzature relative alla gestione, allo stu<strong>di</strong>o e alla ricerca.Il Piano Ambientale prevedrà opere <strong>di</strong> adeguamento e manutenzione delle stra<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>accesso per consentire un sicuro transito, considerando anche la possibilità <strong>di</strong> realizzaredei piccoli parcheggi in prossimità <strong>di</strong> ogni accesso.I percorsi pedo-ciclabili che si snodano nel Parco andranno adeguatamentevalorizzati e sistemati.L’obiettivo dell’incentivazione del ruolo <strong>di</strong>dattico – scientifico, che il Parco naturalesvolge già parzialmente, deve trovare uno sviluppo e un giusto equilibrio con la tutela del7


Area SIC IT3210042livello <strong>di</strong> naturalità dell’area stessa. A tale fine i percorsi interni saranno limitati ad alcuneparti, all’interno delle quale saranno posizionati dei punti <strong>di</strong> osservazioni a terra.I sentieri dovranno quin<strong>di</strong> essere oggetto <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> manutenzione e adeguamento,mentre i punti <strong>di</strong> osservazione dovranno essere eseguiti secondo schemi tipici con l’uso <strong>di</strong>materiali naturali.Per quanto riguarda la segnaletica in<strong>di</strong>cativa dei percorsi, delle norme <strong>di</strong>comportamento, degli aspetti geologici, faunistici e floreali si dovranno prevedere nuovetipologie da inserire lungo tutto il confine del Parco naturale e nei punti principali <strong>di</strong>accesso.Le reti tecnologiche aeree costituite da condotti elettrici e telefonici vengonoconsiderate elementi detrattori del paesaggio, pertanto nel Piano Ambientale prevedrà,dove possibile, il loro interramento.Eventuali manufatti <strong>di</strong> servizio ai visitatori dovranno integrarsi con l’ambientenaturale, come ad esempio i contenitori porta rifiuti, tavoli e panchine per la sosta lungo ilpercorso pedo-ciclabile, recinzioni e protezioni per la sicurezza, cartellonistica.Tema idrogeologicoLe azioni in<strong>di</strong>viduate, riprese poi nelle norme <strong>di</strong> attuazione, dovranno garantire lamiglior stabilità ed equilibrio idrico ed idrogeologico, al fine <strong>di</strong> garantire la buonafunzionalità del sistema naturale A<strong>di</strong>ge – Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello.Per il mantenimento <strong>di</strong> un assetto idraulico adatto a salvaguardare gli habitat delParco naturale <strong>di</strong> Pontoncello sarà necessario effettuare alcuni interventi:a. conservazione degli ambienti contigui al fiume A<strong>di</strong>ge;b. manutenzione degli ambienti umi<strong>di</strong> presenti nel Parco;c. ripristino e formazione fossi del Parco;d. monitoraggio delle acque.1.2.2 Descrizione delle azioni <strong>di</strong> Piano previste dal Programma FinanziarioIl programma finanziario stabilisce gli interventi ritenuti prioritari da attuare inriferimento agli obiettivi del Piano Ambientale, determinando una previsione <strong>di</strong> massima<strong>della</strong> spesa relativa a ciascuna azione in<strong>di</strong>viduata. Dovrà quin<strong>di</strong> essere effettuatoannualmente un aggiornamento sulla base delle <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> bilancio, <strong>della</strong> progressivaattuazione dei programmi biennali ed in relazione agli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma raggiunti congli Enti coinvolti in ciascuna iniziativa <strong>di</strong> interesse <strong>comune</strong>.Si riportano <strong>di</strong> seguito le principali proposte <strong>di</strong> intervento necessarie ai fini <strong>della</strong>gestione del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalP. A.: alcune, ritenute prioritarie, sono state inserite nel primo programma biennale, con irelativi costi, e riportate in modo sintetico nella tabella riassuntiva.Sistema relazionaleStrutture <strong>di</strong> accoglienzaSi prevede la realizzazione <strong>di</strong> strutture funzionali alla fruizione del Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello, per la realizzazione <strong>di</strong> foresteria e/o attività <strong>di</strong> servizio anche in zone esterne.Aree attrezzatePer le attività ricreative si prevedono delle aree attrezzate nella zona <strong>di</strong> tutelaagricola.Punti <strong>di</strong> accessoPresso i punti <strong>di</strong> accesso al Parco si prevede l’installazione <strong>di</strong> bacheche illustrativecon adeguate cartografie e descrizioni ambientali, botaniche, faunistiche e storichedell’area.8


Area SIC IT3210042Punti <strong>di</strong> osservazioneSi prevede la realizzazione <strong>di</strong> siti idonei alle attività <strong>di</strong>dattico - scientifiche e <strong>di</strong>controllo.Sentieri naturaSi prevede la realizzazione <strong>di</strong> un percorso in entrambe le porzioni del Parco in destrae in sinistra orografica per guidare i visitatori <strong>della</strong> Riserva Naturale Orientata nel rispettodegli habitat e delle specie presenti.Sistema delle connessioniPer rendere più agevole la fruizione <strong>di</strong> tutta l’area del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello siipotizzano:• la realizzazione <strong>di</strong> un anello ciclo-pedonale costituito dai percorsi arginali compresifra il Ponte Perez a Zevio e la Diga posta a monte del Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello, ove sarà necessario realizzare il collegamento, dando la priorità aquest’ultimo intervento;• la realizzazione <strong>di</strong> un attraversamento fluviale a mezzo traghetto (“Passo volante”)in corrispondenza del vecchio porto.Segnaletica e accessoriLungo i percorsi che attraversano il Parco è opportuno prevedere la posa in opera <strong>di</strong>tabelle <strong>di</strong>dattico - informative utili alla comprensione delle caratteristiche naturali e delterritorio e la collocazione <strong>di</strong> elementi d’arredo opportuni per la fruizione sostenibiledell’area naturalistica (es.: panchine, cestini, ...).Sistema ambientaleFloraPer il raggiungimento <strong>di</strong> alcuni obiettivi del Piano Ambientale, in particolare quellorelativo al mantenimento e all’aumento <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità nell’area del Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello, risultano fondamentali le attività <strong>di</strong> sistemazione e <strong>di</strong> ampliamento deglihabitat: si prevede quin<strong>di</strong> il rimboschimento con specie arboree ed arbustive tipiche deiboschi ripari e golenali.Su un’area <strong>della</strong> riserva orientata, le cui <strong>di</strong>mensioni e posizione saranno daconcordare, si potrà intervenire con la messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> specie arbustive ed arboreeautoctone. L’intervento mirerà ad aumentare il numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> alcune specie ed a<strong>di</strong>ntrodurne altre che tipicamente allignano in questi ambienti.La scelta delle specie sarà fatta a fronte anche degli approfon<strong>di</strong>menti previsti (ve<strong>di</strong>Monitoraggi, ricerche e stu<strong>di</strong>), ma in ogni caso l’orientamento potrebbe essere quello <strong>di</strong>ricostruire la serie vegetazionale tipica <strong>di</strong> questi ambienti:• bosco ripariale (Pioppi e salici);• bosco golenale (olmo, già presente ma con pochi in<strong>di</strong>vidui; farnia e frassino);• bosco planiziale (da ricreare utilizzando una o più delle aree attualmente aseminativo, con carpino bianco e farnia).Rimane inteso che oltre al lavoro <strong>di</strong> rimboschimento saranno da effettuare anche lecure colturali.FaunaAl fine <strong>della</strong> conservazione e <strong>della</strong> gestione faunistica del parco <strong>di</strong> Pontoncello siprevedono le seguenti azioni:1) aumento <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità vegetale e miglioramento <strong>della</strong> struttura <strong>della</strong>vegetazione (ad es. impianti <strong>di</strong> Olmo campestre, Ontano nero, Farnia a struttura forestale;9


Area SIC IT3210042impianti <strong>di</strong> siepi con Rubus sp.pl. e altre essenze che producono bacche). I popolamentianimali si <strong>di</strong>versificano in relazione alle <strong>di</strong>fferenti comunità vegetali e utilizzano le variepiante e le <strong>di</strong>verse strutture vegetazionali per motivi trofici, <strong>di</strong> rifugio e <strong>di</strong> riproduzione.2) Conservazione accurata ed ampliamento delle fasce a canneto a Phragmitesaustralis, Typha latifolia, T. angustifolia, Arundo donax, per favorire la fitodepurazione, lani<strong>di</strong>ficazione e il rifugio durante la migrazione <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> passeriformi <strong>di</strong> palude<strong>di</strong>venute rare (es. Cannaiola, Cannareccione, Forapaglie, Salciaiola, Migliarino <strong>di</strong> palude,Pendolino). Conservazione ed ampliamento delle aree a prato e degli incolti erbacei sullescarpate degli argini e al limite dei campi coltivati, per favorire la presenza <strong>di</strong> varie specie<strong>di</strong> rettili (es. Orbettino), uccelli (Quaglia, Allodola, Cutrettola) e insetti (es. farfalle e apiimportanti per l’impollinazione);3) Controllo <strong>della</strong> qualità dell’acqua attraverso analisi chimiche e biologiche. Nellearee ripariali vivono numerosissime specie <strong>di</strong> invertebrati importanti in<strong>di</strong>catori dello stato <strong>di</strong>salute delle acque e piante acquatiche con funzione fitodepuratrice (es. eliminazione deimetalli pesanti);4) Conservazione dei fossati e piccoli corsi d’acqua, e controllo delle popolazioni <strong>di</strong>Gambero rosso <strong>della</strong> Louisiana e <strong>della</strong> Tartaruga dalle orecchie rosse. Queste azionisono fondamentali per la sopravvivenza <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> anfibi ritenute in declino comela Rana <strong>di</strong> Lataste (specie endemica <strong>della</strong> Pianura Padana) il Tritone crestato, il Tritonepunteggiato e varie specie <strong>di</strong> pesci;5) Apposizione <strong>di</strong> cassette nido per favorire la riproduzione <strong>di</strong> uccelli che ni<strong>di</strong>ficanonei boschi maturi (Cinciallegra, Picchio muratore, Torcicollo, Pigliamosche), importantipredatori <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> insetti dannose a livello forestale (es. Ifantria) e agricolo.Sistema idraulicoIl presente Piano prevede quin<strong>di</strong> interventi che riguardano essenzialmente:1. la stabilizzazione dei terrazzamenti golenali contro l’erosione idro<strong>di</strong>namica delfiume;2. la gestione e selezione <strong>della</strong> vegetazione in alveo al fine che quest’ultima non<strong>di</strong>venti un elemento <strong>di</strong> rischio idraulico per il Parco e per i tratti <strong>di</strong> fiume a valle.Monitoraggi, ricerche e stu<strong>di</strong>FloristiciLa flora e la vegetazione del Parco del Pontoncello necessitano <strong>di</strong> essere indagateulteriormente e puntualmente, sia per completare la fase conoscitiva dell’area sia pervalutare gli eventuali effetti degli interventi gestionali via via attuati.FaunisticiPer la manutenzione e la gestione faunistica si propongono le seguenti azioni:a) Monitoraggio a cadenza biennale delle popolazioni delle specie animaliconsiderate prioritarie a livello europeo (SPEC 1, 2, 3 delle <strong>di</strong>rettive CEE; ad es.Rana <strong>di</strong> Lataste, Averla piccola etc.);b) Censimento quantitativo con meto<strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzati con cadenza biennale dellespecie ni<strong>di</strong>ficanti <strong>di</strong> uccelli presenti nei vari ambienti in<strong>di</strong>viduati con lazonizzazione;c) Stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> <strong>di</strong>stribuzione e consistenza <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> coleotteri carabi<strong>di</strong>geoadefagi, importanti in<strong>di</strong>catori del grado <strong>di</strong> naturalità ambientale;d) Stu<strong>di</strong>o dei macroinvertebrati acquatici, importanti bioin<strong>di</strong>catori <strong>della</strong> qualità delleacque tramite il metodo dell’E.B.I (Extended Biotic Index);e) Stu<strong>di</strong>o dei micromammiferi tramite l’analisi delle borre dei rapaci notturni.Organismo <strong>di</strong> gestione10


Area SIC IT3210042E’ necessario istituire un organismo <strong>di</strong> gestione del Parco naturale per attuare il P.A.e concretizzare ove possibile il presente Programma Finanziario <strong>di</strong> Massima Biennaletramite le <strong>di</strong>sponibilità finanziarie del proprio bilancio e tramite contributi Regionali e/oEuropei.1.2.3 Descrizione delle misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a (art. 6 <strong>della</strong> L.R. 40/84)L’articolo citato sancisce che nelle zone in<strong>di</strong>viduate quali aree protette si applicano, apartire dalla <strong>deliberazione</strong> <strong>di</strong> approvazione, i <strong>di</strong>vieti in<strong>di</strong>viduati tra i seguenti dalprovve<strong>di</strong>mento del Consiglio regionale:a) apertura <strong>di</strong> nuove strade, a eccezione <strong>di</strong> quelle a servizio dell'attività agrosilvopastorale;b) esecuzione <strong>di</strong> tagli boschivi, anche parziali, a eccezione dei tagli per lacoltivazione del pioppo, nonché <strong>di</strong> quelli necessari per evitare il deterioramento delpopolamento, salvo quanto previsto dalle successive prescrizioni;c) riduzione a coltura dei terreni boschivi;d) movimenti <strong>di</strong> terreno e scavi suscettibili <strong>di</strong> alterare l'ambiente;e) apertura <strong>di</strong> nuove cave e riapertura <strong>di</strong> quelle inattive da oltre un anno;f) esercizio venatorio con esclusione <strong>della</strong> caccia <strong>di</strong> selezione;g) interventi <strong>di</strong> bonifica <strong>di</strong> qualsiasi tipo;h) interventi che mo<strong>di</strong>fichino il regime o la composizione delle acque;i) raccolta, asportazione e danneggiamento <strong>della</strong> flora spontanea, e delle singolaritàgeologiche e mineralogiche;l) introduzione <strong>di</strong> specie animali e vegetali suscettibili <strong>di</strong> provocare alterazioniecologicamente dannose;m) navigazione a motore sui corsi d'acqua con motori superiori a Hp. 5 effettivi;n) uso dei mezzi motorizzati in percorsi fuori strada, con esclusione dei mezzinecessari ai lavori agricoli, alle utilizzazioni boschive e per i servizi <strong>di</strong> protezionecivile e <strong>di</strong> rifornimento dei rifugi alpini;o) abbandono dei rifiuti;p) altre attività specifiche che rechino danno ai valori tutelati.Si applicano inoltre le prescrizioni in<strong>di</strong>viduate tra quelle <strong>di</strong> seguito elencate:1) sono consentiti i tagli boschivi secondo le previsioni dei piani economici silvopastoralie le prescrizioni <strong>di</strong> massima <strong>di</strong> polizia forestale;2) tra gli interventi <strong>di</strong> cui alle lettere g), h), i), l) sono consentiti quelli relativi alle opereper il sod<strong>di</strong>sfacimento dei fabbisogni idropotabili e quelli relativi alle opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesaidrogeologica e per l'acquacoltura, l'irrigazione e lo scolo delle acque, nonchéquelli relativi alle attività agricole in atto;3) sono consentite solamente costruzioni pertinenti alla conduzione agricola, convolumetria, riferita alla sola residenza ammessa, non superiore a 0,001 mc/mq, ecomunque non oltre i 1.300 mt. <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne;4) per gli e<strong>di</strong>fici esistenti, sono consentiti unicamente interventi <strong>di</strong> manutenzioneor<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria, <strong>di</strong> restauro e risanamento conservativo, <strong>di</strong> adeguamentoigienico, nonché la demolizione totale o parziale, fatte salve le malghe, esclusacomunque qualsiasi trasformazione d'uso;5) non sono consentite nuove recinzioni delle proprietà se non con siepi, salvo lerecinzioni temporanee a protezione delle attività silvo- pastorali e quellestrettamente pertinenti agli inse<strong>di</strong>amenti e<strong>di</strong>lizi e agli usi agricoli e zootecnici.11


Area SIC IT3210042I <strong>di</strong>vieti e le prescrizioni in<strong>di</strong>viduati ai sensi del presente articolo si applicano finoall'entrata in vigore delle leggi regionali istitutive del parco o <strong>della</strong> riserva e comunque pernon più <strong>di</strong> cinque anni.1.2.4 Distanza dai siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000L’area interessata ricade all’interno del sito SIC IT3210042 “Fiume A<strong>di</strong>ge tra VeronaEst e Ba<strong>di</strong>a Polesine”.Si rileva la presenza, in <strong>di</strong>rezione sud-est ad una <strong>di</strong>stanza minima <strong>di</strong> 3.500 m, delSIC-ZPS 3210019 “Sguazzo <strong>di</strong> Rivalunga” e, ad una <strong>di</strong>stanza minima <strong>di</strong> 5.900 m nellamedesima <strong>di</strong>rezione, del SIC-ZPS IT3210014 “Palude del Finiletto – Sguazzo del Vallese”.Per questi ultimi, considerata la <strong>di</strong>stanza e la mancanza <strong>di</strong> interconnessioniecologiche con il fiume A<strong>di</strong>ge (presenza continua <strong>di</strong> terreni destinati ad agricolturaintensiva, viabilità e tessuto urbano <strong>di</strong>scontinuo), non è ipotizzabile alcun tipo <strong>di</strong> incidenza.1.2.5 Localizzazione dell’areaL’area è localizzata imme<strong>di</strong>atamente a valle <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Pontoncello e segue ilcorso del Fiume A<strong>di</strong>ge per circa 2 km. Dal punto <strong>di</strong> vista amministrativo il territoriosoggetto a tutela è sud<strong>di</strong>viso tra i comuni <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo (sponda in sinistraidrografica), <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto e <strong>di</strong> Zevio (sponda in destra idrografica),localizzazione area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (in blu))12


Area SIC IT32100421.2.6 In<strong>di</strong>cazioni derivanti dagli strumenti <strong>di</strong> pianificazionePiano Territoriale Regionale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento (P.T.R.C.)L’area in oggetto ricade negli ambiti territoriali così classificati nel P.T.R.C.:• il tratto <strong>di</strong> fiume A<strong>di</strong>ge compreso tra gli abitati <strong>di</strong> Verona e Ba<strong>di</strong>a Polesine èclassificato come ambito naturalistico <strong>di</strong> livello regionale;• il tratto <strong>di</strong> fiume A<strong>di</strong>ge compreso tra gli abitati <strong>di</strong> Verona e Ba<strong>di</strong>a Polesine èclassificato come area SIC IT3210042 (Sito <strong>di</strong> Interesse Comunitario).Per quanto riguarda l’area classificata come ambito naturalistico a livello regionalel’art.19 del PTRC demanda agli strumenti urbanistici subor<strong>di</strong>nati il compito <strong>di</strong>orientare le proprie azioni verso obiettivi <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a, tutela, ripristino evalorizzazione delle risorse che la caratterizzano. In particolare demanda al PianoTerritoriale Provinciale la definizione <strong>di</strong> norme volte alla tutela e valorizzazione <strong>di</strong>particolari siti o aree anche con l’imposizione <strong>di</strong> prescrizioni progettuali nel caso <strong>di</strong>interventi che apportino mo<strong>di</strong>ficazioni consistenti dello stato dei luoghi.Piani Regolatori Generali vigentiPer quanto riguarda il Comune <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, nel PAT (Tav. 2 “Cartadelle Invarianti”) l’area del Parco ricade all’interno dell’“Ambito naturalistico dell’A<strong>di</strong>ge” nelquale costituiscono invariante da tutelare e valorizzare i caratteri naturalistici-ambientali enell’“Ambito per la formazione dei parchi e delle riserve naturali <strong>di</strong> interesse <strong>comunale</strong>”,all’interno dell’ATO sistema “A” con caratteri dominanti del sistema paesaggisticoambientale, e nello specifico nel sottosistema “A1”- Ambito del fiume A<strong>di</strong>ge e nellospecifico nell’ATO “A1.1 – Parco dell’A<strong>di</strong>ge”.Per quanto riguarda il Comune <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo nel PRG vigente l’arearicade in ZTO E Agricola – sottozona E1 speciale.Per quanto riguarda il Comune <strong>di</strong> Zevio nel PRG vigente l’area ricade in ZTO E1Rurale.1.3 FASE 3: VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DELLE INCIDENZE1.3.1 Definizione dei limiti spaziali e temporali dell’analisiLe azioni <strong>di</strong> Piano insistono all’interno <strong>della</strong> fascia fluviale e non interessano zoneesterne ad essa. Eventuali influenze su habitat e specie tutelati saranno generateall’interno del sito, in considerazione che all’esterno <strong>della</strong> fascia fluviale il valorenaturalistico ambientale è scarso.Al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le incidenze si è proceduto ad effettuare degli stu<strong>di</strong> specialistici<strong>di</strong> dettaglio, con particolare riferimento a quelle componenti naturalistiche che risultanomaggiormente coinvolte dall’intervento, ovvero l’elemento fitosociologico e, per quantoriguarda la fauna, l’aspetto ornitologico.Le indagini <strong>di</strong>rette sono state svolte nel periodo compreso tra il mese <strong>di</strong> April 2010 eil mese <strong>di</strong> Maggio 2010 – Gennaio 2011. Sono stati, inoltre, utilizzati dati bibliograficiprodotti in un ampio periodo <strong>di</strong> tempo compreso tra il 1990 e il 2010.13


Area SIC IT3210042Le indagini svolte sono state:TIPOLOGIA LIMITE SPAZIALE METODO OBIETTIVOInquadramentonaturalisticogeneraleUso del suoloStu<strong>di</strong>od’inquadramentofaunistico generaleStu<strong>di</strong>o ornitologico<strong>di</strong> dettaglio10 KmBuffer 400 mVastoArea <strong>di</strong> interventoIndaginecartografica ebibliograficaFotointerpretazionee verifica in situIndaginebibliograficaRilievi in campo ericerca bibliograficaVerificare presenza <strong>di</strong>interconnessioni ecologicheIn<strong>di</strong>viduare presenza <strong>di</strong> habitatnaturaliformi in zone conterminiVerificare presenza speciefaunistiche <strong>di</strong> interesseconservazionisticoVerificare presenza avifauna <strong>di</strong>interesse conservazionistico1.3.2 Descrizione dei siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000 interessatiIl Sito <strong>di</strong> Importanza Comunitaria “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine”si estende per una superficie <strong>di</strong> 2090,00 Ha, <strong>di</strong>slocati in una stretta fascia riparia lungo ilfiume A<strong>di</strong>ge per una lunghezza complessiva <strong>di</strong> 149 Km nella provincia <strong>di</strong> Verona, ad unaquota compresa tra 50 e 11 m s.l.m., corrispondente ad un valore me<strong>di</strong>o pari a 24 ms.l.m.; secondo il criterio <strong>di</strong> classificazione dei siti Natura 2000 è ubicato nella regionebiogeografica continentale.Il co<strong>di</strong>ce attribuito al sito è IT3210042.Si riportano <strong>di</strong> seguito ulteriori dati generali relativi al sito SIC in questione inclusi nelformulario Standard Natura 2000 scaricabile dal sito internet ufficiale <strong>della</strong> Regione Veneto(Fonte: www.regione.veneto.it).Tipo <strong>di</strong> sito: B (sito proponibile come SIC senza relazioni con un altro sito NATURA 2000)Data <strong>di</strong> compilazione: 04/2007Data aggiornamento: 04/2007Data classificazione sito SIC: /Localizzazione centro sito: Longitu<strong>di</strong>ne E 11° 13’ 1 2’’ - Latitu<strong>di</strong>ne N 45° 18’ 05’’Descrizione del sitoTipi <strong>di</strong> Habitat% <strong>di</strong> coperturaCorpi d'acqua interni (acque stagnanti e correnti) 90Torbiere, Stagni, Palu<strong>di</strong>, Vegetazione <strong>di</strong> cinta 5Altri (inclusi abitati, strade <strong>di</strong>scariche, miniere e aree industriali) 5Totale copertura 100 %Altre caratteristiche del sitoTratto del fiume A<strong>di</strong>ge con presenza <strong>di</strong> ampie zone <strong>di</strong> argine ricoperte davegetazione arbustiva idrofila e con qualche relitta zona golenale.Qualità e importanzaIl tratto fluviale in questione riveste notevole importanza per varie entità legate alleacque correnti non troppo rapide. Potrebbe rivestire importanza per la specie Petromyzonmarinus non più segnalata dal 1987.14


Area SIC IT3210042VulnerabilitàCambiamenti <strong>della</strong> idro<strong>di</strong>namica fluviale e mo<strong>di</strong>fiche in alveo.Habitat elencati in Allegato I Direttiva 92/43/CEEGli habitat presenti all’interno del sito (classificati in base all’allegato I <strong>della</strong> <strong>di</strong>rettiva“Habitat”) sono i seguenti:CODICE DESCRIZIONE HABITAT %COPERTURAPRIORITA’3260corsi d’acqua degli orizzonti <strong>di</strong> pianura a quelli montanicon vegetazione sommersa o galleggiante <strong>di</strong> Ranunculionfluitantis e Callitricho- Batrachion (durante l’estate bassilivelli <strong>di</strong> acqua) o con muschi selvatici.20 Non prioritario92A0 Foreste a galleria <strong>di</strong> Salix alba e Populus alba 5 Non prioritario91E0 * Foreste alluvionali <strong>di</strong> Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior 5 Prioritario6430 Bordure planiziali, montane e alpine <strong>di</strong> megaforbie igrofile 5 Non prioritario3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea 5 Non prioritarioTab.- Habitat elencati in Allegato I Direttiva 92/43/CEE (Fonte: Formulario standard del SIC-ZPS IT3210042)1.3.3 Caratteristiche degli habitat del sito <strong>di</strong> importanza comunitariaDi seguito sono riportate in forma schematica le principali informazioni relative aglihabitat presenti nel sito, desunte dal relativo formulario Natura 2000 riportato in allegato:Cod. 3260tipo habitat (nonprioritario)corsi d’acqua degli orizzonti <strong>di</strong> pianura a quelli montani convegetazione sommersa o galleggiante <strong>di</strong> Ranunculion fluitantis eCallitricho- Batrachion (durante l’estate bassi livelli <strong>di</strong> acqua) ocon muschi selvatici% <strong>di</strong> copertura 20rappresentatività Significativasup. relativa compresa tra 0% e 2%conservazione buonavalutaz. globale SignificativaL’habitat presenta una vegetazione erbacea perenne paucispecifica formata da macrofiteacquatiche a sviluppo prevalentemente subacqueo con apparati fiorali generalmente situati sopra ilpelo dell’acqua. In vegetazione esposta a corrente più veloce (Ranunculion fluitantis) gli apparatifogliari rimangono del tutto sommersi mentre in con<strong>di</strong>zioni reofile meno spinte una parte dellefoglie è portata a livello <strong>della</strong> superficie dell’acqua (Callitricho-Batrachion). In virtù <strong>della</strong> specificitàdell’ambiente (acqua in movimento) la coltre vegetale formata può essere continua ma è piùspesso sud<strong>di</strong>visa in ampie zolle delimitate dai filoni <strong>di</strong> corrente più veloce.L’habitat è sviluppato in corsi d’acqua ben illuminati <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>opiccole oeventualmente nei fiumi maggiori, ma solo ai margini o in rami laterali minori. In ogni caso il fattorecon<strong>di</strong>zionante è la presenza dell’acqua in movimento durante tutto il ciclo stagionale.La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> luce è una fattore critico e perciò questa vegetazione non si inse<strong>di</strong>a incorsi d‘acqua ombreggiati dalla vegetazione esterna. Il mantenimento <strong>della</strong> vegetazione èscoraggiato dal trasporto torbido che intercetta la luce, può danneggiare meccanicamente gliorgani sommersi e può ricoprire le superfici fotosintetiche. Un trasporto rilevante inoltre può15


Area SIC IT3210042innescare fenomeni <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione rapida all’interno delle zolle sommerse <strong>di</strong> vegetazione il cuiesito ultimo è la destabilizzazione delle zolle stesse.Specie Vegetali CaratteristicheRanunculus fluitans, R. tricophyllus, R. circinatus, R. aquatilis, Callitriche obtusangola, C.stagnalis, Potamogeton nodosus, P. pectinatus, P. crispus, P. perfoliatus, Groenlan<strong>di</strong>a densa,Myriophyllum spicatum, Elodea canadensis, Vallisneria spiralis, Sagittaria sagittifolia formavallisnerifolia, Veronica anagallis aquatica forma submersa, Berula erecta forma submersa,Nuphar luteum forma submersa, la forma reofila <strong>di</strong> Ceratophyllum demersum, la briofita Fontinalisantipyretica.Cod. 92AOtipo habitat (non Foreste a galleria <strong>di</strong> Salix alba e Populus albaprioritario)% <strong>di</strong> copertura 5rappresentatività Significativasup. relativa compresa tra 0% e 2%conservazione buonavalutaz. globale SignificativaÈ una formazione forestale improntata dalla presenza <strong>di</strong> salici, in particolare salice bianco,e pioppi, soprattutto pioppo bianco; alle due specie si possono accompagnare in misura <strong>di</strong>versacome abbondanza: pioppo nero, pioppo grigio, ontano nero e olmo. Lo strato arbustivo èvariamente sviluppato e <strong>di</strong>versificato; lo strato erbaceo è sovente rigoglioso e ricco <strong>di</strong> erbe palustri,spesso nitrofile.Forma cordoni forestali lungo le rive dei corsi d’acqua, in particolare lungo i rami secondariattivi durante le piene. Pre<strong>di</strong>lige i substrati sabbiosi mantenuti umi<strong>di</strong> da una falda freaticasuperficiale. I suoli sono giovanili, perché bloccati nella loro evoluzione dalle correnti <strong>di</strong> piena cheasportano la parte superficiale.La collocazione fitogeografica del tipo è prevalentemente me<strong>di</strong>terranea, con penetrazionianche nel soprame<strong>di</strong>terraneo; in questo caso, pur mantenendosi la fisionomia “a galleria”, lacomposizione floristica, soprattutto del sottobosco, perde <strong>di</strong> tipicità e spesso si caratterizza per lapresenza <strong>di</strong> specie nitrofile banali o, più frequentemente, <strong>di</strong> specie esotiche.Specie Vegetali CaratteristicheSalix alba, Salix cinerea, Populus alba, Populus nigra, Ulmus minor, Alnus glutinosa, Rubuscaesius, Frangula alnus, Humulus lupulus, Leucojum aestivum, Viburnum opulus, Bryonia <strong>di</strong>oica,Carex elata, Urtica <strong>di</strong>oica, Iris pseudacorus, Phalaris arun<strong>di</strong>nacea, Cornus sanguinea, Rubusulmifolius, Carex pendula, Lysimachia vulgaris, Solanum dulcamara, Equisetum palustre,Phragmites australis.Cod. 91E0tipo habitat (prioritario) Foreste alluvionali <strong>di</strong> Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior% <strong>di</strong> copertura 5rappresentatività Significativasup. relativa compresa tra 0% e 2%conservazione buonavalutaz. globale SignificativaSi tratta <strong>di</strong> boschi più o meno strettamente legati a corsi d’acqua e/o a rive <strong>di</strong> bacini lacustri.Facendo riferimento ai tipi forestali il salceto <strong>di</strong> salice bianco si trova su suoli sabbiosi con faldaidrica più o meno superficiale. I pioppeti si comportano allo stesso modo, ma su suoli più ricchi <strong>di</strong>ciottoli. L’alneto <strong>di</strong> ontano nero si inse<strong>di</strong>a su suoli molto umi<strong>di</strong> o saturi d’acqua. L’alneto <strong>di</strong> ontano16


Area SIC IT3210042bianco si trova lungo i torrenti <strong>di</strong> zone montane, più ossigenati o su morene umide <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>o o subassi versanti freschi.Si tratta <strong>di</strong> cenosi molto frammentate e <strong>di</strong>sperse sul territorio su piccole superfici in modopiù o meno lineare lungo i corsi d’acqua principali.Cod. 6430tipo habitat (non Bordure planiziali, montane e alpine <strong>di</strong> megaforbie igrofileprioritario)% <strong>di</strong> copertura 5rappresentatività Significativasup. relativa compresa tra 0% e 2%conservazione buonavalutaz. globale SignificativaIl tipo raggruppa comunità con struttura <strong>di</strong>versa, da completamente erbacea emonostratificata ad arbustiva e arborea con più strati <strong>di</strong> vegetazione, tutte <strong>di</strong>sposte su un gra<strong>di</strong>entedeterminato dall’acqua nel suolo.Le comunità riunite in questo tipo hanno una rilevante ricchezza floristica, sono anche fragiliper quanto riguarda l’equilibrio idrico. In particolare nel piano montano e subalpino devono essereattentamente valutate le richieste <strong>di</strong> cattura <strong>di</strong> acqua dai torrenti anche se <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne minore. Invicinanza <strong>di</strong> fitocenosi mo<strong>di</strong>ficate da attività antropiche (prati falciabili, pascoli, coltivazioni) lavegetazione <strong>di</strong> margine può mancare o essere rappresentata da popolazioni isolate <strong>di</strong> alcunespecie che assumono il valore <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per un eventuale ripristino delle comunità.Specie Vegetali CaratteristicheGlechoma hederacea, Epilobium hirsutum, Filipendula ulmaria, Sambucus nigra, Viburnum opulus,Angelica sylvestris, Petasites hybridus, Mentha longifolia, Aegopo<strong>di</strong>um podagraria, Alliariapetiolata, Geranium robertianum, Lythrum salicaria, Calystegia sepium, Typhoides arun<strong>di</strong>nacea,Symphytum officinale, Eupatorium cannabinum, Sambucus ebulus, Urtica <strong>di</strong>oica, Rubus caesius,Galium aparine, Ranunculus ficaria, R. repens, Arctium spp., Lamium maculatum, Humuluslupulus, Solanum dulcamara.Sulla base del rilievo floristico effettuato l’habitat in questione non è presentenell’area oggetto <strong>di</strong> interventoCod. 3220tipo habitat (non Fiumi alpini con vegetazione riparia erbaceaprioritario)% <strong>di</strong> copertura 5rappresentatività Significativasup. relativa compresa tra 0% e 2%conservazione buonavalutaz. globale SignificativaVegetazione erbacea dominata da specie perenni con copertura <strong>di</strong>scontinua e fisionomiacaratterizzata da zolle vegetate o nuclei <strong>di</strong> vegetazione separati da tratti <strong>di</strong> substrato nudo.L’habitat è inse<strong>di</strong>ato sui greti attivi dei corsi d’acqua degli orizzonti alpino, montano e collinare incui il ripetersi ciclico degli eventi <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione ed erosione innesca i processi <strong>di</strong>colonizzazione vegetale (<strong>di</strong> cui questo habitat è espressione) bloccandone però anche l’ulterioreevoluzione. Le specie si <strong>di</strong>stribuiscono in zolle <strong>di</strong>scontinue per il carattere pioniero <strong>della</strong>vegetazione e perché in questi greti, costituiti in prevalenza da clasti grossolani, esse tendonosfruttare le tasche <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mento fine e umido comprese tra essi. La presenza <strong>di</strong> arbusti risultasempre molto ridotta e limitata ad in<strong>di</strong>vidui allo stato giovanile.Si tratta <strong>di</strong> un habitat pioniero con le tipiche caratteristiche <strong>della</strong> vegetazione <strong>di</strong> primacolonizzazione. Il forte <strong>di</strong>namismo morfogenetico fluviale cui è sottoposto ne blocca l’evoluzione17


Area SIC IT3210042verso le comunità legnose riparie, ma contemporaneamente crea nuove superfici su cui questotipo <strong>di</strong> habitat si può <strong>di</strong>namicamente rinnovare. Il mutevole gioco delle correnti può infatti far sì chein tempi brevi ampi tratti <strong>di</strong> tale vegetazione vengano abbandonati dall’influsso fluviale più intensolasciando quin<strong>di</strong> spazio alla costituzione <strong>di</strong> fitocenosi ripariali arbustive dominate da Salixeleagnos, Myricaria germanica o Salix purpurea.Specie Vegetali CaratteristicheEpilobium fleischeri, Rumex scutatus, Schrophularia canina, Linaria alpina, Tussilago farfara, Salixeleagnos (juv.), Myricaria germanica (juv.).1.3.4 Elenco delle specie animali e vegetali identificate nel sito Natura 2000Si riportano <strong>di</strong> seguito le specie elencate nel formulario standard del sito in esame:18


COD.Area SIC IT3210042Uccelli elencati in All. I Direttiva 79/409/CEETra le specie segnalate per il SIC IT3210042 e inserite in allegato I <strong>della</strong> Direttiva Uccelli 79/409/CEE vi sono:SPECIEResidentePOPOLAZIONEMigratoriaNi<strong>di</strong>ficante Svernante OccasionalePop.NazionaleVALUTAZIONE SitoConservazioneIsolamentoVal.GlobaleA029 Ardea porpurea Comune 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA229 Alcedo atthis Comune 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA026 Egretta garzetta Presente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA027 Egretta alba Presente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA022 Ixobrychus minutus Presente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA166 Tringa glareola Presente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoLEGENDA:Campo "Isolamento": grado <strong>di</strong> isolamento <strong>della</strong> popolazione presente sul sito rispetto all’area <strong>di</strong> ripartizione naturale <strong>della</strong> specie in Italia, secondo la seguente co<strong>di</strong>fica:A = popolazione (in gran parte) isolataB = popolazione non isolata, ma ai margini dell’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioneC = popolazione non isolata all’interno <strong>di</strong> una vasta fascia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioneUccelli NON elencati in All. I Direttiva 79/409/CEETra le specie segnalate per il SIC IT3210042 e NON inserite in allegato I <strong>della</strong> Direttiva Uccelli 79/409/CEE vi sono:COD.SPECIEResidentePOPOLAZIONEMigratoriaNi<strong>di</strong>ficante Svernante OccasionalePop.NazionaleVALUTAZIONE SitoConservazioneIsolamentoVal.GlobaleA249 Riparia riparia Molto rara 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA296A298AcrocephaluspalustrisAcrocephalusarun<strong>di</strong>naceusPresente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoPresente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA028 Ardea cinerea Comune 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativo19


Area SIC IT3210042A168 Actitis hypoleucos Presente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA123 Gallinula chloropus Comune 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA260 Motacilla cinerea Presente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoA262 Motacilla alba Presente 0-2% Me<strong>di</strong>a-limitata C significativoLEGENDA:Campo "Isolamento": grado <strong>di</strong> isolamento <strong>della</strong> popolazione presente sul sito rispetto all’area <strong>di</strong> ripartizione naturale <strong>della</strong> specie in Italia, secondo la seguente co<strong>di</strong>fica:A = popolazione (in gran parte) isolataB = popolazione non isolata, ma ai margini dell’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioneC = popolazione non isolata all’interno <strong>di</strong> una vasta fascia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioneCOD.10951097PESCI elencati nell'Allegato II <strong>della</strong> Direttiva 92/43/CEESPECIEPetromyzonmarinusLethenteronzanandreaiResidentePOPOLAZIONEMigratoriaNi<strong>di</strong>ficante Svernante OccasionaleMolto raraPop.NazionaleNONSIGNIFICATIVAVALUTAZIONE SitoConservazioneIsolamentoVal.GlobaleMolto rara 0-2% Buona B Buono1107 Salmo marmoratus Molto rara 0-2% Buona B Buono20


Area SIC IT3210042Altre specie importanti <strong>di</strong> flora e faunaNel formulario standard del SIC IT3210042 non sono riportate altre specie <strong>di</strong>interesse conservazionistico <strong>di</strong> flora e fauna.1.3.5 Descrizione delle specie animali identificate nel sito Natura 2000Di seguito si riportano le descrizioni delle specie inserite negli elenchi <strong>di</strong> cui sopra.1.3.5.1 Uccelli elencati in All. I Direttiva 79/409/CEEAIRONE ROSSOArdea purpurea (Linnaeus, 1766)Descrizione: Lunghezza totale 78-90 cm; apertura alare 120-150 cm. Ardeide <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><strong>di</strong>mensioni, con piumaggio bruno-rossastro scuro, capo piccolo, collo sottile e allungato e<strong>di</strong>ta molto lunghe. Sessi simili e abiti stagionali con minime variazioni.In natura: Si riconosce per il colore scuro del piumaggio e le forme spigolose; piùpiccolo e snello <strong>di</strong> Ardea cinerea, in posizione <strong>di</strong> riposo assume un aspetto ancora più“serpentino”. Schivo e silenzioso, ha abitu<strong>di</strong>ni maggiormente notturne. Specie tipicamenteestiva.Habitat: Nelle garzaie <strong>della</strong> Padania nord occidentale i ni<strong>di</strong> risultano costruitisoprattutto in aggruppamenti a Salix formanti macchioni con portamento cespuglioso suterreni paludosi, mentre nelle colonie <strong>della</strong> fascia adriatica e <strong>della</strong> Sardegna la più altapercentuale si è rilevata negli aggruppamenti palustri a Prhagmites e Typha.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione: Specie coloniale che si riproduce in coloniemonospecifiche (51%) o miste. Le specie associate più frequentemente sono Nycticoraxnycticorax (38%), Egretta garzetta (32%), Ardeola ralloides (22%) e Ardea cinerea (11%).Le deposizioni, si registrano prevalentemente tra l’ultima decade <strong>di</strong> aprile e la prima <strong>di</strong>maggio. Il nido è posto, solitamente tra le canne, a circa 60-80 cm dalla superficiedell’acqua, ma localmente anche su alberi ed arbusti, ad altezze variabili tra 2 e 20 m.Le uova hanno forma variabile e colore grigio-azzurro chiaro più o meno tendente alverdastro e la <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a delle covate è <strong>di</strong> 4,3 uova. L’incubazione è <strong>di</strong> 25-30 giorni,mentre l’involo dei pulli avviene dopo 45-50 giorni.Comportamento: Migra principalmente nelle ore notturne, singolarmente od in piccoligruppi, anche assieme ad altri Ardeidae. Meno gregario <strong>di</strong> Ardea cinerea, sostapreferibilmente in zone chiuse, ricche <strong>di</strong> vegetazione palustre emergente. Si mimetizza benefra le canne ed i giunghi, restando immobile con il collo ed il becco in posizione verticale. Inlanche, canali ed in ambiente fluviale, svolge generalmente attività <strong>di</strong> pesca solitaria; inrisaia frequentemente pesca in presenza <strong>di</strong> altri Ardeidae. La ricerca del cibo avviene anchein fondali relativamente profon<strong>di</strong>, superiori all’altezza del tarso e se il fondale è maggiore,vengono utilizzati per gli appostamenti dei posatoi rappresentati da tronchi, o ciuffi <strong>di</strong> cannereclinate.Alimentazione. In generale, lo spettro alimentare è composto prevalentemente daPesci e Insetti (larve e adulti), oltre a piccoli Mammiferi, Anfibi, Rettili e occasionalmente daUccelli, Crostacei, Molluschi ed Aracni<strong>di</strong>.Migrazione. Migratore regolare da metà marzo a maggio e da agosto ad ottobre(novembre), gli aironi rossi arrivano nell’Italia settentrionale dopo la prima quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong>marzo, in lieve ritardo rispetto agli altri Ardeidae.21


