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La Favola del Morlacco

La Favola del Morlacco di Alice Realini

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la favola <strong>del</strong> moralcco<br />

ma ecco che un mattino lo gnomo tonio, il compagno di tante fumate con le<br />

lunghe pipe sdraiati sulle rocce scaldate dal sole, arriva trafelato alla casaalbero<br />

di morlick. “sta accadendo qualcosa, gran capo. non lo sentite nell’aria<br />

un suono diverso?”, urlava tonio, risalendo per il prato. erano già diversi giorni<br />

che morlick sentiva, portato dal vento, il profumo <strong>del</strong> suo paese, l’aria ricca di<br />

salmastro e piena di una musica sempre più vicina e inconfondibile. “penso non ci<br />

sia di che preoccuparsi, ma me ne accerterò di persona”, lo rassicurò morlick. non<br />

passò neppure una settimana che quell’aria speciale cominciò a risalire le pendici<br />

<strong>del</strong> grappa. ed ecco che un mattino morlick si svegliò quasi di soprassalto. ancora<br />

in pigiama, con il suo cappello rosso, mise solo la punta <strong>del</strong> naso fuori dalla porta<br />

<strong>del</strong>la piccola casetta. e lo vide: era un pastore dai lineamenti affilati e dai lunghi<br />

capelli scuri - i suoi tratti erano inconfondibili. morlick non ebbe il minimo<br />

dubbio. un abitante <strong>del</strong>la morlacchia, <strong>del</strong>la sua terra d’origine, si trovava proprio<br />

ora appena fuori dalla sua porta, seguito dagli animali che doveva condurre al<br />

pascolo: mucche e pecore. il rumore dei loro campanacci, forgiati a mano, ne aveva<br />

annunciato l’arrivo, e morlick vide, da lontano, alcuni malgari, richiamati da<br />

questa sorta di musica che riempiva l’aria.<br />

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