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BSKT #6

Il numero di novembre di BSKT, il magazine ufficiale della Dolomiti Energia Basket Trentino

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il magazine di Aquila Basket<br />

NOVEMBRE 2021<br />

DESONTA BRADFORD<br />

Storia di un papà felice<br />

GIANNI PETRUCCI<br />

Tutte le parole del Presidente<br />

LA FOSSA DEI LEONI<br />

Fenomenologia di un mito<br />

WILL CUMMINGS<br />

Da Trento a Parigi passando<br />

per il mondo<br />

RUGGERO TITA<br />

Il trentino d’oro


Con la fortuna<br />

si vince una partita.<br />

Con il sudore,<br />

il talento e<br />

l’intelligenza<br />

si costruisce<br />

il vero successo.<br />

<strong>BSKT</strong> – Il magazine di Aquila Basket<br />

Numero 6/ Novembre 2021<br />

Registrazione Tribunale di Trento n° 1275<br />

del 10 gennaio 2006<br />

Direttore Responsabile: Luigi Longhi<br />

Redazione: Francesco Costantino Ciampa<br />

e Marcello Oberosler<br />

Direttore Artistico: Daniele Montigiani<br />

Grafica e impaginazione: Lorenzo Manfredi<br />

Hanno collaborato: Luigi Longhi, Andrea Orsolin,<br />

Martina Quintarelli e Stefano Trainotti<br />

Fotografie: Daniele Montigiani, Ciamillo e Castoria.<br />

Redazione: Piazzetta Lunelli, 8 -12 – 38122 Trento<br />

Tel. 0461 931035<br />

E-mail: bskt@aquilabasket.it<br />

Spazi pubblicitari: marketing@aquilabasket.it<br />

Tipografia: Grafiche Dalpiaz - Via Stella, 11/B,<br />

38123 Ravina TN<br />

© Copyright Aquila Basket Trento srl<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa<br />

rivista può essere riprodotta con mezzi grafici,<br />

meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà<br />

perseguita a norma di legge.<br />

5 I EDITORIALE<br />

10 I HELLO MY NAME IS<br />

con Giacomo Beccucci<br />

12 I LA COPERTINA<br />

Desonta, aria di cambiamento<br />

18 I L’INTERVISTA<br />

Petrucci, il Giulio Cesare dei canestri<br />

22 I APPUNTI SPARSI<br />

30 I L’AVVERSARIA<br />

Per amore, solo per amore<br />

34 I MONDO STATISTICHE<br />

36 I LECHTHALER NUOTA<br />

38 I EXTRA BASKET<br />

Capitano coraggioso<br />

42 I AQUILAB<br />

Il No Profit torna in campo<br />

44 I CAST<br />

Il mondo in una bottiglia<br />

Un particolare ringraziamento<br />

ad Alessandro Gilmozzi, chef del ristorante<br />

El Molin di Cavalese.<br />

26 I L’AVVERSARIO<br />

La meteora Will Cummings<br />

Numero chiuso alle ore 18 di martedì 26 ottobre 2021<br />

46 I FOOD&STYLE<br />

Scegli Cavit, bevi responsabilmente.


05 | EDITORIALE<br />

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da lunedì a venerdì, dalle 8.00 alle 20.00<br />