Area SIC IT3210042Svernamento. I quartieri <strong>di</strong> svernamento si trovano nell’Africa equatoriale, verso sudfino agli estremi meri<strong>di</strong>onali ed al Madagascar. Le popolazioni europee svernano in variezone interne e costiere dell’Africa occidentale, dalla Mauritania al Camerun.In Italia le presenze invernali sono occasionali.Conservazione. L’ambiente elettivo <strong>della</strong> specie è rappresentato da vaste zone umidecon estesi canneti e cespuglietti, nel folto dei quali ni<strong>di</strong>fica. I mutamenti morfologici evegetazionali <strong>della</strong> Padania e la <strong>di</strong>struzione degli habitat tipici a causa dell’aumentatosfruttamento agricolo, hanno ridotto la nicchia riproduttiva <strong>di</strong> questo Ardeidae. La tutela dellegarzaie esistenti sotto varie forme (creazione <strong>di</strong> riserve naturali, <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> accesso alpubblico nel periodo riproduttivo, zone SIC e ZPS) rappresentano interventi determinanti perla protezione <strong>della</strong> specie.Vanno inoltre mantenute o ricreate aree poco <strong>di</strong>sturbate che, seppur non interessate<strong>di</strong>rettamente alla presenza <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>, si siano <strong>di</strong>mostrate <strong>di</strong> grande utilità per il foraggiamento ele attività trofiche <strong>della</strong> specie.Distribuzione nel Veronese. Nella Provincia <strong>di</strong> Verona sono state accertateni<strong>di</strong>ficazioni nella Palude del Busatello e nella Palude del Feniletto. Negli ultimi anni laspecie si è riprodotta anche nella Palude del Brusà – Vallette <strong>di</strong> Cerea, e il località “LeForamelle” (Oppeano). In estate si rinviene anche al laghetto del Frassino. La riproduzioneavviene sempre all’interno <strong>di</strong> vaste aree coperte da canneto piuttosto denso, bordato daThypa e inframezzato da qualche grosso cespuglio isolato <strong>di</strong> salice, in prossimità dei canaliche attraversano aree allagate. In passato la specie era considerata abbastanza <strong>comune</strong>,durante le migrazioni e ni<strong>di</strong>ficante nelle Valli Gran<strong>di</strong> Veronesi e nella Zerpa. E’ statocontattato anche a Nogara, a Sorgà e a Roverchiara e a Isola <strong>della</strong> Scala.MARTIN PESCATOREAlcedo atthis (Linnaeus, 1758)Descrizione. Lunghezza totale 16-17 cm. Appartenente alla famiglia degli Ace<strong>di</strong>nidaeè uno degli uccelli dal piumaggio più variopinto; inconfon<strong>di</strong>bile per la colorazione azzurrometalizzatoe blu-cobalto delle parti superiori ed arancioni <strong>di</strong> quelle inferiori.Sessi ed abiti stagionali simili. Abito estivo ed invernale: livrea brillantissima, conaccostamenti inconfon<strong>di</strong>bili <strong>di</strong> verde-smeraldo, blu-cobalto e azzurro cangiante, nelle partisuperiori, castano-arancio, più o meno acceso, nelle inferiori. Le tinte del mantello sialternano e compenetrano in un gioco mutevole, in relazione anche alla <strong>di</strong>versa incidenza erifrazione <strong>della</strong> luce. Sulla testa, il <strong>di</strong>segno si fa più complesso, a spazi ver<strong>di</strong>-azzurri e celesti(calotta <strong>di</strong> aspetto folto e fascettato e lungo "baffo" sotto l'occhio), castani e neri (re<strong>di</strong>ni ezona auricolare), infine bianchi (mento, gola e una macchia su entrambi i lati del collo).Macchiette ovali sparse, bianco-crema, spruzzano anche la colorazione verde-mare dellecopritrici superiori delle ali; queste sono corte e arrotondate, con le remiganti nerastre,lavate <strong>di</strong> azzurro sui vessilli esterni. Coda brevissima, seminascosta dalle penne allungate estrette <strong>di</strong> groppone e sopraccoda. La grossa testa, quasi senza collo, un po' compressa,tipica <strong>della</strong> specie, è munita <strong>di</strong> un robustissimo becco affilato, che ricorda vagamente quello<strong>di</strong> un piccolo ardeide, nero con la base <strong>della</strong> man<strong>di</strong>bola inferiore più chiara, carnicina orossastra. Dall'addome emergono, all'opposto, zampe molto corte, rosso-corallo, con unacaratteristica <strong>di</strong>sposizione sindattila delle <strong>di</strong>ta anteriori. Iride bruna. Giovane: <strong>di</strong>segni similiagli adulti, ma più-maggio più opaco, sfumature grigio-brune sul petto, becco e, sopratuttozampe, più scuri.La sottospecie nominale (Alcedo atthis atthis, Martin pescatore meri<strong>di</strong>onale) ha<strong>di</strong>mensioni inferiori e colorazioni meno intense.22


Area SIC IT3210042In natura. Si riconosce per la silhouette a forma <strong>di</strong> missile che assume quando volabattendo rapidamente le piccole ali, con il robusto ed appuntito becco proteso in avanti edemettendo il tipico trillo, passando “a razzo” a pochi centimetri dalla superficie dell’acqua.Habitat. Frequenta tutti gli ambienti umi<strong>di</strong>, sia <strong>di</strong> acque palustri sia <strong>di</strong> acque correnti,incluso il corso principale del fiume, lungo le cui rive più alte costruisce i propri ni<strong>di</strong>. Scava ini<strong>di</strong> anche in mezzo ai boschi riparali, nel terreno trattenuto tra le ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> albericadutiRiproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Le coppie tra Martin Pescatore generalmente si formanoa partire dal mese <strong>di</strong> gennaio. Per corteggiare la femmina, il maschio emette dei brevi trilli edurante il volo <strong>di</strong> parata insegue la femmina. Per conquistare la femmina il maschio mostra ilblu brillante sul petto e dona alla propria compagna la preda appena catturata. Prima <strong>di</strong>passare all'accoppiamento si picchiettano leggermente il becco, esprimendo la loro intesa aformare una nuova famiglia. I piccoli, che <strong>di</strong> solito nascono tra marzo e agosto, vengonoposti in un tunnel sotterraneo scavato col becco e con le zampe lungo le rive alte, conun'apertura <strong>di</strong> circa 15/17 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro e lungo da 45 a 130 cm, che protegge i piccolidalle intemperie e dai predatori. Per vivere in tali con<strong>di</strong>zioni questa specie ha sviluppato unaparticolare resistenza alla concentrazione <strong>di</strong> anidride carbonica che nel buco profondo delnido raggiunge il 6% contro lo 0,03% <strong>di</strong> quella nell'aria. Quando la femmina deporrà le uova(una prima volta in aprile-maggio e una seconda volta in giugno-luglio), <strong>di</strong> un numerocompreso tra 5 e 8, per 19/21 giorni esse dovranno essere covate da entrambi i genitori. Leuova hanno forma elissoidale e colore bianco puro e la <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> 22x18 cm. Igenitori nutrono ancora i pulli per 23-27 giorni dalla nascita e dopo avviene l’involo con la<strong>di</strong>spersione dei giovani.Comportamento. Specie essenzialmente solitaria, salvo durante il periodoriproduttivo. A causa dei piccoli pie<strong>di</strong> si limita a saltellare su qualche pietra o qualche palo, enon cammina mai sul terreno. E' un uccello poco socievole e vive solitario e non tolleraalcun concorrente nel suo territorio <strong>di</strong> caccia. Pesca solamente con il becco tuffandosifulmineo da un ramo o da un masso. Gli bastano pochi colpi su <strong>di</strong> un sasso per uccidere lapreda e per ingoiarla, certe volte deve lanciarla in aria e riafferrarla con il becco per <strong>di</strong>sporlain una posizione migliore. Non <strong>di</strong> rado, quando in<strong>di</strong>vidua una preda, si sollevaperpen<strong>di</strong>colarmente sullo specchio d'acqua, si libra per un po' quasi immobile (posizionedetta dello “Spirito Santo”), mira in basso e poi si lascia precipitare e affondare nell'acqua.Durante questa operazione, se l'acqua è poco profonda, corre il rischio <strong>di</strong> ferirsi contro ilfondo, mentre se è troppo profonda, la preda gli sfugge facilmente.Alimentazione. Il Martin pescatore si nutre principalmente <strong>di</strong> pesciolini e <strong>di</strong> granchi, acui aggiunge molti insetti, destinati soprattutto ai piccoli. In quanto molto vorace necessita <strong>di</strong>una grande quantità <strong>di</strong> cibo ed ogni giorno, per saziarsi, deve mangiare <strong>di</strong>eci o do<strong>di</strong>cipesciolini lunghi un <strong>di</strong>to. Non <strong>di</strong> rado riesce ad impadronirsi anche <strong>di</strong> prede abbastanzagrosse. In alcune occasioni, in mancanza delle sue prede preferite, cattura piccoli animaliacquatici quali larve, insetti acquatici come le libellule o piccoli granchi, a volte anchemolluschi. Quando ha catturato la preda, il Martin Pescatore ritorna sul masso e a colpi <strong>di</strong>beccate la uccide e la ammorbi<strong>di</strong>sce. Non essendo in grado <strong>di</strong> mangiare tutto il corpo deglianimali, lische e scaglie vengono rigurgitate costituendo i cosiddetti boli.Migrazione. Specie sedentaria. Durante la cattiva stagione si nota un movimento <strong>di</strong>erratismo dalle regioni settentrionali verso quelle centrali e meri<strong>di</strong>onali.Conservazione. Specie meno esigente e più adattabile del Topino e del Gruccione,risente <strong>della</strong> <strong>di</strong>minuita <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> luoghi idonei e tranquilli per fare il nido, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>scarpate <strong>di</strong> terreno nudo, possibilmente <strong>di</strong>rettamente sull’acqua o nei suoi pressi ed espostea Sud o ad Est. Per la conservazione del Martin pescatore, pur essendo importante lapresenza <strong>di</strong> luoghi idonei allo scavo del nido, sembra essere fondamentale la qualità delle23


Area SIC IT3210042acque. Per questo la sua presenza è usata come in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> qualità dell’ambiente fluviale.E’ classificato come vulnerabile e minacciato in Pavan (1992) e “SPEC 3” a livello europeo(Tucker e Heath, 1994).Distribuzione nel Veronese. Nel Veronese, il Martin pescatore ni<strong>di</strong>fica lungo i corsid’acqua in tutta la pianura, dove le rive consentono agli adulti <strong>di</strong> scavare il loro nido. Laspecie è presente soprattutto in tutta la bassa veronese con possibili ni<strong>di</strong>ficazioni inparecchie località. E’ stata contattata a Pacengo, a San Martino Buon Albergo, a SanMichele Extra, nel laghetto del Frassino. La specie è <strong>di</strong>stribuita lungo i fiumi, i canali e ifossati con acque pulite e poco profonde.GARZETTAEgretta garzetta (Linnaeus, 1766)Descrizione. Lunghezza totale 55-65 cm; apertura alare 88-100 cm. Ardeide <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e<strong>di</strong>mensioni, dal piumaggio can<strong>di</strong>do, con collo lungo e sottile, becco e zampe nere, pie<strong>di</strong>gialli. Dimorfismo sessuale inesistente, abiti giovanili simili al’adulto, abiti stagionali<strong>di</strong>fferenziati. Il maschio ha in me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>mensioni leggermente maggiori.Muta. Post-riproduttiva completa tra giugno e novembre-<strong>di</strong>cembre e pre-riproduttivaparziale tra gennaio e aprile.In natura. Aredeide inconfon<strong>di</strong>bile dal piumaggio interamente bianco e per lacolorazione degli arti inferiori, neri con <strong>di</strong>ta e piante gialle. Ha abitu<strong>di</strong>ni spiccatamentegregarie in tutte le stagioni, ricerca il cibo <strong>di</strong> giorno ed è generalmente silenziosa al <strong>di</strong> fuoridel periodo riproduttivo, soprattutto in volo.Habitat. L’habitat riproduttivo è simile a quello <strong>di</strong> Nycticorax nycticorax, poiché tutte lecolonie <strong>di</strong> Garzetta sono miste con questa specie. Le garzaie si inse<strong>di</strong>ano su boschi idrofili(in prevalenza ontaneti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o fusto ad Alnus glutinosa) o su porzioni <strong>di</strong> saliceto aportamento arbustivo (Salix caprea) o arboreo (Salix alba). Presente anche in boschi mistisu terreni asciutti (Quercus sp., Populus sp., Carpinus sp., Pinus sp., Robinia pseudoacacia)e su canneto.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Specie coloniale che si riproduce in colonie miste. Lespecie associate più frequentemente sono Nycticorax nycticorax, Ardea purpurea, Ardeolaralloides e Ardea cinerea.Le prime garzette giungono nelle colonie dell’Italia settentrionale alla fine <strong>di</strong> marzoinizioaprile.Le deposizioni delle uova, avvengono dalla metà <strong>di</strong> aprile, con massimo tra la metà <strong>di</strong>maggio e la fine <strong>di</strong> giugno. Il nido, costituito da un grossolano intreccio <strong>di</strong> rametti è posto,solitamente ad altezze <strong>di</strong> 12-14 metri.Le uova hanno colorazione azzurro-verdognole, ovali e la <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a dellecovate è <strong>di</strong> 5,0 uova. L’incubazione è <strong>di</strong> 21-22 giorni, e lo sviluppo dei giovani <strong>di</strong> 40-45giorni.Comportamento. E’ strettamente coloniale durante la ni<strong>di</strong>ficazione, e gregaria neiperio<strong>di</strong> extra-riproduttivi, quando si concentra in dormitori per passare la fase <strong>di</strong> riposonotturno. E’ specie esclusivamente <strong>di</strong>urna. Le parate nuziali, sono eseguite in parte in volocon specifici vocalismi. (8 tipi <strong>di</strong> richiami). Caccia generalmente camminando nell’acquabassa delle risaie (habitat trofico più sfruttato) o al margine <strong>di</strong> sabbioni o ghiaieti spogli.Frequenta pure le acque salmastre.Alimentazione. In generale, lo spettro alimentare è composto prevalentemente dagirini <strong>di</strong> Rana, Pesci, larve <strong>di</strong> Odonati e <strong>di</strong> altri Insetti, rane adulte.Migrazione. Migratrice regolare da fine marzo a maggio e da agosto ad settembre. Isiti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>della</strong> Padania vengono rioccupati a partire da fine marzo. Una parte <strong>della</strong>24


Area SIC IT3210042popolazione compie spostamenti post-riproduttivi tra la Padania orientale ed occidentale.Gli spostamenti maggiori sono effettuati durante il giorno da gruppi <strong>di</strong> sole garzette o anchemisti con altri Aldei<strong>di</strong> gregari.Svernamento. I quartieri <strong>di</strong> svernamento si trovano nell’Africa settentrionale (dalMarocco all’Egitto), nelle zone tropicali a Sud del Sahara e localmente fino alle zoneequatoriali. Sverna parzialmente in Italia con presenze <strong>di</strong> circa 3.000 in<strong>di</strong>vidui in inverno.Conservazione. Le colonie sono concentrate nei pochi siti idonei per la ni<strong>di</strong>ficazione,e in particolare nelle zone a vegetazione naturale <strong>di</strong> pochi ettari <strong>di</strong> estensione e ricche <strong>di</strong>habitat trofici quali risaie, canali, fiume, zone paludose e lagune costiere. Le località <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione <strong>della</strong> Padania costituiscono uno dei maggiori centri d’abbondanza <strong>della</strong> speciein Europa e questo evidenzia l’importanza <strong>della</strong> conservazione <strong>della</strong> Garzetta in Italia e nellapianura Padana in particolare.Distribuzione nel Veronese. Nella Provincia <strong>di</strong> Verona risulta specie ni<strong>di</strong>ficante nelleValli Gran<strong>di</strong> Veronesi, nella palude Brusà – Vallette, nella Zerpa e nel Bosco del Grezzan.Sono state accertate 3 ni<strong>di</strong>ficazioni in località Foramelle (sita in prossimità <strong>di</strong> Oppeano). E’stata segnalata anche a Peschiera del Garda, a Sorgà, nella zona tra i Comuni <strong>di</strong> Isola <strong>della</strong>Scala Erbè e Trevenzuolo ed al Feniletto. In estate si rinviene anche al laghetto delFrassino. La presenza e la riproduzione <strong>di</strong> questa specie sono legate ad aree umidepiuttosto estese presenti nella bassa pianura veronese.AIRONE BIANCO MAGGIOREEgretta alba (Linnaeus, 1758)Descrizione. Lunghezza totale circa 90 cm, costituita per oltre metà dalle zampe;apertura alare 140-170 cm. Ardeide <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, dalle forme slanciate ed eleganti,con piumaggio interamente bianco, privo <strong>di</strong> vistosi caratteri <strong>di</strong>stintivi <strong>di</strong> sesso ed età. Abitistagionali parzialmente <strong>di</strong>fferenziati.Muta. Post-riproduttiva completa; pre-riproduttiva parziale limitata alla sola regionescapolare. Prima muta completa nella primavera del secondo anno.In natura. Si riconosce per il piumaggio can<strong>di</strong>do, soffuso <strong>di</strong> giallastro in inverno. Perl’identificazione, l’unico problema ricorrente può essere costituito dalla confusione conEgretta egretta, rispetto alla quale presenta però <strong>di</strong>mensioni maggiori. Becco interamentegiallo in inverno, nero in periodo <strong>di</strong> riproduzione, in parte ed eventualmente rossastro solodurante il corteggiamento. Simili i sessi con giovani <strong>di</strong>fficilmente <strong>di</strong>stinguibili dagli adulti.Habitat. In Italia è presente nelle zone umide <strong>di</strong> una certa estensione, <strong>di</strong> normasuperiori a 100 ha, rappresentate da lagune, stagni salmastri, e “valli” d’acqua dolce. Sialimenta in acque poco profonde, e più raramente su sponde dei laghi o fiumi. Spessoosservabile anche in vicinanza <strong>di</strong> canneti con presenza <strong>di</strong> basse alberature (Salix sp., ecc.).Qualche presenza a scopo alimentare anche su ambienti asciutti quali coltivi e pascoli.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Il nido, costruito tra il fitto canneto delle zone palustri, incolonie e raramente insieme ad altre specie, può contenere 3-5 uova, <strong>di</strong> colore azzurro e <strong>di</strong>gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni. La cova (35 giorni) viene effettuata sia dal maschio che dalla femmina.Comportamento. Specie caratterizzata da abitu<strong>di</strong>ni gregarie poco marcate, tranne <strong>di</strong>solito durante le ore notturne dove forma dormitori comuni situati in zone inaccessibili e <strong>di</strong>norma nei canneti. Qualche volta presente su dormitori arborei con cormorani. Cattura leprede con un lento pattugliamento <strong>di</strong> acque poco profonde, con arresto e repentino scattodel collo una volta in<strong>di</strong>viduata la preda; caccia all’aspetto da posizione molto eretta con colloquasi orizzontale.25


Area SIC IT3210042Alimentazione. In generale, lo spettro alimentare è composto prevalentemente daPesci e Insetti (larve e adulti), oltre a piccoli Micrommiferi, Anfibi, Rettili e Uccelli.Migrazione. Le popolazioni europee sono parzialmente migratrici, occupano ininverno numerose zone circum-me<strong>di</strong>terranee e me<strong>di</strong>o-orientali. In Italia, la presenza <strong>di</strong>soggetti in migrazione è <strong>di</strong>fficilmente rilevabile a causa del fatto che pressoché tutto ilterritorio nazionale è situato all’interno dell’areale <strong>di</strong> svernamento.Svernamento. Nel nostro paese, risulta svernante in quasi tutte le regioni con peròpopolazioni cospicue solamente in Veneto, Emilia Romagna, Lombar<strong>di</strong>a, Piemonte e Puglia.Conservazione. L’Airone bianco maggiore, in quanto presente in Italia durante tutto ilperiodo dell’attività venatoria, risente come molte altre specie protette del <strong>di</strong>sturbo (ebracconaggio) a questo legato. La popolazione svernante è <strong>di</strong> conseguenza <strong>di</strong>stribuita solosu aree protette ovvero su aree rese sicure dalla loro stessa ampiezza.Distribuzione nel Veronese. Viene avvistato regolarmente all’interno <strong>della</strong> Palude delBusatello, nella Palude del Brusà – Vallette <strong>di</strong> Cerea, nella Palude del Feniletto, nellaPalude <strong>di</strong> Pellegrina, nel Vallese e nel Laghetto del Frassino osservabile in inverno.Frequenta le rive dei fiumi, le pozze, le depressioni, gli acquitrini, i coltivi irrigui, compiendospostamenti giornalieri anche <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> chilometri per procacciarsi il cibo.TARABUSINOIxobrychus minutus (Linnaeus, 1766)Descrizione. E’ il più piccolo Ardeide italiano con lunghezza totale <strong>di</strong> 33-38 cm;apertura alare 52-58 cm. Dimorfismo sessuale accentuato. Il maschio ha testa e partisuperiori del corpo <strong>di</strong> colore nero con riflessi ver<strong>di</strong> scuri, collo e copritrici alari color rosacrema;la femmina presenta invece una colorazione marrone più uniforme. In entrambi isessi becco giallastro con culmine scuro e base tinta <strong>di</strong> rosso-arancione. Tarsi ver<strong>di</strong> e piantedei pie<strong>di</strong> giallastri. Iride gialla intensa.Muta. Post-riproduttiva completa (autunno) e post-giovanile tra fine novembre e finegennaio.In natura. Si riconosce per le caratteristiche forme e per le piccole <strong>di</strong>mensioni. Diabitu<strong>di</strong>ni piuttosto crepuscolari, in particolari situazioni assume singolari posture con il colloed il becco puntati verso l’alto. Durante il volo, che appare breve, lento e sostenuto da battitid’ala ritmati, si notano le tinte contrastanti delle ali degli adulti.Habitat. Frequenta le zone umide <strong>di</strong> varia estensione e composizione, quali rive <strong>di</strong>laghi, fiumi, canali, cave abbandonate, bacini artificiali, stagni, palu<strong>di</strong>, torbiere e incoltipresso risaie, purché ricche <strong>di</strong> alta e densa vegetazione palustre (soprattutto fragmiteti etifeti maturi); è gra<strong>di</strong>ta la presenza <strong>di</strong> alberi e cespugli bassi (es. Salix, Alnus, Fraxinus).Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. I riproduttori si inse<strong>di</strong>ano a partire dal mese <strong>di</strong> aprile e ladeposizione è concentrata tra il 10 e il 30 maggio. L’incubazione dura 17-19 giorni; a 5-7giorni <strong>di</strong> vita i giovani sono in grado <strong>di</strong> uscire dal nido e dopo circa un mese dalla schiusaraggiungono l’in<strong>di</strong>pendenza dai genitori. Il nido è una semplice piattaforma leggermenteconcava e relativamente instabile posta nell’intreccio delle canne o su elementi arborei oarbustivi se presenti nel canneto. In situazioni particolarmente favorevoli i ni<strong>di</strong> possonoessere vicini tra loro a formare semi-colonie. Comportamento. Sebbene preferisca areepianeggianti e vallive, in Italia ni<strong>di</strong>fica fino a 800 m s.l.m. L’attività vocale dei maschi èmassima nella seconda metà del mese <strong>di</strong> maggio per poi subire una brusca interruzione aiprimi <strong>di</strong> giugno.Alimentazione. Per alimentarsi utilizza zone <strong>di</strong> interfaccia tra vegetazione e acquadove pesca aggrappato vicino al bordo dell’acqua. Si nutre anche in cariceti e su letti <strong>di</strong>26


Area SIC IT3210042piante galleggianti. La <strong>di</strong>eta è composta da piccole prede acquatiche, tra le quali i Pescisembrano rivestire particolare importanza nelle fasi <strong>di</strong> ingrassamento prima <strong>della</strong> migrazioneautunnale.Migrazione. Specie migratrice e ni<strong>di</strong>ficante. L’Italia è attraversata da un consistenteflusso migratorio <strong>di</strong> popolazioni dell’Europa centrale e centro-orientale. Singoli in<strong>di</strong>viduipossono essere osservati dal mese <strong>di</strong> marzo, ma la massima intensità del movimentomigratorio si osserva tra aprile e maggio e dalla metà <strong>di</strong> agosto fino alla fine <strong>di</strong> settembre.Svernamento. L’areale <strong>di</strong> svernamento delle popolazioni europee è localizzato in una vastaarea dell’Africa sub-sahariana, dal 25° <strong>di</strong> latitu<strong>di</strong> ne Nord fino al Sud Africa. Alcuni in<strong>di</strong>vidui sitrattengono in Europa meri<strong>di</strong>onale in inverno.Conservazione. La specie in Europa ha uno status <strong>di</strong> conservazione sfavorevole(SPEC 3: vulnerabile). Ha mostrato un consistente declino a partire dagli anni Settanta delsecolo scorso, che a provocato una riduzione stimata tra il 20% e il 50% dell’areale europeo.Ha sicuramente risentito <strong>della</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> habitat riproduttivo, ma anche in zone umideprotette spesso l’inadeguata gestione delle acque non garantisce una conservazioneefficiente. Preferendo gli sta<strong>di</strong> maturi del canneto non è favorito dalle pratiche annuali <strong>di</strong>sfalcio o comunque dalle forme <strong>di</strong> gestione che tendono ad agevolare gli stati precoci <strong>della</strong>successione ecologica. Probabilmente le popolazioni europee risentono dei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> siccitàin Africa, che provocherebbero il prosciugamento delle aree <strong>di</strong> sosta ed in generale unaumento delle <strong>di</strong>stanze dei tragitti migratori.Distribuzione nel Veronese. Nella Provincia <strong>di</strong> Verona sono state accertateni<strong>di</strong>ficazioni al Laghetto del Frassino, lago <strong>di</strong> Garda (non accertato) e nella bassa pianuraveronese (palude del Busatello 1-2 coppie, palude Brusà – Vallette <strong>di</strong> Cerea, paludePellegrina a Isola <strong>della</strong> Scala, Gazzo).PIRO PIRO BOSCHERECCIOTringa glareola (Linnaeus, 1758)Descrizione. Il piro-piro boschereccio (Tringa glareola, Linnaeus 1758) è un uccello<strong>della</strong> famiglia degli Scolopacidae dell'or<strong>di</strong>ne dei Charadriiformes. Uccello limicolo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ataglia (20 cm., 50-90 g.), presenta un corpo aggraziato con zampe lunghe, il collo è snello, latesta piccola è provvista <strong>di</strong> un becco lungo ed esile; ha un evidente sopracciglio bianco chesi <strong>di</strong>lunga quasi fino alla nuca, il dorso, <strong>di</strong> colore marrone, si presenta chiazzato <strong>di</strong>macchioline chiare e strie nerastre, il collo è biancastro con striature marrone, le partiinferiori sono chiare e le zampe <strong>di</strong> colore giallastro; quando è in volo mostra sotto le ali unacolorazione chiara, la coda ed il groppone sono bianchi, le ali sono abbastanza snelle epresentano un bordo bianco, le zampe sporgono dalla coda che termina con 4-5 barrescure. Tringa glareola non ha sottospecie, è monotipica. In Italia è specie <strong>di</strong> doppio passo,da metà agosto a settembre e da aprile a maggio.In natura. Specie gregaria e schiva, durante l’estate frequenta le palu<strong>di</strong> e gli acquitrinicon acqua poco profonda, mentre in inverno è possibile osservarlo presso laghi, fiumi e altrezone, soprattutto con acqua dolce e vegetazione; <strong>di</strong> solito non gra<strong>di</strong>scono frequentare leacque salate e le coste marine.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Il piro piro boschereccio costruisce il nido a terra in unadepressione, rivestita con vegetali, nelle zone aperte ed umide delle foreste nor<strong>di</strong>che elungo le coste; a volte può utilizzare vecchi ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> altri uccelli <strong>di</strong>slocati sopra gli alberi; nelnido vengono deposte 4 uova, raramente 3, <strong>di</strong> colore verdastro con punteggiature e macchie<strong>di</strong> colore marrone scuro, covate da entrambi i genitori; i piccoli nascono dopo 22-23 giorni;questa specie si riproduce una sola volta all’anno.27


Area SIC IT3210042Comportamento. Uccello molto nervoso e vocifero, si mescola spesso con altrespecie <strong>di</strong>uccelli anche <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni; emette <strong>di</strong> continuo un richiamo rapido ed acuto,“ciff-if-if”; il canto è un trillo <strong>di</strong>scendente.Alimentazione. Il suo cibo è costituito da invertebrati, soprattutto insetti, aracni<strong>di</strong>,molluschi e crostacei, che cattura nelle acque ricche <strong>di</strong> vegetazione immergendosi fino alventre. Si ciba anche <strong>di</strong> sostanze vegetali.Migrazione. Nel corso <strong>della</strong> migrazione autunnale è possibile osservare il piro piroboschereccio (Tringa glareola) mentre si riposa lungo le rive <strong>della</strong> foce dei fiumi in prossimità<strong>della</strong>vegetazione acquatica, vicino alle palu<strong>di</strong> fangose o rive <strong>di</strong> laghi, stagni <strong>di</strong> acqua dolce avolte anche nei pressi <strong>di</strong> palu<strong>di</strong> salmastre.Svernamento. I quartieri <strong>di</strong> svernamento si trovano nell’Africa sud-sahariana ed inAsia meri<strong>di</strong>onale sino all’Australia.Conservazione. Purtroppo in <strong>di</strong>minuzione per le trasformazioni fon<strong>di</strong>arie.Distribuzione nel Veronese. Nella Provincia <strong>di</strong> Verona sono state accertate presenzenella palude Brusà – Vallette <strong>di</strong> Cerea, a Bogara, a Ronchi, nella zona tra Isola <strong>della</strong> ScalaErbè e Trevenzuolo, in Lessinia a San Giorgio e sul Monte Tomba.Uccelli NON elencati in All. I Direttiva 79/409/CEETOPINORiparia riparia, (Linnaeus, 1758)Descrizione. Appartenente alla famiglia degli Hirun<strong>di</strong>nidae è l'uccello più piccolo <strong>della</strong>famiglia, pesa me<strong>di</strong>amente 15 grammi e ha una lunghezza totale <strong>di</strong> 13 cm; apertura alare 26cm. Ha una coda leggermente biforcuta e un becco piatto e aguzzo. La parte superiore delsuo corpo è color terra <strong>di</strong> siena bruciata, la parte inferiore(petto e ventre) è bianca constriature marroni grigiastre. Distribuzione e popolazione. Specie a <strong>di</strong>stribuzione Oloartica,trascorre la stagione riproduttiva nelle regioni boreali fino al bacino del me<strong>di</strong>terraneo esverna in Africa Orientale. In Eurasia si può osservare nella stagione <strong>di</strong> cova (resta nel nidoda maggio fino a settembre) ed essendo un uccello migratore comincia a svernare adagosto, spostandosi in Africa centrale, Africa nordoccidentale o Sudamerica. Poiché la suazona <strong>di</strong> migrazione per la covata è sempre più ricca <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti e <strong>di</strong> industrializzazionista <strong>di</strong>ventando sempre più frequentemente un uccello <strong>di</strong> passaggio e presente solo amacchia <strong>di</strong> leopardo, soprattutto in Europa centrale. In Italia le colonie sono soprattutto<strong>di</strong>stribuite lungo alcuni affluenti del Po, lungo i fiumi veneti e friulani e nelle coste dell’alto eme<strong>di</strong>o Adriatico. Negli ultimi 20 anni la popolazione è <strong>di</strong>minuita almeno del 70-80%.Muta. Adulti: muta completa (pre-riproduttiva) in inverno nelle aree <strong>di</strong> svernamentoafricane. Nei giovani: muta post-giovanile parziale o assente, prima <strong>della</strong> migrazioneautunnale.In natura. Specie coloniale che scava il proprio nido <strong>di</strong>rettamente nelle scarpateterrose sulle rive erose dal fiume o nei pressi <strong>di</strong> stagni e cave <strong>di</strong> sabbia e/o <strong>di</strong> pietrisco,costruendo un tunnel con una camera più larga all’estremità, dove vengono deposte le uova.Il topino raggiunge in volo un'altezza <strong>di</strong> 750 m. Beve e fa il bagno in volo.Habitat. I ni<strong>di</strong> delle colonie sono scavati in pareti verticali sabbiose e argillose inprossimità <strong>di</strong> fiumi, ma si è adattato anche a ni<strong>di</strong>ficare in cave, in mucchi <strong>di</strong> sabbia e in sitiinusuali quali un muro in mattoni lungo l’Arno vicino a Firenze.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Entrambi i partner scavano i tunnel, da aprile a luglio,per la covata con il becco e gli artigli in profon<strong>di</strong>tà in pareti ripide e sabbiose. I buchi in salitanel terreno stabile vengono allargati e ovattati nella parte finale con penne e fili d'erba. Cova28


Area SIC IT3210042una o due volte all'anno una covata <strong>di</strong> 5 - 6 uova <strong>di</strong> entrambi i genitori per 14 - 16 giorni. Ipiccoli vengono nutriti allo stesso tempo da entrambi i genitori e lasciano i tunnel <strong>di</strong> covatadopo 18 - 23 giorni. I piccoli costruiscono dopo aver lasciato gli uccelli anziani gran<strong>di</strong> spaziper dormire, specialmente nei canneti o nei pascoli.Comportamento. Uccello essenzialmente <strong>di</strong>urno e coloniale in grado <strong>di</strong> formarecolonie che possono contare centinaia <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui. Già a <strong>di</strong>stanza è facile in<strong>di</strong>viduare questisiti per il frenetico via vai degli adulti, che accompagnano i loro voli con un continuo e asprocicaleccio, ma soprattutto per l’aspetto fittamente bucherellato <strong>di</strong> lunghi tratti <strong>di</strong> argine.Alimentazione. Il topino vola a raso dell'acqua e va alla ricerca <strong>di</strong> insetti. Raggiunge inqueste circostanze una velocità <strong>di</strong> 50 km/h.Migrazione. Migratore regolare da marzo a maggio e da agosto ad ottobre. Varicordato per aver rappresentato uno dei primi casi documentati <strong>di</strong> vistosa <strong>di</strong>minuzione nellepopolazioni <strong>di</strong> passeriformi ni<strong>di</strong>ficanti in Europa occidentale e migratori transahariani,correlata agli eventi <strong>di</strong> prolungate siccità ricorrenti nella fascia Nord-tropicale del Sahel,tipica zona <strong>di</strong> svernamento africana.Svernamento. I quartieri <strong>di</strong> svernamento si trovano in Africa, in In<strong>di</strong>a settentrionale, inAsia sudorientale e sud America.Conservazione. Classificata a livello europeo come “SPEC 3” in declino (Tucker eHeath, 1994) soffre delle mo<strong>di</strong>fiche e alterazioni dei siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione, peraltro già pocostabili in natura. Il topino si può adattare in parte alle trasformazioni adattandosi a ni<strong>di</strong>ficareentro le cave <strong>di</strong> sabbia e ghiaia, la cui attività compromette spesso il successo riproduttivo <strong>di</strong>intere colonie. E’ importante intervenire con opportune misure <strong>di</strong> protezione degli argini,delle scarpate e delle cave. Per favorire l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> colonie occorrerebbe interveniresulle scarpate fluviali esistenti assestandone la base, soggetta a fenomeni <strong>di</strong> erosione, elimitando con tecniche <strong>di</strong> ingegneria naturalistica lo sviluppo eccessivo <strong>della</strong> vegetazione.Con movimenti <strong>di</strong> terra si possono creare ex-novo pareti verticali (ideali sarebbero <strong>di</strong> almeno15-20x4 m) orientate a sud e in prossimità dei corsi d’acqua.Distribuzione nel Veronese. Nella Provincia <strong>di</strong> Verona sono state accertateni<strong>di</strong>ficazioni nella zona delle Ferrazze o in cave <strong>di</strong>smesse nel Comune <strong>di</strong> Rivoli. Le coloniepiù numerose comprendono 20-25 coppie (Rivoli, Zevio) al massimo 40 (Rivoli).CANNAIOLA VERDOGNOLAAcrocephalus palustris (Bechstein, 1798)Descrizione. E’ un uccello appartenente alla famiglia dei Sylviidae. In Italia èconsiderato migratore regolare e ni<strong>di</strong>ficante. Di piccole <strong>di</strong>mensioni, lunghezza 13 cm e 18-21cm <strong>di</strong> apertura alare; basandosi esclusivamente su caratteri morfologici è molto <strong>di</strong>fficile<strong>di</strong>stinguerla dalla Cannaiola. Parti superiori brune uniformi, più olivacee e <strong>di</strong> tonalità piùfredde che nella Cannaiola; anche le zampe sono <strong>di</strong>fferenti, essendo <strong>di</strong> color rosa pallido enon bruno grigiastre. Le parti inferiori chiare, pallide, con tinte più giallastre. Groppone esopraccoda, penne dell'ala brune, con tonalità olivacee.Muta. Adulti: muta completa (pre-riproduttiva) in inverno nelle aree <strong>di</strong> svernamentoafricane. Nei giovani: muta post-giovanile parziale o assente, prima <strong>della</strong> migrazioneautunnale.In natura. Uccello <strong>di</strong>urno particolarmente legato all’acqua durante la ni<strong>di</strong>ficazione,dalla struttura sociale essenzialmente <strong>di</strong> coppia durante la riproduzione, altrimentiin<strong>di</strong>viduale. Generalmente monogama, si possono verificare casi <strong>di</strong> poli-territorialità da partedel maschio, con conseguente poliginia opportunistica.Habitat. Pre<strong>di</strong>lige aree con formazioni vegetali <strong>di</strong> transizione tra vegetazione <strong>di</strong> zoneumide e zone asciutte. Il suo habitat riproduttivo si sovrappone solo parzialmente a quello <strong>di</strong>29


Area SIC IT3210042altri silvi<strong>di</strong> <strong>di</strong> palude quali Cannaiola e Cannareccione, che tendono a inse<strong>di</strong>arsi nelle areepiù allagate e centrali del canneto. Più facile la sovrapposizione con l'Usignolo <strong>di</strong> fiume. Siferma per un periodo molto breve, con arrivi intorno alla metà <strong>di</strong> maggio e primi movimentipost-riproduttivi già in luglio. I ni<strong>di</strong> <strong>della</strong> cannaiola verdognola vengono costruiti in prossimità<strong>di</strong> acque interne palustri, torbiere, palu<strong>di</strong> <strong>di</strong> acqua salmastra, e tra i cespugli al margine <strong>di</strong>pioppeti coltivati o <strong>di</strong> altra vegetazione lungo corsi i d’acqua, lagune, delta ed estuari, igrofilaa ontano (Alnus glutinosa) e a Salici.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Ni<strong>di</strong>ficante da maggio ad agosto. La stagioneriproduttiva inizia intorno alla metà <strong>di</strong> maggio, all'arrivo dai quartieri <strong>di</strong> svernamento, quandola vegetazione in cui ni<strong>di</strong>fica ha raggiunto un'altezza sufficiente. Nido costruito dallafemmina, ancorato a tre o quattro steli legnosi, a 30-60 cm da terra. Simile e quello <strong>di</strong>Cannaiola, ma con strati esterni <strong>di</strong> materiale più grossolano e fissati in modo più blando;composto <strong>di</strong> erbe secche, piante morte e piumino vegetale (coppa rivestita con materialisimili ma più fini e compatti). Una sola covata, <strong>di</strong> 4-5 (3-7) uova sub-ellittiche, azzurre, ver<strong>di</strong>o grigie molto pallide, maculate. Incubazione <strong>di</strong> 12 giorni. Piccoli covati e accu<strong>di</strong>ti daentrambi i genitori; lasciano il nido dopo 10-14 giorni, impiegheranno una ventina <strong>di</strong> giorniper <strong>di</strong>ventare completamente in<strong>di</strong>pendenti.Comportamento. E' molto vivace e ricco <strong>di</strong> note, variato, anche ritmicamente. Eseguestrofe a volte molto lunghe, nelle quali inserisce un gran numero <strong>di</strong> imitazioni <strong>di</strong> altre specie,sia europee che africane. Canta da posatoi esposti, come alberi e cespugli, spesso anche inorari notturni; appare meno schiva e più vivace <strong>della</strong> Cannaiola.Alimentazione. Si nutre soprattutto <strong>di</strong> Insetti e Ragni. Per alimentare i piccoli catturasoprattutto prede con esoscheletro poco coriaceo. Al <strong>di</strong> fuori <strong>della</strong> stagione riproduttiva puòintegrare le sue fonti alimentari con vari tipi <strong>di</strong> bacche (Ribes, Sambuco, more).Migrazione. Migratore regolare da aprile a maggio e da agosto ad ottobre.Svernamento. I quartieri <strong>di</strong> svernamento si trovano in Africa orientale.Conservazione. Questa specie ha fatto registrare aumenti <strong>di</strong> popolazione e areale inalcune zone (Lo<strong>di</strong>giano, Pavese), probabilmente come conseguenza <strong>di</strong> opere <strong>di</strong>interramento e bonifica <strong>di</strong> zone umide golenali e <strong>di</strong> perio<strong>di</strong>ci incen<strong>di</strong>, i cui effetti portano allaformazione <strong>di</strong> una vegetazione <strong>di</strong> transizione, molto apprezzata dalla Cannaiola verdognoladurante la ni<strong>di</strong>ficazione. appaiono comunque significativi i <strong>di</strong>sturbi derivanti dalle vicineattività antropiche (<strong>di</strong> natura agricola e inse<strong>di</strong>ativa) e dai rumori prodotti dalla circolazioneveicolare lungo le infrastrutture stradali a<strong>di</strong>acenti al biotopo.Distribuzione nel Veronese. La presenza <strong>della</strong> Cannaiola verdognola nel Veronese èpiù omogenea e continua nella bassa pianura, più rarefatta nella fascia pedemontana e nellevalli montane.Nel veronese la specie è <strong>di</strong>ffusa nelle zona delle colline moreniche del Garda e intutta la pianura; ni<strong>di</strong>fica anche sull’isola del Pestrino, all’interno del fiume A<strong>di</strong>ge nella paludeBrusà – Vallette <strong>di</strong> Cerea, nella palude del Busatello <strong>di</strong> Nogara e al laghetto del Frassino <strong>di</strong>peschiera del Garda.CANNARECCIONEAcrocephalus arun<strong>di</strong>naceus (Linnaeus, 1758)Descrizione. E’ un uccello appartenente aella famiglia dei Sylviidae che è possibileosservare in quasi tutta Europa, Asia, ed Africa. Il cannareccione ha 2 sottospecie: in Italia viè la sottospecie arun<strong>di</strong>naceus (Linnaeus, 1758). Specie migratrice e visitatrice estiva. È ilpiù robusto tra i passeriformi delle palu<strong>di</strong>. Dorso bruno chiaro. Ventre e petto biancastri.Sopracciglio marcato. Ha una corta cresta <strong>di</strong> piume sul capo. Becco robusto e lungo.Lunghezza 19 cm e 28-29 cm <strong>di</strong> apertura alare. Peso da 25 a 37 grammi. I due sessi sono30


