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di cui sono felicissima. Fare un<br />
provino e poi lavorare con lui è<br />
stata un’esperienza incredibile: mi<br />
sono ritrovata su un enorme set,<br />
confrontandomi con qualcosa che<br />
non conoscevo. Un’esperienza che<br />
potrei avvicinare a quella dello<br />
scorso anno, quando ho lavorato<br />
con Aleksandr Sokurov nello<br />
spettacolo Go.Go.Go., andato<br />
in scena al Teatro Olimpico di<br />
Vincenza e al dell’Arte di Milano».<br />
Abito Fendi Resort 2018, Chamelon argento e Mini Peekaboo azzurra. © Ph. FENDI Studios<br />
DI EMMA DI LORENZO<br />
Nata a Roma, Olivia Magnani<br />
indossa l’eredità di un<br />
cognome importante con grande<br />
dignità. Dedita alla recitazione sin<br />
dal liceo, ha continuato gli studi<br />
con il diploma all’Accademia d’Arte<br />
Drammatica Silvio D’Amico. «Mi<br />
sono sempre dedicata all’arte, forse<br />
perché sono stata naturalmente<br />
indirizzata verso danza, musica<br />
e tutti gli aspetti performativi sin<br />
da bambina – racconta –. Dopo<br />
la formazione in Italia, ho vissuto<br />
per anni in Francia e mi sono<br />
divisa tra questi due Paesi per<br />
continuare il percorso di studi e<br />
lavorare. A Parigi ho incontrato<br />
molti registi importanti di cui ho<br />
seguito il lavoro». Il cambiamento<br />
non spaventa Olivia: «L’idea di<br />
sperimentare mi caratterizza. Negli<br />
ultimi tempi in Francia ho riscoperto<br />
una passione per l’arte, un bisogno<br />
di espressività attraverso il disegno e<br />
la pittura. Mi sono dedicata molto a<br />
questo lato, esponendo e vendendo i<br />
miei quadri ai collezionisti».<br />
Una piacevole distrazione rispetto<br />
alla recitazione, a cui sta tornando.<br />
«Il lavoro d’attrice resta il mio<br />
obiettivo principale. Di recente<br />
ho recitato nell’ultimo film di<br />
Ridley Scott, con una piccola parte<br />
La sensibilità artistica è il filo<br />
conduttore che passa attraverso<br />
le diverse esperienze lavorative di<br />
Olivia Magnani e le sue origini.<br />
«Coloro che sanno chi è stata Anna<br />
Magnani comprenderanno che<br />
esserne una discendente e portarne<br />
avanti parte del DNA è una<br />
bellissima responsabilità. Se avessi<br />
scelto un altro lavoro, non sarebbe<br />
stato lo stesso. Credo che alcuni<br />
registi nutrissero un’ammirazione<br />
e una curiosità per il mio nome e<br />
che altri ne avessero soggezione. Ho<br />
rifiutato proposte che non sentivo<br />
mie per i motivi più vari ma, quando<br />
ho accettato, mi sono lanciata al<br />
100%. Ho sempre avvertito una<br />
responsabilità ed è questo il motivo<br />
per cui studio ancora la danza, la<br />
fisarmonica, le lingue. Cerco di<br />
perfezionarmi sempre».<br />
Coprotagonista nel 2004 del film di<br />
Paolo Sorrentino Le conseguenze<br />
dell’amore, la Magnani aggiunge:<br />
«Lavorare come attrice in Italia non<br />
è semplice. Ci sono più ruoli per<br />
gli uomini, ancora poche registe e<br />
sceneggiatrici. Risulta complicato<br />
trovare personaggi femminili scritti<br />
da donne. In Francia la situazione<br />
non è diversa, anche se la maggiore<br />
quantità di produzione concede<br />
qualche possibilità in più. Siamo<br />
però molto lontani dalle pari<br />
opportunità».<br />
#3D MAGAZINE 9