L’Aquila che crede nei giovani.<br />

Ci avviciniamo all’inverno che per noi baskettari significa<br />

entrare nel vivo della stagione con tutto il suo bagaglio di pressioni,<br />

“gioie e dolori” e ineluttabili ansie.<br />

Tuttavia questo è anche il periodo delle prime verifiche<br />

come quando si andava a scuola. E a proposito di scuola,<br />

senza voler entrare in campi che non ci competono, anche Aquila<br />

Basket nel suo piccolo si sente un po’ scuola per molti ragazzi.<br />

Forse non tutti sanno che abbiamo una foresteria dove ospitiamo<br />

cinque ragazzi provenienti da tutta Italia e uno dalla Slovenia.<br />

Con piacere e un pizzico di orgoglio sottolineo che le famiglie hanno<br />

accolto di buon grado l’offerta per i loro figli di venire a Trento.<br />

Significa che abbiamo seminato bene.<br />

Questi giovani studiano e si allenano, spesso con la prima squadra,<br />

e si formano come uomini e giocatori. Con loro tutto il gruppo<br />

di ragazzi trentini che sono cresciuti nel vivaio. Sono ragazzi super<br />

impegnati perché tra scuola e allenamenti giornalieri non hanno<br />

molto tempo per altro; tutti loro sono coscienti di mettere i loro<br />

talenti alla prova. In altre parole, vogliono provare a diventare<br />

giocatori di basket, inseguendo quel sogno che hanno cullato<br />

fin dalla prima volta che sono entrati in palestra.<br />

A 17 anni, lontani anche mille chilometri da casa, realizzano<br />

la loro prima grande esperienza di vita che segnerà il loro futuro.<br />

Aquila crede nel settore giovanile e investe risorse umane ed<br />

economiche significative. Per questo ci sentiamo investiti<br />

di una forte responsabilità che ci impone la massima attenzione<br />

nei confronti di tutti i ragazzi che le famiglie ci affidano.<br />

Continueremo su questa strada perché una società sportiva come<br />

la nostra deve cercare di formare giocatori da inserire nel proprio<br />

organico di serie A oltre che divulgare la pallacanestro.<br />

Ma se vogliamo continuare serve una vera riforma<br />

dei settori giovanili a livello nazionale. È necessaria una presa d’atto<br />

per rinnovare i modelli formativi dei settori giovanili, favorendo<br />

le società che investono e che creano opportunità. Solo così si può<br />

pensare di creare un futuro migliore per il basket italiano.<br />

Il Pres.


8 | AMARCORD<br />

Trento, 6 Aprile 2016<br />

Eurocup 2015/16 Semi Finale<br />

Dolomiti Energia Trentino vs Sig<br />

Strasbourg<br />

Nella foto: Julian Wright<br />

Daniele Montigiani<br />

@dmontigiani


6 | BEST OF LEAGUE<br />

Bologna, 16 Ottobre 2021<br />

LBA Seria A, quarta girone<br />

di andata,<br />

UNAHOTELS Reggio Emilia -<br />

Dolomiti Energia Trentino<br />

Nella foto: Jordan Caroline<br />

Daniele Montigiani<br />

@dmontigiani


10 | HELLO MY NAME IS<br />

Hello<br />

my name is<br />

NOME:<br />

GIACOMO BECCUCCI<br />

.........................................................................................<br />

SOPRANNOME<br />

JACK<br />

......................................................................................<br />

IN AQUILA DA:<br />

2016<br />

...........................................................................<br />

TI OCCUPI DI:<br />

FISIOTERAPIA<br />

.........................................................................<br />

GIOCATORE AQUILA PREFERITO:<br />

AARON CRAFT<br />

.......................................................................<br />

SPORT PREFERITO:<br />

CALCIO<br />

......................................................<br />

IG, FB O TW:<br />

INSTAGRAM<br />

............................................<br />

PRINCIPALE PREGIO:<br />

VOLITIVO<br />

................................<br />

PRINCIPALE<br />

DIFETTO:<br />

VISCERALE<br />

................................<br />

MATERIA<br />

PREFERITA:<br />

FISICA<br />

..............................................<br />

ANIMALE PREFERITO:<br />

MUSTELA NIVALIS<br />

.......................................................<br />

VACANZA PREFERITA:<br />

ITINERANTE AL MARE<br />

.....................................................<br />

CITTÀ DOVE VIVERE:<br />

PARIGI<br />

....................................................<br />

HOBBY:<br />

ASCOLTARE MUSICA<br />

.......................................................<br />

PIATTO PREFERITO:<br />

LESSO E PEARÀ<br />

VINO O BIRRA:<br />

VINO<br />

.........................................................................................<br />

LIBRO O FILM:<br />

LIBRO (MA SE SON STANCO MI ADDORMENTO)<br />

...................................................................................<br />

SERIE TV PREFERITA:<br />

BREAKING BAD<br />

......................................................................<br />

ATTORE E ATTRICE PREFERITI:<br />

LUCA MARINELLI E PAOLA<br />

CORTELLESI<br />

...................................................................<br />

CANZONE PREFERITA:<br />

PARANOID ANDROID<br />

..................................................<br />

BICICLETTA O<br />

MONOPATTINO:<br />

BICICLETTA<br />

.......................................<br />

CANI O GATTI:<br />

GATTI GRANDI<br />

COME CAGNOLINI<br />

E CANI GRANDI<br />

COME PONY<br />

..........................<br />

ESTATE O<br />

INVERNO:<br />

ESTATE<br />

................................<br />

TIRO DA TRE O<br />

SCHIACCIATA:<br />

TIRO DA 3<br />

.............................................<br />

IL TUO SALUTO<br />

AI LETTORI:<br />

UN CARO SALUTO,<br />

CARI LETTORI!


