Waste n. 17 settembre 2021
Nuova rubrica! Competenze e ricercatori: ref dice la sua Legno, materia prima bio-economica per il riuso e riutilizzo degli imballaggi
Nuova rubrica!
Competenze e ricercatori: ref dice la sua
Legno, materia prima bio-economica per il riuso e riutilizzo degli imballaggi
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Anno V<br />
Settembre<br />
<strong>2021</strong><br />
Fuori<br />
onda<br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
NUOVA RUBRICA!<br />
COMPETENZE<br />
E RICERCATORI:<br />
REF DICE LA SUA<br />
LEGNO, MATERIA PRIMA<br />
BIO-ECONOMICA PER<br />
IL RIUSO E RIUTILIZZO<br />
DEGLI IMBALLAGGI<br />
ISSN 2610-9069<br />
0 0 0 1 7 ><br />
772610 906904<br />
9
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IN CARICA PER UN TRASPORTO A PROVA DI FUTURO.<br />
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2 SOMMARIO<br />
ISSN 2610-9069<br />
Numero <strong>17</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
EDITORIALE<br />
3<br />
In primo piano<br />
8 Cestino d’oro<br />
Lo smantellamento green<br />
della Costa Concordia<br />
10 Up e Downcycling<br />
Progetti geniali, idee bizzarre<br />
11 <strong>Waste</strong> Strategy<br />
Cosa sta cambiando<br />
nel business dei rifiuti<br />
12 Recupero materiali<br />
Tutto ciò che si può riusare e<br />
recuperare da navi dismesse<br />
16 Essenze furbe<br />
La paulonia, per mobili<br />
monomaterici e di facile<br />
disassemblamento<br />
Economia circolare<br />
18 Ecomondo <strong>2021</strong><br />
Ai blocchi di partenza la 24ma<br />
edizione<br />
22 Riciclo del legno<br />
Target Ue superato nel riuso<br />
da imballaggi<br />
26 Design e recycling<br />
Approcci complementari<br />
per migliorare la circolarità<br />
di oggetti e materiali<br />
30 CircolarMente<br />
Esempi di valorizzazione<br />
di risorse materiche da rifiuto<br />
Energia<br />
32 Cascami energetici<br />
Utilizzare il vapore saturo<br />
per sfruttarne l’energia<br />
Rifiuti solidi<br />
37 Movimentatori industriali<br />
Le versioni di Volvo dedicate<br />
al verde e rifiuti urbani<br />
44 Trituratori<br />
Mezzi robusti per un<br />
riciclaggio più efficiente<br />
46 Macchinari indispensabili<br />
Più riciclo e nuova vita<br />
con trituratori versatili<br />
52 Recupero tele da PFU<br />
Soluzioni smart per<br />
valorizzare la gomma<br />
56 Rifiuti e digitalizzazione<br />
Il R.E.N.T.Ri e i cambiamenti<br />
operativi che ne seguiranno<br />
58 Obiettivo zero rifiuti<br />
Gli impianti che<br />
massimizzano i recuperi<br />
60 Pillole dal Laboratorio<br />
Gli elementi del secondo MTR<br />
per il settore rifiuti<br />
Biowaste<br />
63 Idrogeno da rifiuti alimentari<br />
Enea sta testando un nuovo<br />
sistema<br />
Acque reflue<br />
68 Brand storici<br />
Tecnologie per salvaguardare<br />
ambiente e collettività<br />
70 Trattamento fanghi<br />
Fluidi omogenei<br />
per chiarificare le acque<br />
Veicoli&Allestimenti<br />
Rubriche<br />
3 Editoriale<br />
4 Advertiser e aziende citate<br />
6 Numeri e poltrone<br />
9 News in primo piano<br />
20 News economia circolare<br />
36 News energia<br />
41 News rifiuti solidi<br />
66 News biowaste<br />
72 News acque reflue<br />
wasteweb.it<br />
waste@fiaccola.it<br />
74 Spazzatrici stradali<br />
Elettronica e soluzioni hi-tech<br />
per le versioni top<br />
78 Cisterne per liquami<br />
Ne esistono autoportanti<br />
e full optional<br />
77 News veicoli&allestimenti<br />
Direttore Responsabile<br />
Lucia Edvige Saronni<br />
lsaronni@fiaccola.it<br />
Direttore Editoriale<br />
Giuseppe Guzzardi<br />
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Consulenza Tecnico-Scientifica<br />
Marco Comelli<br />
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Coordinamento Editoriale<br />
Federica Lugaresi<br />
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Redazione<br />
Mauro Armelloni, Matthieu Colombo<br />
Fabrizio Parati, Gianenrico Griffini<br />
(Responsabile della sezione veicoli<br />
e allestimenti), Emilia Longoni<br />
waste@fiaccola.it<br />
Collaboratori<br />
Ludovica Bianchi, Marco Capellini, Damiano<br />
Diotti, Antonio Fargas, Ginevra Fontana,<br />
Alessandro Marangoni, Giovanni Milio, Mattia<br />
Molena, Eliana Puccio, Michele Ragonese,<br />
Riccardo Rossi<br />
Segreteria<br />
Jole Campolucci<br />
jcampolucci@fiaccola.it<br />
Impaginazione e progetto grafico<br />
Studio Grafico Page<br />
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Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/20<strong>17</strong><br />
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ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE<br />
STAMPA N.0<strong>17</strong>40/Vol. 18/Foglio 313<br />
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abb. annuo Italia Euro 60,00<br />
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ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta<br />
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Organo di informazione<br />
e documentazione<br />
Questo periodico è associato<br />
all’Unione Stampa Periodica Italiana:<br />
numero di iscrizione 15794<br />
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“WE’RE ONLY<br />
IN IT FOR THE<br />
MONEY”<br />
Classico di Zappa e delle Mothers of Invention del<br />
1968 o giù di lì. Visto come funziona il cervello di chi<br />
scrive (mica solo Elon Musk, eh), il titolo ronzava nella<br />
testa leggendo nelle ultime settimane diversi pensosi<br />
commenti sulla transizione ecologica. Uno su tutti, il videoeditoriale<br />
di un direttore di quotidiano che detiene il<br />
record di sue foto che ogni giorno occhieggiano dalla home<br />
page del giornale. La transizione ecologica, ci avverte citando<br />
una frase del Grande Timoniere (ognuno ha le radici culturali che ha),<br />
“non è un pranzo di gala”, non auspicando, bontà sua, la necessità della violenza<br />
ma che ci sia un prezzo salato da pagare, sì. Va bon, sorge però la domanda<br />
eterna, chi paga?<br />
Non c’è paura, ci rispondono in coro dalla Senna all’Elba e dal Mar del Nord<br />
al Canale di Sicilia, si organizzerà un meccanismo (paura eccome) per cui<br />
lo Stato verserà dei sussidi per compensare le maggiori spese incorse dai<br />
cittadini sulla base di reddito e altri parametri. Che non è una risposta, ma<br />
solo spostare un po’ più in là il problema. Non ci sono pranzi gratis, citazione<br />
per citazione.<br />
Per chi osserva da decenni l’evoluzione della circolarità è un film già visto,<br />
solo trasposto in IMAX con Dolby Atmosphere su schermo gigante.<br />
L’economia circolare, e prima ancora tutta la gestione del riciclo, è bloccata<br />
nella trappola del sussidio, di attività che non hanno mercato di sbocco. Chi<br />
ci segue da almeno un anno e mezzo sa quale sia la linea di questa rivista.<br />
Leggendo quello che si legge, si ha l‘impressione, o almeno noi, di correre<br />
verso un’economia intera senza mercato. Prima di provocare orgasmi negli<br />
antimercato, aggiungiamo subito: economicamente insostenibile. Se fare<br />
le cose costa in risorse più di quello che genera, quanto può continuare?<br />
Mao che dice?<br />
Lo stesso pensiero fastidioso ronzava anche raccogliendo il materiale che<br />
poi è confluito nell’articolo, che trovate nelle prime pagine, sul riciclo navale.<br />
Un’attività che tecnicamente è una delle più circolari possibili (di<br />
una nave si recupera praticamente tutto), ma che rischia di non essere<br />
economicamente sostenibile se condotta con parametri di sostenibilità<br />
ambientale e sociale occidentali. Perché le navi non sono concepite<br />
per essere riciclate. Un po’ più avanti trovate, guarda caso,<br />
un pezzo sul design for recycling, una cosa talmente fondamentale<br />
per il futuro che ne faremo una serie. Per il resto, a chi ci aveva<br />
chiesto attenzione alla normativa, rispondiamo con una rubrica<br />
periodica affidata al meglio del meglio in questo campo. Ma si fa<br />
tardi, è già fine luglio. Anzi, è <strong>settembre</strong>. Scusate, scrivendo l’editoriale<br />
di un trimestrale si dà l’impressione di vivere nel passato (Jethro<br />
Tull, 1972, nel caso).<br />
Marco Comelli
9<br />
4 ADVERTISERS<br />
canginibenne.com . . . . . . . . . . . . . .67<br />
incofin.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />
Anno V<br />
Settembre<br />
<strong>2021</strong><br />
Fuori<br />
onda<br />
IN COPERTINA<br />
citytech.eu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .62<br />
merlo.com . . . . . . . . . . . . . . . . .III Cop<br />
ecomondo.com . . . . . . . . . . . . . . . . .80<br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
palmierigroup.com . . . . . . . . . . . . . .65<br />
NUOVA RUBRICA!<br />
COMPETENZE<br />
E RICERCATORI:<br />
REF DICE LA SUA<br />
LEGNO, MATERIA PRIMA<br />
BIO-ECONOMICA PER<br />
IL RIUSO E RIUTILIZZO<br />
DEGLI IMBALLAGGI<br />
ISSN 2610-9069<br />
0 0 0 1 7 ><br />
772610 906904<br />
ecotecsolution.com . . . . . . . . . . .41,43<br />
atlantide-web.it . . . . . . . . . . . . .IV Cop<br />
forrec.eu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .<strong>17</strong><br />
panizzolo.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />
pstconference.it . . . . . . . . . . . . . . . .42<br />
rht.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .II Cop<br />
Navi troppo obsolete o danneggiate per navigare.<br />
Navi che partono per il loro “ultimo<br />
viaggio”.<br />
Come la tristemente famosa (e italiana) Costa<br />
Concordia il cui relitto - collocato nell’area<br />
dell’ex Superbacino del porto di Genova - ha<br />
visto iniziare le operazioni di smantellamento<br />
nel 2015 e concluderle due anni dopo.<br />
Tirate a secco e poi tagliate pezzo per pezzo,<br />
identificano una miniera preziosa per il riuso<br />
e riciclo di metalli, altri materiali e componenti<br />
che le costituiscono.<br />
fsisrl.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .51<br />
scania.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1<br />
tqsrl.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .49<br />
geocycle.com . . . . . . . . . . . . . . . . . .25<br />
tanaitalia.com . . . . . . . . . . . . . . . . . .55<br />
wheeliot.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29<br />
iesbiogas.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35<br />
tomra.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />
xylem.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .73<br />
AZIENDE CITATE<br />
A<br />
Althesys..................................11<br />
D<br />
Dulevo ....................................75<br />
E<br />
Econyl ....................................31<br />
Ecopneus ................................7<br />
Ecotec Solution ......................44<br />
Enea ......................................64<br />
F<br />
Fastwater ..............................36<br />
Favini......................................30<br />
Federbeton ..............................6<br />
For rec....................................59<br />
G<br />
Geocycle ................................52<br />
Gorent SpA ............................77<br />
Gruppo Cap ............................72<br />
H<br />
HBI ........................................20<br />
I<br />
Ispra ........................................7<br />
K<br />
Kokoboard ..............................31<br />
M<br />
Matrec....................................30<br />
R<br />
Relicta ....................................66<br />
Renault Trucks ......................77<br />
Rilegno ..................................24<br />
S<br />
Safilo Group............................49<br />
Saipem ....................................8<br />
T<br />
Tana........................................47<br />
U<br />
Utiliteam ................................50<br />
V<br />
Vogelsang ..............................70<br />
Volvo CE..................................37
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
2 3<br />
4<br />
6 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
IN EVIDENZA<br />
1 2 3 4<br />
IN EVIDENZA<br />
PRIMO PIANO<br />
12 3<br />
4<br />
7<br />
Numeri e poltrone<br />
Mite<br />
Quota rosa al Dipartimento<br />
per l’energia e il clima<br />
Il ministro Cingolani ha<br />
scelto Rosaria Fausta<br />
Romano come nuovo<br />
Capo Dipartimento per l’energia<br />
e il clima (Diec).<br />
Il Governo ha approvato il<br />
conferimento dell’incarico alla<br />
Romano, già direttrice generale<br />
al Mite alla Direzione generale<br />
per l’approvvigionamento,<br />
l’efficienza e la competitività<br />
Federbeton<br />
Un “taglio” più<br />
ambientale<br />
Ventata di aria<br />
fresca per il<br />
Comitato<br />
Scientifico di<br />
Federbeton che si<br />
rinnova.<br />
Il Professore Luigi<br />
Coppola (docente<br />
presso il Dipartimento<br />
di Ingegneria e Scienze<br />
Applicate<br />
dell’Università degli<br />
Studi di Bergamo), e la<br />
Professoressa Anna<br />
Laura Pisello<br />
(Ingegnere Edile e<br />
ricercatrice di Fisica<br />
Tecnica Ambientale<br />
all’Università di<br />
energetica. Come ormai<br />
sappiamo, il ministero<br />
dell’Ambiente ha lasciato il posto<br />
Perugia) sono infatti le<br />
new entry che ne<br />
arricchiscono le<br />
competenze in ottica di<br />
sostenibilità e<br />
innovazione.<br />
“Un cambiamento che<br />
nasce all’interno di un<br />
percorso più ampio, già<br />
intrapreso dalle<br />
aziende riunite in<br />
Federbeton, che guarda<br />
al futuro delle<br />
costruzioni in chiave<br />
sempre più<br />
sostenibile.”<br />
Ha commentato<br />
Francesco Karrer,<br />
Presidente del<br />
Comitato Scientifico di<br />
Federbeton. Il Comitato<br />
supporterà in questo<br />
senso Federbeton,<br />
migliorandone la<br />
conoscenza dei<br />
materiali, del loro<br />
contenuto ambientale e<br />
al ministero della Transizione<br />
ecologica guidato da Cingolani,<br />
che oltre alle classiche<br />
competenze del Mattm, ha<br />
assorbito alcune funzioni chiave<br />
nel settore dell’Energia dal<br />
ministero dello Sviluppo<br />
economico (Mise).<br />
La Romano ha maturato<br />
un’ampia esperienza in tema di<br />
energia, dal Gse all’Enea, ed ora<br />
proseguirà nel rivestire un ruolo<br />
di primissimo piano nella<br />
transizione ecologica del Paese.<br />
delle potenzialità in<br />
termini di contributo<br />
agli obiettivi di<br />
sostenibilità delle<br />
costruzioni.<br />
ISPRA<br />
Rifiuti speciali…<br />
wow che numeri<br />
La produzione<br />
e gestione dei<br />
rifiuti speciali<br />
si concentra nel Nord<br />
Italia, dove viene<br />
generato il 57,6 per<br />
cento del totale dei<br />
rifiuti delle attività<br />
economiche. Nel 2019<br />
sono aumentati del<br />
7,3% (equivalenti ad<br />
oltre 10 milioni di<br />
tonnellate) rispetto<br />
all’anno precedente.<br />
Un incremento<br />
provocato<br />
prevalentemente da<br />
rifiuti da C&D (+14%),<br />
ma sono cresciuti<br />
anche i rifiuti non<br />
pericolosi (da 133 a 144<br />
mln di tonn) mentre i<br />
pericolosi sono stabili<br />
intorno ai 10 milioni.<br />
Oltre 38,6 milioni sono<br />
rifiuti da rifiuti, cioè<br />
12 3<br />
4<br />
scarti prodotti dalle<br />
attività di recupero e<br />
smaltimento, nonchè<br />
da attività di bonifica.<br />
Come ormai sappiamo,<br />
il nostro Paese<br />
identifica un polo<br />
europeo industriale del<br />
riciclo, con oltre due<br />
terzi dei rifiuti speciali<br />
che confluiscono in<br />
operazioni di recupero,<br />
ma l’export registra un<br />
+ 13,4% di cui un 25% è<br />
diretto al recupero<br />
energetico e<br />
discariche.<br />
Anche la produzione di<br />
fanghi da depurazione<br />
civile è aumentata di<br />
circa 280.000<br />
tonnellate rispetto al<br />
2018: ma la maggior<br />
parte di essi viene<br />
ancora avviato a<br />
smaltimento e non a<br />
recupero. Bene ma non<br />
benissimo. Le sfide<br />
sono ancora tante!<br />
Ecopneus<br />
Haaaaappyyyy Birthdayyyy!<br />
Un decennio e non sentirlo.<br />
Dal 2011, con un impegno<br />
capillare su tutto il territorio<br />
nazionale, Ecopneus ha gestito 2.220.090<br />
tonnellate di Pneumatici Fuori Uso (come il<br />
peso di 20 super portaerei), 130 mila tonnellate<br />
in più rispetto agli obiettivi di legge (+6% in<br />
media ogni anno) ed effettuato oltre 700 mila<br />
missioni di raccolta presso circa 25 mila<br />
gommisti registrati su tutto lo stivale.<br />
In dieci anni di attività, il 48% dei PFU raccolti è<br />
stato destinato al recupero di energia, mentre<br />
il 52% è stato avviato al recupero di materia<br />
per produrre principalmente granuli e polverini<br />
di gomma impiegati nei diversi settori<br />
applicativi: pavimentazioni sportive (50%),<br />
manufatti e componenti (29%), articoli in<br />
gomma (8%), isolanti acustici per edilizia (7%)<br />
e asfalti a bassa rumorosità (3%).<br />
Come ha dichiarato il nuovo Direttore Generale<br />
di Ecopneus Federico Dossena: “Negli anni<br />
Ecopneus si è fortemente impegnata per lo<br />
sviluppo della gomma riciclata, un materiale<br />
elastico, resistente all’usura, agli agenti<br />
atmosferici e chimici, che se inserita in un<br />
circuito virtuoso come quello che abbiamo<br />
costruito può fare davvero la differenza e<br />
contribuire all’economia circolare di molti<br />
settori, dall’edilizia, all’industria, allo sport, alle<br />
infrastrutture”.<br />
12 3<br />
4<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
WASTE AWARD<br />
NEWS<br />
PRIMO PIANO<br />
9<br />
Marco Comelli<br />
Riciclare e demolire<br />
una nave identifica<br />
uno dei massimi<br />
esempi di circolarità<br />
(oltre il 98% in peso<br />
viene riciclato<br />
o riusato). Purtroppo<br />
però, sono<br />
operazioni carenti<br />
in merito a<br />
sostenibilità sociale<br />
ed ambientale. Con<br />
la demolizione della<br />
Costa Concordia, il<br />
cantiere genovese<br />
San Giorgio al Porto<br />
e SAIPEM hanno<br />
applicato un<br />
protocollo di lavoro<br />
specifico per farlo in<br />
maniera sostenibile.<br />
Un aspetto<br />
che ripaga, visti gli<br />
ultimi investimenti<br />
coraggiosi del<br />
cantiere genovese.<br />
Cestino d’oro<br />
Il nostro “premio” di questo numero va non a un’invenzione<br />
ma a un metodo, e al coraggio imprenditoriale di volerne fare<br />
un business. In altra parte della rivista trovate il primo di una serie<br />
di articoli relativo alla demolizione ed al riciclo navale, uno dei trionfi<br />
della circolarità, ma anche una delle pratiche più critiche dal punto<br />
di vista della sostenibilità ambientale e sociale. Qui premiamo<br />
il positivo: la dimostrazione che sia fattibile sotto tutti gli aspetti<br />
Un evviva quindi per la San Giorgio al<br />
Porto di Genova che è nota per avere,<br />
insieme a SAIPEM, demolito la Costa<br />
Concordia, con un protocollo di lavoro ad hoc<br />
per il riciclo sostenibile, un progetto durato tre<br />
anni con un impiego di 350 lavoratori al suo<br />
picco, e terminato nel 20<strong>17</strong>. Il Cestino d’Oro va<br />
però al cantiere genovese, unico operatore italiano<br />
iscritto nel registro dei demolitori e nella<br />
lista europea dei cantieri di riciclo, per avere<br />
avviato la prima serie di demolizioni<br />
in Italia di navi in<br />
attuazione della normativa<br />
europea di riciclo navale, in<br />
vigore dal dicembre 2013.<br />
E lo sta facendo molto be -<br />
ne. I lavori sono iniziati il<br />
primo luglio, su tre navi definite<br />
“navi rifiuto”, da anni attraccate nel Porto<br />
di Genova. Per la cronaca si tratta del cargo<br />
Sentinel e della cisterna Theodoros, entrambe<br />
di proprietà demaniale dopo che per varie ragioni<br />
(sequestro, abbandono da parte dell’armatore)<br />
erano state sottratte ai proprietari.<br />
Per queste due navi la società ha vinto un bando<br />
pubblico. La terza è invece più significativa<br />
per capire le intenzioni di San Giorgio al Porto.<br />
Si tratta infatti della nave cementiera Mar<br />
Demolire e riciclare navi,<br />
con il giusto metodo,<br />
ora diventa eticamente<br />
e ambientalmente corretto<br />
Grande, acquistata nel 2019 di propria iniziativa<br />
direttamente dall'armatore, Italcementi.<br />
San Giorgio al Porto dimostra quindi di credere<br />
nella possibilità di riciclare navi in Europa e nel<br />
Mediterraneo in modo anche economicamente<br />
sostenibile, tant’è che ha avviato con la livornese<br />
F.lli Neri una joint venture, la Piombino<br />
Industrie Marittime, che ha acquisito la concessione<br />
demaniale sino al 2041 per 120 mila<br />
metri quadrati, di cui <strong>17</strong> mila a mare, nel porto<br />
di Piombino, con due banchine<br />
per un totale di 480<br />
metri lineari e un pescaggio<br />
di 20 metri. L’area sarà destinata<br />
a demolire, ma anche<br />
costruire e riparare<br />
navi. Gli investimenti diretti<br />
programmati da PIM sono<br />
di oltre 16 milioni entro il 2023, con un organico<br />
di personale a regime di 80 unità, senza contare<br />
le ricadute sull'indotto.<br />
Un investimento coraggioso, visti gli economics<br />
del riciclo navale, e la fortissima posizione competitiva<br />
della Turchia, che ormai, con i propri<br />
cantieri della baia di Aliaga, grazie al boom delle<br />
demolizioni di navi da crociera, è a un passo<br />
dal Pakistan per numero di navi riciclate.<br />
ARREMBA SAN ZORZO!<br />
l<br />
Una visione<br />
avanguardistica<br />
Tutto pronto per la nuova edizione<br />
del Simposio Sardinia. Si svolgerà in forma<br />
ibrida, dando la possibilità ai più<br />
di partecipare e usufruire dei contenuti online<br />
