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STANLEY FISH - UCLA Department of Italian

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Harrisonstesso. La fallacia affettiva, sostengono i New Critics, «consiste in unaconfusione fra la poesia e i suoi risultati [...] Comincia dal voler derivarelo standard critico dagli effetti psicologici di una poesia e finisce nell'impressionismoe nel relativismo. Il risultato [...] è che la poesia stessa, inquanto oggetto di giudizio specificamente critico, tende a scomparire»(Wimsatt and Beardsley, 1954: 21).Fish risponde esplicitamente a queste tesi del New Criticism nel saggiodel 1970, «Literature in the Reader: Affective Stylistics» (Fish, 1980:21-67). Egli osserva che la fissità spaziale ed obiettiva del fatto letterarioè sempre contrastata dalla variabilità temporale e soggettiva della conoscenzain cui tale fatto si attualizza. In fondo, l'esperienza letteraria nonè altro che l'esperienza di un soggetto che legge: l'insieme dei suoi processimentali, delle sue decisioni, revisioni, anticipazioni, inversioni, erecuperi nel momento in cui si appropria del testo, riga dopo riga e frasedopo frase. Qui c'è da rivalutare il concetto stesso di «significato»{meaning) del testo. Non è qualcosa che anticipa o posticipa la letturadecodificante, come se fosse indipendente dall'interpretazione. Esso èpuro evento mentale, «qualcosa che avviene al lettore, e con la sua partecipazione.Ed è questo evento, questo avvenimento [...] che [...] costituisceil significato della frase» (Fish, 1980: 25).Il senso linguistico, in altre parole, (e qui Fish fa appello alla teoriadegli atti linguistici di J. L. Austin e John Searle), è da identificarsi noncon ciò che il testo dice, ma con ciò che il testo fa. Ne consegue che laletteratura si trova nel lettore (come sostiene il titolo stesso del saggio diFish), nelle sue «graduali risposte» a «parole che si susseguono nel tempo»(Fish, 1980: 27). L'esperienza letteraria non è altro che un drammaesegetico. In questa prima fase, la teoria del reader response si distinguedalla teoria della ricezione della scuola di Costanza in quanto s'interessanon alle strategie dei testi che suscitano le cosiddette risposte del lettorequanto alle risposte stesse, soprattutto alle loro sottigliezze. Il compitodell'analisi critica non è più quello di costruire una sintesi del significatoa lettura compiuta, ma quello di mettere in chiara evidenza la rispostadettagliata del lettore. Proprio in quanto «il luogo in cui il significato{meaning) avviene [...] è la mente del lettore e non la pagina stampata»,la stilistica formale dei New Critics dovrà mutarsi in «stilistica affettiva»(Fish, cit. Tompkins, xvii).98

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