12 | LA COPERTINA<br />

Desonta,<br />

Aria di<br />

cambiamento<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

FOTO DANIELE MONTIGIANI<br />

Desonta, ti vedo raggiante.<br />

“In questi giorni non riesco a<br />

smettere di sorridere. Sono<br />

diventato papà e in quel momento ho<br />

capito che la mia vita era cambiata<br />

per sempre, ed è cambiata nel<br />

più profondo e straordinario dei<br />

significati”.<br />

Sei riuscito a tornare negli Stati Uniti<br />

e abbracciare la tua neonata.<br />

“Sono stati di sicuro i giorni più belli<br />

della mia vita. Vedere mia figlia Aria,<br />

tenerla in braccio, essere con lei,<br />

è stato tutto così emozionante ed<br />

incredibile. Non c’è un modo per<br />

descrivere quel tipo di sensazioni.<br />

Adesso ogni istante di tempo libero<br />

che ho lo passo facendo chiamate<br />

e videochiamate in continuazione:<br />

quando Aria sente la mia voce sorride<br />

e il suo faccino sorridente è la cosa<br />

più bella del mondo. E Dorothy è già<br />

una madre straordinaria”.<br />

Casa per te è dove hai messo radici<br />

anche a livello di college: una<br />

tappa fondamentale nella vita e<br />

nella carriera di tantissimi sportivi<br />

americani.<br />

“Gli anni al college sono stati davvero<br />

molto importanti, ho tanti ricordi<br />

significativi di quelle stagioni: a livello<br />

sportivo l’episodio che mi porto dentro<br />

con più gioia e orgoglio è stata la<br />

vittoria della nostra conference nel<br />

mio anno da Junior. Se non sbaglio<br />

quell’anno vincemmo qualcosa come<br />

17 partite consecutive in stagione, un<br />

numero record. E in quelle stagioni<br />

sono cresciuto tanto, come persona<br />

e come giocatore di basket: ho avuto<br />

la fortuna di lavorare con grandi<br />

allenatori come Jason Shay e Steve<br />

Forbes”.<br />

Poi arriva lo shock del salto in<br />

Europa, un anno in Ungheria, poi in<br />

Belgio.<br />

“Il salto al basket professionistico<br />

in Europa in effetti è abbastanza<br />

scioccante, per tanti motivi dentro e<br />

fuori dal campo. Intanto per le azioni<br />

d’attacco passi da 30 a 24 secondi a<br />

disposizione, pare una cosa da niente<br />

e invece è un bel cambiamento; e il<br />

gioco in generale è più libero rispetto<br />

a quello universitario, solitamente<br />

molto rigido negli schemi in difesa e<br />

in attacco. L’altra grande differenza,<br />

sembra banale dirlo, è che tutti i<br />

giocatori in campo sono professionisti,<br />

sono forti, sono preparati. La<br />

competizione è altissima”.<br />

Dicci una cosa che ami e una cosa che<br />

odi del basket europeo.<br />

“Adoro il ritmo alto con cui si vive la<br />

pallacanestro, sono un giocatore che<br />

se il pace della partita si alza si trova<br />

a suo agio. Non mi piacciono molto<br />

invece le chiamate arbitrali dei falli,<br />

ma non apriamo questo capitolo”.<br />

Una cosa che ami e una cosa che odi<br />

della vita in Europa, e in Italia.<br />

“Vado con una risposta scontata. Il<br />

cibo qui è fantastico. Prima di venire<br />

in Italia ero un grande amante della<br />

cucina messicana, ora non ho dubbi<br />

su quale sia la mia preferita. Wow.<br />

“Il salto<br />

al basket<br />

professionistico<br />

in Europa<br />

in effetti<br />

è abbastanza<br />

scioccante,<br />

per tanti motivi<br />

dentro e fuori<br />

dal campo”


