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LAND ITALIA magazine 54

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Attraversiamo molti “oued” e parecchi passi con ripidissime salite e discese,

ed arriviamo a Iférouane al tramonto. Contro il sole infuocato i

molti alberi, i profili delle capanne, gli uomini, le donne, i bambini sulla

sabbia rosa ricordano il presepio. Incredibilmente i finanzieri nigeriani ci

lasciano ripartire anche se è quasi buio.

La mattina seguente ci alziamo tutti all’alba e iniziano tre giorni veramente

entusiasmanti. Viaggeremo sempre soli, non ci sarà nessuna traccia

davanti a noi e all’orizzonte solo dune, montagne lontane e molti miraggi.

Fall Arnaud è imprevedibile ed eccezionale.

«Un peu plus à droite…attention ici le sable n’est pas bon…voilà, parfait,

tout droit…doucement, doucement…»- e così ci porta con sicurezza per più di

700 km sempre “inventando” la rotta da seguire.

La Gaz comincia ora a darci dei grossi fastidi. Il suo spinterogeno era andato

fuori fase già da tempo, ma con alcuni interventi più o meno ortodossi

eravamo sempre riusciti a tirare avanti. Da alcuni giorni anche il

carburatore non funziona bene e ora sembra che venga a mancare potenza.

La macchina non raggiunge i 60 km/h.

Anche Fall cerca di fare qualcosa ma con scarso successo: cambia le puntine

platinate, pulisce le candele e spurga il carburatore, ma la macchina

non va.

Lentamente raggiungiamo Tamanrasset, la capitale del deserto algerino e

del turismo organizzato.

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