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Quale il prossimo obiettivo<br />
considerando anche il forte anticipo<br />
sui piani di crescita?<br />
«Ci sarà indubbiamente altra crescita<br />
ma lo considero oramai un risultato<br />
acquisito. Le sfide che affronteremo<br />
saranno altre, nello specifico<br />
due: la prima è che lo standard di<br />
servizio regga legandosi a doppio<br />
filo all'incremento del flusso<br />
passeggeri. Gli utenti devono essere<br />
coccolati, curati e rispettati. L'altra,<br />
che è di lungo periodo, riguarda<br />
l'acquisizione dell'aeroporto di<br />
Salerno–Costa d'Amalfi per creare<br />
una rete unica che già esiste in altre<br />
regioni. Vogliamo far decollare<br />
anche Pontecagnano».<br />
Lei è a capo di un convention<br />
bureau che si prefigge come<br />
obiettivo la destagionalizzazione dei<br />
flussi turistici puntando sul turismo<br />
congressuale nella città di Napoli.<br />
Come sta andando?<br />
«La destagionalizzazione si ottiene<br />
lavorando su molteplici elementi,<br />
il segmento MICE (Meetings,<br />
Incentives, Conventions and<br />
Events) è solo uno di questi, non<br />
è l'unico. I segnali sono buoni,<br />
servono però tempi medio–lunghi.<br />
Il Convention bureau raccoglie<br />
una ventina di imprese della filiera<br />
del turismo congressuale (alberghi<br />
e società di servizi), la fase di<br />
startup è terminata, la struttura<br />
è oramai conosciuta e Napoli è<br />
entrata nel radar di un settore cosi<br />
importante dove di solito domina<br />
l'individualismo. I risultati sono<br />
buoni ma la strada è ancora lunga».<br />
Qual è il suo progetto professionale<br />
inconfessabile?<br />
«Non c'è nulla di inconfessabile,<br />
tutto quello che faccio lo faccio con<br />
trasparenza. Vorrei sostanzialmente<br />
una maggiore qualità nel governo del<br />
turismo, non parlo solo di governo<br />
istituzionale ma di sistema. Vorrei<br />
che quel sistema funzionasse in<br />
maniera più strategica e organica in<br />
modo tale da indirizzare il turismo<br />
come fanno alcune importantissime<br />
destinazioni nel mondo. Credo si<br />
possa fare anche da noi. Questo è<br />
un sogno che si riflette sulla città<br />
e non riguarda strettamente la<br />
mia persona. Noi come aeroporto<br />
abbiamo contribuito affinché il<br />
comune si dotasse di un piano<br />
strategico del turismo, vorremmo<br />
che quel piano venisse attuato».<br />
In che modo?<br />
«Una migliore promozione<br />
della destinazione, un lavoro<br />
sull'accoglienza, un lavoro sulla<br />
destagionalizzazione e un lavoro<br />
sulla distribuzione dei flussi sul<br />
territorio. Per fare questo serve<br />
una regia, più risorse economiche<br />
investite e tanta professionalità. Noi<br />
siamo importanti attori della filiera<br />
turistica ma non è un problema<br />
esclusivamente nostro».<br />
È soddisfatto di come la Gesac stia<br />
rispondendo a tutte le sfide?<br />
«La Gesac è una società collaudata<br />
e reattiva, funzionava bene già<br />
prima di me. Risponde velocemente<br />
agli impulsi, ai cambi di direzione.<br />
Sarà tranquillamente in grado di<br />
dare il suo contributo al progetto di<br />
integrazione con Salerno».<br />
Cosa rende Napoli unica nel suo<br />
genere e cosa le mancherà qualora<br />
dovesse andar via?<br />
«Napoli la senti, è netta, non puoi<br />
non notarla. È un organismo vivo.<br />
Mi mancherà la possibilità di<br />
guardarla ogni volta da un angolo<br />
diverso».<br />
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