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Confermato il sindaco Polidori - La Rocca - il giornale di Sant'Agata ...

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Maggio/Giugno 2004<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>STORIA<strong>La</strong> misteriosa tomba<strong>di</strong> SvevaNell’Alta Val Marecchia, più omeno a metà strada traNovafeltria e Pennab<strong>il</strong>li, c’èun’antica chiesa del Quattrocento,s<strong>il</strong>enziosa custode <strong>di</strong> una splen<strong>di</strong>daMadonna in ceramica <strong>di</strong> Luca DellaRobbia e dei resti <strong>di</strong> un’altra“Madonna” molto più misteriosa.Posta su <strong>di</strong> un piccolo declivio fra ungruppo <strong>di</strong> case, la chiesa <strong>di</strong> SantaMaria D’antico è datata 1484, ma <strong>il</strong>suo aspetto esterno in conci <strong>di</strong> pietra,soprattutto la facciata con <strong>il</strong> bel rosonetipicamente gotico (anche se qui èattribuito allo st<strong>il</strong>e Romanico, forsetardo, e datato XIII sec.), la lunettascolpita in pietra arenaria - raffigurantela Vergine che bene<strong>di</strong>ce e proteggesotto <strong>il</strong> suo mantello i soldati - come <strong>il</strong>bel portale su cui è posta (anche sedatati XV secolo) fanno pensare all’esistenza<strong>di</strong> una chiesa ancora più antica,ingran<strong>di</strong>ta e rimodernata verso lafine del XV secolo. Qui nasce la leggendache la vuole innalzata dal conteGian Francesco Oliva, signore <strong>di</strong> quelleterre, in onore della sua amata <strong>di</strong>cui custo<strong>di</strong>rebbe le spoglie.Si narra che <strong>il</strong> giovane conte avesseuna relazione con una donna <strong>di</strong> nomeSveva (pare una cognata) <strong>di</strong> cui eramolto innamorato, tanto da non riuscirea rassegnarsi alla sua prematurae improvvisa morte, avvenuta in unanevosa notte <strong>di</strong> febbraio.Cadeva fitta la neve quella notte e legrida <strong>di</strong>sperate del conte squarciavano<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio calato sul paese d’Antico(oggi Santa Maria <strong>di</strong> Maiolo). Gli abitanticorsi fuori dalle case si recaronoal castello per rendersi conto dell’accadutoe vi trovarono <strong>il</strong> loro signorein lacrime, straziato sopra <strong>il</strong> corpoormai senza vita dell’amata Sveva.Piangeva e urlava <strong>di</strong>sperato <strong>il</strong> conte enon si rassegnava a quella per<strong>di</strong>ta.Andò avanti per ore, finché a mezzanotte,un giovane e misterioso messaggerosuggerì al giovane feudatario<strong>di</strong> re<strong>di</strong>mersi da tutti i suoi peccati eglorificare questo grande amore innalzandoun tempio sacro alla VergineMaria come tomba per la poveraSveva. Così fu detto, ed ecco la chiesa<strong>di</strong> Santa Maria de<strong>di</strong>cata alla BeataVergine del Carmine, nel cui presbiterioin perfetto st<strong>il</strong>e brunelleschiano,<strong>di</strong>etro all’altare <strong>di</strong> pietra, è posta lapreziosa Madonna delle Grazie conBambino del Della Robbia (uno degliartisti che lavorò nel TempioMalatestiano <strong>di</strong> Rimini).Costruita nel 1484, ma consacrata nel1509 e restaurata nel 1908, in questapiccola e affascinante chiesa dall’esternome<strong>di</strong>evale e l’interno cinquecentesco,non c’è traccia però dellapresenza <strong>di</strong> Sveva. Nessun segno.Niente tomba. Né un’iscrizione, unastatua, una lapide, un <strong>di</strong>pinto... Si <strong>di</strong>ceche in uno dei trentasei rosoni in stuccoche decorano <strong>il</strong> soffitto a cassettonidel presbiterio Cinquecentesco, siaraffigurata un’immagine <strong>di</strong> donna...beato chi l’ha vista, perché io no.In compenso, si <strong>di</strong>ce anche, a completarela leggenda, che nelle notti <strong>di</strong>febbraio quando nevica e spira la gelidatramontana, vicino alla chiesaappare una can<strong>di</strong>da ombra gemente echina come su una tomba, finché s’allontanalentamente sull’aspro sentieroche sale verso <strong>il</strong> monte. In cerca <strong>di</strong>quella pace che mai trovò.<strong>La</strong>ra Fabbri(Tratto da Ariminum n. 3 - 2004)Igea Marina1956Prima f<strong>il</strong>a in basso,abbiamo riconosciuto:Wally D’Orazio,Eva Mariani(grazie per la foto),Anna Dorazi,Gugliemina Rossi,Anna Bettini.Seconda f<strong>il</strong>a:Elvina Ciccioni,Carla Cerbara,Anna Sartini,Paola Ricci,Li<strong>di</strong>a Sampaoli (?)Terza f<strong>il</strong>a:Maria Marani, Sabba,Piacenti, AlbarosaCinarelli, Lina Ciccioni11

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