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Casa ed Eleganza N.3 | 2021

Gli inglesi lo chiamano Glamour, noi lo chiamiamo Fascino, una parola con una derivazione apparentemente lontana dal significato che gli diamo oggi, qualcosa di più simile alla maledizione che alla bellezza. Per i romani, infatti, fascinus erano sia il maleficio sia l’amuleto – un simbolo fallico – che ne scongiurava l’essenza. Quindi il bello e l’invidia per esso: questo in sostanza il fascino nella storia delle parole. È difficile descrivere cosa sia il fascino nella nostra epoca. Quando si usa questa parola è facile essere spostati idealmente in un’epoca differente, negli anni in cui un vestito, un gioiello o una capigliatura potevano essere considerati icona di stile, quando il danzare in un film segnava la nostra memoria in un modo indelebile.

Gli inglesi lo chiamano Glamour, noi lo chiamiamo Fascino, una parola con una derivazione apparentemente lontana dal significato che gli diamo oggi, qualcosa di più simile alla maledizione che alla bellezza. Per i romani, infatti, fascinus erano sia il maleficio sia l’amuleto – un simbolo fallico – che ne scongiurava l’essenza.

Quindi il bello e l’invidia per esso: questo in sostanza il fascino nella storia delle parole.

È difficile descrivere cosa sia il fascino nella nostra epoca. Quando si usa questa parola è facile essere spostati idealmente in un’epoca differente, negli anni in cui un vestito, un gioiello o una capigliatura potevano essere considerati icona di stile, quando il danzare in un film segnava la nostra memoria in un modo indelebile.

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Ho avuto vari fasi: sono partita<br />

dalla grafite, olio, ho variato<br />

molto, poi il mio gusto e la mia<br />

necessità di esprimermi hanno incontrato<br />

quello che oggi è il mio<br />

strumento d’arte, l’aerografo.<br />

Da lontano le mie opere sembrano<br />

quasi delle fotografie, da<br />

vicino si comprendono e si v<strong>ed</strong>e<br />

quella che è la mia arte. L’aerografo<br />

rende il tratto sfuocato<br />

e obbliga lo spettatore a una<br />

reazione che mi piace definire<br />

“attiva”. L’osservatore riconosce<br />

il soggetto dell’opera, ma mancano<br />

i dettagli, questo fa sì che<br />

si attivi il gioco della memoria.<br />

Dove non arriva la visione arriva<br />

l’immaginazione, l’osservatore<br />

crea un viaggio della sua memoria<br />

in ogni mia opera.<br />

In tutta la mia carriera, non<br />

ho mai avuto bisogno di esprimere<br />

dolore e frustrazione nelle<br />

mie opere, ho sempre cercato<br />

una forma d’arte in cui sentirmi<br />

pienamente appagata. In età<br />

adolescenziale un evento mi ha<br />

segnato, la perdita di una persona<br />

a me molto vicina, l’arte mi<br />

ha salvata perché sono riuscita<br />

a trovare pace nei miei lavori.<br />

76 <strong>Casa</strong> <strong>ed</strong> <strong>Eleganza</strong>

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