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Il rapporto della<br />
Hepburn con la moda<br />
ed in particolare con<br />
Hubert de Givenchy<br />
diventò un tratto<br />
distintivo permanente<br />
durante la sua carriera<br />
sul grande schermo<br />
di fame, che partì per Londra nel 1948 con una borsa di<br />
studio per la scuola di danza del Balletto Rambert, mancasse<br />
questa caratteristica. Givenchy enfatizzò semplicemente i suoi<br />
tratti fondamentali e la rese più se stessa, anche se ciò non<br />
piaceva a tutti. “Nessuno le somigliava prima della Seconda<br />
Guerra Mondiale”, svela il fotografo Cecil Beaton. “Adesso<br />
sono apparse migliaia di copie e il mondo pullula di giovani<br />
donne con frangetta rosicchiata e volti pallidi come la luna”.<br />
FOTO: SILVER SCREEN COLLECTION / KONTRIBUTOR / GETTY IMAGES (2)<br />
Aveva 37 anni quando giunse a girare Come rubare un<br />
milione di dollari e vivere felici, una combinazione tra<br />
film del colpo grosso e commedia sentimentale del<br />
regista William Wyler del 1966.<br />
La sua bellezza era maturata e si era addolcita senza<br />
perdere la freschezza della ventiquattrenne ingenua di<br />
Vacanze romane, sempre di Wyler, nel suo primo ruolo da<br />
protagonista per il quale vinse un Oscar, un Golden Globe<br />
e un BAFTA nel 1954.<br />
In alcune scene di Come rubare un milione di dollari sembra<br />
di assistere ad una sfilata di due ore di Givenchy ricollocata<br />
sul set. Fa la sua comparsa al volante di una Bianchina cabrio<br />
rossa, la piccola e lussuosa decapottabile costruita sul modello<br />
della Fiat 500, indossando un futuristico caschetto bianco,<br />
ampi occhiali con montatura bianca, un abito bianco, collant<br />
e scarpe con i tacchi bassi. Seguono un soprabito color giada,<br />
una vestaglia color ostrica incredibilmente elegante, un fine<br />
vestito di tweed e, colpo di grazia, un abito nero con maniche<br />
in pizzo, collant in pizzo nero coordinati e una maschera,<br />
anch’essa in pizzo nero, indossata in occasione dell’incontro<br />
con O’Toole al bar del Ritz (“Questa è una riunione d’affari”,<br />
dice lei con aria di rimprovero quando lui le offre di bere<br />
qualcosa in camera sua).<br />
In una biografia di O’Toole si sostiene che il rapporto con<br />
Audrey Hepburn andasse ben oltre il set, nonostante il fatto<br />
che a quel tempo entrambi fossero sposati, lui con Siân Phillips,<br />
lei con Mel Ferrer. Come rubare un milione di dollari è di gran<br />
lunga il capolavoro di entrambi gli attori e l’attrazione tra<br />
l’affascinante coppia è tanto lampante che si stenta quasi<br />
a crederci. Molti anni più tardi Peter O’Toole ricordò Audrey<br />
Hepburn come “incantevole ma problematica, aveva<br />
pochissima fiducia nel suo talento. Mi sorprende vedere come<br />
molte attrici avvenenti abbiano una così scarsa stima delle<br />
proprie capacità e del proprio aspetto”.<br />
La <strong>Jaguar</strong>, con le sue targhe parigine, era la vettura perfetta<br />
per mettere in scena un colpo all’epoca in cui la minigonna<br />
stava migrando dalla King’s Road al Boulevard Saint-Michel.<br />
Lanciata nel 1961 con un prezzo da lasciare incredule le<br />
persone (tra cui Enzo Ferrari, dato che a parità di prestazioni<br />
costava un terzo rispetto alle sue 250 GT), la E-Type era la<br />
perfetta rappresentazione della modernità del dopoguerra e<br />
di uno stile vibrante.<br />
Il modello guidato da O’Toole e Hepburn era un 4,2 litri<br />
serie I, la versione classica prodotta dal 1961 al 1968 che<br />
partì con il motore da 3,8 litri a sei cilindri in linea, vincitore<br />
a Le Mans, prima del lancio della versione più grande nel<br />
1964. Con qualsiasi motore era in grado di passare da<br />
0 a 100 km/h in circa sette secondi; i moderni test su strada<br />
suggerirono che avrebbe potuto superare i 250 km/h,<br />
come sosteneva O’Toole.<br />
Tornando ad Audrey, lei continuò semplicemente a<br />
diventare sempre più elegante. Fu adorabile in Robin e<br />
Marian al fianco di Sean Connery nel 1976 quando era quasi<br />
in pensione. Anche se David Thomson la definisce “una<br />
creatura degli anni Cinquanta” nel suo Dizionario biografico<br />
dei film, l’attrice delineò un’idea di stile che andò oltre il<br />
decennio della sua massima fama, superando anche la sua<br />
scomparsa, avvenuta a causa di un cancro nel 1993.<br />
Trascorse molti anni in viaggio per conto dell’UNICEF in<br />
paesi come l’Etiopia, la Somalia e il Vietnam, dove aiutò<br />
bambini che soffrivano a causa della guerra e della povertà,<br />
come era successo anche a lei.<br />
In seguito ad un ultimo trattamento in un ospedale di<br />
Los Angeles, dove la sua malattia fu ritenuta terminale, fu<br />
Givenchy che con un jet privato organizzò di riportarla a casa<br />
in Svizzera, dove si spense nel sonno. Nel suo certificato di<br />
morte c’è scritto che aveva 63 anni ma l’aura che aleggia<br />
intorno a Audrey Hepburn rimane senza tempo.<br />
THE JAGUAR 55