GEOmedia_2_2019
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Rivista bimestrale - anno XXII - Numero 2/<strong>2019</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA<br />
URBANISTICA<br />
GNSS<br />
BIM<br />
RILIEVO TOPOGRAFIA<br />
CAD<br />
REMOTE SENSING SPAZIO<br />
EDILIZIA<br />
WEBGIS<br />
UAV<br />
SMART CITY<br />
AMBIENTE<br />
NETWORKS<br />
LiDAR<br />
BENI CULTURALI<br />
LBS<br />
Mar/Apr <strong>2019</strong> anno XXIII N°2<br />
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />
Nuvole<br />
di Punti<br />
Significative<br />
VALUTAZIONE DINAMICA<br />
DELFATTORE COPERTURA<br />
DEL SUOLO<br />
HERE CELLULAR<br />
SIGNALS<br />
MONITORAGGIO<br />
STRUTTURALE SU<br />
AMPIA SCALA
Software as a Service …<br />
ma anche Maps as a Service?<br />
Il mondo del software sta transitando da tempo da una situazione di rilascio di licenza d’uso alla forma di<br />
sottoscrizione periodica che prevede un servizio aggiornato disponibile sul cloud. Si paga quindi una tariffa<br />
proporzionata al tempo o alla quantità che effettivamente serve o si usa.<br />
Uno dei sorprendenti software-come-servizi, SaaS (Software as a Service), di questo tipo è quello che<br />
consente anche a professionisti senza particolare background nel settore fotogrammetrico di utilizzare<br />
immagini o scansioni laser per produrre rilievi e modelli 3D in modalità quasi automatica con l’uso del<br />
cloud.<br />
SimActive, uno sviluppatore canadese di software di fotogrammetria, ha da poco annunciato un nuovo<br />
servizio di elaborazione dei dati per droni sul cloud. I clienti possono caricare progetti per generare risultati<br />
ottimali dalle loro immagini, inclusi DSM, DTM, modelli 3D e ortomosaici. A differenza delle soluzioni<br />
basate su cloud più comuni, in cui gli output vengono generati automaticamente e consegnati così com'è, la<br />
nuova offerta include anche il controllo di qualità da parte degli specialisti della fotogrammetria.<br />
In Italia un simile servizio è offerto dalla GeoWeb S.p.A., la società dedita allo sviluppo e la diffusione<br />
di servizi basati sull' Information Technology rivolti ai professionisti nata da una iniziativa del Consiglio<br />
Nazionale Geometri e Geometri Laureati e Sogei S.p.A. che mette a disposizione soluzioni software come<br />
una completa e aggiornata "Cassetta degli attrezzi", nella quale si trovano servizi come GeoDaC, che<br />
permette di visualizzare ed estrarre dati dalle nuvole di rilievi laser scanner o fotogrammetrici. Con GeoDaC<br />
diventa semplice condividere con i propri clienti la rappresentazione digitale della realtà fisica acquisita;<br />
il servizio GeoDaC rende infatti raggiungibile, in Cloud, la Gallery dei lavori sulla quale navigare con<br />
facilità le 'nuvole di punti' tramite ogni tipo di device: PC, Tablet o Smartphone. Oppure 3DCapture, che<br />
consente rilievi fotografici realizzati con diverse tipologie di strumenti, come ad esempio camere fotografiche<br />
tradizionali, sistemi di volo APR (droni), sistemi fotogrammetrici professionali, grazie ad un processo di<br />
elaborazione delle immagini fornite, consente la generazione di modelli 3D a nuvola di punti (3D Point<br />
Cloud). Si tratta di uno strumento immediato e di facile utilizzo in qualsiasi contesto: edilizio e territoriale,<br />
del rilievo topografico e cartografico, architettonico o in ambito beni culturali.<br />
Peccato che questi servizi GeoWeb non siano fruibili anche dalle comunità degli ingegneri e degli architetti,<br />
ai quali sicuramente potrebbero essere d’aiuto nella loro pratica professionale quotidiana.<br />
Memorizzare i dati nel cloud è diventato sempre più popolare tra le aziende e il pubblico in generale negli<br />
ultimi anni, ma cosa dire del prorompente MaaS (Maps-as-a-Service) che sta rapidamente diffondendosi<br />
nel mondo per offrire mappe che offrono chiarezza universale e una forma al mondo intero. Ci sono servizi<br />
offerti come quelli di HARMAN Ignite, per le mappe digitali all'interno dell'ambiente automobilistico che<br />
si sta espandendo oltre i normali sistemi di navigazione supportando sistemi avanzati di assistenza alla guida<br />
(ADAS), guida autonoma e altre funzioni avanzate. Ma non dimentichiamo che per garantire la sicurezza<br />
sono necessari il massimo livello di precisione e tempestività di aggiornamento a cui non potrà rispondere il<br />
processo di aggiornamento classico che è ancora semi-manuale.<br />
Ma ancora come MaaS ben presto vedremo nascere servizi dedicati anche a particolari regioni, come<br />
ad esempio succede per Carmenta, che offre mappe sotto forma di Software-as-a-Service (SaaS). Per la<br />
navigazione marittima, terrestre, anche integrata a servizio meteo o a qualsiasi altro dato in accordo alle<br />
necessità degli utenti.<br />
Il futuro della cartografia è li.<br />
Buona lettura,<br />
Renzo Carlucci
In questo<br />
numero...<br />
FOCUS<br />
REPORT<br />
LE RUBRICHE<br />
Valutazione dinamica<br />
del fattore copertura<br />
del suolo (C-factor)<br />
della RUSLE<br />
attraverso immagini<br />
telerilevate<br />
di Sergio Grauso, Vladimiro<br />
Verrubbi, Alessandro Zini<br />
6<br />
22 AEROFOTOTECA<br />
26 MERCATO<br />
40 ASSOCIAZIONI<br />
46 AGENDA<br />
12<br />
Nuvole di punti<br />
semantiche<br />
di Fabio Remondino,<br />
Emre Ozdemir, Eleonora<br />
Grilli<br />
14<br />
Integrazioni di<br />
tecnologie e processi<br />
per il Monitoraggio<br />
Strutturale su ampia<br />
scala<br />
In copertina una immagine<br />
delle nuvole di punti del<br />
flusso di lavoro ibrido<br />
tridimensionale di<br />
infrastrutture a supporto delle<br />
patologie edilizie e strutturali:<br />
rilievo tridimensionale RGB<br />
e infrared.<br />
di Maria Marsella, Paolo<br />
D’aranno, Ignazio Moriero,<br />
Giacomo Acunzo, Michele<br />
Vicentino, Antonio Bottaro<br />
geomediaonline.it<br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da più di 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
18<br />
HERE Technologies<br />
al servizio delle<br />
Telecomunicazioni:<br />
HERE Cellular<br />
Signals<br />
di Massimiliano Arcieri<br />
INSERZIONISTI<br />
3Dtarget 17<br />
aerRobotix 16<br />
Codevintec 36<br />
Epsilon 27<br />
Esri Italia 32<br />
GECsoftware 41<br />
Geomax 2<br />
Gexcel 29<br />
GIS3W 40<br />
Enrico Vitelli:<br />
a cento anni<br />
dalla nascita<br />
di Attilio Selvini<br />
34<br />
Gter 30<br />
Image S 33<br />
Leica 21<br />
Planetek Italia 37<br />
Profilocolore 28<br />
Stonex 47<br />
Teorema 46<br />
Topcon 48<br />
Descrizione di un<br />
flusso di lavoro per il<br />
rilievo tridimensionale<br />
di manufatti di<br />
ingegneria civile a<br />
supporto dello studio<br />
42<br />
38<br />
Dashboard webGIS<br />
per omogeneizzare ed<br />
analizzare gli Open<br />
Geo Data dei piani di<br />
assetto territoriale,<br />
idrogeologico e<br />
paesaggistico nel<br />
Lazio di Andrea Spasiano,<br />
Fernando Nardi<br />
Nell'immagine di sfondo il<br />
satellite Copernicus Sentinel-2<br />
mostra la Valle del Po,<br />
l’area maggiormente popolata<br />
del territorio italiano, che<br />
conta quasi la metà dell’intera<br />
popolazione italiana.<br />
Questa immagine composita<br />
contiene diverse acquisizioni<br />
effettuate tra il giugno 2018<br />
ed il febbraio <strong>2019</strong> per osservare<br />
l’intera area priva di copertura<br />
nuvolosa e di smog.<br />
Copernicus Sentinel-2 è una<br />
missione a due satelliti. Ogni<br />
satellite trasporta una camera<br />
da ripresa ad alta risoluzione<br />
che acquisisce immagini della<br />
superficie della Terra in 13<br />
differenti bande spettrali. I<br />
dati provenienti da Copernicus<br />
Sentinel-2 forniscono un<br />
aiuto importante nel monitoraggio<br />
dei cambiamenti del<br />
territorio.<br />
delle patologie edilizie<br />
e strutturali<br />
di Nicola Santoro<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
Direttore<br />
RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />
Comitato editoriale<br />
Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale,<br />
Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele<br />
Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia, Luigi<br />
Mundula, Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro<br />
Salvemini, Domenico Santarsiero, Attilio Selvini,<br />
Donato Tufillaro<br />
Direttore Responsabile<br />
FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />
Redazione<br />
VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />
redazione@rivistageomedia.it<br />
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Comunicazione e marketing<br />
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Via Palestro, 95 00185 Roma<br />
Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510<br />
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Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
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sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />
Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 30 maggio <strong>2019</strong>.
FOCUS<br />
Valutazione dinamica del fattore<br />
copertura del suolo (C-factor) della<br />
RUSLE attraverso immagini telerilevate<br />
di Sergio Grauso, Vladimiro Verrubbi, Alessandro Zini<br />
del suolo, causata dai processi<br />
idro-climatici e dall’influenza<br />
antropica, più efficaci ed utilizzati<br />
al mondo. Di tale modello<br />
si è già trattato in precedenti<br />
articoli su Geomedia (Fattoruso<br />
et al. 2010; Grauso et al. 2015).<br />
Ricordiamo che la struttura<br />
del modello è rappresentata dal<br />
semplice prodotto di 5 fattori<br />
(erosività della pioggia R, erodibilità<br />
del suolo K, lunghezza<br />
e pendenza del terreno LS , gestione<br />
e copertura del suolo C e<br />
tecniche conservative P):<br />
A = R∙K∙LS∙C∙P<br />
Fig. 1 - Area di studio.<br />
L'indice di vegetazione NDVI<br />
da immagini telerilevate,<br />
tramite un adeguato modello<br />
di correlazione statistica, può<br />
essere utilizzato efficacemente<br />
per il calcolo del fattore C del<br />
noto modello di previsione<br />
dell'erosione del suolo e<br />
consentire di parametrizzare ed<br />
aggiornare, a varie scale spaziali<br />
e temporali, una importante<br />
informazione territoriale quale<br />
l'uso e grado di copertura del<br />
suolo.<br />
Il tema della protezione e<br />
conservazione del suolo è<br />
oggi quanto mai in primo<br />
piano a fronte dei cambiamenti<br />
climatici in atto e delle relative<br />
conseguenze sulla geo-biosfera<br />
nonché sulle attività umane fra<br />
le quali, in primo luogo, le attività<br />
agricole. Un valido supporto<br />
alle politiche territoriali volte<br />
alla mitigazione degli effetti dei<br />
cambiamenti climatici sul suolo,<br />
attraverso l’individuazione<br />
dei modelli colturali e delle tecniche<br />
conservative più adeguate,<br />
è rappresentato dal modello<br />
RUSLE (Renard et al. 1991,<br />
1996), uno tra i modelli previsionali<br />
per la stima dell’erosione<br />
Anche se il modello fu concepito<br />
per essere applicato a scala<br />
di singolo appezzamento di terreno,<br />
da molti anni esso viene<br />
utilizzato anche per valutazioni<br />
a scale ben più ampie, dal bacino<br />
idrografico fino alla scala<br />
regionale e continentale (van<br />
Camp et al. 2004, Panagos et<br />
al. 2015a). Per tali valutazioni,<br />
mentre per la determinazione<br />
dei primi tre fattori sono state<br />
messe a punto specifiche formule<br />
di correlazione e algoritmi<br />
di calcolo, e sono disponibili<br />
ampie basi di dati e strumenti<br />
di interpolazione su base geografica<br />
numerica, per il fattore<br />
gestione e copertura del suolo<br />
(fattore C), la stima rapida, su<br />
ampie estensioni territoriali, è<br />
ancora una questione aperta.<br />
Il calcolo del fattore C è infatti<br />
reso complesso dal fatto che<br />
esso deriva dalla combinazio-<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
FOCUS<br />
ne di diversi sub-fattori che<br />
andrebbero valutati sul campo:<br />
l’uso del suolo pregresso, la copertura<br />
fogliare (chioma delle<br />
piante), la copertura dai residui<br />
di vegetazione, la rugosità e<br />
l’umidità del suolo (Renard et<br />
al. 1996). Tali sub-fattori andrebbero<br />
inoltre determinati per<br />
ciascun periodo dell’anno in cui<br />
essi rimangono sostanzialmente<br />
invariati, ovvero per i singoli periodi<br />
vegetativi, e considerando<br />
le possibili variazioni stagionali<br />
dovute alle rotazioni colturali o<br />
a cause naturali che influiscono<br />
sulle condizioni fitosanitarie e<br />
di crescita delle piante.<br />
La procedura di calcolo, quindi,<br />
di per sé abbastanza complessa,<br />
diviene molto onerosa se deve<br />
essere applicata a dimensioni<br />
areali ben superiori a quelle del<br />
singolo appezzamento. Per tale<br />
motivo, negli ultimi decenni<br />
sono state studiate tecniche<br />
alternative, basate sul telerilevamento<br />
satellitare e sull’utilizzo<br />
di indici spettrali, che consentono<br />
di minimizzare il lavoro<br />
di campo e stimare il fattore<br />
C con un sufficiente grado di<br />
risoluzione al suolo che, nei<br />
sensori multispettrali di ultima<br />
generazione, è in grado ormai di<br />
spingersi a poco più di 1 m.<br />
Uno degli indici spettrali più<br />
conosciuti ed utilizzati, a questo<br />
proposito, è l’indice di vegetazione<br />
NDVI (Normalized<br />
Difference Vegetation Index), che<br />
utilizza la riflettanza delle piante<br />
nelle bande spettrali del rosso e<br />
dell’infrarosso della radiazione<br />
solare e discrimina con precisione<br />
le aree ricoperte da vegetazione<br />
naturale o colture dalle<br />
aree non vegetate:<br />
Fig. 2 - Distribuzione del valore medio dell'NDVI relativo al periodo 2001-2016.<br />
Molti studi in diverse parti del<br />
mondo sono stati focalizzati<br />
sulle relazioni tra NDVI, i cui<br />
valori variano tra -1 e 1, e fattore<br />
C della RUSLE, variabile<br />
tra 0 e 1, a partire dal lavoro<br />
di De Jong et al. (1994, 1998)<br />
che aprì la strada a diversi studi<br />
ed applicazioni che hanno utilizzato<br />
di volta in volta nuove<br />
piattaforme satellitari e sensori<br />
sempre più precisi, di pari passo<br />
con l’avanzare della tecnologia<br />
(Van der Knijff et al. 1999,<br />
2000, 2002; Erencin 2000; van<br />
Leeuwen and Sammons 2003;<br />
Fig. 3 - Classificazione del NDVI basata sulla presenza di manufatti nell'area.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 7
FOCUS<br />
Cartagena 2004; Suriyaprasit<br />
& Shrestha 2008; Kouli et<br />
al 2009; Karaburun 2010;<br />
Prasannakumar et al. 2011;<br />
Perović et al. 2012; Parveen<br />
and Kumar 2012; Bayramov<br />
and Jabbarli 2013; Durigon et<br />
al 2014). Tuttavia, un modello<br />
universale di previsione non è<br />
stato ancora raggiunto a causa<br />
delle diverse condizioni che<br />
caratterizzano la vegetazione<br />
nei vari ambiti geografici e della<br />
insufficienza delle osservazioni<br />
dirette. Ciononostante, la metodologia<br />
