LAND ITALIA magazine 54
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to supportò l’idea dando un contributo tale
all’organizzazione che, sebbene non partecipando
ebbe il ruolo di coordinatore da “casa”
della spedizione, l’uomo a cui far riferimento
in patria durante tutti i mesi del viaggio.
Fatto ritorno a Cambridge, Adrian e lo stesso
David Walters, che divenne il leader della
spedizione, si diedero da fare per mettere
insieme i due team composti da tre membri
ciascuno. Fecero delle selezioni e alla fine le
squadre furono formate. Il già citato ideatore
nonché giornalista David Walters, il segretario
del Cambridge University Automobil Club
Gethin Bradley, il giornalista e ricercatore
storico Don Calman, il fotografo Ross Charlton,
il capo meccanico e addetto al mantenimento
dei veicoli Tony Morgan e Buzz Pigot
navigatore.
La scelta dell’auto
Si trattava a quel punto di trovare due macchine
e, sebbene ritenute non sufficientemente
veloci, la scelta cadde sulle Land Rover
grazie all’affidabilità e capacità di affrontare
qualsiasi situazione di percorso si fosse presentata
loro. La scelta fu fatta anche in virtù
del fatto che inizialmente il raid doveva essere
una corsa, poi pensarono di trasformarla
in una prova “endurance” dove la robustezza
dei mezzi avrebbe giocato un ruolo fondamentale.
Richieste direttamente alla casa madre, ottennero
però una sonora risposta negativa. Il
padre di David, titolare di un concessionario
Land Rover in Hong Kong si offrì di ordinare
direttamente le macchine, ma in seguito
ad una visita a Solihull che i ragazzi fecero
qualche tempo dopo, si accorsero che nessun
ordine era stato emesso. Mancavano tre mesi
alla partenza; la fortuna arrivò con un nuovo
membro della spedizione, Tony Morgan,
giunto come rimpiazzo di Barry Tall che non
aveva ricevuto l’autorizzazione a partecipare
causa impegni di studio. Tony Morgan, grazie
ad un buon contatto con un importatore Doyle
Motors di Guernsey nelle Channel Islands, riuscì
a “deviare” la consegna di due Series One
86 pollici Station Wagon a pochi giorni dalla
data d’inizio della spedizione, esattamente 5
giorni prima.
Entusiasmo tanto, soldi pochi! Risorse per
raggiungere sì e no Il Cairo, ma ebbero un
importante aiuto da parte della compagnia
petrolifera Shell che offrì loro il carburante
necessario. In più con grande intraprendenza
Buzz Pigot e Gethin Bradley andarono alla
radio e raccontando della loro idea riuscirono
ad avere un buon numero di sponsorizzazioni.
Evidentemente quella che sembrava una
pazza idea era stata capace di suscitare entusiasmo
e fiducia in chi credeva che comunque
avrebbe avuto un ritorno dall’aver dato un
aiuto concreto ai sei ragazzi.
Il 15 giugno del 1954 fu fissato un incontro
con la stampa al Tea Centre a Lower Regent
Street; le macchine, a cui furono dati i nomi
di ISIS (Oxford) e GRANTA (Cambridge), con
tutti gli adesivi degli sponsor furono schierate
in bella mostra fuori dal palazzo per essere
ammirate dagli appassionati presenti.
Finalmente il giorno dopo, 16 giugno, di buon
ora la spedizione partì alla volta di Ferryfield
nel Kent, dove le auto furono caricate sul Bristol
Superfreightner della compagnia Silvercity
Airway per essere trasportate oltremanica
all’aeroporto di Le Toquet.
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