n. 80 Aprile 2013
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informazione tecnica<br />
popolazioni di nematodi fitoparassiti può causare quella che<br />
viene definita “stanchezza del terreno” imputabile proprio alla<br />
elevata presenza di alcuni generi di nematodi particolarmente<br />
aggressivi. La pericolosità di alcuni di essi risiede anche nella loro<br />
capacità di essere degli efficienti vettori di virus.<br />
Scopi della ricerca sono stati quelli di determinare la diffusione<br />
delle popolazioni di nematodi fitoparassiti in impianti di piccoli<br />
frutti in vari areali piemontesi, di individuare eventuali associazioni<br />
virus-nematode vettore nonché le virosi presenti, di valutare<br />
quali tra i protocolli di diagnosi molecolare attualmente<br />
disponibili consentano un miglioramento realistico della precisa<br />
identificazione dei gruppi tassonomici più impegnativi oggetto<br />
di studio. Per conseguire tali scopi, nei tre degli appezzamenti<br />
considerati più rappresentativi per l’elevata presenza di nematodi<br />
fitoparassiti, si è effettuato mensilmente il prelievo del terreno<br />
e le conseguenti analisi al fine di accertare anche la dinamica<br />
delle popolazioni di nematodi fitoparassiti.<br />
I nematodi fitoparassiti del genere Pratylenchus , reperiti in numero considerevole,<br />
possono essere causa del deperimento dei piccoli frutti.<br />
Pianta di lampone con sintomi di deperimento nella cui rizosfera è stato ritrovato<br />
un numero considerevole di nematodi fitoparassiti.<br />
Materiali e metodi<br />
Nel corso della stagione vegetativa, in base a segnalazioni di<br />
tecnici operanti sul territorio, sono stati prelevati campioni di<br />
terreno e di materiale vegetale da appezzamenti di piccoli frutti<br />
collocati nelle principali aree produttive della regione situate nelle<br />
province di Cuneo e Torino.<br />
Il terreno è stato prelevato con carotatore in diversi punti dell’appezzamento<br />
in modo da ottenere un campione rappresentativo. Il<br />
prelievo è sempre avvenuto in prossimità della rizosfera. Ogni campione<br />
era costituito da circa 1 kg di terreno; esso veniva posto in<br />
un contenitore refrigerato immediatamente dopo il prelievo con lo<br />
scopo di preservare la nematofauna presente. I campioni di materiale<br />
vegetale sono stati analogamente refrigerati alla raccolta.<br />
Le analisi sono state effettuate su 250 cc di terreno setacciato<br />
per eliminare lo scheletro più grossolano. L’estrazione dei nematodi<br />
dal terreno è avvenuta utilizzando il metodo del travaso<br />
di Cobb, che sfrutta la differente dimensione e il diverso peso<br />
specifico dei nematodi e delle particelle di terreno.<br />
Nei laboratori del Settore fitosanitario di Torino (SFR) con la collaborazione<br />
dell’Istituto per la Protezione delle Piante, Consiglio<br />
Nazionale delle Ricerche (CNR) di Bari, sono stati utilizzati protocolli<br />
di diagnostica molecolare per consentire una tipizzazione dei<br />
nematodi isolati, valutando le metodiche dal punto di vista della<br />
“fattibilità” e delle esigenze specifiche dei laboratori fitodiagnostici.<br />
Poiché le conoscenze di tassonomia molecolare risultano in<br />
continua evoluzione, il punto di partenza è stato l’adattamento<br />
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