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Stanley Fishmodello di lettura - un metro di giudizio di tutte le altre letture. Ora,però, con la nozione delle numerose comunità interpretative, non c'èpiù lettura giusta, corretta o universale. Ogni lettura è valida localmente,ossia secondo le norme della comunità in cui viene fatta. I consensiemergono tra membri della stessa comunità interpretativa; i disaccordirappresentano solo le differenze che separano una comunità da un'altra.Eppure, come mostra la storia della critica, anche questi stessi dissensi«possono essere dibattuti seguendo determinati principi» (Fish,1980: 15). Il concetto delle comunità interpretative riesce quindi a dareuna spiegazione anche per quelle divergenze di lettura che emergonodalla critica formalistica.Inoltre, la nozione di interpretive communities libera la critica letterariada un'illusione pr<strong>of</strong>essionale. La critica non dovrà più cercare, comeavveniva nel primo Fish, di descrivere con esattezza l'esperienza letterariaideale. Il critico, consapevole della sua necessaria appartenenzaa una (e talvolta a molte) comunità di interpreti, dovrà abbandonare lapretesa di scoprire o seguire i principi di una lettura corretta e universale.Anzi, confesserà di non <strong>of</strong>frire altro che una sola lettura fra tante -quella appunto che si integra meglio con i suoi presupposti. L'epoca incui la critica letteraria mirava a stabilire una determinazione ermeneuticauna volta per tutte è finita. Ora i giudizi critici saranno fatti e rifatti« ogniqualvolta gli interessi e gli scopi impliciti di una comunità interpretativarimpiazzano o spostano gli interessi e gli scopi di un'altra» (Fish,1980: 16). Non cercando più di fondare la «verità» su metodi disinteressatied oggettivi, la critica diventa quella che in fondo è sempre stata:un'attività retorica e non dimostrativa. Il critico è semplicemente coluiche si arroga il diritto di ritenere giusta, « tramite mezzi politici e persuasivi(che sono poi la stessa cosa)», una particolare lettura, una letturache « se accettata, sarebbe considerata almeno per un determinato periodo,quella vera» (Fish, 1980: 16).Qui Fish mette in evidenza un paradosso. Non potendo eludere il sistemadi presupposti sociali, politici e culturali da cui è determinata, ognilettura non potrà che prendere una posizione, presentandosi come se fossequella vera in assoluto. Anche se riconosciamo che i nostri presuppostisono epistemologicamente «deboli» o relativi, ritìene Fish, non potrem<strong>of</strong>are a meno di promuoverli retoricamente (Fish, 1989: 18-21). Anzi, può103