Kitesoul Magazine #8 Italian Edition

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ITW
Simone Borgi - Snowkite
KS_Quando e come hai iniziato a praticare
snowkite?
SB_Pratico kite surf dal 2002, l’anno seguente
mi sono recato al Col du Lautaret (uno dei templi
mondiali dello snowkite) in concomitanza del
Winter Tour, il campionato del mondo di snowkite
dell’epoca. Quel giorno ho visto Chasta fare cose
incredibili con il suo kite in montagna, ho subito
capito che quello era lo sport che faceva per me,
avevo già fatto alcuni sporadici tentativi, ma dalla
stagione seguente, mi sono dedicato più intensamente
e ho iniziato a frequentare il Colle, qui gravita
gran parte della scena mondiale. Dopo qualche
stagione ho raggiunto un buon livello grazie
anche alla possibilità di girare con molti campioni
Francesi, che sono poi diventati ottimi amici e
compagni di avventure, loro sono stati un’ispirazione
per me..
KS_I tuoi materiali, la loro affidabilità, e i controlli
necessari in montagna…
SB_Uso kite foil Ozone da sempre, il modello
Summit per venti medio-leggeri e il Frenzy per
venti forti, un kite a cassoni, in montagna, è molto
più performante di un kite gonfiabile, vola con
poco vento e ti permette di muoverti in vento leggero
con una forte trazione, è molto più pratico
in quanto, arrivati in cima alla montagna, si può
chiudere in pochi minuti e essere riposto nello
zaino per godersi la discesa in neve fresca.
Inoltre è più affidabile poiché il brigliaggio di un
kite foil distribuisce meglio le forze in gioco e
non ci si affida solo a quattro cavi. In montagna,
quando si salta da pendio, si possono raggiungere
facilmente altezze di 50-80 metri con hangtime
oltre il minuto, quindi è fondamentale avere
attrezzatura sicura. Controllo spesso lo stato di
usura delle briglie dello speed system e delle linee
e le sostituisco dopo 30 uscite. Al tradizionale
trapezio a fascia s’integra un imbrago da arrampicata
con relativo moschettone, al quale si
collega il chicken loop e poi ci si attacca al gancio
del trapezio, questo sistema è molto resistente…
Al riguardo vorrei lanciare un appello, chi si avvicina
a questo sport non deve cercare di imitare i
rider esperti in questa pratica di volo in quanto è
il frutto di anni di esperienza e allenamento e può
risultare molto pericoloso se le cose dovessero
andare male, i materiali sono resistenti, ma non
fatti per volare a quelle altezze, le persone devono
essere attratte dal lato freeride dello snowkite
ovvero dalla possibilità di esplorare le montagne
con la sola trazione dell’aquilone.
Per quanto riguarda la tavola collaboro con Pogo
snowboard, un’azienda tedesca, sono molto fiero
di aver sviluppato con loro una delle poche tavole
custom sul mercato, appositamente studiata per
lo snowkite, il modello si chiama Ikarus ed è un
grande twin tip, largo in centro, con una sciancratura
poco pronunciata, perfetta per navigare
su neve soffice e compatta, e c’è la possibilità di
personalizzarla nelle dimensioni e di avere anche
una versione splitboard divisibile per le escursioni
backcountry.