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STANLEY FISH - UCLA Department of Italian

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Harrisonsponse del primo Fish (Fish, 1980: 14). D'ora in poi sia l'obiettività chela soggettività del significato dovranno sparire come argomenti nellamisura in cui il fondamento dell'autorità interpretativa» è ravvisabile,allo stesso momento, in entrambi e in nessuna dei due», ravvisabile,cioè, nel patrimonio linguistico che inquadra sia l'oggetto dello studio(la letteratura) sia il modo in cui viene studiato (le modalità della lettura)(Fish, 1980: 14). In quanto sparisce la struttura diadica su cui poggianole distinzioni tradizionali del discorso critico - linguaggio scientificoe linguaggio emotivo, descrizione e interpretazione, scrittura e lettura,forma e contenuto — una critica che si concentra sul reader responsediventa non meno incoerente di quella che si concentra sullemodalità stilistiche e formali (Fish, 1980: 246-67).Eppure, con questo appello alle tradizioni linguistiche che reggonola lettura, il decentramento dell'autorità interpretativa effettuato da Fishnon corre mai il rischio dell'indeterminatezza e dell'«indecidibilità» [undecidability]del senso come nel caso della critica di stampo decostruzionista.Rispondendo al timore di molti critici che la perdita del concettosia di testo che di lettore implichi un'assenza di criteri interpretativi,Fish distìngue la sua teoria dell'interpretazione da «una certa caratterizzazione(in verità una caricatura) della posizione poststrutturalista oderridiana» (Fish, 1980: 268). Proprio in quanto il senso è sempre giàcontestualizzato in sistemi comuni di interesse, di scopi, e di modalitàdiscorsive, esso ha sempre un carattere determinato e decifrabile. Rifacendosidi nuovo alla speech act theory di Austin e Searle, Fish ribadisceil fatto che nessuna frase può avere senso al di fuori delle circostanzepratico-discorsive in cui viene espressa. Per quanto possano cambiare icostumi e gli usi linguistici, nessun cambiamento produrrà mai un'assenza«delle norme, degli standards, e delle certezze» che temiamo diperdere (Fish, 1980: 268). Sia i consensi che i disaccordi ermeneutici sarannosempre regolati.La paura dell'indeterminatezza del senso è, dunque, in verità, solouna paura del convenzionalismo relativistico. Se il senso non è mai decifrabilein modo autonomo e universale, non esiste più nessuna letturaunica e corretta. Ecco il passo decisivo compiuto tramite la sostituzionedella nozione di informed reader con quella dell'autorità della comunitàinterpretativa. Il concetto del lettore informato proponeva almeno un102

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