basata sull’Osservazione<br />
della Terra appare ancora promettente<br />
e soprattutto efficace<br />
per le applicazioni a grande<br />
scala.<br />
Il modello proposto<br />
Nel presente lavoro, sono state<br />
utilizzate le serie di immagini<br />
con risoluzione spaziale di<br />
250 m, raccolte nel periodo<br />
2001-2016 dalla piattaforma<br />
MODIS (Moderate Resolution<br />
Imaging Spectroradiometer),<br />
liberamente accessibili sul sito<br />
web della NASA (Land Processes<br />
Distributed Active Archive<br />
Center, LP DAAC).<br />
L’area-test selezionata è la porzione<br />
meridionale del Lazio<br />
comprendente le province di<br />
Latina e Frosinone (Fig. 1),<br />
dove l’uso prevalente del suolo<br />
è agricolo (58% dell’area),<br />
ma intramezzato da numerose<br />
infrastrutture antropiche sviluppatesi<br />
negli ultimi 50 anni,<br />
soprattutto nell’Agro Pontino<br />
e nella Valle Latina (valle dei<br />
fiumi Sacco e Liri); le aree verdi<br />
naturali ammontano al 37%<br />
dell’area, mentre le zone edificate<br />
coprono il restante 5%.<br />
Data la mancanza di osservazioni<br />
dirette, relativamente alle<br />
condizioni di copertura del<br />
suolo nell’area investigata, che<br />
ricopre una superficie di circa<br />
4000 km 2, la ricerca del modello<br />
di correlazione tra NDVI<br />
e fattore C si è basata sui dati<br />
disponibili in rete, in particolare,<br />
sono stati utilizzati i valori<br />
riportati nella Carta del fattore<br />
C dell’Unione Europea (Carta<br />
EU), prodotta attraverso il modello<br />
LANDUM (Panagos et<br />
al. 2015b). La Carta EU, scaricabile<br />
dal sito web dell’ESDAC<br />
(European Soil Data Centre) in<br />
formato raster con risoluzione<br />
di 100 m, rappresenta il valore<br />
medio su scala pluriennale<br />
del fattore C, ricavato a livello<br />
continentale da diverse fonti di<br />
letteratura nonché da dati satellitari<br />
ad alta risoluzione e da<br />
statistiche relative alle pratiche<br />
agricole raccolte in diversi database<br />
pan-europei (Corine Land<br />
Cover, NUTS, MERIS). I dati<br />
della Carta EU sono stati quindi<br />
trattati, nella presente analisi,<br />
alla stregua di dati osservati.<br />
Sebbene la piattaforma MODIS<br />
sia caratterizzata da una risoluzione<br />
al suolo più bassa rispetto<br />
ad altri sensori, soprattutto<br />
quelli di recentissima generazione<br />
(es.: Worldview-4), essa<br />
presenta il vantaggio di garantire<br />
una copertura temporale<br />
continua sul lungo periodo,<br />
particolarmente utile per il presente<br />
tipo di analisi. Sono state<br />
quindi raccolte le osservazioni<br />
radiometriche con frequenza<br />
quindicinale sull’area-test, relative<br />
al periodo 2001-2016, e<br />
sintetizzate in medie annuali<br />
rappresentate in altrettanti layers<br />
generati in ambiente GIS. Da<br />
questi, è stato ricavato un unico<br />
layer contenente il valore medio<br />
per singolo pixel dell’NDVI relativo<br />
all’intero periodo (Fig. 2).<br />
In figura, i colori marrone-rosso<br />
rappresentano i corpi d’acqua<br />
(laghi costieri) e le aree edificate<br />
(comprese le aree ricoperte da<br />
serre), mentre i colori dal verde<br />
all’azzurro intenso denotano le<br />
aree a vegetazione naturale.<br />
La stessa immagine può essere<br />
classificata in base alla presenza<br />
di manufatti (case isolate, capannoni<br />
industriali, stalle, strade<br />
secondarie etc.) che possono<br />
interferire sulla risposta spettrale<br />
delle aree verdi naturali o<br />
coltivate adiacenti. Analizzando<br />
la distribuzione di frequenza<br />
dei valori NDVI in relazione<br />
alla distribuzione spaziale di tali<br />
manufatti, è possibile distinguere<br />
tre gruppi principali di copertura<br />
del suolo (Fig. 3): aree<br />
artificiali o prive di copertura<br />
vegetale, che presentano valori<br />
di NDVI inferiori a 0.5; aree<br />
naturali o coltivate con scarsa o<br />
nulla presenza di manufatti, con<br />
NDVI superiori a 0.6; aree miste,<br />
ovvero aree naturali o coltivate<br />
ma con significativa presenza<br />
di manufatti, con NDVI<br />
compresi tra 0.5 e 0.6.<br />
L’analisi di correlazione tra indice<br />
satellitare e dati osservati<br />
a terra è stata condotta basandoci<br />
sulla considerazione che<br />
l’NDVI riflette le variazioni nella<br />
copertura del suolo attraverso<br />
una corrispondenza biunivoca.<br />
Quindi, ad ogni variazione del<br />
fattore C, sia nello spazio (da<br />
un tipo di copertura ad un altro<br />
e nell’ambito dello stesso tipo)<br />
che nel tempo (da un minimo<br />
valore ad un massimo su<br />
base annuale ed interannuale),<br />
corrisponde un’equivalente<br />
variazione dell’indice di vegetazione.<br />
Pertanto, le variazioni<br />
spazio-temporali dell’NDVI<br />
che è possibile rilevare da satellite<br />
ci danno informazioni<br />
circa l’andamento reale della<br />
copertura del suolo. È stato<br />
quindi ricercato un modello di<br />
correlazione generale tra i valori<br />
medi dell’NDVI prima calcolati<br />
ed i valori medi del fattore C,<br />
così come forniti dalla Carta<br />
EU, per potere applicare lo<br />
stesso modello a differenti scale<br />
temporali (annuale, stagionale<br />
o mensile) e consentire così una<br />
valutazione dinamica del fattore<br />
C in base alle effettive variazio-<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
FOCUS<br />
ni che possono aver luogo nel<br />
corso del tempo.<br />
La corrispondenza tra le variabili<br />
è stata innanzitutto ricercata<br />
attraverso la sovrapposizione<br />
dei due layers (quello relativo<br />
all’NDVI medio nel periodo<br />
considerato e quello della Carta<br />
EU), utilizzando la piattaforma<br />
ArcGIS10 previa un’operazione<br />
di riclassificazione della Carta<br />
EU in grandi aree omogenee,<br />
supportata dall’analisi dell’istogramma<br />
di frequenza dei<br />
valori di C, per ovviare alla<br />
diversa risoluzione dei due raster,<br />
ma soprattutto agli errori e<br />
deformazioni conseguenti alla<br />
omogeneizzazione dei sistemi di<br />
riferimento adoperati nei due<br />
casi. Le coppie di valori così ottenute<br />
sono state quindi inserite<br />
in diagramma per ricercare la<br />
funzione di interpolazione con<br />
la migliore approssimazione.<br />
È stata prima tentata una relazione<br />
lineare, come il modello<br />
suggerito inizialmente da de<br />
Jong (1994, 1998), ma questa si<br />
è rivelata imprecisa e tendente<br />
a sottostimare il fattore C nella<br />
parte centrale della distribuzione<br />
dei valori e sovrastimarlo<br />
agli estremi di essa. Inoltre, in<br />
base al modello lineare, valori<br />
di NDVI molto prossimi a 1,<br />
cioè al massimo valore teorico,<br />
produrrebbero valori di C<br />
negativi, il che è fisicamente<br />
incongruo, data la definizione<br />
stessa del fattore C il cui valore<br />
minimo teorico approssima lo<br />
zero ma, di fatto, non è mai<br />
nullo. Ad esempio, nella nostra<br />
area di studio, la Carta EU<br />
riporta valori del fattore C, relativi<br />
al vasto bosco ricadente<br />
nel Parco Nazionale del Circeo,<br />
che variano da 0.0006 a 0.002.<br />
Questi risultati hanno suggerito<br />
che un modello non lineare, in<br />
particolare, una curva logistica<br />
sigmoide (Fig. 4), avrebbe approssimato<br />
i valori osservati con<br />
maggior precisione.<br />
La funzione ottenuta è la seguente:<br />
Fig. 4 Diagramma della funzione sigmoide<br />
(linee tratteggiate: intervallo di confidenza al 95%).<br />
La figura mostra l’andamento<br />
della curva di interpolazione in<br />
cui nessuno dei punti osservati<br />
giace al di fuori dell’intervallo<br />
di confidenza. Gli indici statistici<br />
attestano che il modello<br />
è in grado di riprodurre con<br />
buona precisione le relazioni<br />
tra le due variabili (R2 = 0.989,<br />
RMSE = 0.015). La funzione<br />
ottenuta è stata applicata all’intera<br />
area di studio sulla base dei<br />
valori medi 2001-2016 dell’<br />
NDVI, ed il risultato è mostrato<br />
in Figura 5.<br />
I valori del fattore C ottenuti<br />
mediante il modello di previsione<br />
elaborato mostrano una<br />
diffusione di valori più elevati<br />
rispetto alla Carta EU, soprattutto<br />
nelle aree di pianura,<br />
come l’Agro Pontino, la Piana<br />
di Fondi e la valle del Liri, dove<br />
prevalgono i seminativi. Per<br />
contro, in altre aree, si possono<br />
riscontrare valori solo leggermente<br />
più bassi.<br />
In realtà, analizzando in dettaglio<br />
l’andamento dei valori<br />
nei due raster, nell’ambito delle<br />
stesse classi di copertura del<br />
suolo, per esempio in quella relativa<br />
ai seminativi, si può constatare<br />
che intervalli di valori e<br />
valori medi sono molto simili<br />
(da 0.001 a 0.358, con deviazione<br />
standard pari a 0.036,<br />
nella Carta EU, e da 0.001 a<br />
0.344, con deviazione standard<br />
di 0.097, nella carta derivante<br />
dal modello sigmoide). È da<br />
specificare, infatti, che la classe<br />
dei seminativi nella Carta EU<br />
ha un valore fisso assegnato di<br />
0.221 nel 94% delle celle com-<br />
Fig. 3 - Classificazione del NDVI basata sulla presenza di manufatti nell'area.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 9
FOCUS<br />
Fig. 6 - Diagramma di frequenza dei valori relativi al fattore<br />
C ottenuti dal modello sigmoide per la classe dei seminativi.<br />
Fig. 7 - Diagramma di correlazione tra Carta EU e modello sigmoide<br />
in base alle classi di uso del suolo Corine Land Cover<br />
CLC12.<br />
ponenti l’area complessiva della<br />
stessa classe, mentre i valori<br />
derivanti dal modello mostrano<br />
un ampio range intorno alla<br />
media (Fig. 6) che probabilmente<br />
rispecchia più realisticamente<br />
i vari gradi di copertura<br />
del suolo offerti dai diversi tipi<br />
di coltivazioni presenti. Nelle<br />
aree con copertura forestale, la<br />
Carta EU mostra valori compresi<br />
tra 0.001 e 0.310, con<br />
deviazione standard pari a 0.04<br />
e valore medio di 0.013; mentre<br />
il nostro modello ha prodotto<br />
valori da 0 a 0.344 con deviazione<br />
standard di 0.067 e media<br />
pari a 0.045. Anche in questo<br />
caso, l’intervallo dei valori ha<br />
una buona corrispondenza tra i<br />
due layer, anche se la frequenza<br />
di quelli calcolati mediante il<br />
modello risulta spostata verso<br />
valori più alti.<br />
Pertanto, possiamo concludere<br />
che, in base alle principali<br />
classi di copertura del suolo,<br />
così come definite nel sistema<br />
Corine Land Cover (EEA), la<br />
mappa ottenuta col modello di<br />
correlazione è in buon accordo<br />
con la mappa da cui sono stati<br />
tratti i dati osservati relativi al<br />
fattore C (R2 = 0.64) (Fig. 7).<br />
Le differenze possono essere<br />
spiegate dalle diverse metodologie<br />
adoperate nei due casi per<br />
ottenere e rappresentare i dati;<br />
ad esempio, oltre alla già citata<br />
diversità di risoluzione tra i due<br />
raster considerati, l’influenza<br />
dei manufatti sulla risposta<br />
spettrale e quindi sul valore di<br />
NDVI nelle cosiddette aree miste,<br />
può aver giocato un ruolo<br />
nel produrre deviazioni più o<br />
meno significative dai valori di<br />
riferimento.<br />
Il valore aggiunto del modello<br />
proposto e delle mappe che<br />
possono essere ricavate da esso,<br />
sta nel carattere dinamico di<br />
queste ultime. Come esempio,<br />
si riportano due simulazioni<br />
prodotte con riferimento a due<br />
annate critiche per quanto riguarda<br />
la piovosità. Le annate<br />
sono quelle del 2007 e del 2013<br />
caratterizzate, rispettivamente,<br />
dalla quantità di precipitazione<br />
piovosa totale più bassa e da<br />
quella più elevata nel periodo<br />
qui considerato (2001 - 2016).<br />
Come si può vedere, il fattore C<br />
appare mediamente più elevato<br />
nel primo caso, ad indicare una<br />
maggiore propensione all’erosione<br />
del suolo in conseguenza<br />
di una più scarsa copertura<br />
vegetale dovuta a ridotte condizioni<br />
di umidità; mentre<br />
nel secondo caso le piogge più<br />
abbondanti hanno sicuramente<br />
favorito la crescita e la diffusione<br />
della copertura vegetale,<br />
con conseguente riduzione del<br />
rischio di erosione.<br />
Analoghe simulazioni possono<br />
essere effettuate su scala stagionale<br />
o mensile, sia in valutazioni<br />
retroattive che in proiezioni<br />
future, ipotizzando le risposte<br />
spettrali in funzione di diverse<br />
condizioni di copertura vegetale<br />
sotto ipotetici scenari climatici.<br />
Fig. 6 - Diagramma di frequenza dei valori relativi al fattore C ottenuti dal modello<br />
sigmoide per la classe dei seminativi.<br />
Fig. 7 - Diagramma di correlazione tra Carta EU e modello sigmoide in base alle classi<br />
di uso del suolo Corine Land Cover CLC12.<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
FOCUS<br />
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Symposium on Remote Sensing of Environment,<br />
ISPRS, 378-381<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Telerilevamento; NDVI; uso del suolo;<br />
RUSLE; analisi di regressione<br />
ABSTRACT<br />
A correlation analysis between mean Normalized<br />
Difference Vegetation Index (NDVI), derived<br />
from MODIS imagery time-series (2001-2016),<br />
and mean long-term cover management data<br />
derived from the C-factor map of the European<br />
Union, is here reported. The aim was to find out<br />
a model equation helpful to easily estimate the C-<br />
factor of the RUSLE by using the remotely sensed<br />
vegetation index as predictor. A sigmoid logistic<br />
function resulted to fit well with the observed<br />
data (R-square = 0.989, RMSE = 0.015). Two<br />
examples of simulations at annual timescale are<br />
provided, proving the versatility of the proposed<br />
model to estimate the C-factor at differently refined<br />
timescales and to easily draw updated maps<br />
basing on the availability of NDVI data-series.<br />
AUTORE<br />
Sergio Grauso<br />
sergio.grauso@enea.it<br />
Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi<br />
Produttivi e Territoriali<br />
Laboratorio Tecnologie per la Dinamica<br />
delle Strutture e la Prevenzione del rischio<br />
sismico e idrogeologico<br />
ENEA Centro Ricerche Casaccia – Via Anguillarese<br />
301, 00123 Roma<br />
Vladimiro Verrubbi<br />
vladimiro.verrubbi@enea.it<br />
Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi<br />
Produttivi e Territoriali<br />
Laboratorio Tecnologie per la Dinamica<br />
delle Strutture e la Prevenzione del rischio<br />
sismico e idrogeologico<br />
ENEA Centro Ricerche Frascati – Via Enrico<br />
Fermi 45, 00044 Frascati (Roma)<br />
Alessandro Zini<br />
alessandro.zini@enea.it<br />
Unità Studi, Analisi e Valutazioni<br />
Servizio Analisi del Sistema Energetico<br />
ENEA Centro Ricerche Frascati – Via Enrico<br />
Fermi 45, 00044 Frascati (Roma)<br />
Hanno inoltre collaborato alla ricerca:<br />
Alessandro Peloso<br />
alessandro.peloso@enea.it<br />
Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi<br />
Produttivi e Territoriali<br />
Laboratorio Tecnologie per la Dinamica<br />
delle Strutture e la Prevenzione del rischio<br />
sismico e idrogeologico<br />
ENEA Centro Ricerche Frascati – Via Enrico<br />
Fermi 45, 00044 Frascati (Roma)<br />
Maurizio Sciortino<br />
maurizio.sciortino@enea.it<br />
Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi<br />
Produttivi e Territoriali<br />
Laboratorio Modellistica climatica e impatti<br />
ENEA Centro Ricerche Casaccia – Via Anguillarese<br />
301, 00123 Roma<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 11
REPORT<br />
Nuvole di punti semantiche<br />
E’ arrivato il momento di accoppiare<br />
geometria e semantica<br />
di Fabio Remondino,<br />
Emre Ozdemir, Eleonora Grill<br />
Le nuvole di punti, generate da fotogrammetria o laser<br />
scanning, contengono principalmente informazioni<br />
geometriche. Questo le rende poco utili per diverse<br />
applicazioni. I metodi di Intelligenza Artificiale hanno aperto<br />
un nuovo settore di ricerca e sviluppo, fornendo soluzioni<br />
automatiche per scopi di segmentazione e classificazione.<br />
Negli ultimi anni la generazione<br />
automatica e<br />
uso di nuvole di punti<br />
3D per applicazioni geospaziali<br />
o legate al patrimonio culturale<br />
è aumentato in modo significa-<br />
tivo. Metodi fotogrammetrici o<br />
strumenti a scansione consentono<br />
di generare grandi quantità<br />
di informazioni geometriche<br />
dettagliate e 3D di una scena<br />
(Figura 1), con diversi attributi<br />
Fig. 1 - Nuvole di punti dense generate da<br />
fotogrammetria (a) o laser scanner (b).<br />
derivati dal metodo di rilievo<br />
(Tabella 1).<br />
Questi attributi per ciascun<br />
punto posso essere oggigiorno<br />
estesi assegnando informazioni<br />
semantiche mediante metodi<br />
automatici di segmentazione e<br />
classificazione. L’elevata complessità<br />
e diversità delle nuvole<br />
di punti hanno eletto i metodi<br />
di segmentazione e classificazione<br />
come gli argomenti di<br />
ricerca più attivi e importanti<br />
del momento. Questi metodi<br />
Fig. 3 - Esempio<br />
di nuvole<br />
di punti<br />
terrestri (a)<br />
classificate<br />
(b) in classi<br />
specifiche e di<br />
interesse.<br />
Fig. 2 - Tipico approccio di Machine Learning, con l’estrazione<br />
di features dal dato 3D, la fase di learning e prediction<br />
a tutto il dataset in esame.<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
Fig. 4 - Esempio<br />
di nuvole di<br />
punti aeree (a)<br />
classificate (b) in<br />
classi specifiche e<br />
di interesse.<br />
Fotogrammetria<br />
Accuratezza / Incertezza<br />
Colore<br />
Ridondanza<br />
Angolo d’intersezione<br />
Classi semantiche (post-processing)<br />
Normali (post-processing)<br />
Tab. 1 - attributi derivati dal metodo di rilievo.<br />
automatici, basati su algoritmi<br />
di Machine e Deep Learning,<br />
possono aiutare a caratterizzare,<br />
descrivere e interpretare meglio<br />
la scena rilevata. Gli algoritmi<br />
di Machine e Deep Learning<br />
hanno portato grandi progressi<br />
in questo senso, sebbene i dati<br />
necessari al training delle reti<br />
neurali sono la causa primaria<br />
del successo (o fallimento) di<br />
molti approcci, in particolare<br />
quando si lavora con nuvole<br />
3D di beni culturali.Gli ultimi<br />
sviluppi nella classificazione<br />
automatica di nuvole di punti<br />
3D, acquisite con sensori attivi<br />
o metodi fotogrammetrici.<br />
Le soluzioni sviluppate (Figura<br />
Laser scanning<br />
Intensità / Riflettanza<br />
Ritorni / Echi<br />
Normali<br />
Colore<br />
Classi semantiche (post-processing)<br />
2) si basano su varie reti neurali<br />
e dati di training: dopo una<br />
fase di learning, la rete neurale<br />
esegue una prediction su tutto il<br />
dataset in esame al fine di fornire<br />
le stesse classi fornite nella<br />
fase di training. Le sperimentazioni<br />
e i risultati (Figura 3-4)<br />
dimostrano che gli approcci<br />
proposti sono affidabili, replicabili<br />
ed efficaci in vari scenari<br />
(città, monumenti, statue, ecc.),<br />
fornendo automaticamente<br />
informazioni metriche, ad<br />
esempio, di aree danneggiate da<br />
ripristinare, superfici finestrate<br />
nelle facciate degli edifici, volumi<br />
verdi nelle aree urbane, ecc.<br />
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PAROLE CHIAVE<br />
nuvole di punti; fotogrammetria; laser scanner;<br />
semantica; classificazione; Intelligenza Artificiale<br />
ABSTRACT<br />
Point clouds, generated by photogrammetry or laser<br />
scanning, mainly contain geometric information. This<br />
makes them not very useful for different applications.<br />
Artificial Intelligence methods have opened up a new<br />
area of research and development, providing automatic<br />
solutions for segmentation and classification purposes.<br />
AUTORE<br />
Fabio Remondino- remondino@fbk.eu<br />
Emre Ozdemir - eozdemir@fbk.eu<br />
EleonoraGrilli - grilli@fbk.eu<br />
Fondazione Bruno Kessler<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 13
REPORT<br />
Integrazioni di tecnologie e<br />
processi per il Monitoraggio<br />
Strutturale su ampia scala<br />
di Maria Marsella, Peppe D’aranno, Ilario Moriero,<br />
Gianluca Acunzo, Michele Vicentino, Antonio Bottaro<br />
L’integrazione di dati satellitari con sensori in-situ migliora<br />
significativamente il monitoraggio strutturale a lungo<br />
termine, contribuendo a ridurre il potenziale rischio di<br />
danni o cedimenti. La raccolta e la condivisione dei dati di<br />
monitoraggio attraverso una infrastruttura IoT assicura un<br />
costante e sicuro accesso alle informazioni da parte della rete<br />
Fig. 1 - Vista 3D degli edifici classificati in base ai cedimenti<br />
osservati con monitoraggio satellitare.<br />
utenti, i quali sono spesso chiamati a prendere decisioni sulla<br />
base di questi dati. Implementando tale sistema integrato<br />
si può raggiungere un monitoraggio più efficiente delle<br />
costruzioni esistenti.<br />
Il monitoraggio strutturale<br />
è un campo di crescente<br />
interesse in ambito edilizio,<br />
anche grazie alla disponibilità<br />
di una sensoristica sempre più<br />
sofisticata e a costi più sostenibili.<br />
Sebbene nessun sistema di<br />
monitoraggio strutturale può<br />
prescindere dalla valutazione<br />
di figure professionali competenti,<br />
alla luce della vastità del<br />
patrimonio edilizio esistente i<br />
dati strumentali sono necessari<br />
per verificare lo stato di salute<br />
delle strutture aiutando i tecnici<br />
nel prendere decisioni verso<br />
indagini più approfondite.<br />
L’utilizzo congiunto dei dati<br />
satellitari SAR e dei dati provenienti<br />
da sensori posizionati<br />
all’interno dell’edificio consente<br />
di monitorare le condizioni<br />
del fabbricato e di individuare<br />
precocemente situazioni di<br />
danno incipiente o di variazioni<br />
delle condizioni esterne<br />
che potrebbero richiedere accertamenti<br />
e approfondimenti<br />
da parte di tecnici qualificati.<br />
Inoltre, le tecnologie satellitari<br />
consentono un monitoraggio<br />
continuo nel tempo senza generare<br />
interferenze con le normali<br />
condizioni di operatività<br />
dell’edificio, aspetto che diventa<br />
fondamentale nel caso di<br />
edifici di pubblica utilità come<br />
scuole e ospedali.<br />
La tecnica DInSAR<br />
La tecnologia satellitare utilizzata<br />
per il controllo di<br />
strutture è l’Interferometria<br />
Differenziale che sfrutta sensori<br />
Radar ad Apertura Sintetica<br />
(DInSAR). Confrontando<br />
una serie di acquisizioni da<br />
satellite, in un dato periodo<br />
di tempo di osservazione, la<br />
tecnica permette di osservare<br />
lo spostamento nel tempo di<br />
punti naturali che riflettono il<br />
segnale radar e la loro velocità<br />
media con l’accuratezza del<br />
mm/anno. La tecnica presenta<br />
notevoli vantaggi rispetto<br />
alle misure tradizionali con<br />
strumentazione topografica a<br />
terra in quanto non richiede<br />
l’istallazione di dispositivi sulla<br />
struttura e consente di investigare<br />
anche fenomeni a ritroso<br />
contribuendo alla valutazione<br />
dei processi che possono avere<br />
causato danni sull’edificio.<br />
In questo periodo storico, sono<br />
operative diverse missioni satellitari<br />
(tra le quali la missione<br />
italiana COSMO-SkyMed) e,<br />
inoltre, sono disponibili dati a<br />
partire dal 1992 utili per eseguire<br />
analisi a ritroso su feno-<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
meni che evolvono lentamente<br />
nel tempo. Combinando<br />
analisi dei dati di archivio con<br />
quelle basate sui dati di sensori<br />
operativi ad alta risoluzione, è<br />
possibile valutare il comportamento<br />
degli edifici su lunghi<br />
archi temporali per indentificare<br />
a-priori la potenziale insorgenza<br />
di criticità strutturali<br />
o quantificarne a posteriori gli<br />
effetti.<br />
La tecnica non consente di evidenziare<br />
in tempi compatibili<br />
con il rilascio di pre-allarmi i<br />
movimenti molto veloci o molto<br />
intensi (come quelli causati<br />
da sismi), viceversa rappresenta<br />
un valido contributo per<br />
un’analisi a grande scala degli<br />
effetti nel tempo di movimenti<br />
che avvengono su strutture<br />
che hanno subito danni anche<br />
per sismi. Infatti, questo tipo<br />
di monitoraggio permette di<br />
evidenziare l’insorgenza di<br />
cedimenti differenziali che potrebbero<br />
indurre sugli elementi<br />
strutturali tensioni tali da provocarne<br />
la fessurazione.<br />
Sensori in-situ<br />
Il monitoraggio satellitare dei<br />
cedimenti dell’edificio può<br />
essere integrato con strumentazione<br />
in-situ attraverso sensori<br />
posizionati in opportuni punti<br />
della struttura per misurare i<br />
parametri strutturali significativi<br />
legati alla deformazione<br />
della struttura. L’utilizzo di<br />
estensimetri e di inclinometri<br />
permette di tenere sotto controllo<br />
rispettivamente l’evolvere<br />
di quadri fessurativi preesistenti<br />
nell’edificio e fenomeni<br />
di inclinazione del fabbricato.<br />
L’installazione di sensori accelerometrici<br />
consente invece<br />
un monitoraggio di tipo dinamico<br />
in grado di fornire<br />
una duplice informazione: in<br />
seguito a un evento sismico,<br />
tali strumenti sono in grado<br />
di registrare accelerazioni,<br />
Fig. 2 - Identificazione dinamica dei primi modi di vibrare dell’edificio monitorato dall’analisi<br />
delle vibrazioni ambientali.<br />
velocità e spostamenti cui l’edificio<br />
è stato soggetto durante<br />
lo strong motion, fornendo<br />
dei parametri quantitativi che<br />
consentono di effettuare delle<br />
prime valutazioni sulle potenziali<br />
conseguenze in termini di<br />
danneggiamento. Nelle normali<br />
condizioni di operatività<br />
invece, questi sistemi sono in<br />
grado di acquisire periodicamente<br />
delle registrazioni di<br />
rumore ambientale, ovvero le<br />
piccole vibrazioni che l’edificio<br />
compie in seguito ai naturali<br />
agenti esterni come vento, traffico<br />
veicolare nelle strade adiacenti<br />
o transito delle persone al<br />
suo interno. L’analisi di queste<br />
vibrazioni permette di identi-<br />
Fig. 3 - Analisi di dettaglio con modello numerico agli elementi finiti per la valutazione<br />
delle tensioni indotte nell’edificio dai cedimenti del terreno.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 15
REPORT<br />
ficare e monitorare nel tempo<br />
le frequenze modali, proprie<br />
dell’edificio, evidenziando eventuali<br />
trend anomali che possono<br />
evidenziare l’opportunità di una<br />
valutazione più specifica da parte<br />
dei tecnici competenti.<br />
L’Infrastruttura Tecnologica<br />
GEOWEB S.p.a. e Survey Lab<br />
S.r.l. stanno collaborando per lo<br />
sviluppo di un servizio innovativo<br />
che si avvalga di workflow<br />
digitali dedicati al monitoraggio<br />
strutturale attraverso la combinazione<br />
della tecnologia satellitare<br />
DInSAR alle reti di sensori<br />
in situ (e.g. accelerometri, inclinometri,<br />
estensimetri).<br />
Il servizio sarà erogato attraverso<br />
un’infrastruttura tecnologica<br />
IoT/Cloud che consentirà di<br />
sostenere il processo end-to-end<br />
garantendone la piena funzionalità<br />
ed efficienza, nel tempo,<br />
nelle fasi di raccolta dati, trasmissione,<br />
elaborazione, analisi<br />
e gestione delle comunicazioni.<br />
Il servizio alimenterà un sistema<br />
di comunicazione di anomalie<br />
riferibili al comportamento<br />
strutturale di un sito per sollecitare<br />
approfondimenti.<br />
Gli utenti finali del servizio<br />
dovranno essere principalmente<br />
figure tecniche competenti<br />
in ambito strutturale in grado<br />
di valutare se procedere con<br />
ulteriori indagini in situ o<br />
prevedere approfondimenti di<br />
tipo numerico per modellare il<br />
comportamento della struttura<br />
e valutare l’evoluzione dei fenomeni<br />
in atto.<br />
Conclusioni<br />
La capacità propria alla tecnica<br />
DINSAR unita alla tecnologia<br />
IoT/Cloud, per la trasmissione<br />
rapida ed efficiente dei dati<br />
raccolti dalla strumentazione in<br />
situ, consente la realizzazione<br />
di sistemi di monitoraggio su<br />
ampia scala per controllare un<br />
elevato numero di edifici garantendo<br />
tempi di intervento<br />
rapidi nel caso in cui vengano<br />
rilevate delle anomalie.<br />
Affinché possa diffondersi in<br />
maniera capillare un monitoraggio<br />
strutturale di questo<br />
tipo, è necessario intervenire<br />
sulla formazione professionale<br />
specifica per favorire la presenza<br />
sul territorio di numerosi tecnici<br />
e figure professionali che possano,<br />
ciascuno nell’ambito delle<br />
proprie competenze e responsabilità,<br />
contribuire al corretto<br />
utilizzo delle informazioni e alla<br />
definizione di buone pratiche.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Integrated solution; DInSAR<br />
satellite data; structural<br />
monitoring; innovative solution;<br />
IoT technology; accelerometer<br />
sensors<br />
ABSTRACT<br />
The integration of DInSAR satellite<br />
data and in-situ sensors significantly<br />
improve long-term structural<br />
monitoring, contributing to reduce<br />
potential risk of damages or failures.<br />
Collecting and sharing monitoring<br />
data through an IoT infrastructure<br />
ensures a constant and secure access<br />
to the information by professional<br />
users’ networks that are often urged<br />
to take decisions and activate further<br />
investigations. By implementing such<br />
integrated systems, a more effective<br />
and widespread monitoring of existing<br />
building stocks can be achieved.<br />
AUTORE<br />
Maria Marsella<br />
Peppe D’aranno<br />
Ilario Moriero<br />
Survey Lab<br />
info@surveylab.com<br />
Gianluca Acunzo<br />
gacunzo@os.uniroma3.it<br />
Università di Roma Tre, Dipartimento<br />
