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50a Asta Little Nemo

Catalogo completo dell'asta.

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IPOTESI<br />

DI UN VIAGGIO<br />

TRA FRAMMENTI<br />

DI BELLEZZA<br />

Ugo Nespolo<br />

Si deve cominciare con l’etimologia (forse) per dire che se asta ha davvero<br />

da fare con le vendite pubbliche come facevano i nostri avi Romani,<br />

che per annunciare l’evento piantavano nel terreno appunto una lunga hasta<br />

lignea o metallica, allora <strong>Little</strong> <strong>Nemo</strong> infilza, e lo fa spesso, il suo colorato<br />

stendardo in un terreno solido e molto, molto variegato. Non quindi uno<br />

stick-in-the mud ma un sensato baluardo traguardato da collezionisti ed<br />

amanti dell’eclettico, del multiforme, del non consueto. Siamo già nel dominio<br />

del fantasioso e del fantastico tout court.<br />

È forse doveroso – nonché amato e dunque assai piacevole – collocare<br />

gli ambiti in cui si muove Sergio Pignatone in quel florido territorio che sta<br />

nel reame delle arti che si dicono applicate. È pur vero che il panorama dei<br />

lotti messi in scena nella esaltante celebrazione gloriosa di questa cinquantesima<br />

asta avvolge e travalica l’ambito di quanto i dizionari si sforzano a<br />

definire come espressioni artistiche, quelle il cui “… processo creativo non è<br />

fine a se stesso ma è volto alla realizzazione di oggetti d’uso, d’arredamento<br />

come arti decorative, arti industriali, artigianato artistico”.<br />

Già si intuisce che ci si trova in un territorio difficilmente definibile, semanticamente<br />

e praticamente ampio, per la portata dei propri ambiti<br />

espressivi ricchi di sfumature, balzi, prospettive e catalogazioni non sempre<br />

così rigide e definite come si potrebbe pensare.<br />

Ci si può chiedere perché da noi tutto il ricco, vitale e sterminato terreno<br />

delle arti decorative ed affini è stato, quasi sempre, connotato come arti minori,<br />

come per – arbitrariamente – sottolineare divisioni di generi e quasi<br />

sempre di valore.<br />

L’Inghilterra vittoriana proponeva un approfondimento del valore dei<br />

ruoli e delle figure nell’immenso territorio definito poi di Applied Arts, prima<br />

con Henry Cole ed il suo Journal of design and manufacturers e poi con il<br />

movimento di Arts and Craft che si batteva nella difficile opera di armonizzazione<br />

i manufatti industriali freddi e ripetitivi proclamando il fascino della<br />

bellezza e quello di una rinnovata armonia visiva. Poi è toccato alla Germania<br />

che compì il vero miracolo. Prima la Deutsche Werkstätte e poi con il<br />

Deutscher Werkbund ed infine con il Bauhaus, prese vita un vero tempio di<br />

ricerca e di gloriose sperimentazioni verso la disperata ricerca di armonia<br />

creativa ritrovata e ridefinita.<br />

Con un balzo siamo già al manifesto Ricostruzione futurista dell’Universo<br />

del 1915 che celebra – e diviene pietra miliare – lo sposalizio delle<br />

arti e degli oggetti d’uso, con la proposta di nutrire d’arte l’intero mondo.<br />

Dalla grafica ai giocattoli, dal cinema alla pubblicità, dai mobili a tutto quanto<br />

è a portata della nostra visione.<br />

Facile – ma forse non utile in questo contesto – approfondire quello<br />

che è davvero il tema cruciale sia dei destini delle arti sia della stessa figura<br />

dell’artista.<br />

La proposta allora è una (fittizia) sintesi di un discorso multiforme e<br />

molto articolato rappresentato proprio dalla messa a confronto degli oltre<br />

cinquecento lotti proposti da questa cinquantesima asta di <strong>Little</strong> <strong>Nemo</strong>. La<br />

bellezza di un viaggio ricco di mete entusiasmanti tra le discipline, le magnifiche<br />

esecuzioni grafiche, i giocattoli che fan sognare. Se volessimo -<br />

just for the fun of it - in una sorta di composizione poetica sanguinetiana,<br />

(Edoardo mi perdoni!) potremmo davvero comporre testi roboanti di nomi,<br />

di citazioni, d’inviti e desideri. Vediamo allora:<br />

C’è Disney e Pinocchi vari con Ingap e Moebius vicino a Sironi (Mario)<br />

con Vallotton con l’amico Pratt ed il burbero Nietzsche col suo Floreale Zarathustra<br />

e un Prampolini cinematografico tra le bellezze di Barbier e Brunelleschi<br />

di fianco Magnus e Manara e Salgari non manca certo Fellini con<br />

Tin Tin e gli Automat fatti di Bambole erotiche e Giammarino con Coltrane<br />

e ancora lo splendore di Schmied con la Garelli e Arturo Martini in scultura<br />

e …….. all’infinito il gioco della giustapposizione, della bellezza diffusa e – in<br />

noi – l’idea che il mondo sia sopportabile solo se lo spirito ci sa guidare alla<br />

ricerca della bellezza e della fantasia perenne e senza remore.<br />

2 PRESENTAZIONE

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