Cinema di prossimità
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«Il termine cineamatore è ambiguo, designando, come vuole l’etimologia,<br />
colui che ama veramente ciò che fa, quanto il <strong>di</strong>lettante, uno che fa qualcosa in<br />
modo amatoriale, con la connotazione negativa legata a questo giu<strong>di</strong>zio.» Al contrario,<br />
secondo la definizione che ne dà Stan Brakhage, il cineamatore: «non<br />
lavora con una progettualità razionale: si muove seguendo istinto e impulsi a<br />
seconda della propria sensibilità, che può anche manifestarsi in progetti successivamente<br />
ben organizzati».<br />
«Un amatore lavora a seconda delle proprie necessità e in tal senso si sente “a<br />
casa” dovunque lavori. E se fa del cinema, fotografa ciò che ama o <strong>di</strong> cui in un<br />
certo senso ha bisogno - un’attività sicuramente più reale, e quin<strong>di</strong> rispettabile,<br />
del lavoro compiuto in vista <strong>di</strong> un guadagno, o della fama, del potere, ecc. E<br />
soprattutto in<strong>di</strong>vidualmente <strong>di</strong> gran lunga più significativa <strong>di</strong> un impiego commerciale<br />
- poiché il vero amatore, anche quando lo fa assieme ad altri amatori,<br />
lavora sempre da solo, giu<strong>di</strong>cando la riuscita rispetto al suo interesse nel lavoro,<br />
piuttosto che rispetto ai risultati o al riconoscimento altrui. [...] L’amatore è uno<br />
che realmente vive la sua vita - non uno che “compie il suo dovere” - e, in quanto<br />
tale, esperisce il proprio lavoro mentre lo svolge, invece che andare a scuola a<br />
impararlo per poter poi passare il resto della sua vita impegnato solo a svolgerlo<br />
doverosamente. E così l’amatore impara e si sviluppa <strong>di</strong> continuo attraverso il<br />
suo lavoro durante tutta la vita, con una “goffaggine” ricca <strong>di</strong> scoperte continue<br />
che è bella da vedere [...]».<br />
Questo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Ilaria Pezone riesce a rispondere positivamente al vuoto<br />
lasciato dalle varie storie del cinema.<br />
Francesco Ballo, giugno 2011<br />
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