La prossima edizione del Simposio Sar -<br />
dinia, organizzata dall'IWWG - Inter na -<br />
tional <strong>Waste</strong> Working Group, si svolgerà<br />
dall'11 al 15 ottobre <strong>2021</strong> presso il meraviglioso<br />
Forte Village Resort a S. Margherita di Pula (CA),<br />
sulla costa sud della Sardegna.<br />
Come previsto, l’evento si terrà in forma ibrida,<br />
sia in presenza sia virtuale, così da consentire<br />
la partecipazione dei delegati interessati provenienti<br />
da diversi Paesi che potranno seguire<br />
il convegno da remoto e accedere a tutti i contenuti<br />
online anche post evento.<br />
Il Sardinia <strong>2021</strong> includerà sessioni orali parallele,<br />
workshop e laboratori pratici, presentazioni<br />
poster, incontri business e un'esposizione<br />
commerciale di aziende che operano<br />
nel settore della gestione dei rifiuti.<br />
Per questa nuova edizione, sono previsti nuovi<br />
format, nuove tipologie di sessioni e numerosi<br />
contenuti multimediali che andranno ad aggiungersi<br />
alle tradizionali sessioni arricchendo<br />
il programma, rendendolo innovativo e coinvolgente.<br />
Tra le novità più attese, le visite tecniche<br />
virtuali all'interno degli impianti più importanti<br />
del mondo.<br />
Per chi non l’avesse ancora fatto, può inviare<br />
un abstract o proposte di workshop sulle ultime<br />
calls aperte:<br />
<strong>Waste</strong> Management and Climate Change;<br />
<strong>Waste</strong> Management in Emergencies; Landfill<br />
Mining; Novelties in plastics and bio plastics<br />
management; Natural based solutions in <strong>Waste</strong><br />
Management; Sustainable landfilling for closing<br />
the material loop; Long term landfill aftercare;<br />
Gestione sostenibile delle vecchie discariche<br />
(sessione italiana). Tutti i lavori presentati durante<br />
il Sardinia <strong>2021</strong> saranno pubblicati in versione<br />
digitale negli Atti del Simposio (con un<br />
ISSN e ISBN dedicato), e resi disponibili a tutti<br />
gli iscritti all'inizio del convegno. Gli articoli più<br />
rilevanti saranno selezionati dal Comitato<br />
Scientifico del Simposio, sulla base della qualità<br />
scientifica e dell'innovatività dei contenuti presentati,<br />
per la possibile pubblicazione su riviste<br />
accademiche internazionali. Il programma è visibile<br />
sul sito ufficiale.<br />
sardiniasymposium.it<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
10 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
PUNTI COSPICUI<br />
STRATEGIE IN EVOLUZIONE<br />
PRIMO PIANO<br />
11<br />
Upcycling e Downcycling<br />
Federica Lugaresi<br />
wow<br />
bleah!<br />
L’orto di Nemo<br />
L’idea non è neanche<br />
malvagia. Ma la comodità e la<br />
praticità? Bah….<br />
Dopo gli orti in città e sul<br />
balcone, sono arrivati quelli<br />
sottomarini. L’idea consiste in<br />
5 serre subacquee, fatte con<br />
cupole di plexiglass installate<br />
tra gli 8 e i 10 metri di<br />
profondità, e dotate di un<br />
sistema (chiuso e a<br />
temperatura costante) in<br />
La rubrica che mette in evidenza le cose interessanti<br />
del momento ma anche del futuro, in antitesi con baggianate<br />
sapienti e idee fuori moda o che hanno stancato<br />
In mare, pale eoliche<br />
per Saipem?<br />
L’interesse di Saipem verso<br />
nuove tecnologie – alla base<br />
di sviluppi futuri di business<br />
e di investimenti in progetti<br />
legati alla transizione<br />
energetica – è coerente con<br />
la firma del recente accordo<br />
con Naval Energies.<br />
L’operazione ha sancito<br />
infatti l’acquisizione nel<br />
know-how ingegneristico<br />
della società francese,<br />
relativamente alle unità<br />
flottanti, in diritti di<br />
proprietà intellettuale e<br />
circa 30 risorse con<br />
competenze di<br />
modellizzazione e<br />
simulazione. Naval<br />
Energies, che vanta<br />
esperienza nel settore da<br />
oltre dieci anni, ha<br />
sviluppato “un concept di<br />
eolico semi -sommergibile<br />
flottante”.<br />
Con questo accordo Saipem<br />
grado di produrre acqua dolce<br />
per evaporazione di quella<br />
marina. La pensata, di Sergio<br />
Gamberini, è quella di<br />
utilizzare le risorse naturali<br />
già disponibili, come la forza<br />
dell’acqua e i raggi del sole<br />
che filtrano attraverso il mare<br />
e le pareti, scaldando l’aria.<br />
Si tratta di agricoltura<br />
idroponica, testata su 45<br />
tipologie di piante differenti<br />
(da erbe aromatiche a verdure<br />
e legumi) che rappresenta una<br />
soluzione per tutti quei paesi<br />
che non hanno grandi risorse<br />
di acqua dolce. Va anche<br />
detto, che nell’orto<br />
sottomarino non esistono<br />
amplia il proprio portafoglio<br />
di tecnologie e si posiziona<br />
nella gara per<br />
l’assegnazione del progetto<br />
eolico flottante offshore di<br />
Groix & Belle-Ile.<br />
Una combinazione vincente<br />
quella dell’energia del<br />
vento, con le competenze e<br />
le risorse di Saipem nelle<br />
costruzioni offshore, in<br />
aggiunta all’esperienza<br />
nell’energia eolica flottante<br />
di Naval Energies, che fa<br />
nascere così un nuovo<br />
player leader nel settore<br />
dell’eolico in mare aperto.<br />
Sembra proprio che il vento<br />
soffi a favore di<br />
questa industria<br />
mooooolto<br />
promettente!<br />
parassiti, e quindi non è<br />
necessario utilizzare pesticidi.<br />
Sì… ma i costi????<br />
Mi manca il basilico.<br />
Infilo la muta e<br />
scendo a<br />
recuperarlo.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Roma e i suoi rifiuti,la storia<br />
degli impianti che mancano<br />
Impianti di trattamento dell’organico, impianti di selezione<br />
della differenziata e un termovalorizzatore: questo serve all’Urbe<br />
per diventare autosufficiente nella gestione degli RSU<br />
Roma e i rifiuti, una relazione complicata.<br />
Eppure, il punto è evidente: se si vuole<br />
rendere la capitale autosufficiente in termini<br />
di gestione e smaltimento rifiuti e portare<br />
la raccolta differenziata all’80% e quella dell’organico<br />
al 70%, serve una dotazione impiantistica.<br />
Deficit di impianti<br />
Un waste management secondo standard efficienti<br />
richiederebbe per Roma almeno 2-3 impianti<br />
di trattamento dell’organico di dimensioni<br />
medio-grandi, 5 impianti di selezione della differenziata<br />
e un termovalorizzatore per i residui<br />
il cui riciclo non è sostenibile.<br />
Necessaria anche nuova capacità di gestione<br />
della frazione organica (compostaggio o digestione<br />
anaerobica) tra le 200 e le 250.000<br />
ton/anno circa e impiantistica aggiuntiva per la<br />
selezione dei materiali della Raccolta Dif -<br />
ferenziata per circa 500.000 ton/anno.<br />
I residui non riciclabili necessitano poi di capacità<br />
di termovalorizzazione per circa 350-<br />
400.000 ton/anno. Un po’ meno di quelli di<br />
Milano, Bre scia o Napoli (Acerra), ma a patto<br />
che si raggiungano davvero i livelli di differenziata<br />
ipotizzati sopra.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Alessandro Marangoni<br />
Alessandro Marangoni, economista<br />
e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />
Althesys, società professionale indipendente<br />
specializzata nella consulenza strategica<br />
e nello sviluppo di conoscenza.<br />
Opera con competenze di eccellenza nei<br />
settori chiave di ambiente, energia,<br />
infrastrutture e utility, nei quali assiste<br />
imprese e istituzioni.<br />
L'attuale situazione di Roma<br />
Roma produce oltre 1,7 milioni di tonnellate di<br />
rifiuti urbani e sconta un livello di raccolta differenziata<br />
inferiore alla media nazionale (47% contro<br />
61% nel 2019), rimanendo molto lontana dai<br />
migliori casi italiani, che si avvicinano al 90%.<br />
Migliora poi molto lentamente rispetto al resto<br />
dell’Italia, con la RD che in un quinquennio è passata<br />
dal 40% al 47%, mentre il Paese nel suo<br />
complesso passava dal 47,5% al 61,3%.<br />
Il quadro nazionale<br />
Secondo l’ultimo WAS Report, nel 2019 le maggiori<br />
230 aziende del waste management (raccolta,<br />
trattamento, smaltimento e selezione rifiuti<br />
urbani) hanno registrato un valore di produzione<br />
pari a 11,7 miliardi di euro, con un aumento dei<br />
rifiuti gestiti (+6,4%) e degli investimenti (+4,1%),<br />
rispetto al 2018.<br />
Le Top 120 – pubbliche e private che coprono il<br />
56% dei Comuni italiani, servono circa il 70% degli<br />
abitanti e raccolgono il 76% dei rifiuti urbani<br />
– hanno investito il 5,7% del loro valore di produzione,<br />
mezzo punto in più rispetto all’anno<br />
precedente. Il 60% degli investimenti è stato destinato<br />
alla realizzazione di nuovi impianti e al<br />
miglioramento di quelli esistenti. l<br />
WAS – <strong>Waste</strong> Strategy è il think tank di Althesys dedicato all’analisi della filiera<br />
produzione-consumo del waste management e del riciclo con un approccio integrato,<br />
che unisce la prospettiva aziendale e industriale a una visione di sistema. Lo scopo<br />
è fornire un quadro unitario e proporre strategie d’impresa e politiche di sistema<br />
che integrino i diversi aspetti: ambientali, sociali, industriali, economici, normativi<br />
e tecnologici. Superare approcci parziali e frammentati è infatti fondamentale<br />
per lo sviluppo del settore e per definire le policy migliori per il Paese.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
RECUPERO NAVI DISMESSE<br />
RECUPERO NAVI DISMESSE<br />
PRIMO PIANO<br />
13<br />
Il relitto dove lo metto<br />
Marco Comelli<br />
La demolizione delle navi è una delle attività più antiche<br />
in tema di circolarità. Essendo “oggetti” la cui costruzione<br />
richiede e richiedeva l’impiego di grandi quantità di risorse,<br />
praticamente da sempre ci si è ingegnati per recuperare<br />
i materiali e i particolari che li costituiscono<br />
Oggi la percentuale in peso di una nave<br />
recuperata e riciclata è altissima.<br />
Sempre superiore al 95%, e nei casi di<br />
metodologia avanzate anche del 98%. Si va dall’acciaio<br />
dello scafo all’alluminio delle sovra-<br />
Material Recovered General Cargo Bulk Carries Oil Tankers<br />
Re-Rollable Ferrous Sheets 56-70% 61-75% 72-81%<br />
Meltable Ferrous Scrap 10% 8-10% 5-7%<br />
Cast Iron Scrap 1.5-5% 1.5-2.5% 1.5-3%<br />
Non-ferrous Metals 0.5-1% 0.50% 0.5-2%<br />
Weight Loss 9-15% 10-16% 10-12%<br />
Machinery 4-8% 1-6% 0.5-2%<br />
Scomposizione<br />
in peso<br />
dei materiali<br />
e componenti<br />
di una nave.<br />
Lo spiaggiamento<br />
di una nave identifica<br />
la modalità<br />
di demolizione<br />
ad oggi più utilizzata.<br />
strutture, sino agli arredi e agli infissi. Poi ci sono<br />
i motori, le eliche, le scialuppe, l’elettronica, i<br />
cavi elettrici, i circuiti idraulici…<br />
Le norme di riferimento<br />
Questo trionfo di circolarità non impedisce<br />
al settore della demolizione navale di essere<br />
tra i più critici per quanto riguarda l’impatto<br />
ambientale delle attività e della sicurezza. A<br />
livello internazionale, la sicurezza ed il riciclo<br />
sono normati da una serie di convenzioni internazionali,<br />
recepite e a livello di singoli stati.<br />
La Convezione di Basilea del 1989 regola i<br />
controlli oltrefrontiera dei rifiuti<br />
pericolosi e della loro eliminazione.<br />
E stata recepita a livello<br />
UE nel 2006 con il regolamento<br />
n. 1013. Attiene alle navi perché<br />
le attività di demolizione dei una<br />
nave creano rifiuti pericolosi (es.<br />
amianto di uno scafo, oli esausti,<br />
acque contaminate).<br />
Mirata alla demolizione navale<br />
è invece la Convenzione di Hong Kong (HKC)<br />
del 2009 dell’Imo (International Maritime<br />
Orga ni zation), che definisce i metodi di riciclo<br />
in modo sicuro e sostenibile per l’ambiente.<br />
Le principali regole previste dalla convenzione<br />
sono: la compilazione, l’aggiornamento e<br />
la presenza a bordo di ogni nave con un tonnellaggio<br />
superiore alle 500 tonnellate della<br />
lista dei materiali pericolosi presenti a bordo;<br />
la realizzazione di una lista dei cantieri di demolizione<br />
e riciclo: la realizzazione per ogni<br />
nave avviata alla demolizione di un piano specifico.<br />
La convenzione non è ancora entrata<br />
in vigore. Le condizioni perché questo avvenga<br />
sono: la ratifica di almeno 15 Paesi le cui<br />
flotte di bandiera rappresentino il 40% del<br />
tonnellaggio lordo del naviglio mondiale e<br />
una media del 3% del tonnellaggio navale riciclato<br />
nei precedenti 10 anni. Ad oggi solo<br />
la prima condizione è stata raggiunta. <strong>17</strong><br />
Paesi hanno ratificato la convenzione, con il<br />
29,42% del tonnellaggio mondiale e complessivamente<br />
meno dell’1% del tonnellaggio riciclato.<br />
A sorpresa nel 2019 l’India ha ratificato<br />
la convenzione ed ha emanato una<br />
legislazione sulle demolizioni navali molto<br />
avanzata rispetto ai concorrenti. Si è trattato<br />
di una mossa competitiva, mirata ad attrarre<br />
navi provenienti da bandiere dell’Unio ne<br />
Europea. 90 dei 150 cantieri demolitori<br />
Indiani, concentrati in una striscia costiera<br />
di 20 km di lunghezza nei pressi di Alang, nel<br />
Gujarat, sono certificati ai sensi della HKC.<br />
L’Unione Europea nel 2013 ha recepito il contenuto<br />
della HKC nelle sue linee fondamentali<br />
(lista dei materiali, lista dei cantieri, piano<br />
di demolizione) con alcune differenze. Il regolamento<br />
n. 1257/2013 stabilisce una serie<br />
di regole per le navi battenti bandiera europea,<br />
armatori europei, cantieri che desiderano<br />
riciclare navi europee e identifica le autorità<br />
o amministrazioni competenti. Inoltre,<br />
la lista dei materiali pericolosi è più ampia.<br />
L’entrata in vigore del regolamento europeo<br />
ha coinciso con la crescita della quota di mercato<br />
dei Paesi in cui l’attività di demolizione<br />
viene effettuata con “distrazione” nei confronti<br />
dell’ambiente e dei lavoratori. Nel 2013,<br />
(secondo i dati della NGO Shipbreaking<br />
Platform), India, Pakistan e Bangladesh rappresentavano<br />
il 53% delle 1213 navi demolite<br />
a livello mondiale. Nel 2020, la percentuale<br />
è salita al 71% delle 630 navi totali. Se si aggiunge<br />
la Turchia, la quota delle prima quattro<br />
nazioni sfiora l’86% del totale per numero<br />
di navi e il 97% in termini di tonnellaggio (vedi<br />
grafico).<br />
Discrepanze…<br />
Se si comparano i dati di cui sopra con le quote<br />
di mercato delle costruzioni navali e nelle flotte<br />
commerciali, è evidente che manchi corrispondenza.<br />
C’è quindi un piccolo gruppo di Paesi che<br />
si è specializzato nella demolizione ed il riciclo.<br />
Le motivazioni, varie e complesse si possono<br />
alla fine riassumere in una che le assomma tut-<br />
Una petroliera<br />
in demolizione presso<br />
Gadani in Pakistan.<br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
14 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
RECUPERO NAVI DISMESSE<br />
RECUPERO NAVI DISMESSE<br />
PRIMO PIANO<br />
15<br />
Una porzione<br />
della zona dei cantieri<br />
di Alang (India)<br />
vista da satellite.<br />
Prezzi relativi<br />
a rottami navali<br />
“secchi” e “bagnati”.<br />
Fonte: Allied<br />
Shipbroking Inc.<br />
te, come derivata: convenienza economica.<br />
Basta dare un’occhiata al grafico dei prezzi offerti<br />
per le navi mercantili “secche” (rinfuse e container)<br />
e “liquide” (petroliere) per rendersi conto<br />
del differenziale esistente. Gli operatori sudasiatici<br />
possono permettersi di offrire prezzi<br />
doppi rispetto al più vicino concorrente perché<br />
il loro costo del lavoro è bassissimo e i costi regolamentari<br />
e di struttura non sono paragonabili<br />
a quelli del resto del mondo. Ed essendo le navi<br />
tra i grandi manufatti quelli caratterizzati da<br />
un’intrinseca mobilità, il mercato del loro fine<br />
vita è naturalmente globalizzato.<br />
Balene spiaggiate<br />
Nella competitività di queste nazioni, giocano<br />
un ruolo importante le modalità per la demolizione<br />
delle navi. Ad oggi, il più utilizzato<br />
è relativo allo spiaggiamento (beaching), dove<br />
la nave viene mandata a tutta velocità per incagliarsi<br />
nella fascia intercotidale e quindi<br />
trascinata, a macchina o anche a mano, fino<br />
a dove non è più possibile il galleggiamento.<br />
L’operazione di spiaggiamento non è semplice<br />
e nel tempo si sono formati dei capitani<br />
specializzati.<br />
Una volta spiaggiata, tutti i liquidi vengono<br />
scaricati, dal combustibile sino ai fluidi idraulici<br />
e a quelli antincendio. Il tutto viene immediatamente<br />
rivenduto.<br />
Lo stesso avviene per ogni equipaggiamento<br />
o apparecchiatura rimuovibile: motori, tubi,<br />
cavi elettrici, argani, arredamento, infissi.<br />
Dalla vendita di questo materiale deriva la<br />
maggior parte dei profitti.<br />
Arredamento ed infissi vengono venduti sul<br />
mercato locale mentre il resto entra nel circuito<br />
del riuso o dei metalli pregiati (rame,<br />
zinco, ottoname). Molti dei materiali rimossi<br />
in questa fase di denudamento sono tossici,<br />
o possono diventarlo se trattati o smaltiti in<br />
modo scorretto.<br />
L’acciaio di una nave può al 90% essere rilavorato<br />
in questo modo, una tecnica di basso<br />
costo che permette di realizzare manufatti<br />
adatti alle esigenze dei paesi demolitori.<br />
Con questi metodi, si calcola che una squadra<br />
di 50 operai riesca a demolire completamente<br />
una nave da carico di 40.000 tonnellate<br />
in tre mesi.<br />
Esiste una relazione diretta tra domanda locale<br />
di rottame d’acciaio e demolizione navale.<br />
India, Pakistan e Bangladesh sono tutti<br />
importatori netti di rottame. La quota di rottame<br />
da demolizione navale rispetto alla produzione<br />
interna di acciaio varia dal 5%<br />
dell’India (grane produttore di acciaio da ciclo<br />
integrato, ossia da altoforno) al 15% del<br />
Pakistan sino al 50% del Ban gladesh. Lo<br />
stesso avviene per la Turchia, che è sia un<br />
forte consumatore (30 milioni di tonnellate<br />
l’anno) ma anche il maggiore importatore al<br />
mondo di rottame (20 milioni di tonnellate,<br />
di cui la metà proveniente dalla UE).<br />
Sugli stessi livelli di consumo sono Giappone,<br />
Corea e Taiwan ma almeno il primo è diventato<br />
un esportatore netto - come lo sono da<br />
tempo gli USA e buona parte dei Paesi europei,<br />
eccetto l’Italia - che ne consuma 20 milioni<br />
di tonnellate l’anno. Dell’Europa e<br />
dell’Italia parleremo nella seconda parte di<br />
questo articolo.<br />
l<br />
Connessi a nuove<br />
POSSIBILITA’<br />
CON TOMRA INSIGHT<br />
Connessi a nuove<br />
POSSIBILITA’<br />
CON TOMRA INSIGHT<br />
Pezzo dopo pezzo<br />
Una volta ridotta allo scafo e alla sovrastruttura,<br />
la nave viene tagliata in pannelli di acciaio<br />
o alluminio con torce acetileniche, o in<br />
certi casi, frantumata con palle da demolizione.<br />
Le grandi lastre di metallo vengono<br />
poi ridotte in pezzi più piccoli.<br />
I pezzi di forma irregolare vengono inviati alla<br />
fusione, come anche la ghisa, (in peso può<br />
rappresentare anche il 5%), che viene spezzata<br />
a colpi di mazza per renderla più facilmente<br />
trasportabile.<br />
Le lastre di metallo con forma più regolare<br />
vengono rilaminate, a freddo oppure a caldo.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
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per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
16 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
NUOVI MATERIALI<br />
NUOVI MATERIALI<br />
PRIMO PIANO<br />
<strong>17</strong><br />
Truciolare<br />
in Paulonia,<br />
incollato<br />
con colle<br />
ecologiche,<br />
non fenoliche.<br />
Impiallicciatura<br />
di Paulonia<br />
per il compensato<br />
con cui si possono<br />
ottenere arredi,<br />
100% riciclabili<br />
ed eco<br />
compatibili.<br />
Federica Lugaresi<br />
Dalla Cina con furore<br />
Paulonia Tormentosa è una pianta il cui legno è miracoloso.<br />
Leggerissimo, resistente, isolante ma anche capace di assorbire<br />
enormi quantità di CO 2 e disinquinare i terreni con le proprie<br />
radici. C’è già chi ci progetta arredamenti monomaterici…<br />
poliestere, o materiale trattato anche con formaldeide.<br />
L’essenza di paulonia lavorata dalla<br />
Boffi, invece è totalmente ecologica: non viene<br />
essiccata con additivi inquinanti ed anche le vernici<br />
fissanti sono a dispersione acquosa. Il truciolare<br />
(pulito) che si ottiene, può essere quindi<br />
riutilizzato e impiegato come materia prima seconda.<br />
Purtroppo però non esiste ancora una<br />
raccolta differenziata per “isolare” il materiale<br />
in paulonia, la novità è ancora molto fresca e si<br />
dovrebbe lavorare in tal senso.<br />
Super green<br />
Affinchè un prodotto funzioni, deve risultare conveniente<br />
per il consumatore ma anche redditizio<br />
per il produttore. In questo senso,<br />
un ulteriore cerchio in chiusura,<br />
lo ha “disegnato” la Boffi che,<br />
vendendo le piante di Paulonia<br />
al coltivatore, gli garantisce il<br />
riacquisto del legno con l’aggiunta<br />
dei contributi CEE sui<br />
carbon credit (che hanno un<br />
valore oscillatorio tra i 500 -<br />
700/ettaro/all’anno in funzione alle quotazioni di<br />
Borsa).<br />
Il bello (e il buono) di un’essenza certificata… l<br />
Compensato<br />
nautico.<br />
Pianta di sette<br />
anni, pronta<br />
