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Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n. 98 giugno 2020

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levata polifagia di questa specie

permette lo sviluppo sia su piante

spontanee e ornamentali, sia sulle

coltivazioni. Tra quelle che registrano

i danni più elevati figurano:

le colture frutticole (pero, nashi,

pesco, melo, actinidia, ciliegio), orticole

(fagiolo, peperone), nocciolo,

soia, mais di secondo raccolto e giovani

impianti di pioppo.

La spiccata mobilità degli adulti e la

buona capacità di spostamento anche

degli stadi giovanili, unite alla

possibilità di spostarsi rapidamente

tra vegetazione spontanea e coltivazioni,

rendono molto complicata la

difesa delle colture. L’efficacia dei

trattamenti insetticidi risulta modesta

contro gli adulti, che possono

sfuggire, in volo, al contatto diretto

al momento del trattamento, mentre

l’azione residua è ridotta per le

temperature elevate del periodo

estivo.

È quindi elevata la possibilità di

reinfestazione dopo i trattamenti.

Inoltre in certe colture, come il nocciolo,

la densità della chioma ostacola

una buona distribuzione della

soluzione insetticida.

La difesa passiva con le reti risulta,

oltre che onerosa, poco gradita da

parte dei frutticoltori per le difficoltà

nella gestione delle operazioni

colturali o non applicabile nei noccioleti.

Le coltivazioni più a rischio sono

quelle con maturazione e raccolta

nel periodo estivo-autunnale, mentre

le coltivazioni precoci (primavera,

inizio estate) sono quelle che subiscono

meno danni perché raccolte

prima dell’incremento estivo delle

popolazioni. A volte i danni si manifestano

dopo la raccolta, nella fase

di conservazione, come avviene per

mele e kiwi, con comparsa di macchie

suberose subepidermiche. La

diffusione di nuovi insetti alloctoni,

specie se dannosi come la cimice

asiatica, tende sempre a stravolgere

le strategie di difesa integrata delle

colture.

Il ricorso a insetticidi a largo spettro,

non selettivi, comporta un rischio

crescente di sviluppo di infestazioni

di acari e insetti secondari,

per l’abbattimento delle popolazioni

dei loro limitatori naturali. Una prima

avvisaglia di questo fenomeno è

ad esempio la comparsa nel 2019 di

infestazioni molto elevate di cocciniglie

in coltivazioni frutticole.

GLI INTERVENTI IN

PIEMONTE

Per fronteggiare l’emergenza, visti i

gravi danni già segnalati negli Stati

Uniti a partire dal 2010, numerose

ricerche e sperimentazioni sulla

AUMENTATO IN MODO

ESPONENZIALE

IN POCHI ANNI,

L’INSETTO DANNEGGIA

NUMEROSE COLTURE

FRUTTICOLE, ORTICOLE

E NOCCIOLETI

biologia ed etologia dell’insetto e

sulle tecniche di difesa sono state

realizzate in questi anni. Inoltre

sono stati attivati gruppi di lavoro

che operano a livello nazionale attraverso

il “Gruppo interregionale

operativo su H. halys” e regionale

con il “Tavolo tecnico regionale per

l’emergenza fitosanitaria Halyomorpha

halys” e con l’“Osservatorio

Cimice Asiatica”. In particolare

quest’ultimo è volto a coordinare

varie attività di contrasto alla cimice,

focalizzate soprattutto sulla

coltura del nocciolo, finanziate da

enti presenti sul territorio (Ferrero

Hazelnut Company, fondazioni

bancarie, ecc.). Il suddetto gruppo

è composto da Regione Piemonte

- Settore Fitosanitario, Agrion

(Fondazione per la ricerca, l’innovazione

e lo sviluppo tecnologico

dell’agricoltura piemontese) e

DISAFA, Entomologia generale e

applicata, Università di Torino, e

si avvale della collaborazione delle

organizzazione dei produttori e

delle organizzazioni professionali.

Dal 2018 è attiva una rete di monitoraggio

sul territorio che coinvolge

i tecnici di tutti i settori produttivi

in modo da conoscere in tempo

reale la situazione relativa all’insediamento

e agli spostamenti di H.

halys, al fine di concordare con i

tecnici, attraverso i coordinamenti

settimanali (frutticolo, corilicolo e

orticolo) tenuti da Agrion, strategie

di controllo adeguate e possibilmente

ecosostenibili per la salvaguardia

delle produzioni e delle

filiere collegate.

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