Area SIC IT3210042uguali, non vi è <strong>di</strong>morfismo sessuale. Distribuzione e popolazione. Il cannareccione è<strong>di</strong>ffuso come ni<strong>di</strong>ficante, con varie sottospecie, in Europa, Africa settentrionale ed Asia.L’areale europeo si estende dalla Russia centrale e dalla Scan<strong>di</strong>navia meri<strong>di</strong>onale fino albacino del Me<strong>di</strong>terraneo, incluso il Nord Africa; essa è inoltre presente in Asia Minore,Transcaucasia, Nord Iran, Monti Urali e steppe dei Kirghisi. Sverna nell’Africa tropicale emeri<strong>di</strong>onale. In Italia è ampiamente <strong>di</strong>stribuito, con una tendenza alla rarefazioneprocedendo verso Sud, attribuibile alla crescente scarsità <strong>di</strong> ambienti idonei.La popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel nostro Paese, per il periodo 1983-86, è stata stimatapari a 20.000 - 40.000 coppie.Muta. Adulti: muta completa (pre-riproduttiva) in inverno nellearee <strong>di</strong> svernamento africane. Nei giovani: muta post-giovanile parziale o completa, prima<strong>della</strong> migrazione autunnale.In natura. Si può osservare anche posato sugli alberi o sui pali. Volo basso a codaaperta, con "tuffi" dentro i canneti. Canta anche durante la notte. E’ il più grande fra ipasseriformi del canneto europei.Habitat. Come l’affine cannaiola (rispetto alla quale è decisamente più grande), ilcannareccione è legato alla presenza <strong>di</strong> acque stagnanti o debolmente correnti, provviste <strong>di</strong>formazioni a Phragmites (talvolta Thypha), non necessariamente estese. Vive nei cannetisulle rive dei fiumi, dei laghi e delle palu<strong>di</strong>. Frequenta canneti lungo i fossi e gli stagni.Tende a inse<strong>di</strong>arsi nelle aree più allagate e centrali del canneto.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Il nido ancorato alle canne è a forma <strong>di</strong> coppa, con parteinterna profonda una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> centimetri, ed è costruito con canne e foderato con ra<strong>di</strong>ci,fiori ed erba. Ni<strong>di</strong>fica in piccole colonie. In aprile i maschi raggiungono i quartieri <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione europei prima delle femmine e si contendono i territori migliori. A loro volta lefemmine cercano <strong>di</strong> accaparrarsi i maschi piazzati nelle posizioni migliori. Alcune femmineritardatarie, anziché ripiegare sui maschi in posizione più svantaggiata, si stabiliscono neiterritori migliori e assumono il ruolo <strong>di</strong> "femmine satellite" (si accoppiano con il maschio, masi prendono cura da sole <strong>di</strong> costruire il nido e allevare la prole). Il maschio può avere 2 o 3compagne. La femmina depone 4- 6 uova una volta all'anno tra maggio e giugno,l'incubazione dura 14 - 15 giorni. I piccoli abbandonano il nido verso il 12° giorno <strong>di</strong> vita,involandosi verso la fine <strong>di</strong> giugno.Comportamento. Meno schivo delle altre specie, il Cannareccione sorprendesoprattutto per il forte canto, un prolungato fraseggio ricco <strong>di</strong> note gracchianti e squillanti,emesso in genere dalla cima <strong>di</strong> una canna con il becco rivolto verso l’alto e le piume delcapo arruffate.Alimentazione. Si ciba essenzialmente <strong>di</strong> invertebrati, soprattutto insetti, anche <strong>di</strong><strong>di</strong>mensioni relativamente gran<strong>di</strong>; la <strong>di</strong>eta può comunque comprendere anche crostacei,gasteropo<strong>di</strong>, piccoli invertebrati che trova sugli alberi, nei cespugli e tra le canne edeccezionalmente <strong>di</strong> piccoli pesci, che cattura sulla superficie dell'acqua. .Migrazione. Migratore regolare; in agosto - settembre migra e ritorna verso nord in aprile -maggio. I primi cannareccioni giungono dall’Africa in aprile; alcuni <strong>di</strong> essi appartengonocertamente a popolazioni nor<strong>di</strong>che in transito. Nel mese <strong>di</strong> giugno si assiste ad una<strong>di</strong>minuzione delle catture <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui adulti, seguita in luglio da una ripresa, forse legata altransito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui nor<strong>di</strong>ci in migrazione post-nuziale. A settembre i riproduttori hanno ormaiabbandonato completamente l’area.Svernamento. I quartieri <strong>di</strong> svernamento si trovano in Africa sub-sahariana enell’Africa tropicale. Conservazione. Lo stato <strong>di</strong> conservazione in Europa e in Italia è ritenutosod<strong>di</strong>sfacente.Distribuzione nel Veronese. La <strong>di</strong>stribuzione e la consistenza delle popolazioni <strong>di</strong>Cannareccione nel Veronese è molto ampia e interessa tutte le aree a canneto (ve<strong>di</strong>Busatello con 50 coppie), dalla bassa pianura orientale fino agli stagni dell’anfiteatro31


Area SIC IT3210042morenico, al Laghetto del Frassino, sulle rive del basso Lago fino a Cisano e Bardolino,nella palude Brusà – Vallette <strong>di</strong> Cerea, alla palude del Busatello <strong>di</strong> Gazzo. La presenza <strong>di</strong>questa specie nel tratto <strong>di</strong> fiume indagato pare comunque improbabile per l’assenza <strong>di</strong>cinture <strong>di</strong> canneto e la vicinanza delle infrastrutture viarie.AIRONE CENERINOArdea cinerea (Linnaeus, 1758)Descrizione. Si <strong>di</strong>stingue dagli altri aironi per le gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni (90-98 cm <strong>di</strong>lunghezza e apertura alare 120-150 cm, peso 2 Kg). Ha una livrea grigio cenere (da cui ilnome). Le parti superiori sono grigie, il collo e la testa bianchi con una striscia nera sullanuca. Il lungo e affilato becco è giallastro, le gran<strong>di</strong> zampe brunastre, ma entrambi <strong>di</strong>ventano<strong>di</strong> colore rossastro in primavera. Il volo è potente, con lenti e profon<strong>di</strong> battiti <strong>di</strong> ala. Lasilhouette in volo è caratteristica, tiene la testa arretrata tra le spalle, come a formare una"S", e le zampe estese. Se ne sta immobile per lungo tempo nell'acqua bassa nell'attesa<strong>della</strong> preda. Sessi simili e abiti stagionali con minime variazioni.Muta. Post-riproduttiva completa tra giugno e novembre e pre-riproduttiva parziale inmarzo.In natura. L'airone cenerino è il più <strong>comune</strong> tra gli aironi europei e il suo numero parein costante aumento. È la specie più sedentaria <strong>di</strong> tutte, quella che è più facile vedere nellapianura padana anche d'inverno. Quando ricerca le prede (è attivo anche <strong>di</strong> notte) si muovelentamente e spesso rimane immobile nella stessa posizione anche per parecchi minuti. Lepopolazioni europee sono migratrici regolari, ma quelle italiane sono in prevalenzasedentarie, per quanto nel periodo seguente alla riproduzione molti in<strong>di</strong>vidui si <strong>di</strong>sperdono inzone anche lontane dalle colonie. Ha volo maestoso, con battiti d'ala lenti e profon<strong>di</strong>, azampe <strong>di</strong>stese <strong>di</strong>etro il corpo, testa e collo incassati tra le spalle.Habitat. Gregario, ni<strong>di</strong>fica in colonie denominate garzaie insieme ad altre specie <strong>di</strong>Ardei<strong>di</strong>. Per alimentarsi frequenta una varietà <strong>di</strong> zone umide ad acqua bassa, sia dolce chesalmastra, quali fiumi, torrenti, palu<strong>di</strong>, allevamenti <strong>di</strong> pesce, risaie, lagune e, <strong>di</strong> rado, lesponde marine. In inverno si alimenta anche in zone asciutte come i campi appena arati,ove cattura piccoli Mammiferi e Insetti. Nelle garzaie <strong>della</strong> Padania nord occidentale i ni<strong>di</strong>risultano costruiti soprattutto in aggruppamenti a Salix sp., Populus sp., Quercus sp.,Robinia pseudoacacia. E’ la specie <strong>di</strong> Ardeidae coloniale che costruisce i ni<strong>di</strong> alle altezzemaggiori.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. La deposizione delle uova inizia già dalla metà <strong>di</strong>febbraio e si conclude in aprile. Le uova, deposte dalla metà <strong>di</strong> marzo, sono 4 - 5 per nido ela cova dura circa 25 giorni. I giovani sono nutriti nel nido per circa 50 giorni. I giovani<strong>di</strong>ventano in<strong>di</strong>pendenti a circa 50 giorni d’età. Ni<strong>di</strong>fica in zone planiziali, al <strong>di</strong> sotto dei 200 ms.l.m, <strong>di</strong> preferenza in ambienti umi<strong>di</strong> con densa vegetazione arborea o arbustiva, qualiontaneti e saliceti e pioppeti cespugliati, ma pure in boschi misti asciutti e in canneti. Inmancanza <strong>di</strong> vegetazione più idonea s’inse<strong>di</strong>a su pioppeti coltivati. I ni<strong>di</strong> sono grossepiattaforme <strong>di</strong> rami intrecciati e sono posti ad altezze maggiori <strong>di</strong> quelli degli aironi piùpiccoli, tipicamente da 10 a 30 m dal suolo. La ni<strong>di</strong>ficazione può avvenire con ni<strong>di</strong> isolati, ma<strong>di</strong> solito avviene in colonie, sia monospecifiche sia miste con altre specie <strong>di</strong> aironi e <strong>di</strong> uccelliacquatici. Specie coloniale che si riproduce in colonie monospecifiche o miste. Le specieassociate più frequentemente sono Nycticorax nycticorax e Egretta garzetta .Comportamento. E' una specie gregaria durante il periodo riproduttivo e talvolta siraggruppa in dormitori comuni (roost), in particolare d'inverno. E' facilmente osservabilesoprattutto per le gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e per l'abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> frequentare ambienti aperti. Il volo èrettilineo e lento. Come tutti gli uccelli, gli aironi hanno bisogno <strong>di</strong> molto cibo in rapporto al32


Area SIC IT3210042loro peso corporeo: fino a mezzo chilo <strong>di</strong> pesce al giorno. Per questo motivo spesso nonsono visti <strong>di</strong> buon occhio dai pescatori. In realtà, invece, gli aironi cenerini catturanosoprattutto i pesci vecchi o malati che sono quelli che più si avvicinano alla superficie. Inquesto modo svolgono una selezione benefica per le popolazioni <strong>di</strong> pesci.Alimentazione. In generale, lo spettro alimentare è composto prevalentemente daPesci e Insetti (larve e adulti), oltre a piccoli Mammiferi, Anfibi, Rettili e occasionalmente daUccelli, Crostacei, Molluschi ed Aracni<strong>di</strong> e anche piccoli serpenti.. In or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza:pesci, insetti, anfibi, coleotteri acquatici.Migrazione. La maggior parte degli in<strong>di</strong>vidui è stanziale, ma alcuni compionospostamenti <strong>di</strong>spersivi e migratori <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o raggio entro l’Europa e il Me<strong>di</strong>terraneo.Svernamento. Durante lo svernamento, oltre ai corsi d’acqua, frequenta spessocoltivi, ove cattura anche piccoli mammiferi, seguendo anche le macchine agricole chemettono allo scoperto piccole prede.Conservazione. La specie in Europa ha uno status <strong>di</strong> conservazione favorevole(categoria: sicura). Durante il XX secolo era <strong>di</strong>minuito, presumibilmente per la riduzione degliambienti umi<strong>di</strong> seminaturali e per le persecuzioni dovute alla sua tendenza a prelevare pescinelle vasche d’allevamento. Negli ultimi anni del secolo le popolazioni sono aumentatenotevolmente. L'airone cenerino è minacciato dall'inquinamento delle acque dovuti a scarichifognari abusivi. È specie protetta ai sensi <strong>della</strong> legge 157/92.Distribuzione nel Veronese. Mancano prove certe <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> questa specie nelveronese. Gli ambienti <strong>di</strong> frequentazione <strong>di</strong> questa specie sono le zone umide (specie <strong>della</strong>bassa pianura veronese) ma anche campi coltivati o arati e prati situati in zone aperte. Laspecie è stata segnalata nei Comuni <strong>di</strong> Peschiera del Garda, Sorgà, San Martino BuonAlbergo, nella zona tra i comuni <strong>di</strong> Isola <strong>della</strong> Scala Erbè e Trevenzuolo, a Nogara, nellapalude Brusà-Vallette <strong>di</strong> Cerea, nella garzaia <strong>di</strong> Santa Teresa in Valle a Cerea, nella garzaia<strong>di</strong> Nichesola al Terrazzo ed al Laghetto del Frassino.PIRO PIRO PICCOLOActitis hypoleucos (Linnaeus, 1758)Descrizione. Il Piro piro piccolo è un uccello <strong>della</strong> famiglia degli Scolopacidae. Il Piropiro piccolo non ha sottospecie, è monotipico. Questo piccolo e panciuto uccello presenta uncolore beige sul dorso fino sul petto, mentre il ventre è bianco latte. Le zampe sono lunghecirca trenta centimetri, poco più del becco. Da posato il Il Piro piro piccolo mostra le partisuperiori (collo, dorso e copritrici delle ali) marrone piuttosto chiaro ed uniformi. Il <strong>di</strong>segno<strong>della</strong> "faccia" è caratterizzato da un sopracciglio chiaro, piuttosto sfumato e non troppomarcato <strong>di</strong>etro l’occhio. Iride nera. La gola ed il centro del petto chiari, ma i lati del petto edel collo sono marroni con bor<strong>di</strong> netti; ali con due strie bianche molto caratteristiche.Lunghezza 19 cm e 33 cm <strong>di</strong> apertura alare. Peso 40 grammi. È frequente lungo i fiumi dovesi può vederlo correre tra le pietre.In natura. E’ un uccello acquatico <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, dalla silhouette snella, il capopiccolo, le ali appuntite e la coda squadrata. Il suo tipico aspetto ingobbito e furtivo è ancorpiù accentuato dalla postura orizzontale, con la testa e la coda tenute alla stessa altezza dalsuolo. Sono riconoscibili le movenze <strong>di</strong> questo piccolo uccello dei greti e delle palu<strong>di</strong>, checome gli altri Piropiro, solitamente quando cammina muove la coda in alto ed in bassoripetutamente. Il Piro piro piccolo è una specie caratteristica, mostrando una combinazionedavvero unica <strong>di</strong>: zampe corte, corpo a "pera" che si assottiglia nel "<strong>di</strong><strong>di</strong>etro".Habitat. Si riproduce su banchi <strong>di</strong> fiumi presso l’acqua utilizzando anche vecchi ni<strong>di</strong> <strong>di</strong>altri uccelli, ma anche in tane <strong>di</strong> conigli o campi <strong>di</strong> grano <strong>di</strong>stanti dall’acqua inoltre, è il piùpropenso a frequentare alla ricerca <strong>di</strong> cibo aree aperte fangose o sassose, spesso in33


Area SIC IT3210042compagnia <strong>di</strong> limicoli più gran<strong>di</strong>. In primavera, il piro piro piccolo costruisce il nido sulla terra,ben nascosto fra la vegetazione erbacea, nel quale in aprile la femmina depone quattrouova che insieme al maschio cova per circa ventotto giorni. durante la ni<strong>di</strong>ficazione abita lerive <strong>di</strong> fiumi, torrenti e laghi mentre nelle migrazioni, folti stuoli sostano in ambienti umi<strong>di</strong> osulla riva del mare.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Il nido è costituito da una semplice cavità nel terrenonascosta e tappezzata <strong>di</strong> erbe e foglie. Durante la cova <strong>di</strong>fende uova e ni<strong>di</strong>acei dai predatorisimulando <strong>di</strong> essere ferito ed attirandoli su <strong>di</strong> se, li allontana dal nido. . Il piro piro piccoloni<strong>di</strong>fica nell’Europa centro settentrionale, ed in Asia. Ni<strong>di</strong>fica in primavera inoltrata. Durantela ni<strong>di</strong>ficazione pre<strong>di</strong>lige le rive <strong>di</strong> fiumi, torrenti e laghi.Comportamento. Sul terreno si muove attivamente, con continue oscillazioni del capoe <strong>della</strong> coda in su e giù, ed effettuare voletti esplorativi lungo le rive degli specchi d’acquaalla ricerca <strong>di</strong> insetti, larve o semi ed emette <strong>di</strong> frequente un acuto ed aspirato fischio; il voloè basso ma con rapi<strong>di</strong> e profon<strong>di</strong> battiti d'ala che si alternano a brevi planate. il modo piùsemplice per riconoscerlo è sicuramente la voce: emette un caratteristico trillo "iii-<strong>di</strong>-<strong>di</strong>",composto da tre sillabe staccate; lo si sente principalmente all’atto del decollo e durante ilvolo.Alimentazione. Ha una <strong>di</strong>eta prevalentemente animale; insetti, molluschi, crostacei,anelli<strong>di</strong>, girini e miriapo<strong>di</strong> e qualche volta qualche vegetale, costituiscono il suo cibo.Migrazione. Migratore regolare; all'inizio <strong>della</strong> primavera si sposta dall'africa verso iterritori <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione dell'Europa ed in autunno quando torna nei quartieri <strong>di</strong> svernamentoafricani. durante le migrazioni sosta in ambienti umi<strong>di</strong> o sulla riva del mare.Svernamento. Le principali aree <strong>di</strong> svernamento sono localizzate in Africa, tra ilSahara e la Regione del Capo, e in tutta la fascia meri<strong>di</strong>onale dell’Asia, Nuova Guinea eAustralia.Conservazione. Stato <strong>di</strong> conservazione: rischio minimo anche se purtroppo comemolti altri limicoli è una specie che nel corso degli anni ha subito una drastica <strong>di</strong>minuzionenel nostro Paese, dovuta in massima parte alle bonifiche dei terreni paludosi ed alletrasformazioni legate all’agricoltura intensiva ed estensiva. Un’efficace strategia <strong>di</strong> tutela<strong>della</strong> specie dovrebbe prevedere forme <strong>di</strong> limitazione del <strong>di</strong>sturbo antropico nei greti deifiumi, in particolare nel periodo primaverile ed estivo. Di particolare importanza, inoltre, laprescrizione dell’uso <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> ingegneria naturalistica e <strong>di</strong> rinaturazione nelle attività <strong>di</strong>manutenzione idraulica dei corsi d’acqua.Distribuzione nel Veronese. Nel Veronese la specie è stata trovata come ni<strong>di</strong>ficantesoprattutto lungo l’asta fluviale dell’A<strong>di</strong>ge. L’habitat <strong>di</strong> riproduzione è costituito dalle rive deifiumi, canali, laghi e altre zone umide (cave, torbiere) caratterizzate da un fondo fangosooppure ricoperto da ghiaia e ciottoli. E’ stata avvistata nella palude Brusà – Vallette <strong>di</strong>Cerea, nella zona tra i Comuni <strong>di</strong> Isola <strong>della</strong> Scala Erbè e Trevenzuolo. La presenza <strong>di</strong>questa specie nel tratto <strong>di</strong> fiume indagato non è da escludere anche se poco probabile.GALLINELLA D’ACQUAGallinula chloropus (Linnaeus, 1758)Descrizione. La Gallinella d'acqua è una specie <strong>della</strong> famiglia dei Ralli<strong>di</strong>. La gallinellanon presenta evidente <strong>di</strong>morfismo sessuale, si riconosce per il piumaggio bruno-nerastro econ striature bianche sui fianchi, sottocoda bianco, il becco è appuntito giallo-rosso dotato <strong>di</strong>una cera rossa alla base dello stesso. Le ali brevi e arrotondate chiuse presentano unastriscia <strong>di</strong> penne bianche, come pure è bianco il posteriore. I pie<strong>di</strong> sono dotati <strong>di</strong> <strong>di</strong>ta moltolunghe e robuste cosa che le permette <strong>di</strong> camminare agilmente tra la vegetazione palustre,le zampe sono <strong>di</strong> colore giallo verdastro. Questo Rallide è lungo 32-35 cm, pesa 240-420 ge possiede un’ apertura alare <strong>di</strong> 50-55 cm.34


Area SIC IT3210042Muta. Gli adulti e i giovani durante il periodo <strong>della</strong> muta perdono le remiganti e<strong>di</strong>ventano incapaci <strong>di</strong> volare.In natura. Generalmente le gallinelle d'acqua conducono una vita solitaria ma ininverno possono formare piccoli gruppi. Di indole sospettosa, si fa confidente ove non e<strong>di</strong>sturbata. Alza e abbassa continuamente la coda quando è allarmata e si tuffaoccasionalmente in caso <strong>di</strong> pericolo. Nuota con grazia scuotendo la testa. Il volo solitamenteè lento, con zampe pendenti. Solitamente è monogamo per il periodo riproduttivo (cioè lacoppia rimane invariata in quel lasso <strong>di</strong> tempo). Il maschio sfoggia un comportamentoestremamente territoriale, azzuffandosi con i rivali a colpi <strong>di</strong> zampe sino a ferirsi, talvoltagravemente.Habitat. Frequenta luoghi umi<strong>di</strong>: stagni, laghi, rogge e fossati e in generale terreniumi<strong>di</strong> e acque che scorrono lentamente con molte piante acquatiche con una buonacopertura vegetazionale, così da trovare repentinamente riparo in caso <strong>di</strong> pericolo. Ognihabitat d'acqua dolce, dal piccolo stagno al lago, dal ruscello al fiume, offre ospitalità allagallinella d'acqua a con<strong>di</strong>zione che siano presenti ricca vegetazione e canneti. Frequenta lafitta vegetazione <strong>di</strong> ripa <strong>di</strong> corsi d'acqua, palu<strong>di</strong>, stagni, laghi, ecc., e praterie a<strong>di</strong>acenti più omeno umide. adattandosi facilmente agli ambienti creati dall'uomo come parchi urbani efattorie. La gallinella d’acqua è una <strong>di</strong>screta nuotatrice e si è adattata a vivere nei più <strong>di</strong>versiambienti umi<strong>di</strong> tollerando piogge, venti e umi<strong>di</strong>tà, ma non sopportando le temperature rigide.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. La stagione riproduttiva inizia gia alla fine <strong>di</strong> febbraiocon i corteggiamenti: il maschio compie rincorse ed esibizioni a capo chino, mostrando allafemmina scelta la rossa placca frontale. Sia il maschio che la femmina partecipano allacostruzione del nido, che e costituito da giunchi secchi ed erbe su un ammasso vegetalegalleggiante tra la fitta vegetazione, oppure tra canneti e cespugli vicino all'acqua edoccasionalmente sugli alberi. Le femmine vi depongono da cinque a <strong>di</strong>eci uova marroncinemaculate con chiazze più scure che vengono covate da entrambi i genitori per circa 22giorni. Depone due o tre volte all'anno. I piccoli sono ni<strong>di</strong>fugi e seguono la madre dalla qualesono accu<strong>di</strong>ti per alcune settimane. I pulcini appena nati sono subito in grado <strong>di</strong> nuotare, mahanno bisogno <strong>di</strong> essere nutriti dai genitori e, a volte, anche dai fratelli più gran<strong>di</strong>. Diventanoin<strong>di</strong>pendenti dopo 6-7 settimane. Talvolta i giovani si allontanano dall’area natale (si parla <strong>di</strong><strong>di</strong>spersione) dopo circa 72 giorni e sono in grado <strong>di</strong> riprodursi al secondo-terzo anno <strong>di</strong> vita.Comportamento. Le gallinelle sono abili nuotatrici, il movimento nell'acqua ècaratteristico perché procede a scatti, sulla terraferma si muovono goffamente. Hanno unvolo piuttosto pesante. Minacciate dal pericolo emettono un caratteristico richiamo; questocomportamento permette il censimento degli animali anche ascoltadone i richiami (ungorgogliante "piurrrk" o "currruc" e un acuto "kik ack"). Durante l'inverno vive in piccoli gruppiformati da poco più <strong>di</strong> una dozzina <strong>di</strong> esemplari. Possiede un volo lento, <strong>di</strong> solito moltobreve, e per decollare deve correre sulla superficie dell'acqua; cammina con grazia edeleganza, abbassando e alzando ritmicamente la coda. Nuota con <strong>di</strong>sinvoltura ondeggiandola testa, si tuffa e nuota sott'acqua con abilita e, se si sente in pericolo, può compiere lunghitratti in immersione e rifugiarsi entro buchi delle rive.Alimentazione. La gallinella è onnivora e si nutre <strong>di</strong> insetti acquatici, piccoli pesci,crostacei, molluschi, germogli <strong>di</strong> piante acquatiche, lumache, piccoli pesci ma anche <strong>di</strong>bacche e frutta, ma anche <strong>di</strong> insetti, vermi, molluschi, girini. E’ in grado <strong>di</strong> mangiareovunque: mentre nuota, mentre cammina sulle piante galleggianti o a terra (meglio suqualche coltivo). In acqua solitamente immerge il capo con il corpo posto verticalmentecibandosi <strong>di</strong> insetti e <strong>di</strong> pianticelle, anche se raramente nuota sott’acqua. A terra si alimenta,oltre che <strong>di</strong> insetti, anche <strong>di</strong> frutti, semi e piante. Spora<strong>di</strong>camente si nutre <strong>di</strong> conchiglie e <strong>di</strong>uova <strong>di</strong> uccelli.Migrazione. Solamente le popolazioni settentrionali migrano al sud d'inverno.35


Area SIC IT3210042Conservazione. Non è considerata una specie in pericolo.Distribuzione nel Veronese. Nel Veronese, la specie è <strong>di</strong>stribuita lungo tutti i corsid’acqua <strong>della</strong> pianura, nella fascia delle risorgive, negli specchi d’acqua delle collinemoreniche e sulla riva orientale del lago <strong>di</strong> Garda (Peschiera del Garda). La specie è statacomunque segnalata con maggior frequenza nelle aree umide <strong>della</strong> bassa pianura veronese(nella palude Brusà – Vallette <strong>di</strong> Cerea, palude del Busatello <strong>di</strong> Gazzo, Povegliano, Vigasio),ma anche alle Ferrazze, nell’isola del Pestrino e nell’area del Quadrante Europa a Verona.BALLERINA GIALLAMotacilla cinerea (Tunstall, 1771)Descrizione. La Ballerina gialla è un uccello insettivoro <strong>della</strong> famiglia dei Motacillidae.La Ballerina gialla ha 4 sottospecie: in Italia ni<strong>di</strong>fica la sottospecie cinerea (Tunstall, 1771).Lunga circa 18 cm, apertura alare circa 27 cm e peso 20 gr, con coda lunga e nera,groppone giallo verdastro le parti superiori sono grigio oliva, sottocoda giallo. Timoniereesterne molto evidenti, parti superiori grigio blu e sottocoda giallo. Petto giallo brillanted’estate, fulviccio d’inverno. Il maschio ha un sopracciglio bianco ed una evidente strisciabianca dal becco, giù, lungo la guancia che è grigio scuro. Mento e gola del maschio nerid’estate, biancastri d’inverno. La femmina è tinta <strong>di</strong> verde superiore con bianco sulla gola,d’estate e d’inverno. La popolazione italiana è valutata in 40.000-80.000 coppie.In natura. Non gregaria, tranne quando va a dormire. Data l'abitu<strong>di</strong>ne a ni<strong>di</strong>ficare neibuchi dei muri capita spesso che viva a contatto con l'uomo nei vecchi cascinali o nelle caserurali, oppure che si aggiri nei campi alla ricerca <strong>di</strong> insetti. La Ballerina gialla nella scelta deiterritori riproduttivi presenta una spiccata preferenza per i corsi d’acqua <strong>della</strong> fascia montanae collinare, anche <strong>di</strong> portata ridotta, caratterizzati da rive alberate e dalla presenza <strong>di</strong> massi,ciottoli o affioramenti rocciosi.Habitat. La Ballerina gialla nella scelta dei territori riproduttivi presenta una spiccatapreferenza per i corsi d’acqua <strong>della</strong> fascia montana e collinare, anche <strong>di</strong> portata ridotta,caratterizzati da rive alberate e dalla presenza <strong>di</strong> massi, ciottoli o affioramenti rocciosi.Torrenti poco profon<strong>di</strong> nelle regioni montuose e collinose, ma anche in pianura presso glistagni <strong>di</strong> smaltimento dei rifiuti e terreni coltivati, specialmente d'inverno. Ni<strong>di</strong>fica nei buchidei muretti, sotto i ponti ecc. La Ballerina gialla, come detto, è sempre molto legata all’acquae frequenta sempre e solo le rive d’acqua corrente, torrenti e fossi.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. Il periodo <strong>della</strong> riproduzione va da Marzo a Maggio,ni<strong>di</strong>fica in cavità fra le rocce oppure in buchi nei muri o sotto i ponti. Alleva una sola covatal'anno deponendo 4-6 uova biancastre con puntini neri, in un nido a coppa costruito daentrambi i genitori fatto <strong>di</strong> steli, muschio e foglie secche. Entrambi i genitori prendono partealla cova e all'allevamento dei piccoli. Ni<strong>di</strong>fica anche fini a 1880 metri <strong>di</strong> altezza. Deponeuna sola covata annua (a volte due). La coppia è monogama.Comportamento. Vivace, leggermente più grande <strong>della</strong> ballerina bianca. Sempre inmovimento, quando si posa, scuote la lunga coda, tanto da far oscillare anche tutto il corpo.Per quanto riguarda le abitu<strong>di</strong>ni sociali, la Ballerina gialla è sempre solitaria, tranne neidormitori invernali. La Ballerina gialla sosta spesso su posatoi in evidenza. Verso metallicocon ripetuti zi-zi.Alimentazione. Insettivoro si ciba <strong>di</strong> piccoli invertebrati (insetti acquatici e relativelarve). La ballerina gialla si nutre <strong>di</strong> insetti, crostacei, molluschi e piccoli anfibi, che catturasul terreno o in volo.Migrazione. In Italia la Ballerina gialla è essenzialmente residente: ni<strong>di</strong>fica nei pressidell’acqua corrente (fiumi, torrenti, ruscelli, canali, fossi e rive <strong>di</strong> laghi) ad una certa quotama anche in pianura; in inverno scende a quote basse, rimanendo sempre molto legata36


Area SIC IT3210042all’acqua. I nostri contingenti vengono rinforzati dai migratori che giungono, <strong>di</strong> passo, dalnord Europa.Svernamento. Le popolazioni nordeuropee svernano nel bacino del Me<strong>di</strong>terraneo.Alcuni soggetti si portano oltre il Sahara, ed in particolar modo si concentrano nelle zone deigran<strong>di</strong> laghi. Le popolazioni siberiane svernano in In<strong>di</strong>a, Cina, Indocina, Indonesia e NuovaGuinea.Conservazione. In Italia la specie è sostanzialmente stabile, ma alcune <strong>di</strong>minuzionisono state osservate localmente in alcune regioni. Le principali minacce per questa specie siritiene che siano le trasformazioni dei corsi d’acqua, in particolare le opere <strong>di</strong> arginatura e leimprovvise variazioni del livello dell’acqua nella stagione riproduttiva.Distribuzione nel Veronese. Nel Veronese, la specie è ben rappresentata nella partealta <strong>della</strong> provincia, fin dove i corsi d’acqua scorrono perenni in superficie. Presente sullecolline moreniche a sud del lago <strong>di</strong> Garda e lungo la Val d’A<strong>di</strong>ge (es. a Ceraino). La<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong>venta irregolare in pianura. Gli habitat preferiti <strong>di</strong> riproduzione sono costituitida ruscelli, torrentelli e corsi d’acqua freschi e puliti, con cascate, salti e rive scoscese.Improbabile la presenza <strong>di</strong> questa specie nel tratto <strong>di</strong> fiume indagato. La presenza <strong>di</strong> questaspecie nel tratto <strong>di</strong> fiume indagato non è da escludere anche se poco probabile.BALLERINA BIANCAMotacilla alba (Linnaeus, 1758)Descrizione. La ballerina bianca ha 3 sottospecie e in Italia è presente la sottospeciealba. E’ un uccello insettivoro <strong>della</strong> famiglia dei Motacillidae. Presenta una lunghezza <strong>di</strong>circa 20 cm, apertura alare <strong>di</strong> 30-32 cm, peso adulto <strong>di</strong> 18-27 gr. Il maschio in abito nuzialeè inconfon<strong>di</strong>bile: mascherina bianca su fronte e occhi contrastante con la gola, il petto e lanuca neri; dorso e ali grigi; coda nera bordata <strong>di</strong> bianco e parti inferiori bianche. La femminaha colori meno netti sul capo ed entrambi i sessi hanno una livrea più sfumata in inverno. Ilgiovane è bianco e grigio, con una mezzaluna scura sul petto e coda più corta rispettoall'adulto. La coda è lunga con penne bianche e nere. Distribuzione e popolazione. Speciesedentaria e migratrice, è presente in gran parte dell'Europa (tranne che in Scan<strong>di</strong>navia) edell'Asia, d'inverno migra nell'Africa centrale, ma molti esemplari si fermano nell'Europameri<strong>di</strong>onale. In Italia ni<strong>di</strong>fica dal livello del mare fino a oltre 2500 metri <strong>di</strong> quota. In Italia sitrova al settentrione, ma nella stagione invernale migra verso il meri<strong>di</strong>one, popolandopianure e campi coltivati e zone costiere e acquitrinose. Comunissima in ogni regione. Moltesono <strong>di</strong> passaggio e molte altre svernano nelle zone calde. La popolazione italiana èvalutata in 150.000-300.000 coppie ni<strong>di</strong>ficanti.In natura. Dalla forma slanciata ed elegante, lo si osserva camminare "ancheggiando"o in volo con un classico moto ondulato sincronizzato al richiamo. Necessita <strong>di</strong> spazi aperticon vegetazione erbacea rasa alternata a tratti con suolo nudo. Si adatta molto bene adambienti antropizzati quali centri abitati, bor<strong>di</strong> <strong>di</strong> strade, <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> cascine o alpeggi espesso costruisce il nido su fabbricati. È particolarmente frequente lungo i corsi d'acquabordati da greti ghiaiosi. E’ un uccello attivo, mobile ed irrequieto, sempre in movimento, si<strong>di</strong>mostra anche assai socievole con gli altri in<strong>di</strong>vidui <strong>della</strong> sua specie.Habitat. Pre<strong>di</strong>lige frequentare i campi, i giar<strong>di</strong>ni, le città ed in generali dove c'èpresenza <strong>di</strong> acqua ed evita le foreste d'alto fusto e le montagne oltre il limite <strong>della</strong>vegetazione arborea. Ni<strong>di</strong>fica fra le rocce o nei buchi dei muri. Vive libero in natura in tutti icontinenti, molto simile agli altri componenti del genere pre<strong>di</strong>lige gli ambienti prossimiall'acqua anche se è possibile trovarla anche in altri ambienti grazie alla sua notevolecapacità <strong>di</strong> adattamento. A seconda delle <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> cibo può avere comportamenti siastanziali che migratori. Frequenta un gran numero <strong>di</strong> ambienti. Ama l’acqua, ma vive anche37


Area SIC IT3210042sui terreni secchi e in città. Si spinge spesso sulle strade asfaltate e nei paesi. D'inverno,quando si riunisce in grossi stormi, è facile osservarla nei campi arati e sui prati.Riproduzione e ni<strong>di</strong>ficazione. La ballerina bianca ni<strong>di</strong>fica tra gli alberi dei gran<strong>di</strong> rootscomunali, nelle nicchie ricavate tra le costruzioni dei centri urbani, e perfino sui tetti <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficiindustriali, preferendo a volte la calda città alla fredda campagna. La prima covata avvienein aprile, e consiste <strong>di</strong> 6 o 8 uova, la seconda, in giugno, consta <strong>di</strong> 4 o 6 uova, sempre dalguscio bianco-azzurro o grigiastro. La covata è affidata esclusivamente alla femmina,mentre all'allevamento partecipano entrambi i genitori. Schiusura uova dopo 12/13 giorni.Costruisce un voluminoso nido a coppa con ramoscelli, foglie, ra<strong>di</strong>ci, muschio, erba, piume,peli e lana, nascosto in anfratti naturali (su ripe e scarpate) o artificiali (su costruzioni. Èmolto attenta nella cura dei pulcini, che continuerà ad addestrare e ad alimentare per tre oquattro settimane dopo il volo, <strong>di</strong>fendendoli con estremo coraggio in caso <strong>di</strong> pericolo. Èmeticolosa nella pulizia del nido. Apprezza anche le cassette nido artificiali.Comportamento. In periodo <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione è territoriale; i territori sono tipicamenteriutilizzati anno dopo anno. Il maschio canta poco, da posizioni elevate, spesso la cima <strong>di</strong> untetto, o da terra. Più spesso attrae la femmina con una serie <strong>di</strong> richiami rituali. Il volo canoroè poco usato comparativamente alle altre ballerine. Fra i piccoli uccelli è forse quello che piùriesce a vivere in simbiosi con gli esseri umani. Si avvicina spesso alle case in cerca <strong>di</strong> cibo(specie se c'è un balcone abbastanza ampio) e, se questo le viene offerto con regolarità,può <strong>di</strong>ventare abitu<strong>di</strong>naria e mangiare in presenza degli occupanti. E' opportuno lasciarleanche una ciotola d'acqua. Se il rapporto con la casa si consolida, la Ballerina Bianca puòad<strong>di</strong>rittura 'segnalare' la sua presenza all'uomo eseguendo brevi stacchi da terra davanti allefinestre. Può inoltre essere allevata. Dalla forma slanciata ed elegante, lo si osservacamminare "ancheggiando" o in volo con un classico moto ondulato sincronizzato alrichiamo.Alimentazione. La ballerina bianca si ciba <strong>di</strong> insetti, larve e crisali<strong>di</strong>, crostacei, ragni,mosche, molluschi e piccoli anfibi che cerca lungo le rive , nel fango, nel letame e sui tetti.Quando scorge una preda si precipita su <strong>di</strong> essa con rapi<strong>di</strong>tà e la ghermisce con estremasicurezza. Cattura piccoli insetti al suolo su tappeti erbosi, strade, scarpate, greti e tetti; puòsvolazzare alla ricerca <strong>di</strong> prede anche su specchi d'acqua e occasionalmente su bestiame alpascolo.Migrazione e svernamento. Specie sedentaria e migratrice, d'inverno migra nell'Africacentrale, ma molti esemplari si fermano nell'Europa meri<strong>di</strong>onale. In Italia nella stagioneinvernale migra verso il meri<strong>di</strong>one, popolando pianure e campi coltivati e zone costiere eacquitrinose. Molte sono <strong>di</strong> passaggio e molte altre svernano nelle zone calde.Conservazione. In Italia la specie è sostanzialmente stabile, ma con andamenti<strong>di</strong>versi in <strong>di</strong>fferenti situazioni: negli ambienti agricoli la tendenza sembra essere alla<strong>di</strong>minuzione, mentre in altri ambienti ci sono incrementi ed espansioni territoriali locali. Datala <strong>di</strong>ffusione, l’abbondanza e la sostanziale stabilità delle popolazioni, non si ritiene sianonecessari interventi per la conservazione <strong>della</strong> ballerina bianca.Distribuzione nel Veronese. Nel Veronese, è sicuramente una delle specie più comunie abbondanti. Si può osservare <strong>comune</strong>mente lungo l’A<strong>di</strong>ge mentre è intenta a procurarsi ilcibo in prossimità dell’acqua lungo la Val d’A<strong>di</strong>ge (es. a Ceraino). Probabile la sua presenzanel sito in questione.1.3.5.2 Considerazione sulla presenza <strong>di</strong> avifauna nel tratto <strong>di</strong> fiume indagato38