per il taglio<br />
per legno<br />
di classe A+.<br />
Mai come oggi, i materiali devono essere in<br />
grado di rivestire un ruolo chiave per favorire<br />
strategie di durabilità, riparabilità<br />
e riciclabilità dei prodotti. Senza escludere un basso<br />
impatto ambientale.<br />
Sia per un tema di moda, ma anche e soprattutto<br />
per necessità, sono numerose le grandi aziende<br />
che reputano di doversi attivare in tal senso ed<br />
in ottica di sostenibilità.<br />
In casa nostra, Boffi, il produttore brianzolo di<br />
arredi d’alta gamma per cucine e bagno, è arrivato<br />
a creare un’ottima essenza partendo dalla<br />
paulonia, legno mediamente insignificante ma<br />
dalle reali e potenziali interessanti prerogative.<br />
Perché sì<br />
La coltivazione della Paulonia richiede spazi<br />
ridotti ed ha una crescita molto veloce. Nel<br />
complesso il costo di gestione è inferiore, per<br />
esempio, a quello del pioppo, ma nei primi tre<br />
anni richiede una particolare attenzione, che<br />
alla fine del suo ciclo (venti anni), viene comunque<br />
ripagata da una redditività pari al 30/40<br />
per cento in più rispetto ai pioppeti.<br />
La paulonia ha tre grandi prerogative “ecologiche”.<br />
In assoluto è la pianta che assorbe più di<br />
tutte al mondo CO 2 (10 Ton all’anno contro una<br />
media di 3 Ton); le sue foglie attirano il PM10 in<br />
percentuali superiori alla media; e le radici - che<br />
crescono in verticale sino ad una profondità di<br />
1,80 m – aiutano a disinquinare i terreni.<br />
Importanti anche le caratteristiche fisiche di<br />
questa essenza tutta green che, una volta lavorata<br />
come truciolare, parquet, compensato e legno<br />
massello (dopo un processo industriale già<br />
certificato) presenta un peso specifico pari a 3,9<br />
q/m3, equivalente a circa un 25% in meno rispetto<br />
ai legni tradizionali convenzionali.<br />
Un materiale per arredamenti monomaterici, di<br />
facile disassemblamento e, di conseguenza, di altrettanto<br />
semplice recupero e smaltimento.<br />
Arrivato al fine vita, il pezzo di arredamento viene<br />
mandato alle produzioni di truciolare per poter<br />
essere riciclato. Ma qui arriva tutto il recuperato<br />
senza alcuna selezione: viene macinato anche<br />
il verniciato con vernici ipossidiche piuttosto che<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
18 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />
EVENTI IN CALENDARIO<br />
EVENTI IN CALENDARIO ECONOMIA CIRCOLARE 19<br />
Economia Circolare<br />
Ludovica Bianchi<br />
Ecomondo, si<br />
accendono i motori<br />
Quasi ai blocchi di partenza la 24 ma edizione che si svolgerà<br />
dal 26 al 29 ottobre al Quartiere Fieristico di Rimini.<br />
In un’unica piattaforma, tutti i settori dell’economia circolare<br />
Ci eravamo abituati all’appuntamento novembrino,<br />
e invece quest’anno, l’evento di<br />
riferimento in Europa per l’innovazione tecnologica<br />
e industriale, è stato anticipato sul calendario.<br />
E sembra proprio che si svolgerà in presenza.<br />
Dal recupero di materia ed energia allo sviluppo<br />
sostenibile, tutti i settori cardine dell’economia circolare<br />
entreranno nella vetrina della kermesse<br />
riminese.<br />
Anche se in realtà, durante i mesi che l’hanno preceduta,<br />
l’organizzazione di Italian Exhibition Group<br />
ha tenuto alta e viva l’attenzione con un palinsesto<br />
molto fitto di incontri, che si sono susseguiti nelle<br />
“Digital Green Week”.<br />
I webinar della manifestazione<br />
Ovviamente i temi trattati sono stati tutti incentrati<br />
su tematiche “calde”, legate strettamente alla<br />
transizione ecologica ed energetica che dovranno<br />
avviarsi nel nostro Paese, grazie all’applicazione<br />
del NEXT GENERATION UE. Il programma di<br />
“Digital Green Weeks” – messo a punto dai componenti<br />
dei Comitati Scientifici (sia di Ecomondo<br />
che di Key Energy) – come detto sopra, ha proposto<br />
incontri inerenti ai temi di più stretta attualità.<br />
Un esempio su tutti, quello relativo al riciclo del<br />
biowaste (tra ripresa e resilienza). Si tratta infatti<br />
di un settore sempre più strategico sia per il raggiungimento<br />
degli obiettivi fissati dall’Europa sulla<br />
riduzione dei rifiuti, sia per la decarbonizzazione.<br />
Il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) già sta lavorando<br />
per fare passare importanti messaggi ai<br />
ministri di competenza: revamping degli impianti,<br />
riutilizzo dei prodotti e comunicazione alla popolazione<br />
(a cui va spiegato come fare la raccolta per<br />
ottenere una matrice migliore da riciclare). Con<br />
l’obiettivo di raggiungere 300 mln di m 3 di biometano<br />
immessi nella rete (entro il 2025).<br />
Sulla cresta dell’onda, anche il tema relativo alle<br />
bioplastiche; la cui tendenza è quella di procedere<br />
verso un’economia circolare tramite riciclabilità<br />
e riusabilità, riducendone la perdita nell’ambiente,<br />
e creando una vera e propria eco nomia<br />
della plastica stessa dopo il suo utilizzo. In tal senso,<br />
si sta lavorando su packaging in nuovi materiali,<br />
anche in area non food, per dare una ciclicità<br />
totale e non solo una certificazione. Realizzando<br />
insomma, nuovi imballaggi mediante tecnologie<br />
avanzate, che siano non solo compatibili come<br />
costo, ma anche processabili.<br />
Occhi puntati pure sulla tutela e gestione sostenibile<br />
della risorsa idrica. Fondamentale in questo<br />
settore, sviluppare una comprensione integrata<br />
dei sistemi idrici, all’interno dei diversi<br />
contesti sociali ed ambientali; associando un’attività<br />
di sensibilizzazione al corretto utilizzo e riutilizzo<br />
dell’acqua.<br />
Cosa ci aspetta?<br />
Come sempre la kermesse fa da collettore e collante<br />
tra le quattro macro aree che la caratterizzano<br />
e che presidiano tutta la filiera dell’economia<br />
circolare: “dall’ecodesign ed efficienza, al recupero<br />
e valorizzazione ed energia, ai trasporti, alle bonifiche<br />
e riqualificazione di aree contaminate”.<br />
Quindi, Rifiuti e Risorse, Bioeconomia circolare,<br />
Bonifiche e Acqua.<br />
Farà bella mostra la tecnologia che consente<br />
soluzioni innovative nella gestione integrata e<br />
valorizzazione dei materiali, consentendo di aumentare<br />
l’efficienza dei processi di lavorazione;<br />
aprendo così nuove opzioni di recupero e immettendo<br />
sul mercato le materie prime seconde che<br />
rispondono al fabbisogno (sempre crescente) da<br />
parte dell’industria manifatturiera.<br />
Sempre più imprescindibile, l’ecodesign nella fase<br />
di progettazione dell’oggetto, che permette la massima<br />
durata del bene nel tempo.<br />
Ma non mancheranno neanche i nuovi brevetti<br />
e le eccellenze del mercato dei veicoli per l’igiene<br />
urbana e raccolta e smaltimento rifiuti (solidi e<br />
liquidi).<br />
Per il settore bioeconomia circolare, saranno presenti<br />
le aziende che sviluppano biopolimeri, bioplastiche,<br />
i produttori di trasformatori della materia<br />
proveniente da scarto organico, le bioraffinerie e<br />
i produttori di impianti per compostaggio e digestione<br />
anaerobica.<br />
Mentre i temi dell’acqua e dell’utilizzo sostenibile<br />
della risorsa idrica trovano la propria vetrina speciale<br />
in Global Water Expo.<br />
Si tratta della sezione dedicata alla filiera del servizio<br />
idrico integrato e ciclo delle acque, con focus<br />
sul riuso efficiente industriale o irrigato (ovviamente<br />
applicato all’ economia circolare in senso stretto),<br />
con il recupero sostenibile e riuso di energia nello<br />
scenario nazionale ed europeo.<br />
l<br />
Schermate<br />
relative<br />
al webinar<br />
sul riciclo<br />
del biowaste.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
20 ECONOMIA CIRCOLARE NEWS<br />
NEWS<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
21<br />
L’energia del futuro<br />
HBI ha installato nel depuratore di Bolzano<br />
il suo primo modulo industriale per<br />
la valorizzazione dei fanghi di depurazione.<br />
Tanti i benefici che ne conseguono, in primis<br />
acqua pulita e produzione di energia rinnovabile<br />
Eliana Puccio<br />
Ricetta giusta<br />
n Resistente come la<br />
plastica ma fatto con gusci<br />
di noci e uova.<br />
Parliamo dell'idea di Rania<br />
Elkalla, giovane designer<br />
egiziano di materiali, ma<br />
che vive a Berlino. Nel<br />
2010 inizia a fare delle<br />
ricerche per la tesi di<br />
laurea sui gusci d'uovo e di<br />
noce, e biopolimeri di<br />
origine vegetale.<br />
Così inizia a lavorare per la<br />
sua tesi di laurea presso<br />
l’Università tedesca del<br />
Cairo, facendo diverse<br />
ricerche.<br />
Il suo scopo era quello di<br />
dare vita a un materiale<br />
100 per cento sostenibile e<br />
biodegradabile, che non si<br />
decomponesse o si<br />
rompesse rapidamente<br />
durante l’uso.<br />
Ekalla fonda così “Shell<br />
homage”, una start up che<br />
produce materiali che<br />
sostituiscono la plastica.<br />
A Bolzano un impianto<br />
green per<br />
il trattamento<br />
dei fanghi<br />
di depurazione.<br />
La tecnologia<br />
sviluppata<br />
e brevettata da HBI,<br />
è un esempio concreto<br />
di sistema circolare<br />
e sostenibile.<br />
Tra i benefici, acqua<br />
pulita ed energia<br />
rinnovabile.<br />
HBI (Human Bio Innovation), società che<br />
progetta soluzioni industriali innovative<br />
per l’implementazione dell’economia<br />
circolare, ha installato nel depuratore di<br />
Bolzano il suo primo modulo industriale per<br />
la valorizzazione dei fanghi di depurazione.<br />
La tecnologia sviluppata e brevettata da HBI<br />
è un esempio di economia circolare e sostenibile<br />
caratterizzato da due processi innovativi<br />
per il trattamento di residui biodegradabili, altrimenti<br />
destinati a discarica o incenerimento.<br />
Consente di trasformare un comune depuratore<br />
delle acque in una bioraffineria poligenerativa,<br />
generando importanti benefici quali<br />
l'estrazione di acqua pulita, produzione di<br />
energia rinnovabile, recupero di "chemicals",<br />
riduzione degli scarti finali del 90% con un risparmio<br />
economico rilevante, sterilizzazione<br />
dei materiali residui, con completa eliminazione<br />
della carica batterica, virale e dei residui<br />
di farmaci e ormoni.<br />
"La tecnologia HBI® - dichiarano Daniele<br />
Basso e Renato Pavanetto, fondatori di HBI -<br />
è una rivoluzione nel trattamento dei fanghi<br />
di depurazione per i quali l’Unione Europea ha<br />
aperto una serie di procedure di infrazione nei<br />
confronti del nostro Paese, l’ultima delle quali<br />
è del 20<strong>17</strong>. Ogni cittadino “produce” quasi 20<br />
kg di fanghi all’anno e recuperare il “tesoro”<br />
racchiuso in questi fanghi, trasformandoli in<br />
risorsa, è un vantaggio strategico a 360 gradi.<br />
Il nostro sistema ha un’altra importante caratteristica<br />
distintiva che è quella di avere dimensioni<br />
compatte e può essere aggiunto ad<br />
impianti già esistenti sui territori, come la rete<br />
dei depuratori comunali, con estrema facilità,<br />
permettendo loro di diventare a tutti gli effetti<br />
un impianto a rifiuto zero".<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
22 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />
RICICLO LEGNO<br />
RICICLO LEGNO ECONOMIA CIRCOLARE 23<br />
Economia Circolare<br />
Esempi<br />
di imballaggi<br />
di uso comune<br />
in legno.<br />
Federica Lugaresi<br />
Se Geppetto sapesse...<br />
Il riciclo del legno identifica un esempio virtuoso di economia<br />
circolare che genera vantaggi economici e ambientali.<br />
Nel nostro Paese, col recupero e riuso degli imballaggi<br />
in questo materiale, si supera il target fissato dall’UE<br />
Materia prima bio-economica per eccellenza,<br />
il 97 per cento del legno a<br />
fine vita diventa nuova materia per l’industria<br />
del legno-arredo. Un percorso apparentemente<br />
semplice che, nella realtà, si presenta<br />
invece come un sistema articolato e<br />
complesso, gestito da Rilegno (consorzio ambientale<br />
per il recupero ed il riciclo degli imballaggi<br />
in legno).<br />
Indispensabile<br />
Stiamo parlando di un materiale naturale, so-<br />
stenibile per definizione e riciclabile all’infinito.<br />
Come nota green, aggiungiamo che ha la capacità<br />
di assorbire anidride carbonica (in vita)<br />
e di congelare quella “stoccata” evitandone<br />
l’emissione in atmosfera pari a 1,9 milioni di<br />
tonnellate.<br />
Pallet, imballaggi industriali, ortofrutticoli e per<br />
alimenti costituiscono la maggior parte di tutto<br />
il materiale ligneo riciclato; a cui si aggiungono<br />
638.000 tonnellate provenienti dalla raccolta<br />
urbana differenziata (quindi vecchi mobili, cassette<br />
per la frutta o per vini e liquori).<br />
La filiera gestita da Rilegno è costituita da 1.979<br />
consorziati, 421 piattaforme di raccolta private,<br />
15 impianti di riciclo, 4.549 Comuni convenzionati<br />
e serve una popolazione di 42 milioni di<br />
abitanti.<br />
Nell’anno del Covid<br />
Photo credit Francesco Falciola<br />
Il sistema del Consorzio ha “tenuto botta” anche in piena<br />
emergenza sanitaria. Secondo i dati diffusi da Rilegno, nel<br />
2020 sono state 1.841.000 le tonnellate di legno raccolte ed<br />
avviate a riciclo (nonostante le contrazioni del primo lockdown),<br />
pari a un – 6,4% rispetto al 2019.<br />
La Lombardia si piazza al primo posto con la raccolta di<br />
474.104 tonnellate (26% del totale), seguita dall’Emilia<br />
Romagna con 252.514 t e dal Piemonte con 165.805 t.<br />
“Possiamo dire che la crisi dovuta alla pandemia vissuta in<br />
questi lunghi mesi non ha fermato il riciclo del legno”, ha<br />
dichiarato Nicola Semeraro, Presidente di Rilegno, “e il nostro<br />
Consorzio ha sempre continuato a operare garantendo<br />
la raccolta e l’avvio al riciclo del legno in tutta Italia. Ora guardiamo<br />
al futuro ancor più convinti che la sostenibilità e la<br />
circolarità siano valori chiave per lo sviluppo e il legno è certamente<br />
la risposta migliore per un’economia che vada di<br />
pari passo con il rispetto dell’ambiente”.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
24 ECONOMIA CIRCOLARE<br />
RICICLO LEGNO<br />
Nicola Semeraro,<br />
Presidente<br />
di Rilegno.<br />
Raccolta e riciclo<br />
legno operata<br />
da Rilegno<br />
(2015- 2020).<br />
Si noti nel 2020<br />
la flessione<br />
dovuta all’anno<br />
di pandemia.<br />
Si parte da qui<br />
È nelle piattaforme convenzionate col Con -<br />
sorzio (e diffuse su tutto il territorio) che avviene<br />
la raccolta degli imballaggi e il conseguente<br />
processo di riduzione in volume tramite pressatura,<br />
frantumazione e cippatura.<br />
Successivamente il legno viene convogliato nei<br />
centri di raccolta, ubicati per lo più nel nord<br />
Italia, ed è qui che avviene il processo di riciclo<br />
che dà il via a nuova materia e quindi a nuovi<br />
prodotti. Il 97% del materiale legnoso riciclato<br />
sarà la base per creare pannelli truciolari (indispensabili<br />
per l’industria del mobile, complementi<br />
d’arredo e rivestimenti per interni ed<br />
esterni); mentre il resto si trasforma in pannelli<br />
OSB, pallet block, blocchi di legno cemento per<br />
l’edilizia, pasta di legno destinata alle cartiere<br />
e compost.<br />
Due recenti ricerche del Politecnico di Milano condotte nel<br />
2019/2020 testimoniano che il sistema (filiera riciclo + filiera<br />
rigenerazione pallet) genera un impatto economico e occupazionale,<br />
con oltre 10mila posti di lavoro.<br />
Moneta di scambio<br />
Tra mittente e destinatario, spesso il pallet viene<br />
considerato come oggetto di baratto in<br />
quanto “moneta di legno”. Oggi risulta impossibile<br />
fare a meno di questo imballaggio, poiché<br />
si sono modificati i paradigmi della logistica e<br />
conseguenti modus operandi (movimentazione,<br />
stoccaggio e trasporto delle merci).<br />
Una fase importante nella sostenibilità degli<br />
imballaggi, è proprio quella relativa alla rigenerazione<br />
e riutilizzo, in cui ogni singolo imballaggio<br />
viene verificato e riparato con lo scopo<br />
di essere reimmesso nuovamente sul mercato<br />
alfine di essere riutilizzato.<br />
Relativamente ai pallet in legno, la filiera di rigenerazione<br />
ha raggiunto un’importante caratura:<br />
sono 827.000 tonnellate (equivalenti a<br />
oltre 60 milioni di pallet usati) rigenerate e immesse<br />
al consumo.<br />
Un sistema di recupero, che in Italia ha consentito<br />
di raggiungere una percentuale del<br />
64,68% nel riciclo degli imballaggi in legno. Ed<br />
un numero che supera abbondantemente il<br />
target fissato dall’Unione Europea al 30% entro<br />
il 2030.<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
26 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />
DESIGN E RECYCLING<br />
DESIGN E RECYCLING ECONOMIA CIRCOLARE 27<br />
Economia Circolare<br />
Eliana Puccio<br />
Due preposizioni green<br />
Il progetto PolyCE promuove l’utilizzo di plastica riciclata<br />
nelle nuove Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.<br />
Le innovazioni proposte ridisegneranno il paradigma<br />
di recupero dei RAEE per produrre plastiche sostenibili<br />
Un mondo senza plastica è impensabile<br />
oggigiorno, e per la maggior parte di<br />
noi, è diventata parte della vita quotidiana.<br />
Nell'arco di circa settant'anni, la produzione<br />
di plastica è passata da 1,5 milioni di<br />
tonnellate nel 1950 a 368 milioni di tonnellate<br />
nel 2019. Ad oggi in Europa, l'industria delle<br />
materie plastiche ha un fatturato annuo di oltre<br />
360 miliardi di euro e il settore impiega più<br />
di 1,6 milioni di persone.<br />
Nella realizzazione del design di un prodotto,<br />
l'80% dell'impatto ambientale viene determinato<br />
in fase di progettazione.<br />
Il progetto PolyCE, eseguito tra il 20<strong>17</strong> e il 2020<br />
(e finanziato dal Programma Horizon 2020),<br />
si pone l’obiettivo di promuovere l’utilizzo di<br />
plastica riciclata nelle nuove Apparecchiature<br />
Elettriche ed Elettroniche. Le innovazioni proposte<br />
ridisegneranno l’intero sistema di riciclaggio<br />
e di recupero dei RAEE al fine di produrre<br />
plastiche post consumo sostenibili, sia<br />
dal punto di vista ambientale che economico,<br />
e di elevata qualità.<br />
Esistono due approcci di design - complementari<br />
tra loro - che mirano a migliorare la circolarità<br />
di prodotti e materiali.<br />
Design for recycling mostra come, già durante<br />
le fasi di sviluppo del prodotto, sia necessario<br />
tenere conto del fine vita dello stesso così da<br />
poter adottare delle strategie che facilitino il<br />
corretto riciclo dei materiali in esso contenuti,<br />
o il riutilizzo dell’apparecchiatura.<br />
Il Design from recycling, studia invece come<br />
introdurre plastiche riciclate all’interno delle<br />
nuove apparecchiature, ottenendo prodotti finiti<br />
di ottima qualità, minimizzando i rischi di<br />
insuccesso.<br />
Consiglio del 4 luglio 2012 sui Rifiuti di Apparec -<br />
chiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) sono:<br />
apparecchiature per lo scambio di temperatura;<br />
schermi e monitor, attrezzatura per illuminazione,<br />
grandi elettrodomestici (lavatrici, frigoriferi),<br />
piccoli elettrodomestici, attrezzature informatiche<br />
per le telecomunicazioni (computer,<br />
stampanti). Come dicevamo prima, esistono due<br />
principali approcci progettuali. Vediamo nello<br />
specifico in cosa consistono.<br />
Nella<br />
realizzazione<br />
del design<br />
di un prodotto,<br />
l'80 per cento<br />
dell'impatto<br />
ambientale viene<br />
calcolato in fase<br />
di progettazione.<br />
Sei categorie<br />
Il flusso di rifiuti derivanti dalle apparecchiature<br />
elettriche ed elettroniche è stato suddiviso<br />
dall'UE in sei categorie.<br />
Il trattamento dei rifiuti in ciascuna categoria<br />
richiede passaggi diversi, e le sei classi aiutano<br />
ad organizzare i flussi e i processi di riciclaggio.<br />
Di conseguenza, l'immissione dei rifiuti destinati<br />
al recupero, è chiaramente organizzata sulla<br />
base di quanto sopra. Il vantaggio è che la lavorazione<br />
diventa più semplice e i flussi di rifiuti<br />
raggruppati contengono una varietà minore in<br />
termini di tipologia di materiale. Le categorie di<br />
rifiuti così come definite dalla Direttiva 2012 -<br />
2019/UE del Parlamento Eu ropeo e del<br />
“For” o “From”<br />
Per fare una scelta tra "per o da" è necessario<br />
conoscere il contesto in cui i due devono essere<br />
considerati. Se osserviamo l'intero ciclo di vita<br />
di un prodotto, possiamo distinguervi due<br />
"mondi": il "mondo" relativo allo sviluppo del<br />
prodotto che punta sull'ideazione, lo sviluppo<br />
e la produzione dello stesso. Qui designer (ingegneri,<br />
stampatori, produttori e consumatori)<br />
collaborano per creare elaborati di valore. E<br />
poi il “mondo” del recupero dei materiali, che<br />
si concentra sul fine vita del prodotto e prevede<br />
la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti. In questo<br />
caso, comuni, raccoglitori e trasformatori di<br />
rifiuti creano valore dai rifiuti. La scelta di una<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
28 ECONOMIA CIRCOLARE<br />
DESIGN E RECYCLING<br />
La tua flotta<br />
è quasi pronta.<br />
Prima di passare<br />
alla fase<br />
di sviluppo<br />
di un prodotto<br />
è bene valutare<br />
come questo<br />