di Matematica e Fisica<br />
Michele Vicentino<br />
mvicentino@geoweb.it<br />
Antonio Bottaro<br />
abottaro@geoweb.it<br />
Geoweb S.p.a.<br />
Droni Idrografici polivalenti<br />
• Rilievi batimetrici automatizzati<br />
• Acquisizione dati e immagini<br />
• Mappatura parametri ambientali<br />
• Ispezione fondali<br />
Dighe, laghi, cave in falda, bacini, fiumi e<br />
canali fino a 15 4 m/s. Km/h. Insensibili ai bassi ai bassi<br />
fondali e alla presenza di alghe e detriti<br />
Vendita - Noleggio - Servizi chiavi in mano,<br />
anche con strumentazione cliente<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 17
REPORT<br />
HERE Technologies al servizio<br />
delle Telecomunicazioni:<br />
HERE Cellular Signals<br />
di Massimiliano Arcieri<br />
HERE Technologies, società leader<br />
nel business delle mappe digitali<br />
e dei servizi di localizzazione, ha<br />
recentemente lanciato un nuovo<br />
prodotto, “HERE Cellular Signals”,<br />
che fornisce informazioni aggiornate<br />
e accurate sulla copertura e le<br />
prestazioni della rete mobile in oltre<br />
196 paesi nel mondo.<br />
Fig. 1 - La rappresentazione di HERE Cellular Signal.<br />
Un numero crescente<br />
di settori industriali<br />
guarda con sempre più<br />
marcato interesse allo sviluppo<br />
dei servizi di localizzazione<br />
“connessi”, e potremmo, primi<br />
fra tutti, senz’altro nominare i<br />
molti segmenti e ambiti lavorativi<br />
coinvolti dall’innovazione<br />
tecnologica dell’IoT, l’Internet<br />
of Things: automotive, trasporti,<br />
sanità, telemetria, sicurezza,<br />
smart city, pubblica amministrazione,<br />
ciascuno di questi con<br />
il proprio livello di maturità.<br />
HERE Technologies è impegnata<br />
già da tempo nello<br />
sviluppo di questa tematica,<br />
fornendo la propria visione<br />
dell’IoT attraverso soprattutto<br />
l’implementazione della OLP<br />
(Open Location Platform), un<br />
ambiente di sviluppo incentrato<br />
sui servizi di localizzazione che<br />
può essere utilizzato su diversi<br />
mercati verticali unendo persone<br />
provenienti da una vasta<br />
gamma di settori, dalle autorità<br />
governative alla logistica, dalle<br />
infrastrutture al settore automobilistico.<br />
Nell’ambito del settore delle<br />
Telecomunicazioni, HERE<br />
Technologies ha da poco presentato<br />
un nuovo innovativo<br />
prodotto, “HERE Cellular<br />
Signal”, che fornisce per ciascun<br />
tratto stradale (dalle autostrade<br />
alle vie cittadine e di campagna)<br />
un’istantanea della copertura<br />
della rete, divisa per operatore,<br />
potenza del segnale e tipologia<br />
di rete. La potenza del segnale<br />
è rappresentata in quattro<br />
categorie, Eccellente, Buona,<br />
Accettabile o Debole. Gli ambiti<br />
di utilizzo sono molteplici,<br />
basti pensare agli operatori di<br />
telefonia mobile impegnati a<br />
monitorare la performance della<br />
propria rete o semplicemente a<br />
condurre analisi sui competitors,<br />
allo scopo di identificare<br />
le aree di maggiore efficacia o<br />
debolezza del servizio ed eventualmente<br />
programmare gli<br />
interventi sul potenziamento<br />
dell’infrastruttura. In particolare,<br />
con l’avvento del 5G, che<br />
comporterà lo sviluppo di una<br />
nuova generazione di servizi<br />
connessi, sarà fondamentale<br />
predire la qualità del segnale in<br />
una determinata area rendendo<br />
ancora più cruciale la mappatura<br />
della banda disponibile.<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
Come è stato<br />
costruito il prodotto<br />
Per creare “HERE Cellular<br />
Signals”, HERE Technologies<br />
ha unito la propria mappa radio<br />
globale, ricca di contenuti dinamici,<br />
con quella della rete stradale,<br />
fra le migliori al mondo in<br />
termini di qualità e copertura.<br />
Nella costruzione della prima,<br />
HERE Technologies utilizza<br />
dati aggregati di celle telefoniche,<br />
tracce Wi-Fi e coordinate<br />
GPS provenienti da più di 250<br />
milioni di dispositivi connessi<br />
che usufruiscono della tecnologia<br />
e dei servizi di localizzazione<br />
HERE Technologies nel<br />
mondo. La tecnologia di localizzazione<br />
HERE Technologies<br />
determina il posizionamento di<br />
ciascun dispositivo in base alla<br />
rete cellulare e Wi-Fi nei paraggi,<br />
captando anche la qualità del<br />
segnale; aggregando tutte queste<br />
informazioni, HERE ha ottenuto<br />
una vastissima mappa radio a<br />
copertura globale.<br />
Questa mappa radio viene<br />
aggiornata mediamente oltre<br />
cento milioni di volte al giorno<br />
solamente considerando gli<br />
aggiornamenti basati sui dispositivi<br />
mobili. L’enorme mole di<br />
dati processata garantisce una<br />
maggiore accuratezza e precisione<br />
del posizionamento su<br />
ciascun tipo di strada, si tratti<br />
di strade residenziali secondarie<br />
o strade di campagna. HERE<br />
Technologies inoltre applica i<br />
principi del “machine learning”<br />
per identificare anomalie e “rumore”<br />
nei dati di crowdsourcing<br />
al fine di garantire un output<br />
sempre più accurato e qualitativamente<br />
ottimale. Il formato<br />
disponibile con il quale<br />
HERE fornisce il prodotto ai<br />
propri clienti è il FGDB (File<br />
Geodatabase) con frequenza<br />
trimestrale.<br />
Fig. 2 - Simulazione di modellizzazione 3D nella pianificazione della infrastruttura.<br />
Vantaggi per le<br />
compagnie telefoniche<br />
“HERE Cellular Signals” offre<br />
una serie di vantaggi alle compagnie<br />
di rete mobile, come<br />
ad esempio la possibilità di<br />
programmare gli interventi alla<br />
rete stessa, in termini di radio<br />
frequenza e/o di infrastruttura,<br />
così come nell’effettuare valutazioni<br />
di qualità del servizio,<br />
proprio e dei competitori sul<br />
mercato.<br />
Fig. 3 - Pianificazione della infrastruttura con modellizzazione 3D.<br />
Fig. 3 - Architettura e<br />
tecnologie di TNC.<br />
Il prodotto può essere anche<br />
utile al servizio clienti dei vari<br />
operatori nel rispondere alle domande<br />
dei clienti relative al servizio<br />
di rete o al team che cura<br />
le relazioni con gli investitori<br />
nella preparazione dei rapporti<br />
sulle prestazioni finanziarie della<br />
compagnia.<br />
Per le autorità di controllo o di<br />
regolazione delle comunicazioni<br />
(in Italia, l’AGCOM), può altresì<br />
essere di supporto e aiuto<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 19
REPORT<br />
per visualizzare lo stato e la<br />
qualità del segnale sul territorio<br />
nazionale e valutarne la conformità<br />
agli standard di legge.<br />
Vantaggi per i trasporti, la logistica<br />
e il settore automobilistico<br />
Nella realtà “HERE Cellular<br />
Signal” è per sua natura molto<br />
versatile, si presta a moltissimi<br />
altri settori e business case,<br />
proviamo a passarne in rassegna<br />
qualcuno.<br />
Le compagnie di trasporto possono<br />
trarre vantaggio da questo<br />
prodotto per migliorare le<br />
scambio di informazioni tra le<br />
flotte e il centro di spedizione,<br />
ottimizzare pianificazione e logistica<br />
attraverso la valutazione<br />
della copertura della rete cellulare<br />
e di conseguenza migliorare<br />
i propri servizi.<br />
In maniera simile, nel settore<br />
automobilistico, i veicoli<br />
connessi necessitano di una<br />
connettività continua al cloud,<br />
all’infrastruttura stradale e agli<br />
altri veicoli. Grazie ad HERE<br />
Cellular Signals, le case automobilistiche<br />
possono suggerire<br />
il migliore momento per effettuare<br />
il download o l’upload<br />
delle informazioni. Per fare un<br />
esempio, se un veicolo riesce a<br />
prevedere in anticipo che si accinge<br />
a viaggiare in un’area con<br />
scarsa ricezione del segnale, può<br />
pre-scaricare le informazioni<br />
di cui avrà bisogno garantendo<br />
una migliore esperienza di guida<br />
al conducente con minimo<br />
impatto sulla rete.<br />
Altri utilizzi<br />
Nell’ottica della dilagante diffusione<br />
dei servizi basati sulla<br />
trasmissione di dati e sulla necessità<br />
di connessione in rete,<br />
viene da sé che una mappa della<br />
qualità della copertura del segnale<br />
cellulare si presta ad un<br />
ventaglio molto ampio di possibilità.<br />
Nel settore della pubblica sicurezza,<br />
ad esempio, nella gestione<br />
delle chiamate ai servizi<br />
di emergenza (112, 113, 115,<br />
118) può essere fondamentale<br />
fornire la posizione esatta del<br />
chiamante per l’invio dei soccorsi<br />
o connettere nel modo più<br />
efficace il chiamante con i mezzi<br />
di soccorso o garantire agli<br />
automobilisti, in caso di gravi<br />
incidenti, la più rapida assistenza<br />
possibile.<br />
Abbiamo già citato il 5G ed<br />
il suo imminente arrivo che<br />
comporterà lo sviluppo della<br />
connessione di nuova generazione;<br />
ma lasciando un attimo<br />
da parte le promesse di nuovi<br />
servizi e della velocità di rete<br />
che i vari operatori cominciano<br />
ad annunciare, il dato certo è<br />
che sarà necessaria una nuova<br />
rete di trasmettitori. Il perché<br />
è intuitivamente semplice da<br />
spiegare: le reti 5G utilizzeranno<br />
frequenze più elevate rispetto<br />
a quelle attuali. Il segnale a<br />
frequenza più alta fornisce velocità,<br />
ma in termini di distanza<br />
non arriva così lontano e risulta<br />
condizionato dagli ostacoli fisici<br />
che eventualmente incontra<br />
nella trasmissione. Di conseguenza,<br />
per progettare un’infrastruttura<br />
idealmente perfetta,<br />
i fattori e le variabili da tenere<br />
in considerazione sono davvero<br />
tanti. HERE Technologies, in<br />
collaborazione con altri partners<br />
(Infosys e Shields) ha annunciato<br />
al Mobile World Congress di<br />
Barcellona di stare lavorando ad<br />
una soluzione per supportare lo<br />
sviluppo della nuova tecnologia,<br />
il 5G. La nostra esperienza<br />
nell'estrarre elementi e oggetti<br />
fisici in 3D come pali, alberi ed<br />
edifici porta su un altro livello<br />
la pianificazione della rete, da<br />
quella teorica a quella fisica. La<br />
modellizzazione del mondo reale<br />
porta ad un nuovo livello di<br />
precisione basato sull’ambiente<br />
reale da servire dalla prossima<br />
generazione di frequenze radio.<br />
Una maggiore precisione negli<br />
strumenti utilizzati per la<br />
progettazione delle reti future<br />
facilita la scelta, la selezione e il<br />
posizionamento del trasmettitore.<br />
Gli strumenti 3D riducono<br />
il numero di sondaggi fisici<br />
“in situ” necessari per pianificare<br />
ciascuna area specifica. La<br />
progettazione della rete può<br />
essere ridotta a pochi giorni e<br />
gli operatori di rete mobile possono<br />
eseguire aggiornamenti,<br />
installare nuove apparecchiature<br />
e aggiungere capacità molto più<br />
rapidamente di prima.<br />
HERE Cellular Signals è già integrato<br />
in una nuova soluzione<br />
sviluppata da Continual, che<br />
fornisce alle case automobilistiche<br />
(per le auto “connesse”) e<br />
agli operatori di rete mobile un<br />
set di strumenti unico per analizzare<br />
e migliorare l’esperienza<br />
di viaggio connessa.<br />
ABSTRACT<br />
HERE Technologies, a global leader<br />
in mapping and location platform<br />
services, recently announced HERE<br />
Cellular Signals, a unique data set<br />
that provides up-to-date information<br />
about mobile network performance<br />
on practically every stretch<br />
of road across 196 countries. HERE<br />
Cellular Signals powers a range of<br />
industries and services: in the transport<br />
and logistics space, dispatchers<br />
and drivers need to be more efficiently<br />
and effectively connected<br />
than ever. In the telecoms space,<br />
wireless networks must expand their<br />
capacities while maintaining quality<br />
to meet the demand for mobile<br />
communications and broadband<br />
services. HERE Cellular Signals<br />
supports and enhances both industries.<br />
By delivering quality data, we<br />
enable personnel to make better decisions,<br />
plan and analyze more precisely,<br />
and respond to events faster.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Internet of Things; telecomunicazioni;<br />
5G; location services.<br />
AUTORE<br />
Massimiliano Arcieri<br />
HERE Technologies – massimiliano.arcieri@here.com<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
Scopri di più<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 21
AEROFOTOTECA<br />
L’AEROFOTOTECA NAZIONALE<br />
RACCONTA….. ROGER AGACHE,<br />
IL “FOLLE CHE VOLA”<br />
di Alessandra Dell’Anna<br />
Fig. 1 - Roger Agache in volo sulla Piccardia, 25 marzo 2005. Da<br />
https://commons.wikimedia.org/wiki/<br />
Nella letteratura scientifica<br />
francese e, a buon diritto,<br />
in quella internazionale, il nome<br />
di Roger Agache (1926 - 2011)<br />
è legato alla nascita della fotointerpretazione<br />
in ambito archeologico<br />
(Fig. 1). Nato ad Amiens,<br />
capoluogo della Piccardia nel<br />
nord della Francia, entrò nel<br />
mondo dell’archeologia specializzandosi<br />
in studi preistorici,<br />
dedicandosi all’analisi del paesaggio<br />
solo in un secondo momento,<br />
rispolverando l’interesse<br />
e la curiosità per l’ambiente<br />
rurale in cui era cresciuto da<br />
bambino. Agache aveva trascorso<br />
l’infanzia e l’adolescenza con<br />
i nonni in un piccolo villaggio<br />
di campagna vicino Amiens,<br />
sviluppando un forte senso di<br />
osservazione, di curiosità e di<br />
appartenenza alla sua terra, elementi<br />
che lo accompagneranno<br />
in tutte le ricerche e gli studi.<br />
Uno dei primi lavori, infatti,<br />
fu lo studio dei rifugi sotterranei<br />
costruiti nei piccoli centri<br />
durante la Seconda Guerra<br />
Mondiale.<br />
Laureatosi con un lavoro sul<br />
Quaternario della zona della<br />
Somme, a partire dal 1955-<br />
1956 iniziò ad effettuare i primi<br />
voli sui villaggi della campagna<br />
francese. Nonostante i risultati<br />
non incoraggianti, la sua forte<br />
personalità e la voglia di conoscere<br />
lo portarono ad insistere in<br />
questo nuovo campo di ricerca<br />
che legava il lavoro diretto sul<br />
terreno con l’osservazione dei<br />
siti dall’alto, ponendo le basi<br />
metodologiche in un ambito<br />
che, soprattutto in Francia, era<br />
ancora ai primordi.<br />
Con il bagaglio culturale della<br />
più evoluta fotointerpretazione<br />
inglese cambiò la strategia<br />
di indagine, effettuando voli<br />
mirati su siti archeologici già<br />
noti e scavati da lui stesso, in<br />
particolare quelli neolitici a<br />
Hardivillers nel dipartimento<br />
di Oise, a sud di Amiens.<br />
Dall’aereo Agache intercettò<br />
così le stesse tracce circolari<br />
osservate oltremanica dall’archeologo<br />
inglese O.G.S. Crawford.<br />
Dopo la pubblicazione dei<br />
risultati ottenuti – e l’iniziale<br />
scetticismo da parte del mondo<br />
accademico- nel 1961 ottenne<br />
il riconoscimento di Raymond<br />