“Adoro il ritmo alto<br />

con cui si vive<br />

la pallacanestro,<br />

sono un giocatore<br />

che se il pace<br />

della partita<br />

si alza si trova<br />

a suo agio ”<br />

Invece non sopporto il modo in cui<br />

la gente guida, qui in Europa. Sono<br />

sempre tutti molto di fretta, c’è un<br />

traffico molto caotico”.<br />

Lo scorso anno invece, complice<br />

anche la pandemia, hai deciso di<br />

prenderti una stagione lontano dalle<br />

competizioni.<br />

“E’ stato utile, per tanti motivi. Mi ha<br />

permesso di prendermi del tempo per<br />

me stesso e lavorare in un ambiente<br />

che conoscevo e che mi conosceva<br />

bene. Coach Jason Shay è una delle<br />

menti cestistiche più brillanti con<br />

cui abbia mai avuto a che fare, mi ha<br />

aiutato molto a focalizzarmi sulle cose<br />

importanti. Con il senno di poi sono<br />

convinto di aver fatto la scelta giusta,<br />

oggi mi sento un giocatore migliore, è<br />

stato un investimento per il prosieguo<br />

della mia carriera”.<br />

A proposito di grandi menti<br />

cestistiche, come ti sembra coach<br />

Lele Molin?<br />

“Ti dico la verità, mi ricorda molto<br />

coach Shay. È uno di quegli allenatori<br />

che sa darti libertà e allo steso tempo<br />

grande senso di responsabilità,<br />

che non ti insegna ad eseguire uno<br />

schema ma a prendere le giuste<br />

decisioni sul campo. E poi è un<br />

allenatore vincente, che in carriera<br />

ha lavorato con grandi organizzazioni<br />

e grandi giocatori, che hanno alzato<br />

titoli e coppe di ogni genere. Quella<br />

cultura vincente la trasmette a tutti<br />

quasi con la sola presenza”.<br />

Hai una squadra preferita in NBA?<br />

“I miei giocatori preferiti sono James<br />

Harden, Paul George e Kyrie Irving.<br />

Che peccato che non si sia vaccinato!<br />

Rischiamo di non vederlo in campo<br />

per un po’. Non ho una squadra<br />

preferita, ma vorrei che il titolo lo<br />

vincessero i Lakers o i Nets. Quella<br />

è la mia finale ideale per i roster di<br />

quest’anno”.<br />

Della Dolomiti Energia di quest’anno<br />

invece che idea ti stai facendo?<br />

“Siamo una buona squadra,<br />

composta da tanti giocatori versatili<br />

e che possono essere protagonisti<br />

all’interno della partita. Dobbiamo<br />

migliorare in tante cose, come forma<br />

fisica, in difesa e nel comunicare di<br />

più e meglio tra di noi in campo. Però<br />

ci sono tutte le basi per fare bene<br />

e prenderci tante soddisfazioni in<br />

campionato e in coppa”.<br />

Nel tempo libero cosa fa Desonta<br />

Bradford?<br />

“Fino a qualche settimana fa ti avrei<br />

detto film e un po’ di videogames.<br />

Adesso lo ripeto, se non sono in<br />

palestra al 90% sono in videochiamata<br />

con Dorothy e Aria”.<br />

Nello spogliatoio ormai stai<br />

diventando l’uomo della musica: porti<br />

le casse bluetooth negli allenamenti<br />

di tiro, hai sempre le cuffie nel<br />

prepartita. Raccontaci un po’ cosa<br />

entra nelle tue playlist.<br />

“Però c’è da fare un bel distinguo,<br />

perché un conto è la playlist dello<br />

shootaround e un conto quella del<br />

pregame. Nello shootaround di<br />

solito siamo quattro o cinque sul<br />

campo, quindi opto per dei pezzi più<br />

“mainstream” e conosciuti in modo<br />

che tutti li conoscano e facciano<br />

atmosfera. Quindi Michael Jackson,<br />

gli OutKast, Snoop Dogg, del classico<br />

rythm & blues. Quando si tratta<br />

di pregame invece la playlist è più<br />

gasante, più aggressiva, c’è più hiphop.<br />

Drake, Future, artisti del genere”.<br />

Ti abbiamo visto un paio di volte<br />

vestire una tshirt con sopra la foto di<br />

Britney Spears.<br />

“Sono un grande fan di Britney! Sulla<br />

musica spazio a 360 gradi. E mi piace<br />

vestire in maniera un po’ particolare,<br />

amo la pop culture”.<br />

Una cosa che vuoi fare qui in Italia<br />

quest’anno?<br />

“Intanto vincere più partite possibili<br />

con Trento. Fuori dal campo, mi piace<br />

esplorare e scoprire cose nuove. Sono<br />

un appassionato di sport, seguo il<br />

football americano e il baseball, ma<br />

sono affascinato della passione che<br />

c’è qui in Italia per il calcio: magari<br />

andrò in qualche grande stagione<br />

a vedere una partita di Serie A o<br />

di Champions League se ci sarà<br />

l’occasione”.


