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GEOmedia_2_2019

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FOCUS<br />

Cartagena 2004; Suriyaprasit<br />

& Shrestha 2008; Kouli et<br />

al 2009; Karaburun 2010;<br />

Prasannakumar et al. 2011;<br />

Perović et al. 2012; Parveen<br />

and Kumar 2012; Bayramov<br />

and Jabbarli 2013; Durigon et<br />

al 2014). Tuttavia, un modello<br />

universale di previsione non è<br />

stato ancora raggiunto a causa<br />

delle diverse condizioni che<br />

caratterizzano la vegetazione<br />

nei vari ambiti geografici e della<br />

insufficienza delle osservazioni<br />

dirette. Ciononostante, la metodologia<br />

basata sull’Osservazione<br />

della Terra appare ancora promettente<br />

e soprattutto efficace<br />

per le applicazioni a grande<br />

scala.<br />

Il modello proposto<br />

Nel presente lavoro, sono state<br />

utilizzate le serie di immagini<br />

con risoluzione spaziale di<br />

250 m, raccolte nel periodo<br />

2001-2016 dalla piattaforma<br />

MODIS (Moderate Resolution<br />

Imaging Spectroradiometer),<br />

liberamente accessibili sul sito<br />

web della NASA (Land Processes<br />

Distributed Active Archive<br />

Center, LP DAAC).<br />

L’area-test selezionata è la porzione<br />

meridionale del Lazio<br />

comprendente le province di<br />

Latina e Frosinone (Fig. 1),<br />

dove l’uso prevalente del suolo<br />

è agricolo (58% dell’area),<br />

ma intramezzato da numerose<br />

infrastrutture antropiche sviluppatesi<br />

negli ultimi 50 anni,<br />

soprattutto nell’Agro Pontino<br />

e nella Valle Latina (valle dei<br />

fiumi Sacco e Liri); le aree verdi<br />

naturali ammontano al 37%<br />

dell’area, mentre le zone edificate<br />

coprono il restante 5%.<br />

Data la mancanza di osservazioni<br />

dirette, relativamente alle<br />

condizioni di copertura del<br />

suolo nell’area investigata, che<br />

ricopre una superficie di circa<br />

4000 km 2, la ricerca del modello<br />

di correlazione tra NDVI<br />

e fattore C si è basata sui dati<br />

disponibili in rete, in particolare,<br />

sono stati utilizzati i valori<br />

riportati nella Carta del fattore<br />

C dell’Unione Europea (Carta<br />

EU), prodotta attraverso il modello<br />

LANDUM (Panagos et<br />

al. 2015b). La Carta EU, scaricabile<br />

dal sito web dell’ESDAC<br />

(European Soil Data Centre) in<br />

formato raster con risoluzione<br />

di 100 m, rappresenta il valore<br />

medio su scala pluriennale<br />

del fattore C, ricavato a livello<br />

continentale da diverse fonti di<br />

letteratura nonché da dati satellitari<br />

ad alta risoluzione e da<br />

statistiche relative alle pratiche<br />

agricole raccolte in diversi database<br />

pan-europei (Corine Land<br />

Cover, NUTS, MERIS). I dati<br />

della Carta EU sono stati quindi<br />

trattati, nella presente analisi,<br />

alla stregua di dati osservati.<br />

Sebbene la piattaforma MODIS<br />

sia caratterizzata da una risoluzione<br />

al suolo più bassa rispetto<br />

ad altri sensori, soprattutto<br />

quelli di recentissima generazione<br />

(es.: Worldview-4), essa<br />

presenta il vantaggio di garantire<br />

una copertura temporale<br />

continua sul lungo periodo,<br />

particolarmente utile per il presente<br />

tipo di analisi. Sono state<br />

quindi raccolte le osservazioni<br />

radiometriche con frequenza<br />

quindicinale sull’area-test, relative<br />

al periodo 2001-2016, e<br />

sintetizzate in medie annuali<br />

rappresentate in altrettanti layers<br />

generati in ambiente GIS. Da<br />

questi, è stato ricavato un unico<br />

layer contenente il valore medio<br />

per singolo pixel dell’NDVI relativo<br />

all’intero periodo (Fig. 2).<br />

In figura, i colori marrone-rosso<br />

rappresentano i corpi d’acqua<br />

(laghi costieri) e le aree edificate<br />

(comprese le aree ricoperte da<br />

serre), mentre i colori dal verde<br />

all’azzurro intenso denotano le<br />

aree a vegetazione naturale.<br />

La stessa immagine può essere<br />

classificata in base alla presenza<br />

di manufatti (case isolate, capannoni<br />

industriali, stalle, strade<br />

secondarie etc.) che possono<br />

interferire sulla risposta spettrale<br />

delle aree verdi naturali o<br />

coltivate adiacenti. Analizzando<br />

la distribuzione di frequenza<br />

dei valori NDVI in relazione<br />

alla distribuzione spaziale di tali<br />

manufatti, è possibile distinguere<br />

tre gruppi principali di copertura<br />

del suolo (Fig. 3): aree<br />

artificiali o prive di copertura<br />

vegetale, che presentano valori<br />

di NDVI inferiori a 0.5; aree<br />

naturali o coltivate con scarsa o<br />

nulla presenza di manufatti, con<br />

NDVI superiori a 0.6; aree miste,<br />

ovvero aree naturali o coltivate<br />

ma con significativa presenza<br />

di manufatti, con NDVI<br />

compresi tra 0.5 e 0.6.<br />

L’analisi di correlazione tra indice<br />

satellitare e dati osservati<br />

a terra è stata condotta basandoci<br />

sulla considerazione che<br />

l’NDVI riflette le variazioni nella<br />

copertura del suolo attraverso<br />

una corrispondenza biunivoca.<br />

Quindi, ad ogni variazione del<br />

fattore C, sia nello spazio (da<br />

un tipo di copertura ad un altro<br />

e nell’ambito dello stesso tipo)<br />

che nel tempo (da un minimo<br />

valore ad un massimo su<br />

base annuale ed interannuale),<br />

corrisponde un’equivalente<br />

variazione dell’indice di vegetazione.<br />

Pertanto, le variazioni<br />

spazio-temporali dell’NDVI<br />

che è possibile rilevare da satellite<br />

ci danno informazioni<br />

circa l’andamento reale della<br />

copertura del suolo. È stato<br />

quindi ricercato un modello di<br />

correlazione generale tra i valori<br />

medi dell’NDVI prima calcolati<br />

ed i valori medi del fattore C,<br />

così come forniti dalla Carta<br />

EU, per potere applicare lo<br />

stesso modello a differenti scale<br />

temporali (annuale, stagionale<br />

o mensile) e consentire così una<br />

valutazione dinamica del fattore<br />

C in base alle effettive variazio-<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2019</strong>

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