syndicom rivista N. 1 - I forzati della rete
syndicom rivista 1/17
syndicom rivista 1/17
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>syndicom</strong><br />
N. 1 Settembre–Ottobre 2017<br />
<strong>rivista</strong><br />
I <strong>forzati</strong><br />
<strong>della</strong><br />
<strong>rete</strong>
Pubblicità<br />
Sommario<br />
4 Team vincenti<br />
5 Brevi ma utili<br />
6 Dalla parte degli altri<br />
7 L’ospite<br />
8 Dossier: Crowdworking<br />
16 Dalle professioni<br />
19 Corrieri verso il CCL<br />
22 Politica<br />
24 Diritto e diritti<br />
25 Mille parole<br />
26 Idee<br />
28 Eventi<br />
30 Al lavoro, una vita<br />
31 Cruciverba<br />
32 Inter-attivi<br />
Risparmiate<br />
sul premio fino al<br />
10 %<br />
Care lettrici, cari lettori,<br />
Vi diamo il benvenuto alla prima edizione <strong>della</strong><br />
nostra nuova <strong>rivista</strong> di <strong>syndicom</strong>. D’ora in poi,<br />
uscirà ogni due mesi e approfondirà sempre un<br />
argomento di attualità che sta a cuore al nostro<br />
sindacato. In questo primo numero cerchiamo<br />
di far luce sulle forme di lavoro che acquisiscono<br />
un’importanza sempre maggiore nel contesto<br />
<strong>della</strong> digitalizzazione.<br />
Si tratta del «crowdworking» e <strong>della</strong> «sharing<br />
economy», l’economia <strong>della</strong> (apparente) condivisione.<br />
I freelance, molti dei quali sono organizzati<br />
da tempo a <strong>syndicom</strong>, conoscono molto<br />
bene i tranelli del libero mercato.<br />
In qualità di sindacato siamo riusciti a imporre<br />
delle regole universalmente ricono sciute, almeno<br />
in ambito mediatico: servono salari minimi,<br />
prestazioni sociali, indennizzi per l’infrastruttura.<br />
Inoltre, <strong>syndicom</strong> chiede anche una certificazione<br />
delle piattaforme e chiare norme per i<br />
committenti che impiegano questi crowdworker,<br />
i nuovi «<strong>forzati</strong> <strong>della</strong> <strong>rete</strong>».<br />
Affinché le nuove forme lavorative abbiano un<br />
futuro e non aprano invece le porte a una precarizzazione<br />
di larghe fasce di popolazione.<br />
Perché progresso in primo luogo non significa<br />
massimizzazione globale dei profitti per pochi,<br />
bensì far stare meglio tutti!<br />
5<br />
8<br />
19<br />
Vi auguriamo buona lettura e ci rallegriamo fin<br />
d’ora dei vostri commenti.<br />
Nina Scheu<br />
Una cassa malati online semplice e una consulenza personalizzata?<br />
In qualità di membri <strong>syndicom</strong> le riceve<strong>rete</strong> tutte e due, ma<br />
spendendo molto meno. Per cambiare cassa malati bastano pochi<br />
clic: kpt.ch/<strong>syndicom</strong>/it
4 Team vincenti<br />
Gruppo strategico CCL Swisscom<br />
Brevi ma utili<br />
Redazioni sulle barricate \ Risotto o minestrina scaldata? \<br />
La Posta a Palazzo federale \ Attivo il nuovo sito <strong>syndicom</strong> \<br />
Pensionati sempre informati \ La posta dei lettori in <strong>rete</strong><br />
5<br />
Michelle Crapella (37)<br />
Risiede a Ennetbürgen (NW) e lavora a<br />
Swisscom dal 2006. Dopo gli inizi<br />
presso SME nell’amministrazione, si è<br />
poi perfezionata nel supporto tecnico<br />
diventando una specialista. Trainer<br />
mentale diplomata, è iscritta a <strong>syndicom</strong><br />
già da così tanto tempo che non si<br />
ricorda nemmeno l’anno di adesione.<br />
Urs Zumbach (53)<br />
Risiede a Schliern bei Köniz (BE) e<br />
lavora a Swisscom dal 1981, in diversi<br />
ambiti. Attualmente è Solution Designer<br />
AIIIP nel processo di sostituzione<br />
delle vecchie reti telefoniche per<br />
grossi clienti.<br />
Yannick Loigerot (47)<br />
di Galmiz (FR), dal 1987 ha svolto diverse<br />
funzioni presso Swisscom, prima<br />
a Ginevra, poi a Berna e ora a Friburgo.<br />
Attualmente è Security Manager per<br />
la Svizzera latina, incaricato <strong>della</strong><br />
sicurezza fisica (incendio, furto) degli<br />
edifici e <strong>della</strong> sicurezza del lavoro.<br />
È stato attivo in diversi organi di<br />
<strong>syndicom</strong>, ed è appassionato di moto<br />
e di viaggi.<br />
Testo: Riccardo Turla<br />
Foto: Jens Friedrich<br />
«Sapevamo cosa<br />
avevamo raggiunto<br />
nel 2012 e a quale<br />
prezzo»<br />
Il nostro gruppo strategico CCL<br />
Swisscom è nato subito dopo la conclusione<br />
dei negoziati CCL del 2012<br />
in vista delle trattative successive<br />
del 2013. Perché dopo le trattative<br />
significa anche prima delle prossime<br />
trattative. Siamo riusciti a portarci<br />
dietro il «groove» del vecchio team<br />
del 2012. Eravamo consapevoli di<br />
cosa avevamo raggiunto nel CCL<br />
2013, e a cosa avevamo dovuto rinunciare.<br />
Dunque ci era chiaro dall’inizio<br />
in quali punti ci fosse del potenziale<br />
di miglioramento. Sapevamo<br />
esattamente in che direzione andare<br />
per raggiungere di più nelle trattative<br />
successive rispetto a quelle del 2012.<br />
Per tre anni ci siamo incontrati<br />
dalle due alle quattro volte l’anno<br />
per formulare le nostre richieste e<br />
affrontare nuove tematiche, soprattutto<br />
attorno alla digitalizzazione,<br />
come per esempio lo sconfinamento<br />
del lavoro, la continua reperibilità,<br />
la protezione dati e il crowdworking.<br />
Alcuni incontri sono durati un<br />
giorno, altri due. Poi nel 2016 nel<br />
gruppo strategico abbiamo deciso<br />
con quali rivendicazioni e persone<br />
volevamo affrontare le nuove trattative.<br />
La delegazione alle trattative<br />
si compone di una dozzina di iscritti<br />
e dipendenti <strong>syndicom</strong>. Poi sempre<br />
sul fronte sindacale si aggiunge<br />
il gruppo transfair, ma la direzione<br />
è in mano nostra.<br />
Nel 2016 abbiamo concluso i<br />
nostri lavori preparatori e abbiamo<br />
presentato le richieste ai membri<br />
di <strong>syndicom</strong>. In seguito, la conferenza<br />
aziendale Swisscom Group<br />
ci ha conferito il mandato negoziale<br />
con un ampissimo catalogo di<br />
rivendicazioni.<br />
Se si osserva più attentamente<br />
la delegazione alle trattative, si vede<br />
che noi rappresentiamo la Swisscom<br />
nella sua interezza. Abbiamo specialisti<br />
di tutti gli ambiti e regioni,<br />
coprendo tutta la gamma. La cosa<br />
importante è fidarsi l’uno dell’altro<br />
e che ognuno possa dire la sua; ciascuno<br />
di noi sa di far parte di questo<br />
insieme e di essere preso sul serio.<br />
C’è una bellissima atmosfera in<br />
questa squadra. Collaboriamo alla<br />
grande: e ci diamo dentro!<br />
Redazioni sulle barricate<br />
A soli due giorni dalla notifica di sei<br />
licenziamenti e dell’accorpamento di<br />
«20minutes» e «LeMatin», nella Svizzera<br />
romanda Tamedia ha annunciato la più<br />
pesante ristrutturazione dalla fondazione<br />
<strong>della</strong> casa editrice: a partire<br />
dal 2018 saranno solo due i «centri di<br />
competenza» a comunicare gli stessi<br />
contenuti a tutti i giornali dell’azienda.<br />
La giustificazione è che «bisogna risparmiare»,<br />
ma al contempo Tamedia<br />
rende noti utili da capogiro. Tuttavia,<br />
anche Ringier ha annunciato ristrutturazioni<br />
e licenziamenti nella Newsroom<br />
del «Blick» e la NZZ rinuncia<br />
ai corrispondenti culturali, poiché il<br />
capore dattore Erich Gujer ritiene che<br />
ogni redattore dovrebbe saper scrivere<br />
su qualsiasi argomento. <strong>syndicom</strong> è<br />
in contatto con le redazioni e sta dalla<br />
loro parte per quanto riguarda non solo<br />
la loro protesta, ma anche i timori<br />
per le ripercussioni sul pluralismo dei<br />
media e sul confronto democratico<br />
in Svizzera. (nsc)<br />
Risotto o minestrina scaldata?<br />
Già il 17 agosto le redazioni <strong>della</strong> «Berner<br />
Zeitung» e di «Der Bund» hanno puntato<br />
il dito contro l’imminente ristrutturazione.<br />
Per la prima volta nella storia dei<br />
media bernesi, le redazioni concorrenti<br />
si sono unite per organizzare insieme<br />
un «risotto al dente invece di una pappetta<br />
insipida». La pappetta insipida è<br />
il rischio che incombe sui lettori appena<br />
Tamedia sostituirà le redazioni con i<br />
due centri di competenza: contenuti<br />
identici in quotidiani confezionati in<br />
modo identico. A distinguersi saranno<br />
solo i loro nomi e qualche nota di<br />
colore. (nsc)<br />
La Posta a Palazzo federale<br />
Dopo la campagna di <strong>syndicom</strong> protrattasi<br />
per mesi, la scure sugli uffici postali<br />
è approdata a livello federale. Gli interventi<br />
parlamentari pendenti sono oltre<br />
una dozzina e vanno tutti nella stessa<br />
direzione: è necessario snellire la Posta<br />
per poter salvaguardare il servizio pubblico.<br />
Le commissioni di entrambe le<br />
Camere e il Consiglio nazionale si sono<br />
già pronunciate a favore di una relativa<br />
mozione. Manca ancora solo il Consiglio<br />
degli Stati. All’ultimo momento, la<br />
presidente <strong>della</strong> Confederazione Doris<br />
Leuthard tenta di sottrarsi alla discussione<br />
insediando un gruppo di lavoro<br />
formato da tutte le parti interessate.<br />
Tuttavia, alla chiusura <strong>della</strong> redazione,<br />
<strong>syndicom</strong> non ha ancora ricevuto alcun<br />
invito. Un dibattito con l’esclusione del<br />
personale sarebbe un affronto e certamente<br />
non contribuirebbe a una distensione<br />
<strong>della</strong> situazione. C’è il rischio<br />
che vengano creati dati di fatto<br />
prima di aver elaborato nuove condizioni<br />
quadro. (dro)<br />
Attivo il nuovo sito <strong>syndicom</strong><br />
Dal 20 settembre il nuovo sito di<br />
<strong>syndicom</strong> è online. La sua fruibilità su<br />
smart phone e tablet è migliorata, ma<br />
ciò che conta è che declina meglio le<br />
esigenze degli iscritti del sindacato.<br />
Nuova è anche l’area riservata a questi<br />
ultimi: my.<strong>syndicom</strong>.ch. Qui i membri<br />
di <strong>syndicom</strong> possono visualizzare i loro<br />
dati personali e modificarli, ad esempio<br />
in caso di cambio di indirizzo o posto<br />
di lavoro. Chi ha frequentato corsi o<br />
ha usufruito di servizi qui trova sempre<br />
una panoramica. Quindi: munitevi di<br />
numero di membro e chiedete i dati<br />
per il login a my.<strong>syndicom</strong>. (nsc)<br />
Pensionati sempre informati<br />
Per i nostri iscritti pensionati abbiamo<br />
allestito l’area pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />
sulla nostra pagina web. Qui sono disponibili<br />
interessanti articoli, nonché<br />
informazioni su eventi, inviti o notizie<br />
su precedenti escursioni e riunioni.<br />
Siete pregati di continuare a inviare i<br />
vostri testi e le vostre foto alla mail:<br />
redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
La posta dei lettori in <strong>rete</strong><br />
D’ora in avanti il nostro sito Internet<br />
pubblicherà anche estratti dei commenti<br />
inviatici dai nostri lettori. Ci<br />
riserviamo però il diritto di apportare<br />
dei tagli. E come sempre vale il principio:<br />
i commenti anonimi non saranno<br />
pubblicati.<br />
Agenda<br />
Settembre<br />
23-24<br />
Conferenza giovani <strong>syndicom</strong><br />
Dibattito con l’ospite David-Vincent<br />
Bollmann del sindacato tedesco IG BCE.<br />
26<br />
«Lasciti e successioni: cosa c’è da<br />
sapere?»<br />
Evento informativo in collaborazione<br />
con l’avvocato Paolo Caratti, specialista<br />
in diritto ereditario<br />
Bellinzona, Casa del Popolo, ore 14.30<br />
incontro aperto ai familiari<br />
29-30 e primo ottobre<br />
Festival Internazionale, Ferrara<br />
www.internazionale.it/festival<br />
La divisione Press di <strong>syndicom</strong> Ticino<br />
sarà presente al festival di giornalismo<br />
Ottobre<br />
10<br />
Il futuro <strong>della</strong> Posta svizzera<br />
Grande dibattito con Sergio Rossi,<br />
docente di macroeconomia all’Università<br />
di Friborgo, e il consigliere nazionale<br />
Fabio Regazzi, membro <strong>della</strong><br />
commissione dei trasporti e delle<br />
comunicazioni<br />
Monte Carasso, ex monastero delle<br />
Agostiniane, ore 20.30, ingresso libero<br />
19<br />
Castagnata annuale Gruppo d’Interesse<br />
Pensionati Ticino e Moesano<br />