18 | L’INTERVISTA<br />

Gianni<br />

Petrucci,<br />

il Giulio<br />

Cesare<br />

dei canestri<br />

DI LUIGI LONGHI<br />

FOTO DANIELE MONTIGIANI E CIAMILLO CASTORIA<br />

Gianni Petrucci è l’ultimo grande<br />

dirigente sportivo figlio di<br />

un’epoca che non c’è più. A 76<br />

anni è ancora il re incontrastato della<br />

pallacanestro italiana dopo esserlo<br />

stato del Coni di cui è stato presidente<br />

per quattro mandati consecutivi, dal<br />

28 gennaio 1999 al 14 gennaio 2013.<br />

Dal 12 gennaio 2013 è presidente della<br />

Federazione Italiana Pallacanestro,<br />

incarico già ricoperto dal 14 marzo<br />

1992 al 27 gennaio 1999.<br />

Dal 1977 al 1985 ha ricoperto<br />

l’incarico di segretario generale<br />

della Fip e successivamente è stato<br />

Segretario Generale anche della<br />

Federcalcio dove ha anche ricoperto<br />

l’incarico di commissario straordinario<br />

dell’Associazione Italiana Arbitri.<br />

Nel 1991 ha lasciato la Federcalcio<br />

per rivestire per sei mesi la carica<br />

di vicepresidente esecutivo dell’As<br />

Roma, lui di fede laziale. Non poteva<br />

mancare un incarico politico. Alle<br />

elezioni amministrative del 6 e 7<br />

maggio 2012 è stato eletto sindaco<br />

di San Felice Circeo.<br />

Il 17 dicembre 2016 viene confermato<br />

presidente della FIP con il 92,05%<br />

dei voti. Un vero plebiscito.<br />

Ma chi è Giovanni, detto Gianni,<br />

Petrucci? «Un imperialista illuminato<br />

come Giulio Cesare» ride di gusto:<br />

«Era una battuta ovviamente»<br />

aggiunge: «Seriamente dico che sono<br />

un uomo di esperienza – si schernisce<br />

– che sa decidere quando serve».<br />

Troppo scarna come descrizione<br />

per rimanere in sella per decenni<br />

nel periglioso mare del Coni romano<br />

dove alleanze che sfociano spesso<br />

nell’intrigo sono pane quotidiano.<br />

«Probabilmente se sono riuscito<br />

a fare qualcosa nel corso del tempo<br />

vuol dire che qualcosa valgo».<br />

Una cosa è certa, il Presidente<br />

non è un falso modesto.<br />

Pensa di valere e sa di valere.<br />

Chiedere a chi ha tentato<br />

di mettersi contro: «Ma se poi hanno<br />

votato il sottoscritto è colpa mia?».<br />

Ma cosa è il potere? «Esperienza<br />

di fare delle cose e di saperle gestire<br />

con serenità». Sarà, ma essendo<br />

figlio della stagione democristiana,<br />

probabilmente non dice tutta


“Il vero dramma<br />

è che migliaia<br />

di bambini<br />

non abbiano<br />

potuto giocare<br />

in questi ultimi<br />

due anni.<br />

Per il resto<br />

abbiamo mantenuto<br />

i numeri<br />

dei tesserati”<br />

la verità: «Dico sempre la verità,<br />

al massimo ometto qualcosa».<br />

Quest’anno la Federbasket festeggia<br />

i 100 anni di fondazione. Nel corso<br />

del Festival dello Sport delle scorse<br />

settimane si è svolto un momento<br />

commemorativo ma Gianni Petrucci<br />

guarda lontano ed è pronto ad<br />

affrontare una “riforma” del<br />

basket che riguardi le “formule dei<br />

campionati” e le “regole”<br />

di eleggibilità dei giocatori: «Faremo<br />

presto tutti gli approfondimenti del<br />

caso con i nostri dirigenti. Dobbiamo<br />

valutare se le regole e formule sono<br />

ancora attuali. Abbiamo tre anni per<br />

apportare le modifiche, abbiamo<br />

dei presidenti di lega che vogliono<br />

cambiare davvero le cose».<br />

Di più non vuole dire anche se svela<br />

un particolare importante: l’eccesso<br />

di protezionismo dei giocatori italiani<br />

rischia avere un effetto contrario allo<br />

scopo con cui era nato. «Il fatto è che i<br />

giovani vogliono persone che sappiano<br />

decidere. La Lega Basket ha un ottimo<br />

presidente (Umberto Gandini ndr)<br />

di grande esperienza anche ad alto<br />

livello nel mondo del calcio.<br />

È un ottimo interlocutore e credo che<br />

faremo la riforma di cui il mondo del<br />

basket ha bisogno da tempo».<br />

La pandemia ha colpito duro:<br />

soprattutto il minibasket. «Il vero<br />

dramma è che migliaia di bambini<br />

non abbiano potuto giocare in questi<br />

ultimi due anni. Per il resto abbiamo<br />

mantenuto i numeri dei tesserati».<br />

E la serie A? «Mancano alcune grandi<br />

città ma per il resto ci siamo.<br />

Il duello Milano-Virtus Bologna<br />

fa bene a tutti perché fa parlare,<br />