Chevallier, antesignano degli<br />
archeologi fotointerpreti, che lo<br />
indirizzò definitivamente verso<br />
la topografia e l’aerofotointerpretazione.<br />
“ Vues aériennes de<br />
la Somme et recherche du passé”<br />
(1962), con 93 fotografie aeree,<br />
è considerata oggi la prima pubblicazione<br />
scientifica francese<br />
in questo ambito di ricerca ed è<br />
stato anche il testo che fece conquistare<br />
all’archeologo un posto<br />
di rilievo nel mondo scientifico<br />
internazionale.<br />
L’esperienza sul campo e nei<br />
cieli francesi portò Agache ad<br />
ampliare le basi metodologiche<br />
della fotointerpretazione.<br />
Concentrando le sue ricerche<br />
nei territori della Francia settentrionale,<br />
geomorfologicamente<br />
particolari per la presenza di<br />
altopiani limosi, egli provò ad<br />
effettuare voli di ricognizione<br />
anche nel periodo invernale<br />
(1963-1964), sfidando le intemperie<br />
e affrontando incidenti di<br />
volo, anche gravi. Tali sacrifici,<br />
tuttavia, ripagarono Agache<br />
che in seguito a queste ripetute<br />
campagne fotografiche scoprì<br />
siti archeologici fino ad allora<br />
mai individuati, tra cui diverse<br />
ville gallo-romane, e quindi<br />
intensificò il suo lavoro con il<br />
supporto dell’archeologo Bruno<br />
Bréart. Con lui pubblicò nel<br />
1975 i due volumi del grande<br />
“Atlas d’Archéologie aérienne de<br />
Picardie”, che raccolgono tredici<br />
anni di ricerche che fruttarono<br />
la scoperta di circa 1000 siti – in<br />
un territorio dove se ne conoscevano<br />
100 – e che, oltre alla<br />
contestualizzazione storica e<br />
cartografica, rappresentano il risultato<br />
tangibile della fotografia<br />
aerea applicata all’archeologia.<br />
Ormai affermato nel mondo<br />
scientifico, Agache continuerà<br />
a studiare ed a pubblicare le sue<br />
ricerche, svolte principalmente<br />
sul territorio della Piccardia,<br />
pubblicando più di 200 articoli<br />
scientifici a sua firma.<br />
Il metodo di lavoro di Roger<br />
Agache si sviluppa nella produzione<br />
di numerose fotografie<br />
aeree per ogni volo; nella ripetizione<br />
delle fotografie in tutte le<br />
stagioni (soprattutto d’inverno);<br />
nel confronto dei dati fotografati<br />
con documenti d’archivio,<br />
compresa la cartografia storica;<br />
nella realizzazione di controlli<br />
sistematici del suolo. Passaggi,<br />
questi, che oggi sono scontati e<br />
consequenziali nella ricerca archeologica<br />
ma che nella Francia<br />
degli anni ‘60 del Novecento<br />
erano veri esperimenti, non<br />
sempre condivisi dall’archeologia<br />
accademica e “tradizionale”.<br />
L’Aerofototeca Nazionale conserva<br />
un fondo, denominato<br />
“Documentazione Estera”, che<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
AEROFOTOTECA<br />
raccoglie fotografie aeree datate<br />
tra 1930 e 1960, relative a siti<br />
archeologici sparsi nei paesi del<br />
bacino del Mediterraneo, con<br />
qualche sconfinamento nella<br />
zona europea e nelle aree del<br />
Mediterraneo nord-orientale.<br />
Sono testimonianze fondamentali<br />
di una realtà storico-archeologica<br />
di cui oggi, in alcuni<br />
casi, non possiamo più usufruire,<br />
come nel caso dei siti in<br />
Afghanistan o in Libia distrutti<br />
dalle guerre. Nel corso dell’analisi<br />
delle foto di questo fondo,<br />
che ho condotto nell’ambito del<br />
progetto Memorie geografiche.<br />
Un archivio fotografico per la<br />
storia del territorio, diretto da<br />
Margherita Azzari dell’Università<br />
di Firenze in collaborazione<br />
con la Società Geografica<br />
Italiana e ICCD-Aerofototeca<br />
Nazionale, ho riconosciuto un<br />
nucleo di otto immagini scattate<br />
da Agache sulla zona di<br />
Somme (Francia) negli anni ’60<br />
(Fig. 2), ancora più prezioso per<br />
Fig. 3 - «Amiens (Somme). Réapparition d’un bastion losangique, grâce<br />
à des anomalies dans la coloration des céréales (orge). R. Agache ». AFN,<br />
fondo Documentazione, neg. 35399 (didascalia e schizzo a penna sul verso).<br />
Inedita.<br />
le indicazioni<br />
topografiche<br />
scritte sul<br />
retro delle<br />
stampe e<br />
sottoscritte<br />
dall’autore,<br />
che in alcuni<br />
casi ha aggiunto<br />
la descrizione<br />
delle<br />
tracce archeologiche.<br />
Particolari<br />
sono gli appunti<br />
legati<br />
alla tipologia<br />
di traccia che,<br />
a volte, ci dà<br />
anche riferimenti<br />
cronologici relativi ai voli<br />
effettuati dall’archeologo.<br />
Per esempio, Agache scrive di<br />
una “traccia da umidità” evidenziata<br />
dalla rugiada mattutina<br />
che, indirettamente, ci comunica<br />
il momento della giornata in<br />
cui ha scattato le fotografie; o<br />
“tracce chiare” della<br />
Seconda Guerra<br />
Mondiale distinte<br />
da quelle scure di<br />
umidità. Ancora,<br />
tracce archeologiche<br />
di siti già noti, identificati<br />
e annotati<br />
sul momento come<br />
“bastione del 1597”<br />
o riferimenti ai luoghi<br />
della “battaglia<br />
di Crécy del 1346”.<br />
L’aspetto forse più<br />
personale di questi<br />
appunti, però, è costituito<br />
dai disegni<br />
realizzati a matita da<br />
Agache stesso (Fig.<br />
3), schizzi tecnici<br />
che riportano riferimenti<br />
topografici<br />
per una migliore<br />
Fig. 2 - «Noyelles-sur Mer (Somme). Autour du tumulus de Saint-Ouen, cette photo a<br />
permis de découvrir trois fossés circulaires comblés et un enclos rectangulaire. Les anciens<br />
fossés protohistoriques apparaissent en sombre, les tranchées de la dernière guerre<br />
apparaissent en blanc. R. Agache». AFN, fondo Documentazione, neg. 35398. Edita in<br />
Information Archeologique, 1963, fig. 13.<br />
comprensione personale<br />
del territorio<br />
ma che allo stesso<br />
tempo sfociano dalla pura metodologia<br />
nell’intimo pensiero<br />
dello studioso, dando un emozionante<br />
senso di empatia con il<br />
grande ricercatore.<br />
Di queste fotografie quattro<br />
sono state pubblicate in<br />
Information Archéologique,<br />
Gallia Préhistorique 1963,<br />
vol.6; quattro risultano al momento<br />
inedite.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
HJ.C. Blanchet, T. Ben. Redjeb, B. Bréart, Bibliographie<br />
de Roger Agache, in Revue archéologique de Picardie,<br />
3-4, 2011, pp.12-19; R. Fossier, R. Agache, Détection<br />
aérienne de vestiges protohistoriques, gallo-romains et<br />
médiévaux dans le bassin de la Somme et ses abords, in<br />
Annales. Economies, sociétés, civilisations, 26e année,<br />
6, 1971, pp. 1302- 1304 ; R. Regrain, R. Agache, B.<br />
Bréart, Atlas d’archéologie aérienne de Picardie. La Somme<br />
protohistorique et romaine, in Norois, n° 97- 98, Aprile-<br />
Giugno 1978, pp. 301-303. Notizie su Agache anche<br />
in www2.culture.gouv.fr<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Roger Agache; fotointerpretazione;<br />
archeologia<br />
AUTORE<br />
Alessandra Dell’Anna<br />
ic-cd.aerofototeca@beniculturali.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 23
MERCATO<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
MERCATO<br />
PAKISTAN OCCIDENTALE<br />
Acquisita il 14 aprile 2018 dal satellite Copernicus<br />
Sentinel-2A questa immagine mostra il Pakistan occidentale ed<br />
una importante area umida. Consente di osservare la costa frammentata<br />
che forma parte del delta del fiume Indo. Il delta di un fiume si forma quando i<br />
sedimenti che vengono trasportati dal fiume finiscono per entrare in un corpo d'acqua<br />
stagnante creando un conoide alluvionale, che in questo caso si estende per 150 km lungo la<br />
linea costiera. Il fiume Indo, visibile sulla destra, si snoda attraverso la provincia del Sindh ed Ë<br />
uno dei più lunghi fiumi del mondo: nasce in Tibet e si sviluppa per circa 3000 km prima di riversarsi<br />
nel Mar Arabico. Il delta dell'Indo è formato da torrenti, pantani, paludi ed include la settima foresta<br />
di mangrovie più grande al mondo. In ogni caso, grazie allaumento dei sistemi di irrigazione ed alle dighe<br />
costruite sul corso del fiume, si è ridotto l'ammontare del limo scaricato nel mare, con effetti significativi sulle<br />
mangrovie e sulla comunità locale. Una consistente porzione del delta è scomparsa e la sopravvivenza delle specie<br />
di acquadolce del delta è incluso il delfino del fiume Indo - sono a rischio.Anche responsabile per l'inquinamento è<br />
il porto della città di Karachi, che è parzialmente visibile nell'immagine in alto a sinistra. In alto a destra ci sono due<br />
importanti corpi d'acqua presso il confine con il deserto pietrificato ed entrambi risultano ricchi di vita selvaggia. Il<br />
lago artificiale Haleji, di forma quadrata, venne ampliato nel corso della Seconda Guerra Mondiale, per disporre di<br />
maggiori scorte d'acqua per le truppe. Il lago di acqua dolce sostiene un'abbondante vegetazione acquatica ed ospita<br />
un certo numero di specie di volatili.All'estrema destra il lago di acqua dolce Keenjhar è una delle maggiori sorgenti<br />
di acqua potabile per Karachi, ma anche per Thatta, che si trova a destra della macchia di territorio color giallobeige.<br />
Entrambe i laghi, così come il delta del fiume Indo, sono sedi di aree umide che sono state designate di<br />
importanza internazionale dalla Convenzione di Ramsar, un trattato internazionale per la conservazione e la<br />
sostenibilità di impiego delle aree umide. Sentinel-2 del programma europeo Copernicus è una missione<br />
a due satelliti. Ogni satellite trasporta una camera da ripresa ad alta risoluzione che fornisce immagini<br />
della Terra in 13 differenti bande spettrali. La missione è primariamente utilizzata per tracciare i<br />
cambiamenti nel modo di utilizzo del territorio e per monitorare la salute della nostra vegetazione.<br />
La vegetazione in questa immagine a falsi colori appare di colore rosso.<br />
Traduzione: Gianluca Pititto<br />
Crediti: European Space Agency<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 25
MERCATO<br />
TOPCON ANNUNCIA L’UPGRADE DI MAGNET<br />
COLLAGE WEB COMPLETO DI NUOVE OP-<br />
ZIONI DI DELIVERABLE<br />
Topcon Positioning Group annuncia l’ultimo upgrade<br />
di MAGNET Collage Web, il servizio web-based che consente<br />
la condivisione e la collaborazione di set di dati APR<br />
e di scansione. MAGNET Collage Web versione 1.3 è stato<br />
progettato per consentire agli operatori di lavorare con più<br />
tipologie di dati con maggiore flessibilità, compresa la capacità<br />
di importare modelli BIM, oltre a dati CAD e GIS.<br />
I software MAGNET Collage Web e MAGNET Collage<br />
desktop soddisfano le esigenze di gruppi di utenti diversi.<br />
L’ultimo aggiornamento è stato realizzato per soddisfare<br />
le crescenti necessità del segmento di mercato del Vertical<br />
Building Construction, di lavorare in un unico ambiente<br />
software con set di dati BIM, di scansione e APR.<br />
“Adesso gli operatori possono visualizzare e pubblicare modelli<br />
BIM insieme ad altri tipi di dati, direttamente attraverso<br />
il browser web, in modo che siano condivisibili con una<br />
maggiore versatilità,” ha affermato Alok Srivastava, direttore<br />
della gestione dei prodotti. “MAGNET Collage Web può<br />
essere usato per sovrapporre scansioni laser as-built e dati di<br />
progetto per visualizzare le modifiche proposte e individuare<br />
eventuali problematiche costruttive. Il software supporta<br />
i formati OBJ, FBX e 3DS.”<br />
L’upgrade di MAGNET Collage Web include anche una<br />
nuova funzionalità di pubblicazione diretta per file di dati<br />
CAD e GIS attraverso il browser.<br />
“Gli operatori possono ora sovrapporre nuvole di punti 3D<br />
e modelli della realtà con dati di progetto CAD e GIS, incluso<br />
il supporto per i formati DXF, SHP, KML, GML e<br />
GeoJSON,” ha affermato Srivastava.<br />
L’aggiornamento di MAGNET Collage Web presenta inoltre<br />
comandi di condivisione avanzati, inclusa la possibilità<br />
di personalizzare completamente la visibilità dei layer, l’aspetto,<br />
il layout delle finestre, la selezione delle caratteristiche<br />
e la posizione della fotocamera.<br />
“L’aggiornamento dei comandi per la personalizzazione<br />
consente agli operatori di condividere e presentare i propri<br />
progetti esattamente come vogliono, con una moltitudine<br />
di opzioni di visualizzazione, consentendo di evidenziare caratteristiche<br />
specifiche in base alle necessità,” ha affermato<br />
Srivastava.<br />
Inoltre, adesso è possibile accedere a MAGNET Collage<br />
Web attraverso la “barra blu” di Topcon che consente l’accesso<br />
diretto al servizio da qualsiasi sito web Topcon. La barra<br />
degli strumenti universale per la gestione degli account<br />
e delle applicazioni è integrata nella parte superiore delle<br />
pagine web Topcon.<br />
Per maggiori informazioni, visitare topconpositioning.com.<br />
NASCE GEOHUB: UN NETWORK PER LA<br />
SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE E LO SVI-<br />
LUPPO SOSTENIBILE<br />
Telespazio (Leonardo/Thales), e-GEOS (Telespazio/ASI) e<br />
GAF hanno recentemente presentato a Milano un’iniziativa<br />
che riunisce mondo accademico, imprese e start-up.<br />
Telespazio, una joint venture tra Leonardo (67%) e<br />
Thales (33%), e la controllate e-GEOS (ASI/Telespazio)<br />
e GAF hanno recentemente sottoscritto con Politecnico di<br />
Milano, Università “La Sapienza” di Roma, SEELab della<br />
SDA Bocconi e altre<br />
imprese e start-up, il<br />
manifesto costitutivo<br />
di GEOHub, un<br />
network di open innovation<br />
rivolto allo<br />
sviluppo di soluzioni<br />
di geoinformazione<br />
per la protezione<br />
dell’ambiente e lo<br />
sviluppo sostenibile.<br />
L’adesione al manifesto<br />
è avvenuta oggi al Living Planet Symposium, una tra le<br />
più importanti conferenze mondiali sull’osservazione della<br />
Terra, organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA)<br />
presso il Centro Congressi di Milano (MiCo).<br />
GEOHub intende cogliere le opportunità offerte dalla<br />
contaminazione tecnologica e dall’incontro tra il mondo<br />
dei servizi satellitari di geoinformazione e i big data, le<br />
applicazioni di intelligenza artificiale, i servizi su cloud, i<br />
blockchain e la machine learning. L’obiettivo di GEOHub è<br />
fornire servizi innovativi che trasformino i big data spaziali<br />
in applicazioni mirate, tempestive e di facile utilizzo in settori<br />
come la gestione delle emergenze, l’agricoltura di precisione,<br />
il monitoraggio dell’ambiente e delle infrastrutture,<br />
la business intelligence.<br />
Telespazio, e-GEOS e GAF si adopereranno per la crescita<br />
del network GEOHub aggregando ulteriori competenze,<br />
dal mondo accademico a quello dell’innovazione, con l’obiettivo<br />
di ridisegnare nel prossimo futuro il settore della<br />
geoinformazione e identificare strumenti sempre più innovativi<br />
per la difesa del nostro Pianeta.<br />
www.telespazio.com.it<br />
26 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
MERCATO<br />
C’è vita nel nostro mondo.<br />