Gerra Piano, agriturismo Al Böscioro,<br />
ore 15.30. Iscriz. a ticino@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
26<br />
«Una nuova minaccia nei media:<br />
la concorrenza sleale»<br />
Incontro/aperitivo organizzato<br />
da <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano,<br />
Lugano Besso, spazio ADO, ore 18.00<br />
Serata aperta a tutti<br />
Novembre<br />
10-11<br />
Congresso <strong>syndicom</strong>,<br />
Basilea, Kongresscenter<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/agenda
6 Dalla parte<br />
degli altri<br />
1<br />
Quali i vantaggi di un contratto?<br />
Nel lungo periodo, auspichiamo al<br />
conferimento del carattere di obbligatorietà<br />
generale. O quantomeno<br />
a una maggiore pressione su quelle<br />
aziende che sfruttano le aree grigie<br />
<strong>della</strong> legge previste nelle condizioni<br />
di lavoro del loro personale o dei loro<br />
fornitori. Il CCL è semplicemente<br />
una parte del grande sistema composto<br />
da politica, legislazione, sviluppo<br />
del mercato e molto altro. Oltre a<br />
tutto questo, un CCL può contribuire<br />
a una concorrenza leale, con le stesse<br />
regole per tutti gli attori.<br />
4<br />
Come valutate i salari del settore?<br />
I requisiti richiesti ai corrieri sono<br />
molto vari e pertanto lo sono anche<br />
i salari. Nella consegna per i ristoranti,<br />
siamo in concorrenza con i<br />
corrieri <strong>della</strong> pizza, con salari confrontati<br />
con questi ultimi. Lì la pressione<br />
è molto forte e conosco aziende<br />
che pagano tariffe orarie inferiori a<br />
20 franchi. Tra le aziende di corrieri<br />
in bici, Veloblitz risulta difficilmente<br />
superabile in termini di salario e condizioni<br />
di lavoro. Se si tratta di compiti<br />
logistici più complessi, per cui<br />
sono necessarie conoscenze adeguate,<br />
abbiamo personale che arriva a un<br />
salario orario di oltre 40 franchi.<br />
Christian Schutter (32),<br />
liutaio diplomato, è membro del consiglio direttivo <strong>della</strong><br />
cooperativa Veloblitz di Zurigo. Egli ha preso parte insieme<br />
a <strong>syndicom</strong> alle trattative per il nuovo Contratto Collettivo<br />
di Lavoro (CCL) dei corrieri.<br />
2<br />
Come vi comportante nei conflitti?<br />
Per come è organizzata la nostra<br />
azienda, le persone coinvolte nel<br />
conflitto devono tenere un comportamento<br />
orientato alla soluzione,<br />
altrimenti la situazione può diventare<br />
molto stressante per tutti e recare<br />
danno all’intera azienda. Lo scontento<br />
deve essere canalizzato affinché<br />
possa essere proficuo, per evitare di<br />
scivolare verso situazioni di stagnazione<br />
e insofferenza. Una buona dose<br />
di comunicazione e trasparenza aiuta<br />
a risolvere i problemi; pure questo ha<br />
contribuito al successo di Veloblitz.<br />
5<br />
Qual è la percentuale di donne<br />
nella vostra azienda? E perché?<br />
Per i corrieri abbiamo un rapporto<br />
di 1:15. Questo non dipende da<br />
decisioni relative al personale, semplicemente<br />
riceviamo molte meno<br />
candidature da parte di donne. È<br />
ampiamente diffusa l’opinione secondo<br />
cui l’attività dei corrieri in<br />
bicicletta consista nel correre all’impazzata<br />
da un cliente all’altro per<br />
effettuare le consegne. In tal caso gli<br />
uomini sarebbero eventualmente<br />
avvantaggiati dal punto di vista fisico.<br />
Ma questo non è vero: si tratta piuttosto<br />
di una logistica molto avanzata.<br />
3<br />
All’interno <strong>della</strong> vostra azienda<br />
esiste una commissione paritaria?<br />
Nella nostra cooperativa il personale<br />
è integrato nella direzione aziendale<br />
ai più svariati livelli, non solo in una<br />
commissione del personale. Circa<br />
la metà dei dipendenti sono soci<br />
<strong>della</strong> cooperativa e pertanto coproprietari<br />
dell’azienda. Si tengono<br />
regolari riunioni del personale in<br />
modo che collaboratori, comitato<br />
direttivo e amministrazione possano<br />
confrontarsi. Inoltre abbiamo anche<br />
una commissione paritetica per la<br />
previdenza del personale.<br />
6<br />
Che cosa vi disturba dei sindacati?<br />
Talvolta sembrano non essersi ancora<br />
adeguati alle condizioni del mondo<br />
attuale in così rapida evoluzione.<br />
Dal mio punto di vista, come amministratore<br />
di un’azienda per definizione<br />
estremamente veloce e flessibile,<br />
è difficile trovare un dialogo con<br />
sindacati che si orientano a tempi<br />
ormai passati.<br />
Testo: Sina Bühler<br />
Foto: Tom Kawara<br />
Marco ha 27 anni, è un bravo ragazzo,<br />
ha sempre studiato con passione e impegno,<br />
laureandosi con il massimo dei voti. Il problema<br />
è che i giovani come lui - soprattutto in<br />
questi anni, soprattutto in Ticino - fanno fatica<br />
a trovare un lavoro. Era contento, quindi, di<br />
quell’assunzione arrivata grazie a una piattaforma<br />
online, una di quelle nuove protagoniste<br />
<strong>della</strong> gig economy, quella «economia dei lavoretti»<br />
nata dallo sviluppo di internet. Marco fa<br />
parte di quei 430 mila svizzeri che guadagnano<br />
almeno metà del proprio reddito grazie al<br />
«crowdworking», un settore sempre più in<br />
espansione, che manovra sempre più soldi, e<br />
quindi tecnicamente sì, ha un lavoro. Ma a che<br />
prezzo? Lo studio commissionato da <strong>syndicom</strong><br />
citato in questo numero <strong>della</strong> <strong>rivista</strong>, infatti,<br />
racconta l’altra faccia <strong>della</strong> medaglia. Ad esempio,<br />
più è alto il grado di occupazione più la<br />
persona è obbligata a lavorare tramite una<br />
«App». In pratica, deve avere sempre il proprio<br />
smartphone a portata di mano, riceve via notifica<br />
un lavoro e ha pochi secondi di tempo per<br />
accettarlo. Quella notifica arriva a Marco e a<br />
tutti i suoi colleghi, scatenando una guerra tra<br />
poveri senza che ai lavoratori venga data alcuna<br />
tutela sindacale o contrattuale, e con tutti i<br />
pericoli di stress e burnout che ne conseguono.<br />
Più <strong>della</strong> metà degli impiegati nelle piattaforme<br />
ha tra i 16 e i 34 anni. Con così poco guadagno e<br />
con condizioni lavorative così proibitive, è difficile<br />
che riescano a pagare l’AVS sia per loro, sia<br />
per chi la riceve in questo momento. E se è vero<br />
che un giovane è più portato all’utilizzo delle<br />
nuove tecnologie, è altrettanto vero che l’alta<br />
disoccupazione giovanile in Ticino sta legando i<br />
nostri ragazzi mani e piedi al precariato, alla<br />
scarsità di tutele e, soprattutto, all’impossibilità<br />
di pianificare il proprio futuro con serenità.<br />
Quella del mondo del lavoro che cambia è una<br />
sfida che <strong>syndicom</strong> e i sindacati tutti, per Marco<br />
e per gli altri che sono nelle sue condizioni,<br />
hanno il dovere di raccogliere. E di vincere.<br />
L’ospite 7<br />
Guerra fra poveri<br />
Jacopo Scarinci<br />
Nato nel 1988, ha ottenuto il Bachelor<br />
e il Master in Storia, con specializzazione<br />
in storia contemporanea e istituzioni<br />
politiche europee. Dopo aver collaborato<br />
alla <strong>rivista</strong> Confronti, ha contribuito<br />
a fondare il portale d’informazione<br />
gas.social. Dall’autunno 2016 è nel<br />
direttivo del settore press Ticino e<br />
Moesano di <strong>syndicom</strong>, e da marzo 2017<br />
nel comitato nazionale.
Dossier<br />
Un nuovo studio sui lavoratori delle piattaforme digitali<br />
in Svizzera rivela le cifre <strong>della</strong> cosiddetta Gig Economy,<br />
l’economia dei “lavoretti” nata grazie a internet<br />
9<br />
I <strong>forzati</strong><br />
<strong>della</strong><br />
<strong>rete</strong>
10 Dossier<br />
Crowdworking: revival<br />
del lavoro a domicilio?<br />
I crowdworker eseguono piccoli incarichi<br />
su internet per pochi soldi e senza alcuna<br />
tutela giuridica e sociale. Sembra tornato<br />
di moda il secolare lavoro a domicilio,<br />
incluse le sue precarie condizioni di lavoro.<br />
Sta nascendo un nuovo precariato digitale?<br />
Testo: Andreas Eberhard<br />
Foto: Tom Kawara<br />
Scrivere un testo pubblicitario per 3 franchi, scarrozzare<br />
qualcuno da Zurigo a Winterthur per 15 franchi, partecipare<br />
a un sondaggio via Skype per 20 franchi. La digitalizzazione<br />
consente di trovare lavoro in poco tempo attraverso<br />
internet o un’applicazione. Già si parla di una «gig<br />
economy», un esercito di lavoratori che in futuro si terranno<br />
a galla con molti piccoli incarichi (gig).<br />
E il cosiddetto crowdworking sembra fatto su misura<br />
per questa nuova forma di lavoro flessibile. Attraverso<br />
piattaforme digitali come Freelancer.com o Upwork, le<br />
aziende bandiscono dei concorsi dove i lavoratori si possono<br />
candidare. Spesso si usa anche il sinonimo «crowdsourcing»,<br />
in quanto il committente affida il lavoro a una<br />
massa indefinita di gente, alla folla («crowd», in inglese).<br />
Quel che suona come una tendenza appena emersa, in verità<br />
non lo è. In fondo, il crowdworking e altre forme lavorative<br />
flessibili dell’era digitale sono soltanto un segno del<br />
rinascimento del lavoro a domicilio: i datori di lavoro affidano<br />
gli incarichi a fornitori di servizi formalmente indipendenti<br />
anziché assumere del personale, soprattutto per<br />
risparmiare soldi, ma talvolta anche per approfittare del<br />
know-how tecnico o delle idee dei lavoratori.<br />
Dunque, i nuovi crowdworker lottano contro gli stessi<br />
problemi dei vecchi lavoratori a domicilio, che erano moltissimi<br />
fino alla metà del Novecento nelle industrie<br />
dell’export: pagati malissimo ed esposti alle lune <strong>della</strong><br />
congiuntura o di singoli datori di lavoro. Perché essi si accollano,<br />
senza eccezioni, il rischio economico e le relative<br />
conseguenze sociali. Se i vecchi lavoranti a domicilio venivano<br />
pagati con un rotolo di filo, oggi i crowdworker ricevono<br />
un piccolo obolo per testare un software.<br />
Il periodo d’oro del telelavoro<br />
Il lavoro a domicilio esiste già dal Cinquecento. I commercianti<br />
<strong>della</strong> città impiegavano operai <strong>della</strong> campagna<br />
come forza lavoro a buon mercato. Il grande periodo di<br />
fioritura del lavoro a domicilio è avvenuto con l’introduzione<br />
del «Verlagssystem» a partire dal Seicento. Il processo<br />
produttivo veniva suddiviso in singoli passi lavorativi<br />
che venivano svolti da casa da diversi specialisti.<br />
Nell’industria tessile, per esempio, i commercianti fornivano<br />
materie prime alle famiglie (come il cotone) oppure<br />
prodotti semilavorati (ad esempio del filo) nonché gli strumenti<br />
necessari per la lavorazione (per la trasformazione<br />
in stoffa) per poi esportare la merce. Nel canton Zurigo, il<br />
grosso del cotone, <strong>della</strong> seta e <strong>della</strong> lana veniva lavorato a<br />
domicilio, nelle zone di campagna. In migliaia di cantine<br />
e salotti privati c’erano arcolai e telai. Fino alla metà<br />
dell’Ottocento, gran parte delle famiglie rurali ha vissuto<br />
di queste entrate. Esse venivano pagate a rotolo o a peso,<br />
e una sospensione del lavoro rimaneva senza risarcimento.<br />
Anche gli orologi sono stati prodotti per molti anni soprattutto<br />
da casa. Alla metà dell’Ottocento per un singolo<br />
orologio servivano oltre 50 fasi di lavoro che venivano<br />
svolte dai relativi specialisti, o da casa o nell’atelier. In<br />
molte parti lavoravano famiglie intere, pure i bambini. Per<br />
la popolazione rurale questi lavori costituivano un’occupazione<br />
secondaria necessaria accanto al lavoro nei campi.<br />
«Il guadagno era buono e i bambini numerosi», ha ricordato<br />
un orologiaio del Giura nella rassegna commerciale<br />
del 1909. Ma con la nascente industrializzazione dell’inizio<br />
Novecento i guadagni diventarono più esigui, gli orari<br />
di lavoro più lunghi, il lavoro infantile più frequente. Tantissimi<br />
lavoratori a domicilio dovettero abbandonare il<br />
loro villaggio per accettare un impiego in una fabbrica. Ed<br />
è cosi che i piccoli agricoltori, da lavoratori a domicilio,<br />
