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© Ph. Andrea Aschedamini<br />
#SONODONNAE<br />
L'incantatrice<br />
Cristina Donà<br />
Intervista esclusiva ad #3D Magazine<br />
DI GABRIELLA GALBIATI<br />
Qual è il tuo più grande<br />
traguardo per questi 20 anni di<br />
carriera?<br />
«Mi piace pensare di non averlo<br />
ancora raggiunto. Ma se devo fare<br />
un bilancio del lavoro fatto, la<br />
grande soddisfazione che speravo<br />
di raggiungere fin dall'inizio della<br />
mia carriera è quella di realizzare<br />
la mia musica e di esprimere la<br />
mia personale visione sia con le<br />
parole che con gli arrangiamenti. Le<br />
persone vicine a me sono sempre<br />
state scelte dalla sottoscritta e mai<br />
imposte da qualcuno. Quindi, la<br />
fortuna di poter pian piano costruire<br />
una mia personalità artistica, che<br />
può cambiare di volta in volta e<br />
che può essere in qualche modo<br />
superata. Non mi è mai capitato di<br />
rinnegare un progetto perché ho<br />
sempre scelto coscientemente le mie<br />
vesti musicali.<br />
Forse avrei voluto fare di più a<br />
livello quantitativo ma ho sempre<br />
dei tempi molto lunghi e ogni volta<br />
mi confronto con le persone con<br />
cui lavoro. Quando faccio qualcosa,<br />
mi concentro molto su quella cosa<br />
e non riesco a farne più di una<br />
contemporaneamente».<br />
Nel settembre 2017 hai pubblicato<br />
l’album “Tregua 1997–2017 Stelle<br />
Buone” (Believe Recordings) per<br />
festeggiare i 20 anni di “Tregua”, il<br />
tuo primo disco con cui hai vinto il<br />
Premio Tenco come miglior album<br />
di debutto. Però hai scelto di far<br />
interpretare liberamente i brani – ad<br />
eccezione di “Stelle buone” – a 10<br />
artisti della nuova generazione (Io e<br />
16<br />
#3D MAGAZINE