Realizzazione di infrastrutture<br />
dati territoriali (SDI) conformi a INSPIRE<br />
Formazione specialistica su tecnologie<br />
GIS Open Source<br />
INSPIRE Helpdesk<br />
We support all INSPIRE implementers<br />
Epsilon Italia S.r.l.<br />
Via Pasquali, 79<br />
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www.inspire-helpdesk.eu<br />
NUOVO RICEVITORE GNSS GEOMAX:<br />
ZENITH 40!<br />
Zenith 40 rappresenta il vero fiore all’occhiello dei<br />
ricevitori GNSS GeoMax. Equipaggiata con il motore<br />
di misurazione di ultima generazione NovAtel<br />
e supportando il Precise Point Positioning (PPP) a<br />
convergenza rapida, questa antenna offre il più elevato<br />
livello di tecnologia e soddisfa i più severi standard<br />
militari.<br />
Come NovAtel e TerraStar, GeoMax è membro a<br />
pieno titolo del noto gruppo svedese Hexagon. L’uso<br />
di sinergie, la condivisione di componenti combinata<br />
al potere di collaborare con fornitori di prim’ordine<br />
come per esempio SATEL e la fusione con<br />
l’ampio know-how produttivo Hexagon consente a<br />
GeoMax di offrire prodotti con prestazioni e livelli<br />
di qualità superiori.<br />
Oltre alla sua straordinaria temperatura operativa<br />
compresa tra i -40°C ed i +65°C, lo Zenith 40 è<br />
completamente immune alla polvere, resiste a potenti<br />
getti d’acqua e persino ad immersione temporanea<br />
sott’acqua ed è conforme agli standard internazionali<br />
IP68 e militari.<br />
Traete vantaggio dall’innovativo motore di misurazione<br />
OEM 719 con tutte le funzionalità di NovAtel.<br />
Vi consentirà di ricevere i segnali multi-frequenza da<br />
tutti i sistemi satellitari presenti al mondo. I problemi<br />
di copertura che si verificano ad esempio quando<br />
si lavora sotto gli alberi o i risultati inaccurati causati<br />
dai segnali multipath sono significativamente<br />
mitigati grazie al Q-Lock Pro RTK potenziato di<br />
GeoMax che riduce anche i tempi di preparazione.<br />
Zenith 40 può essere completamente configurata<br />
all’interno del software da campo o con Zenith<br />
Manager, un’applicazione stand-alone disponibile<br />
per i sistemi operativi Windows e Android.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 27
MERCATO<br />
NUOVA PIATTAFORMA WEBGIS DEL<br />
COMUNE DI BRINDISI BASATA SU<br />
TECNOLOGIA PITNEY<br />
Il Comune di Brindisi ha recentemente installato una<br />
nuova piattaforma WebGIS basata su tecnologia Pitney<br />
Bowes denominata Spectrum Spatial Analyst(SSA).<br />
Teodoro Indini, Architetto e Funzionario del Comune di<br />
Brindisi ha detto:<br />
“La nuova soluzione di Pitney Bowes ha ricevuto gli apprezzamenti<br />
sia da parte dei cittadini sia dai professionisti<br />
del Comune di Brindisi che utilizzano questo nuovo<br />
servizio di web mapping. Il motivo è, in parte, il fatto<br />
che le prestazioni del sistema sono molto più veloci. “<br />
“È tra l’80 e il 90 per cento più veloce del nostro sistema<br />
tradizionale. Inoltre l’interfaccia intuitiva della soluzione<br />
consente ai dipendenti, ovunque siano sul territorio<br />
comunale di modificare in totale autonomia le mappe. “<br />
“La persona che effettivamente lavora al problema può<br />
determinare come sarà visualizzato”, continua Indini.<br />
“E gli aggiornamenti vengono distribuiti molto più<br />
rapidamente. Per esempio, ho tracciato un gasdotto in<br />
SSA e nell’arco di un minuto il disegno era disponibile a<br />
tutti gli utenti delle nostre mappe.”<br />
Naviga sul nuovo webGIS del Comune di Brindisi,<br />
www.brindisiwebgis.it<br />
Scopri la tecnologia spectrum spatial analyst di Pitney<br />
Bowes.<br />
www.pitneybowes.com.<br />
CAMGIC<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 29
TELERILEVAMENTO<br />
MERCATO<br />
PROGETTO HARMO-DATA:<br />
SCAMBIO, INTEROPERABILI-<br />
TÀ E STANDARDIZZAZIONE<br />
DEI DATI TERRITORIALI<br />
Il progetto Harmo-Data, di cui Insiel<br />
è partner, ha come obiettivo l’armonizzazione<br />
dei dati per la gestione transfrontaliera<br />
del territorio. La standardizzazione dei dati<br />
consente la creazione di basi informative territoriali conformi<br />
alle regole tecniche emanate da AgID e alla direttiva<br />
europea INSPIRE.<br />
L’armonizzazione dei dati per la gestione transfrontaliera<br />
del territorio è stato il tema del progetto Harmo-Data,<br />
inserito nell’ambito del Programma di Cooperazione<br />
Interreg V A Italia - Slovenia 2014-2020 e di cui Insiel<br />
- ICT in-house della Regione Friuli Venezia Giulia - è<br />
partner, su incarico della Direzione regionale centrale infrastrutture<br />
e territorio.<br />
Il progetto è iniziato ufficialmente il 20 settembre 2017<br />
e si concluderà a giugno <strong>2019</strong>: tra i risultati ottenuti in<br />
Friuli Venezia Giulia, grazie al prezioso contributo degli<br />
stakeholders che partecipano attivamente ai tavoli dei<br />
workshop tecnici, vi è la realizzazione di un sostanziale<br />
aggiornamento della piattaforma regionale IRDATfvg. La<br />
piattaforma rappresenta uno strumento fondamentale per<br />
la diffusione e la disseminazione dei dati territoriali prodotti<br />
in FVG e per questo è a disposizione di tutti i progettisti<br />
e di coloro che si occupano di programmazione e<br />
gestione del territorio.<br />
La standardizzazione dei dati costituisce, da un lato, la garanzia<br />
dell’interoperabilità transfrontaliera, grazie anche<br />
al supporto al bilinguismo, dall’altro consente la creazione<br />
di basi informative territoriali conformi alle regole tecniche<br />
emanate da AgID e alla direttiva europea INSPIRE.<br />
La disponibilità di uno strumento organizzativo e operativo<br />
favorisce l’interscambio delle informazioni geografiche<br />
in ambito intra ed inter istituzionale, consolidando e facendo<br />
evolvere le soluzioni esistenti nel settore dei Sistemi<br />
Informativi Territoriali.<br />
L’insieme di servizi offerti da<br />
IRDATfvg, nella sua nuova<br />
veste, garantisce a tutti i soggetti<br />
che operano sul territorio<br />
una infrastruttura di accesso<br />
alle informazioni con garanzie<br />
di certezza e unicità sui dati e<br />
di massima interoperabilità: le informazioni territoriali,<br />
le metodologie di armonizzazione dei dati territoriali e i<br />
modelli individuati nel progetto Harmo-Data sono stati<br />
testati ed utilizzati in casi di studio su scenari reali.<br />
Per il Friuli Venezia Giulia è stata implementata un’analisi<br />
comparativa tra i modelli utilizzabili per descrivere i<br />
dati appartenenti alle infrastrutture del sottosuolo che<br />
costituisce il primo elemento in vista della realizzazione<br />
di un catasto delle infrastrutture sottosuolo. Il case study<br />
sull’utilizzo dei modelli AgID e Inspire è stato realizzato<br />
utilizzando i dati dell’infrastruttura in fibra ottica di proprietà<br />
della Regione Friuli Venezia Giulia e i dati delle<br />
reti tecnologiche forniti da altri stakeholder di Progetto.<br />
Ciò dimostra che sono stati colti i vantaggi derivanti dello<br />
strumento anche in termini di risparmio di tempo e denaro<br />
nella gestione/manutenzione/aggiornamento della rete<br />
delle infrastrutture sottosuolo relative alle telecomunicazioni,<br />
con evidenti e immediati benefici sia per i progettisti<br />
che per i gestori delle infrastrutture.<br />
La metodologia di armonizzazione, messa a punto nel<br />
contesto del Progetto Harmo-Data, ha permesso di sistematizzare,<br />
per Regione FVG, il processo di alimentazione<br />
verso il Sistema Informativo Nazionale Federato delle<br />
Infrastrutture (SINFI), come previsto dal Dlgs 33/2016<br />
e dal Decreto attuativo del 11.5.2016, soprattutto considerando<br />
gli obblighi previsti “senza oneri per l’amministrazione”.<br />
Oltre a Insiel, sono partner del progetto: Geodetski<br />
Inštitut Slovenije – GIS , Geodetska Uprava Republike<br />
Slovenije – GURS, Igea doo, Università degli Studi di<br />
Trieste– UNITS, Terre S.r.l.<br />
MONITORAGGIO 3D<br />
GIS E WEBGIS<br />
www.gter.it<br />
info@gter.it<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong><br />
GNSS<br />
FORMAZIONE<br />
RICERCA E INNOVAZIONE
MERCATO<br />
TABLET RUGGED K120-EX GETAC.<br />
SICUREZZA E PRODUTTIVITÀ IN OGNI<br />
AMBIENTE<br />
GETAC amplia la propria gamma di prodotti con il nuovo<br />
K120-Ex. Il nuovo Tablet Rugged di Getac favorisce<br />
la socurezza e la produttività negli ambienti pericolosi. Il<br />
tablet fully rugged combina prestazioni di calcolo potenti<br />
con la tecnologia antiesplosiva in conformità alle rigide<br />
norme UE.<br />
Getac ha annunciato il lancio del suo nuovo tablet fully<br />
rugged K120-Ex che garantisce livelli di sicurezza e prestazioni<br />
senza pari agli operatori che lavorano in ambienti<br />
pericolosi.<br />
La trasformazione digitale nel settore industriale ha visto<br />
sostituire i sistemi tradizionali su supporti cartacei con<br />
dispositivi mobile dotati di lettori RFID e scanner di codici<br />
a barre integrati che raccolgono i dati e li gestiscono<br />
in un modo molto più efficiente. Tuttavia, la presenza di<br />
gas infiammabili e di polveri in molti siti industriali crea<br />
un’atmosfera volatile in cui basta una singola scintilla di<br />
un dispositivo elettrico per provocare una grossa esplosione.<br />
Per lavorare in sicurezza in certi ambienti, occorrono<br />
computer speciali che limitano l’emissione di energia<br />
elettrica e termica al di sotto dei livelli di pericolosità ed<br />
eliminano il rischio di scintille.<br />
Combinare potenza e sicurezza<br />
Il K120-Ex combina il celebre tablet K120 di Getac con<br />
la tecnologia antiesplosione in perfetta conformità con le<br />
norme UE in materia di prodotti certificati per l’impiego<br />
in ambienti pericolosi. Il K120-Ex è certificato per l’uso<br />
nelle zone pericolose 2/22 (UE): il risultato è un nuovo<br />
tablet versatile che può essere usato per svolgere compiti<br />
fondamentali in un ampio raggio di ambienti pericolosi.<br />
“Dato che la trasformazione digitale continua a stimolare<br />
il cambiamento in settori quali oil&gas, petrolchimico e<br />
farmaceutico, è sempre più importante e necessario avere<br />
dispositivi in grado di operare in maniera efficiente in<br />
ogni angolo dell’impianto, piattaforma, raffineria o fabbrica”,<br />
dice Rick Hwang, President of Rugged Business<br />
Unit di Getac Technology. “Con il K120-Ex gli operatori<br />
possono lavorare in ambienti pericolosi senza nessun problema,<br />
sapendo di essere protetti dalla tecnologia e dalle<br />
funzioni di sicurezza intrinseca più recenti.”<br />
Potenti e versatili in tutte le condizioni<br />
Il tablet K120-Ex è dotato di un processore Intel Core i5<br />
di 8° generazione e una CPU Quad-core i7 per ottimizzare<br />
le prestazioni, anche quando si utilizzano molteplici applicazioni<br />
simultaneamente. Un ampio schermo full HD<br />
da 12,5” offre la massima versatilità, mentre la tecnologia<br />
Lumibond con funzioni di leggibilità alla luce del sole e<br />
touch con la pioggia e i guanti garantisce visibilità dello<br />
schermo (1200 nit di luminosità) e produttività perfino<br />
nelle condizioni più estreme.<br />
Il K120 è disponibile anche nella versione K120-ANSI<br />
con tutte le certificazioni necessarie per l’impiego in zone<br />
pericolose C1D2 (USA).<br />
Rugged dall’inizio alla fine<br />
Gli impianti industriali hanno norme severe per le attrezzature,<br />
perciò il K120-Ex è conforme agli standard militari<br />
di robustezza MIL-STD-810G e certificati IP65 per la<br />
resistenza all’acqua e alla polvere. Sono inoltre certificati<br />
per resistere alle cadute da 1,80m di altezza e restano pienamente<br />
operativi a temperature fra -21 °C e +63 °C.<br />
Garanzia<br />
Il Tablet K120-Ex beneficia di una garanzia 'Bumper to<br />
Bumper' unica sul mercato, che copre anche i danni accidentali,<br />
per una tranquillità totale.<br />
Getac Technology Corporation, è una sussidiaria chiave<br />
di MiTAC-Synnex Business Group (con ricavi consolidati<br />
per il 2018 pari a 38 miliardi di dollari USA), è stata fondata<br />
nel 1989 come joint venture con GE Aerospace per<br />
fornire prodotti elettronici per la difesa. Le attività di business<br />
di Getac comprendono notebook rugged, tablet PC<br />
rugged e soluzioni video mobili per uso militare, pubblica<br />
sicurezza e per i clienti che operano nei settori delle utilities,<br />
produzione, trasporto e logistica. Le notevoli capacità<br />
di Ricerca e Sviluppo di Getac consentono di offrire un<br />
elevato livello di ingegnerizzazione personalizzata e soluzioni<br />
complete di integrazione hardware-software.<br />
Per ulteriori informazioni visitare: http://it.getac.com<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 31
ROMA 10 – 11 Aprile <strong>2019</strong><br />
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MERCATO<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 33
REPORT<br />
Enrico Vitelli: a cento<br />
anni dalla nascita<br />
di Attilio Selvini<br />
Alla Sapienza la cattedra di topografia,<br />
subito dopo la seconda guerra<br />
mondiale, era coperta da Giovanni<br />
Boaga. Il grande studioso, che al<br />
tempo era anche Direttore Generale<br />
del Catasto e dei Servizi Tecnici<br />
Erariali, cercava un assistente. Gli<br />
venne presentato un giovane romano,<br />
alto e prestante, brillantemente<br />
laureato in ingegneria, che aveva<br />
servito nel Regio Esercito come<br />
tenente di complemento ed era stato<br />
per breve tempo a Stoccarda per<br />
rapporti con la Wehrmacht. L’incarico<br />
gli venne subito dato, ma poco dopo<br />
l’ingegnere entrò per concorso<br />
nell’Amministrazione catastale,<br />
ove avrebbe poi condotto tutta la<br />
sua carriera. Il giovane era Enrico<br />
Vitelli, classe 1919; servizio militare<br />
a Pavia, ove conobbe una gentile e<br />
bella signorina di ottima famiglia, che<br />
sarebbe divenuta poi la sua consorte.<br />
Fra le figure di spicco della<br />
topografia italiana, Enrico<br />
Vitelli merita una ricordo<br />
particolare, essendo stato<br />
contemporaneamente e frammischiando<br />
le sue attribuzioni,<br />
docente universitario, alto funzionario<br />
dello Stato, direttore<br />
editoriale, ricercatore, storico<br />
della geodesia, presidente di<br />
Società Scientifica: vediamo di<br />
parlarne.<br />
Nel 1951 Giovanni Boaga<br />
decise di ricostituire su altra<br />
forma la SIFIP (Società Italiana<br />
di Fotogrammetria Ignazio<br />
Porro) ampliandola alla topografia,<br />
soprattutto sul suggerimento<br />
di Odoardo Fantini<br />
Bonvicini, allora Direttore<br />
dell’Ufficio Regionale per la<br />
Riforma Agraria del Lazio, e<br />
già Segretario del Sindacato<br />
Fascista Geometri Liberi<br />
Professionisti (Selvini 2012).<br />
Fra i ventidue soci fondatori<br />
della SIFET (Società Italiana di<br />
Fotogrammetria e Topografia)<br />
vi fu anche l’ingegner Enrico<br />
Vitelli (Boaga 1951), allora<br />
già alla Direzione Generale del<br />
Catasto a partire dal 1947. Va<br />