divennero proletari di fabbrica dipendenti da un salario.<br />
Mentre agli inizi del Novecento ancora 68mila lavoratori<br />
delle industrie svizzere dell’export lavoravano da casa,<br />
quando scoppiò la Seconda guerra mondiale erano ancora<br />
soltanto 12.300. Poco dopo il lavoro a domicilio era praticamente<br />
sparito: veniva svolto soltanto ancora da casalinghe<br />
di regioni montane periferiche come guadagno<br />
extra pagato malissimo.<br />
Per le aziende esternalizzare è razionale<br />
Soltanto con l’arrivo delle nuove tecnologie di comunicazione,<br />
con la diffusione del computer e internet a partire<br />
dalla fine del secolo, le ditte avrebbero cominciato di<br />
nuovo a esternalizzare più incarichi: ed è stato il rinascimento<br />
del telelavoro. Il «nuovo» lavoro a domicilio attra<br />
«Quello che<br />
per noi è<br />
un salario<br />
irrisorio, per<br />
un indiano<br />
o un bulgaro<br />
è un buon<br />
reddito»
Lavorare negli spazi di coworking significa<br />
condividere ufficio e infrastrutture. Ma ci si<br />
scambiano anche idee su progetti e si prende<br />
il caffè insieme.<br />
13<br />
verso le piattaforme del crowdworking esiste da dieci anni,<br />
dalla nascita e dal vertiginoso sviluppo dei network sociali.<br />
Ma perché per le aziende è diventato di nuovo interessante<br />
affidare il lavoro a degli esterni anziché farli eseguire<br />
in azienda? L’economista britannico Ronald Coase<br />
ha risposto a questa domanda già nel 1937, vincendo il<br />
premio Nobel per l’economia. Egli affermò che più tempo<br />
e fatica ci volevano per cercare un fornitore esterno per<br />
ogni singola fase lavorativa, più diventava razionale assumere<br />
del personale proprio. Egli ha definito questi costi<br />
«di transazione». Con la digitalizzazione questi costi di<br />
transazione sono calati drasticamente. Infatti all’improvviso<br />
è possibile aprire una gara di appalto anche di incarichi<br />
piccolissimi in pochi click e raggiungere un mercato<br />
di migliaia di fornitori di servizi, per esempio attraverso le<br />
piattaforme crowdworking. In altre parole: l’esternalizzazione<br />
del lavoro è diventato molto più conveniente e dunque<br />
più interessante per le aziende.<br />
Per i lavoratori il telelavoro è precariato<br />
Cosa significa tutto questo per i nuovi indipendenti che<br />
svolgono questi lavori? Esempio del crowdworking:<br />
spesso i nuovi lavoranti a domicilio eseguono lavori monotoni<br />
ripetitivi per pochi franchi, euro o dollari l’ora e<br />
senza alcuna tutela del diritto del lavoro. Inoltre i gestori<br />
di queste piattaforme crowdfunding approfittano di una<br />
zona grigia legale. Nella <strong>rete</strong> svaniscono i confini nazionali,<br />
motivo per cui le ditte sostituiscono i contratti di lavoro<br />
con le loro condizioni generali senza tanti problemi.<br />
È poco probabile che questo reggerà a lungo sul piano giuridico.<br />
Tuttavia, a causa <strong>della</strong> dimensione sovranazionale<br />
e quasi sempre anonima del lavoro digitale, è ancora difficile<br />
controllare il diritto del lavoro, e tanto meno farlo<br />
rispettare universalmente.<br />
Le persone che con gli incarichi del crowdworking guadagnano<br />
il loro reddito principale vengono chiamate anche<br />
«clickworker». In Svizzera quasi non esistono, come<br />
ha detto il professore Jan Marco Leimeister, esperto di<br />
crowdworking all’Istituto per Informatica economica<br />
dell’Università di San Gallo. «Per gli svizzeri gli incarichi<br />
di crowdworking rappresentano piuttosto un terzo lavoro<br />
o addirittura un quinto.» Secondo lui, il lavoro trovato attraverso<br />
le piattaforme di crowdworking serve solo come<br />
guadagno extra aggiuntivo nei tempi morti, come diversivo<br />
rispetto ad altre attività o come acquisizione di clienti.<br />
Quel che esiste davvero però sono ditte svizzere che incaricano<br />
crowdworker stranieri che nei loro paesi vivono di<br />
queste entrate. Il Leimeister ribadisce che questo non è<br />
affatto negativo. «Ciò che per noi è un salario precario, per<br />
un indiano o un bulgaro rappresenta un buon reddito».<br />
Nuovo precariato o bohème digitale?<br />
I critici vedono l’emergere di questi nuovi lavoratori a domicilio<br />
come segnale di un sistema di sfruttamento o di<br />
un ritorno al taylorismo. Si parla di un «precariato digitale»,<br />
di un esercito di lavoratori a chiamata, giornalieri e<br />
finti indipendenti, che non trovando lavoro accettano incarichi<br />
anche piccolissimi per salari da fame. In effetti il<br />
parallelismo tra il vecchio lavoro a domicilio e le nuove<br />
forme come il crowdworking è palese. Ma esiste un’impor<br />
Nella bohème digitale,<br />
la libertà personale<br />
è più importante di<br />
buone regole di lavoro?<br />
tante differenza. Se il vecchio lavoro da casa nasceva da un<br />
bisogno economico, oggi molti lavoratori ben qualificati<br />
scelgono il telelavoro, incluse le sue condizioni precarie,<br />
di loro volontà. Un motivo è la tendenza verso la flessibilizzazione<br />
del lavoro. Gli individui vogliono lavorare sempre<br />
di più in maniera libera, svincolati da tempo e luogo.<br />
Alcune coppie vogliono semplicemente suddividersi in<br />
maniera equa la custodia dei figli. Nelle generazioni più<br />
giovani, tra l’altro, si è cristallizzato un gruppo di lavoratori<br />
alla ricerca di un senso, per cui vale di più la libertà e<br />
l’autonomia personale che non la retribuzione o le condizioni<br />
di lavoro. In alcuni luoghi essi vengono chiamati<br />
«nuovi hippies». Seguendo lo stereotipo, vivono a Bali, la<br />
mattina fanno yoga e la sera party, e nel frattempo elaborano<br />
progetti al portatile per committenti globali. E ben<br />
s’intenda, le aziende su queste piattaforme crowdworking<br />
non indicono solo lavori ripetitivi, adatti a lavoratori non<br />
quali ficati come il testare un software, ma cercano anche<br />
dei creativi che ideano un nuovo logo o creano un testo<br />
pubblicitario. Dunque non esiste solo il «precariato digitale»,<br />
ma anche la «Bohème digitale».<br />
Ripensare il sistema sociale<br />
Che cosa succederà alla nostra società, se il futuro del lavoro<br />
si comporrà sempre più di questi «nuovi indipendenti»?<br />
L’economista Jens Meissner dell’Universtià di Lucerna<br />
e lo psicologo del lavoro Johann Weichbrodt <strong>della</strong><br />
Scuola universitaria <strong>della</strong> Svizzera nordoccidentale si<br />
sono occupati di questa domanda. Nella loro ricerca intitolata<br />
«Il nuovo mondo del lavoro flessibile», i due studiosi<br />
hanno ipotizzato diversi scenari sul futuro del lavoro e le<br />
relative conseguenze. Uno prevedeva la trasformazione<br />
<strong>della</strong> maggior parte <strong>della</strong> popolazione in lavoratori indipendenti.<br />
Gli autori scrivono che questo a livello economico<br />
avrebbe conseguenze soprattutto negative. Weichbrodt<br />
afferma: «L’assicurazione sociale rimarrebbe<br />
ampiamente non chiarita, dal momento che il nostro sistema<br />
sociale si basa su impieghi fissi.» Inoltre ci sarebbero<br />
perdite negli introiti fiscali, da una parte perché i lavoratori<br />
guadagnerebbero tendenzialmente di meno,<br />
dall’altra perché valute criptate come Bitcoin faciliterebbero<br />
una non dichiarazione dei redditi. Ma Weichbrodt<br />
sottolinea che questi sono soltanto scenari ipotizzati: «è<br />
improbabile che si avveri questo scenario». Con questo<br />
studio si è soltanto voluto dimostrare che il sistema sociale<br />
va ripensato dalla base, nel caso che in futuro avessero<br />
la meglio forme lavorative più flessibili.<br />
Quando l’industrializzazione all’inizio del Novecento<br />
strappò via molti lavoratori dalle loro reti sociali, che<br />
davano una certa sicurezza, la società poi trovò una risposta.<br />
Durante interi decenni furono create delle reti di sicurezza,<br />
nella convinzione che dietro a un bisogno individuale<br />
dovesse esserci una responsabilità collettiva.<br />
Con la digitalizzazione, i rapporti di lavoro si modificano<br />
di nuovo in maniera radicale, da una parte per pressioni<br />
economiche, dall’altra a causa delle norme sociali<br />
cambiate. Tuttavia la maggior parte delle conquiste del<br />
moderno stato sociale, ottenute lottando per oltre<br />
cent’anni, sono ancora ancorate ai rapporti tradizionali di<br />
lavoro salariato a tempo pieno: assicurazione pensionistica<br />
e di malattia, indennità giornaliera di malattia e<br />
protezione <strong>della</strong> maternità, limitazione <strong>della</strong> durata del<br />
lavoro e giorni festivi, partecipazione aziendale o contratti<br />
collettivi. Dunque la società dovrà nuovamente riadattare<br />
sostanzialmente il suo sistema sociale; affinché questi<br />
nuovi indipendenti (un mix tra precariato digitale e<br />
Bohème digitale) non diventino i perdenti di questa nuova<br />
rivoluzione, destinati a vivere per sempre in condizioni<br />
precarie.<br />
ta-swiss.ch/it/nuovo-mondo-del-lavoro-flessibile<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/crowdworking<br />
Digitalizzazione: conseguenze<br />
gravi, soprattutto per le donne<br />
Le chance e i rischi <strong>della</strong> digitalizzazione non sono uguali per<br />
tutti i gruppi di lavoratori. Tra le professioni in probabile via<br />
d’estinzione ce ne sono molte al femminile. Se non verranno<br />
attuate delle misure per qualificare le donne e avviarle verso<br />
i settori professionali in crescita, si rischia una precarizzazione<br />
delle donne nelle professioni dai salari molto bassi. Per<br />
questo i necessari investimenti nel perfezionamento devono<br />
essere aperti a tutti! Il che non è affatto un’ovvietà, come<br />
dimostrano le ricerche dell’Ufficio federale di statistica.<br />
Infatti rispetto alle loro colleghe, gli uomini ricevono dai loro<br />
datori di lavoro più soldi e tempo di lavoro per perfezionarsi.<br />
Un motivo: l’immagine dell’uomo come lavoratore principale.<br />
Qui le aziende devono finalmente cambiare mentalità.<br />
Altrimenti le donne diventeranno una massa di manovra.<br />
La flessibilizzazione del lavoro nasconde delle opportunità,<br />
perché semplifica la conciliabilità tra lavoro e famiglia. Allo<br />
stesso tempo, però, il diktat del perfezionamento intensifica<br />
il ruolo multiplo delle donne, che ancora oggi si accollano<br />
una grossa parte del lavoro di assistenza. E ricordiamo<br />
anche che le donne, a tutt’oggi, guadagnano il 20% in meno<br />
per un lavoro di pari valore. Ci servono buone soluzioni alle<br />
quali partecipino anche i datori di lavoro. E l’esperienza ci<br />
insegna che a questo scopo ci vuole la pressione <strong>della</strong><br />
Confederazione. Per esempio con controlli salariali.<br />
Patrizia Mordini<br />
Membro del Comitato Direttivo e segretaria Pari Opportunità
Crowdworking in Svizzera<br />
più diffuso di quanto si creda<br />
14 Dossier 15<br />
Crowdworking in Svizzera: sempre più persone nel nostro Paese cercano<br />
lavoro tramite piattaforme Internet. Ecco i principali risultati dello studio:<br />
Un lavoratore svizzero su cinque utilizza il<br />
crowd working, come emerge da una nuova<br />
ricerca online dell’Università di Hertfordshire e<br />
Ipsos MORI in collaborazione con la Foundation<br />
for European Progressive Studies (FEPS),<br />
UNI Europa e <strong>syndicom</strong>.<br />
Crowdworker in Svizzera<br />
Crowdwork<br />
settimanale<br />
Crowdwork<br />
ogni mese<br />
10.0 %<br />
12.7 %<br />
Confronto con altri<br />
Paesi europei<br />
Gran Bretagna<br />
Svezia<br />
Olanda<br />
Germania<br />
Austria<br />
Svizzera<br />
Testo: Andres Eberhard<br />
In confronto ad altre nazioni europee come Germania,<br />
Inghilterra, Olanda e Svezia, dove la stessa ricerca è stata<br />
effettuata nel 2016, una percentuale considerevole di persone<br />
che vivono in Svizzera (18% degli interpellati) ha trovato<br />
lavoro tramite l’intermediazione delle piattaforme<br />
online. In Austria si raggiunge una percentuale più elevata,<br />
anche se di poco. Se si considerano gli svizzeri che<br />
hanno cercato crowdwork (non sempre con successo),<br />
questa percentuale sale invece al 32%.<br />