discutere e obbliga tutti a migliorare.<br />

Il calcio insegna: i derby sono<br />

qualcosa di straordinario».<br />

Il gioiello di Gianni Petrucci è la<br />

nazionale. Essere riusciti a qualificarsi<br />

per le Olimpiadi è stato un successo<br />

straordinario che il Presidente<br />

considera fondamentale. E lo è. In<br />

questo successo c’è anche un po’ di<br />

Aquila con il vicecoach Lele Molin e<br />

con Salvatore Trainotti, ormai suo<br />

braccio destro: «Salvatore nel cor ci<br />

sta come sta nel cor a voi. A lui spetta<br />

un compito difficile: capire perché<br />

siamo bravi con le nazionali giovanili e<br />

poi, arrivati alla maggiore età i nostri<br />

atleti e atlete non fanno il salto di<br />

qualità. Qualcosa che ostruisce questo<br />

passaggio ci deve essere…».<br />

Diamo un’occhiata al futuro: il<br />

mandato scade nel 2025 e non può<br />

più ricandidarsi. «Ma se non riescono<br />

neppure a scegliere il Presidente della<br />

Repubblica fra pochi mesi, chissà cosa<br />

succede da qui al 2025.<br />

Non faccio progetti a così lunga<br />

scadenza». Anche perché le regole<br />

possono cambiare. «Questo non lo so.<br />

Per adesso facciamo la riforma della<br />

serie A. Non c’è tempo da perdere».


22 | APPUNTI SPARSI<br />

Un’epifania<br />

chiamata<br />

Fossa dei Leoni<br />

DI FRANCESCO COSTANTINO CIAMPA<br />

A diciotto anni diventiamo tutti grandi anche se rimaniamo dei cazzoni<br />

patentati. Io a diciotto anni ho smesso di andare a scuola perché potevo<br />

firmarmi le giustificazioni e, infatti, mi hanno bocciato in seconda liceo<br />

classico. Ero, quindi, un cazzone. Passavo le mattinate leggendo la<br />

Gazza al bar e giocando a biliardo. Ok, poi c’era il basket. Bene, visto<br />

che le donne m’interessavano parecchio ma avevo formato una coppia<br />

di fatto col mio Giaci, decido con lui e Luca Bertazzo di andare al casinò<br />

di Venezia. Cosa c’entra il basket? Un attimo di pazienza. Approfittando<br />

delle vacanze natalizie e della settimana bianca organizzata dai genitori<br />

del già citato Giaci, mi trasferisco a casa sua e insieme diamo vita a<br />

una settimana da leoni che sembrava più Mamma ho perso l’aereo che<br />

Hangover (sempre di film parliamo). Andiamo a Venezia, allora. In treno,<br />

con la giacca della prima comunione e senza cravatta. Tre patetici emuli<br />

del giovane Holden che si apprestano a vivere una serata da signori<br />

approfittando della raggiunta maggiore età. Alle 22.35, Giaci azzecca<br />

un cavallo e vinciamo 400mila lire diventando ricchi. Alle 22.50 decido<br />

di puntare un cinquantino sul rosso. Nero! Ok, guys, leviamo le tende.<br />

Alle 23.30 siamo sul treno di ritorno carichi di denari. E si comincia a<br />

sognare: tu cosa farai della tua parte? Luca Bertazzo brucerà tutto in<br />

sigarette ma io e Giaci abbiamo altri programmi, abbiamo un sogno<br />

coltivato e mai esaudito. Nella nostra testa c’è la terra promessa: il Pala<br />

Dozza di Bologna. «Pronto, siamo due babbei di Brescia…avete biglietti<br />

per la partita di domenica?». «Ciao babbei di Brescia, abbiamo ancora<br />

pochi biglietti e li mettiamo in vendita domani perché prima della partita<br />

non apriamo neppure i botteghini». Ah, kaiser. Come facciamo? Dunque,<br />

abbiamo vinto 350mila lire giovedì. Dobbiamo un terzo della cifra a Luca<br />

Bertazzo oggi, venerdì. Domani andiamo in treno a Bologna per comprare<br />

i biglietti e domenica torniamo per la partita. I soldi bastano, siamo ricchi.<br />

Lo avevo detto. Siamo andati a Bologna, usciti dalla stazione siamo andati<br />

diretti in piazzale Azzarita, abbiamo preso la Curva Alta Calori e siamo<br />

tornati a Brescia. Senza fare un giro per la città, senza prendere un caffè,<br />

senza guardare una bellezza locale. Niente. Totalmente focalizzati sul<br />

basket, eravamo in missione. Le fighe? MAI. A meno che non fossero<br />

appassionate di basket come la nostra compagna di scuola Maria. Arriva<br />

domenica, arriva il treno, arriva la già vista camminata dalla stazione al<br />

palazzetto, arriva il biglietto esibito, arriva il rumore del pubblico, arriva<br />

la gente (tanta) con le sciarpe bianco-blu. Era il 6 gennaio 1996 e mai<br />

momento fu più epifanico di quello: di fonte a noi la Fossa Dei Leoni. Il<br />

resto è solo storia. La mia e quella di Giaci.


