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ORIGINI E CENNI BOTANICI<br />
Il <strong>mango</strong> ha origine ai piedi dell’Himalaya, sul versante<br />
indiano. Appartiene al genere Mangifera, che è composto<br />
da circa 30 specie di alberi da frutto tropicali della famiglia delle<br />
Anacardiaceae. India e Cina attualmente sono i maggiori<br />
produttori mondiali. In Italia si trova qualche coltivazione<br />
nel meridione, in particolare in Sicilia. È un frutto molto antico, si<br />
presume che venisse coltivato già 6000 anni fa. La sua esistenza<br />
è documentata negli scritti indù risalenti al 4000 a.C., in particolare<br />
dai monaci buddisti che erano dediti alla sua coltivazione. Il<br />
<strong>mango</strong> è considerato da quelle popolazioni del sud-est asiatico<br />
un frutto sacro, perché si diceva che il Buddha stesso meditasse<br />
sotto un albero di <strong>mango</strong>. I suoi semi viaggiarono a partire circa<br />
dal 300 o 400 d.C.<br />
I portoghesi, sbarcati a Calcutta nel 1498, furono i primi a stabilire<br />
un commercio di <strong>mango</strong>, mentre gli esploratori spagnoli portarono<br />
questo frutto in Sud America e Messico nel 1600. Il Mango,<br />
oggi, è un ingrediente fondamentale nelle cucine di tutti i paesi<br />
tropicali e subtropicali.<br />
L’albero del Mangifera Indica è un sempreverde vigoroso che può<br />
raggiungere dimensioni elevate (arriva fino a 40 metri, in clima<br />
tropicale), con un apparato radicale importante che permette un<br />
ancoraggio ottimale anche in terreni particolarmente siccitosi.<br />
La corteccia è liscia, di color grigiastro, rugosa e ricca di canali<br />
resiniferi. Nella zona apicale dei rami si possono trovare le foglie,<br />
che sono perenni, lunghe dagli 8 ai 40 cm con forma oblunga o<br />
lanceolata munita di lamina coriacea con le due estremità acute.<br />
Le foglie sono di un colore verde intenso nella pagina superiore e<br />
verde pallido in quella inferiore, il peziolo è lungo 1 - 1,5 cm.<br />
Generalmente sono le gemme terminali dello stelo a dar luogo<br />
all’infiorescenza, ma talvolta capita che siano anche le gemme<br />
ascellari. L’infiorescenza, che ha una forma a pannocchia situata<br />
in posizione apicale, dà luogo a numerosi fiori (sono centinaia<br />
per pannocchia), i quali sono costituiti ciascuno da 5 sepali<br />
e 5 petali. Coesistono contemporaneamente sia fiori ermafroditi<br />
(con 4-5 stami) che fiori seminiferi (il cui stame funzionante è uno),<br />
con una predominanza di fiori maschili, anche se ciò varia molto<br />
a seconda della cultivar.<br />
Fiore ermafrodita: è piccolo (circa 5 - 10 mm di diametro),<br />
pentamero, con i petali di colore bianco-rosati, e i sepali di colore<br />
verde. Possiede un solo stimma funzionale, quattro stami e un<br />
ovario unicellulare collegato al disco nettario.<br />
Fiore maschile: È strutturalmente simile al fiore ermafrodita,<br />
con l’assenza dell’ovario.<br />
Fiore femminile: Il gineceo (apparato sessuale femminile) è<br />
composto da un ovario con una sola cellula e da uno stilo curvo.<br />
I numerosi fiori raggiungono lo stadio completo dopo 25-30 giorni<br />
dall’inizio della fioritura, ma solo pochi diverranno frutti maturi.<br />
Pur essendo una pianta auto-fertile, quindi in grado di produrre<br />
frutti senza impollinazione incrociata, quest’ultima è favorita da<br />
alcuni insetti pronubi. L’impollinazione è di tipo entomofila.<br />
Il frutto è una drupa ovoidale rotonda o oblunga, con un mesocarpo<br />
carnoso e succoso.<br />
Possiede un solo seme, che si presenta come un grosso nocciolo<br />
tondeggiante, che può essere monoembrionico o poliembionico,<br />
racchiuso in un endocarpo duro, con fibre che si estendono nella<br />
polpa. Il seme separato dal frutto mantiene la sua germinabilità<br />
per non più di due settimane. Per quanto riguarda il frutto, esiste<br />
una certa variabilità dal punto di vista del colore, della forma e<br />
dimensione in base alla cultivar. L’epicarpo (lo strato più esterno) è<br />
di colore verde – amaranto prima della maturazione per poi virare<br />
sul giallo e verde mentre il mesocarpo può avere diverse tonalità<br />
di giallo che si avvicinano spesso al giallo intenso. La polpa è particolarmente<br />
carnosa, con la consistenza simile a quella di una<br />
pesca, con presenza di filamenti dati dalle fibre che partono dal<br />
nocciolo, ove la quantità dipende sia dal tipo di cultivar sia dalla<br />
qualità delle acqua d’irrigazione.<br />
PAESI PRODUTTORI<br />
Il <strong>mango</strong> è coltivato nella maggior parte dei paesi<br />
con climi subtropicali e tropicali, quindi dove c’è un<br />
clima più caldo e al riparo dal gelo.<br />
N/25