Area SIC IT3210042Le specie <strong>di</strong> uccelli <strong>di</strong> importanza comunitaria inquadrabili nel sito “Fiume A<strong>di</strong>ge traVerona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine” e inserite nell’Allegato I <strong>della</strong> Direttiva Uccelli riguardanotipologie scarsamente rappresentate nell’area presa in esame.Mancano in particolare, nel tratto <strong>di</strong> fiume indagato, gli habitat frequentati da questespecie, come ad esempio formazioni a Phragmites e Thypha, mentre le zone caratterizzateda acque lentiche e stagnati sono, ambienti riscontrabili solamente in poche ed isolate areegolenali. La presenza <strong>di</strong> queste specie, peraltro suffragata da rare segnalazioni, è infattiattribuibile soprattutto a tratti <strong>di</strong> fiume ubicati più a monte, e più a sud, in aree in cui ilterritorio si presenta meno <strong>di</strong>sturbato dalle attività antropiche.Dall’analisi dell’ornitofauna presente nell’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, si nota chiaramenteche la presenza <strong>di</strong> questi uccelli viene segnalata soprattutto per quello che riguardaeventuali presenze legate all’attività trofica e o <strong>di</strong> rifugio. I relativi siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione sonoinvece presenti nelle aree umide <strong>della</strong> bassa pianura veronese, in particolare nei pressi delleValli Gran<strong>di</strong> Veronesi (Legnago) e delle aree palustri relitte (Palude del Busatello, Palude <strong>di</strong>Pellegrina a Isola <strong>della</strong> Scala, Palude del Brusà – Vallette <strong>di</strong> Cerea, Feniletto e Laghetto delFrassino).A parte qualche specie, come il Martin pescatore, la Ballerina bianca, il Piro piropiccolo, forse la Cannaiola verdognola, la Gallinella d’acqua e l’Airone cenerino, chepossono essere ni<strong>di</strong>ficanti nell’area in esame, per le altre specie elencate nel formulario delSIC e non elencate nell’Allegato I <strong>della</strong> Direttiva Uccelli, si può ragionevolmente escluderela presenza nell’ambito fluviale indagato anche a causa dell’eccessiva antropizzazione delterritorio e <strong>della</strong> mancanza <strong>di</strong> ambienti naturali ripari idonei.1.3.5.3 Pesci elencati in All. II Direttiva 92/43/CEEPetromyzon marinus - Lampreda <strong>di</strong> mareLa lampreda <strong>di</strong> mare è una specie appartenente alla classe degli Agnati, predatore parassita<strong>di</strong> altri pesci.Questa specie <strong>di</strong>mora presso i litorali marini e risale lungo i fiumi nel periodo <strong>della</strong>riproduzione (anadromo) che avviene in zone con correnti rapida e fondali ghiaiosi. È unaspecie <strong>di</strong>ffusa lungo tutte le coste europee, sia del Me<strong>di</strong>terraneo che dell’Atlantico. In Italia èpresente lungo tutte le coste marine, lungo il corso me<strong>di</strong>o e inferiore del Po, Ticino, Lambro,Scrivia, A<strong>di</strong>ge, Arno, Tevere.Biologia: È un ectoparassita <strong>di</strong> merluzzi, sgombri, aringhe e delfini, ai quali succhia ilsangue, grazie al suo apparato boccale.Gli accoppiamenti avvengono tra la primavera e l'inizio dell'estate, dopo che la coppia risale icorsi dei fiumi e scava tra la ghiaia una buca in cui vengono deposte le uova <strong>di</strong> circa 1 mm<strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro. Durante il loro viaggio nuziale, le lamprede non si nutrono e, dopo ladeposizione, muoiono. Dopo la schiusa le larve, che hanno colore uniforme e un’unica pinnadorsale, si spostano in tratti <strong>di</strong> fiume a corrente tranquilla e trascorrono nel fango da 2 a 5anni prima <strong>di</strong> compiere la metamorfosi, dopo la quale, rag<strong>giunta</strong> una lunghezza <strong>di</strong> 10-20 cm,migrano verso il mare.Distribuzione e tendenza demografica: la Carta Ittica <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> Verona, anno2005, segnala la scomparsa del Petromyzon marinus.Fattori <strong>di</strong> minaccia: la contrazione dell’areale <strong>della</strong> specie è da mettere in relazione, oltreche con l’inquinamento delle acque (a cui sono particolarmente sensibili le forme larvali) conle alterazioni degli ambienti fluviali ed in particolare con la costruzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ghe esbarramenti che impe<strong>di</strong>scono la risalita dei riproduttori verso le aree <strong>di</strong> deposizione.Presenza nel sito <strong>di</strong> intervento: altamente improbabile39


Area SIC IT3210042Lethenteron zanandreai - Lampreda padanaQuesta specie, assieme a tutte le altre inserite nella famiglia dei Petromizonti<strong>di</strong>, non è unvero pesce nel senso zoologico stretto del termine: appartiene infatti al gruppo sistematicodegli AGNATI, vertebrati primitivi sprovvisti <strong>di</strong> mascelle, con bocca circolare, fornita <strong>di</strong>numerosi denti in grado <strong>di</strong> fungere da ventosa.Biologia: la lampreda padana un tempo essa era molto <strong>di</strong>ffusa nei ruscelli e nelle rogge; lasua presenza veniva segnalata nel Fibbio (De Betta, 1862; Garbini, 1891, 1895 e 1904;Zanandrea, 1962), nell’Antanello (Zanandrea, 1962) e nella Rosella (Zanandrea, 1962) per ilbacino dell’A<strong>di</strong>ge, nel Guà (Zanandrea, 1962), nel Mincio (Gallico, 1935) e nel Tartaro(Garbini, 1891 e 1904). È una specie praticamente stanziale, che trascorre la prima parte<strong>della</strong> sua vita, che dura 4-5 anni, in una fase larvale (la larva viene detta ammocete),vivendo infossata nel fango o nella sabbia sia per sfuggire ai possibile predatori sia perrinvenire il cibo costituito da macroinvertebrati, alghe e detrito organico; l’ammocete è privo<strong>di</strong> occhi, la pinna caudale e quella anale si presentano poco <strong>di</strong>fferenziate e la bocca è priva<strong>di</strong> denti. Nella seconda fase <strong>della</strong> vita, molto più breve, la lampreda subisce unametamorfosi ed assume i caratteri tipici dell’adulto con la <strong>di</strong>fferenziazione degli occhi e <strong>di</strong>una bocca a ventosa circolare. In questa fase <strong>della</strong> vita ha luogo l’unica riproduzione <strong>della</strong>lampreda padana, che ha luogo da gennaio alla tarda primavera, ed avviene in un nidoscavato da più in<strong>di</strong>vidui nel fondo ghiaioso e/o sabbioso <strong>di</strong> corsi d’acqua a moderata velocità<strong>di</strong> corrente; dopo il completamento <strong>della</strong> fase riproduttiva gli adulti lasciano il nido e poimuoiono.Distribuzione e tendenza demografica: questa specie era presente con certezza in tutto ilcorso dell’A<strong>di</strong>ge in modo decrescente procedendo verso la foce, oltre che nelle risorgive enei tratti superiori dei fiumi Menago, Tartaro e Piganzo (bacino del Tartaro). La lampredapadana non è stata raccolta <strong>di</strong>rettamente nelle stazioni indagate nel corso <strong>della</strong> carta itticaprovinciale ma è stata tuttavia rinvenuta nel corso delle operazioni <strong>di</strong> recupero ittico, aseguito <strong>di</strong> asciutte o <strong>di</strong> altri lavori idraulici, nell’A<strong>di</strong>ge nei canali Camuzzoni e Biffis.La presenza <strong>della</strong> specie è inoltre segnalata nell’area <strong>di</strong> risorgiva compresa fra Villafranca eIsola <strong>della</strong> Scala. In passato la lampreda padana veniva segnalata anche nel Fibbio (DeBetta 1862; Garbini 1891; 1895; 1904; Zanandrea 1962), nell'Antanello, nella Rosella e nelGuà (Zanandrea 1962), nel Mincio (Pavesi 1896; Gallico 1935), nel Tartaro (Garbini 1891) enelle valli veronesi (Bettoni 1904). Le segnalazioni storiche <strong>di</strong> L. fluviatilis e/o L. planeri nelleacque veronesi vanno riferite a L. zanandreai.Fattori <strong>di</strong> minaccia: la rarefazione <strong>della</strong> specie è dovuta a svariate cause comel’inquinamento delle acque, le mo<strong>di</strong>ficazioni strutturali degli alvei ed i massicci ripopolamenticon salmoni<strong>di</strong>, loro predatori, nonchè, in alcuni corsi d’acqua, alla pesca condotta consistemi <strong>di</strong>struttivi sia a carico delle forme larvali che degli adulti in fase riproduttiva. Anchel’abbassamento delle falde, con la riduzione <strong>di</strong> portata delle risorgive, risulta negativo.Presenza nel sito <strong>di</strong> intervento: improbabile.Salmo marmoratus -Trota mormorataBiologia: la trota mormorata è una specie tipica delle acque correnti <strong>della</strong> regionepadanoveneta, dalmate ed albanesi (Tortonese, 1970). Rispetto alla trota fario, la trotamarmorata si localizza più a valle, occupando quin<strong>di</strong> i tratti me<strong>di</strong> dei gran<strong>di</strong> fiumi.; colonizzal’iporhitron e non <strong>di</strong>sdegna qualche “puntata” nelle zone del potamon. Pre<strong>di</strong>lige le acque<strong>di</strong>scretamente profonde e non troppo mosse, dove si trova con facilità nelle buche o vicino ainascon<strong>di</strong>gli, costituiti da grossi massi o dalle asperità delle sponde. L’accrescimento è <strong>di</strong>40


Area SIC IT3210042regola più rapido che non per la trota fario, l’alimentazione è costituita prevalentemente damacroinvertebrati bentonici, soprattutto tricotteri ed anfipo<strong>di</strong>, ma si nota una notevoletendenza all’ittiofagia con l’aumentare <strong>della</strong> taglia dei soggetti; sanguinerole e scazzoni sonole sue prede preferite.Durante la riproduzione, che avviene nel tardo autunno, i riproduttori vanno alla ricerca <strong>di</strong>zone con corrente me<strong>di</strong>o veloce e profon<strong>di</strong>tà compresa tra i 20 e i 40 cm, con substratociottoloso.Distribuzione e tendenza demografica: Attualmente la trota marmorata è <strong>di</strong>stribuita intutto il fiume A<strong>di</strong>ge, prevalentemente nella zona A (nord <strong>di</strong> Verona); è stata raccolta anchenel Rio Molini dove raggiunge il picco relativo <strong>di</strong> abbondanza per le acque provinciali. Latrota marmorata infatti in provincia <strong>di</strong> Verona non è mai abbondante: l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> abbondanza<strong>di</strong> Moyle non supera mai il valore <strong>di</strong> 3.La trota marmorata fino al 1935 ritenuta esclusiva del bacino dell'Isonzo (Delpino, 1935a;1935b; Gridelli, 1935); fino ad allora, infatti, tutte le trote del bacino atesino venivano ascrittealla specie Salmo trutta m. fario. In passato questa specie era abbondante dal confine con laprovincia <strong>di</strong> Trento a Verona, per poi <strong>di</strong>ventare scarsa sino a Legnago (Pomini,1937). Lostesso Autore la segnalava presente anche nel Fibbio. La <strong>di</strong>stribuzione <strong>della</strong> trotamarmorata è rimasta sostanzialmente invariata nel corso <strong>di</strong> questi ultimi 15 anni.Fattori <strong>di</strong> minaccia: il pericolo principale per la sopravvivenza <strong>della</strong> specie è rappresentatodalla massiccia e ripetuta immissione <strong>di</strong> Trote fario da allevamento che ne mettono a rischiol’integrità genetica, competono per l’alimentazione e possono <strong>di</strong>ffondere patologie; anche lealterazioni antropiche dei corsi d’acqua, le eccessive captazioni idriche e la forte pressione<strong>di</strong> pesca sono fattori che incidono negativamente sulla specie.presenza nel sito <strong>di</strong> intervento: le acque provinciali sono state classificate in due <strong>di</strong>stintezone ittiologiche: la zona “B” che fa riferimento alla zona a vocazione prettamente ciprinicolae la zona “A”, ovvero la zona a vocazione ittica prettamente salmonicola. Il fiume A<strong>di</strong>ge ècompreso nella zona A per il tratto dal confine con la provincia <strong>di</strong> Trento alla <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> SanPancrazio (Sorio I) e in zona B, acque principali, dalla <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Sorio II in <strong>comune</strong> <strong>di</strong> SanGiovanni Lupatoto al confine con le province <strong>di</strong> Padova e Rovigo.Il tratto <strong>di</strong> A<strong>di</strong>ge oggetto <strong>di</strong> intervento è compreso, quin<strong>di</strong> nella zona B, a prevalentevocazione ciprinicola e ciò fa supporre che la specie sia potenzialmente presente nell’area <strong>di</strong>intervento ma non in termini significativi dal punto <strong>di</strong> vista conservazionistico.41


Area SIC IT32100421.3.6 Caratterizzazione ambientale del territorio in cui si inserisce l’interventoA tal proposito si è realizzata una elaborazione cartografica da aerofotogrammetriarelativa all’uso del suolo dell’area contermine a quella dell’intervento, delimitata ad un buffer<strong>di</strong> 400 m dal confine del parco (<strong>di</strong>stanza considerata cautelativa in termini <strong>di</strong> percezione <strong>di</strong><strong>di</strong>sturbo).L’indagine svolta è stata effettuata nell’area ristretta <strong>di</strong> analisi, per una superficiecomplessiva <strong>di</strong> circa 334 ha. Sono state definite 7 macrocategorie <strong>di</strong> uso del suolo. Talicategorie sono:- Ambito Fluviale: area <strong>di</strong> pertinenza dell’alveo, comprendente zone golenali earginature, greti, barre fluviali;- Tessuto urbano: zona destinata all’inse<strong>di</strong>amento umano e relative attività antropiche;- Aree industriali: zona destinata all’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> attività produttive in senso lato;- Formazioni riparie: formazioni arboree, arbustive, saliceti presenti principalmentelungo gli argini fluviali, caratterizzate da una larghezza minima <strong>di</strong> 20 m;- Terreni agricoli: terreni destinati all’agricoltura, in particolare a seminativo;- Canali: corsi d’acqua regimati a servizio <strong>di</strong> attività industriali o agricole- Diga: infrastruttura <strong>di</strong> sbarramento.42


Area SIC IT3210042I risultati sono riportati nella seguente tabella:Categoria Superficie (ha) Copertura (%)Ambito fluviale 39,6 11,8Aree industriali 7,8 2,3Canali 4,7 1,4Diga 1,6 0,5Formazioni riparie 50,0 15,0Terreni agricoli 218,4 65,3Tessuto urbano 12,4 3,7L’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presenta una notevole abbondanza <strong>di</strong> terreni destinatiall’agricoltura, prevalentemente intensiva, pur costituendo le aree naturalisticamenteimportanti, formazioni riparie e ambito fluviale, una buona percentuale <strong>di</strong> copertura (circa il27 %). Si evidenzia che l’ambito fluviale risulta schermato, confinato e protetto da una fasciaarborata pressochè continua che abbatte gli eventuali <strong>di</strong>sturbi dovuti all’attività agricola ecostituisce una importante rifugio per la componente faunistica, in particolare l’avifauna.L’attività agricola, peraltro, può rappresentare una fonte trofica importante per lespecie presenti e tutelate dalla normativa Natura 2000.Le attività antropiche maggiormente fonti <strong>di</strong> perturbazione, quali l’industria el’urbanizzazione, rappresentano una piccola frazione <strong>della</strong> copertura totale.1.3.7 Stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> vegetazione e <strong>della</strong> flora nel sito <strong>di</strong> progettoLa cartografia ufficiale degli habitat riporta che nel sito <strong>di</strong> progetto sono presenti duehabitat natura 2000, in particolare il 91E0 (Foreste alluvionali <strong>di</strong> Alnus glutinosa e Fraxinusexcelsior) lungo la sponda in destra idrografica e il 3260 (corsi d’acqua degli orizzonti <strong>di</strong>pianura a quelli montani con vegetazione sommersa o galleggiante <strong>di</strong> Ranunculion fluitantise Callitricho- Batrachion) lungo l’asta del fiume A<strong>di</strong>ge.43


Area SIC IT3210042Si riportano <strong>di</strong> seguito i risultati <strong>della</strong> campagna floristica eseguita tra ottobre enovembre 2011, eseguiti secondo la metodologia proposta da Braun-Blanquet eduniversalmente adottata come standard per l’analisi e la descrizione <strong>della</strong> componentefloristica e vegetazionale delle fitocenosi, i cui risultati sono riportati nel Piano Ambientale:Sono stati eseguiti 12 rilievi floristici, che vengono riportati nella seguente tabella.Numero del rilievo 1 1 bis 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11Copertura % strato arboreo - - 80 90 75 5 70 60Copertura % strato arbustivo - - 30 60 30 20 20 15Copertura % strato erbaceo 100 80 50 50 100 100 50 90 80 70 45 50Poa annua L. (Poa aggr.) 6,54 9,43 13,11 4,03 10,31 5,21 22,47 9,90 7,14 9,03Silene alba (Miller) Krause 0,93 2,36 2,53 1,97 1,61 2,06 1,30 7,92 1,90 1,94Rubus ulmifolius Schott 4,67 14,15 3,03 1,31 2,42 12,89 49,50 14,29 6,45Stellaria me<strong>di</strong>a (L.) Vill. 3,74 4,72 5,05 3,28 3,23 4,12 1,30 16,85 5,71Urtica <strong>di</strong>oica L. 3,74 9,43 5,05 10,82 3,26 14,85 7,14 12,26Conyza canadensis (L.) Cronq. 2,36 3,93 6,45 2,58 1,95 2,86 1,94Festuca arun<strong>di</strong>nacea Schreber 7,48 2,36 3,28 0,81 2,06 4,49 2,38Hedera helix L. 0,47 6,06 2,58 6,51 3,81 1,94Salix alba L. 28,30 32,83 28,35 3,26 26,19 45,16Sambucus nigra L. 7,08 12,12 5,15 6,51 7,14 1,29Setaria viri<strong>di</strong>s (L.) Beauv. 16,82 9,84 12,10 2,61 8,99 2,97Mercurialis perennis L. 2,36 4,04 2,58 1,90 0,65Populus nigra L. 9,43 12,89 8,99 11,90 6,45Achillea millefolium L. (gr. millefolium) 4,67 3,28 0,81 0,65Dactylis glomerata L. 14,02 3,93 3,23 4,56Galium mollugo L. (gr. mollugo) 0,93 2,36 0,65 1,43Phytolacca americana L. 2,36 2,06 2,38 3,23Plantago lanceolata L. 4,67 1,31 2,61 11,24Rumex crispus L. 3,74 1,31 1,61 1,30Taraxacum officinale Weber 2,80 1,97 3,23 0,65Veronica chamaedrys L. 0,66 0,81 1,95 2,25Vitis vinifera L. 0,47 0,51 1,03 0,95Carex sp. 0,94 0,52 0,95Clematis vitalba L. 9,09 9,90 1,94Geranium <strong>di</strong>ssectum L. 3,28 4,03 5,62Me<strong>di</strong>cago sativa L. 0,93 3,28 0,81Peucedanum venetum (Sprengel) Koch 0,47 1,97 1,61Potentilla reptans L. 3,74 2,62 4,03Amaranthus retroflexus L. 1,31 0,81Arctium lappa L. 0,66 0,81Artemisia annua L. 22,95 11,24Artemisia verlotorum Lamotte 2,02 1,29Brachypo<strong>di</strong>um sylvaticum (Hudson) Beauv. 1,42 0,95Bryonia <strong>di</strong>oica Jacq. 2,53 1,29Epilobium obscurum Schreber 0,33 0,81Euphorbia cyparissias L. 3,28 7,87Fragaria viri<strong>di</strong>s Duchesne 2,61 1,29Glechoma hederacea L. 1,87 1,52Mentha longifolia (L.) Hudson 3,28 4,03Robinia pseudoacacia L. 13,64 6,51Salvia pratensis L. 3,74 2,62Trifolium repens L. 9,77 3,23Vicia cracca L. (gr. cracca) 4,59 2,42Buddleja davi<strong>di</strong>i Franchet 0,95Calamagrostis pseudophragmites (Haller F.)Koeler 40,32Centaurea nigrescens Willd. 0,47Ceratophyllum demersum L. 100,0044


Area SIC IT3210042Erigeron annuus (L.) Pers. 0,65Glyceria maxima (Hartman) Holmberg 35,83Oxalis pes-caprae L. 0,33Phragmites australis (Cav.) Trin. 4,95Polygonum hydropiper L. 0,65Ranunculus bulbosus L. 7,48Trifolium pratense L. 4,67Verbascum nigrum L. 0,66Viola odorata L. 1,87• Rilievo 1Il primo rilievo è stato eseguito sugli argini del canale che da Via Pontoncello ( Comune<strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto) entra nel Parco del Pontoncello e si <strong>di</strong>rige verso l’A<strong>di</strong>ge.La vegetazione, in questo tratto è esclusivamente erbacea e non si <strong>di</strong>scosta da quellatipica <strong>di</strong> queste situazioni. Le specie più abbondanti sono Dactylis glomerata, Poa annuae Ranunculus bulbosus.• Rilievo 1 bisCon questo rilievo si è inteso analizzare la flora acquatica presente nel canale compresotra gli argini oggetto del rilievo 1. Per campionare la flora acquatica ci si avvale <strong>di</strong> unrampino, o ancoretta, che viene lanciato più volte in acqua al fine <strong>di</strong> “agganciare” pianteo parti <strong>di</strong> esse e renderne più agevole la determinazione. La copertura <strong>della</strong>vegetazione, quando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> torbi<strong>di</strong>tà dell’acqua lo permette, viene valutatanormalmente, me<strong>di</strong>ante stima visiva. In questo canale, l’unica specie acquatica presenteè il Ceratophyllum demersum L. (Foto 3), che, citando Pignatti, “è specie delle acquelente o anche stagnanti, ricche <strong>di</strong> sostanze nutritive e talora anche eutrofizzate, e crescefrequentemente assieme a Ninfee e Potamogeton, soprattutto in ambienti caratterizzatida un certo riscaldamento estivo”.C. demersum si propaga facilmente per via vegetativa e tende spesso a formarevegetazioni paucispecifiche o popolamenti puri.• Rilievo 2Questo rilievo è stato eseguito in un’area boscata. Le specie arboree presenti sono ilsalice bianco (Salix alba) ed il Pioppo nero (Populus nigra). La copertura dello stratoarboreo è abbastanza <strong>di</strong>scontinua e ciò permette la presenza <strong>di</strong> un sottostante stratoarbustivo e soprattutto <strong>di</strong> uno erbaceo. Le specie più abbondanti nello strato arbustivosono lo stesso Salix alba ed il Sambuco (Sambucus nigra). Per quanto riguarda lo stratoerbaceo, le specie maggiormente presenti sono l’ortica (Urtica <strong>di</strong>oica) la Stellaria (Stellaria me<strong>di</strong>a) e la Poa annua.• Rilievo 3L’area descritta da questo rilievo corrisponde alle zone boscate a ridosso dell’argine chele <strong>di</strong>vide dai seminativi, sulla destra orografica dell’A<strong>di</strong>ge. Lo strato arboreo è compostoda Salix alba e Robinia pseudacacia. Nello strato arbustivo, le specie più abbondantisono Sambucus nigra, Clematis vitalba ed Hedera helix. Nello strato erbaceo, infine, lespecie maggiormente presenti sono Urtica <strong>di</strong>oica, Stellaria me<strong>di</strong>a e Mercurialis annua.• Rilievo 4Questo rilievo è stato eseguito su una radura posta a valle delle opere idrauliche cheinteressano il corso dell’A<strong>di</strong>ge. La zona è occupata da vegetazione esclusivamenteerbacea, e la specie dominante è Artemisia annua, una terofita scaposa alta fino a 1,5m, con forte odore aromatico, che tipicamente cresce in ambienti ruderali, incolti ghiaiosie sabbiosi. Abbondanti sono anche Poa annua e Setaria viri<strong>di</strong>s.• Rilievo 545


Area SIC IT3210042Imme<strong>di</strong>atamente a valle dell’area precedente, la radura cambia rapidamente aspetto(Foto 7) e l’Artemisia annua viene sostituita dalla Cannuccia spon<strong>di</strong>cola (Calamagrostispseudophragmites), specie tipica <strong>di</strong> sponde, alvei e sabbie alluvionali <strong>di</strong> tutto il NordItalia.• Rilievo 6Il sesto rilievo interessa un’area boscata posta a valle dell’area interessata dal rilievo 2.La vegetazione delle due aree è analoga, in tutti e tre gli strati: arboreo, arbustivo ederbaceo.• Rilievo 7La radura interessata da questo rilievo si trova sulla destra orografica dell’A<strong>di</strong>ge. L’areaè percorsa da un corso d’acqua che a tratti, prima <strong>di</strong> gettarsi nell’A<strong>di</strong>ge, assume unandamento quasi meandriforme. Nel corso d’acqua non è presente vegetazioneacquatica. La specie più abbondante è Glyceria maxima, una graminacea legata agliambienti umi<strong>di</strong> delle aree <strong>di</strong> pianura e collina. Le specie legnose presenti sono Robiniapseudoacacia, Sambucus nigra e Salix alba.• Rilievo 8Nella Foto 11 si vede la radura interessata da questo rilievo. Si tratta <strong>di</strong> un’area cheappare molto manomessa, e che andrebbe quin<strong>di</strong> preclusa ad alcuni utilizzi, come lasosta delle greggi ovine, che recentemente – rispetto alla data del rilievo - ha interessatola radura. Sono presenti alcune ceppaie <strong>di</strong> pioppo, delle quali si potrebbe rilasciarequalche pollone.La vegetazione erbacea presenta molte fallanze. La specie più frequente è la Poaannua, pianta tipica <strong>di</strong> incolti e zone ruderali o <strong>di</strong>sturbate• Rilievo 9Con questo rilievo si passa sulla sinistra orografica dell’A<strong>di</strong>ge. L’area indagatacorrisponde ad una radura interclusa in un’area boscata. La specie più abbondante è ilrovo (Rubus ulmifolius). Questa specie è molto abbondante su questo lato del fiume,dove il bosco presenta numerosi spazi aperti, che però <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong>fficilmentepercorribili al <strong>di</strong> fuori dei sentieri.• Rilievo 10Il decimo rilievo interessa un tratto <strong>di</strong> bosco che si rivela analogo a quello analizzato coni rilievi numero 2 numero 6. Lo strato arboreo comprende quin<strong>di</strong> Salix alba e Populusnigra.• Rilievo 11Anche quest’ultimo rilievo interessa un’area boscata, dominata dal Salix alba. L’area sitrova all’interno dell’ansa che fa il percorso del l’A<strong>di</strong>ge .Le aree boscate sono tutte simili tra loro e rappresentano il tipico bosco ripariale a Salicebianco, soggetto alla <strong>di</strong>namica fluviale e che pertanto assume carattere pioniero e<strong>di</strong>nstabile.1.3.8 Stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> fauna presente nel sito <strong>di</strong> progetto1.3.8.1 AvifaunaGli ecosistemi boschivi presenti nella golena del Fiume A<strong>di</strong>ge in località Pontoncellocostituiscono importanti aree <strong>di</strong> rifugio e riproduzione <strong>di</strong> molte specie <strong>di</strong> animali vertebrati.La presenza <strong>di</strong> una specie all’interno <strong>di</strong> un determinato ambiente <strong>di</strong>pende essenzialmenteda 3 fattori: a) <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> fonti alimentari; b) struttura e naturalità <strong>della</strong> vegetazione; c)<strong>di</strong>mensioni dell’area. In tempi storici non molto lontani, quando il nostro territorio era copertoda estesi boschi (Querco - carpinetum) e palu<strong>di</strong>, vi erano le con<strong>di</strong>zioni per l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong>46


Area SIC IT3210042una <strong>di</strong>versificata e abbondante fauna vertebrata , rappresentata anche da mammiferi <strong>di</strong>gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni come lontre, cervi, caprioli e cinghiali. Le rettifiche dell’ asta fluviale, lebonifiche e i <strong>di</strong>sboscamenti purtroppo hanno ridotto e degradato le aree naturali, portandoalla scomparsa dei grossi mammiferi dapprima citati. Tuttavia la zona interessata dal parcoconserva lembi residui degli antichi boschi planiziali ed è ancora in grado <strong>di</strong> ospitarepopolazioni stabili <strong>di</strong> varie specie animali. Per quanto riguarda il livello <strong>di</strong> conoscenza deivari gruppi zoologici, tra i vertebrati è gà <strong>di</strong> livello buono quello <strong>di</strong> Uccelli , Rettili e Anfibi,grazie a osservazioni personali regresse e ricerche avviate già da parecchi anni da varigruppi <strong>di</strong> ricerca; è solo <strong>di</strong> livello sufficiente la conoscenza dei Mammiferi per i quali nonsono ancora stati utilizzati praticati meto<strong>di</strong> specifici; infine è ancora <strong>di</strong> livello insufficiente laconoscenza degli insetti e degli altri animali invertebrati, i quali necessitano <strong>di</strong> tempiadeguati e approfon<strong>di</strong>te ricerche da parte <strong>di</strong> specialisti.Per quanto riguarda la descrizionedell’avifauna presente si è proceduto a considerare le tipologie <strong>di</strong> ambienti presenti e la loroidoneità ambientale relativamente alle specie osservate nella provincia <strong>di</strong> Verona.Tra le cinque classi <strong>di</strong> vertebrati del Parco <strong>di</strong> Pontoncello quella degli uccelli ècertamente la più rappresentata e la più stu<strong>di</strong>ata. Le ricerche ornitologiche, iniziate giàmnegli anni ‘80 del secolo scorso con le prime osservazioni effettuate per il Progetto Atlantedegli uccelli ni<strong>di</strong>ficanti in provincia <strong>di</strong> Verona, sono proseguite con il nuovo Progetto Atlantedegli uccelli ni<strong>di</strong>ficanti (EBN Italia, in stampa) e con i censimenti degli uccelli acquaticisvernanti. Da qualche anno sono stati avviati stu<strong>di</strong> basati sull’inanellamento a scoposcientifico degli uccelli (Morbioli, 2010, Bombieri, com. pers.), con l’obiettivo <strong>di</strong> ottenereimportanti informazioni sulla fisiologia, ecologia, e soprattutto sulla migrazione delle variespecie <strong>di</strong> passeriformi.Di seguito viene fornito un elenco delle specie sino ad ora censite nell’area,l’ambiente in cui è stata osservata la specie e la fenologia, basata sullo schema adottato daFasola & Brichetti (1984):SE (Sedentaria):specie presente nell’area durante l’intero corso dell’anno;M (Migratrice): specie che compie annualmente spostamenti dalle aree <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione da o verso quartieri <strong>di</strong> svernamento transitando osostando nell’area indeterminati perio<strong>di</strong> dell’anno.N (Ni<strong>di</strong>ficante): specie migratrice o sedentaria che porta regolarmente a termine ilciclo riproduttivo nell’area;PN (Probabile ni<strong>di</strong>ficante): specie <strong>di</strong> cui si suppone la riproduzione in quanto èstata ascoltata in canto in periodo riproduttivo, ma non si hanno provecerte <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione(osservazione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>, presenza <strong>di</strong> pulcini etc.)E (Estivante): specie che si trattiene nell’area durante il periodo estivo o parte <strong>di</strong>esso, senza portare a termine il ciclo riproduttivo;S (Svernante): specie migratrice che si trattiene nell’area per passare l’inverno o unaparte<strong>di</strong> esso, ritornando in primavera verso gli areali <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione(localizzati generalmente più a nord);A (Accidentale): specie che capita nell’area spora<strong>di</strong>camente, in genere con in<strong>di</strong>viduisingoli o in numero molto limitato.47


Area SIC IT3210042SpecieFenologia HabitatAirone bianco maggiore M, E Sa, AmAirone cenerino M, E Sa, AmAirone rosso M AmAlbanella reale S Se,AmAllocco PN SaAllodola N SeAlzavola M AA, AmAverla piccola N Sa, CrAverla cenerina A SaAverla maggiore A RaBalestruccio N SeBalia nera M SaBallerina bianca N AmBallerina gialla S AmBarbagianni PN SeBeccaccia M RbBeccaccino S AmBeccafico M Sa, AmBeccamoschino M RcCanapiglia M AACanapino M Sa, CrCanapino maggiore M SaCannaiola M Rc, Am, SaCannaiola verdognola N RcCannareccione M AmCapinera N Sa, CrCappellaccia N SeCardellino N RaCigno reale PN AA, AmCinciallegra N SaCinciarella PN SaCivetta N Rb SeCo<strong>di</strong>bugnolo N SaCo<strong>di</strong>rosso M SaCo<strong>di</strong>rosso spazzacamino SSeColombaccio N SaCormorano S AACornacchia grigia SE Sa, Se, ArCorriere piccolo M AmCuculo N SaCutrettola N SeFagiano <strong>comune</strong> SE RbFanello S Ra, SaFiorrancino S SaFischione M AAFolaga PN AA, AmForapaglie . M Rc, SaFringuello N Sa, Ra, RbGabbiano <strong>comune</strong> S AA,ArGabbiano reale S AA,ArGallinella d’acqua N AA, AmGarzetta M,E Sa, AmGazza SE Sa, Rb,Se, ArGermano reale N AA, AmGheppio PN SeGhiandaia . N SaGruccione M AmGufo <strong>comune</strong> N SaLodolaio PN SaLucherino S Ra, SaLuì grosso M SaLuì piccolo S SaLuì verde M SaMartin pescatore N Am, AAMarzaiola . M AA, AmMerlo N Sa, Cr, RbMestolone M AAle sigle (habitat) fanno riferimento alla carta<strong>della</strong> vegetazione presente nella sezionebotanica del Piano AmbientaleSa = salicetoSe = seminativoAA = acque aperte e rive del fiume A<strong>di</strong>geAm = arbusteto a meandri e greto fluvialeRb = radura entro boscoRc = radura a CalamagrostisCr = chari a rovoRa = radura ad Artemisia48


Area SIC IT3210042Migliarino <strong>di</strong> palude M, S Rc, RaMoretta S AAMoriglione S AANitticora M SaOcchiocotto M Cr, SaPassera d’Italia N Rc, Se, ArPassera mattugia N Rc, SePassera scopaiola S Rc, Cr, SaPendolino N SaPeppola S SaPettegola M AmPettirosso S Sa, Rc, RbPicchio muratore M SaPicchio rosso maggiore N SaPicchio verde N Sa, RbPigliamosche N Sa, RbPiro-piro boschereccio M AmPiro-piro culbianco M AmPiro-piro piccolo N AmPispola S SePoiana PN Sa, SePorciglione PN AmQuaglia N SeRegolo S SaRigogolo N SaRon<strong>di</strong>ne N SeRondone M AA, AmSaltimpalo N SeScricciolo S Sa, Rc, Rb,CrSgarza ciuffetto M,E AmSmeriglio S SaSparviere PN SaSpioncello S AmSterpazzola M AmStorno N SeStrillozzo . M SeSvasso maggiore M AATarabusino M AmTarabuso A AmTopino N AmTorcicollo N SaTordo bottaccio M SaTortora dal collare SE Se, SaTortora selvatica N SaTuffetto PN AA, AmUpupa PN Rb, SeUsignolo N SaUsignolo <strong>di</strong> fiume N Sa, Rc, CrVerdone N Sa, RaVerzellino N Ra,1.3.8.2 AnfibiPer quel che concerne gli Anfibi, la metodologia <strong>di</strong> indagine si è basataessenzialmente sulle osservazioni personali pregresse, sulle informazioni ottenute dacolleghi naturalisti che frequentano abitualmente il parco e da persone delle varieassociazioni naturalistiche locali (WWF Zevio, Freedom S. Giovanni) Le zone dove siosservano più facilmente questi animali sono rappresentate dalle acque debolmentecorrenti presenti all’interno <strong>della</strong> golena e quelle delle pozze e delle lanche.Le specie sino ad ora osservate nel parco sono:Tritone crestato (Triturus carnifex) Allegato II “HABITAT”-lista rossa del Veneto (in stampa): è <strong>di</strong>venuto piuttosto raro. La sua presenza non èancora stata verificata <strong>di</strong>rettamente ma è ipotizzata, per la presenza <strong>di</strong> un ambienteidoneo e per le informazioni avute da naturalisti locali.49


Area SIC IT3210042Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris)più <strong>comune</strong> e più piccolo rispetto al precedente; pre<strong>di</strong>lige per la riproduzione acquetranquille e poco profonde ricche <strong>di</strong> vegetazione palustre e nei pressi <strong>della</strong> boscagliaripariale. La sua presenza è stata riscontrata nel canale che entra nel fiume aA<strong>di</strong>ge neipressi <strong>della</strong> località Pontoncello.Rospo <strong>comune</strong> (Bufo Bufo) (Lista rossa del Veneto)specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Rospo smeral<strong>di</strong>no (Bufo viri<strong>di</strong>s) Allegato IV “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Raganella (Hyla interme<strong>di</strong>a) Allegato IV “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Rana verde (Rana synklepton. esculenta)specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Rana <strong>di</strong> Lataste (Rana latastei) Allegato II “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.1.3.8.3 RettiliPer quanto riguarda la composizione e la <strong>di</strong>stribuzione dei Rettili le specie osservatenella riserva sono le seguenti:Testuggine palustre - è nell'Allegato II “HABITAT” - lista rossa del Veneto in quantospecie <strong>di</strong>venuta ormai molto rara.Vive sulle rive dei corsi d’acqua con corrente lenta. La sua presenza non è ancora stataverificata <strong>di</strong>rettamente ma è ipotizzata, per la presenza <strong>di</strong> un ambiente idoneo e per leinformazioni avute da naturalisti locali.Lucertola muraiola (Podarcis muralis)è molto <strong>comune</strong> ed osservabile in tutte le zone del parco ove vi siano costruzioni inmuratura, ponti e ruderiRamarro occidentale (Lacerta bilineata)vive tra il fogliame secco e i cespugli localizzati imme<strong>di</strong>atamente sotto l’argine del FiumeA<strong>di</strong>ge .Orbettino (Anguis fragilis )50


Area SIC IT3210042osservabile sugli argini cespugliati e i prati umi<strong>di</strong>. Il suo stato <strong>di</strong> conservazione in pianuradesta preoccupazione, in quanto ha una <strong>di</strong>stribuzione molto frammentata, ed è statoinserito come specie vulnerabile nella lista rossa dei rettili del Veneto (P). (Bonato et.alii.,2007) .Natrice dal collare (Natrix natrix)vive all’interno dei canali e delle lanche con fondo limoso argilloso, ricche <strong>di</strong> vegetazionepalustre.Biacco (Hierophis viri<strong>di</strong>flavus carbonarius)specie <strong>comune</strong>, rispetto alla Natrice frequenta aree più secche e assolate, ad esempionei pressi dei ruderi e <strong>della</strong> ex <strong>di</strong>scarica localizzati imme<strong>di</strong>atamente a sud <strong>della</strong> <strong>di</strong>gasull’A<strong>di</strong>ge <strong>di</strong> San Giovanni.Testuggine palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta)specie non autoctona, introdotta dall’uomo a scopo commerciale e spesso liberata neicanali,è nociva all’equilibrio ecologico del parco; si nutre infatti <strong>di</strong> larve <strong>di</strong> anfibi e pesci tracui specie in forte regresso nel parco, come la Rana <strong>di</strong> Lataste; inoltre è una fortecompetitrice per il cibo e le aree <strong>di</strong> termoregolazione <strong>della</strong> Testuggine palustre autoctona.1.3.8.4 IttiofaunaLe indagini sul campo su questi gruppi zoologici per ora non sono state possibili, inquanto esigono tempi <strong>di</strong> ricerca molto lunghi; inoltre l’attuale stagione autunno-invernalecertamente non ha favorito la raccolta dei dati e l’applicazione delle metodologia adeguatee specifiche. Nell’eventualità <strong>di</strong> un’esigenza <strong>di</strong> informazioni anche su questi gruppizoologici, si farà ricorso a dati pregressi rilevabili tramite indagine bibliografica.1.3.8.5 MammiferiLe ricerche sui mammiferi sono state condotte attraverso metodologie <strong>di</strong>rette, qualiosservazioni con il binocolo nelle ore crepuscolari e <strong>di</strong>urne o ritrovamento <strong>di</strong> spoglie animali,e metodologie in<strong>di</strong>rette come il reperimento <strong>di</strong> tracce, tane, resti ossei trovati sul terreno onelle borre <strong>di</strong> rapaci notturni. La teriofauna <strong>della</strong> Parco <strong>di</strong> Pontoncello è caratterizzata dallapresenza <strong>di</strong> specie tipiche dei boschi planiziali perifluviali, cioè <strong>di</strong> animali che vivono neiboschi ma esigono, per motivi trofici e riproduttivi, la presenza <strong>di</strong> corsi d’acqua <strong>di</strong> una certaestensione.Le trasformazioni ambientali e la pressione <strong>di</strong> azioni antropiche esterne (caccia,inquinamento, costruzione <strong>di</strong> infrastrutture ecc.). hanno provocato da un lato la totaleestinzione a livello locale <strong>di</strong> alcune specie un tempo presenti come il Moscar<strong>di</strong>no(Muscar<strong>di</strong>nus avellanarius), il Quercino (Eliomys quercinus) il Ghiro (Myoxus glis) e loScoiattolo (Sciurus vulgaris); dall’altro l’aumento <strong>di</strong> quelle più antropofile come i generiRattus e Mus e <strong>di</strong> specie introdotte a fini commerciali come la Nutria (Myocastor coypus).La scarsità <strong>di</strong> vegetazione <strong>di</strong> tipo palustre (Carex, Phragmites, Typha) , un temposicuramente più estesa nelle golene, limita la presenza nell’area <strong>di</strong> specie palu<strong>di</strong>cole, quiscarsamente rappresentate. L’elenco delle specie è ancora incompleto per quantoconcerne i Chirotteri. Quest’ or<strong>di</strong>ne è il meno conosciuto a causa <strong>della</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><strong>di</strong>stinguere le varie specie <strong>di</strong> pipistrelli semplicemente con osservazioni in natura. Essi infattisi muovono velocemente in ore crepuscolari o notturne e risulta molto raro il rinvenimento<strong>di</strong> animali morti da poter determinare. Un’indagine efficace su questo gruppo <strong>di</strong> mammiferirichiederebbe l’utilizzo <strong>di</strong> metodologie appropriate come l’apposizione <strong>di</strong> cassette - nido orillievi me<strong>di</strong>ante bat –detector. Molto importante a livello gestionale è il rilevamento deimicromammiferi che grazie alle peculiari caratteristiche del loro ciclo biologico e l'elevatasensibilità a fattori climatici ed ambientali, rappresentano ne fanno ottimi bioin<strong>di</strong>catori.Di seguito riportiamo l’elenco sistematico delle specie sino ad ora censite.51