26 | L’AVVERSARIO<br />

La meteora<br />

Will<br />

Cummings<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

FOTO DANIELE MONTIGIANI E SERGIO MAZZA<br />

“La sua<br />

permanenza<br />

all’Aquila<br />

è un vortice<br />

di viaggi<br />

e partite che<br />

lo travolge<br />

completamente”<br />

Non sono molti i tifosi della<br />

Dolomiti Energia Trentino a<br />

ricordare che tra gli oltre 60<br />

giocatori ad essere scesi in campo<br />

con la maglia dell’Aquila in almeno<br />

una partita di Serie A negli ultimi 7<br />

anni ci sia anche Will Cummings.<br />

È la primavera del 2016, Trento è in<br />

piena crisi di fiato ed infortuni:<br />

dopo un grande avvio di campionato<br />

e il raggiungimento, sorprendente<br />

ed esaltante, delle semifinali di<br />

EuroCup, i bianconeri pagano<br />

l’enorme sforzo di una stagione record<br />

in quanto a numero di partite giocate.<br />

Jamarr Sanders è fuori per infortunio,<br />

Peppe Poeta ha qualche acciacco,<br />

Berggren è arrivato a sostituire<br />

Baldi Rossi, costretto anch’egli a finire<br />

la stagione guardando i compagni<br />

dalla tribuna.<br />

La Dolomiti Energia sta attraversando<br />

un momento complicato in cui<br />

complice qualche sconfitta di troppo<br />

nel girone di ritorno sta rischiando<br />

di scivolare fuori dalla zona playoff:<br />

Dada Pascolo, Ju-Ju Wright<br />

e compagni però la die-hard mentality<br />

la hanno già nel DNA, ancora prima<br />

che venga coniato il celebre motto<br />

della società. Così ad un paio di partite<br />

dal termine della stagione regolare<br />

i bianconeri hanno la virtuale certezza<br />

di un pass playoff.<br />

È a quel punto che arriva Will<br />

Cummings: un playmaker di belle<br />

speranze, classe 1992,<br />

che per la prima volta si affaccia alla<br />

pallacanestro europea.<br />

Un metro e 88, 84 chilogrammi:<br />

l’esterno di Jacksonville<br />

quell’assaggio di basket “nostrano”<br />

lo tiene al termine di una stagione da<br />

oltre 20 punti di media in G-League,<br />

sponda Rio Grande Vipers.<br />

La sua permanenza all’Aquila<br />

è un vortice di viaggi e partite che lo<br />

travolge completamente:<br />

Will con la maglia di Trento gioca<br />

quattro partite ufficiali, tre delle quali<br />

lontane dal PalaTrento.<br />

E’ solo nella quarta e ultima<br />

apparizione in bianconero che<br />

Cummings ha l’occasione di giocare<br />

su quello che è a tutti gli effetti<br />

il “suo” campo.<br />

Le prime ore di Will all’ombra del<br />

Bondone trascorrono di fretta fin dal<br />

principio: il tesseramento lampo,<br />

la conferenza stampa di<br />

presentazione, i colloqui con coach<br />

Maurizio Buscaglia a margine di ogni<br />

allenamento.<br />

E poi via, si parte. La prima sfida è al<br />

PalaMaggiò, la fortezza di Caserta:<br />

la squadra padrona di casa nell’ultimo<br />

turno di regular season 2015-16<br />

scende in campo con un solo obiettivo.<br />

Vincere per non retrocedere.<br />

E ci riesce, superando 73-70 la<br />

Dolomiti Energia in un clima<br />

a dir poco infuocato, che comincia<br />

ben prima della partita vera<br />

e propria con le azioni di disturbo<br />

notturno all’hotel dei bianconeri.<br />

La partita comincia in ritardo<br />

per il lancio di oggetti in campo.<br />

L’ottavo posto in classifica proietta<br />

Trento ai playoff contro la corazzata<br />

Milano, già battuta due volte nei quarti<br />

di finale di EuroCup: le scarpette<br />

rosse però sono di tutt’altra pasta.<br />

Vincono gara-1 di slancio, resistono<br />

allo 0-15 in apertura del match<br />

successivo portandosi avanti 2-0<br />