Nella ricerca è stato definito come crowdworker colui<br />
che ha cercato e trovato del lavoro attraverso una piattaforma<br />
online. Secondo questa interpretazione degli autori<br />
dello studio, il crowdworking dunque non comprende soltanto<br />
il lavoro al proprio computer (come upwork), ma anche<br />
servizi di trasporto e consegne (come Uber) oppure<br />
lavori di pulizie o tecnici svolti a casa di altre persone<br />
(come Mila). Ma la condizione era sempre che il lavoro<br />
fosse stato procurato attraverso una piattaforma online.<br />
Quasi sempre un guadagno extra<br />
Per la maggior parte di queste persone, il crowdworking è<br />
stato soltanto una fonte secondaria di guadagno. In ogni<br />
caso, uno su quattro (26%) ha affermato che i relativi incarichi<br />
hanno rappresentato oltre la metà delle sue entrate.<br />
Questo corrisponde al 4,7% degli svizzeri che lavorano. Per<br />
quasi la metà, invece, il crowdworking ha costituito chiaramente<br />
l’unica fonte di guadagno.<br />
Quello che salta agli occhi è che la maggior parte di<br />
questi crowdworker ha eseguito diversi lavori. «Ovvero<br />
hanno fatto tutto quello che hanno trovato», spiega la responsabile<br />
di questa ricerca, la Prof. Ursula Huws. La sua<br />
tesi è che forse si tratta di lavoratori stagionali che hanno<br />
cercato un altro guadagno durante i tempi morti.<br />
Crowdwork<br />
nell`ultimo<br />
anno<br />
Alla ricerca<br />
di crowdwork<br />
Crowdwork per età<br />
45–54<br />
14.9 %<br />
55–64<br />
9.8 %<br />
35–44<br />
20.3 %<br />
65–70<br />
4.6 %<br />
17.0 %<br />
16–24<br />
25.3 %<br />
25–34<br />
25.1 %<br />
Percentuale di crowdwork<br />
come fonte di reddito<br />
nell`economia online<br />
32.2 %<br />
Crowdwork<br />
settimanale<br />
Crowdwork<br />
ogni mese<br />
Crowdwork<br />
nell`ultimo<br />
anno<br />
Alla ricerca<br />
di crowdwork<br />
Percentuale 00 % 05 % 10 % 15 % 20 % 25 % 30 % 35 % 40 %<br />
Occupazione<br />
A tempo pieno<br />
A tempo parziale<br />
Autonomi<br />
Genitori full-time<br />
Pensionati<br />
Studenti<br />
Piuttosto giovane, maschio, tendenzialmente ticinese<br />
Chi sono i crowdworker? Secondo la ricerca essi provengono<br />
un po’ da tutti i ceti sociali; ma sono tendenzialmente<br />
giovani e uomini. Più di uno su due (52%) ha un<br />
lavoro a tempo pieno, il 21% sono lavoratori part-time, il<br />
9% lavoratori autonomi, 5% studenti e 5% pensionati e 3%<br />
genitori a tempo pieno. Anche riguardo all’origine sono<br />
emerse delle differenze: la grossa parte dei crowdworker<br />
proveniva dal Ticino, pochissimi dalla Svizzera orientale.<br />
Questa ricerca si basa su un sondaggio online rappresentativo,<br />
condotto tra 2001 persone che abitano in Svizzera,<br />
di età compresa tra 16 e 70 anni.<br />
Per saperne di più:<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/crowdworking<br />
Fotoreportage<br />
Le immagini relative a questo dossier sono del fotografo<br />
freelance Tom Kawara nel «Colab Impact Hub» a Zurigo.<br />
Gli spazi di co-working del Colab presso l’Impact Hub<br />
di Zurigo non procurano soltanto postazioni di lavoro in un<br />
ufficio e l’infrastruttura necessaria, ma mettono in comunicazione<br />
anche i loro membri e collegano i loro progetti o<br />
organizzano eventi e programmi comuni. Accanto a sale<br />
riunioni e singoli posti di lavoro, ci sono anche degli spazi<br />
comuni dove chiacchierare e prendere insieme un caffè.<br />
zurich.impacthub.ch - kawara.com<br />
Airbnb<br />
Verndita di prodotti propri<br />
Vendita di prodotti<br />
sul proprio sito web<br />
Crowdwork<br />
Rivendita a scopo di lucro<br />
Vendita di effetti personali<br />
su un sito web<br />
12.3 %<br />
14.0 %<br />
17.7 %<br />
18.2 %<br />
48.5 %<br />
65.1 %<br />
60 %<br />
50 %<br />
40 %<br />
30 %<br />
20 %<br />
10 %<br />
0 %<br />
Interamente<br />
Crowdworker<br />
Frequenti<br />
Crowdworker<br />
50 % e oltre reddito<br />
da Crowdwork
Dalle<br />
16 17<br />
«Per noi datori di lavoro è molto importante vivere una partnership sociale<br />
aperta e avere standard minimi di settore chiari e comprensibili, che non valgano<br />
soltanto per noi ma per tutto il settore» Peter Weigelt, presidente contactswiss<br />
professioni<br />
I soci discutono insieme gli obiettivi e il futuro del sindacato. (© Samuel Bauhofer)<br />
Fairlog: <strong>syndicom</strong>, SEV<br />
e Unia si alleano per<br />
il trasporto su strada<br />
Il trasporto su strada è un ambito poco<br />
regolamentato ma in continua crescita.<br />
Non da ultimo perché le grandi<br />
aziende esternalizzano il trasporto<br />
delle proprie merci. Anche la Posta un<br />
anno e mezzo fa ha riformato la sua<br />
flotta di camion con veicoli di oltre<br />
3,5 tonnellate affidando gli incarichi a<br />
privati. Le ditte parlano di efficienza<br />
economica aziendale, ma con ciò<br />
probabilmente si riferiscono ai bassi<br />
salari in questo settore.<br />
La logistica dei camion si addentra<br />
in ambiti coperti parzialmente sia da<br />
La tutela dei professionisti<br />
appartenenti a<br />
tutte le forme di lavoro:<br />
un obiettivo strategico<br />
di <strong>syndicom</strong>.<br />
La protezione dei professionisti appartenenti<br />
a tutte le forme di lavoro è<br />
uno dei quattro obiettivi strategici al<br />
Congresso <strong>syndicom</strong>: ciò dimostra<br />
l’importanza e l’impellenza <strong>della</strong><br />
questione. Poiché con la crescente digitalizzazione<br />
queste forme di lavoro<br />
stanno prendendo sempre più piede.<br />
«Il nostro obiettivo è quello di migliorare<br />
la protezione sociale e la posizione<br />
professionale [dei lavoratori appartenenti<br />
alle nuove forme di lavoro]<br />
e impedire che non siano costretti,<br />
contrariamente alla loro volontà, a sottostare<br />
a tali forme di lavoro», recita il<br />
documento strategico. Obiettivo che<br />
deve essere implementato attraverso<br />
una maggiore protezione dell’assicurazione<br />
sociale, la certificazione delle<br />
piattaforme, il regolamento collettivo<br />
delle indennità e la protezione <strong>della</strong><br />
proprietà intellettuale dei freelance.<br />
Gli obiettivi strategici sono stati<br />
elaborati insieme al comitato centrale<br />
e si trovano ora nella seconda tornata<br />
di trattative presso gli organi competenti.<br />
Gli ulteriori obiettivi riguardano<br />
lo sviluppo degli iscritti, lo sviluppo<br />
dei Contratti Collettivi di Lavoro e il diritto<br />
alla formazione continua e al perfezionamento.<br />
Gli organi potranno<br />
presentare proposte relative al documento<br />
strategico fino al Congresso.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/congresso2017<br />
<strong>syndicom</strong>, dal SEV e da Unia. Dunque<br />
è naturale che i tre sindacati abbiano<br />
inaugurato una cooperazione fondando<br />
insieme l’associazione Fairlog,<br />
che dovrà spianare la strada ai tre<br />
sindacati affinché riescano a regolare,<br />
a medio termine, l’intero settore.<br />
(David Roth)<br />
La politica contrattuale<br />
all’epoca <strong>della</strong><br />
digitalizzazione<br />
Mentre l’opinione pubblica continua<br />
a discutere alacremente di digitalizzazione,<br />
nei Contratti Collettivi di Lavoro<br />
(CCL) cerchiamo soluzioni conc<strong>rete</strong><br />
per risolvere le sfide di natura<br />
sindacale nel mondo del lavoro digitale.<br />
Il CCL Sunrise è il primo contratto<br />
collettivo di lavoro aggiornato<br />
tenendo conto di questa problematica<br />
e contiene due importanti novità. Per<br />
la prima volta, un CCL sancisce esplicitamente<br />
il diritto a «staccare la<br />
spina». Si tratta di una pietra miliare<br />
nell’era dello sconfinamento del lavoro<br />
nella sfera privata. I collaboratori<br />
con un contratto Sunrise hanno il diritto<br />
all’irreperibilità al di fuori dell’orario<br />
di lavoro. In più siamo riusciti a<br />
stabilire nel CCL il diritto ad attività di<br />
Contact- e callcenter:<br />
un contratto per l’intero settore<br />
L’ulteriore adesione al CCL del nuovo partner sociale CallNet.ch,<br />
accanto al sindacato <strong>syndicom</strong> e all’associazione di settore<br />
contactswiss, rappresenta un importante passo verso<br />
la dichiarazione di obbligatorietà generale del CCL.<br />
La regolamentazione universale delle<br />
condizioni di lavoro attraverso l’obbligatorietà<br />
generale è una necessità,<br />
dato che le richieste verso le aziende e<br />
i loro dipendenti nel settore dei contact-<br />
e callcenter sono salite notevolmente<br />
negli ultimi anni. Standard qualitativi<br />
sempre più severi, crescente<br />
I firmatari del CCL: Dieter Fischer, Giorgio Pardini e Peter Weigelt. (© zvg)<br />
standardizzazione e allo stesso tempo<br />
un maggior orientamento verso il<br />
cliente sono tutti requisiti che ormai<br />
vengono dati per scontati quando si assumono<br />
gli agenti. Questi a loro volta<br />
sono nella morsa di obiettivi contrapposti,<br />
da un lato la redditività, dall’altro<br />
l’assistenza individuale dei clienti.<br />
formazione e perfezionamento adeguate,<br />
a sostegno <strong>della</strong> competitività<br />
sul mercato del lavoro. Nelle trattative<br />
future intendiamo fare ulteriori passi<br />
in avanti. Uno di questi è la regolamentazione<br />
e certificazione delle piattaforme<br />
di crowdworking. Chi gestisce<br />
una piattaforma digitale è tenuto a<br />
evitare pratiche di dumping sociale e<br />
salariale, nonché a garantire il versamento<br />
dei contributi all’assicurazione<br />
sociale e delle imposte. Con tale rivendicazione,<br />
<strong>syndicom</strong> può dare il proprio<br />
contributo a far sì che le aziende<br />
non facciano ricadere il rischio d’impresa<br />
sulle piattaforme e conseguentemente<br />
sulle spalle dei lavoratori.<br />
Daniel Hügli è segretario centrale del settore ITC<br />
e assiste i Contact- e Callcenter.<br />
Vantaggi per lavoratori e datori<br />
di lavoro<br />
In quest’area conflittuale tra economicità<br />
e orientamento al cliente, il<br />
CCL con i suoi standard minimi relativi<br />
alle condizioni di lavoro offre<br />
un’efficace tutela contro il dumping<br />
salariale e sociale, di cui approfittano<br />
anche le aziende. Il CCL promuove<br />
una concorrenza leale, condotta con<br />
gli stessi mezzi, che viene attuata attraverso<br />
la qualità delle prestazioni e<br />
non attraverso i costi del personale. Il<br />
presidente dell’associazione padronale<br />
contactswiss, Peter Weigelt, ne è<br />
sicuro: «per noi datori di lavoro è<br />
molto importante vivere una partnership<br />
sociale aperta e avere standard<br />
minimi di settore chiari e comprensibili,<br />
che non valgano solo per noi ma<br />
per tutto il settore». Alla domanda sul<br />
perché soltanto ora è stato trovato un<br />
accordo con gli altri partner associativi,<br />
Peter Weigelt risponde: «il settore<br />
è nuovo, strutturato molto largamente<br />
e in continua crescita. Dunque prima<br />
che ci si unisse è dovuta sorgere una<br />
certa insofferenza». Il presidente di<br />
CallNet.ch Fischer ribadisce che «il<br />
CCL è un mezzo per raggiungere meglio,<br />
attraverso l’obbligatorietà generale,<br />
certi operatori di mercato resistenti.<br />
Questo è fondamentale se si<br />
considera l’aumento generale di pressione<br />
sul ramo ma soprattutto anche<br />
se si guarda verso le regioni confinanti<br />
con l’estero». (Christian Capacoel)<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/ccc
18 Dalle<br />
professioni<br />
Flessibilità sì, ma anche buone condizioni di lavoro.<br />
«È fondamentale riuscire a stipulare con i corrieri in bicicletta un buon contratto<br />
collettivo di lavoro, in un settore piccolo ma promettente» Daniel Münger<br />
19<br />
Notime: profitti ai vertici<br />
Rischi soltanto per i dipendenti<br />
Da due anni, la start-up zurighese Notime cerca di affermarsi<br />
sul mercato <strong>della</strong> consegna merci. Fornitore altamente flessibile,<br />
si pone tra shop online e clienti per offrire una «soluzione<br />
integrale per consegne in giornata e all’orario desiderato».<br />
In stand-by per Notime: sempre pronti a saltare in sella. (© Franziska Scheidegger)<br />
Continua la campagna<br />