Area SIC IT3210042Or<strong>di</strong>ne : InsettivoriRiccio europeo occidentale - Erinaceus europaeusSi osserva nei pressi <strong>di</strong> siepi, argini cespugliati, margini <strong>di</strong> boscaglie. E’ importanteconservare le aree cespugliate e le siepi, in cui i ricci si rifugiano per trascorrere il letargoinvernale.Toporagno <strong>comune</strong> - Sorex araneusE’ abbastanza <strong>comune</strong> nell’area, frequenta argini e aree cespugliate e boscate.Talpa europea - Talpa europaeaSpecie molto <strong>comune</strong> e <strong>di</strong>ffusa nelle radure boschive e nelle praterieOr<strong>di</strong>ne: LagomorfiLepre <strong>comune</strong> (Lepus europaeus)presente con alcuni esemplari nelle aree coltivate e più asciutte ai margini <strong>della</strong> zonaperifluviale, nelle radure ad artemisia e occasionalmente anche nelle praterie lungo gli argini.Arvicola terrestre (Arvicola terrestris)tipica specie planiziaria legata ai corsi d'acqua stagnante o debolmente corrente, amaambienti con acqua poco inquinata e ricca <strong>di</strong> vegetazione riparia. Le piante acquatiche comela Tifa, la Canna palustre, la Carice, rappresentano la sua risorsa trofica più importante.Abbastanza rara, frequenta le lanche e i canali interni con presenza <strong>di</strong> vegetazione palustre.Topo selvatico (Apodemus sylvaticus)è il ro<strong>di</strong>tore più <strong>comune</strong> nella riserva. Si osserva nelle aree cespugliate e nella boscagliaigrofila, dove si nutre <strong>di</strong> semi, insetti, lumache e frutta. Le sue spoglie sono state riconosciutenelle borre <strong>di</strong> Gufo <strong>comune</strong> e <strong>di</strong> Barbagianni. (B)Topolino delle risaie (Micromys minutus)non molto <strong>comune</strong>, vive nei canneti e nelle radure con presenza <strong>di</strong> cespugli e arbusti in cuicostruisce il nido. La sua presenza è stata rilevata grazie al ritrovamento dei caratteristici ni<strong>di</strong>sferici, costruiti con erbe secche e intrecciati alle canne palustri.Surmolotto (Rattus norvegicus)specie abbastanza <strong>comune</strong>edaccumulano rifiuti.infestante, pre<strong>di</strong>lige ambienti golenali e zone dove siTopolino delle case (Mus musculusI)specie antropofila, è stata osservata nei pressi del nucleo abitato <strong>di</strong> Pontoncello.Nutria (Myocastor coypus)è una specie importata dal Sud America ed è ormai <strong>di</strong>ffusa in tutti i corsi d’acqua ricchi <strong>di</strong>vegetazione ripariale . La popolazione presente, <strong>di</strong>fficilmente stimabile, è in forte aumento erappresenta un problema gestionale. La presenza <strong>di</strong> questa specie, che non ha predatorinaturali, altera gli equilibri ecologici e idrogeologici dell’ecosistema fluviale; gli animali infattidanneggiano gli argini scavandovi tane e gallerie e <strong>di</strong>sturbano la ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> alcunespecie <strong>di</strong> uccelli.Or<strong>di</strong>ne: CarnivoriVolpe (Vulpes vulpes)Specie <strong>di</strong>venuta abbastanza <strong>comune</strong>, , viene osservata spora<strong>di</strong>camente e generalmente inautunno-inverno nella radure e nei pressi <strong>della</strong> ex <strong>di</strong>scarica in cui sono state trovate leinconfon<strong>di</strong>bili ”fatte”.Donnola – (Mustela nivalis) Allegato V “HABITAT”Tra i Musteli<strong>di</strong> è la specie più <strong>comune</strong> in tutta l’area considerata; pre<strong>di</strong>lige le zone incolte, laboscaglia igrofila e gli argini cespugliati.52


Area SIC IT32100421.3.9 Identificazione degli aspetti vulnerabili dei siti consideratiLe principali caratteristiche del sito si riferiscono alla presenza <strong>di</strong> ampie zone <strong>di</strong> arginericoperte da vegetazione arbustiva idrofila e con qualche relitta zona golenale. Il tratto <strong>di</strong>fiume in questione riveste notevole importanza per varie entità legate alle acque correnti nontroppo rapide.La principale vulnerabilità del sito è legata a possibili cambiamenti e variazionidell’idro<strong>di</strong>namica fluviale e a mo<strong>di</strong>fiche in alveo.1.3.10 In<strong>di</strong>viduazione degli habitat e delle specie nei confronti dei quali le normedel Piano producono effetti ed in<strong>di</strong>cazioni metodologicheIl piano ambientale articola le sue azioni in una sud<strong>di</strong>visione dell’area in zoneomogenee, normando le attività in ciascuna <strong>di</strong> esse attuabili, e in una serie <strong>di</strong> proposte <strong>di</strong>intervento che mirano al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni generali del sito.Per quanto riguarda l’azione normativa, si evidenzia <strong>di</strong> come essa vada nella<strong>di</strong>rezione prevista dalle misure <strong>di</strong> tutela ambientale, cercando <strong>di</strong> salvaguardare al massimola conservazione delle emergenze naturalistiche dell’area, regolando le attività umane che sisvolgono nelle vicinanze.In relazione agli interventi proposti nel programma finanziario biennale si evidenziache tali interventi sono delle ipotesi <strong>di</strong> intervento che dovranno essere valutati sia dal punto<strong>di</strong> vista tecnologico che finanziario ed è pertanto non possibile valutare in questo stu<strong>di</strong>o laloro incidenza sul sito. Si dovrà valutare caso per caso il singolo intervento una voltapresente il relativo progetto <strong>di</strong> dettaglio.In generale si può comunque descrivere degli effetti <strong>di</strong> massima dei singoli interventie cercare <strong>di</strong> capire la loro necessità o meno ai fini <strong>della</strong> gestione del sito. Questacorrelazione tiene conto delle considerazioni poste dal “Principio <strong>di</strong> precauzione” e pertantoidentifica cautelativamente gli habitat e le specie per i quali le misure temporanee possonomanifestare incidenze.Nella stessa tabella sono inoltre riportate le In<strong>di</strong>cazioni Metodologiche che devonoessere attuate affinché ogni norma aumenti gli effetti positivi sugli elementi funzionali allaRete Natura 2000.Quando nella colonna “In<strong>di</strong>cazioni metodologiche” compare la scritta “Valutazione <strong>di</strong>incidenza” si intende evidenziare che esiste la possibilità che quanto previsto dalle misuredebba essere sottoposto a specifica valutazione <strong>di</strong> incidenza.Tali valutazioni <strong>di</strong> incidenza dovranno conformarsi a quanto <strong>di</strong>sposto dalle misure <strong>di</strong>conservazione e dal piano <strong>di</strong> gestione, quando approvato.a) Misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>aAi sensi dell’art 27 <strong>della</strong> legge regionale 16 agosto 1984, n. 40 "Nuove norme per laistituzione <strong>di</strong> parchi e riserve naturali regionali" e successive mo<strong>di</strong>ficazioni, in attesadell’adozione del Piano Ambientael, l’area è soggetta al regime provvisorio <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>aprevisto dall’art. 6.Misura <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a Habitat e specieinteressateaDivieto <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> nuove strade, aeccezione <strong>di</strong> quelle a servizio dell'attivitàagro-silvopastoraleHabitat arginali e avifaunaIn<strong>di</strong>cazionimetodologicheogni singolo intervento dovràessere sottoposto aspecifica Valutazione <strong>di</strong>Incidenza Ambientale aisensi dell’art. 6 <strong>della</strong>Direttiva 92/43/CEE.53


Area SIC IT3210042bcdefghiDivieto <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong> tagli boschivi,anche parziali, a eccezione dei tagli per lacoltivazione del pioppo, nonché <strong>di</strong> quellinecessari per evitare il deterioramento delpopolamentoDivieto <strong>di</strong> riduzione a coltura dei terreniboschiviDivieto <strong>di</strong> movimenti <strong>di</strong> terreno e scavisuscettibili <strong>di</strong> alterare l'ambienteDivieto <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> nuove cave eriapertura <strong>di</strong> quelle inattive da oltre unannoDivieto <strong>di</strong> esercizio venatorio conesclusione <strong>della</strong> caccia <strong>di</strong> selezioneDivieto <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> bonifica <strong>di</strong> qualsiasitipoDivieto interventi che mo<strong>di</strong>fichino il regimeo la composizione delle acqueDivieto <strong>di</strong> raccolta, asportazione edanneggiamento <strong>della</strong> flora spontanea, edelle singolarità geologiche emineralogicheHabitat arginali e avifaunaogni singola utilizzazioneboschiva dovrà esseresottoposta a specificaValutazione <strong>di</strong> IncidenzaAmbientale ai sensi dell’art.6 <strong>della</strong> Direttiva 92/43/CEE.Dall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Dall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Dall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Tutti gli habitat e tutte le specietutelateDovranno essere applicate lenorme previste dal PianoFaunistico ProvincialeDall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Dall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Dall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000jklDivieto <strong>di</strong> introduzione <strong>di</strong> specie animali evegetali suscettibili <strong>di</strong> provocarealterazioni ecologicamente dannoseDivieto <strong>di</strong> navigazione a motore sui corsid'acqua con motori superiori a Hp. 5effettiviDivieto <strong>di</strong> uso dei mezzi motorizzati inpercorsi fuori strada, con esclusione deimezzi necessari ai lavori agricoli, alleutilizzazioni boschive e per i servizi <strong>di</strong>protezione civileDall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Dall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Habitat arginali e avifaunaNon necessaria VincA, se non nelcaso <strong>di</strong> utilizzazioni boschive.m Divieto <strong>di</strong> abbandono dei rifiuti Dall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000nDivieto <strong>di</strong> altre attività specifiche cherechino danno ai valori tutelatisi applicano inoltre le prescrizioni <strong>di</strong> seguito elencate123sono consentiti i tagli boschivi secondo leprevisioni dei piani economici silvopastoralie le prescrizioni <strong>di</strong> massima <strong>di</strong>polizia forestaletra gli interventi <strong>di</strong> cui alle lettere g), h), i),l) sono consentiti quelli relativi alle opereper il sod<strong>di</strong>sfacimento dei fabbisogniidropotabili e quelli relativi alle opere <strong>di</strong><strong>di</strong>fesa idrogeologica e per l'acquacoltura,l'irrigazione e lo scolo delle acque, nonchéquelli relativi alle attività agricole in attosono consentite solamente costruzionipertinenti alla conduzione agricola, convolumetria, riferita alla sola residenzaammessa, non superiore a 0,001 mc/mq,e comunque non oltre i 1.300 mt. <strong>di</strong>Dall’analisi del testo non risultano possibili effetti significativi negativisui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Habitat arginali e avifaunaHabitat arginali e avifaunaogni singolo intervento dovràessere sottoposto a specificaValutazione <strong>di</strong> IncidenzaAmbientale ai sensi dell’art. 6<strong>della</strong> Direttiva 92/43/CEE.ogni singolo intervento dovràessere sottoposto a specificaValutazione <strong>di</strong> IncidenzaAmbientale ai sensi dell’art. 6<strong>della</strong> Direttiva 92/43/CEE.Dall’analisi del testo si evince che la fattispecie considerata non èrelativa all’ambito in questione e non risultano quin<strong>di</strong> possibili effettisignificativi negativi sui siti <strong>della</strong> Rete Natura 200054


Area SIC IT321004245altitu<strong>di</strong>neper gli e<strong>di</strong>fici esistenti, sono consentitiunicamente interventi <strong>di</strong> manutenzioneor<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria, <strong>di</strong> restauro erisanamento conservativo, <strong>di</strong>adeguamento igienico, nonché lademolizione totale o parziale, fatte salvele malghe, esclusa comunque qualsiasitrasformazione d'usonon sono consentite nuove recinzionidelle proprietà se non con siepi, salvo lerecinzioni temporanee a protezione delleattività silvo- pastorali e quellestrettamente pertinenti agli inse<strong>di</strong>amentie<strong>di</strong>lizi e agli usi agricoli e zootecniciDall’analisi del testo si evince che la fattispecie considerata non èrelativa all’ambito in questione (non sono presenti e<strong>di</strong>fici all’interno delperimetro del Parco) e non risultano quin<strong>di</strong> possibili effetti significativinegativi sui siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000Habitat arginali,avifauna e faunaterricolaogni singolo intervento dovràessere sottoposto a specificaValutazione <strong>di</strong> IncidenzaAmbientale ai sensi dell’art. 6<strong>della</strong> Direttiva 92/43/CEE.sono:b) Azioni <strong>di</strong> pianoLe principali azioni previste dal Piano Ambientali e relative in<strong>di</strong>cazioni metodologicheSistema relazionaleSistema ambientaleAzioni <strong>di</strong> Piano Habitat e specieinteressateStrutture <strong>di</strong> accoglienza esterne al perimetro delParcoAree attrezzate nella zona <strong>di</strong> tutela agricolaTabellazione dei punti <strong>di</strong> accessoNessun habitat interessato– avifaunaNessun habitat interessato– avifaunaNessun habitat interessato– avifaunaIn<strong>di</strong>cazionimetodologicheRedazione VincA ai sensidell’art. 6 - Direttiva 92/43/CEE.Non necessaria VincA, purchèeffettuata durante le stagioniautunnali e invernali e conmodalità a basso impattoambientaleNon necessaria VincA, purchèeffettuata durante le stagioniautunnali e invernali e conmodalità a basso impattoambientaleRealizzazione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> osservazione Habitat arginali e avifauna Redazione VincA ai sensidell’art. 6Sentieri natura nella riserva naturale orientata Habitat arginali e avifauna Redazione VincA ai sensidell’art. 6realizzazione <strong>di</strong> un anello ciclo-pedonale Nessun habitat interessato Non necessaria VincA, purchècostituito dai percorsi arginali– avifaunaeffettuata durante le stagioniautunnali e invernali e conmodalità a basso impattoambientalerealizzazione <strong>di</strong> un attraversamento fluviale Habitat arginali e fluviali Redazione VincA ai sensidell’art. 6Posa in opera <strong>di</strong> segnaletica e accessori Habitat arginali e avifauna Non necessaria VincA, purchèeffettuata durante le stagioniautunnali e invernali e conmodalità a basso impattoambientalemessa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> specie arbustive ed arboreeautoctoneConservazione accurata ed ampliamento dellefasce a cannetoConservazione ed ampliamento delle aree aprato e degli incolti erbaceiControllo <strong>della</strong> qualità dell’acqua attraversoanalisi chimiche e biologiche.Habitat arginali e avifaunaHabitat arginali e avifaunaHabitat arginali e avifaunaHabitat fluviali e avifaunaRedazione VincA ai sensidell’art. 6Redazione VincA ai sensidell’art. 6Redazione VincA ai sensidell’art. 6Non necessaria VincA, purchèeffettuata durante le stagioniautunnali e invernali e con55


Area SIC IT3210042SistemaidraulicoStu<strong>di</strong>, ricerche emonitoraggiConservazione dei fossati e piccoli corsid’acquacontrollo delle popolazioni <strong>di</strong> Gambero rosso e<strong>della</strong> Tartaruga dalle orecchie rosse.Apposizione <strong>di</strong> cassette nido per favorire lariproduzione <strong>di</strong> uccelliHabitat arginali e avifaunaHabitat arginali e avifaunaHabitat vegetazionali eavifaunamodalità a basso impattoambientaleNon necessaria VincA, purchèeffettuata durante le stagioniautunnali e invernali e conmodalità a basso impattoambientaleRedazione VincA ai sensidell’art. 6Non necessaria VincA, purchèeffettuata durante le stagioniautunnali e invernali e conmodalità a basso impattoambientale.la stabilizzazione dei terrazzamenti golenali Habitat fluviali e avifauna Redazione VincA ai sensidell’art. 6 - Direttiva 92/43/CEE.la gestione e selezione <strong>della</strong> vegetazione inalveoHabitat fluviali e avifauna Redazione VincA ai sensidell’art. 6 - Direttiva 92/43/CEE.Monitoraggi floristici Tutti gli habitat Non necessaria VIncAMonitoraggi faunistici Tutti gli habitat Non necessaria VIncACensimento specie ni<strong>di</strong>ficanti Tutti gli habitat Non necessaria VIncAStu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>stribuzione coleotteri carabi<strong>di</strong>geoadefagiTutti gli habitatStu<strong>di</strong>o dei macroinvertebrati acquatici Habitat fluviali e corsid’acquaNon necessaria VIncANon necessaria VIncAStu<strong>di</strong>o dei micromammiferi Tutti gli habitat Non necessaria VIncA1.3.11 Area <strong>di</strong> influenza delle incidenzeL’area influenzata dalla variante in questione può essere considerata all’interno <strong>della</strong>fascia fluviale. Essa è infatti rappresenta l’ambiente più importante dal punto <strong>di</strong> vistanaturalistico e , considerato quanto esposto nel paragrafo relativo all’uso del suolo.Una volta adottata la variante non vi saranno particolari fonti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo e, anzi,applicando corretti criteri <strong>di</strong> gestione naturalistica, si potranno ricreare ambienti naturaliformiidonei ad accogliere specie pregiate.1.3.12 Percorsi e dei vettori attraverso i quali gli effetti si possono produrre1.3.12.1 Fabbisogno nel campo dei trasporti, viabilità e reti infrastrutturaliLe misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a come gli interventi previsti dal PianoAmbientale, non prevedono nessun aumento del fabbisogno nel campo dei trasporti, viabilitàe reti infrastrutturali.1.3.12.2 Emissioni, scarichi, rifiuti, rumori, inquinamento luminosoLe misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a non prevedono interventi che provochinoemissioni in atmosfera, scarichi, rifiuti, rumori o inquinamento luminoso. Anche le azionipreviste dal Piano Ambientale non sono fonte <strong>di</strong> significative perturbazioni, ad eccezione <strong>di</strong>quelle relative al sistema idraulico che dovranno essere approfon<strong>di</strong>te in fase <strong>di</strong>progettazione.1.3.12.3 Utilizzo delle risorseNon è previsto utilizzo significativo delle risorse naturali.1.3.12.4 Ambiente idrico superficiale e sotterraneoNon è previsto utilizzo significativo <strong>di</strong> acque superficiali o sotterranee.56


Area SIC IT32100421.3.12.5 Suolo e sottosuoloNon è previsto utilizzo significativo <strong>di</strong> utilizzo del suolo o sottosuolo.1.3.12.6 Flora e faunaNon si prevedono perturbazioni significative nei confronti delle specie vegetali eanimali presenti, purchè vengano adottate le in<strong>di</strong>cazioni metodologiche previste nelparagrafo 1.3.101.3.13 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLE INCIDENZENel rispetto <strong>della</strong> “Guida metodologica per la valutazione <strong>di</strong> Incidenza” ai sensi <strong>della</strong>Direttiva 92/43/CEE” <strong>di</strong> cui all’Allegato A <strong>della</strong> DGR 3173/2006, il meccanismo valutativoprevede la costruzione <strong>di</strong> una matrice, per ogni misura temporanea <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e azione<strong>di</strong> piano, utilizzando la seguente una scala <strong>di</strong> valutazione:Simbolo Criterio+ INCIDENZA POSITIVA= NESSUNA INCIDENZA- INCIDENZA NEGATIVA NON SIGNIFICATIVA- - INCIDENZA NEGATIVA1.3.14 RISULTATI DELLA VALUTAZIONENella matrice che segue vengono presentati i risultati <strong>della</strong> Valutazione <strong>di</strong> IncidenzaAmbientale relativamente all’applicazione delle misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e delleazioni del Piano Ambientale sull’area che delimita il Parco del Pontoncello. La matrice èunica in quanto non è <strong>di</strong>fferenziabile, trattandosi <strong>di</strong> interventi programmatici, una fase <strong>di</strong>cantiere da una fase <strong>di</strong> esercizio.57


Area SIC IT3210042abc1.3.14.1 Matrice <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> IncidenzaMisure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e azioni<strong>di</strong> pianoDivieto <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> nuovestrade, a eccezione <strong>di</strong> quelle aservizio dell'attività agrosilvopastoraleDivieto <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong> tagliboschivi, anche parziali, aeccezione dei tagli per lacoltivazione del pioppo,nonché <strong>di</strong> quelli necessari perevitare il deterioramento delpopolamentoPer<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>habitatFrammentazione <strong>di</strong>habitatPer<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>speciePerturbazionealle specieDiminuzionedensità <strong>di</strong>popolazioneAlterazionequalità delleacque,dell’aria edei suoliInterferenzecon lerelazioniecosistemiche+ + + + + + ++ + + + + + +Divieto <strong>di</strong> riduzione a colturadei terreni boschivi + + + + + + +defghDivieto <strong>di</strong> movimenti <strong>di</strong> terrenoe scavi suscettibili <strong>di</strong> alterarel'ambienteDivieto <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> nuovecave e riapertura <strong>di</strong> quelleinattive da oltre un annoDivieto <strong>di</strong> esercizio venatoriocon esclusione <strong>della</strong> caccia <strong>di</strong>selezione+ + + + + + ++ + + + + + ++ + + + + + +Divieto <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> bonifica<strong>di</strong> qualsiasi tipo + + + + + + +Divieto interventi chemo<strong>di</strong>fichino il regime o lacomposizione delle acque+ + + + + + +58


ijklDivieto <strong>di</strong> raccolta,asportazione edanneggiamento <strong>della</strong> floraspontanea, e delle singolaritàgeologiche e mineralogicheDivieto <strong>di</strong> introduzione <strong>di</strong>specie animali e vegetalisuscettibili <strong>di</strong> provocarealterazioni ecologicamentedannoseDivieto <strong>di</strong> navigazione amotore sui corsi d'acqua conmotori superiori a Hp. 5effettiviDivieto <strong>di</strong> uso dei mezzimotorizzati in percorsi fuoristrada, con esclusione deimezzi necessari ai lavoriagricoli, alle utilizzazioniboschive e per i servizi <strong>di</strong>protezione civileArea SIC IT3210042+ + + + + + ++ + + + + + ++ + + + + + ++ + + + + + +m Divieto <strong>di</strong> abbandono dei rifiuti + + + + + + +n12Divieto <strong>di</strong> altre attivitàspecifiche che rechino dannoai valori tutelatisono consentiti i tagli boschivisecondo le previsioni dei pianieconomici silvo-pastorali e leprescrizioni <strong>di</strong> massima <strong>di</strong>polizia forestaletra gli interventi <strong>di</strong> cui allelettere g), h), i), l) sonoconsentiti quelli relativi alleopere per il sod<strong>di</strong>sfacimentodei fabbisogni idropotabili equelli relativi alle opere <strong>di</strong><strong>di</strong>fesa idrogeologica e perl'acquacoltura, l'irrigazione e loscolo delle acque, nonchéquelli relativi alle attività+ + + + + + += = = = = = == = = = = = =59


Area SIC IT3210042345Sistema relazionaleagricole in attosono consentite solamentecostruzioni pertinenti allaconduzione agricola, convolumetria, riferita alla solaresidenza ammessa, nonsuperiore a 0,001 mc/mq, ecomunque non oltre i 1.300 mt.<strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>neper gli e<strong>di</strong>fici esistenti, sonoconsentiti unicamenteinterventi <strong>di</strong> manutenzioneor<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria, <strong>di</strong>restauro e risanamentoconservativo, <strong>di</strong> adeguamentoigienico, nonché lademolizione totale o parziale,fatte salve le malghe, esclusacomunquequalsiasitrasformazione d'usonon sono consentite nuoverecinzioni delle proprietà senon con siepi, salvo lerecinzioni temporanee aprotezione delle attività silvopastoralie quelle strettamentepertinenti agli inse<strong>di</strong>amentie<strong>di</strong>lizi e agli usi agricoli ezootecniciAZIONI DI PIANOStrutture <strong>di</strong> accoglienzaesterne al perimetro del ParcoAree attrezzate nella zona <strong>di</strong>tutela agricolaTabellazione dei punti <strong>di</strong>accessoRealizzazione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong>osservazione= = = = = = == = = = = = == = = = = = == = = - = = == = = - = = == = = = = = == = = - = = =Sentieri natura nella riserva = = = - = = -60


Sistema ambientaleSistemaidrauliconaturale orientatarealizzazione <strong>di</strong> un anellociclo-pedonale costituito daipercorsi arginalirealizzazione <strong>di</strong> unattraversamento fluvialePosa in opera <strong>di</strong> segnaletica eaccessorimessa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> speciearbustive ed arboreeautoctoneConservazione accurata edampliamento delle fasce acannetoConservazioneedampliamento delle aree a pratoe degli incolti erbaceiControllo <strong>della</strong> qualitàdell’acqua attraverso analisichimiche e biologiche.Conservazione dei fossati epiccoli corsi d’acquacontrollo delle popolazioni <strong>di</strong>Gambero rosso e <strong>della</strong>Tartaruga dalle orecchie rosse.Apposizione <strong>di</strong> cassette nidoper favorire la riproduzione <strong>di</strong>uccellila stabilizzazione deiterrazzamenti golenalila gestione e selezione <strong>della</strong>vegetazione in alveoArea SIC IT3210042= = = - = = == = = = = = == = = - = = =+ + + = + = ++ + + = + = ++ + + = + = ++ + + = + + ++ + + - + + ++ + + = + + ++ + + = + = +- - - - - - =- - - - - = +Stu<strong>di</strong>,ricerche eMonitoraggi floristici = = = = = = =Monitoraggi faunistici = = = = = = =Censimento specie ni<strong>di</strong>ficanti = = = = = = =61


Stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>stribuzionecoleotteri carabi<strong>di</strong>geo adefagiStu<strong>di</strong>o dei macroinvertebratiacquaticiArea SIC IT3210042= = = = = = == = = = = = =Stu<strong>di</strong>o dei micromammiferi = = = = = = =62


Area SIC IT32100421.4 FASE 4: CONCLUSIONI DELLA FASE DI SCREENINGLa procedura <strong>di</strong> screening ha permesso <strong>di</strong> evidenziare l’assenza <strong>di</strong> incidenze suglihabitat presenti e sulle specie segnalate nei formulari standard dei siti <strong>della</strong> Rete Natura2000 in esame e incluse nell’allegato I, e non, <strong>della</strong> Direttiva Uccelli 79/409/CEE, in quantole misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e le azioni previste dal Piano Ambientale vannonell’ottica del mantenimento e miglioramento <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità presente.Descrizione del progetto <strong>di</strong> interventoDATI IDENTIFICATIVI DI PROGETTOPiano Ambientale del Parco Naturale del PontoncelloCo<strong>di</strong>ce e denominazione dei siti natura 2000Progetto <strong>di</strong>rettamente connesso o necessarioalla gestione del sitoIn<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> altri progetti che possano dareeffetti combinatiIT3210042“Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona e Ba<strong>di</strong>a Polesine”Il progetto non è <strong>di</strong>rettamente connessi alla gestionedel sito limitrofo.In fase autorizzativa presso i competenti uffici <strong>della</strong>Regione Veneto – Direzione Difesa Suolo eProtezione Civile risulta un progetto relativo ad“Interventi per il rior<strong>di</strong>no idraulico me<strong>di</strong>antericalibratura delle sezioni <strong>di</strong> deflusso conmovimentazione ed asporto <strong>di</strong> materiale inerte,realizzazione ed adeguamento opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa delfiume A<strong>di</strong>ge nei comuni <strong>di</strong> S. Giovanni Lupatoto, S.Martino Buon Albergo e Zevio (VR).Per tale intervento è già stata elaborata specificaValutazione <strong>di</strong> Incidenza Ambientale con esitopositivo.In fase autorizzativa un progetto <strong>di</strong> forestazione nel<strong>comune</strong> <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto con interventianche nei pressi del sito oggetto del presente stu<strong>di</strong>o.Per tale intervento è già stata elaborata specificaValutazione <strong>di</strong> Incidenza Ambientale con esitopositivo.VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTIDescrizione <strong>di</strong> come il progetto incida sul sitonatura 2000:L’adozione del Piano prevede l’entrata in vigore dellemisure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a (art. 6 L.R. 40/84)che prevedono una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieti ad attivitàpotenzialmente dannose all’ambiente, finoall’approvazione definitiva del Piano Ambientale. Lemisure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a temporanea e le azioni <strong>di</strong>piano hanno effetti positivi sul mantenimento <strong>della</strong>bio<strong>di</strong>versità, degli habitat e specie tutelate dallanormativa natura 2000Consultazione con gli organi e enti competenti /DATI RACCOLTI PER L’ELABORAZIONE DELLA VERIFICARedattore Fonte dei dati Livello <strong>di</strong> completezzadelle informazioniLuogo dove possono esserereperiti e visionati i datiutilizzati63


Area SIC IT3210042Dr. For. FrancescoVesentiniSopralluoghi <strong>di</strong>retti,ricerca bibliografica.BuonoStu<strong>di</strong>o Proterra – Casteld’Azzano (VR)Amministrazione<strong>comunale</strong> <strong>di</strong> SanGiovanni LupatotoIn<strong>di</strong>cazioni pianificatorieOttimoSede <strong>comunale</strong>Amministrazione<strong>comunale</strong> <strong>di</strong> ZevioIn<strong>di</strong>cazioni pianificatorieOttimoSede <strong>comunale</strong>Amministrazione<strong>comunale</strong> <strong>di</strong> SanMartino Buon AlbergoIn<strong>di</strong>cazioni pianificatorieOttimoSede <strong>comunale</strong>Habitat/specieTABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVAPresenzanell’areaoggetto <strong>di</strong>valutazioneSignificativitànegativa delleincidenze<strong>di</strong>retteSignificativitànegativadelleincidenzein<strong>di</strong>rettePresenza <strong>di</strong>effettisinergici ecumulativiCod.32203260643091E0*92A0SpecieNomeFiumi alpini con vegetazioneriparia erbaceaFiumi delle pianure e montanicon vegetazione delRanunculion fluitantis eCallitricho-BatrachionBordure planiziali, montane ealpine <strong>di</strong> megaforbie idrofileForeste alluvionali <strong>di</strong> Alnusglutinosa e Fraxinus excelsior(Alno-Pa<strong>di</strong>on, Alnion incanae,Salicion albae)Foreste a galleria <strong>di</strong> Salix albae Populus albaNomeNo Nulla Nulla NoSi Nulla Nulla NoNo Nulla Nulla NoSi Nulla Nulla NoNo Nulla Nulla NoA029A229A026A027Ardea purpureaAlcedo atthisEgretta garzettaEgretta albaNon ni<strong>di</strong>ficante;presente ev. inattivitàtrofica/rifugioPotenzialmenteni<strong>di</strong>ficante epresente inattivitàtrofica/rifugioNon ni<strong>di</strong>ficante;presente ev. inattivitàtrofica/rifugioNon ni<strong>di</strong>ficante;presente ev. inattivitàtrofica/rifugioNulla Nulla NoNonsignificativaNonsignificativaNoNulla Nulla NoNulla Nulla No64


Area SIC IT3210042A022A166A249A296A298A028A168A123A260A262Ixobrychus minutusTringa glareolaRiparia ripariaAcrocephalus palustrisAcrocephalusarun<strong>di</strong>naceusArdea cinereaActitis hypoleucosGallinula chloropusMotacilla cinereaMotacilla albaNon ni<strong>di</strong>ficante;presente ev. inattivitàtrofica/rifugioNon ni<strong>di</strong>ficante;presente ev. inattivitàtrofica/rifugioNon ni<strong>di</strong>ficante;presente ev. inattivitàtrofica/rifugioNon ni<strong>di</strong>ficante;presente ev. inattivitàtrofica/rifugioNon ni<strong>di</strong>ficante;presentespora<strong>di</strong>camentein attivitàtrofica/rifugiopresente inattivitàtrofica/rifugiopresente inattivitàtrofica/rifugiopresente inattivitàtrofica/rifugioNon ni<strong>di</strong>ficante;presentespora<strong>di</strong>camentein attivitàtrofica/rifugiopresente inattivitàtrofica/rifugioNulla Nulla NoNulla Nulla NoNulla Nulla NoNulla Nulla NoNulla Nulla NoNonsignificativaNonsignificativaNonsignificativaNonsignificativaNonsignificativaNonsignificativaNoNoNoNulla Nulla NoNonsignificativaNonsignificativa1095 Petromyzon marinus No Nulla Nulla No1097 Lethenteron zanandreai No Nulla Nulla No1107 Salmo marmoratus No Nulla Nulla NoESITO DELLA PROCEDURA DI SCREENINGLa procedura <strong>di</strong> screening ha permesso <strong>di</strong> evidenziare lal’assenza <strong>di</strong> incidenze sugli habitat del sito e sullespecie segnalate nei formulari standard dei siti <strong>della</strong> Rete Natura 2000 in esame e incluse nell’allegato I, e non,<strong>della</strong> Direttiva Uccelli 79/409/CEE.le misure temporanee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a (art. 6 L.R. 40/84) e le azioni del Piano Ambientale vanno anzi nell’otticadel mantenimento e miglioramento <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità presente.DICHIARAZIONE FIRMATA DEL PROFESSIONISTADall’esame del Piano Ambienale del Parco del Pontoncello, articolato nelle azioni previste e nellanormativa, e delle caratteristiche degli habitat prioritari del vicino SIC, <strong>della</strong> fauna e <strong>della</strong> floracompresi negli elenchi delle <strong>di</strong>rettive CEE 79/409 e 92/43, si può affermare che si può escludere,con ragionevole certezza scientifica, il verificarsi <strong>di</strong> effetti significativi sui siti <strong>della</strong> reteNatura 2000NoCastel d’Azzano, 25.06.2011Il TecnicoDott. For. Francesco Vesentini65


Area SIC IT3210042Auto<strong>di</strong>chiarazione“Secondo quanto <strong>di</strong>sposto dalla D.G.R. n. 3173 del 10 ottobre 2006, ai sensi e per glieffetti del D.P.R. n. 445/2000, il sottoscritto tecnico Vesentini Francesco, nato a Verona il04.07.1974 ed ivi residente in via Lucio III, 9, incaricato <strong>della</strong> redazione <strong>della</strong> relazione <strong>di</strong>incidenza ambientale relativa al Piano Ambientale del Parco del Pontoncello, <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong>essere in possesso <strong>della</strong> esperienza specifica e delle competenze in campo biologico,naturalistico ed ambientale necessarie per la corretta ed esaustiva relazione <strong>della</strong>valutazione <strong>di</strong> incidenza, in relazione all’opera trattata”.Francesco Vesentini66


Area SIC IT3210042ALLEGATOFormulario standard SIC IT321004267


Area SIC IT3210042BIBLIOGRAFIAMINISTERO DELL’AMBIENTE AA.VV. – Fauna italiana inclusa nella <strong>di</strong>rettiva habitatMINISTERO DELL’AMBIENTE AA.VV. – Uccelli d’Italia – Volumi 1, 2, 3D' ANTONI S., DUPRÈ E., LA POSTA S., VERUCCI P., 2003 - Guida alla fauna <strong>di</strong>interesse comunitario. Direttiva habitat 92/43/CEE. Ministero dell'Ambiente e <strong>della</strong> Tuteladel Territorio - Direzione Generale per la protezione <strong>della</strong> natura.BOITANI L., CORSI F., FALCUCCI A., MAIORANO L., MARZETTI I., MASI M.,MONTEMAGGIORI A., OTTAVIANI D., REGGIANI G., RONDININI C. 2002. ReteEcologica Nazionale. Un approccio alla conservazione dei vertebrati italiani. Università <strong>di</strong>Roma "La Sapienza", Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Animale e dell’Uomo; Ministerodell’Ambiente, Direzione per la Conservazione <strong>della</strong> Natura; Istituto <strong>di</strong> Ecologia Applicata.PROVINCIA DI BOLZANO: Natura 2000 - Habitat in Alto A<strong>di</strong>geLASEN CESARE, 2006. Habitat Natura 2000 in Trentino. Provincia autonoma <strong>di</strong> Trento.FRACASSO G., MEZZAVILLA F. E SCARTON F., 2001 - Check-list degli Uccelli delVeneto (Ottobre 2000). In: Bon M. & Scarton F. (eds) - Atti III Convegno Faunisti Veneti -Boll. Mus. civ. nat. Venezia. 51 (suppl.): 131-144PIGNATTI S., 1994 - Flora d’Italia. E<strong>di</strong>zioni Agricole – Bologna 3 Vol. – 1:790 pp., 2: 732pp., 3:780 pp.DE FRANCESCHI P. 1991. Memorie del Museo Civico <strong>di</strong> Storia Naturale, II serie, n. 9TURIN P., SALVIATI S. – Carta Ittica – Provincia <strong>di</strong> Verona, Settore Faunistico AmbientaleFRACASSO G. et al. (eds.), Check-list degli uccelli del Veneto. Atti III Convegno FaunistiVeneti. Boll. Mus. Civ. St. Nat. Venezia, suppl. al vol. 51/2001BRAIONI M.G. SALMOIRAGHI C. - Analisi biologiche-ecologiche in alcune aree campionefluviali dell’A<strong>di</strong>ge – Autorità <strong>di</strong> bacino del fiume A<strong>di</strong>ge, Provincia autonoma <strong>di</strong> Bolzano,Provincia autonoma <strong>di</strong> Trento, Regione del Veneto. 2001BRAUN-BLANQUET J., 1928 - Pflanzensoziologie. BerlinCOMMISSIONE EUROPEA - DG Environment, 2003 (2): Interpretation manual of european union habitatsEUR25.GRABHERR, G. & MUCINA, L., 1993 Die Pflanzengesellschaften Österreichs. Teil II. Natürlichewaldfreie Vegetation. Gustav Fischer Verlag, Jena.POLDINI L., ORIOLO G., VIDALI M., TOMASELLA M., STOCH F. & OREL G., 2006. Manualedegli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto <strong>della</strong> valutazione d’impatto ambientale(VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc). Regione. Autonoma FriuliVenezia Giulia – Direz. Centrale ambiente e lavori pubblici – Servizio valutazione impattoambientale, Univ. Stu<strong>di</strong> Trieste – Dipart. Biologia,SINDACO R., MONDINO G.P., SELVAGGI A., EBONE A., DELLA BEFFA G. , 2003. Guida alriconoscimento <strong>di</strong> Ambienti e Specie <strong>della</strong> Direttiva Habitat in Piemonte. Regione PiemonteStu<strong>di</strong>o Associato Proterra - Via Mascagni, 44 - 37060 – Castel d’Azzano (Vr)


Area SIC IT3210042PROVINCIA DI VERONA, ARPAV – DIPARTIMENTO PROVINCIALE DI VERONA, 2008 -Rapporto sullo stato dell'ambiente <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> VeronaSITI INTERNETwww.regione.veneto.ithttp://portale.provincia.vr.it/tematici/caccia-e-pesca/protezione-faunawww.gisbau.uniroma1.it/RENwww.ittiofauna.orghttp://xoomer.virgilio.it/maudoc1/vrlist.htmwww.oseaux.netwww.atlanteitaliano.itwww.bioprogramm.itStu<strong>di</strong>o Associato Proterra - Via Mascagni, 44 - 37060 – Castel d’Azzano (Vr)


Stu<strong>di</strong>o Pro.Terr.A.SAN GIOVANNI LUPATOTOSAN MARTINO BUON ALBERGOZEVIOPIANO AMBIENTALEDELPARCO NATURALE DI PONTONCELLO(L.R. 40 del 16.08.1984)RELAZIONE ILLUSTRATIVA E DI ANALISITecnici Coor<strong>di</strong>natoriTecnici CollaboratoriAnalisi e Pianificazione TerritorialeIng. Marco PietrobonAspetti naturalistici e cartograficiDott. For. Francesco VesentiniRapporti istituzionaliDott. For. Sebastiano LucchiIng. IdraulicoMassimo Merzari (stu<strong>di</strong>o Intech)Esperto faunistaDott Roberto PolloEsperto botanicoDott. For. Flavio da RonchAnno 2011


INDICE1. PREMESSA .......................................................................................................................................... 12. AMBITO DEL PIANO AMBIENTALE................................................................................................... 23. CONTENUTI DEL PIANO AMBIENTALE ............................................................................................ 44. OBIETTIVI DEL PIANO AMBIENTALE................................................................................................ 55. ASPETTI URBANISTICI E TERRITORIALI ......................................................................................... 55.1. PIANIFICAZIONE ATTUALE.................................................................................................................. 55.2. AREE SIC ......................................................................................................................................... 65.3. PAESAGGIO...................................................................................................................................... 76. ANALISI BOTANICA .......................................................................................................................... 106.1. RISULTATI ................................................................................................................................... 126.2. BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................. 197. ANALISI FAUNISTICA ....................................................................................................................... 207.1. MAMMIFERI..................................................................................................................................... 207.1.1. Or<strong>di</strong>ne : Insettivori ................................................................................................................. 217.1.2. Or<strong>di</strong>ne: Lagomorfi.................................................................................................................. 217.1.3. Or<strong>di</strong>ne: Carnivori ................................................................................................................... 227.2. UCCELLI......................................................................................................................................... 227.3. ANFIBI............................................................................................................................................ 257.4. RETTILI .......................................................................................................................................... 267.5. PESCI E ANIMALI INVERTEBRATI...................................................................................................... 267.6. BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................. 268. ANALISI IDRAULICA ......................................................................................................................... 288.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ..................................................................................................... 288.1.1. Morfologia <strong>della</strong> zona interessata dagli interventi ................................................................. 288.1.2. Morfologia dell’alveo.............................................................................................................. 338.1.3. Dissesti idrogeologici presenti............................................................................................... 348.1.4. Caratteristiche Idrogeologiche .............................................................................................. 358.1.5. Il regime idrologico ................................................................................................................ 368.1.6. In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Funzionalità Fluviale (I.F.F.) ................................................................................... 388.2. CARATTERISTICHE IDRAULICHE ATTUALI .......................................................................................... 398.2.1. Portate <strong>di</strong> Calcolo .................................................................................................................. 408.2.2. Scabrezza ............................................................................................................................. 418.2.3. Parametri Idraulici Caratteristici ............................................................................................ 418.2.4. Sezioni Trasversali Caratteristiche dello Stato Attuale ......................................................... 438.2.5. Profili Idraulici Longitu<strong>di</strong>nali................................................................................................... 438.2.6. Considerazioni sui Risultati Del Modello ............................................................................... 448.3. ALLAGABILITÀ DELLE AREE.............................................................................................................. 459. REALIZZAZIONE CARTOGRAFIE TEMATICHE .............................................................................. 469.1. TAVOLA DEL PAESAGGIO ................................................................................................................. 469.2. TAVOLA DELLA VEGETAZIONE E TAVOLA DEL VALORE BOTANICO ........................................................ 469.3. TAVOLA DEL VALORE FAUNISTICO .................................................................................................... 489.4. TAVOLA DEL VALORE BIOLOGICO...................................................................................................... 5010. ZONIZZAZIONE .................................................................................................................................. 51Anno 2011


