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Piccoli comuni obiettivo rilancio - La Rocca - il giornale di Sant ...

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<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>la pièBianchen…<strong>il</strong> pasqualotto <strong>di</strong> RivolpaioMarzo / Apr<strong>il</strong>e 2007Non è ancora estinto del tutto,nelle colline <strong>di</strong> Sarsina (e <strong>Sant</strong>’Agata),l’allegro canto dellaPasquella. Nella notte dell’Epifania sparutigruppi <strong>di</strong> buontemponi bussano,spesso inattesi, alle case vicine per riproporrei brandelli dell’antico messaggioaugurale.«<strong>La</strong> pasquela la ven ogni an… ». Questimoderni pasqualotti, che si spostano inmacchina e, oltre all’organino, s’accompagnanocon strumenti più alla modaquali cornette e saxofoni, sono accolticon commovente nostalgia dai vecchi econ gioioso stupore dai giovani.«Siam venuti a darvi nova…». <strong>La</strong> canzonettatelevisiva si spegne ed è lasciatagirovagare fra le antenne del tetto, unavolta tanto, come la befana. Pastori e remagi s’affollano nel canto per urlare, insiemea quel «ricciolino <strong>di</strong> Gesù Bambino»,la «bona pasquela».«Da lontano abbiam saputo / che <strong>il</strong> maialmazzato avete…». E <strong>il</strong> momento godereccio.Dal cielo si ritorna frettolosamentein terra per le ricercate gioiedella… carne, e <strong>il</strong> Natale cede <strong>il</strong> postoal carnevale, nella logica della canzone.L’invocata sposa, «bianca e rossa comeuna rosa», imban<strong>di</strong>sce la tavola per ungeneroso rinfresco, mentre l’an<strong>di</strong>rivienidei boccali si fa frenetico, come glistornelli che s’improvvisano giulivi, e ledanze che si accendono con le donne <strong>di</strong>casa.«Ringraziamo, signor padrone…». Dopo<strong>il</strong> saluto <strong>di</strong> commiato, urlato più omeno forte secondo i bicchieri scolatie dei «doni» ricevuti, si riparte veloci.Altre case, molte altre case sono ancorada visitare (e da…godere), nella lunganotte della Pasquella. (…).Il 6 gennaio 1976, a quella specie <strong>di</strong>«festival della pasquella» che si è tenutanella vicina <strong>Sant</strong>’Agata Feltria, per iniziativadella locale Pro-Loco (presiedutadall’attivissimo Dott. Amedeo Ciuffetti),ben cinque gruppi <strong>di</strong> pasqualotti,che nella notte avevano portato la tra<strong>di</strong>zionalecanzone negli sparsi casolari,sono stati applau<strong>di</strong>ti e premiati.Ospite d’onore, festeggiatissimo, è statol’ottuagenario Adamo Bianchi, dettoBianchen che ha cantato, solitario, laPasquella dei …morti (una novità assolutaper la Romagna).Bianchen si è mostrato meravigliatodell’interessamento alla sua pasquellaanche quando, con l’aiuto dell’amicoPinetto Giorgi, sono andato a visitarlonella sua casa-osteria <strong>di</strong> Rivolpaio, doveDon MarellaGigi Amantini e Valerio Pacivive, a 10 km. da <strong>Sant</strong>’Agata e ai confiniparrocchiali <strong>di</strong> Pagno. «<strong>La</strong> vera pasquelal’è la mia» egli <strong>di</strong>ce orgoglioso «perché èdestinata alle anime del purgatorio! ». Ela <strong>il</strong>lustra, ancor prima <strong>di</strong> cantarla intornoal camino, fra i clienti, col quartinoin mano, che guardano <strong>di</strong>vertiti.Suo suocero, nativo <strong>di</strong> Fragheto (Casteldelci),gl’insegnò intorno al 1923 le«stanze» (la parola è sua), leggendole daun antico manoscritto; ed egli, analfabeta,le memorizzò cantandole per cinquant’anninelle terre <strong>di</strong> <strong>Sant</strong>’Agata e <strong>di</strong>Sarsina.Il canto, nella cornice festosa della giocondapasquetta, rievocava i travaglidelle anime purganti e invitava «chi hapadre, madre, fratelli e parenti» a «rinfriscar»le povere anime «che stanno inquelle fiambe tormentate», con Messe eComunioni propiziatorie.All’alba del 5 gennaio Bianchen partivada Rivolpaio solitamente con altritre compagni, uno dei quali suonaval’organino, per raggiungere via via, concanti e suoni, le case <strong>di</strong> Rosciano, Pagnoe Ca’ Piccioni. Il viaggio, che prevedeva<strong>il</strong> pernottamento nell’ospitale Pagno, siconcludeva nella tarda serata del 6 gennaio.Le mangiate e le bevute, lungo <strong>il</strong>percorso, non si contavano e spesso avvenivanoin compagnia, nella notte, coipasqualotti «regolamentari» incontrati;abbondanti erano pure le offerte perrealizzare una straor<strong>di</strong>naria «befana <strong>di</strong>preghiere» ai defunti. Il ricavato, infatti,veniva scrupolosamente consegnatoal parroco <strong>di</strong> San Vitale-Rivolpaio cheprovvedeva ad officiare un congruo numero<strong>di</strong> Messe <strong>di</strong> suffragio.C’era chi sosteneva, anni or sono, <strong>il</strong> riciclaggio«offerte-Messe» nelle singoleparrocchie; ma <strong>il</strong> nostro Bianchen, forte<strong>di</strong> una lettera credenziale ottenuta dall’alloravescovo <strong>di</strong> Sarsina, continuò a«priv<strong>il</strong>egiare» <strong>il</strong> proprio parroco.Ora, Bianchi, sfoggia una voce eccezionalmentevigorosa, da stor<strong>di</strong>re <strong>il</strong> magnetofono,ma le gambe non gli permettono<strong>di</strong> infangarsi lungo le strade, comevorrebbe, per gettare manciate d’allegrianell’oscuro regno del pianto. Ricorda lamoglie, morta da poco, e canta, cantasenza fine, le «stanze» della sua pasquella.I clienti, ormai abbandonati, armeggianoda soli fra i bottiglioni. Stasera sibeve gratis come…nelle festose nottidell’epifania!Sul trave, l’«uovo dell’Ascensione» (<strong>il</strong>mistico parafulmine della credenza popolare)ha <strong>il</strong> suo daffare coi… «tuoni»improvvisi <strong>di</strong> un chiassoso ubriaco.Segue a pag. 7

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