possa entrare<br />
al meglio nel<br />
flusso di<br />
riciclaggio.<br />
fase di progettazione basata sui principi "per"<br />
o "da" dipende da ciò che si desidera ottenere.<br />
Tuttavia in entrambi gli approcci verrà considerato<br />
il prodotto sulla base di due livelli. Il primo<br />
riguarda l'insieme complessivo che racchiude<br />
funzionalità ed estetica del prodotto; il<br />
secondo interessa le singole parti che svolgono<br />
una specifica sottofunzione, e sono realizzate<br />
con un determinato materiale .<br />
Sarà importante focalizzarsi sulle tecniche<br />
utilizzate per costruire il prodotto, e su come<br />
queste si relazionino con le soluzioni circolari.<br />
Un progetto di Design for Recycling si concentra<br />
sulla progettazione e crea un'architettura<br />
di prodotto che faciliti il riciclaggio ottimale in<br />
un secondo momento.<br />
Prima di avviare le consuete attività di sviluppo,<br />
è bene valutare come il prodotto possa entrare<br />
al meglio nel flusso di riciclaggio. Per fare in<br />
modo che ciò accada, tutte le parti utilizzate<br />
devono essere progettate per una facile separazione,<br />
evitando fissaggi di colla e l'uso di materiali<br />
tossici. Una volta comprese le esigenze,<br />
e si passa allo sviluppo dell'architettura, è possibile<br />
scegliere di incorporare plastica riciclata<br />
in alcune parti. Una decisione che dipende da<br />
una serie di fattori quali: sostenibilità, budget<br />
disponibile e opportunità di incorporare le attività<br />
(e il tempo) necessarie per trovare materiali<br />
appropriati. Un progetto Design from<br />
Recycling si concentra spesso sulla (ri)progettazione<br />
di parti di un prodotto adatte all'utilizzo<br />
di plastica riciclata.<br />
Per semplificare le cose si potrebbe iniziare cambiando<br />
i materiali di un prodotto esistente, e sostituendone<br />
alcune parti con plastica riciclata.<br />
E’chiamato metodo Drop-in e intende creare applicazioni<br />
pratiche, senza ricorrere a grandi investimenti<br />
per sviluppo e attrezzatura. L'altra opzione<br />
è progettare da zero un prodotto completamente<br />
nuovo utilizzando la maggior quantità possibile di<br />
plastica riciclata.<br />
l<br />
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30 ECONOMIA CIRCOLARE NUOVI MATERIALI<br />
NUOVI MATERIALI<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
31<br />
CircolarMente<br />
Un nuovo appuntamento con la Rubrica CircolarMente!<br />
Uno spazio dedicato ai materiali circolari, risorse<br />
materiche molto spesso frutto di processi<br />
di riciclo e valorizzazione di scarti e/o rifiuti.<br />
Su questo numero parliamo di mare…<br />
Marco Capellini<br />
matrec.com<br />
Attraverso un importante impegno da<br />
parte delle aziende in Ricerca & Svi -<br />
luppo, con il supporto di innovazione<br />
tecnologica, l’attuazione dei principi di economia<br />
circolare e l’applicazione dei concetti<br />
di eco design, è stato possibile ampliare il<br />
portafoglio di soluzioni materiche circolari<br />
a disposizione delle aziende manifatturiere.<br />
L’impiego di input sostenibili nella realizzazione<br />
di prodotti o progetti rappresenta il<br />
primo pilastro dell’economia circolare, le<br />
fondamenta su cui costruire la propria road<br />
map per tendere verso uno sviluppo sostenibile.<br />
Ma anche la progettazione e il design svolgeranno<br />
un ruolo importantissimo per agevolare<br />
il recupero delle risorse impiegate,<br />
affinché esse possano continuare a “vivere”<br />
al termine della vita utile dei prodotti di cui<br />
fanno parte.<br />
Facciamo splash<br />
Il tema chiave di questa seconda puntata, riguarda<br />
il mare e tutte le risorse materiche che<br />
ne derivano. Esiste sul mercato un’ampia offerta<br />
di materiali circolari, che hanno come<br />
ingrediente principale risorse prelevate dagli<br />
ambienti marini per la salvaguardia dell’ecosistema.<br />
Risorse che si contraddistinguono per origine<br />
da fonte rinnovabile che, seppur crescendo in<br />
natura, possono influire in modo negativo sull’habitat<br />
circostante (come ad esempio le alghe<br />
infestanti nelle aree marine soggette ad elevato<br />
rischio di fioriture algali).<br />
In tal senso, la Posidonia Oceanica o le alghe<br />
rappresentano un’importante risorsa utilizzabile<br />
come materia prima per diverse tipologie<br />
di applicazioni in molti settori merceologici.<br />
Anche la stessa pelle di pesce, scarto del comparto<br />
ittico - proveniente principalmente dall’industria<br />
alimentare - viene impiegata come<br />
preziosa alternativa alle pelli più comunemente<br />
utilizzate. Purtroppo tra le risorse che vengono<br />
recuperate dal mare per la sua tutela, sono<br />
presenti anche rifiuti dell’uomo, in gran parte<br />
plastici, motivo di gravi problemi di inquinamento<br />
per l’ambiente marino. Ma la raccolta<br />
di plastica negli oceani ed il successivo riciclo<br />
e reimpiego, rappresenta una delle nuove sfide<br />
degli anni più recenti.<br />
In quest’ottica alcune imprese, attraverso un<br />
approccio di circular design e di impiego di materiali<br />
con contenuto di riciclato (promosso<br />
sempre di più anche dalle Istituzioni), hanno<br />
dimostrato come la plastica oceanica possa offrire<br />
molte opportunità.<br />
Di seguito, una selezione di materiali rappresentativi<br />
della tematica che fanno parte<br />
di Matrec Lab, laboratorio di ricerca internazionale<br />
avviato nel 2002 e che raccoglie<br />
materiali circolari e innovativi provenienti da<br />
tutto il mondo.<br />
l<br />
Il copyright di tutte<br />
le immagini appartiene<br />
alle aziende menzionate.<br />
PELLE DI PESCE:<br />
Materiale in pelle di<br />
pesce dell’Adriatico<br />
centro-meridionale,<br />
tra cui spigola, orata<br />
e sogliola, ottenuto<br />
dalla lavorazione<br />
dagli scarti<br />
dell’industria ittica. È il frutto di una precedente<br />
sperimentazione condotta dall’azienda, che ha<br />
portato ad individuare le specie alieutiche<br />
dell’Adriatico più idonee per essere conciate. Lo<br />
scopo primario era quello di sviluppare un prodotto<br />
vendibile sul mercato, in sostituzione alla pelle<br />
bovina per realizzare calzature, abbigliamento,<br />
oggettistica bigiotteria ed arredo. Le prime<br />
sperimentazioni, che hanno visto il coinvolgimento di<br />
aziende manifatturiere marchigiane del settore<br />
moda, hanno fornito riscontri positivi all’impiego<br />
delle diverse pelli. (blumarineservice.it)<br />
SHIRO ALGA CARTA:<br />
Carta nata negli anni<br />
’90 al fine di trovare un<br />
nuovo impiego alle<br />
alghe che, proliferando<br />
in maniera abnorme,<br />
affliggevano il fragile<br />
ecosistema della<br />
Laguna di Venezia.<br />
Ancora oggi, lo stesso<br />
metodoproduttivo<br />
brevettato, viene<br />
utilizzato per realizzare<br />
una carta con il<br />
recupero delle alghe in<br />
eccesso - provenienti<br />
da ambienti lagunari a<br />
rischio di diverse parti<br />
del mondo -<br />
combinandole con fibre<br />
di cellulosa<br />
certificata. La carta<br />
che si compone<br />
di materiali al<br />
100% da fonte<br />
rinnovabile, viene<br />
principalmente<br />
impiegata per prodotti<br />
di cartoleria.<br />
(favini.com)<br />
METIS SEAGRASS: Materiale realizzato<br />
con foglie essiccate di Posidonia<br />
Oceanica, unite tra loro con un legante<br />
biologico privo di formaldeide o VOC, ed<br />
accoppiate ad un pannello laminato ad<br />
alta pressione HPL. Trova impiego nella<br />
realizzazione di rivestimenti murali o<br />
come impiallacciatura per mobili. Una<br />
soluzione innovativa che permette di<br />
valorizzare la posidonia spiaggiata con<br />
applicazioni nel mondo dell’architettura<br />
e del design. (kokoboard.com)<br />
ECONYL ® : Granuli e Filati<br />
composti al 100% in nylon<br />
riciclato pre e postconsumo.<br />
I rifiuti<br />
pre-consumo<br />
comprendono scarti di<br />
produzione e componenti<br />
plastici industriali, mentre<br />
quelli post-consumo<br />
provengono dal recupero<br />
delle reti da pesca.<br />
Realizzato attraverso un<br />
processo di<br />
depolimerizzazione, viene<br />
utilizzato principalmente<br />
per la realizzazione di<br />
abbigliamento sportivo e<br />
moquette.<br />
Ad oggi Econyl - grazie<br />
alla sua versatilità e<br />
valenza ambientale - è un<br />
materiale impiegato per<br />
molteplici applicazioni e<br />
soluzioni innovative da<br />
molte aziende del settore<br />
moda e design (e non<br />
solo).(econyl.com)<br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
32 ENERGIA Soluzioni<br />
CASCAMI ENERGETICI<br />
CASCAMI ENERGETICI ENERGIA<br />
33<br />
Economia Circolare<br />
Espansore semi<br />
ermetico a doppia<br />
vite.<br />
Rendering 3D<br />
del complesso<br />
turbina.<br />
Energia elettrica dalla<br />
laminazione del vapore<br />
Piermatteo Cai<br />
Fabio Peano<br />
Inizia con questo numero<br />
la collaborazione alla<br />
nostra rivista di<br />
Piermatteo Cai, uno dei<br />
maggiori esperti in Italia<br />
di recupero<br />
dell'energia termica da<br />
processi industriali. Le<br />
sue competenze e quelle<br />
dei suoi collaboratori<br />
sono alla base di diversi<br />
dei più interessanti<br />
esempi di recupero<br />
termico in Italia e non<br />
solo. In questo primo<br />
contributo non ci parlerà<br />
però di applicazioni ma di<br />
una classe di<br />
tecnologie, quella degli<br />
espansori, per il recupero<br />
dell'energia dal<br />
ciclo del vapore e la sua<br />
conversione in energia<br />
meccanica (e quindi<br />
elettrica). Un ambito poco<br />
noto che siamo<br />
soddisfatti di portare alla<br />
conoscenza dei nostri<br />
lettori. Buona lettura. MC<br />
Sfruttare la capacità del vapore di generare elettricità<br />
non è certo una novità; farlo però, utilizzando il vapore saturo<br />
destinato ad altri usi di processo lo è, e rappresenta una valida<br />
opzione di efficientamento energetico per un sito produttivo<br />
del vapore a media pressione<br />
(tra 10-12 e 40-60 bar) e bassa pressione<br />
(< 10-12 bar) come fluido ter-<br />
L’utilizzo<br />
movettore, motore o di processo è infatti<br />
estremamente diffuso all’interno della maggior<br />
parte dei processi produttivi industriali.<br />
Si spazia dal settore termoelettrico e dell’industria<br />
di trasformazione e manifatturiera<br />
pesante (ad esempio petrolchimica, siderurgica,<br />
metallurgica e del cemento), all’industria<br />
chimica, petrolchimica e farmaceutica,<br />
alla manifattura di media dimensione (ad es.<br />
produzione carta e imballaggi, pneumatici,<br />
ceramica), sino al settore alimentare (quale il<br />
lattiero-caseario, conserviero, etc.) e manufatturiero<br />
di piccole dimensioni (lavanderie<br />
e tintorie).<br />
In generale, negli stabilimenti di grandi dimensioni<br />
e caratterizzati da fabbisogni di va-<br />
pore elevati, si tende ad evitare l’utilizzo di reti<br />
principali di distribuzione del vapore a bassa<br />
pressione a favore di reti a media pressione,<br />
per ragioni di efficacia ed economicità del trasporto.<br />
L’utilizzo del vapore ad alta pressione<br />
(> 40-60 bar) è invece quasi sempre limitato<br />
alla produzione di energia elettrica e forza motrice<br />
all’interno delle centrali termoelettriche<br />
di stabilimento.<br />
Controllo di pressione:<br />
laminazione vs espansione<br />
A prescindere dalle configurazioni di produzione<br />
e distribuzione del vapore, nella quasi<br />
totalità delle applicazioni, la gestione fine della<br />
portata di vapore a bassa pressione destinata<br />
alle sottoreti finali, ad esempio all’interno di<br />
un singolo reparto o unità produttiva, o alle<br />
singole utenze, siano esse di processo o di ri-<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
scaldamento, viene effettuata utilizzando stazioni<br />
di riduzione della pressione composte<br />
da una o più valvole di regolazione, di tipo autoregolante,<br />
oppure dotate di posizionatore<br />
automatico e pilotate da un apposito regolatore<br />
di pressione, locale o centralizzato.<br />
Dal punto di vista tecnologico, la tecnica della<br />
laminazione è fortemente consolidata e costituisce<br />
lo standard industriale per la gestione<br />
del flusso di vapore diretto alle utenze grazie<br />
alla sua estrema semplicità ed efficacia nell’operare<br />
la riduzione di pressione richiesta<br />
seguendo in tempo reale le variazioni di carico<br />
delle utenze a valle della valvola.<br />
Dal punto di vista energetico, invece, la riduzione<br />
di pressione tramite laminazione presenta<br />
lo svantaggio di operare una trasformazione<br />
dinamica irreversibile, caratterizzata da<br />
una completa degradazione della “qualità” del<br />
contenuto entalpico del vapore, intesa come<br />
capacità dello stesso di compiere lavoro meccanico,<br />
ovvero dal mancato sfruttamento del<br />
contenuto exergetico disponibile. In presenza<br />
di un salto di pressione apprezzabile, è in generale<br />
possibile operare la riduzione di pressione<br />
all’interno di un’opportuna macchina<br />
rotativa, quale ad esempio una turbina a contropressione,<br />
producendo del lavoro utile per<br />
azionamento meccanico o per la produzione<br />
di energia elettrica.<br />
L’utilizzo delle turbine a contropressione, capaci<br />
di sfruttare il salto di pressione per la produzione<br />
di lavoro utile, è comune e consolidato<br />
quasi esclusivamente nei grandi impianti di<br />
produzione e distribuzione di vapore a servizio<br />
di processi produttivi caratterizzati dalla presenza<br />
continuativa di elevate portate di vapore<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
a media pressione, tipicamente surriscaldato.<br />
La situazione tipica è quella delle grandi centrali<br />
termiche o termoelettriche a servizio di stabilimenti<br />
petrolchimici e chimici, ma anche di<br />
cartiere o impianti di desalinizzazione, nelle<br />
quali sono presenti reti di distribuzione di vapore<br />
surriscaldato a media pressione (spesso proveniente<br />
a sua volta da turbine ad alta pressione)<br />
destinato ai processi e reti di vapore a bassa<br />
pressione destinato ai servizi generali (esempio,<br />
autoconsumi di centrale o riscaldamento<br />
Più in generale, quando si considerano stabilimenti<br />
industriali di dimensioni più ridotte e<br />
processi industriali meno energivori, nei quali<br />
l’impiego del vapore a bassa pressione è spesso<br />
caratterizzato da basse portate di vapore<br />
saturo, non sempre di titolo elevato, l’utilizzo<br />
delle turbine a contropressione diventa estremamente<br />
raro e la soluzione standard rimane<br />
quella della laminazione. Ciò può essere attribuito<br />
ai seguenti fattori principali:<br />
• criticità tecniche associate all’utilizzo delle<br />
turbine in presenza di vapore bagnato;<br />
• scarsa disponibilità sul mercato di turbine a<br />
contropressione di piccola taglia (< 500 kW)
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
34 ENERGIA<br />
CASCAMI ENERGETICI<br />
Espansore a vite<br />
per vapore saturo.<br />
ed in grado di operare con vapore saturo ed elevato<br />
costo delle stesse in relazione alla capacità<br />
produttiva, con conseguente limitata redditività<br />
dei progetti di efficientamento energetico basati<br />
su questa soluzione tecnologica;<br />
• scarsa sensibilità verso l’ottimizzazione<br />
dell’efficienza energetica in realtà produttive<br />
fortemente orientate verso gli aspetti più specifici<br />
della produzione, nelle quali il vapore è<br />
considerato unicamente come un mezzo a<br />
servizio della produzione (l’importante è che<br />
non manchi!);<br />
• elevata complessità della soluzione tecnica<br />
rispetto al semplice utilizzo della valvola di regolazione,<br />
soprattutto in caso di applicazioni<br />
di retrofit che prevedono l’aggiunta della turbina<br />
in parallelo alla valvola;<br />
• elevata complessità delle attività manutentive<br />
rispetto al semplice utilizzo della valvola<br />
di regolazione.<br />
Espansori a doppia vite per vapore saturo<br />
a bassa pressione<br />
Una soluzione tecnica più specifica, appositamente<br />
progettata per lo sfruttamento dell’espansione<br />
del vapore saturo a pressioni medio-basse,<br />
è costituita dagli espansori a doppia<br />
vite o screw expander. Questa tipologia di macchina,<br />
operante a basso numero di giri e caratterizzata<br />
da modeste estensioni radiali, consente<br />
di utilizzare vapore saturo anche umido<br />
(condizione frequente negli stabilimenti in cui<br />
si utilizzano generatori di vapor saturo a media<br />
pressione), senza incorrere nei rischi di danneggiamento<br />
tipici delle turbine in contropressione.<br />
Rispetto a queste ultime, è inoltre caratterizzato<br />
da una minore complessità tecnologica<br />
e manutentiva, nonché da un maggior<br />
rendimento isoentropico e da un’elevata capacità<br />
di modulazione del carico.<br />
Questo tipo di tecnologia, originariamente sviluppata<br />
per applicazioni nell’ambito dei recuperi<br />
termici a bassa temperatura, della generazione<br />
geotermica, da biomassa e del solare termodinamico,<br />
si rivela particolarmente idonea per<br />
l’utilizzo in parallelo a valvole di regolazione esistenti<br />
in applicazioni per il miglioramento dell’efficienza<br />
energetica complessiva.<br />
In sintesi<br />
L’utilizzo di turbine a contropressione per vapor<br />
saturo secco, o di espansori a doppia vite per<br />
vapor saturo, in parallelo a valvole di regolazione<br />
esistenti a servizio di sottoreti o singole utenze<br />
di vapore a bassa pressione in impianti industriali<br />
costituisce un’opportunità per il miglioramento<br />
dell’efficienza energetica nell’industria<br />
sino ad oggi largamente sottoutilizzata.<br />
Si ritiene che la crescente sensibilità degli<br />
operatori industriali verso la necessità di raggiungere<br />
gli obiettivi di sostenibilità energetica<br />
ed ambientale possa nel breve e medio termine<br />
contribuire a favorire l’impiego sempre<br />
più diffuso di queste tecnologie per la valorizzazione<br />
dei bassi salti di pressione del vapore<br />
negli usi finali. In particolare, si ritiene che gli<br />
espansori a doppia vite di piccola taglia costituiscano<br />
la tecnologia ideale per lo sfruttamento<br />
delle portate di vapore variabili e di<br />
modesta entità (1 – 10 t/h) tipicamente disponibili<br />
negli stabilimenti di piccole e medie dimensioni.<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
36<br />
ENERGIA<br />
NEWS<br />
MOVIMENTATORI INDUSTRIALI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
37<br />
Un carburante sostenibile<br />
Irene Boschi<br />
Il porto di Anversa ha fornito il rimorchiatore per l'iniziativa<br />
"methatoug". Fa parte del progetto Fastwater finanziato<br />
dall'Unione Europea, con lo scopo di dimostrare l’efficienza<br />
del metanolo come combustibile marino sostenibile<br />
Peso operativo lama+stab 22,10 t<br />
Motore Volvo<br />
D6J Stage V<br />
Potenza netta<br />
129 kW<br />
Per poter salvaguardare l’intero ambiente<br />
marino è necessario puntare su carburanti<br />
sostenibili. Il porto di Anversa ha<br />
messo a disposizione un rimorchiatore per<br />
l'iniziativa "methatoug", che fa parte del progetto<br />
Fastwater finanziato dall'Unione Eu -<br />
ropea. L’obiettivo è dimostrare le funzionalità<br />
del metanolo come combustibile marino sostenibile.<br />
Questo carburante rappresenta un<br />
passo fondamentale nella transizione del porto<br />
di Anversa per diventare un porto sostenibile<br />
e a zero emissioni di CO 2 . “Methaotug - commenta<br />
Jacques Vandermeiren, CEO del porto<br />
di Anversa - è un importante passo nella transizione<br />
verso un porto sostenibile, che ci ha<br />
consentito di superare una serie di sfide tec-<br />
niche e normative. Grazie a progetti come questo,<br />
speriamo di essere un esempio e una fonte<br />
di ispirazione per altri porti". Oltre al porto<br />
di Anversa, altre realtà hanno preso parte al<br />
progetto quali la società di ingegneria belga,<br />
Multi, ha effettuato lo studio di fattibilità per il<br />
progetto. Il costruttore navale svedese Scan -<br />
dinaos ha progettato le modifiche della nave,<br />
ABC (Anglo Belgian Corporation), la società<br />
tedesca Heinzmann sta adattando gli iniettori.<br />
Anversa entro il 2025 mira a diventare un vero<br />
e proprio porto multicarburante. Il methatoug<br />
dovrebbe essere operativo all'inizio del 2022.<br />
Un altro progetto degno di attenzione in tema<br />
di carburante ecologico che coinvolge anche<br />
Eni è "Haru Oni", è in cantiere nella Patagonia<br />
Cilena, nella provincia di Magal lanes. Nel 2022<br />
in Cile entrerà in funzione il primo impianto<br />
industriale su vasta scala per la produzione di<br />
e-benzina.<br />
L'obiettivo è di produrre il metanolo partendo<br />
da acqua e CO 2 utilizzando l'energia eolica o<br />
fotovoltaica in eccesso.<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
È perfetto per l’Italia<br />
di Matthieu Colombo<br />
Tutta la potenza e le qualità dell’apprezzato<br />
EW240E MH, in un formato altrettanto<br />
robusto ma più raccolto. È questo,<br />
in estrema sintesi il nuovo Volvo EW200E<br />
MH perfezionato nello stabilimento tedesco<br />
Volvo CE di Konz per allargare la gamma di<br />
soluzioni per la filiera del waste e del riciclaggio.<br />
Tecnicamente queste macchine non hanno<br />
nulla a che vedere con quelli che erano gli<br />
escavatori gommati Volvo allestiti per applicazioni<br />