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi1. PREMESSAIl presente lavoro è finalizzato alla redazione del Piano Ambientale (P.A.) <strong>della</strong>“Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello”.Le indagini condotte hanno avuto un grado <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento e precisione tale daconsentire <strong>di</strong> evidenziare le principali valenze agronomico-ambientali e vegetazionali.Il livello <strong>di</strong> conoscenza raggiunto può considerarsi sod<strong>di</strong>sfacente per fornire unadeguato supporto alla redazione del P.A.Una base informativa territoriale <strong>di</strong> notevole importanza è stata fornitadall'acquisizione degli stu<strong>di</strong> e delle cartografie esistenti.Le informazioni territoriali così acquisite potranno successivamente costituire unabase sistematica e omogenea per la realizzazione <strong>di</strong> Progetti Speciali finalizzati allagestione e valorizzazione <strong>della</strong> Riserva Naturale da parte dell'Ente Gestore.Particolare importanza rivestono le valutazioni <strong>di</strong> tipo agronomico-forestale,faunistico, paesaggistiche e socio-economiche. Infatti, in generale, l'istituzione <strong>di</strong>un'area protetta si può assimilare a qualsiasi altro cambio <strong>di</strong> destinazione d'uso delsuolo attuato con gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale.Il P.A. vuole essere strumento <strong>di</strong> tutela del territorio a favore <strong>della</strong> popolazionelocale me<strong>di</strong>ante proposte atte a favorire l'interesse e lo sviluppo <strong>di</strong> azioni idonee allasalvaguar<strong>di</strong>a del Perco e contemporaneamente fonte <strong>di</strong> “red<strong>di</strong>to” per la popolazioneattraverso la proposta e la realizzazione <strong>di</strong> azioni specifiche (progetti per la formazione<strong>di</strong> percorsi storico-ambientali che coinvolgono realtà più estese; collaborazione concooperative giovanili nell'ambito <strong>della</strong> gestione; valorizzazione <strong>di</strong> prodotti tipiciattraverso nascita <strong>di</strong> agriturismi; agricoltura biologica ecc).Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 1


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi2. AMBITO DEL PIANO AMBIENTALEI Comuni <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio hannosottoscritto un Protocollo d’Intesa per la costituzione del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncellocon la finalità <strong>di</strong> adottare tutti i provve<strong>di</strong>menti utili alla istituzione del parco in un’areaprotetta lungo la fascia fluviale dell’A<strong>di</strong>ge ricadente nei tre comuni .A seguito del Protocollo d’Intesa sottoscritto in data 12 marzo 2009 i singoli Comunihanno istituito nel proprio territorio, per l’ambito <strong>di</strong> competenza, il “Parco naturale <strong>di</strong>Pontoncello” ai sensi dell’art. 27 L.R. 40/1984 conferendo le Norme <strong>di</strong> Attuazionecontenute nel PTRC.Infine, i Comuni hanno adottato le varianti ai rispettivi strumenti urbanistici generalivigenti con i seguenti provve<strong>di</strong>menti:• Comune <strong>di</strong> S.Giovanni Lupatoto: Deliberazione Consiglio Comunale n°13 del26.03.2009 - Delimitazione e istituzione “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”;Deliberazione Consiglio Comunale n°27 del 14.05.200 9 – Adozione VarianteParziale al PRG n°40 per in<strong>di</strong>viduazione “Parco natu rale <strong>di</strong> Pontoncello”• Comune <strong>di</strong> S. Martino Buon Albergo: Deliberazione Consiglio Comunale n°29 del12.05.2009 – Delimitazione e istituzione “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”ed adozioneVariante Parziale al PRG n°55 per in<strong>di</strong>viduazione “P arco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”;• Comune <strong>di</strong> Zevio: Deliberazione Consiglio Comunale n°57 del 19.05.2009 –Istituzione “Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello”; Deliberazione Consiglio Comunale n°58del 19.05.2009 - Adozione Variante Parziale al PRG n°38 per in<strong>di</strong>viduazione “Parconaturale <strong>di</strong> Pontoncello”.Le Amministrazioni comunali secondo quanto previsto dalla L.R. 40/84 ed insintonia con quanto normato dal P.T.R.C. (art. 36) hanno deciso <strong>di</strong> provvedere allaformazione del Piano Ambientale, che rappresenta lo strumento <strong>di</strong> gestione e <strong>di</strong>pianificazione dell'area in oggetto.Il P.T.R.C. nelle tavole 2 e 10 in<strong>di</strong>vidua l’Ambito fluviale del Fiume A<strong>di</strong>ge fra gli“ambiti naturalistico-ambientali e paesaggistici <strong>di</strong> livello regionale” e, inoltre, l’area delParco naturale <strong>di</strong> Pontoncello ricade interamente nel sito Natura 2000 SIC – “FiumeA<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine” identificato con il co<strong>di</strong>ce IT3210042.Il Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello è stato istituito per conservare e valorizzarel’ambiente e gli habitat già in<strong>di</strong>viduati nel tratto interessato del Sito <strong>di</strong> ImportanzaComunitaria e per favorire la fruizione a fini scientifici, culturali e <strong>di</strong>dattici che il parcostesso potrà offrire a livello locale e provinciale.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 2


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiDESCRIZIONE METODOLOGIALa redazione del Piano Ambientale rappresenta un momento chiave nellaprocedura <strong>di</strong> tutela dell’ambito interessato, in quanto prevede la scelta <strong>della</strong> strategia <strong>di</strong>fondo da perseguire in tutte le azioni pianificatorie successive.Al fine <strong>di</strong> effettuare le migliori scelte e azioni possibili è stata eseguita unapreventiva ed approfon<strong>di</strong>ta conoscenza dell’area, in relazione sia agli aspettinaturalistici coinvolti, sia a considerazioni <strong>di</strong> carattere gestionale in ambito socioeconomico.La metodologia ha previsto quin<strong>di</strong> quattro fasi successive, strettamente legate traloro, le cui interazioni sono rappresentate nella pagina seguente, e sono :1. Analisi dell’area- rilievi specialistici relativi a fauna, vegetazione, idrologia;- ricerche e stu<strong>di</strong> bibliografici <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento;2. Realizzazione cartografie tematiche- elaborazioni cartografiche rappresentative realizzate in ambitoGIS sulla base dei rilievi specialistici;3. Definizione degli obiettivi e zonizzazione- sulla base dei risultati ottenuti dagli stu<strong>di</strong> si possono definire leemergenze naturalistiche da tutelare e la zonizzazione delparco nelle tipologie previste dalla legge;4. Azioni <strong>di</strong> piano- le azioni <strong>di</strong> piano si sviluppano nella redazione delle norme perciascuna zona e nel programma finanziario degli interventi daporre in essere al fine <strong>di</strong> tutelare e <strong>di</strong> valorizzare le peculiaritànaturalistiche del sito.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 3


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi3. CONTENUTI DEL PIANO AMBIENTALEIl Piano Ambientale del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello è stato redatto ai sensi <strong>della</strong> L.R.40/1984, art. 27 - Parchi e riserve <strong>di</strong> interesse locale e, quin<strong>di</strong>, secondo quanto in<strong>di</strong>catodell’art. 9 <strong>della</strong> legge stessa, prevede i seguenti contenuti principali:1. l’articolazione <strong>della</strong> zona in aree <strong>di</strong>verse, secondo la classificazioneprevista dall’art. 11 e seguenti;2. gli interventi conservativi, riqualificativi, <strong>di</strong> recupero e <strong>di</strong> miglioramento daoperarsi a cura dell’ente gestore;3. le aree che, dovendo accogliere attrezzature o infrastrutture per unautilizzazione collettiva dei beni, devono essere espropriate, e i relativitermini temporali;4. i vincoli e le limitazioni che afferiscono alle <strong>di</strong>verse aree comprese nelparco o nella riserva, nonché la regolamentazione delle attività consentite,con particolare riguardo a quelle e<strong>di</strong>lizie, alle opere <strong>di</strong> urbanizzazione,all’impianto delle restanti infrastrutture e attrezzature alla circolazione enavigazione a motore;5. i tempi e le modalità <strong>di</strong> cessazione delle attività antropiche incompatibilicon la destinazione <strong>della</strong> zona a parco o a riserva;6. i mo<strong>di</strong> e le forme <strong>di</strong> utilizzazione sociale dei beni costituenti il parco o lariserva e le norme principali per la loro regolazione;7. le attività produttive silvo-pastorali e agricole compatibili.Il piano ambientale è costituito da:1. una relazione illustrativa degli obiettivi da conseguirsi e dei criteri daadottare nell’attuazione del piano;2. una o più rappresentazioni grafiche, in scala non inferiore a 1: 10.000 attea determinare la sud<strong>di</strong>visione <strong>della</strong> zona in aree <strong>di</strong>stinte, nonchè l’assettourbanistico, agricolo, forestale <strong>della</strong> zona;3. le norme <strong>di</strong> attuazione contenenti la specificazione dei vincoli e dellelimitazioni <strong>di</strong> cui alla lettera d), nonchè la regolamentazione delle attivitàconsentite e l’utilizzazione sociale dei beni ambientali;4. un programma finanziario <strong>di</strong> massimaPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 4


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi4. OBIETTIVI DEL PIANO AMBIENTALEGli obiettivi e le azioni del Piano ambientale sono:1. zonizzazione del Parco Naturale;2. tutela e valorizzazione del patrimonio botanico;3. tutela e valorizzazione <strong>della</strong> fauna;4. tutela e valorizzazione delle risorse culturali e storiche;5. mantenimento e stabilizzazione dell’equilibrio idrico e idrogeologico;6. promozione <strong>di</strong> agricoltura ecocompatibile;7. accessibilità e fruizione compatibili;8. riduzione degli elementi detrattori esistenti.5. ASPETTI URBANISTICI E TERRITORIALI5.1. PIANIFICAZIONE ATTUALEL’istituzione del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello interagisce con le altre pianificazionicon competenze sull’area, in particolare PTRC (Piano territoriale Regionale <strong>di</strong>Coor<strong>di</strong>namento), Piano <strong>di</strong> Area Quadrante Europa, Piani <strong>di</strong> Assetto Territoriale, e conaltri strumenti cui faccia riferimento la gestione <strong>della</strong> zona, che ricade interamente nelsito Natura 2000 SIC – “Fiume A<strong>di</strong>ge tra Verona Est e Ba<strong>di</strong>a Polesine” identificato con ilco<strong>di</strong>ce IT3210042.Per quanto riguarda il Comune <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, nel PAT (Tav. 2 “Cartadelle Invarianti”) l’area del Parco ricade all’interno dell’“Ambito naturalistico dell’A<strong>di</strong>ge”nel quale costituiscono invariante da tutelare e valorizzare i caratteri naturalisticiambientalie nell’“Ambito per la formazione dei parchi e delle riserve naturali <strong>di</strong> interesse<strong>comunale</strong>”, all’interno dell’ATO sistema “A” con caratteri dominanti del sistemapaesaggistico-ambientale , e nello specifico nel sottosistema “A1”- Ambito del fiumeA<strong>di</strong>ge e nello specifico nell’ATO “A1.1 – Parco dell’A<strong>di</strong>ge”.Per quanto riguarda il Comune <strong>di</strong> San Martino Buon Albergo nel PRG vigente l’arearicade in ZTO E Agricola – sottozona E1 speciale.Per quanto riguarda il Comune <strong>di</strong> Zevio nel PRG vigente l’area ricade in ZTO E1Rurale.L’istituzione del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello risulta essere conforme e compatibilecon le previsioni, le <strong>di</strong>rettive e le prescrizioni <strong>della</strong> normativa e <strong>della</strong> pianificazionesovraor<strong>di</strong>nata.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 5


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiSi fa qui presente che nell’area sono in corso un progetto <strong>di</strong> ricalibratura dell’alveodell’A<strong>di</strong>ge e un progetto <strong>di</strong> riforestazione, attualmente in fase preliminare e per i qualisono in corso le opportune valutazioni ambientali in reciproco coor<strong>di</strong>namento.Si precisa ulteriormente che ogni altro piano, progetto e intervento che insistasull’area del Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello dovrà confrontarsi con norme tecnichefacenti parte del Piano Ambientale.5.2. AREE SICL’area interessata ricade all’interno del sito SIC IT3210042 “Fiume A<strong>di</strong>ge tra VeronaEst e Ba<strong>di</strong>a Polesine”.La cartografia ufficiale degli habitat riporta che nel sito <strong>di</strong> progetto sono presenti duehabitat natura 2000, in particolare il 91E0 (Foreste alluvionali <strong>di</strong> Alnus glutinosa eFraxinus excelsior) lungo la sponda in destra idrografica e il 3260 (corsi d’acqua degliorizzonti <strong>di</strong> pianura a quelli montani con vegetazione sommersa o galleggiante <strong>di</strong>Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion) lungo l’asta del fiume A<strong>di</strong>ge.I caratteri <strong>della</strong> vegetazione riparia e retroriparia rivestono particolare rilevanzanaturalistica. Si tratta <strong>di</strong> cenosi strettamente legate alla presenza dell’acqua, costituiteda specie adattate, spesso in maniera esclusiva, agli ambienti fluviali.L’ambiente ripario è una zona <strong>di</strong> ecotono (transizione) tra l’ambiente acquatico insenso stretto e quello terrestre limitrofo. Essa è <strong>di</strong>rettamente interessata dalle piene edai rapporti con le falde <strong>di</strong> subalveo. Le specie arboree ed arbustive presentanoadattamenti morfologici e fisiologici - es. flessibilità fusto e ra<strong>di</strong>ci – in grado <strong>di</strong>rispondere alle mo<strong>di</strong>ficazioni frequenti delle con<strong>di</strong>zioni stazionali.Dal punto <strong>di</strong> vista <strong>della</strong> vegetazione predomina sulle rive la formazione a boscoigrofilo ripariale. Tale formazione boscata si è inse<strong>di</strong>ata sia sulla barra principalepresente al centro del fiume formatasi nel tempo per effetto del trasporto solido durantegli eventi <strong>di</strong> piena e che costituisce un’isola al centro del fiume, sia sulle rive delimitantil’alveo inciso.I boschi ripariali sono formazioni pioniere, in grado <strong>di</strong> colonizzare suoli poco evolutie soggetti a frequenti trasformazioni legate ai regimi idrologici del fiume, alleesondazioni al deposito <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti. In questo area, soggetta alla libera <strong>di</strong>vagazionedegli alvei fluviali, tali formazioni sono soggette a frequente rinnovo e spesso simantengono agli sta<strong>di</strong> arbustivi nelle aree più vicine all’alveo raggiungendo la strutturaarborea nelle aree meno soggette a forte corrente <strong>di</strong> piena, ma ancora perio<strong>di</strong>camenteallagate e soggette a deposito. Man mano che ci allontana dal fiume e si determinanoPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 6


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisicon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> maggiore stabilità, che consentono l’evoluzione dei suoli, questeformazioni lasciano gradatamente il posto a popolamenti che sempre più si avvicinanoalla composizione e struttura dei popolamenti planiziali.Le specie guida più facilmente rinvenibili sono Salix alba e Populus nigra. Accanto aSalix alba troviamo soprattutto, Ulmus minor e, più raramente, anche Populus alba.Nelle parti più alte delle scarpate troviamo anche l’invadente Robinia pseudoacacia,specie esotica avventizia.Lo strato arbustivo è costituito da Cornus sanguinea, Sambucus nigra, Amorphafruticosa, Frangula alnus, Salix elaeagnos, Salix purpurea, cui si accompagnano specielianose come Humulus lupulus e Hedera helix. Lo strato erbaceo annovera Phalarisarun<strong>di</strong>nacea, Glecoma hederacea, Equisetum arvense, Alliaria officinalis, Poa trivialis,Galium mollugo, Rubus caesius, Solidago gigantea, Artemisia vulgaris.L’importanza <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> formazione risiede da un lato nella sua valenzaecologica <strong>di</strong> ecotono fluviale nell’ambito del corridoio stesso e, dall’altro nella suafunzione <strong>di</strong> elemento connotante il paesaggio del fiume stesso. Nel contesto ambientalela valenza ecologica <strong>di</strong> questi ambienti è molteplice; infatti la componente arborea edarbustiva lungo le rive:• contribuisce a proteggere dall’erosione;• influenza il trasporto dei se<strong>di</strong>menti attraverso l’intrappolamento fisico dei materialiin sospensione;• regola il regime idraulico dell’alveo (riduzione <strong>della</strong> corrente e trattenimento delse<strong>di</strong>mento), impe<strong>di</strong>sce il rapido deflusso delle acque dopo le piene,• favorisce la deposizione dei materiali e mantiene per lungo tempo l’umi<strong>di</strong>tà inampie porzioni del suolo,• conserva e promuove a bio<strong>di</strong>versità animale, soprattutto per quanto riguardal’avifauna, i rettili, gli anfibi e molti gruppi d’insetti.• influenza localmente il microclima.5.3. PAESAGGIOL’analisi del paesaggio è realizzata a partire da una elaborazione cartografica daaerofotogrammetria relativa all’uso del suolo dell’area contermine a quelladell’intervento, delimitata ad un buffer <strong>di</strong> 400 m dal confine del Parco per comprendereanche il territorio a<strong>di</strong>acente all’area interessata dall’area protetta.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 7


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiSono state quin<strong>di</strong> definite 7 macrocategorie <strong>di</strong> uso del suolo:- Ambito Fluviale: area <strong>di</strong> pertinenza dell’alveo, comprendente zone golenali earginature, greti, barre fluviali;- Tessuto urbano: zona destinata all’inse<strong>di</strong>amento umano e relative attivitàantropiche;- Aree industriali: zona destinata all’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> attività produttive in sensolato;- Formazioni riparie: formazioni arboree, arbustive, saliceti presentiprincipalmente lungo gli argini fluviali, caratterizzate da una larghezzaminima <strong>di</strong> 20 m;- Terreni agricoli: terreni destinati all’agricoltura, in particolare a seminativo;- Canali: corsi d’acqua regimati a servizio <strong>di</strong> attività industriali o agricole- Diga: infrastruttura <strong>di</strong> sbarramento.I risultati sono riportati nella seguente tabella:Categoria Superficie (ha) Copertura (%)Ambito fluviale 39,6 11,8Aree industriali 7,8 2,3Canali 4,7 1,4Diga 1,6 0,5Formazioni riparie 50,0 15,0Terreni agricoli 218,4 65,3Tessuto urbano 12,4 3,7Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 8


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiL’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presenta una notevole abbondanza <strong>di</strong> terreni destinatiall’agricoltura, prevalentemente intensiva, pur costituendo le aree naturalisticamenteimportanti, formazioni riparie e ambito fluviale, una buona percentuale <strong>di</strong> copertura(circa il 27 %). Si evidenzia che l’ambito fluviale risulta schermato, confinato e protettoda una fascia arborata pressochè continua che abbatte gli eventuali <strong>di</strong>sturbi dovutiall’attività agricola.Le attività antropiche maggiormente fonti <strong>di</strong> perturbazione, quali l’industria el’urbanizzazione, rappresentano una piccola frazione <strong>della</strong> copertura totale.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 9


6. ANALISI BOTANICARelazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiNell’area oggetto dello stu<strong>di</strong>o sono stati eseguiti, in data 24.11.2011 dei rilievifitosociologici secondo la metodologia proposta da Braun-Blanquet ed universalmenteadottata come standard per l’analisi e la descrizione <strong>della</strong> componente floristica evegetazionale delle fitocenosi. Purtroppo la stagione non è –evidentemente- la miglioreper operare un’analisi descrittiva delle vegetazioni in climi come quelli checaratterizzano le nostre latitu<strong>di</strong>ni, dove cioè la stagionalità è marcata e determina unsuccedersi <strong>di</strong> presenze ed assenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse specie sullo stesso luogo: esistono adesempio specie che completano il proprio ciclo vegetativo nei primi mesi <strong>della</strong>primavera (tipicamente il caso delle geofite) e <strong>di</strong> cui già a fine estate non è più presentealcun segno; oppure specie che, per contro, presentano cicli estivo autunnali e chequin<strong>di</strong> non sono rinvenibili in primavera. Questo spiega perché per una conoscenzatotale <strong>della</strong> componente floristica <strong>di</strong> una fitocenosi è necessario operare più rilievi neltempo e, quin<strong>di</strong>, prevedere un monitoraggio per gli anni a venire prevedendo <strong>di</strong> iniziarela fase <strong>di</strong> campagna già all’inizio del mese <strong>di</strong> aprile.Inoltre, in alcuni tratti erano presenti al momento dei rilievi, spessi accumuli <strong>di</strong>sabbia in seguito ai fenomeni <strong>di</strong> piena avvenuti nelle settimane precedenti, che avevanoazzerato la vegetazione erbacea presente.Lo stu<strong>di</strong>o fitosociologico secondo il metodo proposto da Braun-Blanquet si basasull’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> tratti <strong>di</strong> vegetazione caratterizzati da omogeneità floristica estrutturale. All’interno <strong>di</strong> tali tratti, denominati popolamenti elementari, vengono condottii rilievi floristici. L’esecuzione dei rilievi è l’operazione <strong>di</strong> base <strong>della</strong> ricercafitosociologica, riguardando la raccolta dei dati necessari per l’in<strong>di</strong>viduazione delleassociazioni. Un rilievo fitosociologico è quin<strong>di</strong> la descrizione standar<strong>di</strong>zzata <strong>di</strong> unpopolamento elementare secondo il metodo <strong>di</strong> Braun-Blanquet.L’estensione del rilievo dev’essere tale da permettere <strong>di</strong> descrivere al meglio ilpopolamento elementare analizzando la minore superficie possibile. Essa si determinacon il metodo dell’area minima: scelta una piccola area, si procede al conteggio delnumero <strong>di</strong> specie in essa presenti; poi si raddoppia l’area e si contano le nuove specie(oppure il numero totale delle specie). Quando all’aumentare dell’area il numero dellespecie rimane costante, si è determinata l’area minima. In realtà ci si trova <strong>di</strong> fronte aduna curva che tende ad un asintoto, dato che il numero <strong>di</strong> specie all’aumentare dell’areatende sicuramente a crescere; <strong>di</strong> conseguenza ci si regola secondo l’esperienza: valorigeneralmente accettati, a seconda del tipo <strong>di</strong> fitocenosi, sono i seguenti:Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 10


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisifitocenosi muscinali1- 4 mqprati (più o meno artificiali) 50 - 100 mqpascoli (più o meno naturali) 50 - 100 mqMacchie25 - 100 mqForeste (temperate)100 - 500 mqLa superficie può essere <strong>di</strong> qualsiasi forma, l’importante è che la vegetazione al suointerno sia uniforme (PIGNATTI, 1976; DI TOMMASO, 1992).L’in<strong>di</strong>viduazione del popolamento elementare è probabilmente la parte più delicatadel rilievo. Si esegue scegliendo un’area uniforme dal punto <strong>di</strong> vista delle con<strong>di</strong>zionistazionali, al fine <strong>di</strong> evitare che all’interno <strong>di</strong> essa si vengano a trovare con<strong>di</strong>zionimicroclimatiche <strong>di</strong>verse, il cui risultato sarebbe una non omogeneità floristica. Si cercapoi l’omogeneità fisionomica, senza la quale <strong>di</strong>fficilmente si realizza quella floristica cheè la caratteristica peculiare ed imprescin<strong>di</strong>bile del popolamento elementare. L’eventualesconfinamento in un altro popolamento viene evidenziato da un rapido aumentare delnumero <strong>di</strong> nuove specie (ciò accade tipicamente se ci si sposta verso il bordo <strong>di</strong> unatagliata o <strong>di</strong> una radura).Se la fitocenosi in esame è pluristratificata, la vegetazione viene sud<strong>di</strong>visa in strati esi procede al rilievo separato per ognuno <strong>di</strong> essi. Gli strati fisionomicamente stabilitisono: arboreo; arbustivo; erbaceo; muscinale.I dati che compongono un rilievo fitosociologico possono essere così sud<strong>di</strong>visi(UBALDI, 1997):- intestazione del rilievo, che comprende il numero d’or<strong>di</strong>ne del rilievo, la data ed illuogo in cui questo è stato fatto;- i dati <strong>di</strong> stazione, che comprendono l’altitu<strong>di</strong>ne sul livello del mare, l’inclinazioneespressa in gra<strong>di</strong> sessagesimali e l’esposizione. Oltre a questi dati, si possonodescrivere il substrato geologico e pedologico; la posizione del rilievo in rapportoall’orografia, che è importante in funzione dell’apporto idrico e <strong>della</strong> potenza del terreno;l'uso del bosco ed il tipo <strong>di</strong> governo;- la fisionomia <strong>della</strong> stazione, che viene annotata con definizioni riguardanti lastruttura, la specie dominante e spesso anche l’ambiente fisico. Viene valutata lacopertura percentuale <strong>di</strong> ognuno degli strati fisionomici presenti;- l’elenco floristico per ognuno degli strati. Se una specie è presente in più strati,viene valutata separatamente per ognuno <strong>di</strong> essi.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 11


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiSuccessivamente si procede percorrendo tutta l’area del rilievo ed operando unastima <strong>della</strong> copertura <strong>di</strong> ciascuna delle specie presenti. Per far ciò solitamente si ricorrealla scala <strong>di</strong> abbondanza-dominanza <strong>di</strong> Braun-Blanquet. Si tratta <strong>di</strong> una scalasemiquantitativa, che permette cioè <strong>di</strong> fare una valutazione approssimativa a partire daun’analisi quantitativa ed imme<strong>di</strong>ata.In letteratura esistono molte varianti <strong>di</strong> questa scala; la più utilizzata in Italia è quellaproposta dal Pignatti ( in CAPPELLETTI C, 1976) :5 = specie con copertura pari all’ 80 - 100 %;4 = copertura 60 - 80 %;3 = copertura 40 - 60 %;2 = copertura 20 - 40 %;1 = copertura 1 - 20 %;+ = copertura trascurabile (inferiore all’1%);r = specie molto rare, rappresentate solo da pochi in<strong>di</strong>vidui isolatissimi, concopertura trascurabile.In via alternativa, per evitare una eccessiva semplificazione che porta ad unanotevole per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> dati già durante la fase <strong>di</strong> rilievo, la copertura <strong>di</strong> ogni specie vieneassegnata in termini <strong>di</strong> percentuale per ogni specie. Ed è proprio questa’ultima la viache è stata seguita per i rilievi eseguiti nell’area del Pontoncello.Per la nomenclatura delle specie si è seguita la Flora d’Italia (Pignatti, 1982).6.1. RISULTATISono stati eseguiti 12 rilievi floristici, che vengono riportati nella seguente tabella.Numero del rilievo 1 1 bis 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11Copertura % strato arboreo - - 80 90 75 5 70 60Copertura % strato arbustivo - - 30 60 30 20 20 15Copertura % strato erbaceo 100 80 50 50 100 100 50 90 80 70 45 50Poa annua L. (Poa aggr.) 6,54 9,43 13,11 4,03 10,31 5,21 22,47 9,90 7,14 9,03Silene alba (Miller) Krause 0,93 2,36 2,53 1,97 1,61 2,06 1,30 7,92 1,90 1,94Rubus ulmifolius Schott 4,67 14,15 3,03 1,31 2,42 12,89 49,50 14,29 6,45Stellaria me<strong>di</strong>a (L.) Vill. 3,74 4,72 5,05 3,28 3,23 4,12 1,30 16,85 5,71Urtica <strong>di</strong>oica L. 3,74 9,43 5,05 10,82 3,26 14,85 7,14 12,26Conyza canadensis (L.) Cronq. 2,36 3,93 6,45 2,58 1,95 2,86 1,94Festuca arun<strong>di</strong>nacea Schreber 7,48 2,36 3,28 0,81 2,06 4,49 2,38Hedera helix L. 0,47 6,06 2,58 6,51 3,81 1,94Salix alba L. 28,30 32,83 28,35 3,26 26,19 45,16Sambucus nigra L. 7,08 12,12 5,15 6,51 7,14 1,29Setaria viri<strong>di</strong>s (L.) Beauv. 16,82 9,84 12,10 2,61 8,99 2,97Mercurialis perennis L. 2,36 4,04 2,58 1,90 0,65Populus nigra L. 9,43 12,89 8,99 11,90 6,45Achillea millefolium L. (gr. millefolium) 4,67 3,28 0,81 0,65Dactylis glomerata L. 14,02 3,93 3,23 4,56Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 12


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiGalium mollugo L. (gr. mollugo) 0,93 2,36 0,65 1,43Phytolacca americana L. 2,36 2,06 2,38 3,23Plantago lanceolata L. 4,67 1,31 2,61 11,24Rumex crispus L. 3,74 1,31 1,61 1,30Taraxacum officinale Weber 2,80 1,97 3,23 0,65Veronica chamaedrys L. 0,66 0,81 1,95 2,25Vitis vinifera L. 0,47 0,51 1,03 0,95Carex sp. 0,94 0,52 0,95Clematis vitalba L. 9,09 9,90 1,94Geranium <strong>di</strong>ssectum L. 3,28 4,03 5,62Me<strong>di</strong>cago sativa L. 0,93 3,28 0,81Peucedanum venetum (Sprengel) Koch 0,47 1,97 1,61Potentilla reptans L. 3,74 2,62 4,03Amaranthus retroflexus L. 1,31 0,81Arctium lappa L. 0,66 0,81Artemisia annua L. 22,95 11,24Artemisia verlotorum Lamotte 2,02 1,29Brachypo<strong>di</strong>um sylvaticum (Hudson) Beauv. 1,42 0,95Bryonia <strong>di</strong>oica Jacq. 2,53 1,29Epilobium obscurum Schreber 0,33 0,81Euphorbia cyparissias L. 3,28 7,87Fragaria viri<strong>di</strong>s Duchesne 2,61 1,29Glechoma hederacea L. 1,87 1,52Mentha longifolia (L.) Hudson 3,28 4,03Robinia pseudoacacia L. 13,64 6,51Salvia pratensis L. 3,74 2,62Trifolium repens L. 9,77 3,23Vicia cracca L. (gr. cracca) 4,59 2,42Buddleja davi<strong>di</strong>i Franchet 0,95Calamagrostis pseudophragmites (Haller F.)Koeler 40,32Centaurea nigrescens Willd. 0,47Ceratophyllum demersum L. 100,00Erigeron annuus (L.) Pers. 0,65Glyceria maxima (Hartman) Holmberg 35,83Oxalis pes-caprae L. 0,33Phragmites australis (Cav.) Trin. 4,95Polygonum hydropiper L. 0,65Ranunculus bulbosus L. 7,48Trifolium pratense L. 4,67Verbascum nigrum L. 0,66Viola odorata L. 1,87• Rilievo 1Il primo rilievo è stato eseguito sugli argini del canale che da Via Pontoncello ( Comune<strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto) entra nel Parco del Pontoncello e si <strong>di</strong>rige verso l’A<strong>di</strong>ge.(Foto 1)La vegetazione, in questo tratto è esclusivamente erbacea e non si <strong>di</strong>scosta da quellatipica <strong>di</strong> queste situazioni. Le specie più abbondanti sono Dactylis glomerata, Poaannua e Ranunculus bulbosus.• Rilievo 1 bisCon questo rilievo si è inteso analizzare la flora acquatica presente nel canalecompreso tra gli argini oggetto del rilievo 1. (Foto 2) Per campionare la flora acquaticaci si avvale <strong>di</strong> un rampino, o ancoretta, che viene lanciato più volte in acqua al fine <strong>di</strong>Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 13


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi“agganciare” piante o parti <strong>di</strong> esse e renderne più agevole la determinazione. Lacopertura <strong>della</strong> vegetazione, quando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> torbi<strong>di</strong>tà dell’acqua lo permette,viene valutata normalmente, me<strong>di</strong>ante stima visiva. In questo canale, l’unica specieacquatica presente è il Ceratophyllum demersum L. (Foto 3), che, citando Pignatti, “èspecie delle acque lente o anche stagnanti, ricche <strong>di</strong> sostanze nutritive e talora ancheeutrofizzate, e cresce frequentemente assieme a Ninfee e Potamogeton, soprattutto inambienti caratterizzati da un certo riscaldamento estivo”.C. demersum si propaga facilmente per via vegetativa e tende spesso a formarevegetazioni paucispecifiche o popolamenti puri.• Rilievo 2Questo rilievo è stato eseguito in un’area boscata (Foto 4). Le specie arboree presentisono il salice bianco (Salix alba) ed il Pioppo nero (Populus nigra). La copertura dellostrato arboreo è abbastanza <strong>di</strong>scontinua e ciò permette la presenza <strong>di</strong> un sottostantestrato arbustivo e soprattutto <strong>di</strong> uno erbaceo. Le specie più abbondanti nello stratoarbustivo sono lo stesso Salix alba ed il Sambuco (Sambucus nigra). Per quantoriguarda lo strato erbaceo, le specie maggiormente presenti sono l’ortica (Urtica <strong>di</strong>oica)la Stellaria ( Stellaria me<strong>di</strong>a) e la Poa annua.• Rilievo 3L’area descritta da questo rilievo corrisponde alle zone boscate a ridosso dell’argine(Foto 5) che le <strong>di</strong>vide dai seminativi, sulla destra orografica dell’A<strong>di</strong>ge. Lo strato arboreoè composto da Salix alba e Robinia pseudacacia. Nello strato arbustivo, le specie piùabbondanti sono Sambucus nigra, Clematis vitalba ed Hedera helix. Nello stratoerbaceo, infine, le specie maggiormente presenti sono Urtica <strong>di</strong>oica, Stellaria me<strong>di</strong>a eMercurialis annua.• Rilievo 4Questo rilievo è stato eseguito su una radura posta a valle delle opere idrauliche cheinteressano il corso dell’A<strong>di</strong>ge. La zona (Foto 6) è occupata da vegetazioneesclusivamente erbacea, e la specie dominante è Artemisia annua, una terofita scaposaalta fino a 1,5 m, con forte odore aromatico, che tipicamente cresce in ambienti ruderali,incolti ghiaiosi e sabbiosi. Abbondanti sono anche Poa annua e Setaria viri<strong>di</strong>s.• Rilievo 5Imme<strong>di</strong>atamente a valle dell’area precedente, la radura cambia rapidamente aspetto(Foto 7) e l’Artemisia annua viene sostituita dalla Cannuccia spon<strong>di</strong>cola (Calamagrostispseudophragmites), specie tipica <strong>di</strong> sponde, alvei e sabbie alluvionali <strong>di</strong> tutto il NordItalia.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 14


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi• Rilievo 6Il sesto rilievo (Foto 8) interessa un’area boscata posta a valle dell’area interessata dalrilievo 2. La vegetazione delle due aree è analoga, in tutti e tre gli strati: arboreo,arbustivo ed erbaceo.• Rilievo 7La radura interessata da questo rilievo (Foto 9) si trova sulla destra orograficadell’A<strong>di</strong>ge. L’area è percorsa da un corso d’acqua che a tratti, prima <strong>di</strong> gettarsinell’A<strong>di</strong>ge, assume un andamento quasi meandriforme. Nel corso d’acqua non èpresente vegetazione acquatica. La specie più abbondante (Foto 10) è Glyceriamaxima, una graminacea legata agli ambienti umi<strong>di</strong> delle aree <strong>di</strong> pianura e collina. Lespecie legnose presenti sono Robinia pseudoacacia, Sambucus nigra e Salix alba.• Rilievo 8Nella Foto 11 si vede la radura interessata da questo rilievo. Si tratta <strong>di</strong> un’area cheappare molto manomessa, e che andrebbe quin<strong>di</strong> preclusa ad alcuni utilizzi, come lasosta delle greggi ovine, che recentemente – rispetto alla data del rilievo - hainteressato la radura. Sono presenti alcune ceppaie <strong>di</strong> pioppo, delle quali si potrebberilasciare qualche pollone.La vegetazione erbacea presenta molte fallanze. La specie più frequente è la Poaannua, pianta tipica <strong>di</strong> incolti e zone ruderali o <strong>di</strong>sturbate• Rilievo 9Con questo rilievo si passa sulla sinistra orografica dell’A<strong>di</strong>ge. L’area indagata (Foto 12)corrisponde ad una radura interclusa in un’area boscata. La specie più abbondante è ilrovo (Rubus ulmifolius). Questa specie è molto abbondante su questo lato del fiume,dove il bosco presenta numerosi spazi aperti, che però <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong>fficilmentepercorribili al <strong>di</strong> fuori dei sentieri.• Rilievo 10Il decimo rilievo (Foto 13) interessa un tratto <strong>di</strong> bosco che si rivela analogo a quelloanalizzato con i rilievi numero 2 numero 6. Lo strato arboreo comprende quin<strong>di</strong> Salixalba e Populus nigra.• Rilievo 11Anche quest’ultimo rilievo interessa un’area boscata (Foto 14), dominata dal Salix alba.L’area si trova all’interno dell’ansa che fa il percorso del l’A<strong>di</strong>ge .Le aree boscate sono tutte simili tra loro e rappresentano il tipico bosco ripariale aSalice bianco, soggetto alla <strong>di</strong>namica fluviale e che pertanto assume carattere pionieroed instabile.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 15


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiFOTO 1: gli argini interni su cui è stato eseguito il primo rilievo floristico.FOTO 2FOTO 3FOTO 4Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 16


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiFOTO 5FOTO 6FOTO 7FOTO 8Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 17


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiFOTO 9FOTO 10FOTO 11FOTO 12Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 18


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiFOTO 136.2. BIBLIOGRAFIAFOTO 14Braun-Blanquet J. 1964. Pflanzensoziologie. Grunduge der Vegetation-skunde,Wien-Ney York, Springer Verlag.Di Tommaso P. L., 1992. Geobotanica. CUSL, Firenze.Pignatti S., 1976. Geobotanica. In: CAPPELLETTI C., Trattato <strong>di</strong> Botanica, vol. 2.pp. 801-997. U.T.E.T., Milano.Pignatti S., 1982. Flora d’Italia. 3 voll. Edagricole, Bologna.Ubal<strong>di</strong> D., 1997. Geobotanica e Fitosociologia.. CLUEB, BolognaPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 19


7. ANALISI FAUNISTICARelazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiGli ecosistemi boschivi presenti nella golena del Fiume A<strong>di</strong>ge in località Pontoncellocostituiscono importanti aree <strong>di</strong> rifugio e riproduzione <strong>di</strong> molte specie <strong>di</strong> animalivertebrati. La presenza <strong>di</strong> una specie all’interno <strong>di</strong> un determinato ambiente <strong>di</strong>pendeessenzialmente da 3 fattori: a) <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> fonti alimentari; b) struttura e naturalità<strong>della</strong> vegetazione; c) <strong>di</strong>mensioni dell’area. In tempi storici non molto lontani, quando ilnostro territorio era coperto da estesi boschi (Querco - carpinetum) e palu<strong>di</strong>, vi erano lecon<strong>di</strong>zioni per l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versificata e abbondante fauna vertebrata ,rappresentata anche da mammiferi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni come lontre, cervi, caprioli ecinghiali. Le rettifiche dell’ asta fluviale, le bonifiche e i <strong>di</strong>sboscamenti purtroppo hannoridotto e degradato le aree naturali, portando alla scomparsa dei grossi mammiferidapprima citati. Tuttavia la zona interessata dal parco conserva lembi residui degliantichi boschi planiziali ed è ancora in grado <strong>di</strong> ospitare popolazioni stabili <strong>di</strong> variespecie animali. Per quanto riguarda il livello <strong>di</strong> conoscenza dei vari gruppi zoologici, tra ivertebrati è gà <strong>di</strong> livello buono quello <strong>di</strong> Uccelli , Rettili e Anfibi, grazie a osservazionipersonali regresse e ricerche avviate già da parecchi anni da vari gruppi <strong>di</strong> ricerca; èsolo <strong>di</strong> livello sufficiente la conoscenza dei Mammiferi per i quali non sono ancora statiutilizzati praticati meto<strong>di</strong> specifici; infine è ancora <strong>di</strong> livello insufficiente la conoscenzadegli insetti e degli altri animali invertebrati, i quali necessitano <strong>di</strong> tempi adeguati eapprofon<strong>di</strong>te ricerche da parte <strong>di</strong> specialisti.7.1. MAMMIFERILe ricerche sui mammiferi sono state condotte attraverso metodologie <strong>di</strong>rette, qualiosservazioni con il binocolo nelle ore crepuscolari e <strong>di</strong>urne o ritrovamento <strong>di</strong> spoglieanimali, e metodologie in<strong>di</strong>rette come il reperimento <strong>di</strong> tracce, tane, resti ossei trovatisul terreno o nelle borre <strong>di</strong> rapaci notturni. La teriofauna <strong>della</strong> Parco <strong>di</strong> Pontoncello ècaratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> specie tipiche dei boschi planiziali perifluviali, cioè <strong>di</strong>animali che vivono nei boschi ma esigono, per motivi trofici e riproduttivi, la presenza <strong>di</strong>corsi d’acqua <strong>di</strong> una certa estensione.Le trasformazioni ambientali e la pressione <strong>di</strong> azioni antropiche esterne (caccia,inquinamento, costruzione <strong>di</strong> infrastrutture ecc.). hanno provocato da un lato la totaleestinzione a livello locale <strong>di</strong> alcune specie un tempo presenti come il Moscar<strong>di</strong>no(Muscar<strong>di</strong>nus avellanarius), il Quercino (Eliomys quercinus) il Ghiro (Myoxus glis) e loScoiattolo (Sciurus vulgaris); dall’altro l’aumento <strong>di</strong> quelle più antropofile come i generiRattus e Mus e <strong>di</strong> specie introdotte a fini commerciali come la Nutria (MyocastorPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 20


