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STANLEY FISH - UCLA Department of Italian

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Stanley FishPer quanto siano vari i loro temi ed argomenti, i diciannove saggiche compongono Doing What Comes Naturally si schierano tutti controla fede cieca nel «senso letterale», o contro la credenza nel potere fondante del pensiero, e quindi contro l'attività teorica stessa. Ogni capitolodi questo grosso volume, ritiene Fish, «si riduce, in ultima analisi, aduna sola tesi in cui i guai e i vantaggi della teoria interpretativa sonosciolti in un più ampio concetto della prassi». Semmai, è questo concettodi prassi che deve venire considerato «un nuovo, seppur sempre cangiante,'universale'» (Fish, 1989: ix, 26). L'ipotesi più radicale di DoingWhat Comes Naturally è l'antifondazionalismo il quale ritiene che nel'ambitodella prassi sociale l'attività teorica non ha il potere attribuitoledalla tradizione critica. Non fonda mai le basi della prassi; è invece fondatada esse. Le teorie non producono mai visioni del mondo; sono solol'immagine di quelle stesse visioni, che si sviluppano casualmente, inmodo più o meno contingente ed imprevedibile. Gli unici cambiamentiche le teorie apportano alla storia sono quelli che erano già immanentiad essa. I cambiamenti che sembrano scaturire dalle teorie, sostiene Fishnel saggio intitolato «Change», derivano invece da nuove forme diquella stessa retorica che la teoria tende a voler contrastare: abitudinilinguistiche e consuetudini interpretative. Per avere effetti diretti sullascena intellettuale, una teoria deve essere prima compresa; per esserecompresa, deve prima manifestare i principi interpretativi di chi la comprende.In questo circolo ermeneutico la concettualizzazione teoricanon è altro che frutto e razionalizzazione di quelle pratiche discorsiveche la teoria cerca di controllare. Infine, se mai una teoria riesca a convincereun pubblico, è grazie non al suo valore concettuale (politico,sociale, o morale), ma alla forza persuasiva del suo stile formale.Di conseguenza l'antifondazionalismo di Doing What Comes Naturallyequivale ad una apologia della retorica. Si potrebbe anche dire, aggiungeFish, che «l'antifondazionalismo moderno è il vecchio s<strong>of</strong>ismadiventato analitico» (Fish, 1989: 347). Il primo compito di questo s<strong>of</strong>ismaanalitico è di smascherare ogni tentativo di ribadire una lettura stabiledell'esperienza umana. Il secondo compito è di smascherare propriola tendenza opposta: quella di teorizzare un agire senza fondamenta.In «Critical Self-Consciousness, or Can We Know What We're Doing?»Fish nega perfino che la coscienza possa avere autocritica (Fish, 1989:105

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