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Prof. Enrico Morini - diocesi.rimini.it

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senso estensivo la sua semantica di “estranei” all’ecumene romano-cristiana, alloracoincidente con lo spazio dell’impero. Consiste precisamente in questo la giurisdizioneiperoria – letteralmente “oltre i confini” – rivendicata dal patriarcato ecumenico, cioèl’esclusiva della cura pastorale di tutti gli ortodossi viventi al di fuori dell’alveo storico egeografico dell’Ortodossia. In virtù di essa si sono poste sotto l’omophorion – cioè l’ampiopallio episcopale – del patriarca ecumenico, vale a dire sotto la sua giurisdizione, singolecomun<strong>it</strong>à di Ucraini, Carpato-ruteni ed Albanesi in America, e di Russi nell’Europaoccidentale, questi ultimi riun<strong>it</strong>i dal 1931 in un arcivescovato con sede a Parigi (esarcatodal 1999). Sempre in virtù di essa la Metropoli ortodossa d’Italia e di Malta, Esarcato delpatriarcato ecumenico per l’Europa meridionale, ha destinato sue parrocchie alla curapastorale di fedeli ortodossi anche di altre nazional<strong>it</strong>à, come slavi e romeni, nonostante lapresenza sul terr<strong>it</strong>orio delle rispettive giurisdizioni ortodosse dei paesi di provenienza.Altre componenti etnico-linguistiche dell’Ortodossia, pur essendo tutte Chiesefiglie di Costantinopoli, non condividono questa interpretazione estensiva dellagiurisdizione del patriarcato ecumenico e, di conseguenza, hanno creato una strutturagerarchica per i propri fedeli viventi nella diaspora, determinando così la vistosaanomalia canonica di una sovrapposizione terr<strong>it</strong>oriale di diverse gerarchie ortodosse, inflagrante violazione del principio, autorevolmente sanc<strong>it</strong>o dai primi concili, di un solovescovo in ogni c<strong>it</strong>tà (canone 8 di Nicea) e di un solo metropol<strong>it</strong>a in ogni provincia(canone 21 di Calcedonia). L’esuberanza del sentire in termini di nazional<strong>it</strong>à ha infattiprodotto un’impropria dilatazione dei confini della Chiesa particolare, concep<strong>it</strong>i non piùin termini terr<strong>it</strong>oriali, ma in un’inus<strong>it</strong>ata accezione esclusivamente etnica, come se unagiurisdizione ecclesiastica dovesse modellarsi sul terr<strong>it</strong>orio secondo il disporsi nellospazio geografico dei propri fedeli, sovrapponendosi pertanto ad altre giurisdizionirelative a fedeli ortodossi, ma di stirpe diversa.Giustamente preoccupati per questa palese violazione dell’ordinamento canonico,i gerarchi ortodossi cercano da tempo una soluzione, resa estremamente difficile dalladuplice esigenza di contemperare le prerogative di Costantinopoli con l’aspirazione delleChiese particolari a non perdere la giurisdizione sui propri fedeli emigrati all’estero.Nell’ottobre 2008 i Primati di tutte le Chiese ortodosse, convocati a Costantinopoli dalpatriarca ecumenico, hanno deliberato, su proposta di quest’ultimo, di investire dellaquestione una Conferenza panortodossa da convocarsi nell’anno successivo. Questa,riun<strong>it</strong>asi nel giugno 2009 – nell’amb<strong>it</strong>o delle conferenze panortodosse preconciliari, cioèpreparatorie del Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa –, a Chambésy, inSvizzera, presso il Centro ortodosso del patriarcato ecumenico, ha deciso all’unanim<strong>it</strong>àdi ist<strong>it</strong>uire nei terr<strong>it</strong>ori della diaspora Conferenze episcopali nazionali, che riuniscano ivescovi di tutte le Chiese ortodosse presenti sul terr<strong>it</strong>orio, sotto la presidenza del piùanziano dei gerarchi afferenti al patriarcato di Costantinopoli, secondo il modello giàsperimentato in America con la Conferenza permanente dei vescovi ortodossi inAmerica. Si tratta di una soluzione necessaria per manifestare l’un<strong>it</strong>à dell’Ortodossia,utile ed efficace per risolvere i problemi pastorali determinati dalla plural<strong>it</strong>à digiurisdizioni, ma ancora ben lontana dal sanare l’incongruenza canonica dellasovrapposizione terr<strong>it</strong>oriale delle medesime.Oggi tuttavia l’un<strong>it</strong>à ortodossa potrebbe sembrare compromessa, ben più che daquesto contenzioso riguardante i dir<strong>it</strong>ti di giurisdizione sulla diaspora, da profondedivers<strong>it</strong>à di vedute che, oltre a dividere le diverse componenti etnico-linguistichedell’Ortodossia, hanno tracciato una linea di demarcazione all’interno della stessaOrtodossia greca, contrapponendo – anche se non formalmente, tuttavia sostanzialmente– la Chiesa figlia di Grecia alla Chiesa madre di Costantinopoli. Si tratta essenzialmentedi una diversa valutazione in generale delle implicazioni teologiche e canoniche del7

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