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisicoypus). La scarsità <strong>di</strong> vegetazione <strong>di</strong> tipo palustre (Carex, Phragmites, Typha) , untempo sicuramente più estesa nelle golene, limita la presenza nell’area <strong>di</strong> speciepalu<strong>di</strong>cole, qui scarsamente rappresentate. L’elenco delle specie è ancora incompletoper quanto concerne i Chirotteri. Quest’ or<strong>di</strong>ne è il meno conosciuto a causa <strong>della</strong><strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere le varie specie <strong>di</strong> pipistrelli semplicemente con osservazioni innatura. Essi infatti si muovono velocemente in ore crepuscolari o notturne e risultamolto raro il rinvenimento <strong>di</strong> animali morti da poter determinare. Un’indagine efficace suquesto gruppo <strong>di</strong> mammiferi richiederebbe l’utilizzo <strong>di</strong> metodologie appropriate comel’apposizione <strong>di</strong> cassette - nido o rillievi me<strong>di</strong>ante bat –detector. Molto importante alivello gestionale è il rilevamento deimicromammiferi che grazie alle peculiaricaratteristiche del loro ciclo biologico e l'elevata sensibilità a fattori climatici edambientali, rappresentano ne fanno ottimi bioin<strong>di</strong>catori.Di seguito riportiamo l’elenco sistematico delle specie sino ad ora censite.7.1.1. ORDINE : INSETTIVORIRiccio europeo occidentale - Erinaceus europaeusSi osserva nei pressi <strong>di</strong> siepi, argini cespugliati, margini <strong>di</strong> boscaglie. E’ importanteconservare le aree cespugliate e le siepi, in cui i ricci si rifugiano per trascorrere illetargo invernale.Toporagno <strong>comune</strong> - Sorex araneusE’ abbastanza <strong>comune</strong> nell’area, frequenta argini e aree cespugliate e boscate.Talpa europea - Talpa europaeaSpecie molto <strong>comune</strong> e <strong>di</strong>ffusa nelle radure boschive e nelle praterie7.1.2. ORDINE: LAGOMORFILepre <strong>comune</strong> (Lepus europaeus)presente con alcuni esemplari nelle aree coltivate e più asciutte ai margini <strong>della</strong> zonaperifluviale, nelle radure ad artemisia e occasionalmente anche nelle praterie lungo gliargini.Arvicola terrestre (Arvicola terrestris)tipica specie planiziaria legata ai corsi d'acqua stagnante o debolmente corrente, amaambienti con acqua poco inquinata e ricca <strong>di</strong> vegetazione riparia. Le piante acquatichecome la Tifa, la Canna palustre, la Carice, rappresentano la sua risorsa trofica piùimportante. Abbastanza rara, frequenta le lanche e i canali interni con presenza <strong>di</strong>vegetazione palustre.Topo selvatico (Apodemus sylvaticus)è il ro<strong>di</strong>tore più <strong>comune</strong> nella riserva. Si osserva nelle aree cespugliate e nellaboscaglia igrofila, dove si nutre <strong>di</strong> semi, insetti, lumache e frutta. Le sue spoglie sonostate riconosciute nelle borre <strong>di</strong> Gufo <strong>comune</strong> e <strong>di</strong> Barbagianni. (B)Topolino delle risaie (Micromys minutus)non molto <strong>comune</strong>, vive nei canneti e nelle radure con presenza <strong>di</strong> cespugli e arbusti incui costruisce il nido. La sua presenza è stata rilevata grazie al ritrovamento deicaratteristici ni<strong>di</strong> sferici, costruiti con erbe secche e intrecciati alle canne palustri.Surmolotto (Rattus norvegicus)specie abbastanza <strong>comune</strong>ed infestante, pre<strong>di</strong>lige ambienti golenali e zone dove siaccumulano rifiuti.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 21


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiTopolino delle case (Mus musculusI)specie antropofila, è stata osservata nei pressi del nucleo abitato <strong>di</strong> Pontoncello.Nutria (Myocastor coypus)è una specie importata dal Sud America ed è ormai <strong>di</strong>ffusa in tutti i corsi d’acqua ricchi<strong>di</strong> vegetazione ripariale . La popolazione presente, <strong>di</strong>fficilmente stimabile, è in forteaumento e rappresenta un problema gestionale. La presenza <strong>di</strong> questa specie, che nonha predatori naturali, altera gli equilibri ecologici e idrogeologici dell’ecosistema fluviale;gli animali infatti danneggiano gli argini scavandovi tane e gallerie e <strong>di</strong>sturbano lani<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> uccelli.7.1.3. ORDINE: CARNIVORIVolpe (Vulpes vulpes)Specie <strong>di</strong>venuta abbastanza <strong>comune</strong>, , viene osservata spora<strong>di</strong>camente egeneralmente in autunno-inverno nella radure e nei pressi <strong>della</strong> ex <strong>di</strong>scarica in cui sonostate trovate le inconfon<strong>di</strong>bili ”fatte”.Donnola – (Mustela nivalis) Allegato V “HABITAT”Tra i Musteli<strong>di</strong> è la specie più <strong>comune</strong> in tutta l’area considerata; pre<strong>di</strong>lige le zoneincolte, la boscaglia igrofila e gli argini cespugliati.7.2. UCCELLITra le cinque classi <strong>di</strong> vertebrati del Parco <strong>di</strong> Pontoncello quella degli uccelli ècertamente la più rappresentata e la più stu<strong>di</strong>ata. Le ricerche ornitologiche, iniziate giàmnegli anni ‘80 del secolo scorso con le prime osservazioni effettuate per il ProgettoAtlante degli uccelli ni<strong>di</strong>ficanti in provincia <strong>di</strong> Verona, sono proseguite con il nuovoProgetto Atlante degli uccelli ni<strong>di</strong>ficanti (EBN Italia, in stampa) e con i censimenti degliuccelli acquatici svernanti. Da qualche anno sono stati avviati stu<strong>di</strong> basatisull’inanellamento a scopo scientifico degli uccelli (Morbioli, 2010, Bombieri, com.pers.), con l’obiettivo <strong>di</strong> ottenere importanti informazioni sulla fisiologia, ecologia, esoprattutto sulla migrazione delle varie specie <strong>di</strong> passeriformi.Di seguito viene fornito un elenco delle specie sino ad ora censite nell’area,l’ambiente in cui è stata osservata la specie e la fenologia, basata sullo schemaadottato da Fasola & Brichetti (1984):SE (Sedentaria):specie presente nell’area durante l’intero corso dell’anno;M (Migratrice): specie che compie annualmente spostamenti dalle aree <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione da o verso quartieri <strong>di</strong> svernamento transitando osostando nell’area indeterminati perio<strong>di</strong> dell’anno.N (Ni<strong>di</strong>ficante): specie migratrice o sedentaria che porta regolarmente atermine il ciclo riproduttivo nell’area;Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 22


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiPN (Probabile ni<strong>di</strong>ficante): specie <strong>di</strong> cui si suppone la riproduzione inquanto è stata ascoltata in canto in periodo riproduttivo, ma non sihanno prove certe <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione(osservazione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>, presenza<strong>di</strong> pulcini etc.)E (Estivante): specie che si trattiene nell’area durante il periodo estivo o parte <strong>di</strong>esso, senza portare a termine il ciclo riproduttivo;S (Svernante): specie migratrice che si trattiene nell’area per passare l’inverno ouna parte<strong>di</strong> esso, ritornando in primavera verso gli areali <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione (localizzati generalmente più a nord);A (Accidentale): specie che capita nell’area spora<strong>di</strong>camente, in genere conin<strong>di</strong>vidui singoli o in numero molto limitato.SpecieFenologia HabitatAirone bianco maggiore M, E Sa, AmAirone cenerino M, E Sa, AmAirone rosso M AmAlbanella reale S Se,AmAllocco PN SaAllodola N SeAlzavola M AA, AmAverla piccola N Sa, CrAverla cenerina A SaAverla maggiore A RaBalestruccio N SeBalia nera M SaBallerina bianca N AmBallerina gialla S AmBarbagianni PN SeBeccaccia M RbBeccaccino S AmBeccafico M Sa, AmBeccamoschino M RcCanapiglia M AACanapino M Sa, CrCanapino maggiore M SaCannaiola M Rc, Am, SaCannaiola verdognola N RcCannareccione M AmCapinera N Sa, CrCappellaccia N SeCardellino N RaCigno reale PN AA, AmCinciallegra N SaCinciarella PN SaCivetta N Rb SeCo<strong>di</strong>bugnolo N SaCo<strong>di</strong>rosso M SaCo<strong>di</strong>rosso spazzacamino SSeColombaccio N SaCormorano S AACornacchia grigia SE Sa, Se, ArCorriere piccolo M AmCuculo N SaCutrettola N SeFagiano <strong>comune</strong> SE RbFanello S Ra, SaFiorrancino S SaFischione M AAFolaga PN AA, AmForapaglie . M Rc, SaFringuello N Sa, Ra, RbGabbiano <strong>comune</strong> S AA,Arle sigle (habitat) fanno riferimento alla carta<strong>della</strong> vegetazione presente nella sezionebotanica del presente progettoSa = salicetoSe = seminativoAA = acque aperte e rive del fiume A<strong>di</strong>geAm = arbusteto a meandri e greto fluvialeRb = radura entro boscoRc = radura a CalamagrostisCr = chari a rovoRa = radura ad ArtemisiaPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 23


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiGabbiano reale S AA,ArGallinella d’acqua N AA, AmGarzetta M,E Sa, AmGazza SE Sa, Rb,Se, ArGermano reale N AA, AmGheppio PN SeGhiandaia . N SaGruccione M AmGufo <strong>comune</strong> N SaLodolaio PN SaLucherino S Ra, SaLuì grosso M SaLuì piccolo S SaLuì verde M SaMartin pescatore N Am, AAMarzaiola . M AA, AmMerlo N Sa, Cr, RbMestolone M AAMigliarino <strong>di</strong> palude M, S Rc, RaMoretta S AAMoriglione S AANitticora M SaOcchiocotto M Cr, SaPassera d’Italia N Rc, Se, ArPassera mattugia N Rc, SePassera scopaiola S Rc, Cr, SaPendolino N SaPeppola S SaPettegola M AmPettirosso S Sa, Rc, RbPicchio muratore M SaPicchio rosso maggiore N SaPicchio verde N Sa, RbPigliamosche N Sa, RbPiro-piro boschereccio M AmPiro-piro culbianco M AmPiro-piro piccolo N AmPispola S SePoiana PN Sa, SePorciglione PN AmQuaglia N SeRegolo S SaRigogolo N SaRon<strong>di</strong>ne N SeRondone M AA, AmSaltimpalo N SeScricciolo S Sa, Rc, Rb,CrSgarza ciuffetto M,E AmSmeriglio S SaSparviere PN SaSpioncello S AmSterpazzola M AmStorno N SeStrillozzo . M SeSvasso maggiore M AATarabusino M AmTarabuso A AmTopino N AmTorcicollo N SaTordo bottaccio M SaTortora dal collare SE Se, SaTortora selvatica N SaTuffetto PN AA, AmUpupa PN Rb, SeUsignolo N SaUsignolo <strong>di</strong> fiume N Sa, Rc, CrVerdone N Sa, RaVerzellino N Ra,Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 24


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi7.3. ANFIBIPer quel che concerne gli Anfibi, la metodologia <strong>di</strong> indagine si è basataessenzialmente sulle osservazioni personali pregresse, sulle informazioni ottenute dacolleghinaturalisti che frequentano abitualmente il parco e da persone delle varieassociazioni naturalistiche locali (WWF Zevio, Freedom S. Giovanni) Le zone dove siosservano più facilmente questi animali sono rappresentate dalle acque debolmentecorrenti presenti all’interno <strong>della</strong> golena e quelle delle pozze e delle lanche.Le specie sino ad ora osservate nel parco sono:Tritone crestato (Triturus carnifex) Allegato II “HABITAT”-lista rossa del Veneto (in stampa): è <strong>di</strong>venuto piuttosto raro. La sua presenza non èancora stata verificata <strong>di</strong>rettamente ma è ipotizzata, per la presenza <strong>di</strong> un ambienteidoneo e per le informazioni avute da naturalisti locali.Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris)più <strong>comune</strong> e più piccolo rispetto al precedente; pre<strong>di</strong>lige per la riproduzione acquetranquille e poco profonde ricche <strong>di</strong> vegetazione palustre e nei pressi <strong>della</strong> boscagliaripariale. La sua presenza è stata riscontrata nel canale che entra nel fiume aA<strong>di</strong>ge neipressi <strong>della</strong> località Pontoncello.Rospo <strong>comune</strong> (Bufo Bufo) (Lista rossa del Veneto)specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Rospo smeral<strong>di</strong>no (Bufo viri<strong>di</strong>s) Allegato IV “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Raganella (Hyla interme<strong>di</strong>a) Allegato IV “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Rana verde (Rana synklepton. esculenta)specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Rana <strong>di</strong> Lataste (Rana latastei) Allegato II “HABITAT”specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampie chiari, anche profon<strong>di</strong> con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, <strong>di</strong>giorno si nasconde sotto sassi e tronchi <strong>di</strong> albero caduti. Si riproduce lungo i canali e lepozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’A<strong>di</strong>ge.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 25


7.4. RETTILIRelazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiPer quanto riguarda la composizione e la <strong>di</strong>stribuzione dei Rettili le specieosservate nella riserva sono le seguenti:Testuggine palustre - è nell'Allegato II “HABITAT” - lista rossa del Veneto in quantospecie <strong>di</strong>venuta ormai molto rara.Vive sulle rive dei corsi d’acqua con corrente lenta. La sua presenza non è ancorastata verificata <strong>di</strong>rettamente ma è ipotizzata, per la presenza <strong>di</strong> un ambiente idoneo eper le informazioni avute da naturalisti locali.Lucertola muraiola (Podarcis muralis)è molto <strong>comune</strong> ed osservabile in tutte le zone del parco ove vi siano costruzioni inmuratura, ponti e ruderiRamarro occidentale (Lacerta bilineata)vive tra il fogliame secco e i cespugli localizzati imme<strong>di</strong>atamente sotto l’argine del FiumeA<strong>di</strong>ge .Orbettino (Anguis fragilis )osservabile sugli argini cespugliati e i prati umi<strong>di</strong>. Il suo stato <strong>di</strong> conservazione in pianuradesta preoccupazione, in quanto ha una <strong>di</strong>stribuzione molto frammentata, ed è statoinserito come specie vulnerabile nella lista rossa dei rettili del Veneto (P). (Bonato et.alii.,2007) .Natrice dal collare (Natrix natrix)vive all’interno dei canali e delle lanche con fondo limoso argilloso,vegetazione palustre.ricche <strong>di</strong>Biacco (Hierophis viri<strong>di</strong>flavus carbonarius)specie <strong>comune</strong>, rispetto alla Natrice frequenta aree più secche e assolate, ad esempionei pressi dei ruderi e <strong>della</strong> ex <strong>di</strong>scarica localizzati imme<strong>di</strong>atamente a sud <strong>della</strong> <strong>di</strong>gasull’A<strong>di</strong>ge <strong>di</strong> San Giovanni.Testuggine palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta)specie non autoctona, introdotta dall’uomo a scopo commerciale e spesso liberata neicanali,è nociva all’equilibrio ecologico del parco; si nutre infatti <strong>di</strong> larve <strong>di</strong> anfibi e pescitra cui specie in forte regresso nel parco, come la Rana <strong>di</strong> Lataste; inoltre è una fortecompetitrice per il cibo e le aree <strong>di</strong> termoregolazione <strong>della</strong> Testuggine palustreautoctona.7.5. PESCI E ANIMALI INVERTEBRATILe indagini sul campo su questi gruppi zoologici per ora non sono state possibili,in quanto esigono tempi <strong>di</strong> ricerca molto lunghi; inoltre l’attuale stagione autunnoinvernalecertamente non hafavorito la raccolta dei dati e l’applicazione dellemetodologia adeguate e specifiche. Nell’eventualità <strong>di</strong> un’esigenza <strong>di</strong> informazionianche su questi gruppi zoologici, si farà ricorso a dati pregressi rilevabili tramiteindagine bibliografica.7.6. BIBLIOGRAFIABONATO L., FRACASSO G., POLLO R., RICHARD J., SEMENZATO M. (eds), 2007 –Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto. Associazione Faunisti Veneti, Nuova<strong>di</strong>mensioneEd.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 26


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiBRICHETTI P. & GARIBOLDI A., 1997. Manuale pratico <strong>di</strong> Ornitologia. Edagricole,Bologna, 362 pp.GARIBOLDI A., BRICHETTI P., 1997 - Un “valore“ per le specie <strong>di</strong> uccelli ni<strong>di</strong>ficanti.Manuale pratico <strong>di</strong> ornitologia, Vol I pp. 300 - 309. Edagricole, Bologna.L.I.P.U. e W.W.F., 1999 – Lista rossa degli uccelli ni<strong>di</strong>ficanti in Italia (1988-1997) in:Brichetti P e Garibol<strong>di</strong> A., Manuale pratico <strong>di</strong> ornitologia, vol II pp. 67 – 121. Ed agricole,Bologna.MORBIOLI M., 2009 – L’ isola del Pestrino e il canneto del Boschetto: due ambienti dapreservare - in: LATELLA L. (a cura <strong>di</strong>) – Animali in città – Altri abitanti <strong>di</strong> Verona.SCRIPTA e<strong>di</strong>zioni; AMIA, Comune <strong>di</strong> Verona.MORBIOLI M., 2010 – Attività <strong>di</strong> inanellamento a scopo scientifico a Pontoncello – www.curiosanatura.it (forum).SIGHELE M., MORBIOLI M., 2009 – Gli uccelli – in: LATELLA L. (a cura <strong>di</strong>) – Animali incittà – Altri abitanti <strong>di</strong> Verona. SCRIPTA e<strong>di</strong>zioni; AMIA, Comune <strong>di</strong> Verona.SIGHELE M., 2009 – Gli uccelli acquatici lungo l’A<strong>di</strong>ge – in: LATELLA L. (a cura <strong>di</strong>) –Animali in città – Altri abitanti <strong>di</strong> Verona. SCRIPTA e<strong>di</strong>zioni; AMIA, Comune <strong>di</strong> Verona.TUCKER G.M. e HEATH M.F., 1994. Birds in Europe: their conservation status.Cambridge, UK: BirdLife International (BirdLife Conservation Series n. 3).TUCKER G.M. e EVANS M.I., 1997. Habitat for birds in Europe: a conservation strategy forthe wider environment. Cambridge, UK: BirdLife International (BirdLife Conservation Seriesn. 6).Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 27


8. ANALISI IDRAULICARelazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi8.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALEIl fiume A<strong>di</strong>ge, secondo per estensione in Italia, nasce in prossimità <strong>di</strong> Passo Resianella Provincia Autonoma <strong>di</strong> Bolzano a quota 1.586 m s.l.m. Il tratto montano si sviluppadalla Val Venosta, alla Provincia <strong>di</strong> Verona, attraversando la Val d’A<strong>di</strong>ge da Merano aTrento e la Val Lagarina da Trento a Verona. Dopo la confluenza con il torrente Alponea Sud-Est <strong>di</strong> Verona, che chiude il bacino tributario con una superficie drenata <strong>di</strong> 11.950km2, assume i caratteri <strong>di</strong> un fiume <strong>di</strong> pianura con pendenze costantemente inferiori al0,1% e con livelli idrometrici or<strong>di</strong>nari pensili fino allo sbocco in Mare Adriatico nei pressi<strong>di</strong> Chioggia.Il contorno orografico è delimitato da gruppi montuosi elevati: Ortles (3.888 m),Monte Cevedale (3.734 m), Palla Bianca (3.713 m) e Pan <strong>di</strong> Zucchero (3.505 m) aNord-Ovest, Gran Pilastro (3.510 m) e Collalto (3.436 m) a Nord-Est.Gli affluenti principali sono il fiume Isarco, il torrente Noce e il torrente Avisio neltratto montano e il torrente Chiampo nel tratto in pianura.Gli apporti meteorici ammontano me<strong>di</strong>amente a 900 mm/anno e si concentranoprincipalmente sui bacini dei torrenti Avisio e Noce. Data la configurazione del bacinoidrografico, le massime portate <strong>di</strong> picco raggiunte dal fiume sono localizzate nella zona<strong>di</strong> Trento mentre nel tratto successivo, dove il bacino assume una forma più stretta, gliapporti laterali <strong>di</strong>minuiscono la loro entità e prevale l’effetto <strong>di</strong> laminazione naturale cheprovoca l’abbassamento progressivo dell’idrogramma <strong>di</strong> piena nel suo valore <strong>di</strong> picco.In passato il fiume è stato interessato da piene catastrofiche che hanno interessatosia la parte montana sia quella <strong>di</strong> pianura. In particolare si ricorda la piena del 1.882 cheinondò 126.000 hm2 <strong>di</strong> territorio a valle <strong>di</strong> Verona, con una portata <strong>di</strong> picco superiore a2.000 m3/s nella zona <strong>di</strong> Legnago. Attualmente, grazie alla realizzazione <strong>di</strong> invasi inAlto A<strong>di</strong>ge e allo scolmatore A<strong>di</strong>ge-Garda <strong>di</strong> Mori, i picchi <strong>di</strong> piena si sono ridotti.8.1.1. MORFOLOGIA DELLA ZONA INTERESSATA DAGLI INTERVENTILa zona oggetto degli interventi si trova nei comuni <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto, SanMartino Buon Albergo e Zevio, ed interessa un tratto del fiume A<strong>di</strong>ge che si estende daqualche centinaio <strong>di</strong> metri a monte <strong>della</strong> Diga <strong>di</strong> Santa Caterina - Pontoncello fino acirca 2.100 metri a valle dello sbarramento. Rispetto alle progressive chilometrichedefinite nella Cartografia Tecnica dell’Autorità <strong>di</strong> Bacino del Fiume A<strong>di</strong>ge, l’intervento siestende dal km 270 + 451 metri (sezione 1023) al km 273 + 067 metri (sezione 1032).Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 28


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiDiga <strong>di</strong> Santa Caterina - Pontoncello.La morfologia fluviale <strong>della</strong> zona, compresa tra le arginature maestre pensili, ècaratterizzata da terrazzamenti alluvionali che si alternano in sinistra ed in destraidrografica e risultano compresi tra l’alveo <strong>di</strong> magra e le arginature maestre.Attualmente le aree golenali, che sono prevalentemente <strong>di</strong> proprietà privata, vengonoa<strong>di</strong>bite a coltivazioni agricole con colture seminative ed impianti con alberi da frutto. Inalcuni tratti, caratterizzati da forte instabilità morfologica, le sponde delle golene sonostate protette da scogliere in pietrame alla rinfusa. Queste opere sono state realizzateprevalentemente dai coltivatori per <strong>di</strong>fendere i loro fon<strong>di</strong> agricoli. A causa dell’elevataquota delle golene rispetto al fondo alveo, il fiume le invade solo durante le pieneeccezionali. Questo è dovuto in parte all’abbassamento del fondo dell’alveo <strong>di</strong> circa 2-3m avvenuto negli ultimi decenni e in parte al riporto <strong>di</strong> materiali sulle aree golenaliavvenuto in passato per strappare terreno coltivabile al fiume. Questa situazione ha <strong>di</strong>fatto sottratto al fiume importanti aree <strong>di</strong> espansione, che in un tempo passato eranofrequentemente invase dalle acque e che oggi verrebbero sommerse solo per piene contempi <strong>di</strong> ritorno superiori ai 30-100 anni, con conseguente aumento delle portate neitratti più a valle. I terrapieni golenali sono costituiti superficialmente da uno strato <strong>di</strong>terreno limoso <strong>di</strong> circa 1.00m <strong>di</strong> spessore, in profon<strong>di</strong>tà da strati ghiaioso-sabbiaiosi e sielevano <strong>di</strong> 3.00-4.00 m rispetto alla quota <strong>di</strong> fondo dell’alveo. Il talweg è inveceincassato ed assume una conformazione meandriforme con ampie anse, che spingonoil fiume in modo alternato in froldo all’argine sinistro e a quello destro,con qualcheproblema <strong>di</strong> erosione alla base <strong>della</strong> sponda arginale. Imme<strong>di</strong>atamente a valle <strong>della</strong><strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Santa Caterina - Pontoncello il fiume compie un’ampia ansa che fa compiere allaPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 29


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi<strong>di</strong>rezione <strong>della</strong> corrente una rotazione <strong>di</strong> 180°. Il fondo, che è costituito da materialeghiaioso-sabbioso, ha quote comprese tra 29.00 m s.l.m. a monte e 23.50 m s.l.m. avalle. Sono visibili fenomeni erosivi <strong>di</strong> sponda nei tratti a maggior curvatura.L’alveo si sviluppa alternando restringimenti ed allargamenti vistosi, raccordati conbrevi tratti in cui il fiume mantiene una sezione prismatica costante. La larghezzadell’alveo varia continuamente con un valore minimo <strong>di</strong> 45 m (alla sezione 1031) ed unvalore massimo <strong>di</strong> 250 m (alla sezione 1037).Area interessata dal Parco del Pontoncello.A monte del tratto oggetto degli interventi è presente lo sbarramento <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga <strong>di</strong>Santa Caterina - Pontoncello (ex SAVA), in grado <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare notevolmente i livelliidrometrici nei tratti <strong>di</strong> monte. Queste opere hanno la funzione <strong>di</strong> innalzare il livelloidrometrico in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> magra per permettere la derivazione ad usoprevalentemente idroelettrico (esistono infatti alcune modeste derivazioni irrigue dalcanale ex. SAVA). Nella normale gestione dei manufatti <strong>di</strong> regolazione durante ilpassaggio delle onde <strong>di</strong> piena le paratoie poste a presi<strong>di</strong>o delle luci <strong>di</strong> sfioro vengonocompletamente aperte per permettere il passaggio <strong>della</strong> corrente riducendo al minimo ilsovralzo del tirante a monte. L’apertura delle paratoie avviene con un certo anticipo inmodo da sfruttare al meglio l'effetto che il volume d’invaso naturale dell'alveo nel trattopiù a monte produce ai fini <strong>della</strong> laminazione <strong>di</strong> una piena. Per questo motivo lesimulazioni condotte non hanno previsto alcuna regolazione particolare delle paratoieessendo queste rimaste completamente aperte dall’inizio alla fine dell’evento. La quota<strong>di</strong> regolazione normale posta a 37.0 m s.m. viene superata per portate superiori a 1.000m3/s. Oltre questi valori il livello dell'acqua si innalza oltre i valori <strong>di</strong> regolazionenormale, restando comunque al <strong>di</strong> sotto <strong>della</strong> quota <strong>di</strong> massima piena previstaPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 30


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi(calcolata in fase <strong>di</strong> progetto delle <strong>di</strong>ghe con riferimento a tempi <strong>di</strong> ritorno <strong>di</strong> almeno 500anni). L’abbassamento progressivo dell’alveo a valle dello sbarramento ha prodotto unvistoso salto <strong>di</strong> fondo che produce con<strong>di</strong>zioni critiche in ogni con<strong>di</strong>zione idrometrica.Dallo sbarramento <strong>di</strong> Santa Caterina - Pontoncello si <strong>di</strong>parte il Canale ex SAVA chebypassa il tratto in oggetto e che si mantiene in affiancamento dell’arginatura maestra insinistra idrografica. Le arginature pensili si elevano dal piano campagna <strong>di</strong> 3-4 metri conquote comprese tra 42.5 m s.l.m. a monte e 39.0 m s.l.m. a valle. Il coronamentoarginale presenta un elevato franco <strong>di</strong> sicurezza anche per le piene con tempo <strong>di</strong> ritorno<strong>di</strong> 500 anni. Nel terrazzamento golenale in destra idrografica compreso tra laprogressiva al km 271 + 949 m al km 272 + 200 m (all’estradosso dell’ansaimme<strong>di</strong>atamente a valle <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Santa Caterina – Pontoncello) è presente uncanale <strong>di</strong> una decina <strong>di</strong> metri <strong>di</strong> ampiezza. Questo canale che attraversa la forestaplaniziale che popola la golena, è caratterizzato da acque stagnanti e rappresentacertamente un elemento ad elevato valore ecologicoambientale.Canale all’interno del terrazzamento golenale in destra idrografica.Il fosso Contarina rappresenta il prolungamento all’interno dell’alveo del fiumeA<strong>di</strong>ge del canale “Raccogliotore Generale” in gestione al consorzio <strong>di</strong> Bonifica AgroVeronese Tartaro Tione ora unificato nel consorzio <strong>di</strong> Bonifica Veronese. Il canaleraccogliotore riceve le acque in eccedenza dalla rete irrigua gestita dal consorzio <strong>di</strong>Bonifica Agro Veronese Tartaro Tione e le scarica nel fiume A<strong>di</strong>ge in corrispondenzadell’ansa del Pontoncello in destra idrografica. In corrispondenza dell’attraversamentodel copro arginale del fiume A<strong>di</strong>ge è posizionata una paratoia che chiude il canalePiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 31


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisidurante gli eventi <strong>di</strong> piena del fiume A<strong>di</strong>ge, evitando il ritorno delle acque del fiume nelcanale irriguo.Scarico del Canale Raccoglitore generale all’interno dell’alveo del fiume A<strong>di</strong>ge.Sulla sponda destra in corrispondenza dell’ansa a valle <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Santa Caterina– Pontoncello è ubicato lo scarico delle acque reflue trattate dal depuratore <strong>di</strong> SanGiovanni Lupatoto, gestito dalla società Acque Veronesi s.c. a r.l.. Le portate delleacque depurate sono recapitate <strong>di</strong>rettamente nel fiume A<strong>di</strong>ge attraverso una condottainterrata circolare in calcestruzzo che attraversa la golena destra perpen<strong>di</strong>colarmenteall’asse del fiume. Tale condotta è stata progressivamente erosa come mostratonell’immagine seguente. Le acque reflue <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto sono infatti <strong>di</strong> tipomisto e il manufatto scolmatore è ubicato a valle dell’impianto <strong>di</strong> depurazione. Questaconfigurazione impiantistica non è certo ottimale per i processi <strong>di</strong> depurazione ecomporta certamente una bassa efficienza depurativa, aggravata anche dalla presenza<strong>di</strong> scarichi industriali e dal sotto<strong>di</strong>mensionamento dell’impianto (25.000A.E.). L’AATOVeronese ha infatti inserito il progetto <strong>di</strong> adeguamento e ampliamento dell’impianto <strong>di</strong>depurazione (50.000 A.E.) negli interventi da finanziare. Nel manufatto scolmatore èpresente una valvola a clapet che evita il ritorno in rete fognaria delle acque del fiumedurante gli eventi <strong>di</strong> piena.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 32


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiCondotta scarico acque depurate provenienti dal depuratore <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto.In passato era frequente l’utilizzo <strong>di</strong> pennelli per <strong>di</strong>rezionare il flusso delle piene alcentro dell’alveo e per intercettare i flussi idrici <strong>di</strong> magra necessari per il funzionamentodei numerosi mulini presenti nel tratto fluviale più a valle dell’intervento. Da un punto <strong>di</strong>vista costruttivo gli antichi pennelli erano chiamati dalla popolazione <strong>di</strong> Zevio “Paradore”ed erano simili a quelli proposti nell’intervento. La struttura era infatti costituita da fittepalificate in legno <strong>di</strong> abete infisse me<strong>di</strong>ante battitura dei tronchi nell’alveo. Dispostilongitu<strong>di</strong>nalmente vi erano altri pali correnti in legno che legavano tra loro i pali infissi econtenevano i ciottoli che costituivano il nucleo del pennello.8.1.2. MORFOLOGIA DELL’ALVEOLa morfologia dell’alveo <strong>di</strong> magra è costituita da un’alternanza <strong>di</strong> barre, isole <strong>di</strong>deiezione fluviale e da profonde erosioni del fondo. A valle <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Santa Caterina– Pontoncello è presente un’ampia ansa che fa compiere alla <strong>di</strong>rezione <strong>della</strong> correnteuna rotazione <strong>di</strong> 180° e che durante le ultime piene ha subito una consistente erosione<strong>della</strong> golena all’estradosso (in destra idrografica). Il <strong>di</strong>namismo <strong>della</strong> morfologia fluviale<strong>di</strong> questo tratto appare evidente nel confronto tra le riprese fotografiche del 1982, quelledel 1988 e quelle del 2003, dove si osserva generalmente l’erosione delle rive esterneal meandro e dalla deposizione in quella interna.Il fiume prosegue poi verso valle con un andamento meandriforme menopronunciato, caratterizzato da barre <strong>di</strong> deposito fluviale all’intradosso ed erosioniall’estradosso. La larghezza dell’alveo raggiunge il valore minimo alla progressiva al km272 + 800.00 m (rif. Autorità <strong>di</strong> Bacino dell’A<strong>di</strong>ge) con un valore pari a circa 45.00 m.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 33


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiLa pendenza me<strong>di</strong>a del fondo alveo è pari al 0.40-0.30 %. Nelle varie con<strong>di</strong>zioniidrologiche analizzate la velocità <strong>della</strong> corrente è risultata nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 1_6 m/s. I valoripiù elevati si verificano imme<strong>di</strong>atamente a valle <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Santa Caterina(pontoncello) tra le sezioni 1024 e 1025, in cui il salto dello sbarramento produce unprofilo <strong>di</strong> corrente supercritica.Le quote del fondo dell’alveo, che nei decenni scorsi hanno registrato un importanteabbassamento, sembrano aver raggiunto negli ultimi anni una certa stabilità. Oltre allariduzione <strong>della</strong> capacità d’invaso nelle golene, quest’abbassamento del fondo hacompromesso il funzionamento dello scarico delle acque reflue trattate dal depuratore<strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto e ridotto la capacità <strong>di</strong> derivazione <strong>di</strong> portate nelle opere <strong>di</strong>presa consortili e private.8.1.3. DISSESTI IDROGEOLOGICI PRESENTISecondo il “Piano Stralcio per la Tutela dal Rischio Idrogeologico” (Bacinodell’A<strong>di</strong>ge – Regione Veneto), adottato con delibera del Comitato Istituzionale n°1 del15 febbraio 2005, lungo il tronco <strong>di</strong> fiume A<strong>di</strong>ge compreso nel <strong>comune</strong> <strong>di</strong> Zevio non visono aree a rischio idraulico. Le arginature hanno infatti una quota <strong>di</strong> coronamento chegarantisce un abbondante franco <strong>di</strong> sicurezza, anche nei confronti <strong>di</strong> piene catastrofichecon Tr =500 anni.Gli stu<strong>di</strong> del P.A.I. dell’A<strong>di</strong>ge che hanno definito le aree a pericolosità idraulica noncontemplano la rottura dell’argine, ma solo i sormonti arginali dovuti a sezioni idrauliche<strong>di</strong> deflusso insufficienti. Come evidenziato nei risultati del modello idraulico dello statoattuale, l’eventuale rottura arginale durante eventi <strong>di</strong> piena con tempo <strong>di</strong> ritornosuperiore a 30 anni comporterebbe l’esondazione parziale del fiume in destraidrografica, interessando <strong>di</strong>rettamente gli abitati <strong>di</strong> Pontoncello e Santa Maria <strong>di</strong> Zevio.L’eventuale esondazione in sinistra idrografica sarebbe invece contenuta dallapresenza del canale ex. S.A.V.A., che costituisce un’ulteriore arginatura, e limitata dallequote superiori <strong>della</strong> campagna circostante.Il confronto tra le riprese fotografiche del 1982, 1998 e 2003 mostra che l’ampiaansa a valle dello sbarramento artificiale ha una morfologia fluviale è caratterizzata dauna forte instabilità. L’evoluzione morfologica ha visto una progressiva erosione <strong>della</strong>sponda all’estradosso dell’ansa con un incremento del deposito alluvionalenell’intradosso.Durante la piena del novembre 2002 l’erosione è stata particolarmente intensa acausa dell’aggiramento <strong>di</strong> un pennello isolato nella sponda destra. La tendenza erosivaPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 34


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisiin quest’area non compromette ancora le arginature maestre in destra idrografica, cherisultano protette ancora da un’ampia fascia golenale. È invece pregiu<strong>di</strong>cato il biotopon° 12 in<strong>di</strong>viduato nel Piano degli Spazi Aperti del n°3 (“A<strong>di</strong>ge Centrale”) e costituito daun bosco planiziale <strong>di</strong> sponda che è interessato da progetti <strong>di</strong> tutela e rinaturazione edalla perimetrazione del Parco Naturale <strong>di</strong> Pontoncello. Il PTP <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> Veronain<strong>di</strong>ca nel terrazzamento golenale all’estradosso dell’ansa la presenza <strong>di</strong> flora riparia ingrado <strong>di</strong> contribuire all’auto depurazione del fiume ed alcuni importanti ambiti <strong>di</strong> rifugio eriproduzione dell’avifauna.In questo tratto è presente lo scarico delle acque reflue trattate dal depuratore delComune <strong>di</strong> San Giovanni Lupatoto. Come mostrato nella seguente documentazionefotografica questa infrastruttura idraulico-sanitaria è stata danneggiata dall’erosione<strong>della</strong> golena durante la piena del novembre 2002.Scarico collettore depuratore S. Giovanni Lupatoto – condotte erose durante la piena <strong>della</strong> 20028.1.4. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHEIl materasso alluvionale è saturato da un’estesa falda freatica, che emerge lungo lacosiddetta “linea delle risorgive” che si allunga all’incirca con <strong>di</strong>rezione E-O 2-3chilometri a Sud del tratto fluviale in esame.In base alla “Carta idrogeologica dell’alta pianura veronese” redatta da DAL PRA’ etal. Nel 1997 sulla base <strong>di</strong> misure freatimetriche condotte in pozzi esistenti nel corso delsettembre 1993, la superficie freatica giace a quote decrescenti da circa 35 m s.l.m.presso la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> S.Caterina - Pontoncello a poco meno <strong>di</strong> 26 m s.l.m. all’estremitàorientale del tratto fluviale in esame ad Ovest <strong>di</strong> Zevio: la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> deflusso èorientata ad E.S.E. pressoché concordemente all’asse del fiume.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 35


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiLa falda è quin<strong>di</strong> drenata dall’alveo del fiume a monte ed all’intorno <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga, magià a valle del successivo meandro e per la gran parte del tratto fluviale consideratoessa resta a quote paragonabili a quelle del livello idrico del fiume; il suo regime è quivicaratterizzato da piene autunnali ed invernali pressoché coincidenti con quelle del fiumemedesimo.La falda freatica ospitata nel materasso alluvionale è sfruttata da numerosi pozziidrici sia irrigui che idropotabili; il sottosuolo ghiaio-sabbioso, caratterizzato da un’altapermeabilità per porosità, costituisce un acquifero <strong>di</strong> elevata vulnerabilità a causadell’assenza <strong>di</strong> livelli impermeabili.8.1.5. IL REGIME IDROLOGICOLo stu<strong>di</strong>o idraulico vuole verificare il regime <strong>di</strong> deflusso nelle <strong>di</strong>fferenti con<strong>di</strong>zioniidrologiche <strong>di</strong> piena, morbida e magra.Visto l’elevato franco arginale <strong>di</strong>sponibile, la mo<strong>della</strong>zione idraulica in con<strong>di</strong>zioniidrologiche <strong>di</strong> piena non riguarderà la definizione del rischio idraulico del fiume nell’areain questione, ma sarà finalizzata alla determinazione dei parametri idraulici <strong>di</strong> progettonecessari per il <strong>di</strong>mensionamento delle opere idrauliche e per il confronto tra lecon<strong>di</strong>zioni idrauliche attuali e quelle <strong>di</strong> progetto.Lo stu<strong>di</strong>o idraulico in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> morbida e magra è invece necessario per ladefinizione delle quote <strong>di</strong> progetto delle barre nell’alveo <strong>di</strong> magra e del terrazzamentogolenale ove sono ubicati i pennelli. Per la definizione delle portate <strong>di</strong> piena con tempi <strong>di</strong>ritorno superiori a 30 anni si fa riferimento alle portate adottate nel Piano Stralcio per laTutela dal Rischio Idrogeologico dell’Autorità <strong>di</strong> Bacino Nazionale del Fiume A<strong>di</strong>ge nellastazione idrometrica <strong>di</strong> Pescantina (VR). Per la definizione delle portate <strong>di</strong> piena contempi <strong>di</strong> ritorno brevi (morbide) si fa invece riferimento alle rilevazioni idrometricheregistrate a Verona (dati dell’idrometro <strong>di</strong> San Gaetano, forniti dalla Regione del Veneto– Ufficio del Genio Civile <strong>di</strong> Verona), opportunamente ridotte per tener conto degli effetti<strong>della</strong> laminazione nel tratto <strong>di</strong> fiume Verona-Zevio.I valori delle portate <strong>di</strong> piena sono stati ricavati dai livelli idrometrici attraverso laseguente scala delle portate:Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 36


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiScala delle portate all’idrometro <strong>di</strong> San Gaetano (VR)Portata massime stimate a Verona (idrometro San Gaetano).Successivamente si è proceduto alla regolarizzazione delle portate massimesecondo il metodo <strong>di</strong> Gumbel. Rispetto ai valori regolarizzati <strong>di</strong> Verona, le portatestimate nel tratto interessato dal Parco del Pontoncello sono state leggermente ridotteper tener conto dell’effetto <strong>di</strong> laminazione nel tratto <strong>di</strong> fiume compreso tra Verona el’area <strong>di</strong> intervento.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 37


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiPortata massime per determinati Tr, e portate stimate nel tratto in stu<strong>di</strong>o.(*Regolarizzazione dati Idrometro S.Gaetano; ** Dati PAI – A<strong>di</strong>ge)8.1.6. INDICE DI FUNZIONALITÀ FLUVIALE (I.F.F.)La bozza del “Piano pilota per il Recupero Naturalistico e Morfologico del fiumeA<strong>di</strong>ge – tratto Pontoncello – Tombazosana” descrive l’in<strong>di</strong>ce I.F.F. (In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>Funzionalità Fluviale) sviluppato nel 2000 dall’APAT. Tale in<strong>di</strong>ce valuta sinteticamentela funzionalità del tratto <strong>di</strong> fiume A<strong>di</strong>ge in esame e permette <strong>di</strong> ottenere precise e<strong>di</strong>mportanti in<strong>di</strong>cazioni per orientare l’intervento <strong>di</strong> riqualificazione e stimarnepreventivamente l’efficacia. La valutazione è effettuata in base ai seguenti parametrimorfologici, strutturali e biotici dell’ecosistema fluviale:• vegetazione delle fasce ripariali (tipologia, ampiezza, continuità)• conformazione delle rive e morfologia dell’alveo• strutture <strong>di</strong> ritenzione in alveo• erosione• componente vegetale in alveo (macrofite)• detrito (stato <strong>di</strong> decomposizione <strong>della</strong> sostanza organica)• comunità macrobentonicaIl Piano sopramenzionato riporta i risultati <strong>di</strong> valutazione dell’IFF nelle sezioni 1046,1049 e 1052 (rif. Autorità <strong>di</strong> Bacino dell’A<strong>di</strong>ge) poste all’interno dell’area oggetto dailavori <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no idraulico da eseguire con la finanza <strong>di</strong> progetto. In questo tratto il valoreme<strong>di</strong>o dell’in<strong>di</strong>ce I.F.F. è circa 90 e corrisponde ad un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> funzionalitàscadente.Tale giu<strong>di</strong>zio è dovuto soprattutto dallo stato del territorio circostante privo <strong>di</strong> areeboscate, dalla presenza <strong>di</strong> rive nude da vegetazione, dalla conformazione delle rive,Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 38


