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Cinema di prossimità

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generale, non tutte le famiglie avevano la possibilità <strong>di</strong> permettersi dei <strong>di</strong>spositivi<br />

cinematografici, pertanto la <strong>di</strong>ffusione riguardò principalmente l’ambiente<br />

borghese e alto borghese.<br />

Sempre nel 1923, Eastman Kodak Company introdusse la cinepresa Cine-<br />

Kodak, che utilizzava una pellicola <strong>di</strong> formato 16 mm, su supporto safety in triacetato<br />

<strong>di</strong> cellulosa invertibile. Il formato scelto voleva contrastare il perpetuarsi<br />

dell’uso dell’infiammabile 17,5 mm. Dapprima la perforazione era su entrambi i<br />

lati, nel 1929 solo sul lato sinistro, per lasciare il posto a una pista sonora. Il 16<br />

mm conobbe grande successo, soppiantando tutti gli altri formati sub-standard,<br />

e fu utilizzato anche a livello professionale, soprattutto durante la Seconda<br />

Guerra Mon<strong>di</strong>ale, per documentarne gli avvenimenti. Nel 1935 venne <strong>di</strong>ffusa<br />

anche la Kodachrome, il 16 mm a colori.<br />

Nel 1932, sempre la Eastman Kodak <strong>di</strong>ffuse l’8 mm in bianco e nero (chiamato<br />

anche Double Run 8 mm, Double 8 mm movie film, Double Regular 8 mm,<br />

Regular 8 mm, Standard 8 mm, Normal 8 mm), che fu utilizzato da molti nuovi<br />

cineamatori per la sua semplicità. Nel 1933 anche l’8 mm fu <strong>di</strong>sponibile a colori.<br />

Nel 1964, il boom economico si fece sentire anche nell’industria della pellicola<br />

a passo ridotto e creò il Super8, formato ridotto per eccellenza, che ha reso<br />

<strong>di</strong> massa la <strong>di</strong>ffusione del cinema amatoriale. Pratico, versatile e innovativo poiché<br />

automatico, rappresenta la sintesi <strong>di</strong> tutte le ricerche effettuate negli anni per<br />

dare la possibilità a chiunque <strong>di</strong> poter girare i propri film senza problemi. Nel<br />

1973, poco prima che il video soppiantasse la pellicola, la Eastmann Kodak commercializzò<br />

due cineprese: la Ektasound 130 e la Ektasound 140, fornite <strong>di</strong> pellicole<br />

Kodak Ektachrome 160 e Kodachrome II, Super8 con pista sonora, in cartuccia<br />

<strong>di</strong> plastica, facilitando la pratica anche per chi non avesse alcun tipo <strong>di</strong><br />

infarinatura tecnica: è impossibile sbagliare il senso <strong>di</strong> carica nella cinepresa.<br />

Ovviamente per ogni formato <strong>di</strong> pellicola va necessariamente cambiata anche<br />

tutta la strumentazione tecnica: cinepresa, proiettore, giuntatrice e moviola. Il<br />

Super8 fu pubblicizzato usando come testimonial donne giovani, comunicando il<br />

messaggio che chiunque può girare facilmente con questo formato. Le cineprese<br />

erano infatti dotate <strong>di</strong> esposimetro automatico, filtro luce solare/artificiale e zoom.<br />

Nel 1966 apparve una variazione del Super8, il Single8 Fuji, in poliestere, più<br />

resistente e sottile del triacetato.<br />

«Nel caricatore della Kodak la bobina debitrice e quella cre<strong>di</strong>trice sono coassiali,<br />

nel caricatore Fuji sono poste sullo stesso piano ma su due <strong>di</strong>versi assi<br />

<strong>di</strong> rotazione come nelle cassette musicali. Quin<strong>di</strong> si può riavvolgere e reimpressionare<br />

la pellicola anche su tutta la sua lunghezza per creare effetti<br />

speciali e <strong>di</strong>ssolvenze incrociate (nel Super8 non si può riavvolgere la pellicola<br />

e solo alcune cineprese permettono <strong>di</strong>ssolvenze incrociate <strong>di</strong> pochi<br />

secon<strong>di</strong>, accumulando un riccio <strong>di</strong> pellicola esternamente al caricatore).» 22<br />

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