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n.15 #3DMAGAZINE_WEB

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in forte espansione. Infine, un ufficio<br />

stile Richmond a Londra e una<br />

sede campana a San Vitaliano con<br />

93 dipendenti che lavorano nelle<br />

divisioni ideazione, progettazione<br />

e ricerca. L’ultima e nuova sfida: il<br />

brand Jhon Richmond, di cui Arav<br />

Fashion ha acquisito la maggioranza.<br />

Tutto questo nasce 15 anni fa in una<br />

piccola cittadina a 50 chilometri<br />

da Salerno, Palma Campania. Ci<br />

sono una donna e un uomo. Lei<br />

è Mena Marano e lui Giuseppe<br />

Ammaturo. Si sposano giovanissimi<br />

e la loro unione sentimentale, da<br />

subito, diventa anche professionale.<br />

Sembrano due parti di uno stesso<br />

corpo in attesa di ricomporsi. Abile<br />

imprenditore, uomo ottimista e<br />

lavoratore instancabile lui, visionaria,<br />

curiosa, ambiziosa e talentuosa lei.<br />

La combinazione perfetta se unita<br />

a spirito di sacrificio e al pensare<br />

sempre in grande.<br />

«Nel 1991 decido di sposarmi,<br />

pur avendo solo 18 anni. Avevo il<br />

desiderio profondo di creare una<br />

famiglia mia e di ritrovare un’identità<br />

perduta. Ho avuto un’adolescenza<br />

dolorosa e dai grandi conflitti che mi<br />

hanno spinto a risentirmi parte di<br />

qualcosa che non trovavo più nella<br />

mia famiglia di origine. Anche se la<br />

storia di Arav comincia nel 2002,<br />

è dal mio matrimonio, quindi nel<br />

lontano 1991, che tutto ha inizio. La<br />

famiglia di Giuseppe è una famiglia<br />

di imprenditori che operano in<br />

diversi settori. Se mio suocero decide<br />

di dedicarsi al settore agricolo, mio<br />

marito insieme al fratello scelgono<br />

l’abbigliamento, avendo già alcuni<br />

negozi e piccole produzioni».<br />

Mena vive così i dieci anni più<br />

intensi, faticosi ed entusiasmanti<br />

della sua vita. Diventa madre di due<br />

figli ma scopre una curiosità e una<br />

passione per il lavoro incondizionata.<br />

Comincia la sua difficile conciliazione<br />

tra casa e azienda. Inizia a fare tutto.<br />

Parte dalle cose più semplici: lavora<br />

nei negozi, gestisce le vendite, il<br />

magazzino, ma le sue capacità fuori<br />

dall’ordinario iniziano ad emergere.<br />

Il passo successivo, dopo qualche<br />

anno di gavetta, sarà lavorare negli<br />

uffici dell’azienda di famiglia dove<br />

curerà gli aspetti organizzativi, le<br />

attività di comunicazione, e dove<br />

comincerà a capire il valore della<br />

formazione e dello studio. Impara,<br />

cresce, osserva e guarda al futuro.<br />

È questa la semina, in parte anche<br />

inconsapevole, che Mena e Giuseppe<br />

fanno in quegli anni e che li farà<br />

diventare quello che sono oggi. La<br />

svolta o il punto di rottura, arriva nel<br />

2002. «Una sera d’estate mio marito<br />

torna a casa e mi comunica che ha<br />

lasciato tutto. Che dobbiamo fare le<br />

valigie e andare via. Che ha deciso<br />

di lasciare l’azienda avviata con il<br />

fratello e che possiamo ripartire solo<br />

da 3 negozi. Una decisione arrivata<br />

dopo lunghe divergenze familiari<br />

su come costruire un business più<br />

solido. Giuseppe era sempre più<br />

convinto che l’unico modo per<br />

crescere e creare margini fosse<br />

guardare a nuovi mercati produttivi<br />

come la Cina o il Bangladesh, perché<br />

la situazione produttiva in Italia<br />

aveva delle difficoltà sempre più<br />

evidenti».<br />

Mena e Giuseppe ripartono da una<br />

casa di 60 mq accanto al piccolo<br />

pezzo di azienda rimasto. Un posto<br />

importante che diventerà luogo di<br />

pene, dolori, fatica e gratificazione.<br />

Da lì la scelta che li porterà verso<br />

il successo. Fare trading oppure<br />

creare un marchio? «La mia idea, da<br />

subito, è quella di creare qualcosa a<br />

lungo termine, qualcosa che potesse<br />

essere anche per la famiglia. E il<br />

punto di inizio è proprio il nome da<br />

dare all’azienda: Arav. Acronimo<br />

delle iniziali dei miei figli, Rossana e<br />

Vittorio Ammaturo».<br />

Sono 3 le considerazioni da cui parte<br />

Mena e che diventano le chiavi del<br />

successo.<br />

L’idea. Creare un nuovo marchio<br />

senza imitare nessuno, un brand<br />

giovane e fashion, ma accessibile<br />

a tutti. La scelta. Uscire subito<br />

dal territorio e avere uno sguardo<br />

internazionale circondandosi di<br />

consulenti esterni che possano<br />

portare valore e innovazione<br />

all’azienda. La strategia. Produrre<br />

all’estero a costi ridotti e dare questo<br />

#3D MAGAZINE 21

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