contro la chiusura<br />
degli uffici postali<br />
La ditta Notime, con sede a Zurigo, gestisce<br />
le sue proprie reti di consegne<br />
già in otto città svizzere impiegando<br />
oltre 400 corrieri. Notime collabora<br />
con alcune aziende prestigiose, tra le<br />
altre anche Posta e FFS.<br />
Come vuole il principio delle piattaforme,<br />
una parte dei corrieri di Notime<br />
non è assunta dalla ditta ma utilizza<br />
la sua tecnologia in qualità di<br />
lavoratori indipendenti. «Questa flessibilità<br />
fondamentalmente mi va a genio»,<br />
commenta un corriere di Notime<br />
che vuole rimanere anonimo. In cambio<br />
accetta anche la paga oraria un po’<br />
più bassa. I turni dei corrieri vengono<br />
comunicati due settimane prima e già<br />
qui si complica il rapporto di lavoro.<br />
Perché chi lavora più spesso per Notime,<br />
ha il privilegio di potersi scegliere<br />
i turni online un po’ prima.<br />
«Negli ultimi tempi non sono venuto<br />
spesso a lavorare, dunque mi rimanevano<br />
soltanto i turni standby», racconta<br />
il giovane, poco più che ventenne.<br />
Standby significa: essere<br />
sempre pronti ad andare a lavorare entro<br />
20 minuti. Se gli incarichi non ci<br />
sono, vengono pagati cinque franchi<br />
l’ora. Durante il tempo di disponibilità<br />
è vietato lavorare per altri servizi di<br />
corriere. Il suo contratto di lavoro prevede<br />
che il ragazzo debba provvedere<br />
da solo alle perdite di guadagno e a pagarsi<br />
i contributi sociali. È sempre lui<br />
a rispondere dei danni e non esiste un<br />
termine di disdetta.<br />
Quanto ai contributi sociali, che<br />
come da accordo-quadro i corrieri devono<br />
pagarsi da soli, il co-fondatore di<br />
Notime, Philipp Antoni, commenta:<br />
«Tuttavia questi contributi li abbiamo<br />
sempre pagati in aggiunta alla paga<br />
oraria dei lavoratori indipendenti».<br />
A marzo di quest’anno la ditta ha fatto<br />
sapere che in futuro avrebbe assunto<br />
regolarmente tutti i suoi corrieri. È<br />
previsto che entro i primi giorni di ottobre<br />
saranno firmati tutti i contratti,<br />
informa Antoni: «Abbiamo trovato<br />
una soluzione che funziona benissimo».<br />
E allo stesso tempo ribadisce<br />
che «la flessibilità dei conducenti sarà<br />
mantenuta».<br />
I corrieri presteranno ancora il tempo<br />
di disponibilità, ma saranno retribuiti<br />
meglio. Aspettiamo dunque con ansia<br />
di vedere i nuovi contratti Notime.<br />
(Raphael Albisser)<br />
Per saperne di più: <strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/<br />
logistica/corriere-in-bici<br />
La logistica è un mercato in crescita.<br />
Questo vale in particolare per la divisione<br />
corrieri, espresso e pacchi (CEP).<br />
In questo settore <strong>syndicom</strong> ha sì un<br />
contratto collettivo di lavoro (CCL),<br />
ma questo non basta a garantire condizioni<br />
di lavoro adeguate per il futuro.<br />
È fondamentale riuscire a stipulare<br />
con i corrieri in bicicletta un buon<br />
CCL in un settore piccolo ma promettente.<br />
Il restante settore farebbe bene<br />
a concordare con <strong>syndicom</strong> un CCL<br />
migliore. Poiché servizi logistici di<br />
alta qualità richiedono condizioni di<br />
lavoro eque.<br />
La nostra recente lotta per una <strong>rete</strong><br />
postale ben sviluppata è durata quasi<br />
un anno. Grazie a un’intensa campagna,<br />
siamo riusciti a mettere in difficoltà<br />
la Posta. La campagna ha visto la<br />
partecipazione di decine di migliaia di<br />
cittadini e cittadine e <strong>della</strong> maggior<br />
parte dei dipendenti interessati. Insieme<br />
a loro, <strong>syndicom</strong> è riuscito a<br />
esercitare una forte pressione politica.<br />
In Parlamento si stanno attualmente<br />
dibattendo due interventi parlamentari<br />
che chiedono una revisione<br />
<strong>della</strong> legge sulle poste. Si tratta di<br />
primi successi, ma non ancora di successi<br />
definitivi. Negli ultimi mesi la<br />
Posta ha raffor zato enormemente la<br />
sua attività di lobbying e la sua campagna<br />
promozionale e noi ci impegneremo<br />
a fronteggiarla. (DM)<br />
Daniel Münger è membro del Comitato Direttivo<br />
e responsabile del Settore Logistica<br />
Obiettivo Contratto Collettivo di Lavoro: bisogna correre veloci verso un accordo. (© Peter Klaunzer/Keystone)<br />
Benvenuti corrieri, verso un CCL?<br />
Sono giovani, ecologici e moderni. Anche per i corrieri in bici<br />
serve uno strumento tradizionale del partenariato sociale come<br />
il contratto collettivo di lavoro? Certamente. Perché nell’ambito<br />
<strong>della</strong> distribuzione al dettaglio sono in atto grosse trasformazioni.<br />
E non solo i lavoratori, ma anche le aziende approfitteranno<br />
di condizioni di lavoro eque, sicure e rafforzate.<br />
In Svizzera, il servizio dei corrieri in<br />
bici registra successi da 30 anni a questa<br />
parte. Nel 1988 è stata fondata la<br />
prima ditta a Lucerna, e poco dopo ne<br />
esisteva una in ogni maggiore città<br />
elvetica.<br />
La prestazione è simile ovunque,<br />
ma le forme organizzative coprono<br />
una vasta varietà di tipologie d’azienda:<br />
associazioni, cooperative, società<br />
per azioni. La cosa che ha accomunato<br />
questi corrieri è che dopo la<br />
revisione <strong>della</strong> legge sulle Poste nel<br />
2013 essi sono stati obbligati ad avviare<br />
un dialogo di partnership sociale.<br />
Dopo un’iniziale esplorazione si<br />
è messo in moto un processo costruttivo<br />
che ha portato a un contratto collettivo<br />
di lavoro (CCL) pronto per la<br />
firma.<br />
Ed era anche ora. Il ramo si confronta<br />
direttamente con le sfide <strong>della</strong><br />
digitalizzazione. Infatti i committenti,<br />
produttori e fornitori vengono coordinati<br />
attraverso piattaforme digitali. E<br />
se si pensa in maniera realistica, questo<br />
sarà il futuro. Ma i concorrenti tentano<br />
di conquistare il mercato con metodi<br />
ambigui, occupando dei finti<br />
indipendenti oppure costringendo i<br />
loro dipendenti a un lavoro su chiamata.<br />
Ma ora sorge la domanda: in che<br />
contesto avviene questo lavoro? Uno<br />
sguardo in Germania rivela: presso le<br />
aziende Foodora e Deliveroo lo sfruttamento<br />
è all’ordine del giorno. Dietro a<br />
queste ditte ci sono gruppi globali miliardari<br />
che stanno rivoluzionando<br />
l’intero settore. In questo senso, i corrieri<br />
in bici in Svizzera potrebbero<br />
dare una controsterzata a questa spirale<br />
verso il basso di prezzi e salari<br />
inaugurando un partenariato sociale<br />
progressista.<br />
Con la conclusione di un CCL, i<br />
partner sociali dimostrano che la digitalizzazione<br />
può anche avere un<br />
aspetto diverso e che il progresso tecnico<br />
non deve avvenire a scapito dei<br />
lavoratori ma che può anche essere al<br />
servizio di tutti.<br />
I corrieri assoggettati al CCL approfitteranno<br />
di un salario minimo, di<br />
indennità notturne e domenicali chiaramente<br />
regolate, di nuovi orari di lavoro<br />
concordati, del pagamento del<br />
salario in caso di malattia o infortunio<br />
e di molto altro che si trova nei classici<br />
contratti collettivi di lavoro. Ma sarà<br />
lasciato un margine abbastanza ampio<br />
per le caratteristiche specifiche di<br />
ogni singolo corriere.<br />
Il prossimo obiettivo di <strong>syndicom</strong> e<br />
dell’associazione professionale swissmessengerlogistics<br />
è la dichiarazione<br />
di obbligatorietà generale (DOG). Ci<br />
sono ancora buona chance di riuscita<br />
finché il mercato è ancora ampiamente<br />
in mano ai corrieri. Concorrenti<br />
come Notime (vedi articolo a pagina<br />
18) detengono ancora una piccola<br />
fetta di mercato. Ma se anche in Svizzera<br />
subentreranno sul mercato dei<br />
gruppi internazionali, la faccenda potrebbe<br />
presto complicarsi.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/logistica/<br />
corriere-in-bici
20 Dalle<br />
professioni<br />
«La democrazia ha bisogno di media indipendenti» Roland Kreuzer<br />
Ringier e Tamedia hanno speso 400 milioni di franchi per il portale di ricerca<br />
di lavoro jobs.ch. Un investimento per contrastare l’arrivo sul mercato di Google.<br />
21<br />
Incentivare la stampa<br />
invece di ingoiare<br />
Fake News<br />
La democrazia ha bisogno di media indipendenti<br />
e qualità giornalistica. La<br />
dipendenza dagli inserzionisti minaccia<br />
la libertà di stampa, come il risucchio<br />
del denaro <strong>della</strong> pubblicità attraverso<br />
Google, Facebook & Co. che non<br />
reinvestono nell’editoria. La massimizzazione<br />
dei profitti di Tamedia, il<br />
calo degli introiti nella carta stampata<br />
che si vogliono compensare con tagli<br />
al personale, e i 50 milioni annuali che<br />
fluiscono nelle tasche dei proprietari e<br />
dei piani alti, rappresentano un attacco<br />
alla pluralità e alla qualità <strong>della</strong><br />
stampa. Ora servono buone idee ma<br />
soprattutto la pressione <strong>della</strong> società<br />
civile, perché urge un’incentivazione<br />
pubblica del giornalismo, e la ripartizione<br />
dei soldi deve essere trasparente<br />
e legata allo sviluppo dell’informazione<br />
e a un CCL. Vanno sostenuti progetti<br />
come la piattaforma Wepublish<br />
affinché la stampa indipendente<br />
possa investire le sue risorse nel lavoro<br />
giornalistico. Altre misure urgenti<br />
sono la continuazione <strong>della</strong> distribuzione<br />
a prezzo ridotto <strong>della</strong><br />
stampa regionale e associativa fino a<br />
quando non sarà garantita un’incentivazione<br />
del giornalismo. E prima di<br />
tutto va mandato a monte l’attacco al<br />
finanziamento del canone <strong>della</strong> SSR,<br />
chi si chiami No Billag, dimezzamento<br />
o quant’altro.<br />
Roland Kreuzer è respondabile del settore Media<br />
e membro del comitato direttivo<br />
A Locarno, studenti di cinema distribuiscono volantini per richiamare l’attenzione sull’importanza <strong>della</strong> SRG per il sostegno del settore. (© Nina Scheu)<br />
I difensori dei media si schierano<br />
Un vero uragano di applausi ha riscosso un trailer proiettato ad<br />
agosto al Festival di Locarno, il cui messaggio era «SaveTheMedia.ch».<br />
La reazione positiva del pubblico dimostra la grande<br />
preoccupazione circa la qualità dei media, che da qualche tempo<br />
inquieta non più soltanto i giornalisti.<br />
Dietro savethemedia.ch c’è l’associazione<br />
«Media per tutti» di cui fa parte<br />
anche <strong>syndicom</strong>: professionisti <strong>della</strong><br />
cultura e associazioni di giornalisti<br />
che cercano soluzioni finanziariamente<br />
percorribili per uscire dall’incombente<br />
situazione critica e che<br />
con manifestazioni e iniziative come<br />
quella di Locarno intendono sensibilizzare<br />
la consapevolezza sociale in<br />
merito all’importanza di un panorama<br />
mediatico forte e indipendente per la<br />
democrazia.<br />
La speranza delle piattaforme<br />
«Media per tutti» partecipa anche al<br />
gruppo di riflessione che gravita attorno<br />
all’Association pour le financement<br />
du journalisme, «fijou», attiva<br />
nella Svizzera romanda, un modello<br />
che intende implementare nella Svizzera<br />
romanda il finanziamento del<br />
giornalismo indipendente secondo il<br />
principio <strong>della</strong> promozione cinematografica.<br />
Il settore stesso si riunirebbe<br />
attraverso una piattaforma, finanziata<br />
da fondazioni, privati ed enti pubblici<br />
sulla base di criteri chiari.<br />
Simili pensieri li hanno avuti i realizzatori<br />
di WePublish.ch, che sempre<br />
in agosto si sono rivolti all’opinione<br />
pubblica. L’idea è quella di mettere direttamente<br />
a disposizione dei professionisti<br />
dei media una piattaforma<br />
sulla quale possono essere pubblicati<br />
articoli, diffusi in modo mirato grazie<br />
a un algoritmo. Hansi Voigt, figura di<br />
spicco dietro a WebPublish, auspica<br />
per l’implementazione tecnica<br />
anche un supporto tramite il canone<br />
radiotelevisivo. Il finanziamento<br />
dei contenuti deriverebbe dai singoli<br />
attori: pubblicità, micropayment, abbonamenti,<br />