notato che Vitelli fu l’ultimo<br />
del soci fondatori della SIFET<br />
a scomparire, e il primo a reggerne<br />
la presidenza per ben due<br />
volte (dal 1975 al 1978, poi dal<br />
1987 al 1990, allorché gli successe<br />
il professor Carlo Monti).<br />
La carriera di Enrico Vitelli in<br />
Catasto fu lunga e prestigiosa;<br />
nominato Ispettore Generale<br />
Erariale nel 1967, andò fuori<br />
ruolo per limiti di età nel 1981<br />
col grado di Direttore Generale;<br />
ma già dal 1971 al 1986 era stato<br />
dapprima Professore incaricato<br />
e poi associato di Topografia<br />
nella Facoltà di Ingegneria<br />
dell’Università Partenopea.<br />
Nel lontano 1933 era stata<br />
fondata la “Rivista del Catasto<br />
e dei Servizi Tecnici Erariali”,<br />
che nel 1992 diverrà “Rivista<br />
del Dipartimento del Territorio”<br />
e quindi nel 1999 “Rivista dell’<br />
Agenzia del<br />
Territorio”. Di essa diverrà direttore<br />
responsabile nel 1979<br />
Enrico Vitelli, che la lascerà solo<br />
alla sua scomparsa, nell’agosto<br />
del 2009. Vale la pena di parlare<br />
di questa lunga direzione,<br />
anche perché chi scrive ha collaborato<br />
pesantemente proprio<br />
in quel periodo di tempo con<br />
la prestigiosa Rivista, sempre<br />
sostenuto e talvolta sollecitato<br />
bonariamente dal suo eccellente<br />
Direttore. Ben 58 sono i suoi<br />
articoli ivi pubblicati, l’ultimo<br />
Fig. 2 - L’autore e il professor Enrico Vitelli.<br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
nel 2010 allorché la Rivista<br />
cambiò veste, contenuto, forma,<br />
direzione e titolo, perdendo lo<br />
smalto ed il prestigio accumulati<br />
in ottant’anni di vita. In<br />
figura 1 la bella e semplice copertina,<br />
rimasta immutata per<br />
ben oltre mezzo secolo.<br />
Si dall’origine la Rivista era<br />
edita dal Ministero delle<br />
Finanze e stampata dall’Istituto<br />
Poligrafico dello Stato; a partire<br />
dal primo cambio di denominazione<br />
venne stampata però da<br />
Poligrafico dello Stato, Zecca<br />
dello Stato e Libreria dello<br />
Stato. Immediatamente dopo<br />
la scomparsa di Vitelli, tutto<br />
mutò: la rivista divenne semestrale<br />
col nome di “Territorio<br />
Italia”, divisa in due parti: la<br />
prima in italiano, la seconda in<br />
lingua inglese, eliminando quasi<br />
del tutto la parte topografica e<br />
dando rilievo a quella estimativa<br />
ed economica. Assunse carattere<br />
“on-line” dal 2015.<br />
Ma torniamo al nostro caro<br />
amico e collega (in figura 2, una<br />
immagine relativa a un convegno<br />
SIFET a Venezia.<br />
Nel 1953 Enrico Vitelli aveva<br />
pubblicato, per i tipi del<br />
Poligrafico dello Stato a Roma,<br />
una pregevole bibliografia delle<br />
pubblicazioni geodetiche<br />
in Italia (Vitelli 1953), più<br />
volte ristampata. Molte le sue<br />
pubblicazioni, sia sulla Rivista<br />
del Catasto che sul Bollettino<br />
della SIFET o altrove. A proposito<br />
della SIFET, Vitelli ne<br />
fu sempre l’animatore, facendo<br />
parte del Coniglio direttivo sin<br />
dalla fondazione. Nominato<br />
presidente, come si disse, nel<br />
1975, succedendo a Gino<br />
Parenti, guidò i convegni della<br />
Società a Mantova, a Bologna,<br />
all’Isola d’Elba e ad Ancona. I<br />
suoi discorsi inaugurali erano<br />
un gioiello: parlava a braccio,<br />
senza l’ausilio di un qualunque<br />
scritto, (così come faceva<br />
anche Cunietti) con la sua<br />
voce tonante e sicura, spesso<br />
interrotta dagli applausi sinceri<br />
degli ascoltatori. In figura 3 la<br />
sua immagine al Congresso di<br />
Varese, nel 1965.<br />
Rieletto presidente nel 1987<br />
divenne poi per acclamazione<br />
socio onorario. Lo si vede in figura<br />
4, fra il professor Riccardo<br />
Galetto, pure lui già presidente<br />
e quindi socio onorario della<br />
Società, e il professor Sergio<br />
Dequal presidente del Comitato<br />
Scientifico.<br />
Lasciato il Catasto come si è<br />
detto nel 1981, restò all’Università<br />
di Napoli sino al 1986,<br />
sempre però dirigendo la Rivista<br />
nella bella sede della Direzione<br />
Generale in Largo Leopardi 5<br />
a Roma. Il suo ufficio per tale<br />
incarico era al pianterreno; lo<br />
si incontrava sino dalle otto del<br />
mattino, attento a curare le bozze<br />
o a leggersi gli articoli appena<br />
arrivati; la figura 5 lo mostra<br />
davanti al suo studio..<br />
Nel 1995, uscì come supplemento<br />
della Rivista del<br />
Dipartimento del Territorio, un<br />
nuovo volume (Vitelli 1954)<br />
nelle cui centocinquanta pagine<br />
Vitelli descrive, con l’aggiunta<br />
di belle immagini a colori, il<br />
lungo viaggio che a partire da<br />
due millenni prima della nostra<br />
era e sino alla fine del secolo<br />
ventesimo, l’uomo ha fatto<br />
per definire al meglio forma e<br />
dimensioni del pianeta su cui<br />
vive.<br />
Vissuto in un’epoca di pesanti<br />
cambiamenti nelle discipline<br />
del rilevamento e della rappresentazione,<br />
Enrico Vitelli fece<br />
molto per adeguare le dotazioni<br />
strumentali degli Uffici Tecnici<br />
Erariali, distribuiti su tutte le<br />
allora novanta provincie italiane,<br />
alla realtà innovativa del<br />
tempo. Vennero equamente<br />
distribuiti teodoliti digitali<br />
e distanziometri elettronici,<br />
organizzando adatti corsi di<br />
aggiornamento per il personale<br />
Fig. 3 - Enrico Vitelli a Varese.<br />
tecnico degli uffici centrali e<br />
periferici.<br />
Negli anni Settanta e proprio<br />
a proposito del contatto con<br />
la nuova realtà strumentale sia<br />
in topografia che in fotogrammetria,<br />
avevo accompagnato<br />
con la mia Giulia Alfa Romeo<br />
l’amico e l’allora suo collaboratore<br />
(che poco più oltre<br />
Fig. 4 - Da sinistra, Galetto, Vitelli, Dequal, Fra i primi<br />
due, in seconda fila, l’autore.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 35
REPORT<br />
diverrà Direttore Generale!)<br />
Carlo Maraffi alla Carl Zeiss di<br />
Oberkochen; Enrico era quasi<br />
sessantenne e fu proprio in tale<br />
occasione che mi raccontò del<br />
suo breve periodo nel Baden<br />
Württemberg, quale ufficiale<br />
del Regio Esercito, ricordando<br />
le bellissime colline intorno a<br />
Stoccarda.<br />
Vittima di una brutta caduta,<br />
con frattura del femore, non<br />
appena dimesso dall’ospedale<br />
Enrico Vitelli rientrò al suo<br />
lavoro di direttore della Rivista;<br />
gli era stata messa a disposizione<br />
un’automobile di servizio<br />
che gli rendeva meno faticoso<br />
l’usuale percorso coi mezzi pubblici.<br />
La notizia del tutto inaspettata<br />
della sua scomparsa, arrivò a<br />
chi scrive ora questa breve nota,<br />
dalla fedelissima segretaria di<br />
Enrico Vitelli, Maria Gabriella<br />
Cusmano. Nulla avevo saputo<br />
dell’insorgere della neoplasia,<br />
così rara nelle persone anziane:<br />
ne rimasi sinceramente addolorato.<br />
La notizia mi venne data<br />
ad esequie avvenute e non mi<br />
restò che scrivere una lunga<br />
lettera di compianto alla cara<br />
signora Vitelli.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Selvini, Attilio (2012) Appunti per una storia della topografia<br />
in Italia nel XX secolo. Maggioli ed., Santarcangelo di Romagna,<br />
2012.<br />
Boaga, Giovanni (1951) Costituzione e attività iniziale della<br />
Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia. Boll. SIFET,<br />
Roma, n* 1/1951,<br />
Vitelli, Enrico (1953) Bibliografia geodetica italiana. Ist. Pol.<br />
Stato, Roma 1953.<br />
Vitelli, Enrico (1955) La ricerca della forma e delle dimensioni<br />
della Terra attraverso i tempi. Roma Ist, Pol, dello Stato,<br />
1955.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Enrico Vitelli; SIFET; Fotogrammetria<br />
ABSTRACT<br />
At Sapienza the chair of topography, immediately after the<br />
Second World War, was covered by Giovanni Boaga. The<br />
great scholar, who at the time was also Direttore Generale<br />
del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali, was looking for an<br />
assistant. He was introduced to a young Roman, tall and<br />
handsome, brilliantly graduated in engineering, who had<br />
served in the Royal Army as a lieutenant and was briefly<br />
in Stuttgart for relations with the Wehrmacht. The assignment<br />
was immediately given to him, but shortly after the<br />
engineer entered in the cadastral administration, where he<br />
would then conduct his entire career. The young man was<br />
Enrico Vitelli, born in 1919; military service in Pavia, where<br />
he met a kind and beautiful young lady of excellent family,<br />
who would later become his wife.<br />
AUTORE<br />
Attilio Selvini<br />
Attilio.selvini@polimi.it<br />
Presidente della SIFET<br />
dal 1990 al 1993.<br />
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36 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 37
REPORT<br />
Dashboard webGIS per omogeneizzare ed<br />
analizzare gli Open Geo Data dei piani di assetto<br />
territoriale, idrogeologico e paesaggistico nel Lazio<br />
di Andrea Spasiano, Fernando Nardi<br />
L'articolo si sofferma sulla soluzione<br />
GIS presentata nella sessione<br />
Rigenerazione ambientale e urbana<br />
dell'ultima Conferenza ESRI, quale<br />
attività compiuta dal centro di<br />
ricerca WARREDOC-Università per<br />
Stranieri di Perugia sul tema GIS/<br />
open data science.<br />
La rigenerazione urbana<br />
e territoriale è un tema<br />
rilevante nell’ambito delle<br />
pianificazioni strategiche del territorio<br />
e delle attività ad impatto<br />
ambientale e socio-culturale che<br />
caratterizzano la matrice uomoecosistema<br />
urbano. Il recupero<br />
degli spazi in stato di abbandono<br />
o degrado passa anche attraverso<br />
un’adeguata conoscenza degli<br />
assetti ambientali, paesaggistici<br />
e dei fattori di rischio. In questo<br />
senso ogni intervento di rigenerazione<br />
deve tenere conto dei<br />
potenziali impatti sugli equilibri<br />
ecosistemici, insediativi e socioculturali<br />
che caratterizzano le<br />
forme del paesaggio. In base al<br />
Codice dei Beni Culturali e del<br />
Paesaggio (D.lgs. 42/2004), il<br />
paesaggio è inteso come “territorio<br />
espressivo di identità, il cui<br />
carattere deriva dall’azione di<br />
fattori naturali, umani e dalle<br />
loro interrelazioni” (Art. 131,<br />
comma 1 del D.lgs. 42/2004),<br />
recependo così gli orientamenti<br />
della Convenzione Europea del<br />
Paesaggio (2000) che pone il<br />
paesaggio al centro delle strategie<br />
di recupero degli spazi urbani.<br />
Nell’ambito delle pianificazioni<br />
strategiche di livello locale (tra<br />
cui i piani paesaggistici territoriali<br />
regionali e Piani di Assetto<br />
Idrogeologico-PAI), il paesaggio<br />
diventa un fattore strategico<br />
d’indirizzo decisionale al pari<br />
dei fattori di rischio. I vincoli<br />
territoriali sono così definiti a<br />
tutela delle aree particolarmente<br />
espressive sotto il profilo estetico-identitario<br />
e suscettibili sul<br />
piano dei rischi idrogeologici,<br />
ma allo stesso tempo costituiscono<br />
uno strumento gestionale per<br />
definire future strategie per la<br />
riqualificazione e la valorizzazione<br />
del territorio a livello locale.<br />
Open Geo Data e strumenti<br />
GIS costituiscono un supporto<br />
fondamentale per amministrazioni<br />
regionali e locali nella loro<br />
attività di ricognizione e valorizzazione<br />
dei beni ambientali e<br />
culturali e di gestione delle strutture<br />
e delle dinamiche insediative<br />
sul territorio. L’importanza<br />
degli open geo data – ossia dati<br />
geospaziali liberamenti fruibili<br />
– trova riscontro nella loro crescente<br />
disponibilità tramite piattaforme<br />
web istituzionali in cui<br />
le Pubbliche Amministrazioni<br />
rilasciano i propri dati prodotti<br />
nell’ambito delle loro attività<br />
di pianificazione, gestione e<br />
governo del territorio. Il rilascio<br />
di dati geospaziali da parte delle<br />
Regioni e degli Enti Locali<br />
amplia gli orizzonti della ricerca<br />
scientifica, delle attività professionali<br />
e aziendali, oltre che<br />
rendere più trasparente e aperto<br />
il rapporto tra cittadini ed enti<br />
territoriali. Tuttavia, le differenti<br />
modalità di produzione e<br />
rilascio dei dati – che variano a<br />
seconda delle amministrazioni<br />
regionali e locali – comportano<br />
spesso differenze notevoli nella<br />
strutturazione e nell’accuratezza<br />
degli open geo data liberamente<br />
fruibili. Tali differenze possono<br />
costituire un ostacolo per analisi<br />
dettagliate e comparative su più<br />
livelli di scala o contesti territoriali<br />
differenti.<br />
In questo ambito si inseriscono<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
gli esiti di un’attività di ricerca<br />
promossa dal centro di ricerca<br />
sulle risorse idriche dell’Università<br />
per Stranieri di Perugia,<br />
il Water Resources Research<br />
and Documentation Center<br />
(WARREDOC) orientata allo<br />
sviluppo di una soluzione verticale<br />
GIS sviluppata su piattaforma<br />
ESRI Arcgis Online per la<br />
mappatura ed analisi integrata<br />
delle informazioni geospaziali<br />
derivanti da diversi piani di assetto<br />
territoriale, idrogeologico e<br />
paesaggistico. Obiettivo specifico<br />
è quello di trasferire le conoscenze<br />
e le tecnologie sviluppate in<br />
ambito di ricerca scientifica per<br />
fornire uno strumento di supporto<br />
a pianificatori e decisori<br />
nella loro attività di gestione,<br />
efficientamento e riqualificazione<br />
del territorio e degli spazi urbani.<br />
A tale scopo è stato sviluppato<br />
un applicativo web per la visualizzazione<br />
e l’interrogazione<br />
di dati geospaziali afferenti ai<br />
diversi piani di gestione del territorio<br />
in vigore nella Regione<br />
Lazio. Il prototipo illustrato<br />
in questa sede mostra quindi<br />
le caratteristiche e potenzialità<br />
della soluzione, integrando dati<br />
geospaziali sul Piano Territoriale<br />
Paesaggistico Regionale<br />
(PTPR) e del Piano di Assetto<br />
Idrogeologico (PAI).<br />
La realizzazione del prototipo ha<br />
seguito una precisa procedura<br />
metodologica appositamente<br />
implementata e finalizzata alla<br />
raccolta di open geo data disponibili<br />
sul portale regionale Open<br />
Data Lazio e all’omogeneizzazione<br />
delle informazioni. Per<br />
omogeneizzazione si intende il<br />
processamento di strati informativi<br />
eterogenei per tipologia di<br />
dato (raster o vettoriali) per scala<br />
e risoluzione spaziale o per proiezione<br />
cartografica di riferimento<br />
al fine di poterli rendere efficacemente<br />
consultabili ed interrogabili<br />
in un unico layout cartografico.<br />
L’attività di processamento<br />
ed omogeneizzazione<br />
ha prodotto<br />
sei strati<br />
informativi<br />
univoci:<br />
1. Acqua -<br />
Coste marine<br />
(costa mare)<br />
2. Verde - Aree<br />
protette (aree<br />
protette, zone<br />
umide, Zone<br />