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisidall’evidente erosione delle sponde e dell’alveo e dall’assenza <strong>di</strong> elementi morfologiciutili alla funzionalità idraulica (raschi, pozze, meandri e rami morti).Secondo il Piano il miglioramento <strong>della</strong> Funzionalità Fluviale del fiume potrà essereottenuta me<strong>di</strong>ante:• l’aumento dell’ampiezza <strong>della</strong> fascia perifluviale, migliorando la conformazione elacopertura delle rive, con presenza <strong>di</strong> vegetazione arborea e/o massi con funzione <strong>di</strong>consolidamento;• l’aumento <strong>della</strong> <strong>di</strong>versificazione dell’alveo bagnato, <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> morbida e <strong>di</strong> piena,che dovrebbe avere una coesistenza <strong>di</strong> granulometrie <strong>di</strong>verse e/o la presenza <strong>di</strong>tronchi, rami, vegetazione ra<strong>di</strong>cata ecc., per favorire la formazione <strong>di</strong> microambienti<strong>di</strong>versi e stabili.• (a livello <strong>di</strong> macroscala) la mo<strong>di</strong>fica del tracciato dell’alveo, con la realizzazione <strong>di</strong><strong>di</strong>versi microhabitat ben <strong>di</strong>stinguibili: raschi (riffles, in cui è favorito il processo <strong>di</strong>ossigenazione delle acque), scorrimenti veloci (glides), correntizi (runs), pozze(pools, dove invece è favorito il deposito degli elementi energetici organici) emeandri (che, se vegetati, assolvono la funzione <strong>di</strong> aree rifugio per la fauna ittica).8.2. CARATTERISTICHE IDRAULICHE ATTUALIPer la verifica delle caratteristiche idrauliche attuali, è stata eseguita unamo<strong>della</strong>zione idraulica del tratto con l’impiego del programma HEC-RAS, versione 3.1.3(sviluppato dall’US Army Corps of Engineers, Hydrologic Engineering Center, <strong>di</strong> Davis -USA). Il modello è basato sulle sezioni idrauliche relative al rilievo batimetrico realizzatodall’Autorità <strong>di</strong> Bacino dell’A<strong>di</strong>ge nel settembre 1998. Nella planimetria riportata <strong>di</strong>seguito sono evidenziate le sezioni <strong>di</strong> interesse e l’ambito del Parco.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 39


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi8.2.1. PORTATE DI CALCOLOSi è stu<strong>di</strong>ato il comportamento del fiume in con<strong>di</strong>zioni idrologiche <strong>di</strong> morbida e <strong>di</strong>piena. La portata <strong>di</strong> morbida, rappresentativa dei livelli idrometrici <strong>di</strong> piena normali, èdedotta dai valori massimi annuali registrati all’idrometro <strong>di</strong> San Gaetano a Verona.Per la definizione delle portate <strong>di</strong> piena con tempi <strong>di</strong> ritorno superiori a 30 anni si fainvece riferimento alle portate adottate nel Piano Stralcio per la Tutela dal RischioIdrogeologico dell’Autorità <strong>di</strong> Bacino Nazionale del Fiume A<strong>di</strong>ge nella stazioneidrometrica <strong>di</strong> Pescantina (VR).La seguente tabella riassume le portate dei sei profili idraulici analizzati.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 40


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi8.2.2. SCABREZZALa scabrezza è rappresentata dal coefficiente <strong>di</strong> Manning, che rappresenta l’inversodel coefficiente Ks <strong>di</strong> Gauckler-Strickler. Il programma HEC-RAS, permette <strong>di</strong><strong>di</strong>fferenziare il valore in <strong>di</strong>rezione trasversale, a seconda delle caratteristiche fisichedelle superfici.Nella seguente tabella sono riportati i valori del coefficiente <strong>di</strong> scabrezza <strong>di</strong> Manningscelti nell’analisi.8.2.3. PARAMETRI IDRAULICI CARATTERISTICISono riportati <strong>di</strong> seguito i risultati delle analisi idrauliche condotte per l’alveo attualedell’A<strong>di</strong>ge nelle sezioni comprese tra la 1024 e la 1033, relative quin<strong>di</strong> al trattointeressato dal Parco. Le sezioni del tratto a valle non sono state riportate in quanto,essendo le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> moto subcritiche, non risentono delle con<strong>di</strong>zioni morfologicheattuali e degli interventi previsti. Anche le sezioni <strong>di</strong> monte, posizionate oltre la <strong>di</strong>gaSanta Caterina -Pontoncello, non risentono delle con<strong>di</strong>zioni idrauliche <strong>di</strong> valle a causa<strong>della</strong> <strong>di</strong>scontinuità idraulica che avviene nella <strong>di</strong>ga. Il salto <strong>di</strong> fondo dello sbarramentogenera infatti con<strong>di</strong>zioni critiche in ogni situazione idrometrica.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 41


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 42


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi8.2.4. SEZIONI TRASVERSALI CARATTERISTICHE DELLO STATO ATTUALEDi seguito sono riportati i livelli idrometrici calcolati nelle <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioniidrologiche in alcune sezioni caratteristiche dell’area golenale in corrispondenzadell’ansa (sez. A.B.A. 1026 – 1027).8.2.5. PROFILI IDRAULICI LONGITUDINALIDi seguito è evidenziato l’andamento dei profili idraulici calcolati e del profilo <strong>della</strong>quota <strong>di</strong> fondo dell’alveo dell’A<strong>di</strong>ge, nel tratto compreso tra la sezione dell’Autorità <strong>di</strong>Bacino del Fiume A<strong>di</strong>ge 1035 e la sezione 1020 (in viola è in<strong>di</strong>cata la quota <strong>di</strong>coronamento dell’arginatura maestra).Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 43


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi8.2.6. CONSIDERAZIONI SUI RISULTATI DEL MODELLODallo stu<strong>di</strong>o del tratto d’alveo interessato dal Parco si osserva:1. Come accennato in precedenza il passaggio attraverso lo sbarramento <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga<strong>di</strong> Santa Caterina – Pontoncello avviene in con<strong>di</strong>zioni idrauliche critiche e/osupercritiche. Imme<strong>di</strong>atamente a valle <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga si dovrà generare quin<strong>di</strong> un risaltoidraulico. Il numero <strong>di</strong> Froude massimo <strong>della</strong> corrente <strong>di</strong> monte varia tra 1.00 (TR = 1anno) e 1.17 (TR = 5 anni). Questi valori configurano un risalto <strong>di</strong> tipo ondulato o almassimo debole. La lunghezza del risalto è quin<strong>di</strong> nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 4÷6 l’altezza coniugata<strong>di</strong> valle (cfr. A. Ghetti, “Idraulica”, 1993, Fig. 15.15). Poiché la piena con TR = 500 anniha tiranti <strong>di</strong> valle dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 10.00 m, ne consegue che la lunghezza del risalto nonsupera i 40÷60 metri. Il risalto si realizza quin<strong>di</strong> imme<strong>di</strong>atamente a valle dellosbarramento ed è contenuto dai muri spondali collegati alla struttura <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga, che siestendono per un centinaio <strong>di</strong> metri a valle dell’opera <strong>di</strong> presa.2. Ad eccezione del passaggio in stato critico sulla <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Santa Caterina (sez.1024), in tutto il restante tratto <strong>di</strong> fiume <strong>di</strong> valle mo<strong>della</strong>to la corrente si mantienegeneralmente in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> moto subcritiche, caratterizzate dal numeroa<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong> Froude inferiore a 1.00. Nella sezione1031 il numero <strong>di</strong> Froude siincrementa fino a raggiungere un valore <strong>di</strong> 0.82 per la piena con TR = 500 anni. Talepicco è dovuto al forte restringimento <strong>della</strong> sezione <strong>di</strong> deflusso che raggiunge lalarghezza minima pari a 45 m. La strozzatura alla sezione 1031 ed il progressivoallargamento proseguendo verso valle con contestuale abbassamento <strong>della</strong> quota <strong>di</strong>fondo generano infatti un forte profilo idraulico <strong>di</strong> chiamata (Fr


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiRispetto ai livelli idrometrici <strong>della</strong> piena con tempo <strong>di</strong> ritorno pari a 500 anni, il francoarginale supera i 2.00 m, sia in destra che in sinistra idrografica. Il franco minimo sirealizza a monte <strong>della</strong> sezione 1031, dove sono stati determinati i tiranti idrici maggiori.Il restringimento alla sezione 1031 rappresenta quin<strong>di</strong> un elemento morfologico naturaleper il sostegno dei tiranti idrici più a monte. Infatti, a valle <strong>della</strong> sezione 1031 il francosupera spesso i 3.00 m.6. In genere, le golene superiori vengono allagate con modesti tiranti e solo coneventi <strong>di</strong> piena con tempo <strong>di</strong> ritorno superiore a 30 anni. Come in<strong>di</strong>cato sopra, ilrestringimento alla sezione 1031 è in grado <strong>di</strong> sostenere i tiranti idrici del tratto più amonte. Infatti, imme<strong>di</strong>atamente a valle <strong>della</strong> <strong>di</strong>ga, le golene all’estradosso eall’intradosso dell’ansa sono allagate anche durante gli eventi <strong>di</strong> morbida. Ilrestringimento produce quin<strong>di</strong> benefici sulla capacità d’invaso naturale nel trattocompreso tra le sezioni dell’Autorità <strong>di</strong> bacino del fiume A<strong>di</strong>ge 1024 e 1031.7. Confrontando i livelli idrometrici <strong>di</strong> piena nelle sezioni trasversali con la presenzain alveo <strong>di</strong> vegetazione ad alto fusto (cfr. ortofoto del 2003), si osserva che il livellolimite per la crescita <strong>di</strong> vegetazione è rappresentato dalle quote idrometriche <strong>della</strong>morbida annuale [Q = 450 m3/s].8.3. ALLAGABILITÀ DELLE AREEIn base ai risultati del modello idraulico <strong>di</strong> calcolo sono state definite le fasce <strong>di</strong>allagabilità all’interno dell’alveo del fiume nel tratto interessato dal Parco Naturale delPontoncello. Le fasce sono state definite in base alla morfologia dell’alveo (rilevata nel2005) e ai livelli idrometrici determinati dal calcolo idraulico (mono<strong>di</strong>mensionale,permanente). In ogni sezione <strong>di</strong> calcolo sono stati definiti i livelli idrometrici per le pienecon tempi <strong>di</strong> ritorno pari a 1, 5 e 30 anni. Tali livelli sono stati poi in<strong>di</strong>viduati nellaplanimetria avendo cura <strong>di</strong> collegare i livelli delle sezioni contigue in modo lineare.I risultati, seppur ottenuti con un modello <strong>di</strong> calcolo mono<strong>di</strong>mensionale epermanente, permettono <strong>di</strong> definire con sufficiente precisione la frequenza <strong>di</strong> allagabilitàdelle superfici.L’analisi mostra che l’alveo, la barra fluviale all’intradosso dell’ansa e ilterrazzamento in destra idrografica sono soggetti ad una frequenza <strong>di</strong> allagabilitàsuperiore o uguale ad una volta ogni 5 anni.Tale frequenza limita la realizzazione <strong>di</strong> eventuali infrastrutture a servizio del parco.Sono raramente allagabili (con frequenza inferiore o pari ad una volta ogni 30 anni) ilterrazzamento golenale in sinistra idrografica e quello in destra ma solo nel trattoimme<strong>di</strong>atamente a valle dello sbarramento del pontoncello.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 45


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisi9. REALIZZAZIONE CARTOGRAFIE TEMATICHESulla base degli stu<strong>di</strong> sopra citati son state realizzate una serie <strong>di</strong> cartografietematiche <strong>di</strong> dettaglio. Tali cartografie sono state redatte utilizzando software GIS ingrado <strong>di</strong> creare tematismi (strati informativi) de<strong>di</strong>cati a ciascun aspetto considerato,consentendo poi l’incrocio <strong>di</strong> dati e la realizzazione <strong>di</strong> cartografie <strong>di</strong> sintesi. I file prodottivengono consegnati all’amministrazione in formato non proprietario.9.1. TAVOLA DEL PAESAGGIOPer la realizzazione <strong>della</strong> tavola del paesaggio sono state cartografate le principaliassociazioni vegetali, <strong>di</strong>stinguendo così l’ambiente naturaliforme da quello agrarioartificiale. Sono inoltre cartografati ambiti non vegetali come i canali, greti fluviali, arginie viabilità.Di seguito viene data una breve descrizione delle <strong>di</strong>verse tipologie evidenziate sullacarta.Fiume A<strong>di</strong>ge: comprende l’asta fluviale attiva anche in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> magra;Greto Fluviale: aree in ambito fluviale non sempre interessate da deflusso idrico;Canale: piccolo corso d’acqua con scorrimento costante;Terreno boscato: terreni coperti da formazioni vegetali arboree;Arbusteto: terreni coperti da formazioni vegetali arbustive;Prateria: terreni coperti da formazioni vegetali erbacee;Sommità arginale: terreni marginali e interessati da presenza <strong>di</strong> viabilità <strong>di</strong> servizio;Strada:viabilità interna esistente.9.2. TAVOLA DELLA VEGETAZIONE E TAVOLA DEL VALORE BOTANICOIn particolare lo stu<strong>di</strong>o botanico consente <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere la tavola <strong>della</strong> vegetazione(tav. 2), rappresentante una compartimentazione del territorio sulla base delle varieformazioni in<strong>di</strong>viduate. Attribuito, quin<strong>di</strong>, a queste formazioni un valore numerico<strong>di</strong>pendente dalla qualità, dalla forma evolutiva e dalla valenza delle specie vegetalipresenti, si ottiene tavola del valore botanico (tav. 3).Sulla base <strong>della</strong> presenza o meno <strong>di</strong> emergenze floristiche o <strong>di</strong> particolaritipologie vegetazionali è stata effettuata una compartimentazione del territorioassegnando a ciascuna zona uno specifico valore botanico. La scala <strong>di</strong> misurazionecomprende quattro gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> valenza a ciascuno dei quali è stato assegnato anche unin<strong>di</strong>ce numerico da utilizzare per la realizzazione <strong>di</strong> una carta <strong>di</strong> sintesi del valorebiologico, unitamente ai dati emersi dall’indagine faunistica.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 46


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiLa scala <strong>di</strong> valutazione è la seguente:1) Eccellente. Sono presenti, talora con popolazioni abbondanti, numerose specierare o rarissime per la flora italiana, tra le quali anche alcune inserite nella checklistdelle piante in pericolo <strong>di</strong> estinzione. Il tipo <strong>di</strong> vegetazione è <strong>di</strong> particolare interesse.2) Buono. Sono presenti delle specie rare tra le quali anche qualche esemplare <strong>di</strong>piante comprese nella checklist delle specie in pericolo <strong>di</strong> estinzione, queste ultime inmodo del tutto spora<strong>di</strong>co. L’ambiente vegetazionale presenta degli aspetti interessanti.3) Me<strong>di</strong>o. Sono presenti alcune specie rare con popolazioni molto esigue. Mancanole specie comprese nella checklist delle piante in pericolo <strong>di</strong> estinzione. Per quantoriguarda gli aspetti vegetazionali non si rilevano elementi <strong>di</strong> interesse.4) Scarso. Assenza <strong>di</strong> piante rare o comunque <strong>di</strong> entità botaniche <strong>di</strong> particolareinteresse floristico. Anche per quanto riguarda gli aspetti vegetazionali non si rilevanoelementi <strong>di</strong> interesse.La co<strong>di</strong>fica attribuita ad ogni tipologica vegetazionale presente nella relativacartografia, con relativo valore a fianco, è la seguente:AZONAambiente ruderale(<strong>di</strong>scarica)scarsoVALORE BOTANICOB arbusteto e meandri buonoC argine me<strong>di</strong>oD asta fluviale (scarso) / nulloE canale me<strong>di</strong>oF chiaria a rovo scarsoG Greto fluviale scarsoH saliceto a salice bianco buonoI seminativo scarsoImseminativi (me<strong>di</strong>ca emais)scarsoL strada (scarso) / nulloRRaduraRaRadura ad artemisiaannuascarsoRc radura a Clamagrostis scarsoNon sono pertanto state censite zone “eccellenti”, in quanto non sono stateriscontrate, durante i rilievi svolti, peculiarietà botaniche <strong>di</strong> pregio.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 47


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiI terreni boscati, a salice e pioppo, costituiscono formazioni vegetali <strong>di</strong> buon livello,sia dal punto <strong>di</strong> vista strutturale, sia per aspetti <strong>di</strong> complessità botanica.Le praterie e le radure ospitano specie considerate <strong>di</strong> <strong>comune</strong> e <strong>di</strong>ffusa presenza esono quin<strong>di</strong> considerate <strong>di</strong> basso e scarso valore botanico.9.3. TAVOLA DEL VALORE FAUNISTICOSulla base dello stu<strong>di</strong>o faunistico e dei valori attribuiti alle specie presenti e aglihabitat in<strong>di</strong>viduati viene realizzata la tavola del valore faunistico (Tav. 4).ZONAAmbienti ruderali e<strong>di</strong>scaricaL’analisi faunistica ha evidenziato anche un alto valore delle praterie da sfalcio, <strong>di</strong>scarsa estensione, con scarso numero <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> vertebrati ma <strong>di</strong> elevato valorenaturalistico, con alta potenzialità, e con specie presenti o potenziali importanti(Strillozzo, Gheppio, Allodola, Saltimpalo Pispola, cutrettola, Talpa, Lepre, Orbettino,moltissimi insetti).Quanto sopra ha permesso <strong>di</strong> arrivare a definire il numero <strong>di</strong> specie presenti perciascun habitat, come <strong>di</strong> seguito riportato:Ad ognuna <strong>di</strong> queste specie, in seguito, è stato attribuito un valore oggettivoderivante dalla consultazione <strong>della</strong> letteratura esistente (cfr. bibliografia), arrivando adottenere così per ogni habitat un valore numerico univoco.Il valore numerico in sé, tuttavia, si è ritenuto non fosse del tutto descrittivo <strong>della</strong>qualità <strong>di</strong> quell’ambiente in quanto, in particolar modo per l’avifauna, il valore per speciesi riferiva solamente a quelle ni<strong>di</strong>ficanti. La particolarità del sito in oggetto è quella <strong>di</strong>offrire un habitat particolarmente gra<strong>di</strong>to ad uccelli <strong>di</strong> passo, per i quali essa ha unanotevole funzione <strong>di</strong> richiamo.NUMERO SPECIEanfibi mammiferi rettili uccelliTOTALE3 1 5 9Arbusteto e meandri 4 3 3 21 31Chiari a rubus 1 2 8 11Radura ad artemisia\ 2 2 7 11Radura aCalamagrostis1 2 12 15Radura all’interno delbosco1 8 11 20Saliceto 2 6 2 38 48Seminativi 1 5 10 16Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 48


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiUn ulteriore problema <strong>di</strong> affidarsi esclusivamente all’in<strong>di</strong>ce numerico è consistito nelfatto che i valori numerici relativi al pregio delle specie non sono armonizzati per i varigruppi animali: l’in<strong>di</strong>ce numerico per l’avifauna, cioè, non ha la stessa scala <strong>di</strong> quelloper i rettili così come per i mammiferi.Sulla base <strong>di</strong> queste considerazioni, si è deciso <strong>di</strong> affiancare all’in<strong>di</strong>ce numericooggettivo anche considerazioni soggettive derivate dalla valutazione <strong>della</strong> presenza omeno in quel determinato ambiente <strong>di</strong> specie particolarmente pregiate e/o protette.La classificazione pertanto ha previsto l’assegnazione <strong>di</strong> ciascun habitat ad unaclasse <strong>di</strong> valore faunistico in base ai seguenti criteri:- habitat caratterizzato da basso numero <strong>di</strong> specie, valore totale me<strong>di</strong>o basso,assenza <strong>di</strong> specie prioritarie ai sensi delle <strong>di</strong>rettive CEE: valore faunisticoSCARSO- habitat caratterizzato da numeri me<strong>di</strong>o-bassi <strong>di</strong> specie e <strong>di</strong> valori totali,presenza <strong>di</strong> almeno una specie prioritaria: valore faunistico MEDIO- habitat caratterizzato da numeri me<strong>di</strong>o alti <strong>di</strong> specie e <strong>di</strong> valori totali, presenza<strong>di</strong> più <strong>di</strong> una specie prioritaria: valore faunistico BUONO- habitat caratterizzato da numeri più alti <strong>di</strong> specie e <strong>di</strong> valori totali, alto numero<strong>di</strong> specie prioritarie: valore faunistico ECCELLENTEPertanto, alle zone censite sulla base del rilievo botanico si associa il seguente valorefaunistico:ZONAVALORE FAUNISTICOA ambiente ruderale (<strong>di</strong>scarica) scarsoB arbusteto e meandri eccellenteC argine scarsoD asta fluviale (scarso) / nulloE canale eccellenteF chiaria a rovo me<strong>di</strong>oG greto fluviale Me<strong>di</strong>o / eccellente (in dx idrografica)R radura eccellenteRa radura ad Artemisia annua me<strong>di</strong>oRc radura a Clamagrostis buonoH saliceto a salice bianco eccellentePiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 49


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiI seminativo buonoIm seminativi (me<strong>di</strong>ca e mais) buonoL strada (scarso) / nullo9.4. TAVOLA DEL VALORE BIOLOGICOIn base alle tavole sopraccitate, incrociando i dati del valore faunistico e del valorebotanico si realizza la tavola del valore biologico.Quest’ultima, infatti, rappresenta la sintesi <strong>della</strong> tavola del valore botanico efaunistico me<strong>di</strong>ante delle zonizzazioni che considerano entrambi i valori.Il valore biologico è stato calcolato come somma dei valori numerici associati alle<strong>di</strong>verse classi <strong>di</strong> qualità faunistica (calcolata sulla base <strong>della</strong> densità delle specieanimali, sulla loro <strong>di</strong>ffusione e rarità o presenza in liste <strong>di</strong> tutela europee assegnandouna compartimentazione del territorio in base a quattro gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> valenza ai quali è statoassegnato un in<strong>di</strong>ce numerico) e qualità botanica (calcolata sulla base <strong>della</strong> presenza omeno <strong>di</strong> emergenze floristiche o <strong>di</strong> particolari tipologie vegetazionali effettuando unacompartimentazione del territorio assegnando a ciascuna zona uno specifico valorebotanico.La scala <strong>di</strong> valutazione comprende sette classi ed è la seguente:SCARSOBASSOMEDIOCREDISCRETOBUONOELEVATOECCEZIONALEAmbiente fortemente antropizzato privo <strong>di</strong> elementi biologici <strong>di</strong>interesse;Ambiente fortemente antropizzato povero <strong>di</strong> elementi biologici <strong>di</strong>interesse;Ambiente antropizzato con elementi botanici o viceversa faunistici<strong>di</strong> me<strong>di</strong>o interesse;Ambiente antropizzato con elementi botanici o viceversa faunistici<strong>di</strong> notevole interesse;Ambiente naturaliforme con elementi sia botanici che faunistici <strong>di</strong>me<strong>di</strong>o interesse;Ambiente naturaliforme con elementi sia botanici che faunistici <strong>di</strong>spiccato interesse;Ambiente naturaliforme con elementi sia botanici chefaunistici <strong>di</strong> interesse eccezionale.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 50


10. ZONIZZAZIONERelazione Illustrativa e <strong>di</strong> AnalisiSulla base <strong>di</strong> considerazioni strategiche e pianificatorie, supportate dagli stu<strong>di</strong>specialistici, l’area del Parco è stata sud<strong>di</strong>visa in due zone omogenee in base allecaratteristiche morfologiche, paesaggistiche e naturalistiche in<strong>di</strong>viduate nella specificatavola cartografica.Ogni zona trova nella normativa le in<strong>di</strong>cazioni necessarie alla tutela evalorizzazione.Zona <strong>di</strong> Riserva Naturale Orientata: zona sottoposta a regime <strong>di</strong> massima tutela.Il suolo, il sottosuolo, le acque, la vegetazione, la fauna sono rigorosamente protetti.Sono consentiti solo gli interventi, a cura o sotto il controllo dell'ente gestore finalizzatialla protezione dell'ambiente e alla ricostituzione degli equilibri naturali, propridell'ambiente. La zona identificata non presenta inse<strong>di</strong>amenti antropici permanenti eattività produttive incompatibili. L'accesso ai visitatori è consentito alle con<strong>di</strong>zioni esecondo le norme del piano ambientale e dei regolamenti adottati dall'ente gestore.All'interno <strong>di</strong> questa zona può essere consentito l'esercizio <strong>di</strong> punti educativi e <strong>di</strong>dattici,gestibili da terzi, su autorizzazione dell'ente, revocabile qualora la gestione si svolga inmodo pregiu<strong>di</strong>zievole per la finalità <strong>della</strong> riserva. Si deve assicurare la tutela e/o laricostruzione <strong>di</strong> un ambiente idoneo alla conservazione delle specie animali e vegetalicercando <strong>di</strong> mantenere e incrementare la bio<strong>di</strong>versità Inoltre nelle aree incluse nellaRiserva Naturale Orientata l'evoluzione dell'ambiente viene sorvegliato e orientatoscientificamente grazie all'ausilio <strong>di</strong> un Comitato Tecnico Scientifico.Zona agricola <strong>di</strong> tutela il suolo, il sottosuolo, le acque, la vegetazione, la faunasono rigorosamente protetti. Zona dove si prevede la conduzione agricola dei terrenisecondo una tipologia a basso impatto ambientale. E' consentito l'esercizio, sia a curadell'ente gestore che ad opera <strong>di</strong> altri enti pubblici, organismi associativi o privati, <strong>di</strong>attività agricole, in forme compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti con lefinalità <strong>della</strong> Riserva Naturale e con le Norme <strong>di</strong> Attuazione del Piano Ambientale. Ilpiano può consentire l'accesso con mezzi meccanici, la cura delle carrarecce, ilmantenimento delle stesse purché esclusivamente in funzione delle attività consentite epreviste per la corretta gestione <strong>della</strong> Riserva Naturale.Tutti gli interventi previsti nel piano ambientale devono tenere conto degli elementicaratterizzanti il paesaggio attuale al fine <strong>di</strong> mirare alla valorizzazione e talora alPiano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 51


Relazione Illustrativa e <strong>di</strong> Analisiripristino degli elementi naturalistici che, nel corso del tempo, sono stati cancellati oprofondamente alterati.Piano Ambientale Parco naturale <strong>di</strong> Pontoncello pag. 52


REGIONE DEL VENETOPROVINCIA DI VERONACOMUNI DISAN MARTINO BUONALBERGOSAN GIOVANNI LUPATOTOZEVIOPARCO NATURALE DI PONTONCELLOTECNICI COORDINATORIIng. Marco PietrobonTAVOLA 1S.GIOVANNILUPATOTOCARTA DEL PAESAGGIOscala 1:5.00037.937.336.437.441.943.2136.437.137.737.837.837.437.2legenda36.6paesaggio36.936.8W42.1Confine parcoFiume A<strong>di</strong>ge36.6greto fluvialecanaleterreno boscatoarbustetoprateriasommità arginale36.6stradaterreno coltivato36.738.1N36.9C.AUSETTO37.8ES37.236.837.236.736.636.637.136.736.636.736.736.636.742.4142.1637.736.541.9841.8636.736.836.935.735.635.235.437.842.537.237.641.742.442.241.7837.241.8441.8244541.9836.741.5733.441.636.841.5837.141.5032.741.4136.435.635.941.3533.735.341.1932.840.8935.435.535.640.9835.8836.1335.7535.9536.5Scolo35.9737.9438.4441.6636.136.536.336.941.140.136.735.532.735.232.832.732.737.435.4535.637.6336.2CANALE37.5836.334.534.031.836.636.737.237.5536.238.935.331.232.536.335.636.239.435.6A D I G E39.335.435.636.335.635.536.431.931.832.636.433.440.135.832.536.334.5IDROMETRO34.835.436.437.6333.932.540.0537.30PONTONCELLO40.5335.535.435.135.935.338.934.934.533.934.735.333.834.934.834.634.139.235.234.734.534.939.635.536.635.935.834.535.235.034.935.034.935.535.134.638.837.0Dott. for. Sebastiano LucchiDott. for. Francesco Vesentini35.3100 0 100 42.9200 Meters36.440.840.5ALBERGO42.8SCUOLA42.536.139.135.735.5Fossa34.636.235.235.334.9Contarina40.8737.635.134.8 35.740.6334.840.6140.5634.740.5537.8740.5337.336.9836.5237.1937.3637.6735.936.236.236.535.837.4135.435.3ContarinaFossa35.735.33Fosso36.4Generale)REGIONE DEL VENETOPROVINCIA DI VERONA(RaccoglitoreI mCOMUNI DISAN MARTINO BUONALBERGOSAN GIOVANNI LUPATOTOZEVIOPARCO NATURALE DI PONTONCELLOTECNICI COORDINATORIIng. Marco PietrobonDott. for. Sebastiano LucchiDott. for. Francesco VesentiniTAVOLA 2CARTA DELLA VEGETAZIONEscala 1:5.000co<strong>di</strong>cilegendaConfine parcovegetazioneA - ambiente ruderale (<strong>di</strong>scarica)B - arbusteto e meandriC - argineD - Asta fluvialeE - canaleF - Chiaria a rovoG - greto fluvialeH - saliceto a salice biancoI - seminativoI m - seminativi (me<strong>di</strong>ca e mais)L - stradaR - raduraR a - radura ad Artemisia annuaR c - radura a CalamagrostisNWES100 0 100 200 MetersCDR aR cCGCCHICDAHDRCFIRDHLDHGHECHGHBCBEHHR aD


REGIONE DEL VENETOPROVINCIA DI VERONACOMUNI DISAN MARTINO BUONALBERGOSAN GIOVANNI LUPATOTOZEVIOPARCO NATURALE DI PONTONCELLOTECNICI COORDINATORIIng. Marco PietrobonDott. for. Sebastiano LucchiDott. for. Francesco VesentiniTAVOLA 3S.GIOVANNILUPATOTOCARTA DEL VALORE BOTANICOscala 1:5.00037.937.737.837.837.237.336.436.437.441.943.2135.3100 0 100 42.9200 Meters36.440.842.540.536.6valore botanico36.9legendaALBERGO36.8WConfine parcoeccellentebuonome<strong>di</strong>oscarsonullo36.738.135.442.142.8NSCUOLA36.636.636.9C.AUSETTO37.8ES42.1637.736.637.136.541.9836.736.637.441.8636.736.637.136.836.736.836.936.635.737.236.735.636.735.237.236.7FIUME35.736.139.142.4135.5Fossa34.636.237.835.8836.1342.537.235.7535.9536.537.635.9741.737.9442.438.4442.241.7837.241.8441.6636.141.8244536.541.9836.741.5733.436.341.636.836.941.5837.141.140.141.5036.732.741.4136.435.532.735.635.235.941.3532.833.735.341.1932.732.840.8935.435.535.632.740.9837.440.8735.235.340.6334.937.640.6134.8Contarina35.134.8 35.7Scolo35.4535.6CANALE37.5837.6336.338.936.235.334.537.237.5536.231.234.032.531.836.636.336.740.5340.5540.5634.737.8739.235.639.335.535.335.435.636.335.236.235.435.635.534.739.436.433.835.134.531.934.935.631.835.932.634.9A D I G E32.540.5335.338.936.433.434.939.634.840.135.832.536.3IDROMETRO34.836.433.940.0537.3036.5236.9837.3637.6737.6334.136.634.737.335.837.4137.1934.534.635.534.535.433.9PONTONCELLO35.936.236.236.535.435.3ContarinaFossa35.935.835.734.934.535.535.235.035.134.934.638.8Fosso37.035.035.33Fosso36.4Generale)REGIONE DEL VENETOPROVINCIA DI VERONACOMUNI DISAN MARTINO BUONALBERGOSAN GIOVANNI LUPATOTOZEVIOPARCO NATURALE DI PONTONCELLOTAVOLA 4S.GIOVANNILUPATOTOCARTA DEL VALORE FAUNISTICOscala 1:5.000TECNICI COORDINATORIIng. Marco PietrobonDott. for. Sebastiano LucchiDott. for. Francesco Vesentini37.937.137.737.836.737.837.437.336.436.437.441.943.2137.2legendaConfine parcovalore faunisticoW42.1eccellentebuonome<strong>di</strong>oscarsonulloNES100 0 100 42.9200 Meters40.840.536.636.9ALBERGO36.836.738.142.8SCUOLA36.636.636.9C.AUSETTO37.835.336.837.237.236.442.536.139.136.636.637.136.736.636.736.735.736.636.742.4142.1637.736.541.9841.8636.736.836.935.735.635.235.435.5Fossa34.636.237.835.8836.1342.537.235.7535.9536.537.635.9741.737.9442.438.4442.241.7837.241.8441.6636.141.8244536.541.9836.741.5733.436.341.636.836.941.5837.141.140.141.5036.732.741.4136.435.532.735.635.235.941.3532.833.735.341.1932.732.840.8935.435.535.632.740.9837.440.8735.235.340.6334.937.640.6134.8Contarina35.134.8 35.7Scolo35.45(Raccoglitore35.6CANALE37.5837.6336.338.936.235.334.537.237.5536.231.234.032.531.836.636.336.740.5340.5540.5634.737.8739.235.639.335.535.335.435.636.335.236.235.435.635.534.739.436.433.835.134.531.934.935.631.835.932.634.9A D I G E32.540.5335.338.936.433.434.939.634.840.135.832.536.3IDROMETRO34.836.433.940.0537.3036.5236.9837.3637.6737.6334.136.634.737.335.837.4137.1934.534.635.534.535.433.9PONTONCELLO35.936.236.236.535.435.3ContarinaFossa35.935.835.734.934.535.535.235.035.134.934.638.837.035.035.33Fosso36.4Generale)Raccoglitore


REGIONE DEL VENETOCOMUNI DISAN MARTINO BUONALBERGOSAN GIOVANNI LUPATOTOZEVIOPROVINCIA DI VERONAPARCO NATURALE DI PONTONCELLOTECNICI COORDINATORIIng. Marco PietrobonDott. for. Sebastiano LucchiDott. for. Francesco VesentiniTAVOLA 5 S.GIOVANNILUPATOTOCARTA DEL VALORE BIOLOGICOscala 1:5.00041.937.343.2137.936.437.436.4WNS100 0 42.9 100 200 Meters40.840.537.837.836.636.9ALBERGO42.136.836.742.837.238.136.636.9C.AUSETTO37.837.7legendavalore biologicoSCUOLAConfine parcoeccezionaleelevatobuono 36.6<strong>di</strong>scretome<strong>di</strong>ocrebassoscarsonulloE35.342.537.437.137.239.136.837.236.436.136.742.4142.16 37.736.636.541.9836.641.8636.736.637.136.736.836.936.635.736.735.636.735.236.735.435.5FIUME35.7Fossa34.636.241.8235.937.635.337.241.5736.436.835.435.237.841.5842.242.536.741.5035.535.341.4137.242.444541.9835.641.3535.633.441.1941.8433.732.734.941.740.8941.632.841.7837.140.98Contarina35.8836.537.636.540.8735.134.8 35.741.6636.932.732.838.4436.1341.135.532.735.9740.6335.9537.9435.234.832.7Scolo36.136.336.737.435.7540.6140.135.4537.235.6CANALE37.5536.237.5837.6336.338.936.235.331.234.534.032.531.836.636.336.740.5340.5540.5634.737.8739.440.5335.637.335.6A D I G E34.832.536.9835.836.236.5232.540.0539.336.431.833.436.440.137.3035.435.636.333.937.1936.4IDROMETRO32.635.437.6336.335.531.935.637.3637.6734.5PONTONCELLO36.237.4134.935.334.738.935.133.935.835.534.535.936.535.434.635.333.834.834.135.934.935.435.239.236.634.939.635.5Fossa Contarina34.536.234.735.335.935.835.734.535.235.034.9Fosso35.034.935.535.134.638.837.035.3336.4FossoGenerale)REGIONE DEL VENETOCOMUNI DIS.GIOVANNILUPATOTOTAVOLA 6ZONIZZAZIONE DEL PARCOscala 1:5.000PROVINCIA DI VERONAPARCO NATURALE DI PONTONCELLOTECNICI COORDINATORIIng. Marco PietrobonDott. for. Sebastiano LucchiDott. for. Francesco VesentiniSAN MARTINO BUONALBERGOSAN GIOVANNI LUPATOTOZEVIO36.437.436.442.1100 0 100 200 Meters40.840.537.837.836.636.936.842.837.236.738.142.936.637.837.7legendaConfine parco36.636.9C.AUSETTO35.342.537.437.1zonizzazioneriserva naturale orientatazona agricola <strong>di</strong> tutelaFiume A<strong>di</strong>geWNSSCUOLAEWNS37.239.1E36.837.236.436.136.736.636.637.136.736.636.736.735.736.636.742.4142.16 37.736.541.9841.8636.736.836.935.735.635.235.435.5Fossa34.636.241.8235.937.635.337.241.5736.436.835.435.237.841.5842.242.536.741.5035.535.341.4137.242.444541.9835.641.3535.633.441.1941.8433.732.734.941.740.8941.632.841.7837.140.98Contarina35.8836.537.636.540.8735.134.8 35.741.6636.932.732.838.4436.1341.135.532.735.9740.6335.9537.9435.234.832.7Scolo36.136.336.737.435.7540.6140.1(Raccoglitore37.6331.836.735.4536.240.5634.034.735.6CANALE37.5836.636.334.540.5535.337.8737.238.937.5531.236.236.340.5332.539.440.5335.637.335.6A D I G E34.832.536.9835.836.236.5232.540.0539.336.431.833.436.440.137.3035.435.636.333.937.1936.4IDROMETRO32.635.437.6336.335.531.935.637.3637.6734.5PONTONCELLO36.237.4134.935.334.738.935.133.935.835.534.535.936.535.434.635.333.834.834.135.934.935.435.239.236.634.939.635.5Fossa Contarina34.536.234.735.335.935.835.734.535.235.035.134.937.035.035.33Generale)(Raccoglitore


44.1141.750.6S.P.(N.12)43.4746.0446.347.6VIA43.7846.147.2147.650.7VIA45.341.443.141.7641.9643.4640.539.541.51 39.540.542.739.136.136.235.134.8 35.737.8737.1937.4135.335.736.235.435.936.535.837.6737.3636.237.336.9836.5240.5334.740.5540.5640.6134.840.6337.640.8734.935.335.235.534.635.736.442.942.142.842.535.340.840.842.2042.5542.342.643.5444.6444.7341.9544.4743.442.843.5443.9444.1243.8743.3041.937.137.436.938.137.837.236.736.735.435.535.435.235.341.1935.640.8940.9832.832.732.736.737.436.636.332.540.5340.0537.3033.937.6334.734.136.635.835.935.534.633.934.534.535.436.336.432.535.834.832.531.834.035.235.532.732.832.733.741.3535.641.4136.435.935.636.737.236.936.736.636.436.436.337.937.744.0037.544.543.7944.745.546.238.637.837.336.936.936.836.636.736.636.936.841.5841.5035.736.833.437.141.636.941.134.536.740.140.131.235.333.436.434.935.338.939.634.834.934.934.533.835.931.932.635.131.835.636.438.936.336.236.336.137.9436.538.4441.6641.7841.8436.742.437.242.241.8241.5737.136.736.636.836.637.237.537.337.738.438.837.737.946.1346.346.4346.4546.7745.1146.3446.9545.5445.7947.0845.646.5246.4038.038.638.637.737.837.837.737.137.436.636.736.636.541.9837.737.641.8641.736.537.6337.5835.9735.9535.637.5536.239.436.235.635.435.536.335.635.434.735.235.435.435.239.235.235.334.739.335.539.539.335.637.235.735.535.7535.4536.1536.1336.3335.8836.2437.242.537.842.337.442.1642.4142.6436.538.138.537.937.737.837.937.837.638.638.738.638.738.646.6947.1347.9247.9340.440.138.938.738.738.138.338.442.8142.9238.742.5036.742.437.437.136.436.6136.4936.635.735.235.635.535.235.335.438.238.435.236.635.635.2 35.535.335.639.235.235.635.635.835.436.535.735.735.635.636.535.835.936.335.835.636.536.136.7937.338.137.236.937.637.842.642.642.9043.1939.138.638.343.2238.443.3343.1039.439.443.6141.343.3338.839.439.239.443.7443.9045.4944.6839.437.440.039.542.738.739.440.338.638.538.538.137.636.636.6836.636.336.635.835.835.835.435.335.435.136.135.234.9SASSEVIA4560SCUOLASCUOLA444A36.8460547.5844541.9860744.0642.87MANTOVAVIA(RaccoglitoreGenerale)VIAIVMAGGIOVIAVIACELLINIIL. DA VINCINOVEMBREXXVAPRILESCUOLAContarinaContarinaFossaPONTONCELLOFossaVERONAALBERGOALBERGOUMBERTO IP.zzaZEVIO43.21C.AUSETTOIDROMETROS.GIOVANNILUPATOTOVIAA D I G ERICAMIFICIOScoloCANALEVIATAGLIAMENTOGARIBALDITAGLIAMENTOGIARONCasseroSORIOS.PIETROFIUMEIL CASINOS.A.V.A.CENTRALEIDROELETTRICAFossaGardesanaC.DEL POZZOCIMBERLINOFiumeOSPEDALE45.2642.145.1247.846.84SCUOLA45.2445.448.147.3040.747.444.548.360643.444.38COTONIFICIO44.7245.1135.236.037.136.535.835.433.135.135.135.538.935.434.834.834.834.7634.634..6234.6434.6835.035.335.434.7734.33GordesanaCENTEGNANOLAZISETTAGAZZIVI36.435.134.635.534.935.734.9834.9035.638.834.834.9035.01Fosso35.034.935.035.234.534.6234.8934.9834.7636.034.834.673.8Fosso35.3337.034.92TAVOLA 7INTERVENTI DI PROGETTOscala 1:7.500COMUNI DIPROVINCIA DI VERONAREGIONE DEL VENETOPARCO NATURALE DI PONTONCELLOSAN MARTINO BUONALBERGOSAN GIOVANNI LUPATOTOZEVIO200 0 200 MetersNEWSArea parcoCiclabileProgettoarea attrezzatabacheca illustrativacapanno <strong>di</strong> osservazionecentro <strong>di</strong> accoglienzamiglioramento boschivoopere idraulicheparcheggiopasserella pedonalepasso volantepista ciclabileterreno coltivatotorre <strong>di</strong> osservazioneProgettoTECNICI COORDINATORIIng. Marco PietrobonDott. for. Sebastiano LucchiDott. for. Francesco Vesentini

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