fondazioni o fondi pubblici.<br />
È però necessario garantire che i<br />
contenuti diffusi sulla piattaforma siano<br />
prodotti a condizioni eque (= CCL,<br />
Contratto Collettivo di Lavoro).<br />
Partecipare e dar voce al giornalismo<br />
Il 13 settembre (dopo la chiusura redazionale<br />
<strong>della</strong> nostra <strong>rivista</strong>) la Commissione<br />
federale dei media (COFEM)<br />
dovrà esprimersi tra l’altro anche in<br />
merito a queste proposte. Il suo presidente<br />
Ottfried Jarren ha affermato che<br />
vi sarebbero interessanti approcci per<br />
il futuro di un giornalismo rilevante in<br />
Svizzera. Vi invitiamo a informarvi sul<br />
web in merito ai vari progetti e a discuterli<br />
con noi. Sempre al fine <strong>della</strong> discussione<br />
invitiamo a diverse manifestazioni<br />
(vedi agenda) sull’iniziativa<br />
«No-Billag». Siamo convinti che una<br />
limitazione o il completo venir meno<br />
del ruolo di servizio pubblico infliggerebbe<br />
un grave danno se non addirittura<br />
irreparabile al giornalismo.<br />
(Nina Scheu)<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/stampa<br />
Commissione federale dei media:<br />
www.emek.admin.ch<br />
Trailer cinematografico Locarno:<br />
savethemedia.ch<br />
Media per tutti: mfa-mpt.ch<br />
Piattaforma <strong>della</strong> Svizzera tedesca:<br />
wepublish.ch<br />
Articolo pubblicato su Le Temps<br />
su Fijou (francese): http://bit.ly/2viMIDa<br />
Le case editrici perdono il settore<br />
<strong>della</strong> ricerca dei posti di lavoro?<br />
Gli avvenimenti storici, recita una battuta di spirito attribuita<br />
a Karl Marx, si ripetono costantemente una seconda volta;<br />
la prima volta sotto forma di tragedia, la seconda di farsa.<br />
Presto jobs.google.com affosserà i nostri portali <strong>della</strong> ricerca di lavoro. (© David Goldmann/Keystone)<br />
Nella recente storia dei media non<br />
mancano le tragedie. Un colpo del destino<br />
di questo tipo, con conseguenze<br />
percepibili fino a oggi, è comunemente<br />
costituito dalla perdita delle attività<br />
correlate agli annunci pubblicitari<br />
di imprese esterne al settore. Ciò<br />
che per molti anni ha contribuito alla<br />
prosperità delle case editrici, sta gradualmente<br />
andando in fumo.<br />
Già dieci anni fa il Tages-Anzeiger<br />
veniva esortato a non fare più affidamento<br />
sugli introiti dello «Stellenanzeiger»,<br />
ovvero la rubrica dedicata alla<br />
ricerca dei posti di lavoro. E da allora<br />
le cose non sono cambiate. Nel frattempo,<br />
la maggior parte dei soldi li<br />
hanno fatti giovani imprenditori ingegnosi,<br />
che hanno fiutato l’affare al momento<br />
giusto rendendosi conto che la<br />
ricerca di posti di lavoro online è più<br />
elastica rispetto ai giornali cartacei.<br />
Sembra che le case editrici di giornali<br />
abbiano perso questa opportunità.<br />
Chi giunge in ritardo la paga. Questa<br />
massima vale in particolare per internet.<br />
A meno che non si metta seriamente<br />
mano al portafogli. Ringier e<br />
Tamedia lo hanno già fatto, quando<br />
nel 2012 acquisirono per quasi 400 milioni<br />
di franchi jobs.ch. Da allora il settore<br />
ha evidenziato un andamento<br />
«soddisfacente». Eppure sussiste la<br />
minaccia che la soddisfazione non<br />
duri a lungo, poiché il futuro all’orizzonte<br />
non è roseo. La storia dovrebbe<br />
ripetersi. Perdere una seconda volta il<br />
mercato <strong>della</strong> ricerca dei posti di lavoro,<br />
questa volta quello digitale, rappresenterebbe<br />
quindi una farsa. Uno<br />
scenario certamente realistico se Google<br />
emergesse come competitor.<br />
A maggio, Google ha avviato una<br />
funzione di ricerca per i posti di lavoro<br />
vacanti. Ciò altro non è che un attacco<br />
a tutte le società che attualmente offrono<br />
servizi di ricerca di posti di lavoro.<br />
Google, da parte sua, conosce il<br />
comportamento dell’utenza. Già oggi<br />
coloro che effettuano delle ricerche inseriscono<br />
la loro richiesta su Google.<br />
Così è puramente logico creare un<br />
nuovo comparto d’affari. La voracità di<br />
Google non conosce limiti. Lo sanno<br />
bene anche Ringier e Tamedia. Ciononostante,<br />
sperano di potersi opporre al<br />
gigante del Web laddove dovesse fare il<br />
suo ingresso sul mercato svizzero. Entrambe<br />
credono soprattutto di poter<br />
far leva sul radicamento locale. Ciò appare<br />
piuttosto l’ultimo filo di speranza<br />
a cui aggrapparsi in mancanza di promettenti<br />
strategie di difesa. Alla fine,<br />
resta la magra consolazione che una<br />
seconda perdita del mercato <strong>della</strong> ricerca<br />
dei posti di lavoro non andrebbe<br />
comunque a coinvolgere il giornalismo.<br />
Che dispone a malapena di risorse<br />
adeguate. (Nick Lüthi)<br />
News sempre aggiornate sul sito<br />
<strong>syndicom</strong>.ch
22 Politica<br />
Giorgio Pardini, responsabile<br />
del settore ITC e membro<br />
del comitato direttore di<br />
<strong>syndicom</strong>, da anni segue il<br />
tema <strong>della</strong> digitalizzazione<br />
nel mondo del lavoro. Qui<br />
prende posizione e delinea<br />
le strategie future del sindacato,<br />
a partire da uno studio<br />
sul tema (disponibile in <strong>rete</strong>)<br />
cofinanziato da <strong>syndicom</strong>.<br />
Intervista di Christian Capacoel<br />
Foto: Sébastien Bourquin<br />
Le sfide del presente<br />
per il lavoro futuro<br />
Crowdworker o clickworker, più<br />
semplicemente tramite una piattaforma.<br />
Stando agli articoli pubblicati<br />
sulla stampa negli ultimi mesi<br />
si potrebbe avere l’impressione che<br />
questo principio stia iniziando<br />
a diffondersi in sempre più settori<br />
e aziende. Il concetto di clickworker<br />
è stato utilizzato per la prima volta<br />
dalla NASA, quando nel 2000 ha<br />
invitato l’opinione pubblica a<br />
contribuire alla classificazione<br />
di riprese su Marte. Nel 2011 IBM<br />
ha introdotto definitivamente il<br />
termine crowdworker con il suo<br />
«Liquid Challenge Programm».<br />
Con il principio semplificato «più<br />
freelance e meno dipendenti fissi»,<br />
è prevista la soppressione del<br />
30% dei posti di lavoro.<br />
A che punto siamo in Svizzera? E<br />
come intendiamo affrontare questa<br />
sfida come sindacato?<br />
Giorgio Pardini, responsabile del<br />
settore ICT, prende posizione.<br />
<strong>syndicom</strong>: Nel 2011/12 l’annuncio<br />
del «Liquid Challenge Programm»<br />
di IBM ha destato enorme scalpore.<br />
Si prevedeva un massiccio taglio<br />
di posti di lavoro e una sempre più<br />
grande estensione del programma.<br />
A che punto si trova oggi IBM? Si<br />
orienta completamente al principio<br />
di crowdworker riducendo sempre<br />
più l’organico?<br />
Giorgio Pardini: IBM implementa<br />
costantemente misure di riduzione<br />
dei costi. Ad esempio ristrutturando<br />
e delocalizzando il personale.<br />
Attualmente sono a rischio fino<br />
a 8mila posti di lavoro in tutto il<br />
mondo. Aumenta così il pericolo<br />
di esternalizzare ancora più compiti<br />
affidandoli ad esempio a crowdworker.<br />
Come vede lo sviluppo futuro<br />
di questo fenomeno in Svizzera?<br />
Un nuovo studio cofinanziato da<br />
<strong>syndicom</strong> dimostra sulla base di<br />
un sondaggio Internet un’elevata<br />
partecipazione degli svizzeri all’economia<br />
delle piattaforme. Un terzo<br />
scarso degli intervistati ha tentato<br />
negli anni scorsi di trovare lavoro<br />
tramite le piattaforme online. Il<br />
18,2% cento degli intervistati è riuscito<br />
effettivamente a trovare un<br />
impiego di questo tipo. Il 12,5%<br />
di questi crowdworker ha risposto<br />
che il lavoro in questione costituisce<br />
la propria unica fonte di reddito.<br />
I lavori più frequentemente effettuati<br />
da crowdworker sono stati lo<br />
svolgimento di piccoli incarichi e<br />
clickwork. Dato l’efficiente sistema<br />
formativo e l’eccellente infrastruttura,<br />
in Svizzera si prevede che in<br />
futuro il crowdwork assumerà un<br />
ruolo ancora più importante.<br />
Swisscom gestisce già una piattaforma<br />
chiamata Mila. Quali sono<br />
le esperienze raccolte finora?<br />
Mila collega l’utente finale – ad<br />
esempio, un cliente Swisscom – con<br />
un fornitore di servizi, ad esempio<br />
un tecnico addetto all’assistenza<br />
Swisscom, un installatore oppure<br />
uno «Swisscom-Friend». Il cliente<br />
può selezionare su Mila da chi desidera<br />
avere il servizio. Pagherà di più<br />
per il tecnico Swisscom, di meno<br />
solitamente per il Swisscom-Friend,<br />
ovvero per il servizievole cliente<br />
Swisscom. Questa non è altro che<br />
una forma di outsourcing di compiti<br />
al Mila-Crowd. I rischi derivanti<br />
da un simile crowdsourcing sono<br />
molteplici: scarsa qualità <strong>della</strong> prestazione,<br />
dumping sociale e salariale,<br />
lavoro nero, ecc.<br />
In cosa consistono le grandi sfide<br />
sindacali in questo ambito?<br />
Chi garantisce un corretto indennizzo<br />
e assicura il rispetto dei diritti<br />
dei crowdworker? Riteniamo che sia<br />
l’azienda che esternalizza ai crowdworker<br />
sia la piattaforma di crowdwork<br />
debbano assumersi le loro<br />
responsabilità. Entrambe devono<br />
far sì che i lavoratori godano <strong>della</strong><br />
protezione in particolare per quanto<br />
riguarda condizioni di lavoro e condizioni<br />
salariali, diritti di sicurezza<br />
sociale, falso lavoro autonomo e<br />
proprietà intellettuale. Attraverso la<br />
certificazione di piattaforme di<br />
crowdwork e relativi label possiamo<br />
contribuire a far sì che vengano<br />
Siamo preoccupati <strong>della</strong> strategia del Consiglio federale. Negli ultimi mesi siamo intervenuti più<br />
volte su diversi punti ottenendo ad esempio che <strong>syndicom</strong> sia rappresentato nella soundingboard<br />
per la prima conferenza <strong>della</strong> Confederazione sulla «Svizzera digitale».<br />
«Le imprese<br />
che esternalizzano<br />
piccoli<br />
compiti alla<br />
folla (crowd),<br />
così come le<br />
piattaforme di<br />
crowdwork,<br />
devono<br />
assumersi le<br />
proprie responsabilità»<br />
considerate<br />
solo le piattaforme che rispondono<br />
a questi criteri.<br />
La diffusione del crowdwork rappresenta<br />
però anche una sfida per noi<br />
come sindacato: come possiamo<br />
organizzare meglio i crowdworker<br />
e collegarli in <strong>rete</strong> di modo che con<br />
il nostro supporto possano far valere<br />
i loro diritti individuali e collettivi?<br />
E che tipo di servizi specifici<br />
possiamo offrire loro?<br />
A giugno 2017 il Consiglio federale<br />
ha pubblicato l’opuscolo «Svizzera<br />
digitale» e indetto un dialogo «Svizzera<br />
digitale». Colpisce che i lavoratori<br />
e le questioni sul futuro del<br />
lavoro vi svolgano solo un ruolo<br />
marginale.<br />
In effetti siamo preoccupati dell’unilateralismo<br />
<strong>della</strong> strategia del<br />
Consiglio federale. Negli ultimi<br />
mesi siamo intervenuti più volte su<br />
diversi punti ottenendo ad esempio<br />
che <strong>syndicom</strong> sia rappresentato<br />
nella soundingboard per la prima<br />
conferenza <strong>della</strong> Confederazione<br />
sulla «Svizzera digitale».<br />
Quali temi è possibile regolamentare<br />
all’interno <strong>della</strong> partnership<br />
sociale, in altre parole, nei contratti<br />
collettivi di lavoro?<br />
Con la partnership sociale tra sindacati<br />
e aziende (e rispettivamente<br />
le loro associazioni), in Svizzera<br />
disponiamo di un efficace strumento<br />
per reagire rapidamente ai<br />
cambiamenti. Se la partnership<br />
sociale viene messa in pratica alla<br />
pari e in modo non discriminatorio,<br />
sarà possibile trovare soluzioni<br />
equilibrate che rafforzano i lavoratori,<br />
senza intaccare la competitività<br />
<strong>della</strong> Svizzera. La digitalizzazione<br />
rappresenta ora un’opportunità per<br />
rinnovare e ampliare la collaudata<br />
partnership sociale. Nei contratti<br />
collettivi di lavoro è possibile ad<br />
esempio regolamentare il diritto<br />
alla privacy e la protezione dei dati<br />
