BresciaUp Dicembre 2020

TRA ONLINE E OFFLINE:
IL RAPPORTO TRA GALLERIE E FIERE
di Pietro Bazzoli
Siamo alla fine di un anno difficile per il
mondo dell’arte italiano, soprattutto per le
gallerie.
Inutile dire il contrario, nonostante il tiepido
ottimismo che gli addetti ai lavori devono
sbandierare freneticamente, per non deprimere
ancora di più un collezionismo annoiato
dal digitale e sempre all’erta.
Come una maschera, questo pensiero in positivo
protegge da una realtà in grado di denotare
un fatturato in drastico calo e dall’assenza
di supporto da parte delle istituzioni.
Si è palesata, dunque, l’assurda dipendenza
delle gallerie d’arte nei confronti delle fiere:
unica occasione di incontro col collezionismo
peninsulare e internazionale. L’online
non ha reso giustizia all’importanza attribuibile
agli eventi in loco, eppure le manifestazioni
sono state diverse, con diversi risultati.
Se si pensa ad Arte Fiera Bologna 2020 dello
scorso gennaio (tanto vale ricordare che
l’edizione 2021 è già stata annullata), pare
passato un secolo. Miart e Artissima hanno
fatto un tira e molla infinito, inseguendo un
“liberi tutti” che non è mai arrivato.
La fiera milanese, dopo aver spostato a settembre
le proprie date di aprile, si è trovata
costretta a gettare progetti e padiglioni in
rete. Il duetto con Artshell non ha però regalato
i risultati sperati: la prima fiera virtuale
meneghina è apparsa macchinosa e incapace
di avere quel piglio che ci si aspettava,
dopo mesi già passati davanti a uno schermo.
Serviva un’emozione, in fondo di arte si tratta.
Un vero dispiacere che Alessandro Rabottini,
direttore di miart, abbia lasciato proprio in un
contesto come quello del 2020, incapace di
rendere giustizia a una direzione artistica che
ha riportato l’evento a essere una degli appuntamenti
immancabili per diverse per gallerie
e collezionisti di caratura internazionale.
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