recycling, ma sono dei veri e propri<br />
movimentatori progettati ad hoc per questo<br />
tipo di applicazioni.<br />
L’offerta di oggi contempla due versioni con<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Con l’EW200E MH, Volvo CE allarga l’offerta di movimentatori<br />
a sei versioni sviluppate espressamente per il material handling.<br />
Se l’EW240E MH è adatto anche per impieghi gravosi, il nuovo<br />
200, di pari potenza, è dedicato al verde e ai rifiuti urbani<br />
avambraccio dritto perfezionato per lavorare<br />
con pinze selezionatrici e quattro versioni con<br />
avambracci a collo d’oca per montare polipi<br />
per la movimentazione di materiali. Ma la<br />
specificità dei Volvo material handler va ben<br />
oltre i bracci. Tutto è sviluppato ad hoc: la torretta,<br />
la ralla di rotazione, la struttura elevabile<br />
per la cabina, i carri con relative soluzioni di<br />
stabilizzazione, l’integrale termodinamica con<br />
ventole idrostatiche che permettono di pulire<br />
gli scambiatori invertendo il flusso d’aria.<br />
L’EW200E MH è per applicazioni light<br />
Smistamento, carico/scarico camion e con-
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
38 RIFIUTI SOLIDI MOVIMENTATORI INDUSTRIALI Soluzioni<br />
MOVIMENTATORI INDUSTRIALI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
39<br />
La cabina elevabile<br />
dell’EW200E MH<br />
porta lo sguardo<br />
dell’operatore<br />
a cinque metri<br />
d’altezza: più comfort<br />
di lavoro e sicurezza.<br />
rata da 2.540 a 2.750 mm per ottenere prestazioni<br />
superiori anche quando si lavora su<br />
gomma. In questo caso, con la rotazione della<br />
torretta, si attiva il blocco automatico dell’assale<br />
anteriore oscillante, bloccabile anche<br />
manualmente.<br />
tainer, alimentazione di impianti, macchina<br />
versatile che fa della mobilità sul piazzale uno<br />
dei suoi punti di forza. Sono queste le caratteristiche<br />
del nuovo 200 che può lavorare sia<br />
su gomma, sia stabilizzato con lama e 2 stabilizzatori<br />
al posteriore oppure configurato<br />
con 4 stabilizzatori. Detto in altri termini,<br />
l’EW200E Material Handler è nato per dare il<br />
meglio all’interno di centri di riciclaggio rifiuti,<br />
anche di certe dimensioni.<br />
La sua forza è l’equilibrio tra produttività, velocità<br />
di spostamento, di stabilizzazione e affidabilità.<br />
Per incrementare longevità delle<br />
strutture e il comfort anche durante la traslazione,<br />
l’EW200E MH ha di serie il Boom<br />
Dampening System per lo smorzamento<br />
idraulico attivo sui cilindri di sollevamento<br />
del braccio. A motore acceso il BDS è sempre<br />
attivo e funziona anche quando si richiama<br />
la funzione flottante del braccio, che permette<br />
di sfruttare sia il peso dell’attrezzatura, sia<br />
quello del braccio stesso per aggredire il cu-<br />
mulo di materiale da movimentare. Meno<br />
consumo, più produttività.<br />
Tanta stabilità, anche su gomma<br />
Per garantire la massima potenzialità operativa<br />
a 360 gradi, l’EW200E MH è disponibile<br />
nella configurazione a quattro stabilizzatori.<br />
In alternativa, è possibile avere due stabilizzatori<br />
al posteriore e una lama all’anteriore,<br />
utile per mantenere il piazzale pulito. Inoltre,<br />
sono disponibili assali di larghezza maggio-<br />
Visibilità uguale sicurezza<br />
La cabina dell’EW200E MH si eleva idraulicamente<br />
tramite un meccanismo a cinematica<br />
radiale. Questo permette di portare lo sguardo<br />
dell’operatore a cinque metri d’altezza rispetto<br />
al piazzale (foto in grande). Il tutto avviene<br />
in pochi istanti sia con macchina stabilizzata,<br />
sia con macchina su gomma. Basta che l’operatore<br />
abbia la cintura allacciata. In caso di<br />
anomalie alla cabina elevabile, i colleghi sul<br />
piazzale possono riportare a terra dolcemente<br />
l’operatore della macchina, grazie a un pulsante<br />
d’emergenza.<br />
L’altezza variabile della cabina permette di<br />
trovare sempre la giusta posizione per vedere<br />
quello che si movimenta in totale sicurezza.<br />
In caso di impianti<br />
con uomini a terra,<br />
il sistema Volvo Smart<br />
View incrementa<br />
la sicurezza passiva<br />
grazie alla<br />
visualizzazione<br />
a volo d’uccello<br />
(quattro telecamere).<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
40 RIFIUTI SOLIDI MOVIMENTATORI INDUSTRIALI Soluzioni<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
41<br />
Di carta, è meglio<br />
GRAPPLE La gamma di macchine con avambiaccio a collo d’oca<br />
per montare polipi da movimentazione inizia con il modello EW200E MH G9<br />
protagonista del nostro Walkaround. La versione G10 monta un braccio<br />
1.000 mm più lungo. Poi si passa al noto EW240E MH G11 che viene ora<br />
affiancato dalla versione G12 con braccio base più lungo di 1.000 mm.<br />
Gli sbracci massimi variano da 10 a 12 m.<br />
PINZA Su entrambi i modelli è possibile<br />
scegliere l’avambraccio dritto per montare<br />
un selezionatore. In questo l’allestimento<br />
è sempre realizzato su braccio base standard<br />
dando vita alle versioni S9 e S11 da oltre 9 m<br />
e oltre 11 m di sbraccio orizzontale massimo.<br />
n Bottiglie di carta compostabili al 100<br />
per cento. L'idea arriva dalla startup<br />
indiana Kagzi Bottles, e precisamente<br />
dalla Ceo pecialista in elettronica<br />
Samiksha Ganeriwal. Samiksha ha<br />
architettato un'alternativa sostenibile ed<br />
economica ai flaconi e contenitori di<br />
plastica monouso utilizzati per shampoo,<br />
creme, detersivi. Le bottiglie sono<br />
realizzate con carta di recupero<br />
trasformata in polpa. Il composto viene<br />
modellato in due metà, per poi essere<br />
rivestito con una soluzione<br />
impermeabilizzante a base vegetale e<br />
incollate insieme utilizzando la pressa a<br />
caldo. Il prodotto non è ancora in<br />
commercio ma promette già bene sia in<br />
tema di sostenibilità sia di costi, rispetto<br />
al corrispondente in plastica.“Quando<br />
abbiamo controllato le bottiglie di<br />
shampoo utilizzate da alcune aziende in<br />
India, queste costavano 26-30 rupie<br />
indiane (0,30 euro). Le nostre bottiglie<br />
costano19-22 rupie indiane (0,25 euro)”.<br />
VOLVO EC200E MH VS EC240E MH<br />
• Peso operativo dichiarato 19,9-24,6 t 20,6-25,8 t<br />
• Motore Volvo (Stage V) D6J da 129 kW D6J da 129 kW<br />
• Cilindrata (cilindri) 5,7 (6) 5,7 (6)<br />
• Portata idraulica massima 300 litri/min 375 litri/min<br />
• Sbraccio massimo Fino a 10 m Fino a 12 m<br />
• Cap. sollev.max sbr. (0h)* 3.600 kg (G9) 3.800 kg (G11)<br />
• Cap. sollev.max sbr. (0h)* 3.500 kg (S9) 3.800 kg (S11)<br />
giri/min. Motore e taratura sono esattamente<br />
quelli dell’EW240E MH e anche l’impianto<br />
idraulico è realizzato secondo lo stesso schema<br />
con tradizionale distributore LS a centro<br />
chiuso e spole compensate in pressione e<br />
maxi pompa a portata variabile con flusso gestita<br />
elettronicamente per azionare traslazione,<br />
braccio e linee ausiliarie.<br />
The reliable brand!<br />
Alla lunga questa cinematica fa davvero la differenza,<br />
così come il climatizzatore automatico<br />
esaltato nell’efficacia dall’ambiente pressurizzato<br />
che permette, tra l’altro, di ottenere<br />
una pressione acustica in cabina di soli 65<br />
dB(A), un valore record per una macchina<br />
operatrice. Nel complesso sui movimentatori<br />
Volvo ci si sente davvero in prima classe.<br />
Chi fa da sé fa per… sei (cilindri)<br />
Sotto al cofano motore gira un motore sei cilindri<br />
turbo Stage V, firmato Volvo, da 129 kW<br />
a 1.800 giri/min, che punta tutto sull’efficienza,<br />
forte di una coppia massima notevole. Stiamo<br />
parlando di 850 Nm disponibili già a 1.350<br />
Sicurezza e monitoraggio<br />
Tra gli equipaggiamenti a richiesta, c’è la possibilità<br />
di implementare il sistema di con telecamera<br />
posteriore e telecamera laterale<br />
destra (di serie) ai livelli Volvo Smart View per<br />
la visualizzazione a volo d’uccello della macchina<br />
grazie a un software che elabora le immagini<br />
riprese da quattro telecamere.<br />
Di serie, invece, il sistema Volvo di localizzazione<br />
gps e trasmissione dati gprs Caretrack<br />
che permette di monitorare da remoto una<br />
macchina o un’intera flotta. La centralina è<br />
protetta in cabina, alle spalle dell’operatore,<br />
mentre l’antenna è montata sulla griglia di<br />
sicurezza superiore.<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
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PRODUZIONE DI CDR E CSS CON I TRITURATORI PRIMARI E SECONDARI DELLA LINEA UNTHA XR<br />
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Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
main conference<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
43<br />
XIII edizione<br />
Italia in prima fila nell’imballaggio<br />
n Nel 2020, nonostante<br />
l'emergenza sanitaria, il<br />
nostro Paese ha raggiunto il<br />
73 per cento degli imballaggi<br />
riciclati, superando ben oltre<br />
le previsioni, ovvero la soglia<br />
del 65% imposta dal Conai.<br />
Parliamo quindi di 3,3 punti<br />
percentuali in più rispetto al<br />
2019. “È un record - spiega il<br />
presidente del Consorzio<br />
Nazionale Imballaggi Luca<br />
Ruini. Il tasso di riciclo più<br />
precisi, hanno trovato una<br />
seconda vita 371mila<br />
tonnellate di acciaio, 47mila e<br />
400 di alluminio, 4 milioni e<br />
48mila di carta, un milione e<br />
873mila di legno, un milione<br />
e 76mila di plastica, 2 milioni<br />
e 143mila di vetro.<br />
alto che il nostro Paese abbia<br />
conosciuto. Le nostre prime<br />
stime, a inizio anno,<br />
parlavano di un 71%: alcuni di<br />
noi lo vedevano come un<br />
eccesso di ottimismo per un<br />
anno difficile come il 2020.<br />
Invece, le previsioni si sono<br />
rivelate addirittura troppo<br />
prudenti”. Numeri acquisiti e<br />
meritati soprattutto grazie<br />
all’incremento ed efficienza<br />
della raccolta differenziata<br />
urbana, che fortunatamente<br />
non è stata messa in crisi dal<br />
lockdown e dalle conseguenti<br />
restrizioni. Dunque, le<br />
quantità riciclate non sono<br />
diminuite. Per essere più<br />
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
44 RIFIUTI SOLIDI TRITURATORI Soluzioni<br />
TRITURATORI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
45<br />
Nuovo arrivato!<br />
Triturazione<br />
di legname di scarto.<br />
Riccardo Rossi<br />
Mezzi robusti, in grado di lavorare tanto ed in poco tempo,<br />
per un riciclaggio sempre più efficiente. Sono queste<br />
le prerogative del trituratore monorotore veloce Pronar MRS 1.53<br />
Scarti di legno e verde. Non sono più considerati<br />
rifiuti da smaltire, bensì una risorsa<br />
da poter riutilizzare. Tante infatti<br />
sono le applicazioni possibili, ma è necessaria<br />
una lavorazione corretta. Soprattutto per il legno,<br />
per il quale l’Unione Europea indica un<br />
quadro giuridico preciso in merito al controllo<br />
dei rifiuti, ed in merito alle operazioni di riciclo<br />
e recupero degli stessi.<br />
“Una costante ricerca e sviluppo di tecnologie<br />
funzionali e competitive da parte di Pronar -<br />
come afferma Martin Mairhofer, Managing<br />
Director di Ecotec Solution – consente di offrire<br />
ai nostri clienti soluzioni sempre più complete<br />
e competitive, ed espandere la nostra presenza<br />
nel settore della lavorazione del legname<br />
e del verde”. Con la nuova macchina di Pronar<br />
MRS 1.53, distribuita da Ecotec So lution in<br />
esclusiva per l’Italia,tutto diventa più semplice.<br />
Il trituratore è infatti concepito per la lavorazione<br />
fine del verde, del legno destinato a biomassa,<br />
ma anche per gli impianti di compostaggio.<br />
Le caratteristiche<br />
Il monorotore veloce è equipaggiato con motore<br />
Diesel Volvo Penta da 550 CV economico<br />
ed efficiente, a sei cilindri in linea da 12,78 litri;<br />
che sviluppa una coppia massima di 2.650 Nm<br />
a partire da una velocità di 1.950 giri/min.<br />
C’è un grande vantaggio: non è necessario<br />
sostituire il filtro antiparticolato diesel (DPF)<br />
e il catalizzatore di ossidazione diesel (DOC),<br />
poiche questi componenti sono stati integrati<br />
da una riduzione selettiva catalitica (SCR) e<br />
da un ricircolo dei gas di scarico (EGR) che<br />
garantisce una bassa emissione di ossidi di<br />
azoto (NOx).<br />
La massima efficienza della macchina è legata<br />
anche alla facilità di riparazione ed alla pronta<br />
disponibilità dei pezzi di ricambio. La sua costruzione<br />
permette la sostituzione rapida di<br />
tutti i lubrificanti, facendo risparmiare tempo<br />
e riducendo i tempi di fermo macchina. Inoltre<br />
il software “Engine Management System<br />
(EMS) 2.3” fornisce al motore i parametri di<br />
funzionamento ottimali e supporta la diagnostica<br />
istantanea di qualsiasi errore.<br />
Tecnologia di triturazione al top<br />
Imprescindibile è il sistema di taglio. Il motore<br />
aziona sia il rotore di 1.750 mm di lunghezza<br />
e 1.100 mm di diametro, che ruota ad una velocita<br />
di 1.000 giri/min, sia l’impianto idraulico,<br />
che permette il funzionamento del trituratore.<br />
Sul rotore sono montati 36 martelli oscillanti,<br />
disposti su 4 file. È installato anche un convertitore<br />
di coppia - progettato per limitare i<br />
danni che possono venire causati dalla eventuale<br />
presenza di intriturabili – e che elimina<br />
i rischi causati dal sovraccarico improvviso<br />
della macchina.<br />
Gli accessori possono fare la differenza. Uno<br />
di questi è la griglia forata montata dietro al<br />
rotore, che permette di regolare la dimensione<br />
della frazione in uscita. Pronar offre un’ampia<br />
gamma di griglie forate, che possono avere<br />
forme e dimensioni diverse in base alle specifiche<br />
esigenze.<br />
Per agevolare lo spostamento del trituratore,<br />
senza l’intervento di mezzi di traino, la macchina<br />
può essere dotata del sistema di avanzamento<br />
“Self Crawler”, caratterizzato da rulli<br />
ad azionamento idraulico per la traslazione<br />
avanti e indietro.<br />
Di serie, sono presenti ulteriori equipaggiamenti<br />
che facilitano il lavoro dell’operatore<br />
rendendolo più confortevole. Un esempio su<br />
tutti, il sistema di insonorizzazione del vano<br />
motore e delle prese d’aria attraverso l’impiego<br />
di pannelli fonoassorbenti, che rendono il<br />
trituratore molto silenzioso.<br />
Ma anche il “Battery Pack” che consente il<br />
controllo delle funzioni della macchina anche<br />
a motore spento; ed il sistema di drenaggio<br />
dei fluidi (con punti di scarico facilmente accessibili),<br />
che agevola lo scarico sia dell’olio<br />
motore, che di quello idraulico e del liquido di<br />
raffreddamento.<br />
l<br />
Rotore con 36 martelli<br />
oscillanti, e 1,75 m<br />
di lunghezza.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
46 RIFIUTI SOLIDI MACCHINARI INDISPENSABILI Soluzioni<br />
MACCHINARI INDISPENSABILI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
47<br />
Modularità<br />
per il trituratore Tana<br />
Shark 440 DT .<br />
Ludovica Bianchi<br />
Fase di triturazione<br />
dei materiali plastici.<br />
Shark attack<br />
I rifiuti di plastica non devono rimanere tali ma trasformarsi<br />
in materia prima. Obiettivo raggiungibile, applicando<br />
un maggiore riciclo e riduzione. Tra i trattamenti necessari,<br />
quello relativo alla triturazione. Sicuramente più efficace<br />
con macchinari versatili e dall’utilizzo trasversale<br />
Demonizzare la plastica è errato poiché<br />
si tratta di un materiale indispensabile<br />
alla vita di tutti i giorni. È presente come<br />
componentistica nelle auto, arredamenti, abbigliamento<br />
ed edilizia. Da qui il motivo per<br />
cui deve essere gestita correttamente, facendo<br />
sì che non diventi rifiuto, ma nuova materia<br />
prima reimmessa nel ciclo industriale. Per<br />
soddisfare gli obiettivi in ottica di economia<br />
circolare, ma anche per evitarne l’accumulo<br />
nell’ambiente.<br />
Passaggi imprescindibili<br />
Come sia possibile ridare vita ad un materiale<br />
tanto eterogeneo quanto la plastica? All’interno<br />
dei complessi procedimenti di riciclaggio e rigenerazione,<br />
uno step essenziale è identificato<br />
dalla triturazione.<br />
Il trituratore lento TANA Shark 440 con la sua<br />
versatilità, consente di affrontare ogni tipologia<br />
di materiale (sia esso costituito da plastica,<br />
polimeri e materiali accoppiati) con una semplice<br />
riduzione volumetrica – ma anche sino<br />
a granulometrie di 50 millimetri - ottenendo<br />
prodotti finiti o semilavorati omogenei, e destinati<br />
alle successive lavorazioni.<br />
La sostanziale differenza tra un trituratore lento<br />
Shark 440 ed altre macchine presenti sul<br />
mercato, sta proprio nella sua versatilità e capacità<br />
di ridurre ogni materiale in pezzature<br />
anche grossolane (ma predefinite) in base alle<br />
esigenze, con basse percentuali di pezzature<br />
fuori standard.<br />
Il suo utilizzo trasversale - come semplice apri<br />
sacco o per lavorazioni primarie e secondarie<br />
- consente di raggiungere il risultato desiderato<br />
mediante semplici e veloci cambi di allestimento.<br />
Si tratta di una prerogativa indispensabile,<br />
là dove i flussi di materiali eterogenei<br />
e le continue variazioni di mercato richiedono<br />
impianti adattabili a sempre nuove esigenze.<br />
La versatilità è un valore<br />
TANA Shark440, pur mantenendo prestazioni<br />
sempre ai massimi livelli di produttività, si<br />
adatta facilmente a lavorare materiali eterogenei<br />
e produrre pezzature controllate da<br />
50mm fino a 260mm (ma anche oversize) con<br />
semplici e veloci settaggi. La regolazione degli<br />
strumenti di taglio e la sostituzione delle griglie<br />
di controllo, avvengono velocemente ed in sicurezza<br />
(meno di 15 minuti), consentendo in<br />
tempi rapidissimi, di passare a materiali e lavorazioni<br />
differenti.<br />
Aggiungiamo poi, che il sistema completamente<br />
idrostatico garantisce una costante efficienza<br />
di produzione, proteggendo tutti componenti<br />
dai guasti accidentali causati da corpi<br />
estranei non sempre rilevabili.<br />
I sistemi di controllo TCS e di gestione da remoto<br />
TANA ProTrack permettono invece di variare<br />
costantemente i parametri di lavorazione,<br />
plasmandoli sulle necessità del momento; e<br />
consentono di monitorare ogni fase di lavoro,<br />
anche da remoto, intervenendo tempestivamente<br />
in caso di imprevisti.<br />
teriale, ma lo riduce in pezzi ben distinti rendendo<br />
più efficiente il lavoro del magnete.<br />
Quando corpi estranei risultano infrantumabili,<br />
entra in azione il sistema di protezione della<br />
macchina che, invertendo la rotazione, salvaguarda<br />
i componenti fino a generare un allarme.<br />
In questo caso, la facile ed immediata possibilità<br />
di accedere da terra alla camera di<br />
triturazione, permette di risolvere immediatamente<br />
gli inconvenienti, espellere le parti<br />
infrantumabili e riprendere velocemente la lavorazione.<br />
Minimizzando al massimo il fermo<br />
macchina.<br />
l<br />
TANA Shark ai raggi X.<br />
Triturazione<br />
di ingombranti.<br />
Materiali metallici, separazione efficiente<br />
Una triturazione di qualità permette anche di<br />
separare al meglio i materiali metallici attraverso<br />
il magnete posizionato sul nastro di rinvio.<br />
Un connubio vincente, poiché TANA Shark440<br />
non si limita a lacerare grossolanamente il ma-<br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
48<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
49<br />
Sostenibilità certificata<br />
Matthieu Colombo<br />
Il nuovo frantoio mobile BR380JG-3 è la prima macchina<br />
Komatsu ad impatto zero di CO 2 commercializzata in Europa<br />
Limited edition<br />
n Safilo, tra i più<br />
importanti player del<br />
mercato dell’eyewear, sarà<br />
presente alle prossime<br />
Olimpiadi di Tokyo 2020.<br />
Parteciperà a Casa Italia,<br />
quartier generale del<br />
Comitato Olimpico<br />
Nazionale Italiano con un<br />
prodotto speciale. Si tratta<br />
dell’occhiale da sole in<br />
plastica riciclata<br />
dall’oceano realizzato in<br />
esclusiva per The Ocean<br />
Cleanup, l’organizzazione<br />
no-profit olandese.<br />
Gli occhiali The Ocean<br />
Cleanup sono una limited<br />
edition realizzata con<br />
plastica proveniente dalla<br />
Great Pacific Garbage<br />
Patch (GPGP) grazie al<br />
processo di upcycling.<br />
“Le Olimpiadi ci ricordano<br />
la missione di costruire un<br />
mondo migliore attraverso<br />
lo sport. L’occhiale<br />
prodotto per The Ocean<br />
Cleanup, che è stato per<br />
noi un’incredibile sfida<br />
tecnologica e di<br />
innovazione nella<br />
riconversione dei rifiuti<br />
plastici”, commenta<br />
Angelo Trocchia, AD di<br />
Safilo Group.<br />
Il frantoio<br />
mobile a mascelle<br />
BR380JG-3 lavora<br />
fino a 240 t/h<br />
di materiale,<br />
pesa circa 35 t<br />
e la sua larghezza<br />
di trasporto<br />
è di 2.860 mm.<br />
Per compensare la CO 2<br />
emessa da ogni<br />
BR380JG-3 consegnato, durante l’intera<br />
vita della frantoio, Komatsu Eu -<br />
rope si impegna a piantare un numero di alberi<br />
proporzionale alle emissioni emesse per<br />
compensarle al cento per cento. Ogni cliente<br />
riceverà un certificato che conferma la compensazione<br />
di CO 2<br />
