TRAKS MAGAZINE #20
Ecco la nuova edizione di TRAKS MAGAZINE: in copertina Miza Mayi, e poi interviste a ThePrice, Sque, Luca Burgio, Lo-Fi Poetry, Nero Kane, Roberto My, A Red Idea, I miei migliori complimenti, Medicamentosa, Nevica, Ground Control, Andrea Andrillo
Ecco la nuova edizione di TRAKS MAGAZINE: in copertina Miza Mayi, e poi interviste a ThePrice, Sque, Luca Burgio, Lo-Fi Poetry, Nero Kane, Roberto My, A Red Idea, I miei migliori complimenti, Medicamentosa, Nevica, Ground Control, Andrea Andrillo
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ANDREA ARDILLO<br />
Tra guerre antiche ed emozioni contemporanee, esce “Uomini, bestie ed<br />
eroi”, primo disco appartenente a una trilogia con protagonista un’umanità<br />
dolente ma capace d’amore<br />
Uomini, bestie ed eroi è il primo<br />
capitolo di una trilogia. Vuoi<br />
raccontarne i concetti base?<br />
Sostanzialmente potrebbero essere<br />
una serie di racconti con protagonista<br />
un’umanità dolente, non<br />
priva di dignità, talvolta affetta<br />
da viltà e cattiveria, talvolta vittima<br />
di sé stessa, eppure in qualche<br />
modo capace di amore, di grande<br />
generosità e di poesia. Un po’<br />
come siamo fatti tutti, no? Forse<br />
questo è il motivo per il quale<br />
UB&E sta arrivando a tanta gente,<br />
pur non essendo un disco facile.<br />
Molte delle canzoni del tuo disco<br />
parlano di guerre lontane<br />
nel tempo e spesso dimenticate,<br />
ma mi sembra che il tuo sforzo<br />
sia quello di mostrare le analo-<br />
gie con le guerre presenti, che<br />
saranno anche più tecnologiche<br />
ma non fanno meno schifo.<br />
Fanno ancora più schifo proprio<br />
perché tecnologiche. Al progresso<br />
materiale non siamo ancora riusciti<br />
ad affiancare un progresso<br />
della mente e dell’anima.<br />
I testi di questo disco sono legati<br />
a filo doppio con la poesia, dalla<br />
citazione shakespeariana del<br />
primo brano in avanti. Che cos’è<br />
per te la poesia, a parte un’evidente<br />
fonte di ispirazione?<br />
Ho chiarissima la distinzione fra<br />
poesia e canzone, seppure credo<br />
siano nate assieme come un’unica<br />
cosa attorno ai fuochi dei nostri<br />
antenati costretti a rifugiarsi nelle<br />
grotte. Se parliamo di poesia in<br />
senso lato, c’è poesia ovunque, soprattutto<br />
nelle piccole cose, nelle<br />
quali più facilmente intravediamo<br />
l’ombra di cose più grandi. Mi<br />
spiego meglio: tu vedi una mela<br />
e puoi fermarti lì. Poi passa un<br />
matto, o un poeta, e vede la stessa<br />
mela. E il miracolo della vita; e<br />
il suo colore che cambia col trascorrere<br />
della giornata, o se una<br />
nuvola oscura il sole. E si interroga<br />
sul suo sapore, sul perché a te<br />
piace e a me no. E tutto questo,<br />
se espresso con i dovuti accorgimenti,<br />
quasi fosse uno sciamano<br />
che sta preparando una pozione<br />
magica, diventa poesia. O, alternativamente,<br />
se non sta lì a tirarsela,<br />
magari diventa canzone.<br />
Cosa ti ha spinto a chiudere il<br />
disco con una canzone così significativa<br />
e controversa come<br />
Gorizia, tu sei maledetta?<br />
Nel 2005, su un giornale trovai<br />
riportata la notizia che a Massa<br />
Carrara, durante una delle manifestazioni<br />
sostanzialmente farlocche<br />
che fingono rispetto per<br />
il Milite Ignoto e per i Caduti di<br />
tutte le Guerre, una signora fra la<br />
folla aveva intonato questa canzone<br />
ed era stata subito identificata<br />
ed espulsa dalla piazza dai<br />
carabinieri. Ancora nel 2005, una<br />
canzone del 1916! In quel momento<br />
ho deciso che un giorno<br />
avrei cantato quel brano. Ed è<br />
successo. Quando ho registrato<br />
Su Patriotu con Marti Jane Robertson,<br />
a fine sessione, negli ultimi<br />
quindici minuti, ho buttato<br />
giù la versione del brano che sta-<br />
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