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TRAKS MAGAZINE #20

Ecco la nuova edizione di TRAKS MAGAZINE: in copertina Miza Mayi, e poi interviste a ThePrice, Sque, Luca Burgio, Lo-Fi Poetry, Nero Kane, Roberto My, A Red Idea, I miei migliori complimenti, Medicamentosa, Nevica, Ground Control, Andrea Andrillo

Ecco la nuova edizione di TRAKS MAGAZINE: in copertina Miza Mayi, e poi interviste a ThePrice, Sque, Luca Burgio, Lo-Fi Poetry, Nero Kane, Roberto My, A Red Idea, I miei migliori complimenti, Medicamentosa, Nevica, Ground Control, Andrea Andrillo

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THE PRICE<br />

Il nuovo progetto del chitarrista Marco Barusso si dipana tra le esperienze<br />

del passato, film noir e collaboratori eccellenti<br />

Vuoi raccontare come sei approdato<br />

al tuo nuovo progetto, The<br />

Price?<br />

Nel corso degli anni, oltre a occuparmi<br />

di musica come “addetto<br />

ai lavori”, ho anche fatto parte<br />

di due band, prima degli Heavy<br />

Metal Kids e successivamente dei<br />

Cayne, con i quali ho scoperto di<br />

essere in grado di scrivere anche<br />

brani miei. Quando si è interrotta<br />

la mia collaborazione con i<br />

Cayne, per un certo periodo non<br />

ho più voluto saperne di fondare<br />

un’altra band. Però il lupo perde il<br />

pelo ma non il vizio, quindi piano<br />

piano nella mia mente ha preso<br />

forma l’idea di raccogliere i brani<br />

che avevo scritto negli ultimi dieci<br />

anni, fino ad allora rimasti in un<br />

cassetto, e di registrare un album<br />

coinvolgendo un po’ di amici con<br />

cui da sempre avrei voluto collaborare.<br />

In seguito questo progetto<br />

si è anche sviluppato in una vera e<br />

propria band, con cui ho già fatto<br />

diversi concerti.<br />

Oltre che chitarrista e autore, sei<br />

ingegnere del suono, produttore<br />

e arrangiatore: che idee sonore<br />

volevi portare nell’album?<br />

L’album, essendo costituito da<br />

brani scritti in diversi periodi<br />

della mia vita e in collaborazione<br />

con cantanti diversi, ha per sua<br />

natura molte influenze stilistiche<br />

e attinge di volta in volta dal metal,<br />

dal grunge degli anni ’90, dal<br />

nu-metal, dalla new wave anni ’80<br />

e dal rock alternativo moderno.<br />

Per me è stato importante fissare<br />

quelli che io chiamo “paletti” per<br />

delineare la strada del progetto; è<br />

un procedimento che adotto ogni<br />

volta che affronto una produzione<br />

e che mi permette di stabilire<br />

le caratteristiche stilistiche dentro<br />

cui muovermi, per dare al lavoro<br />

un suono coerente, mantenendo<br />

però una certa eterogeneità. I brani<br />

dovevano essere riproducibili<br />

dal vivo, potenti ma non troppo<br />

pesanti, e con un forte impatto<br />

melodico; volevo che fossero divertenti<br />

da suonare ma non cervellotici<br />

o troppo intricati. Non<br />

amo l’autoreferenzialità di chi “si<br />

suona addosso”. Infatti, malgrado<br />

io sia un chitarrista, molti dei miei<br />

pezzi non hanno nemmeno un<br />

solo di chitarra e non se ne sente<br />

la mancanza.<br />

Come nasce la collaborazione<br />

con Enrico Ruggeri?<br />

La collaborazione con Ruggeri è<br />

nata prima di The Price, quando<br />

ho avuto il piacere di produrre<br />

alcuni suoi brani, tra cui Il primo<br />

amore non si scorda mai, che gli<br />

è valso il 4° posto in classifica al<br />

Festival di Sanremo 2016. Proprio<br />

mentre stavamo lavorando al pezzo,<br />

chiacchierando, Enrico mi ha<br />

svelato che è da sempre un fan del<br />

8<br />

9

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