del suo BR380JG-3 per dimostrare<br />
l’impegno della propria azienda nei<br />
confronti dell’ambiente e un contatore online<br />
degli alberi piantati mostrerà l’avanzamento<br />
del progetto.<br />
Komatsu ha scelto<br />
di sviluppare dei<br />
frantoi mobili a mascelle,<br />
come il nuovo<br />
BR380JG-3 Sta ge V,<br />
sia per frantumare materiale<br />
estratto in cava, vicino<br />
al fronte estrattivo, sia per<br />
eseguire la riduzione volumetrica<br />
di inerti provenienti da demolizione permettendo<br />
il loro riutilizzo e riciclaggio. Tutto questo<br />
permette da ridurre i costi di trasporto, il<br />
consumo di carburante, di ridurre il conferimento<br />
in discarica di macerie e quindi di contenere<br />
l’impatto ambientale sia delle aziende<br />
estrattive sia delle imprese di demolizione.<br />
“Abbiamo lanciato il BR380JG-3 in concomitanza<br />
con la Giornata Internazionale della<br />
Terra” spiega Vince Porteous, Product Ma -<br />
nager presso Komatsu Europe.<br />
“È la prima macchina Komatsu con motore<br />
diesel in Europa a vantare zero emissioni<br />
nette di CO 2<br />
. Siamo convinti che la soluzione<br />
delle problematiche legate a fattori ambientali,<br />
sociali e di governance (ESG) sia fondamentale<br />
per un futuro migliore e per il futuro<br />
del nostro settore. Combinando la tecnologia<br />
Komatsu con la biologia rinnoviamo il nostro<br />
impegno nei confronti dei nostri clienti e del<br />
pianeta.”<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
50<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
Utiliteam e ARS ambiente ad Ecomondo <strong>2021</strong><br />
n Dal 26 al 29 ottobre <strong>2021</strong><br />
Utiliteam e ARS ambiente<br />
saranno presenti alla<br />
kermesse riminese presso<br />
lo stand 50, padiglione D2<br />
per parlare della nuova<br />
regolazione dei rifiuti urbani<br />
introdotta da ARERA con il<br />
MTR-2, con riflessi sui<br />
servizi di raccolta, impianti<br />
di trattamento ed Enti<br />
territorialmente competenti.<br />
Inoltre, mercoledì 27<br />
Ottobre <strong>2021</strong> ore 14:00 –<br />
<strong>17</strong>:30, nella Sala Biobased<br />
Industry pad.D1, al<br />
convegno BIOWASTE: XXIII<br />
Conferenza sul<br />
Compostaggio e Digestione<br />
Anaerobica a cura del<br />
Comitato Tecnico Scientifico<br />
Ecomondo e del Consorzio<br />
Italiano Compostatori, sarà<br />
presentato l’articolo “Le<br />
tariffe degli impianti di<br />
trattamento rifiuti urbani: gli<br />
effetti della prossima<br />
regolazione ARERA”.<br />
Utiliteam e ARS ambiente<br />
identificano una sinergia<br />
vincente: collaborano infatti<br />
strutturalmente per portare<br />
al settore rifiuti le loro<br />
specifiche competenze, che<br />
presentano caratteristiche<br />
di esclusività e<br />
complementarietà.<br />
Le due carte di identità<br />
Utiliteam è una società di<br />
consulenza aziendale che si<br />
rivolge al settore delle<br />
public utilities: gas naturale,<br />
energia elettrica, servizio<br />
idrico, teleriscaldamento e<br />
gestione rifiuti. Opera<br />
soprattutto nell’ambito delle<br />
attività oggetto di<br />
regolazione e controllo da<br />
parte dell’ARERA: tariffe,<br />
unbundling contabile e<br />
funzionale, qualità regolata,<br />
continuità e sicurezza, gare<br />
per l’affidamento delle<br />
concessioni, valorizzazione<br />
degli asset regolati,<br />
incentivazione delle<br />
rinnovabili e del risparmio<br />
energetico, offrendo sempre<br />
un elevato livello di<br />
conoscenza ed esperienza<br />
verticale di settore, degli<br />
assetti industriali e<br />
competitivi e della<br />
normativa.<br />
ARS ambiente è analisi,<br />
ricerche e servizi per<br />
l’ambiente. Sviluppa progetti<br />
innovativi per la raccolta<br />
differenziata, la prevenzione<br />
e la riduzione, l'attivazione e<br />
la gestione della tariffa<br />
puntuale rifiuti, le gare<br />
d’appalto per l’affidamento<br />
dei servizi, la pianificazione<br />
nella gestione sostenibile<br />
dei rifiuti, i DEC, i progetti di<br />
impianti di trattamento e la<br />
consulenza tecnicogiuridica<br />
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gruppo motivato,<br />
multidisciplinare e flessibile<br />
con expertise nel campo<br />
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ambientale.<br />
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rotanti Trommel, vagli FreeFlow, trituratori ad albero lento, stazioni<br />
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Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
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Economia Circolare<br />
52 RIFIUTI SOLIDI RECUPERO TELE DA PFU Soluzioni<br />
RECUPERO TELE DA PFU<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
53<br />
Damiano Diotti<br />
Oltre la gomma<br />
triturata c’è di più...<br />
Geocycle con il proprio stabilimento di Ternate, è la soluzione<br />
per valorizzare pneumatici fuori uso, compresa la parte in nylon<br />
Geocycle è la soluzione per la valorizzazione<br />
della frazione tessile dei PFU<br />
(Pneumatici Fuori Uso) non diversamente<br />
recuperabile. Tra i pionieri nell’implementazione<br />
dei principi dell’economia circolare,<br />
Geocycle propone, da oltre trent’anni,<br />
soluzioni innovative per valorizzare i rifiuti e i<br />
residui produttivi non altrimenti riciclabili, garantendone<br />
il corretto recupero nei cementifici<br />
del Gruppo. Come per ogni altro materiale<br />
trattato, anche per i PFU, Geocycle interviene<br />
a valle del processo di recupero. Vale a dire<br />
che tutto quello che può essere granulato e<br />
che ha un utilizzo ben più nobile viene destinato<br />
al trattamento per l’impiego, ad esempio,<br />
in pavimentazioni sportive e in isolanti acustici,<br />
mentre la restante parte, non recuperabile, va<br />
appunto a recupero energetico.<br />
Dei tre componenti principali di cui è composto<br />
lo pneumatico, ossia gomma, acciaio<br />
e tessile, la gomma, impiegata come combustibile<br />
non convenzionale, ha un potere calorifico<br />
che varia tra i 6,800 – 7,800 Kcal/kg:<br />
un potere calorifico da valorizzare. Ed è ciò<br />
che accade da oltre dieci anni in Geocycle<br />
(Italia) attraverso l’impiego nel processo produttivo<br />
della cementeria Holcim, di Ternate<br />
(VA). Anche l’acciaio ha il proprio percorso di<br />
recupero, mentre il tessile, che è l’elemento<br />
che consente di realizzare carcasse robuste<br />
e leggere per i pneumatici, non ha avuto fino<br />
ad ora alternativa alla discarica.<br />
E così, per ridurre ancora la quantità di rifiuto<br />
e trasformare il più possibile gli scarti in risorse,<br />
lo stabilimento produttivo di Ternate ha<br />
investito su un impianto che consente il recupero<br />
anche della frazione tessile dei PFU nel<br />
co-processing.<br />
Non solo gomma triturata. Al cementificio di<br />
Ternate stanno ora arrivando i primi flussi di<br />
tela da PFU. Essendo un materiale molto fine<br />
e leggero, con pezzatura da 0 a 6 mm, il nylon<br />
brucia molto bene e molto velocemente. In realtà,<br />
il nylon derivante dai PFU è un materiale<br />
già ampiamente utilizzato nelle cementerie<br />
estere. La possibilità di poter valorizzare questo<br />
rifiuto anche sul territorio nazionale è<br />
un’ottima opportunità anche per i consorzi<br />
che gestiscono lo smaltimento dei PFU con<br />
cui Geocycle ha recentemente siglato importanti<br />
accordi.<br />
Questo accordo siglato con i principali consorzi<br />
che gestiscono il recupero e lo smaltimento<br />
dei PFU a livello nazionale (quali, ad esempio,<br />
Ecopneus, ECOTyre e GreenTyre) prevede il ritiro<br />
del tessile prodotto negli impianti di granulazione<br />
dei pneumatici sull’intero territorio<br />
nazionale.<br />
A tal proposito, Daniele Fornai, Responsabile<br />
Operazioni di Ecopneus, afferma: “Ci sono dei<br />
flussi di rifiuti, come ad esempio le fibre tessili,<br />
che non potendo essere più utilizzate possono<br />
e devono essere comunque valorizzate a livello<br />
di combustibile. Ciò implica un approccio industriale<br />
che richiede qualità, consistenza e<br />
certezza dell’approvvigionamento. Per questo<br />
è necessario un rapporto di fiducia tra fornitore<br />
e cliente".<br />
L’accordo prevede anche di poter conferire il<br />
tessile alle cementerie estere del gruppo in<br />
caso di disponibilità di materiale superiore<br />
alla capacità ricettiva dell’impianto di Ternate.<br />
In tal modo, è garantita ai consorzi la continuità<br />
del servizio ed è evitato lo smaltimento<br />
in discarica. “Siamo orgogliosi di questo ulteriore<br />
passo verso l’economia circolare. La<br />
valorizzazione dei rifiuti industriali non recuperabili<br />
attraverso recupero di energia e di<br />
materia nel processo produttivo del cemento<br />
è una soluzione ambientale che consente di<br />
non sprecare risorse, e, anzi, di risparmiare<br />
materia prima naturale, garantendo gli stessi<br />
livelli qualitativi e di performance di prodotto”,<br />
conclude Marco Turri, General Manager<br />
Geocycle Italia.<br />
l<br />
Per ridurre<br />
ulteriormente<br />
la quantità di rifiuto<br />
e trasformare il più<br />
possibile gli scarti<br />
in risorse,<br />
lo stabilimento<br />
produttivo di Ternate<br />
ha investito<br />
su un impianto<br />
che consente anche<br />
il recupero della<br />
frazione tessile<br />
dei PFU nel<br />
co-processing.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
54<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
Laguna Blu<br />
Imbarcazioni ibride e 100% elettriche<br />
entrano nella flotta dei servizi ambientali<br />
di Venezia e delle sue isole.<br />
Per una raccolta a zero emissioni<br />
Riccardo Rossi<br />
Imbarcazione<br />
ibrida in fase<br />
di settaggio<br />
dell’MBS.<br />
Sarà anche la città più bella del mondo,<br />
ma logisticamente, una delle più difficili.<br />
I servizi, di qualunque tipo, devono fare<br />
i conti con l’acqua. Soprattutto, la raccolta<br />
dei rifiuti.<br />
La Divisione Servizi Ambientali Venezia di<br />
Veritas, multiutility a capitale interamente<br />
pubblico, cura la raccolta dei rifiuti nel centro<br />
storico di Venezia e nelle isole Giudecca,<br />
Burano e Murano. Per assicurare un servizio<br />
a minimo impatto ambientale, Veritas ha rinnovato<br />
i tre quarti della sua flotta di imbarcazioni<br />
per la raccolta con scafi-compattatori<br />
motorizzati Stage V.<br />
Raccolta in elettrico<br />
Per sviluppare una raccolta a impatto zero,<br />
sono state commissionate anche due imbarcazioni<br />
ibride ed una 100% elettrica.<br />
Una prima ibrida è stata realizzata dalla veneziana<br />
Advanced Marine Composites, mentre<br />
il secondo esemplare (in foto, in fase di<br />
settaggio del BMS) è stato commissionato<br />
alla Cantieri Morri di Bellaria (RN).<br />
Entrambe le imbarcazioni montano sistemi<br />
a propulsione ibrida parallela termico/elettrica<br />
plug-in e possono muoversi in modalità<br />
completamente elettrica, azionando sia il<br />
compattatore di rifiuti a bordo sia la gru<br />
idraulica articolata. Le batterie vengono ricaricate<br />
con modalità plug-in, quando la barca<br />
è attraccata, e tramite il propulsore termico<br />
che interviene quando le batterie hanno<br />
bisogno di nuova carica durante la navigazione.<br />
Le due imbarcazioni ibride sono identiche<br />
a quelle tradizionali per forma e dimensioni.<br />
Si tratta quindi di scafi lunghi oltre 11<br />
metri, larghi circa 2,40 metri, ma mossi da<br />
due propulsori elettrici e alimentati da un’innovativa<br />
soluzione di batterie agli ioni di litio<br />
sviluppata dall’italiana Archi mede Energia.<br />
Quest’ultima, parte della holding HB4, è il<br />
primo costruttore di accumulatori al litio con<br />
BMS integrato in Italia ad aver ottenuto la<br />
certificazione Naval Type Approval (Bureau<br />
Veritas) per la navigazione in elettrico.<br />
L’ente di certificazione ha approvato per la<br />
navigazione sia il sistema di batterie agli ioni<br />
di litio Archimede Energia (come prodotto),<br />
sia come parte integrante delle imbarcazioni<br />
ibride in servizio alla Divisione Servizi<br />
Ambientali Venezia di Veritas.<br />
L’imbarcazione 100% elettrica è stata esposta<br />
al Salone Nautico di Venezia <strong>2021</strong>, che si è<br />
tenuto dal 29 maggio al 6 giugno presso<br />
l’Arsenale. Un passo…anzi no, una “bracciata”<br />
- è il caso di dirlo - verso la raccolta zero<br />
emissioni.<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
56 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
TRACCIABILITÀ RIFIUTI<br />
RENTRI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
57<br />
Anche alcune aziende<br />
che si occupano<br />
del conferimento rifiuti,<br />
hanno aderito<br />
alla sperimentazione<br />
del prototipo<br />
del RENTRi.<br />
Impianto di selezione<br />
rifiuti: un tassello<br />
nella filiera<br />
della gestione<br />
degli scarti.<br />
La nuova era<br />
dei rifiuti<br />
Evoluzione tecnologica e Industria 4.0 sono già<br />
largamente presenti nel settore degli scarti. Il R.E.N.T.Ri,<br />
porterà a cambiamenti operativi e le aziende della filiera<br />
vedranno evolvere il loro modello di business<br />
La digitalizzazione, sempre più spinta e<br />
nevralgica nella gestione dei rifiuti,<br />
l’Industria 4.0 e l’arrivo del nuovo<br />
RENTRi (Registro Elettronico Nazionale per<br />
la Tracciabilità dei Rifiuti) pongono i produttori,<br />
i trasportatori, i destinatari e gli intermediari<br />
all’interno di una catena di eventi che li porterà<br />
ad un imminente cambiamento epocale. La<br />
catena di cui sopra, in ottica di “Economia<br />
Circolare”, condurrà queste imprese a dover<br />
fare scelte importanti in merito ai propri ERP<br />
specifici del tema e, non è da escludere, anche<br />
a dover effettuare dei veri e propri cambi di<br />
rotta nei loro modelli di business.<br />
Eppur si muove<br />
Questo processo di cambiamento ha avuto un<br />
determinante e concreto punto di accelerazione<br />
l’8 luglio scorso con il rilascio da parte del<br />
MITE ed Infocamere - sul sito del RENTRi<br />
(www.rentri.it ) - delle<br />
prime API. Si tratta dell’insieme di procedure<br />
informatiche che rappresentano i componenti<br />
da utilizzare, per integrare strumenti e funzionalità<br />
del futuro sistema ministeriale con i<br />
singoli software gestionali.<br />
Queste API verranno testate dalle aziende che<br />
hanno aderito alla sperimentazione, indetta<br />
dal MiTE, del prototipo del RENTRi.<br />
Sperimentazione, che è stata proposta a tutte<br />
le associazioni, per mettere a punto ed ottimizzare<br />
al massimo questo nuovo sistema<br />
nazionale.<br />
A partire dalle prime API quindi, i gestionali<br />
delle aziende della sperimentazione potranno<br />
comunicare al RENTRi i dati relativi alle movimentazioni<br />
registrate localmente nei registri<br />
di carico e scarico: dall’anagrafe dei soggetti<br />
a quella delle singole unità organizzative, fino<br />
naturalmente ai registri locali veri e propri ed<br />
ai movimenti di carico e scarico, compresi annullamenti<br />
e rettifiche.<br />
In pratica, ad avvenuto collaudo delle API, le<br />
stesse verranno inserite nel nuovo decreto<br />
del RENTRi e, da quel momento, il registro<br />
di carico scarico dei rifiuti non sarà più in<br />
forma cartacea, ma diverrà completamente<br />
digitale.<br />
A questo primo rilascio di API, ne seguirà un<br />
secondo collegato all’analisi “del ciclo di vita<br />
e della struttura del Fir digitale”, come ha spiegato<br />
chiaramente Maurizio Zampieri di Eco -<br />
cerved durante la comunicazione del rilascio<br />
delle prime API, “in modo da arrivare entro<br />
<strong>settembre</strong> <strong>2021</strong> ad aver sciolto i principali nodi<br />
operativi” del RENTRi.<br />
Il treno in corsa che non si può arrestare<br />
Come detto poc’anzi, si sta verificando una accelerazione<br />
nel contesto di un cambiamento<br />
operativo che già i professionisti del settore<br />
(dai trasportatori, ai destinatori ed impianti),<br />
stavano già vivendo da qualche anno, in quanto<br />
motivato dalla necessità di rispondere alle esigenze<br />
di mutevolezza del mercato.<br />
Non è nuova la richiesta da parte degli operatori,<br />
di Sistemi Informativi dotati di estrema<br />
flessibilità, pervasività ed intelligenza; prerogative<br />
di sempre di Atlantide DS8 che è frutto<br />
di competenza tecnologica spinta e di conoscenza<br />
ultratrentennale del settore.<br />
L’evoluzione tecnologica e l’avvento dell’Indu -<br />
stria 4.0 hanno infatti contribuito (nel settore<br />
delle aziende della gestione dei rifiuti) alla necessità<br />
di realizzare un proprio modello di business,<br />
attraverso la convergenza di IoT, telecomunicazioni,<br />
ed implementazione flessibile<br />
dei flussi organizzativi aziendali, nei sistemi<br />
informativi di competenza.<br />
Uno strumento prezioso<br />
Atlantide DS8 è un prodotto che risponde a<br />
queste esigenze da oltre 15 anni.<br />
Allo stesso modo i produttori - in virtù del fatto<br />
che le eventuali problematiche penali (insite<br />
in un processo così complesso quale quello<br />
della gestione dei rifiuti) non sono derogabili<br />
per contratto, una volta affermata la digitalizzazione<br />
degli adempimenti fiscali ambientali<br />
nel RENTRi – dovranno decidere se gestirli direttamente<br />
o delegarli a consulenti.<br />
In entrambi i casi, a prescindere da chi li gestirà,<br />
saranno necessarie piattaforme gestionali<br />
adeguate. Ciò significa che, allo stato attuale<br />
dell’arte, dovranno essere non solo<br />
funzionali (ossia con l’interfacciamento al<br />
RENTRi), ma anche e soprattutto tecnologicamente<br />
evolute, affinchè siano in grado di<br />
prevenire e risolvere (come fa brillantemente<br />
Atlantide DS8), qualsiasi tipo di anomalia o<br />
eventuale rischio che si possa presentare.<br />
Lo strumento che consente di trasformare il<br />
RENTRi in un’ opportunità è pronto e già disponibile.<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
58 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
SOLUZIONI FLESSIBILI<br />
SOLUZIONI FLESSIBILI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
59<br />
Obiettivo zero WASTE<br />
Forrec propone linee<br />
e soluzioni<br />
qualitativamente<br />
avanzate<br />
che permettono<br />
di raggiungere<br />
un valore di purezza<br />
di granuli intorno<br />
al 99 per cento.<br />
Eliana Puccio<br />
La consolidata esperienza di For Rec a servizio delle sempre<br />
più sofisticate esigenze del mercato. L’azienda propone<br />
soluzioni avanzate e specifiche attraverso progetti ambiziosi<br />
La crisi economica mondiale che ha accompagnato<br />
l’epidemia (ancora non superata)<br />
ha dato nuovi stimoli al mercato<br />
del rifiuto, che non arresta la sua crescita e richiede<br />
quindi tecnologie sempre nuove, più efficaci<br />
e performati, 100% environmental friendly<br />
e con costi di gestione minimi. Forrec lavora incessantemente<br />
a questo obiettivo e nella visione<br />
dell’azienda ci sono ancora molti traguardi da<br />
raggiungere e sfide da affrontare.<br />
I punti di forza<br />
I diversi punti forza che caratterizzano il lavoro<br />
di Forrec, sempre finalizzato alla ricerca di soluzioni<br />
efficaci per preservare l’ambiente, sono<br />
semplicemente riassunti nel prefisso “RE-”<br />
che primariamente rimanda al Recycling, ambito<br />
di cui si occupa l’azienda. Ma c’è di più:<br />
le RElationship che Forrec vuole instaurare<br />
con i clienti sono fondamentali per condividere<br />
esperienze e necessità cercando di incontrare<br />
le aspettative in termini di affidabilità, performance<br />
e costi di gestione. Un incontro che assume<br />
il sapore del “Made in Italy” e racchiude<br />
il “saper fare” di addetti ai lavori che da decenni<br />
sono inseriti nelle dinamiche ambientali.<br />
La REsearch continua supportata da un ufficio<br />
tecnico composto da 12 ingegneri, da partner<br />
tecnologici e dalla volontà di essere sempre<br />
aggiornati su normative e trend di mercato.<br />
La REalization di macchine ed impianti completi<br />
“su misura”, con soluzioni che sono uniche<br />
come il DNA, dimostrano flessibilità e attenzione<br />
alle necessità, senza sottovalutare la conoscenza<br />
derivata dall’esperienza del cliente nei diversi<br />
settori.<br />
Ma Forrec è anche di più, 60 differenti modelli<br />
di macchine e impianti chiavi-in-mano per<br />
qualsiasi tipo di rifiuto solido urbano e industriale<br />
e un’azienda REactive, coadiuvata dalla<br />
presenza di squadre di assistenza presso il<br />
cliente, call center, assistenza remota e magazzino<br />
ricambi fornito per manutenzioni programmate<br />
ed emergenze.<br />
Traguardi ambiziosi<br />
Molti gli orizzonti esplorati e moltissimi i traguardi<br />
raggiunti, in modo particolare negli ultimi<br />
cinque anni, tempo in cui l’azienda ha realizzato<br />
alcuni progetti ambiziosi e importanti<br />
come quelli che riguardano il trattamento dei<br />
frigoriferi, i più grandi al mondo come portata<br />
in una singola linea (120 unità all’ora) nel pieno<br />
rispetto della stringente normativa Weelabex.<br />
Le linee sono caratterizzate da una avanzata<br />
tecnologia per la captazione dei gas in ogni<br />
punto dell’impianto abbinate alle innovative<br />
soluzioni per la distruzione del gas stesso.<br />
La realizzazione di questi impianti ha incluso<br />
anche una progettazione specifica per il trattamento<br />