sul posto di lavoro, un’amplia gestione<br />
autonoma dell’orario lavorativo<br />
per i lavoratori fino alla riduzione<br />
dell’orario di lavoro nonché<br />
misure contro lo sconfinamento del<br />
lavoro, come ad esempio il diritto<br />
alla disconnessione.<br />
Dove si dovrebbe intervenire a<br />
livello giuridico per poter reagire<br />
a queste sfide? E a quali misure<br />
sta pensando <strong>syndicom</strong>?<br />
Il legislatore deve fare in modo<br />
che venga sancito un reale diritto<br />
al lavoro e siano garantiti a tutti<br />
i lavoratori – anche a quelli nel<br />
crowd – diritti di lavoro collettivi e<br />
diritti di sicurezza sociale. Siccome<br />
con la crescente digitalizzazione<br />
alcune attività vengono automatizzate,<br />
è determinante che la formazione<br />
e l’assicurazione contro la<br />
disoccupazione siano adeguatamente<br />
armonizzate. Il maggior<br />
numero di lavoratori deve avere<br />
la possibilità di qualificarsi per<br />
nuovi profili di attività emergenti.<br />
Se i lavori vengono automatizzati<br />
e non più eseguiti da lavoratori<br />
salariati, questo si ripercuoterà<br />
anche sul sistema fiscale. Indipendentemente<br />
dal fatto che vengano<br />
ad esempio tassati robot o dati,<br />
le entrate fiscali dovranno essere<br />
sufficienti per far sì che tutti coloro<br />
che escono dal processo di lavoro<br />
per tempi più brevi o più lunghi<br />
possano condurre una vita dignitosa.<br />
Infine i diritti delle persone<br />
ai loro dati devono essere raf<strong>forzati</strong><br />
nell’ambito <strong>della</strong> protezione dei<br />
dati: i miei dati mi appartengono!<br />
Quali attività ha previsto <strong>syndicom</strong><br />
per accelerare questa discussione?<br />
Il nostro congresso di novembre<br />
(venerdì 10 e sabato 11, a Basilea)<br />
sarà completamente dedicato alla<br />
digitalizzazione. In quella sede<br />
discu teremo e stabiliremo le nostre<br />
posizioni e le prossime attività del<br />
sindacato.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/digitalizzazione<br />
23
24 Diritto e diritti<br />
1000 parole<br />
La matita di TomZ<br />
25<br />
Secondo il diritto, quali sono i miei diritti?<br />
Accetto regolarmente incarichi da diverse piattaforme<br />
online. Chi devo considerare come mio datore di lavoro?<br />
Lavoro per i gestori <strong>della</strong> piattaforma, o direttamente<br />
per chi offre l’incarico che io ricevo tramite piattaforma?<br />
Lavoro mediamente per circa 20 ore a settimana, svolgendo<br />
un’attività che verte soprattutto sull’elaborazione di testi<br />
e immagini. E poiché gli incarichi fissi si stanno diradando,<br />
dipendo in misura crescente da opportunità di guadagno<br />
di questo tipo.<br />
Quali aspetti sono importanti in prospettiva previdenziale<br />
e assicurativa? Come posso calcolare le assicurazioni<br />
sociali: al 50% con i datori di lavoro, oppure devo provvedere<br />
da solo come lavoratore autonomo? I mediatori non<br />
mettono a disposizione informazioni al riguardo sulle loro<br />
pagine web e i pagamenti non riportano alcuna detrazione.<br />
Poiché non sono una società, penso che il mio reddito sia<br />
da lavoro dipendente. Quindi ho diritto a detrazioni AVS e<br />
posso chiederle? Non so nemmeno se e come posso assicurarmi<br />
contro la disoccupazione se un mio regolare committente<br />
viene meno per un periodo prolungato, o fallisce.<br />
Infine, nella terza età non vorrei rinunciare a una rendita.<br />
Come posso stipulare un’assicurazione in una cassa pensioni<br />
con così tanti committenti e datori di lavoro? Di quali<br />
alternative dispongo? E come posso detrarre eventuali<br />
assicurazioni previdenziali dalle tasse?<br />
Risponde il servizio giuridico<br />
A seconda se lavori tramite mediatori<br />
(come Jovoto.com o Atizo) oppure<br />
direttamente per una società, si<br />
applicano disposizioni giuridiche<br />
diverse (contratto di mediazione,<br />
contratto d’appalto, commessa,<br />
contratto di lavoro). Il tipo di contratto<br />
applicabile determina, ad esempio,<br />
fino a che punto sei responsabile<br />
di un errore, il tipo di prestazione<br />
che sei tenuto a fornire, oppure se<br />
sussiste o meno un diritto di revoca<br />
o recesso ecc. Molto importante:<br />
chiarisci questi aspetti in via preliminare<br />
e leggi attentamente le condizioni<br />
dei mediatori/degli offerenti,<br />
in particolare per quanto concerne<br />
il diritto d’autore, la tutela dei dati<br />
personali e la sicurezza dei dati.<br />
I mediatori/offerenti non vogliono<br />
assumerti come impiegato. Altrimenti<br />
dovrebbero assicurarti e farsi carico<br />
<strong>della</strong> metà dei contributi. A decidere<br />
se sei, o meno, un lavoratore autonomo<br />
è la cassa di compensazione AVS<br />
del tuo cantone di residenza. E la<br />
decisione dipende dalle informazioni<br />
da te fornite. Perciò è importante<br />
conoscere i requisiti necessari prima<br />
di iscriversi. Ulteriori informazioni<br />
sul tema sono disponibili alla homepage<br />
<strong>della</strong> cassa di compensazione<br />
cantonale. Nota bene: versa almeno<br />
il contributo minimo annuale all’AVS<br />
(attualmente CHF 478.–) se non hai<br />
un contratto di lavoro dipendente<br />
o se la tua/il tuo coniuge non lavora.<br />
Determinate associazioni di categoria<br />
offrono una soluzione previdenziale<br />
collettiva per i loro affiliati. La Cassa<br />
Pensione Freelance di <strong>syndicom</strong> è<br />
stata creata appositamente per i<br />
lavoratori autonomi del settore<br />
media. Altrimenti hai la possibilità<br />
di assicurarti come privato presso<br />
la Fondazione istituto collettore<br />
(chaeis.ch). La terza alternativa<br />
consiste in una soluzione previdenziale<br />
privata presso un’assicurazione<br />
o una banca (pilastro 3a o pilastro 3b,<br />
ma solo il primo è deducibile ai fini<br />
fiscali). Sono tante le domande sul<br />
crowdworking. Le risposte giuste può<br />
dartele il tuo sindacato. Tieni sempre<br />
presente questo: tu e il tuo lavoro<br />
meritate una giusta ricompensa.<br />
www.<strong>syndicom</strong>.ch/diritto/dirittoediritti
26 Rubriche<br />
Idee<br />
Pubblicità<br />
Gli oppositori vogliono un’AVS debole<br />
e l’età pensionabile a 67 anni<br />
i sindacati sostengono i lavoratori<br />
attraverso i corsi Helias, che propongono<br />
una varietà di tematiche<br />
molto ampia. Ad esempio, il 14 ottobre<br />
Barbara Solari parlerà di diritti<br />
d’autore e di proprietà intellettuale.<br />
Grafici, giornalisti, illustratori en<br />
Al Museo Nazionale Svizzero,<br />
Associazione dei datori le immagini di lavoro, del Unione lavoro che L’AVS è sinonimo di solidarietà e stabilità.<br />
Affrontare il delle futuro arti e dei mestieri, cambia Economiesuisse,<br />
(e scompare) Ha il miglior rapporto prezzo-prestazione<br />
con gli strumenti ecc., si giusti oppongono alla riforma <strong>della</strong> previdenza<br />
di vecchiaia 2020. Nel 1877, Sono una gli legge stessi federale medio-bassi. fissava Nel loro caso è la forma di<br />
per tutti coloro che percepiscono salari<br />
I lavoratori ai tempi ambienti <strong>della</strong> digitalizzazione<br />
sono confrontati con camliere,<br />
ridotte a 10 il sabato. Lo<br />
che a suo tempo il limite erano di 11 ore contrari di lavoro giorna<br />
previdenza L’età che dell’oro offre la dei rendita giornalisti maggiore<br />
biamenti tecnologici<br />
all’introduzione<br />
a una velocità<br />
dell’AVS,<br />
scorso<br />
in<br />
anno,<br />
quanto<br />
invece,<br />
basata<br />
anno eccessivamente fa sembrava si sulla è espressa solidarietà su un (primo) tra referen<br />
parla ogni vent’anni eppure il mori<br />
la popolazione<br />
per ogni franco<br />
«Della<br />
versato.<br />
morte del giornalismo si<br />
che fino a qualche<br />
inimmaginabile.<br />
ricchi<br />
Allo stesso<br />
e poveri.<br />
tempo,<br />
A loro<br />
dum<br />
avviso<br />
riguardante<br />
le persone<br />
il reddito universale,<br />
verso la scomparsa del lavoro gie per tornare in salute»: così, con<br />
L’aumento<br />
turo<br />
dell’AVS<br />
trova in<br />
contribuisce<br />
sé sempre nuove<br />
pertanto<br />
ener<br />
le nuove professioni (crowdworker,<br />
indipendenti veri dovrebbero o fittizi) sono provvedere così da come sé alla lo conosciamo propria oggi. a una maggiore una nota compensazione positiva, Enrico Morresi sociale.<br />
costrette a muoversi previdenza, sul mercato, dando i soldi Nell’ultimo a banche secolo e assicurazioni.<br />
Vogliono indebolire l’AVS con un un doppio Sì alla previdenza di vecchiaia<br />
e mezzo, Per si è tutti questi conclude motivi il suo il 24 monumentale settembre lavoro<br />
di storia del giornalismo nella<br />
serve<br />
che richiede competenze che non passati dalla rivoluzione industriale<br />
sono soltanto tecniche. Per affrontare<br />
il futuro, la no formazione e trascinarla è più nel deficit. vallo temporale E imporre si muove l’età la mostra 2020.<br />
all’automazione: in questo inter<br />
che mai fondamentale. pensionabile Per questo a 67 anni. fotografica Le travail, in programma<br />
al Museo Nazionale Svizzero<br />
di Prangins fino al 15 ottobre.<br />
Più di 200 immagini, dal 1860 a<br />
oggi, raccontano la Svizzera che<br />
cambia attraverso il lavoro. Nella<br />
prima parte dell’esposizione, in<br />
modo cronologico vediamo cam<br />
Votate due volte Sì<br />
trano quotidianamente in contatto biare la tecnica fotografica (dalla<br />
con qualche forma di diritto d’autore:<br />
a partire dalle<br />
pellicola al digitale, dal bianco e<br />
interessanti (come Il Quotidiano<br />
La<br />
immagini<br />
previdenza di vecchiaia<br />
nero al 3D) e<br />
2020<br />
ancora<br />
è<br />
più<br />
composta<br />
brutalmente<br />
da due<br />
o TeleTicino<br />
progetti.<br />
o, ancora,<br />
Il finanziamento<br />
Il caffè) e<br />
per le diverse l’AVS professioni nonché rappre<br />
la riforma l’avanzare vera e veloce propria. di una Se rivoluzione uno<br />
fino a supplementare ciò che<br />
scaricate da internet,<br />
creiamo, che sia un testo o un flyer. sentate, dall’agricoltura all’industria<br />
tecnologica che ha trasformato il<br />
Il corso spiega a riconoscere<br />
dei due progetti<br />
i principali<br />
verrà bocciato<br />
fino al terziario.<br />
l’intera<br />
Una sezione<br />
riforma<br />
è<br />
sarà<br />
mestiere<br />
destinata<br />
fino a<br />
a<br />
oggi.<br />
fallire.<br />
Il volume<br />
Ecco<br />
si<br />
diritti d’autore perché e a utilizzare è assolutamente dedicata necessario proprio ai lavori votare che non due ci volte chiude Sì. con le schede delle diverse<br />
dati esterni nel rispetto <strong>della</strong> legge, sono più, come la centralinista e il testate e con le biografie dei protagonisti,<br />
come pure a proteggere una propria tipografo, o il fabbricante di spugne.<br />
una sorta di «Who’s who»<br />
creazione. Un altro corso (16 e 18 ottobre)<br />
Accompagnata da un pregevole<br />
del giornalismo <strong>della</strong> Svizzera ita<br />
tenuto da Stefano Gazzaniga catalogo bilingue, la mostra non liana. E non manca l’indice dei<br />
aiuta invece a realizzare il proprio trascura il lavoro dei migranti, delle nomi di persona dell’intera opera.<br />
piano di marketing. Ideale per i<br />
donne (come nella foto di Theo<br />
Imprescindibile per gli studenti<br />
freelance, il corso fornisce le competenze<br />
Ballmer qui sopra), in tempo di<br />
di giornalismo, per chi voglia capire<br />
base per costruire un piano guerra, fino alle grandi opere (come la professione (e anche un po’ que<br />
di marketing efficace. Altri corsi, il traforo del Gottardo). In particolare,<br />
sto cantone periferico), il libro for<br />
invece, sono più tecnici e trattano<br />
un reportage di Luc Cramatte nisce anche qualche chiave per decisto<br />
tematiche attuali Le con seguenti l’aiuto organizzazioni dei<br />
sulla dicono chiusura Sì alla degli previdenza uffici postali di in vecchiaia frare 2020: le piste che si prospettano in<br />
migliori esperti del settore. Per i<br />
Svizzera romanda, realizzato un<br />
futuro, grazie alle interessanti considerazioni<br />
di<br />
soci <strong>syndicom</strong>,<br />