di Protezione Speciale e Siti<br />
d’Importanza Comunitaria)<br />
3. Verde - Foreste e Boschi (vegetazione<br />
boschiva)<br />
4. Archeologia (aree archeologiche,<br />
fasce rispetto linee e<br />
punti archeologici)<br />
5. Aree di interesse pubblico<br />
(aree vincolate ai sensi dell’art.<br />
136 D.Lgs. 42/2004)<br />
6. Acqua - Fiumi, laghi (fasce<br />
PAI, coste dei laghi)<br />
Il prodotto finale restituisce una<br />
mappatura integrata e dinamica<br />
su diversi livelli di scala di rappresentazione<br />
di tutti gli elementi<br />
ambientali, culturali e di valore<br />
estetico-percettivo costituenti<br />
il paesaggio laziale, associati alle<br />
aree indicate dal PAI a rischio<br />
idrogeologico. Ad un livello di<br />
scala più dettagliato vengono<br />
visualizzati gli elementi puntuali<br />
(siti archeologici, geositi, sorgenti,<br />
punti panoramici) elencati<br />
come siti d’interesse naturalistico<br />
e culturale. L’applicativo inoltre<br />
consente all’utente di interagire<br />
con la mappa attraverso:<br />
4Pop-up descrittivi degli elementi<br />
visualizzati in mappa;<br />
4Widget grafici dinamici e interagenti<br />
con l’estensione della<br />
mappa e con l’origine dei dati<br />
assegnata;<br />
4Strumenti personalizzati di<br />
query ed esportazione dei dati<br />
selezionati.<br />
Il prototipo qui presentato è stato<br />
impostato sul singolo contesto<br />
del Lazio, ma sono in fase di lavorazione<br />
estensioni del modello<br />
ad altri contesti regionali.<br />
L’applicazione, che è in attesa<br />
di essere inserita all’interno<br />
dell’ArcGIS Living Atlas of<br />
the World, è stata oggetto del<br />
premio Geobservatory 2018<br />
riconosciuto in occasione della<br />
Conferenza ESRI Italia tenutasi<br />
a Roma tra il 16 e 17 maggio<br />
2018. Nell’edizione del <strong>2019</strong> è<br />
stata presentata una versione aggiornata<br />
della soluzione nella sessione<br />
di Rigenerazione ambientale<br />
e urbana. La soluzione verrà anche<br />
presentata a San Diego (Stati<br />
Uniti) per la <strong>2019</strong> ESRI User<br />
Conference nell’ambito del programma<br />
Young Scholar Awardee<br />
promosso da ESRI Italia.<br />
È possibile consultare l’applicazione<br />
attraverso questo LINK.<br />
I dettagli tecnici e metodologici<br />
sono invece riportati all’interno<br />
degli Atti della Conferenza ESRI<br />
Italia <strong>2019</strong>.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GIS; open data; WARREDOC; esri; arcGIS<br />
ABSTRACT<br />
The article focuses on the GIS solution presented in the<br />
Environmental and Urban Regeneration session of the last<br />
ESRI Conference, as an activity carried out by the WARRE-<br />
DOC research center on GIS / open data science.<br />
AUTORE<br />
Andrea Spasiano<br />
andrea.spasiano@unistrapg.it<br />
Fernando Nardi<br />
fernando.nardi@unistrapg.it<br />
WARREDOC-Università per Stranieri di Perugia<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 39
ASSOCIAZIONI<br />
REPORT<br />
64° CONVEGNO NAZIONALE SIFET:<br />
GEOMATICA IN<br />
CONDIZIONI COMPLESSE<br />
19-21 GIUGNO <strong>2019</strong> VENEZIA<br />
Geomatica in condizioni<br />
complesse, unconventional<br />
positioning and mapping,<br />
marine surveying, gnss positioning<br />
sono gli argomenti<br />
del 64° Convegno nazionale<br />
della SIFET (Società Italiana di<br />
Fotogrammetria e Topografia)<br />
che si terrà alla Università IUAV<br />
di Venezia – sede dei Tolentini<br />
nei giorni 19-20-21 giugno<br />
<strong>2019</strong>.<br />
Argomenti del convegno<br />
Con l’obiettivo di consentire<br />
un’ampia discussione scientifica e<br />
tecnica su tecnologie, strumenti<br />
e metodi attuali, SIFET propone<br />
sessioni tematiche che illustrano<br />
le attività di ricerca oggi in<br />
atto, sia a livello nazionale che<br />
internazionale, e le importanti<br />
ricadute che tali ricerche hanno<br />
e avranno a livello professionale<br />
nelle attività di rilevamento e<br />
monitoraggio di ambienti naturali,<br />
strutture ed infrastrutture in<br />
contesti urbani ed extra-urbani.<br />
Venezia, sede della 64° edizione<br />
del Convegno Nazionale SIFET,<br />
nella sua unicità mondiale è<br />
rappresentativa anche di molte<br />
condizioni complesse per il rilevamento<br />
geomatico, di grande<br />
interesse scientifico e applicativo.<br />
La 64° edizione <strong>2019</strong> sarà strutturata<br />
in sessioni tematiche che<br />
riguarderanno le seguenti filiere<br />
produttive e decisionali:<br />
1.Unconventional Positioning<br />
and Mapping<br />
2.Marine Surveying<br />
3.GNSS positioning<br />
Accanto alle sessioni tematiche,<br />
anche quest’anno si propongono<br />
due sessioni speciali.<br />
La sessione ditte è organizzata<br />
in modo pratico-applicativo<br />
mediante un completo processo<br />
di rilevamento applicato. La sessione<br />
inizia “in campo”, in cui le<br />
ditte intervenute possono applicare<br />
le tecniche e gli strumenti di<br />
cui dispongono. La sessione prosegue<br />
il giorno dopo con la fase<br />
“elaborazione” che permetterà di<br />
mostrare le soluzioni per il data<br />
processing proposte dalle ditte.<br />
La sessione benchmark, quest’anno,<br />
è dedicata al rilievo di siti archeologici<br />
sommersi. La partecipazione<br />
a queste attività è aperta<br />
a tutti e prevede una registrazione<br />
gratuita con comunicazione<br />
del software e delle modalità che<br />
si intendono seguire.<br />
Il Convegno SIFET <strong>2019</strong>, in<br />
prosecuzione con l’esperienza positiva<br />
degli scorsi anni, propone,<br />
inoltre, dei seminari per i professionisti.<br />
Anche quest’anno, verranno<br />
proposti il Premio Poster ed il<br />
Premio Giovani Autori provenienti<br />
dagli ambiti professionali,<br />
formativi e della ricerca, giunto<br />
ormai alla VII edizione.<br />
Visita il sito www.sifet.orgper<br />
tutte le informazioni.<br />
Consulta il programma aggiornato<br />
alla pagina: http://sifet.<br />
org/index.php/convegno-sifet/<br />
programma<br />
Per l’iscrizione al Convegno<br />
visita la pagina: http://sifet.org/<br />
index.php/convegno-sifet/iscrizione-al-convegno<br />
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- Pubblicazione autonoma di progetti QGIS per la condivisione<br />
delle proprie realizzazioni<br />
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REPORT<br />
Descrizione di un flusso di lavoro per il<br />
rilievo tridimensionale di manufatti di<br />
ingegneria civile a supporto dello studio<br />
delle patologie edilizie e strutturali<br />
di Nicola Santoro<br />
Descrizione di una tecnica ibrida<br />
per la registrazione automatica<br />
delle immagini RGB catturate<br />
con drone e fotogrammetria di<br />
prossimità, immagini termiche e<br />
laser scanner 3D. Restituzione<br />
automatica dei rilievi degli<br />
ammaloramenti del manufatto in<br />
abachi e tabelle a partire dalla<br />
nuvola di punti, rappresentazione<br />
e misura automatica degli stati di<br />
avanzamento dei lavori.<br />
Recentemente mi è stato chiesto<br />
da colleghi funzionari pubblici<br />
di altre amministrazioni di<br />
studiare un flusso di lavoro a<br />
supporto del rilievo di ponti e<br />
gallerie stradali nell’ambito di<br />
attività di indagine delle patologie<br />
dei manufatti, con approccio<br />
innovativo.<br />
Da circa 8 anni svolgo l’attività<br />
di ricercatore indipendente nel<br />
settore della computer vision,<br />
della tomografia tridimensionale<br />
sia industriale che medicale,<br />
della programmazione orientata<br />
al rilievo tridimensionale e alla<br />
fotogrammetria oltre all’attività<br />
di tecnico in un ente locale. I risultati<br />
raggiunti vengono di volta<br />
in volta inseriti nell’attività di<br />
progettazione e direzione lavori<br />
a servizio dell’ente pubblico<br />
per il quale lavoro da 17 anni,<br />
adottando metodi innovativi e<br />
testando l’efficacia dei risultati<br />
sul campo.<br />
Tuttavia, elaborare un nuovo<br />
metodo di indagine che si<br />
integrasse con i metodi tradizionali,<br />
che fosse efficace e<br />
relativamente economico è<br />
stata una sfida non facile. Si è<br />
trattato di “reingegnerizzare” e<br />
proporre qualcosa di nuovo e<br />
42 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
mai sperimentato<br />
prima su larga scala<br />
in Italia nel settore<br />
pubblico e mettere<br />
gli operatori di altre<br />
amministrazioni<br />
nella condizione di<br />
avere un censimento<br />
esaustivo dello stato<br />
di degrado delle<br />
infrastrutture in gestione.<br />
Immaginando le<br />
aspettative dei colleghi<br />
da definire nella<br />
formulazione di un<br />
capitolato estremamente<br />
complesso<br />
e primo in Italia<br />
nel suo genere, che<br />
prevedeva il rilievo<br />
come parte integrante<br />
di un flusso di<br />
lavoro BIM, è nata l’idea di utilizzare<br />
la fotogrammetria RGB-<br />
Infrared, la tecnologia laser<br />
scanner tridimensionale, l’intelligenza<br />
artificiale e numerose<br />
macchine per il rilievo costruite<br />
e testate negli ultimi anni di<br />
attività professionale seguendo<br />
un approccio completamente<br />
integrato e coerente.<br />
Avendo avuto una consolidata<br />
esperienza legata alla fotogrammetria,<br />
recentemente approdata<br />
alla macro e micro fotogrammetria,<br />
all’uso del laser scanner 3D<br />
e allo sviluppo delle tomografie,<br />
ho pensato di proporre un flusso<br />
di lavoro che unisse questi<br />
mondi, ma con approccio totalmente<br />
integrato, senza alcuna<br />
soluzione di continuità. Del<br />
metodo proposto ho già avuto<br />
modo di parlare in un recente<br />
contributo su questa rivista<br />
(<strong>GEOmedia</strong> 1-<strong>2019</strong>).<br />
L’idea di un approccio “ibrido”<br />
è nata dalla considerazione che<br />
utilizzando tecnologie in uso in<br />
altri settori avrei ottenuto delle<br />
ricostruzioni che si sarebbero<br />
spinte a particolari a volte impossibili<br />
da catturare da uno<br />
scanner (si pensi ad esempio alla<br />
ispezione dei giunti dei ponti o<br />
alle ricostruzioni di spazi ristret-<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 43
REPORT<br />
ti come sistemi di tubazioni,<br />
ecc), infittendo la nuvola e/o<br />
estendendola grazie alla versatilità<br />
dei sensori fotografici. Avrei<br />
inoltre avuto il vantaggio di ottenere<br />
modelli mesh texturizzati<br />
di qualità fotografica utili nel<br />
flusso di lavoro che intendevo<br />
proporre e per i quali vi era interesse<br />
professionale nel settore<br />
delle indagini delle patologie<br />
dei manufatti.<br />
La sapiente miscelazione della<br />
foto RGB e di quella all’infrarosso,<br />
inserita in un flusso<br />
fotogrammetrico, ha dato negli<br />
scorsi anni risultati incoraggianti<br />
che hanno poi permesso<br />
di giungere agli studi illustrati<br />
nelle tavole proposte.<br />
L’intelligenza artificiale introdotta<br />
di recente in numerosi<br />
settori tecnici ha aiutato moltissimo<br />
anche il fotogrammetrista,<br />
riuscendo ad eseguire<br />
sui dataset fotografici alcune<br />
elaborazioni con una velocità ed<br />
affidabilità e con risultati davvero<br />
sorprendenti.<br />
Le tavole proposte sintetizzano<br />
l'uso di alcune tecniche di<br />
acquisizione utilizzate con lo<br />
scopo di documentare lo stato<br />
di degrado di ponti e gallerie. Il<br />
flusso di lavoro è completamente<br />
automatizzato e permette di<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>
REPORT<br />
restituire in report i distacchi,<br />
le venute d'acqua, i quadri<br />
fessurativi.<br />
Le esperienze sono state fatte<br />
finora con diversi laser scanner,<br />
tra cui il Leica Blk 360,<br />
Leica Scanstation P40, Faro X<br />
130, a cui di recente si è aggiunto<br />
il Topcon Gls 2000.<br />
Le attrezzature fotografiche<br />
utilizzate: Canon serie Eos<br />
750D, Nikon d330, aste<br />
telescopiche in carbonio fatte<br />
costruire su specifiche di<br />
progetto, macchine fotogrammetriche<br />
costruite ad hoc per<br />
l’esecuzione dei rilievi fino<br />
ad una altezza massima 13,80<br />
metri.<br />
Programmi utilizzati:<br />
cloudcompare, il restante flusso<br />
fotogrammetrico e l'algoritmo<br />
di Deep Learning e' stato sviluppato<br />
in proprio.<br />
La piattaforma realizzata è stata<br />
da me chiamata Point Mesh<br />
Studio.<br />
ABSTRACT<br />
Description and graphic illustration of an hybrid technique for the automatic registration of RGB images<br />
captured with drone and proximity photogrammetry, thermal images and 3D laser scanner. Automatic restitution<br />
of reliefs of the deterioration of the building in schedules and tables starting from the point cloud,<br />
representation and automatic measurement of the progress of the works. Using AI during acquisition and post<br />
processing of datasets.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Rilievo tridimensionale; fotogrammetria; intelligenza artificiale; infrastrutture; patologie<br />
AUTORE<br />
Nicola Santoro<br />
nikkosantoro@gmail.com<br />
Tecnico presso il Comune di Erba (CO)- Expert Generalist. Geomatica, sim. multifisica,<br />
Image Analisys Consulting. Bim Surveying.<br />
Via Indipendenza, 106<br />
46028 Sermide - Mantova - Italy<br />
Phone +39.0386.62628<br />
info@geogra.it<br />
www.geogra.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong> 45
AGENDA<br />
19 – 21 Giugno<br />
64° Convegno Nazionale<br />
SIFET<br />
Venezia<br />
www.sifet.org<br />
25 – 26 Giugno<br />
12° Workshop Telematico<br />
AIT-ENEA<br />
Bologna<br />
www.geoforall.it/kr38f<br />
26-28 Giugno <strong>2019</strong><br />
Time in Space <strong>2019</strong><br />
Pisa<br />
www.geoforall.it/krhuh<br />
1-5 Settembre <strong>2019</strong><br />
27th international CIPA<br />
symposium<br />
Avila (Spagna)<br />
www.cipa<strong>2019</strong>.org<br />
16 - 17 September <strong>2019</strong><br />
EVALUATION AND<br />
BENCHMARKING OF<br />
SENSORS, SYSTEMS AND<br />
GEOSPATIAL DATA IN<br />
PHOTOGRAMMETRY<br />
AND REMOTE SENSING<br />
Warsaw (Poland)<br />
www.geoforall.it/kr6h3<br />
18-20 settembre <strong>2019</strong><br />
XII RemTech Expo<br />
Ferrara<br />
www.geoforall.it/kqx6wCA<br />
19-20 settembre<br />
PIA19 - Photogrammetric<br />
Image Analysis <strong>2019</strong><br />
Munich (Germany<br />
www.geoforall.it/kqdw6<br />
17-19 Settembre<br />
Intergeo<br />
Stuttgart (Germany)<br />
https://www.intergeo.de/<br />
23-27 settembre <strong>2019</strong><br />
DigitalEarth<strong>2019</strong><br />
Firenze<br />
www.geoforall.it/kq6uq<br />
3-5 ottobre <strong>2019</strong><br />
12th EARSeL Forest Fires<br />
SIG Workshop<br />
Roma<br />
www.geoforall.it/krud9<br />
18-20 ottobre <strong>2019</strong><br />
Technology for All <strong>2019</strong><br />
www.technologyforall.it<br />
Roma<br />
24-26 Ottobre <strong>2019</strong><br />
SAIE <strong>2019</strong><br />
Bari<br />
www.saiebari.it/it<br />
<strong>2019</strong><br />
ROMA 18-20 OTTOBRE<br />
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