dei sistemi di condizionamento e degli<br />
scaldabagno o boiler, che solo gli impianti<br />
Forrec riesce a garantire grazie al continuo<br />
aggiornamento tecnologico e alla flessibilità<br />
di affiancarsi al proprio cliente.<br />
Con l'aumento del valore delle materie prime<br />
Forrec si è inserita in maniera efficace in tutti<br />
i mercati per il recupero dei metalli proponendo<br />
linee e soluzioni qualitativamente avanzate<br />
che permettono di raggiungere un valore di<br />
purezza dei granuli intorno al 99%.<br />
Parallelamente alla progettazione di linee<br />
complete, l’azienda si focalizza anche sulla<br />
realizzazione di macchine singole che rimangono<br />
il fulcro della produzione.<br />
I macinatori monoalbero nei diversi modelli<br />
hanno seguito un processo di continuo miglioramento<br />
e una progettazione finalizzata alla<br />
specificità di ciascuno modello, creato per la<br />
gestione dei diversi tipi di materiali che deve<br />
trattare. Ecco che le macchine sono risultate<br />
efficaci per la lavorazione e il trattamento di<br />
rifiuti solidi anche ad alta densità, e utilizzate<br />
su una vasta gamma di materiali.<br />
L’esperienza nel settore e la preparazione tecnica<br />
offerta dall’ufficio di ricerca e sviluppo garantiscono<br />
una risposta sempre attenta e risolutiva<br />
alle richieste dei clienti, grazie a questo<br />
sono stati progettati e installati i trituratori bialbero<br />
specifici per il trattamento dello pneumatico<br />
per ottenere un chip di gomma in grado<br />
di soddisfare le richieste dei cementifici, utilizzatori<br />
finali del prodotto per la produzione di<br />
energia.<br />
Le nuove sfide<br />
L’attenzione rimane comunque sempre alta<br />
e le nuove sfide che il mercato propone vengono<br />
accolte e gestite con grande professionalità,<br />
così l’azienda in questo periodo sta affrontando<br />
e testando il metodo più adatto a<br />
trattare i pannelli fotovoltaici dismessi, che richiedono<br />
un processo molto complesso soprattutto<br />
nella separazione del silicio.<br />
Nell’ottica di supportare la recente transizione<br />
ecologica, Forrec riesce a dare un contributo<br />
concreto nel passaggio da un sistema produttivo<br />
intensivo (e non sostenibile dal punto<br />
di vista dell'impiego delle risorse), a un modello<br />
che invece ha nella sostenibilità, ambientale,<br />
sociale ed economica, il proprio punto<br />
di forza.<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
60 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
Nuova<br />
rubrica<br />
NORMATIVE<br />
NORMATIVE<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
61<br />
Pillole dal Laboratorio<br />
Andrea Ballabio,<br />
Donato Berardi,<br />
Samir Traini,<br />
Nicolò Valle<br />
del Laboratorio<br />
REF Ricerche<br />
Il Laboratorio REF<br />
Ricerche è un think tank<br />
che intende riunire<br />
selezionati<br />
rappresentanti del mondo<br />
dell´impresa, delle<br />
istituzioni e della finanza<br />
al fine di rilanciare il<br />
dibattito sul futuro dei<br />
Servizi Pubblici Locali.<br />
È approdata la nuova rubrica dedicata alle normative in ambito<br />
waste e non solo. In questa puntata qualità e pianificazione,<br />
elementi del secondo Metodo Tariffario per il settore Rifiuti<br />
In un nostro intervento di due anni fa, lo avevamo<br />
definito “un salto di qualità per il futuro<br />
del settore”: stiamo parlando del<br />
Metodo Tariffario Rifiuti o MTR. Questo provvedimento,<br />
introdotto dall’Authority nel 2019,<br />
ha in effetti modificato in profondità il quadro<br />
di riferimento in sede di fissazione dei costi<br />
del servizio, operando una vera e propria rivoluzione<br />
in un contesto generale caratterizzato<br />
da governance regionali diverse e incomplete<br />
e assetti gestionali diversificati, contraddistinti<br />
da divari impiantistici anche ampi.<br />
Oggi, con la pubblicazione del Documento per<br />
la Consultazione 196/<strong>2021</strong>/R/rif e a seguire<br />
del 282/<strong>2021</strong>/R/rif, ARERA ha esplicitato gli<br />
orientamenti per la definizione del Metodo<br />
Tariffario Rifiuti per il secondo periodo regolatorio,<br />
il quadriennio 2022-2025.<br />
I target<br />
Nei suoi orientamenti ARERA conferma l’impostazione<br />
generale in essere, improntata alla<br />
trasparenza dei costi, con una quantificazione<br />
delle entrate tariffarie che segua dati certi, validati<br />
e desunti da fonti contabili obbligatorie<br />
e con un limite di crescita, differenziato sulla<br />
base degli obiettivi di miglioramento della qualità<br />
del servizio e dell’ampliamento del perimetro<br />
gestionale, come individuato dagli Enti<br />
Territoriali Competenti (ETC).<br />
Tra gli altri obiettivi per il secondo periodo regolatorio,<br />
vi è il desiderio di garantire la sostenibilità<br />
sociale delle tariffe, contribuire attivamente<br />
a traguardare i più recenti e sfidanti<br />
obiettivi ambientali, il consolidamento delle<br />
gestioni, e un rinforzo al coordinamento tra i<br />
soggetti istituzionali coinvolti. Il tutto, ancora<br />
una volta, confermando una regolazione asimmetrica.<br />
La principale novità consiste nella definizione<br />
di una durata quadriennale del secondo periodo<br />
regolatorio, entro la quale l’Autorità prevede<br />
un aggiornamento biennale delle predi-<br />
sposizioni tariffarie, oltre ad un’eventuale revisione<br />
da effettuarsi in qualsiasi momento<br />
del periodo regolatorio, qualora tale opzione<br />
venga ritenuta necessaria dall’ETC in ragione<br />
di circostanze straordinarie che pregiudicano<br />
gli obiettivi del piano.<br />
… e le novità<br />
Una importante variazione fra le componenti<br />
di costo è rappresentata dall’introduzione di<br />
un meccanismo di copertura dei maggiori<br />
oneri derivanti dalla compliance alla regolazione<br />
della qualità del servizio, come anticipato<br />
nei mesi scorsi nel DCO che illustra i primi<br />
orientamenti per la regolazione della qualità<br />
del servizio di gestione dei rifiuti urbani 1 .<br />
Inoltre, ARERA ha previsto un meccanismo di<br />
copertura degli oneri derivanti dell’applicazione<br />
delle novità normative introdotte dal<br />
D.Lgs. 116/2020, che prevedono la possibilità<br />
per le utenze non domestiche di conferire i rifiuti<br />
urbani al di fuori del servizio pubblico ed<br />
eventualmente di rientrare nella privativa.<br />
Sono diversi gli elementi innovativi che interessano<br />
il processo di implementazione del<br />
MTR-2 dal punto di vista procedurale. Anche<br />
perché, è soprattutto da questo aspetto che<br />
sono arrivate le maggiori criticità del primo<br />
periodo regolatorio.<br />
Per quanto concerne alle modalità di redazione<br />
e successiva validazione del PEF, occorre<br />
innanzitutto sottolineare come, in aggiunta<br />
alla durata pluriennale, il Piano è chiamato<br />
ora a una maggiore connessione con la programmazione<br />
2 , sia regionale sia nazionale, in<br />
materia di gestione del ciclo dei rifiuti.<br />
Inoltre, un aspetto procedurale fondamentale<br />
è quello di favorire il confronto istituzionale tra<br />
i diversi attori coinvolti nel processo di verifica<br />
e validazione dei PEF.<br />
A tal proposito, ARE-<br />
RA prospetta l’adozione<br />
di strumenti<br />
che contribuiscano<br />
al confronto tra i pianificatori,<br />
sia di livello<br />
nazionale sia regionale,<br />
e gli ETC.<br />
Il tutto, nell’ottica di<br />
integrare le diverse<br />
componenti del quadro istituzionale, dando<br />
sostanza alla strategia nazionale che dovrebbe<br />
emergere dal PNGR e dalle riforme prospettate<br />
dal PNRR (Piano Nazionale di<br />
Ripresa e Resilienza).<br />
In conclusione, negli orientamenti per la definizione<br />
del MTR-2 ARERA introduce alcuni<br />
importanti elementi di novità, orientati non<br />
solo alla sostenibilità delle tariffe, ma anche<br />
alla qualità del servizio e alla programmazione,<br />
al fine di contribuire al raggiungimento dei<br />
target sfidanti di riciclo e di riduzione dello<br />
smaltimento in discarica che il nostro Paese<br />
è chiamato a raggiungere.<br />
l<br />
1<br />
DCO 72/<strong>2021</strong>/R/rif, 26<br />
febbraio <strong>2021</strong>.<br />
2<br />
Si rimanda, per maggior<br />
approfondimenti sul tema,<br />
al Position Paper n. 182<br />
“Gestione rifiuti.<br />
Sostenere i Piani Regionali<br />
con un approccio<br />
"razionale" e condiviso”,<br />
Laboratorio REF Ricerche,<br />
giugno <strong>2021</strong>.<br />
Per approfondire<br />
MTR-2. Qualità e<br />
pianificazione entrano<br />
nella regolazione<br />
tariffaria, Laboratorio<br />
REF, n. 183, giugno <strong>2021</strong>,<br />
www.laboratorioref.it<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
SCARTI ALIMENTARI E IDROGENO<br />
BIOWASTE<br />
63<br />
ENEA punta al biometano<br />
ad alto rendimento<br />
Ripensare il paradigma<br />
della mobilità per le città<br />
del terzo millennio<br />
MILANO<br />
PIAZZA CASTELLO<br />
23-24 <strong>settembre</strong> <strong>2021</strong><br />
Un nuovo impianto sperimentato presso il centro<br />
di Casaccia produce, da scarti alimentari, biogas<br />
ad alto tenore di metano. L'obiettivo è convertire<br />
anche la CO 2 del biogas in biometano con idrogeno verde<br />
Marco Comelli<br />
Promosso da<br />
Partner tecnico<br />
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citytech.eu | info@citytech.eu<br />
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AGID<br />
Agenzia per<br />
l’Italia Digitale<br />
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Speech Sponsor<br />
seguici su:<br />
La produzione di biogas da scarti biologici<br />
(reflui zootecnici, scarti alimentari e bio<br />
industriali, FORSU) identifica una tecnologia<br />
relativamente matura. Il biogas contiene<br />
- in percentuali variabili - metano, altri<br />
idrocarburi gassosi, CO 2 , idrogeno e numerosi<br />
gas. Sottoposto a diversi gradi di purificazione<br />
e “lavaggio” (per eliminare soprattutto i composti<br />
solforati e nitrati, che producono acidi<br />
nel processo di combustione), viene utilizzato<br />
direttamente come propulsore per motori a<br />
combustione interna.<br />
In tal modo si produce elettricità ed energia<br />
termica, secondo i principi della cogenerazione.<br />
Alternativamente, dal biogas può essere<br />
estratta la frazione di metano (definita<br />
biometano), che può essere utilizzata per la<br />
trazione oppure immessa nella rete distributiva.<br />
In entrambi i casi, maggiore è la fra-<br />
zione di metano presente nel biogas, più<br />
quest’ultimo è pregiato.<br />
Ne vale la pena se…<br />
Il rendimento in metano del biogas è influenzato<br />
dalla biomassa con cui viene alimentato<br />
il digestore anaerobico. Se la biomassa è povera<br />
- quindi con alta presenza di paglia, canne<br />
palustri, residui agricoli, scarti alimentari, in<br />
generale con elevata presenza di cellulosa ed<br />
emicellulosa - la conversione in biogas non<br />
supera il 50-60% in peso, ed il contenuto in<br />
biometano raggiunge al massimo il 50%. A<br />
valle, si ha quindi un minore rendimento energetico<br />
in cogenerazione, ed un aumento di costi<br />
se si vuole invece puntare sul biometano.<br />
Si tenga conto che il gas, immesso in rete e<br />
utilizzabile per l’autotrazione, deve presentare<br />
un contenuto di metano pari ad almeno il 97%.<br />
Settembre <strong>2021</strong>
64 BIOWASTE SCARTI ALIMENTARI E IDROGENO<br />
La sperimentazione<br />
Un nuovo impianto su scala ridotta (digestore<br />
di un metro cubo) - installato da ENEA presso<br />
il suo Centro Ricerche di Casaccia - punta a<br />
risolvere i problemi di rendimento utilizzando<br />
un dispositivo innovativo a campi elettrici pulsati,<br />
che incrementano la resa di conversione<br />
in biogas, accelerando la degradazione della<br />
cellulosa, componente più rilevante delle biomasse<br />
utilizzate.<br />
Il sistema genera campi elettrici pulsati ad<br />
alta tensione e bassa intensità di corrente<br />
(BioCrack), che aprono dei varchi nella membrana<br />
cellulare per effettuare il pre trattamento<br />
delle biomasse ad alto contenuto di componenti<br />
lignocellulosiche con cui viene alimentato<br />
il digestore. Dall’analisi dei dati ottenuti in via<br />
sperimentale, il pretrattamento produce gli effetti<br />
attesi sulle matrici con un alto contenuto<br />
cellulosico. Infatti, il BioCrack danneggia soprattutto<br />
la struttura tridimensionale di cellulosa<br />
ed emicellulosa, riducendo la reticolazione<br />
delle catene polisaccaridi (“cristallinità”). Ciò<br />
fa sì che, aumentando la superficie disponibile<br />
per l’azione dei microrganismi, venga incrementata<br />
la solubilità della materia organica e<br />
anche il potenziale di generazione di metano<br />
delle biomasse.<br />
Grazie a questo accorgimento, l’impianto sperimentale<br />
è in grado di produrre biogas con<br />
contenuto di metano maggiore del 70%; riducendo<br />
volumi, tempi e costi di produzione rispetto<br />
agli impianti “tradizionali”.<br />
L’impianto biogas<br />
sperimentale ad alta<br />
efficienza di ENEA.<br />
Cosa ci aspetta<br />
Ma non finisce qui. Nel prossimo futuro, l’impianto<br />
verrà ampliato e dotato di una copertura<br />
con pannelli fotovoltaici, che serviranno sia<br />
per alimentare le utenze dell’impianto stesso<br />
che per produrre - mediante elettrolisi dell’acqua<br />
- una corrente di idrogeno da impiegare<br />
in processi innovativi di bioconversione<br />
della CO 2 , contenuta nel biogas, in metano.<br />
Attraverso questa modalità, la percentuale di<br />
metano potrà crescere ancora, riducendo parallelamente<br />
l’impegno e gli investimenti fissi,<br />
necessari per estrarre il biometano dal biogas.<br />
L’intero processo di produzione nell’impianto<br />
sperimentale è inoltre gestito da un sistema<br />
di controllo basato su un software dedicato,<br />
che consente di programmare le operazioni,<br />
misurare “in continuo” il volume e la composizione<br />
del biogas prodotto e i principali parametri<br />
di processo quali temperatura, pH e livelli.<br />
Ma le ricerche di ENEA nel campo delle<br />
biomasse e della loro conversione non si fermano<br />
qui. Stanno per esempio lavorando sull’impiego<br />
di miscele selezionate di funghi e<br />
batteri, e sulla separazione dei diversi stadi<br />
del processo di digestione anaerobica in due<br />
diversi reattori (processo bistadio).<br />
Ciò consente, oltre ad aumentare le rese di<br />
conversione di biomasse povere, anche di<br />
prevenire perdite di produttività: infatti nel<br />
caso si verificasse un problema nel primo<br />
reattore, mentre si interviene su questo, il<br />
secondo continuerebbe a produrre metano<br />
regolarmente.<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
66 BIOWASTE NEWS<br />
PINZA SELEZIONE<br />
+<br />
ELEVATA RESISTENZA<br />
ALL’USURA<br />
+<br />
CONFIGURAZIONI<br />
PER OGNI ESIGENZA<br />
In 20 giorni mi<br />
sciolgo nel mare<br />
+<br />
MASSIMA AGILITÀ<br />
DI MOVIMENTO<br />
Dalla Sardegna una soluzione contro<br />
l’inquinamento oceanico. La startup Relicta<br />
sviluppa una bioplastica biodegradabile<br />
e compostabile al 100%, trasparente e inodore,<br />
ricavata dagli scarti dell'industria ittica<br />
Eliana Puccio<br />
Lstartup Relicta è capitanata da Davide<br />
Sanna, CEO e cofondatore insieme al<br />
team composto da Matteo Sanna,<br />
Mariangela Melino, Andrea Farina e Giovanni<br />
Conti. Questi cinque studenti hanno dato vita<br />
a una soluzione che previene il<br />
rischio inquinamento oceanico<br />
da plastica.<br />
Si tratta di un imballaggio in<br />
plastica idrosolubile, trasparente<br />
e biodegradabile, ottenuto<br />
dagli scarti industriali del<br />
pesce.<br />
Tale packaging è solubile in<br />
acqua calda in modo da poter<br />
essere facilmente smaltito.<br />
È totalmente biologico, motivo<br />
per cui in mare si degrada<br />
completamente in soli 20 giorni.<br />
Non lascia traccia e non<br />
sviluppa sostanze tossiche. Questa plastica<br />
biologica ha la stessa versatilità delle plastiche<br />
tradizionali.<br />
Per esempio, può essere termosaldata per<br />
la produzione di vari tipi di contenitori come<br />
le buste, ed è in grado di mantenere il vuoto<br />
all’interno della confezione. Quindi, è indicata<br />
anche per il sottovuoto, ideale per la conservazione<br />
degli alimenti. Altra caratteristica<br />
che presenta questa soluzione a base di pesce<br />
è la termoretraibilità, che la rende perfetta<br />
per imballaggi idonei al trasporto.<br />
Nonostante la plastica biologica di Relicta sia<br />
biodegradabile in acqua, si presenta resistente<br />
agli ambienti umidi. Motivo per cui è idonea<br />
alla conservazione dei cibi in frigorifero<br />
che e non deperisce con la pioggia o ai getti<br />
d’acqua diretti.<br />
Mantiene, inoltre, inalterate le sue proprietà<br />
per circa un anno.<br />
l<br />
LA TECNOLOGIA PIÙ AVANZATA<br />
È QUELLA CHE TI SEMPLIFICA LA VITA<br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
68 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />
STRUMENTI DI DRENAGGIO<br />
STRUMENTI DI DRENAGGIO<br />
ACQUE REFLUE<br />
69<br />
Flygt: 120 anni<br />
di innovazione<br />
Il brand di Xylem, da oltre un secolo, guida l’innovazione<br />
nel settore idrico. Le tecnologie e le soluzioni sviluppate<br />
permettono di gestire le acque reflue, di salvaguardare<br />
la collettività e l’ambiente<br />
Riccardo Rossi<br />
Quest'anno ricorre il 120mo anniversario<br />
del marchio Flygt di Xylem, leader<br />
di mercato che da più di un secolo supporta<br />
i propri clienti in ogni parte del mondo,<br />
risolvendo in campo idrico le situazioni più disparate.<br />
Gestione delle acque di pioggia<br />
Un esempio su tutti, quello dell’Aeroporto<br />
Internazionale di Pechino-Daxing con il progetto<br />
di “Green City”. La struttura, oltre ad essere il<br />
più grande terminal al mondo composto da un<br />
unico edificio, necessitava di un sistema di drenaggio<br />
efficiente e affidabile in grado di sostenere<br />
anche i requisiti di resilienza e sostenibilità<br />
del futuro. Per assicurare un drenaggio veloce<br />
e adeguato in caso di precipitazioni intense, la<br />
scelta è ricaduta su Xylem, che ha fornito 8 stazioni<br />
di pompaggio per l’acqua piovana complete<br />
di 34 set di pompe Flygt. Le pompe Flygt<br />
sono state installate in contemporanea ai lavori<br />
per la realizzazione dell’aeroporto e la loro af-<br />
fidabilità si è dimostrata fondamentale per il<br />
corretto funzionamento del sistema di drenaggio.<br />
Le pompe Flygt sono state selezionate anche<br />
per la loro ottima efficienza energetica, che<br />
contribuisce a ridurre l’impatto ambientale<br />
complessivo dell’aeroporto.<br />
Oltre a garantire benefici operativi tangibili, il<br />
vero successo del marchio Flygt è dato dall’impatto<br />
che queste soluzioni hanno avuto<br />
sulle comunità di tutto il mondo.<br />
Come ad esempio nel 1959, quando il tifone<br />
Vera sulle coste giapponesi, colpì più di 1,5<br />
milioni di persone, sommergendo la città di<br />
Nagoya proprio a causa dell’intensità delle<br />
pioggie.<br />
Per supportare la popolazione colpita dalla<br />
calamità, l’Ambasciata di Svezia a Tokyo, inviò<br />
una pompa Flygt (del peso di 650 kg), che consentì<br />
di iniziare le operazioni di drenaggio solo<br />
due giorni dopo la tragedia.<br />
La case history continua<br />
Un’altra importante dimostrazione relativa<br />
all’efficienza delle pompe Flygt, si è avuta nel<br />
1965, a seguito di un grave incidente. Durante<br />
la realizzazione di un tunnel nel centro di<br />
Stoccolma, due operai restarono intrappolati<br />
ad una profondità di 40 metri.<br />
A supporto della missione di salvataggio, sono<br />
state impiegate le pompe Flygt, ma dopo diverse<br />
ore di pompaggio, per liberare il tunnel<br />
dall’acqua, si sono presentati enormi volumi<br />
di sabbia, mettendo a rischio l’operazione. Per<br />
raggiungere gli operai intrappolati era infatti<br />
indispensabile che questi venissero rimossi.<br />
L’unica soluzione è stata quella di ripompare<br />
l’acqua nel tunnel per ottenere un fango di<br />
consistenza adeguata. In mancanza di alternative,<br />
l’acqua è stata così reintrodotta nel<br />
pozzo del tunnel e, tramite le pompe, successivamente<br />
rimossa insieme al fango. Dopo tre<br />
giorni di lavoro e la rimozione di quasi 9,5 milioni<br />
di litri di acqua e fango, finalmente gli<br />
operai sono stati tratti in salvo.<br />
Dalle missioni di salvataggio al supporto di alcune<br />
delle infrastrutture più impressionanti<br />
al mondo, i successi del passato hanno costruito<br />
le basi per il successo di oggi e per l’innovazione<br />
continua di Flygt. In virtù di ciò, oggi,<br />
i clienti dell’azienda possono contare su una<br />
gamma completa di prodotti e soluzioni per<br />
la movimentazione di acque reflue, oltre ad<br />
attrezzature avanzate di monitoraggio e controllo<br />
in grado di ottimizzare prestazioni ed efficienza<br />
energetica. Ma il punto di arrivo, non<br />
è altro che un nuovo punto di partenza. Come<br />
ha dichiarato Jonas Romfelt, Director of<br />
Product Development, Transport in Xylem:<br />
“Siamo incredibilmente orgogliosi del riconoscimento<br />
del ruolo che ha avuto Flygt su innumerevoli<br />
comunità. Dalle calamità naturali<br />
alle infrastrutture più complesse, le nostre<br />
soluzioni hanno contribuito a risolvere le problematiche<br />