Sindacati<br />
un corso all’anno<br />
e organizzazioni<br />
decennio<br />
di lavoratori:<br />
fa, è<br />
USS,<br />
ancora<br />
Unia,<br />
di stretta<br />
SEV, <strong>syndicom</strong>,<br />
attualità.<br />
Purtroppo. (GioVi)<br />
(Giovanni Valerio).<br />
SSP/VPOD, AvenirSocial,<br />
Morresi nell’epilogo.<br />
garaNto,<br />
kapers, Nautilus, APC, ASIB, SMPM, SMS, SSM; TravailSuisse; Syna, OCST; Transfair, LCH, ZV, Società<br />
è gratuito (red).<br />
Impiegati Commercio; Angestellte Schweiz, ASI, ASW, VSPB;<br />
Partiti: PBD, PPD, PEV, PVL, Verdi, PS; organizzazioni di pensionati: Consiglio svizzero degli Anziani,<br />
VASOS, Pro Senectute; organizzazioni di donne: alliance F, SKF, EFS, Landfrauen;<br />
La lista completa<br />
associazioni<br />
dei corsi Helias<br />
economiche: Centre<br />
Museo<br />
patronal,<br />
Nazionale Svizzero<br />
FER, CVCI;<br />
Prangins<br />
Consiglio federale,<br />
Enrico<br />
Parlamento,<br />
Morresi, Giornalismo<br />
la Conferenza<br />
nella Svizzera<br />
e i formulari d’iscrizione si trovano<br />
Le travail, fino al 15 ottobre<br />
dei direttori delle opere sociali e l’Unione delle città svizzere<br />
sul sito helias.ch<br />
letravail.chateaudeprangins.ch<br />
Impressum: Comitato per il SÌ alla previdenza di vecchiaia 2020, c/o Monbijoustrasse 61, 3007 Berna<br />
Svizzera italiana. Eppure, sfogliando<br />
il secondo volume (che copre gli<br />
anni dal 1980 al 2000) si ha la sensazione<br />
che quei tempi non torneranno<br />
così facilmente, con un numero<br />
di testate incredibilmente alto<br />
rispetto alla popolazione, con i giornali<br />
di partito e le tv. Al solito molto<br />
documentato, il lavoro di Morresi<br />
ripercorre due decenni che hanno<br />
visto il sorgere di nuovi progetti<br />
italiana, Volume II, Armando Dadò Editore,<br />
328 pagine, 35.– CHF<br />
Garantire<br />
le rendite,<br />
rafforzare<br />
l’AVS
28 Eventi<br />
La Posta ha spinto la gente in strada. L’annuncio di voler chiudere 600 uffici<br />
postali in tutto il paese entro il 2020 e di tagliare ben 1200 impieghi ha portato<br />
a una protesta collettiva nazionale.<br />
1. Berna, primo maggio (© Susanne Oehler)<br />
2. Wassen, 20 maggio (© Peter Lienert)<br />
3. Marcia da Poidoux a Chexbres, 6 maggio (© Philippe Morerod)<br />
4. Sion, 10 maggio (© <strong>syndicom</strong>)<br />
5. Zizers, primo maggio (© <strong>syndicom</strong>)<br />
6. Ginevra, primo maggio (© Demir Sönmez)<br />
7. Basilea, 19 novembre (© František Matous)<br />
8. Neuchâtel, 27 febbraio (© BNJ)<br />
9. Genestrerio, primo settembre (© Redazione)<br />
10. Balerna, primo settembre (© Redazione)<br />
29<br />
2<br />
6<br />
3<br />
1<br />
8<br />
7<br />
5<br />
4<br />
9<br />
10
30 Un lavoro,<br />
una vita<br />
Martin Bichsel<br />
Una macchina fotografica, tante passioni<br />
Impressum<br />
Redazione: Riccardo Turla, Giovanni Valerio,<br />
Marie Chevalley. Supervisione: Nina Scheu<br />
Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Traduzioni: Barbara Iori, Alleva-Translations<br />
Art direction: Büro4, Zurigo<br />
Layout e correzione: Stämpfli SA, Berna<br />
Stampa: Stämpfli SA, Berna<br />
Wölflistrasse 1, Casella Postale, 3001 Berna<br />
Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />
Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />
Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />
Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />
e <strong>della</strong> comunicazione<br />
La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />
Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />
Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />
Il prossimo numero uscirà il 24 novembre<br />
Chiusura redazionale: 2 ottobre<br />
31<br />
Il fotografo freelance Martin Bichsel<br />
(44) è iscritto al sindacato dal 2003<br />
ed è membro <strong>della</strong> Commissione degli<br />
indipendenti del settore Media di<br />
<strong>syndicom</strong>. Oltre a lavori su commissione,<br />
il fotografo bernese coltiva<br />
anche progetti artistici personali.<br />
Nei suoi scatti ritrae rifugiati a Berna<br />
e si impegna a favore di una società<br />
più solidale.<br />
Indipendente per caso<br />
Ogni giorno di lavoro è diverso. Se mi<br />
commissionano un lavoro fotografico<br />
fuori città, pedalo direttamente<br />
alla volta <strong>della</strong> stazione dal mio appartamento<br />
bernese nella Länggasse.<br />
Porto l’attrezzatura in spalla, nel<br />
mio zaino. E sul treno salgo con la<br />
mia bici pieghevole, così sono mobile<br />
anche all’arrivo. Non ho un’automobile<br />
e nemmeno voglio averla.<br />
Sarebbe necessaria solo se lavorassi<br />
come impiegato di un quotidiano,<br />
il che inizialmente era il mio sogno.<br />
Non è andata così, ma non ho rimpianti.<br />
Sono contento di non dover<br />
correre da un impegno all’altro.<br />
In compenso, come freelance ogni<br />
tanto rischio un periodo di stanca,<br />
anche se da qualche anno gli incarichi<br />
sono più stabili. Fortunatamente<br />
ho clienti affezionati. In<br />
realtà sono venditore specializzato di<br />
articoli sportivi. Dopo l’apprendistato<br />
si è avverato un mio sogno<br />
d’infanzia e così sono diventato<br />
assistente di volo alla Swissair. La<br />
smania di viaggiare però si è esaurita<br />
rapidamente.<br />
Ho scoperto la passione per la<br />
fotografia grazie a un amico durante<br />
un viaggio a Madrid. Al ritorno, abbiamo<br />
allestito una camera oscura<br />
nel bagno di casa sua e così abbiamo<br />
sviluppato le nostre prime foto. Alla<br />
fine, a 25 anni, ho deciso di studiare<br />
fotografia tramite la piattaforma<br />
«autodidaktische Fotografenausbildung<br />
GaF» (formazione per fotografi<br />
autodidatti). Intanto mi guadagnavo<br />
da vivere come corriere in bicicletta,<br />
che per me era più che sbarcare<br />
semplicemente il lunario: mi sentivo<br />
parte di una famiglia.<br />
Lavoro come freelance dal 2001,<br />
grazie a un caso fortuito. Mi fu<br />
assegnato l’incarico di fotografare<br />
300 edifici e così ho avuto abbastanza<br />
di che vivere per un anno intero.<br />
Questo mi ha permesso di consolidare<br />
la mia attività di freelance<br />
senza dover temere per la mia sussistenza.<br />
Poco dopo mi sono iscritto<br />
al sindacato, che all’epoca si chiamava<br />
Comedia. Per me era importante<br />
poter contare su un interlocutore<br />
in caso di problemi. Ho potuto<br />
anche beneficiare delle offerte di<br />
formazione per lavoratori autonomi.<br />
In questo modo mi sono reso conto<br />
dell’importanza di far parte di una<br />
<strong>rete</strong> e così ho deciso di impegnarmi<br />
in seno alla Commissione degli<br />
indipendenti.<br />
Se non sono in giro per un incarico,<br />
trascorro la giornata elaborando<br />
fotografie o sbrigando pratiche<br />
d’ufficio nel mio atelier al<br />
PROGR. Al centro culturale, con oltre<br />
70 atelier, ho trovato l’humus per la<br />
mia ispirazione. Qui lavoro come<br />
volontario per l’organizzazione a<br />
sostegno dei profughi «Kreativ-Asyl».<br />
Anche nella vita privata aiuto i rifugiati<br />
a superare i tanti ostacoli <strong>della</strong><br />
vita quotidiana. È così che sono nati i<br />
ritratti che ho già esposto in diverse<br />
mostre.<br />
La sera non resto a lungo in ufficio.<br />
Talvolta partecipo ancora a una<br />
riunione del gruppo regionale bernese<br />
di Public Eye. All’interno di<br />
questa organizzazione svolgo un’attività<br />
a sostegno dell’iniziativa per<br />
multinazionali responsabili. Ritengo<br />
che un mondo più giusto sia imprescindibile.<br />
Pubblicità<br />
Offerta speciale<br />
Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />
In palio una borsa frigo offerta da CPT.<br />
La soluzione sarà pubblicata sul prossimo<br />
numero insieme al nome del vincitore.<br />
Non è previsto alcuno scambio<br />
di corrispondenza sul concorso. Sono<br />
escluse le vie legali. Inviare la soluzione<br />
entro il 2 ottobre a <strong>syndicom</strong>,<br />
via Genzana 2, 6900 Lugano.<br />
La soluzione del cruciverba dello scorso<br />
numero è TAGLIO NETTO. Il vincitore è<br />
Daniele Franconi di Brissago, a cui va il<br />
buono Reka di 50 Franchi.<br />
Congratulazioni!<br />
Ordinate la vostra carta AgipPLUS<br />
• senza costi<br />
• senza tasse<br />
• sconto carburante 4.5 ct/lt (senza piombo e diesel)<br />
-4.5<br />
(sulle stazioni di servizio Eni/Agip in Svizzera e Liechtenstein)<br />
Ordinate la vostra richiesta di carta al nostro ufficio<br />
ct al litro<br />
+41 (0)58 817 18 18 - mail@<strong>syndicom</strong>.ch
32 Inter-attivi<br />
<strong>syndicom</strong> social<br />
Inter-attivi: discussioni in evidenza<br />
facebook.com/<strong>syndicom</strong><br />
20.09.2017<br />
Perché il Web First<br />
Dal prossimo numero, qui verranno pubblicati<br />
i migliori, più appassionanti o<br />
anche più controversi commenti che ci<br />
raggiungono attraverso i social media.<br />
In questo modo verrano coinvolti nel<br />
dibattito anche tutti quelli che non<br />
amano destreggiarsi in Facebook, Twitter<br />
o Instagram ma che preferiscono la cara,<br />
vecchia carta stampata ...<br />
Il comitato centrale ha deciso che<br />
<strong>syndicom</strong> deve informare i suoi<br />
iscritti in maniera più moderna e<br />
veloce. Il canale più veloce è internet:<br />
per questo la nuova strategia<br />
si chiama «Web first». La comunicazione<br />
tra sindacato e i suoi affiliati<br />
avverrà in maniera più veloce,<br />
precisa e soprattutto più diretta,<br />
in entrambe le direzioni.<br />
Questo è un esempio di pura fantasia che mostra come<br />
potrebbe apparire il tuo commento Facebook pubblicato<br />
anche sulla <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong>.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Anche sul nuovo sito web si trovano sempre e ovunque<br />
tutte le informazioni sul sindacato e le sue campagne<br />
o azioni. Ci saranno una migliore versione per il cellulare<br />
e un’area riservata ai soli soci.<br />
Twitter per le Breaking News<br />
Twitter si presta bene per diffondere le<br />
news. In questo senso utilizzeremo<br />
@<strong>syndicom</strong>_it per pubblicare comunicazioni<br />
attualissime.<br />
Insieme per il sindacato<br />
@inside_Tamedia<br />
24.08.2017<br />
Discutete con noi su Facebook, informatevi<br />
sulle nostre azioni, petizioni e<br />
manifestazioni, scoprite foto e video!<br />
Postate la vostra opinione come membri<br />
del Gruppo <strong>syndicom</strong> e diventate<br />
«follower» <strong>della</strong> pagina <strong>syndicom</strong> CH.<br />
Novità da Ginevra: @tdgch stasera si incontra per<br />
una riunione di protesta. I capi non possono partecipare.<br />
Il personale @tdgch protesta contro l’accentramento<br />
<strong>della</strong> redazione a Losanna.<br />
my.<strong>syndicom</strong>.ch<br />
22.09.2017<br />
@natalieimboden<br />
Laurent Voegelin@Facebook.com<br />
Decisione @Tamedia pericolo per #pluralità <strong>della</strong> stampa<br />
@kanton_bern. Inoltrata mozione: Garantire la pluralità<br />
<strong>della</strong> stampa nella @capitale_CH. @<strong>syndicom</strong>_de.<br />
02.09.2017<br />
@<strong>syndicom</strong>-de: Anch’io un giorno verrò a raccogliere<br />
firme con voi :-)<br />
Risposta al nostro messaggio: «<strong>syndicom</strong> on tour» nei<br />
48 uffici postali ticinesi minacciati di chiusura entro<br />
il 2020. http://goo.gl/kTiXws #diepost. Vedi le foto<br />
dell’azione su <strong>syndicom</strong>.ch.<br />
23.08.2017<br />
Sul nostro nuovo sito web ora<br />
c’è un’area riservata ai soli soci.<br />
Puoi impostare la tua password<br />
su my.<strong>syndicom</strong>.ch. Dopo il login<br />
puoi modificare i tuoi dati personali<br />
(per esempio, se cambi indirizzo<br />
o lavoro), scegliere la tua newsletter<br />
personalizzata o approfittare<br />
di servizi speciali.<br />
Newsletter personalizzate<br />
20.09.2017<br />
In futuro ci saranno diverse newsletter<br />
per informare i nostri iscritti in maniera<br />
più mirata e veloce. Su my.<strong>syndicom</strong>.ch<br />
puoi adeguare ai tuoi interessi le tue<br />
newsletter personali. Noi ti informiamo<br />
direttamente su eventi e news nella<br />
tua regione e nel tuo settore.