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NUTSPAPER ananas mango LOall

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Tabelle ufficiali USDA relative alla descrizione dei danni sul <strong>mango</strong><br />

AVVERSITÀ<br />

Le due principali malattie del <strong>mango</strong> sono l’antracnosi e la<br />

macchia nera batterica.<br />

Attacchi fungini<br />

Attualmente in commercio sono presenti numerosi agro farmaci<br />

che agiscono efficacemente contro i principali patogeni fungini,<br />

tuttavia il loro impiego sulla coltura non è ancora consentito in<br />

Italia. Validi risultati possono sortire, invece, razionali trattamenti<br />

coprenti a base di prodotti rameici, in grado di limitare nuove infezioni<br />

di patogeni batterici e fungini.<br />

Antracnosi (Colletotrichum gloeosporioides)<br />

È una malattia causata dal fungo Colletotrichum gloeosporioides,<br />

la più diffusa e dannosa a livello mondiale. Tale malattia può colpire<br />

anche il 100% dei frutti prodotti in ambienti da clima umido a<br />

molto umido e le varie cultivar possono essere più o meno sensibili.<br />

Le spore del fungo vengono prodotte in abbondanza in acervuli<br />

provenienti da tessuti morti (rametti e foglie soprattutto, ma<br />

anche infiorescenze mummificate e sepali dei fiori) poi vengono<br />

trasportati dalle piogge durante l’anno e così facendo infettano<br />

tutti i tessuti dell’ospite, sia la struttura della pianta che le foglie<br />

ma in particolare infiorescenze e frutti.<br />

Le foglie più giovani vengono attaccate portando a defogliazione.<br />

Sul fogliame, inizialmente appaiono piccole macchie scure che<br />

poi si fondono insieme andando a formare una chiazza irregolare,<br />

con lesioni secche.<br />

L’infezione dei fiori invece dipende da temperatura e umidità superficiale.<br />

L’infezione si manifesta anche qui con macchie nere ad<br />

aree irregolari, che riducono le funzioni vitali della pianta. In caso<br />

di pioggia durante la fioritura, l’antracnosi provoca gravi segni di<br />

ruggine sul fiore che può distruggere le infiorescenze (pannocchie<br />

di fiori).<br />

Sul frutto, la malattia rimane dormiente durante la stagione di<br />

crescita (al massimo possono comparire piccole macchie brune<br />

sui frutti ancora verdi, in prossimità del peduncolo) poi quando il<br />

<strong>mango</strong> comincia a maturare si formano macchie a livello superficiale<br />

che si ingrandiscono mano a mano, diventando infossate.<br />

Pertanto, i frutti apparentemente sani o con piccole lesioni al momento<br />

della raccolta, possono sviluppare gravi infezioni durante le<br />

fasi di conservazione e commercializzazione. Successivamente,<br />

macchie di spore crescono sul tessuto infetto, con colori variabili<br />

dal rosa salmone al marrone scuro: l’umidità elevata è un fattore<br />

predisponente a tale condizione. In certi casi, i tessuti carnosi<br />

in corrispondenza delle lesioni possono sviluppare un marciume<br />

molle. I trattamenti in campo con sali cuprici e acuprici, soprattutto<br />

in condizioni di elevata umidità, devono essere condotti in<br />

modo da assicurare una copertura quasi costante dalla fioritura,<br />

fino a poche settimane prima della raccolta. Inoltre i trattamenti<br />

con fungicidi benzimidazolici ad attività eradicante (Benomyl o<br />

Tiobendazolo), ove le legislazioni lo consentano, risultano efficaci<br />

anche contro Lasiodiplodia teobromae, agente del Stem–end rot<br />

del <strong>mango</strong>.<br />

Dopo la raccolta si può invece intervenire mediante immersione<br />

dei frutti in acqua calda e, se consentito, in soluzioni di fungicidi<br />

impiegati anche in pre-raccolta, ad azione protettiva ed eradicanti<br />

(Prochloraz). Per i trattamenti post raccolta non bisogna in<br />

generale mai superare i 55°C per 5 minuti, consigliati 50-55°C<br />

per 3-15 minuti.<br />

N/35

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