di natura idrica più impegnative<br />
in tutto il mondo. Tuttavia, abbiamo ancora<br />
molto lavoro da fare. Dopo il recente lancio di<br />
Flygt Biboα, non vediamo l’ora di dare un seguito<br />
al nostro lavoro di innovazione e sviluppo<br />
di soluzioni sostenibili che possono fare la differenza”.<br />
l<br />
Versione dimostrativa<br />
di alcuni prodotti<br />
Flygt.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
70 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />
TRATTAMENTO FANGHI<br />
TRATTAMENTO FANGHI<br />
ACQUE REFLUE<br />
71<br />
Triturare per ottimizzare<br />
Dalla depurazione degli scarichi vengono<br />
estratte sostanze, organiche<br />
e inorganiche, che rendono le acque<br />
inutilizzabili. Sono masse solide<br />
che possono compromettere l’efficienza<br />
degli impianti. Ma i trituratori RotaCut<br />
rendono più omogenei i fluidi…<br />
Federica Lugaresi<br />
I due RotaCut<br />
installati<br />
sulla linea<br />
di trattamento<br />
fanghi<br />
nell’impianto<br />
di Bronzolo<br />
in Trentino.<br />
Per chiarificare le acque reflue urbane ed<br />
extraurbane, affinchè siano compatibili<br />
con la loro reimmissione in natura senza<br />
creare disequilibri all’ecosistema del corpo ricettore,<br />
è necessario rimuovere il fango di depurazione<br />
negli appositi impianti.<br />
Le componenti solido-grossolane all’interno dei<br />
fanghi, ed in particolare nelle linee di trattamento,<br />
rappresentano una problematica molto diffusa<br />
e piuttosto insidiosa. Si tratta infatti di materiale<br />
che sedimenta in tempi discretamente lunghi (e<br />
che non si separa dal liquame nell’immediato)<br />
causando frequenti intasamenti alle pompe ed<br />
agli altri sistemi a valle.<br />
Mantenere alta la produttività<br />
Ottimizzare un impianto significa non solo eliminare<br />
le perdite in efficienza ed efficacia, ma<br />
anche le ore spese dal personale per l'eventuale<br />
risoluzione dei problemi.<br />
Un esempio su tutti, quello del Depuratore di<br />
Bronzolo - in servizio dal 1996 - che gestisce le<br />
acque reflue per una capacità complessiva di<br />
342.000 abitanti equivalenti, per un totale di circa<br />
3.500.000 m 3 di acque reflue trattate (di cui civili<br />
2.400.000 m 3 e industriali 1.100.000 m 3 ), e che<br />
manifestava frequenti intasamenti alle pompe<br />
del processo di trattamento dei fanghi primari.<br />
Nel 2019, a seguito di una attenta analisi, eco<br />
center Spa (gestore dell’impianto) ha scelto di<br />
installare due trituratori RotaCut RCQ33G (5,5<br />
kw) di Vogelsang, a protezione della linea di<br />
trattamento dei fanghi.<br />
Ed il design esclusivo dei RotaCut, in versione<br />
inline, ne ha consentito il montaggio senza necessità<br />
di apportare modifiche alle installazioni<br />
preesistenti.<br />
Trituratori al top<br />
Questi gioiellini altamente tecnologici sono capaci<br />
di separare i corpi estranei in modo affidabile,<br />
intercettandoli nel pot, e allo stesso tempo,<br />
di triturare le fibre che causano grovigli e blocchi<br />
all’interno delle pompe. I fanghi da post ispessimento<br />
possono così raggiungere le fasi di di-<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Piccolo manuale<br />
di funzionamento<br />
sidratazione, privi di materiali fibrosi e grossolani<br />
e con conseguente maggiore omogeneità.<br />
L’efficientamento del consumo di energia dell’impianto,<br />
viene poi assicurata da un quadro comandi<br />
dotato di inverter.<br />
Svariati risultano essere i vantaggi. Primo fra<br />
tutti una triturazione affidabile di fibre e materiali<br />
grossolani, la possibilità di essere integrati all’impianto<br />
con modalità rapida e semplice, regolazione<br />
automatica delle lame, una facile manutenzione<br />
in loco, ed una programmazione (in<br />
anticipo) delle manutenzioni, tramite il sistema<br />
di controllo ACC.<br />
Un nuovo sistema<br />
I RotaCut di Vogelsang installati sull’impianto<br />
di Bronzolo, sono dotati dell’innovativo sistema<br />
ACC Plus che consente di monitorare lo stato<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Il fluido scorre costantemente attraverso<br />
il RotaCut, mentre tutti i<br />
materiali galleggianti e in sospensione<br />
(fibre, capelli, ossa, pezzi di<br />
legno ecc.) vengono trasportati al<br />
crivello di taglio dalla corrente del<br />
liquido stesso, e triturati in modo<br />
affidabile da lame rotanti e autoaffilanti.<br />
I liquidi contenenti sostanze<br />
solide vengono così trasformati<br />
in sospensioni omogenee pompabili.<br />
Questo rende il RotaCut uno<br />
strumento efficace per omogeneizzare<br />
fluidi eterogenei; condizione<br />
sempre più richiesta sia nell'industria<br />
alimentare, che nel trattamento<br />
acque e negli impianti biogas.<br />
Un'altra importante funzione<br />
è la separazione dei materiali pesanti.<br />
Le pietre o parti metalliche,<br />
che non possono essere triturate,<br />
vengono trattenute in modo sicuro<br />
e incanalate in un contenitore di<br />
raccolta. In tal modo si vanno a<br />
proteggere efficacemente pompe,<br />
sistemi di tubazioni e componenti<br />
degli impianti, dai danni dovuti ai<br />
corpi estranei. Per azionare il trituratore<br />
vengono utilizzati motori<br />
idraulici o motoriduttori adattati<br />
alle condizioni dell'applicazione.<br />
Affinchè il RotaCut possa sempre<br />
essere adattato individualmente<br />
Il sistema ACC Plus<br />
permette l’inversione<br />
automatica del senso<br />
di rotazione<br />
delle lame.<br />
di usura delle lame (mediante un<br />
display esterno) e di pianificarne<br />
la manutenzione e/o<br />
l’eventuale acquisto di parti<br />
di ricambio.<br />
Grazie al controllo automatico<br />
del taglio, la regolazione delle<br />
lame avviene meccanicamente, e<br />
la pressione tra queste ed il crivello viene<br />
mantenuta costante.<br />
Altra funzione automatizzata presente,<br />
è quella relativa all’inversione dei coltelli:<br />
se si formano corpi particolarmente<br />
voluminosi, il RotaCut inverte il<br />
senso di marcia con ripetizione, sino a<br />
quando il materiale non venga efficacemente<br />
sminuzzato, mantenendo uno<br />
standard di taglio ottimale. l<br />
alla rispettiva applicazione, è disponibile<br />
- per ogni tipo di motore<br />
– una selezione di motoriduttori<br />
con diverse potenze e velocità.<br />
Mentre per la regolazione individuale<br />
del rapporto di riduzione<br />
delle dimensioni (dalla semplice<br />
protezione del sistema fino all'omogenizzazione<br />
dei solidi in sospensione),<br />
sono disponibili crivelli<br />
di taglio e rotori ad hoc.<br />
Ciò consente anche di garantire<br />
un efficiente rapporto di potenza<br />
erogata che permette il minimo<br />
dispendio energetico con la massima<br />
resa, in un’ottica di efficientamento<br />
dell’impianto e dei relativi<br />
processi.<br />
Sopra,<br />
il trituratore<br />
per fluidi RotaCut<br />
RCQ<br />
con separatore<br />
di corpi estranei<br />
integrato.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
72<br />
Soluzioni<br />
ACQUE REFLUE<br />
NEWS<br />
Un altro passo avanti<br />
Ginevra Fontana<br />
Un progetto pilota del Gruppo CAP e RSE punta ad ottimizzare<br />
la sostenibilità dei processi industriali del servizio idrico<br />
integrato, e velocizzare la transizione energetica<br />
Gruppo CAP e RSE (Ricerca sul Sistema<br />
Energetico) hanno lanciato un progetto<br />
pilota di tre anni. L’obiettivo è di massimizzare<br />
la sostenibilità dei processi industriali<br />
del servizio idrico integrato, ed accelerare in<br />
questo modo il passo verso la transizione energetica.<br />
Una combo finalizzata all’innovazione e<br />
al miglioramento delle prestazioni del sistema<br />
elettro-energetico, sia dal punto di vista economico,<br />
sia della sicurezza e della compatibilità<br />
ambientale. L’accordo intende applicare<br />
le tecnologie dedicate alla produzione di idrogeno<br />
per rendere ancora più sostenibili i processi<br />
di economia circolare, applicati al servizio<br />
idrico integrato, nei 40 impianti di depurazione<br />
gestiti dall’utility lombarda.<br />
Nuove risorse<br />
“Ricerca e innovazione di Gruppo CAP si basano<br />
sull’assunto che l’acqua sia l’elemento<br />
che offre (allo sviluppo dell’economia circolare)<br />
le sfide più interessanti per convertire le materie<br />
di scarto in nuove risorse per la produzione:<br />
dai reflui si ottengono i fanghi di depurazione<br />
da cui si estraggono fosforo, azoto e<br />
biometano”, commenta Alessandro Russo,<br />
presidente e amministratore delegato di<br />
Gruppo CAP.<br />
l<br />
C<br />
M<br />
Y<br />
CM<br />
MY<br />
CY<br />
CMY<br />
K<br />
Il noleggio Xylem<br />
Xylem mette a disposizione le più recenti tecnologie<br />
per il pompaggio e il trattamento delle acque.<br />
Perché scegliere il noleggio?<br />
1. Elimini tutti i costi legati a manutenzione e stoccaggio<br />
2. Potenzi il parco macchine senza immobilizzare capitali<br />
3. Paghi solo per le attrezzature e i servizi di cui hai bisogno<br />
4. Utilizzi i più recenti e tecnologici prodotti<br />
5. Puoi provare un prodotto e capire se fa al caso tuo<br />
Applicazioni:<br />
• Stazioni di pompaggio<br />
• By-pass fognari<br />
• Drenaggio in cantieri<br />
• Drenaggio in emergenza<br />
• Trattamento acque<br />
info.italia@xylem.com<br />
xylem.com/it-it
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
74<br />
Soluzioni<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
DULEVO INTERNATIONAL D6<br />
DULEVO INTERNATIONAL D6<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
75<br />
Pulizia connessa e hi-tech<br />
Gianenrico Griffini<br />
Una vista tre<br />
quarti anteriore<br />
della spazzatrice<br />
D6 di Dulevo<br />
International.<br />
La cabina, priva<br />
di tunnel motore,<br />
può accomodare<br />
due o tre<br />
operatori.<br />
Presentata dal costruttore di Fontanellato (Parma) l’erede<br />
della 6000, che conserva il sistema meccanico-aspirante-filtrante.<br />
Schermo tattile in cabina, per la scelta dei programmi di lavoro<br />
La spazzatrice<br />
con la cabina<br />
inclinata<br />
e il contenitore<br />
delle polveri<br />
sollevato.<br />
Sotto, una vista<br />
frontale della D6,<br />
che evidenzia<br />
le dimensioni<br />
della pista<br />
di pulizia,<br />
e schermo tattile<br />
da 10 pollici<br />
per il settaggio<br />
dei parametri<br />
e dei programmi<br />
di lavoro.<br />
Le soluzioni hi-tech legate all’elettronica e<br />
alla connettività arrivano anche nel settore<br />
delle spazzatrici stradali. Lo testimonia la<br />
più recente realizzazione di Dulevo International,<br />
la D6 recentemente introdotta sul mercato, che<br />
si propone come l’erede della 6000. Di quest’ultima<br />
conserva il sistema di spazzamento meccanico-aspirante-filtrante,<br />
l’alta efficienza di filtrazione<br />
delle polveri e gli elevati parametri di<br />
rendimento. Le principali soluzioni introdotte sul<br />
nuovo modello riguardano il sistema Can-Bus di<br />
connessione delle centraline di bordo, la gestione<br />
elettronica della trazione e dei programmi di lavoro,<br />
nonché le modalità di diagnostica e di modifica<br />
dei settaggi da remoto (Dulevo Telematic)<br />
e l’architettura load sensing per il controllo del<br />
circuito idraulico.<br />
La D6 è anche predisposta per la connettività<br />
4.0 (interfaccia bi-direzionale) delle Smart City,<br />
che consente l’interazione dell’attrezzatura con<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
76 VEICOLI&ALLESTIMENTI Soluzioni<br />
DULEVO INTERNATIONAL D6<br />
NEWS<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
77<br />
Il posto guida<br />
con il cluster<br />
strumenti davanti<br />
al conducente<br />
e lo schermo<br />
tattile da 10<br />
pollici<br />
per la selezione<br />
dei parametri<br />
di funzionamento<br />
della macchina.<br />
Scheda tecnica<br />
Pista di pulizia:<br />
- Con spazzola centrale 1300 mm<br />
- Con spazzola centrale e spazzole laterali 2.800 mm<br />
- Con spazzola centrale, laterali e terza spazzola 3.600 mm<br />
Volume del contenitore rifiuti 6,2 m 3<br />
Altezza di scarico contenitore (opzionale)<br />
1150 mm (2400 mm)<br />
Posti in cabina (opzionale) n° 2 (3)<br />
Rendimento orario 108.000 m 2 /h<br />
Velocità massima<br />
25 - 40 - 50 km/h<br />
Diametro di sterzata<br />
9.675 mm<br />
Certificazione filtraggio<br />
PM 2,5/PM10<br />
Marca motore<br />
Fpt industrial<br />
Livello di emissioni<br />
Euro VI C<br />
Alimentazione<br />
Gasolio<br />
la realtà circostante. La cabina, grazie alla rimozione<br />
tunnel motore, permette di accomodare<br />
uno a due operatori oltre al conducente. Il<br />
layout interno prevede un display interattivo da<br />
10 pollici, uno schermo da 4,3 pollici (che sostituisce<br />
il cluster strumenti) posto davanti all’operatore<br />
per le funzionalità relative al motore e alla<br />
circolazione stradale e un bracciolo con un joystick<br />
multifunzione. Lo schermo tattile da 10<br />
pollici permette di attivare molteplici funzioni.<br />
Per esempio, mette a disposizione del conducente<br />
tre memorie di lavoro, cioè tre settaggi<br />
pre-impostati (e richiamabili) dell’attrezzatura,<br />
relativi ad altrettante modalità operative utilizzate<br />
in precedenza.<br />
Quattro programmi di lavoro<br />
Con il touchscreen è possibile selezionare differenti<br />
programmi di lavoro, attraverso l’icona<br />
Ast (Adaptive sweeping technology). Che propone<br />
le modalità Standard, Eco (orientata al<br />
risparmio energetico e alla riduzione della rumorosità<br />
esterna), Boost (per impieghi gravosi)<br />
e Foglie per la raccolta del fogliame sulla strada.<br />
Lo schermo a fianco del conducente consente<br />
anche di regolare la velocità massima<br />
di lavoro (icona Aws, Adjustable working speed)<br />
da 25 a 50 chilometri l’ora e di settare la modalità<br />
di sterzatura, secondo le condizioni operative.<br />
Può essere a quattro ruote sterzanti in controfase<br />
per privilegiare la manovrabilità, oppure<br />
a due ruote sterzanti per un maggior comfort<br />
di marcia e precisione di guida. La larghezza<br />
della pista di pulizia della Dulevo D6 è di 1.300<br />
millimetri con il solo utilizzo della spazzola<br />
centrale. Sale a 2.800 millimetri con l’intervento<br />
delle spazzole laterali e può raggiungere<br />
i 3.600 millimetri con la terza spazzola.<br />
Tre sono le possibili motorizzazioni della D6,<br />
tutte basate su propulsori Fpt. Che possono<br />
essere a gasolio (con omologazione Euro VI C<br />
o Tier 4 Final) oppure a gas naturale compresso<br />
(Cng).<br />
l<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Battesimo<br />
dell’aria pulita<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
L’Amministratore<br />
Delegato di Renault<br />
Trucks Italia, Pierre<br />
Sirolli, ha consegnato<br />
ufficialmente le chiavi<br />
del nuovo veicolo<br />
elettrico a Furio<br />
Fabbri, Presidente e<br />
Amministratore<br />
Delegato dell’azienda<br />
fiorentina.<br />
Consegnato a Gorent il primo truck 100%<br />
elettrico. Presentato alla prima tappa<br />
del Roadshow “Puliamo la tua Piazza”<br />
La suggestiva Piazza della Signoria a<br />
Firenze ha ospitato la cerimonia di consegna<br />
del primo veicolo industriale 100%<br />
elettrico in Italia, Renault Trucks D Wide Z.E.<br />
Gorent S.p.A. conferma il suo impegno nella<br />
transizione energetica, introducendo veicoli<br />
pesanti elettrici nella sua flotta e scegliendo<br />
di acquistare D Wide Z.E.<br />
Il veicolo acquisito da Gorent S.p.A., un Renault<br />
Trucks D Wide Z.E. BOM P6x2 26T - dotato di<br />
compattattore per la raccolta dei rifiuti urbani<br />
- è stato ufficialmente presentato in occasione<br />
della prima tappa del Roadshow “Puliamo la<br />
tua Piazza”, avvenuta il 27 maggio a Firenze.<br />
L’ Amministratore Delegato di Renault Trucks<br />
Italia, Pierre Sirolli, ha consegnato ufficialmente<br />
le chiavi del nuovo veicolo elettrico a<br />
Furio Fabbri, Presidente e Amministratore<br />
Delegato dell’azienda fiorentina. Renault<br />
Trucks D Wide Z.E. risponde alla necessità di<br />
migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento<br />
acustico nelle città.<br />
È la soluzione ideale per la raccolta dei rifiuti<br />
urbani, con un carico utile fino a 11 tonnellate,<br />
e può accedere a tutte le zone urbane in qualsiasi<br />
momento, anche in caso di limitazioni<br />
alla circolazione.<br />
l
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
78 VEICOLI&ALLESTIMENTI Soluzioni<br />
D-TEC FV 2006<br />
D-TEC FV 2006<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
79<br />
Scheda tecnica<br />
Marca e mod. D-Tec FV 2006<br />
Lunghezza totale<br />
10.653 mm<br />
Lunghezza cisterna<br />
9.707 mm<br />
Diametro cisterna<br />
2.000 mm<br />
Volumetria 29,5 m 3<br />
Interassi<br />
1.810 + 1.810 mm<br />
Sbalzo posteriore<br />
1.804 mm<br />
Altezza d’agganciamento<br />
1.2<strong>17</strong> mm<br />
Peso totale a terra<br />
39.000 kg<br />
Tara<br />
7.200 kg<br />
Freni<br />
a tamburo<br />
Gommatura 385/65 R 22.5<br />
Economia circolare<br />
Gianenrico Griffini<br />
Sopra e nella<br />
pagina a fianco,<br />
il semirimorchio<br />
in fase di svolta,<br />
con il primo<br />
e il terzo assale<br />
ruotati<br />
per facilitare<br />
le manovre<br />
negli spazi<br />
ristretti.<br />
La cisterna<br />
dispone di diverse<br />
opzioni<br />
di funzionamento<br />
(scarico<br />
con pompa<br />
o a gravità, ciclo<br />
di lavaggio).<br />
Il ciclo<br />
di lavaggio,<br />
in particolare,<br />
consente<br />
di evitare<br />
l’accumulo<br />
di residui prodotto.<br />
Dal costruttore olandese D-Tech una cisterna autoportante full<br />
optional di 29,5 mc, per la movimentazione dei liquami destinati<br />
ai digestori per il bio-gas. Le principali caratteristiche tecniche<br />
Serve per il trasporto dei liquami destinati<br />
ai digestori per la produzione di bio-gas<br />
e per la movimentazione del digestato la<br />
cisterna FV 2006, realizzata dal costruttore<br />
olandese D-Tec. L’esemplare fotografato in<br />
queste pagine è utilizzato dalla società agricola<br />
Agri laghi di Moncrivello (Vercelli), che gestisce<br />
un impianto per la generazione di gas d’origine<br />
organica, con una potenza installata di un megawatt.<br />
Del veicolo, oltre al modello FV 2006,<br />
esistono le varianti FV 2011, rivolta esclusivamente<br />
al mondo agricolo, e SV 2006 per il settore<br />
industriale. La cisterna top di gamma FV<br />
2006 ingloba le soluzioni tecnologiche presenti<br />
sugli altri due allestimenti. A cominciare dalla<br />
struttura autoportante, dal doppio assale sterzante<br />
(il primo e il terzo) mediante ralla e dalle<br />
valvole ad azionamento pneumatico, per isolare<br />
il serbatoio in acciaio del liquame dalla<br />
pompa a lobi posteriore. Il doppio asse sterzante<br />
consente di migliorare l’agilità del veicolo<br />
sia in fase di retromarcia o di manovre in spazi<br />
ristretti, sia sulle strade di campagna di ridotte<br />
dimensioni percorse dalla cisterna per raccolta<br />
del liquame presso le aziende agricole o gli allevamenti<br />
di bestiame.<br />
Tante modalità di scarico<br />
Numerose sono le modalità di scarico del prodotto<br />
trasportato. Che può essere effettuato<br />
con la pompa a lobi collocata nella sezione di<br />
coda del semirimorchio, azionata dall’impianto<br />
idraulico del trattore.<br />
In alternativa, si può utilizzare una pompa<br />
esterna o, anche, sfruttare il tubo di scarico a<br />
gravità da 8 pollici di diametro (un optional voluto<br />
dalla Agrilaghi, per la propria specifica attività)<br />
o la tubazione verticale posteriore (sca-<br />
rico a ciuccio). La FV 2006 è anche dotata di<br />
una tubazione di ritorno in cisterna per effettuare<br />
cicli di lavaggio interni o per fluidificare<br />
il prodotto trasportato.<br />
Pulizia con risciacquo a ciclo chiuso<br />
Il risciacquo a ciclo chiuso è particolarmente importante<br />
per evitare l’accumulo di residui nel serbatoio,<br />
che inciderebbero negativamente sulla portata<br />
utile del semirimorchio.<br />
Una valvola di sicurezza tarata a +0,8 bar permette<br />
di evitare la formazione di sovra pressioni<br />
nel serbatoio, mentre altre due valvole scongiurano<br />
il rischio di depressione in fase di scarico.<br />
L’operatore può seguire il corretto svolgimento<br />
delle operazioni osservando l’indicatore a farfalla<br />
rosso, posto sul lato sinistro del veicolo. Fra i<br />
numerosi optional voluti dalla Agrilaghi, figurano<br />
il primo asse sollevabile con sistema Traction<br />
help (attivo fino a 30 chilometri l’ora) che incrementa<br />
il grip del semirimorchio, fari di lavoro<br />
addizionali comandati dalla cabina del trattore,<br />
cassetta porta-attrezzi in acciaio inossidabile e<br />
porta-tubi aggiuntivi. Il tridem a sospensioni<br />
pneumatiche è Valx, con freni a tamburo e gommatura<br />
385/65 R 22.5. Nella configurazione illustrata<br />
in queste pagine, il semirimorchio ha<br />
una tara di 7.200 chili.<br />
l<br />
In alto, il tridem<br />
e l’indicatore<br />
delle fasi di<br />
carico e scarico.<br />
A fianco, la barra<br />
para ciclisti<br />
e la ralla<br />
anteriore<br />
del veicolo,<br />
che consente<br />
la sterzatura<br />
dell’assale.<br />
Sotto, la sezione<br />
posteriore<br />
della cisterna<br />
e il quadro<br />
comando<br />
per le operazioni<br />
di carico<br />
e scarico.<br />
Settembre <strong>2021</strong><br />
Settembre <strong>2021</strong>