e poi “ammazzano” la serie con il<br />

celeberrimo canestro sulla sirena<br />

di Ale Gentile. Milano andrà poi<br />

a vincere lo Scudetto.<br />

Nel frattempo lo scattante Will ha già<br />

conquistato il pubblico di Trento con le<br />

sue movenze rapidissime<br />

e le sue qualità di realizzatore, del<br />

tutto evidenti nonostante le poche ore<br />

a diposizione per ambientarsi<br />

ed entrare nei meccanismi dell’Aquila:<br />

quello che molti americani faticano<br />

a fare in una stagione intera lui è<br />

costretto a farlo nel giro di un paio<br />

di settimane, e con la stagione “on<br />

the line”. Nella tradizionale festa di<br />

fine anno sembra un veterano della<br />

squadra per il modo in cui ha già<br />

legato con tifosi e compagni: ancora<br />

oggi tutti lo ricordano come un<br />

ragazzo tranquillo, un tipo piacevole<br />

con cui scambiare due chiacchiere.<br />

Ma che in campo era un vero duro.<br />

Normale che fosse così, per un<br />

ragazzo cresciuto a Jacksonville,<br />

Florida, con il mito di Allen Iverson<br />

e Chris Paul: due “piccoletti” che in<br />

“Nella tradizionale<br />

festa di fine anno<br />

sembra un veterano<br />

della squadra<br />

per il modo<br />

in cui<br />

ha già legato<br />

con tifosi<br />

e compagni”


9 Novembre 2021<br />

BOULOGNE METROPOLITANS 92<br />

VS.<br />

DOLOMITI ENERGIA TRENTINO<br />

Palas des Sports Marcel Cerdan<br />

Parigi<br />

NBA hanno scritto pagine di storia<br />

del gioco e ispirato milioni di giovani<br />

cestisti per giocate tecniche, carattere<br />

e mentalità.<br />

È facile dirlo oggi, ma si percepiva,<br />

guardandolo in quei rari giorni a Trento,<br />

che Will Cummings avrebbe avuto una<br />

grande carriera in Europa.<br />

Forse però era difficile prevedere<br />

quanto grande.<br />

Grande abbastanza da essere il miglior<br />

realizzatore del campionato greco nel<br />

2017. Grande abbastanza<br />

da conquistare, con un ruolo<br />

di primissimo piano, un EuroCup<br />

con il Darussafaka nel 2018.<br />

Grande abbastanza da vincere un<br />

premio di MVP del campionato tedesco,<br />

ad Oldenburg, la stagione successiva.<br />

Grande abbastanza da diventare<br />

un punto di riferimento, per due anni<br />

consecutivi, di una corazzata<br />

come il Lokomotiv Kuban Krasnodar.<br />

In Turchia era stato “l’uomo ombra”,<br />

lasciando al fenomenale Scottie<br />

Wilbekin il palcoscenico;<br />

in Germania invece quel palcoscenico<br />

lo aveva preso con una rabbia e<br />

una determinazione degna di “The<br />

Answer”. Era da più di 10 anni che nel<br />

campionato tedesco<br />

un giocatore non finiva la stagione<br />

oltre quota 20 punti di media.<br />

Ci riesce Will Cummings, che trascina i<br />

suoi fino al secondo posto<br />

in regular season.<br />

In Russia è il veterano di lusso di una<br />

macchina da guerra spaventosa,<br />

il “Loko”: è proprio con la maglia dei<br />

russi che Cummings torna,<br />

a più di quattro anni di distanza,<br />

nel “suo” PalaTrento. Lo fa da<br />

avversario, ma anche da amico.<br />

Con il sorriso di chi non dimentica una<br />

parentesi breve ma intensa,<br />

che per certi versi gli ha aperto<br />

le porte del basket europeo.<br />

E quel sorriso lo rivedremo da vicino<br />

anche quest’anno: Will dopo Italia,<br />

Grecia, Turchia, Germania e Russia<br />

ha scelto la Francia per la sua<br />

prossima tappa. Boulogne<br />

Metropolitans 92. EuroCup,<br />

gruppo A. Quello di Trento, ovvio.<br />

See you soon, Will.


30 | L’AVVERSARIA<br />

Per amore<br />

solo per<br />

amore<br />

DI FRANCESCO COSTANTINO CIAMPA<br />

FOTO MARCO BRONDI E MASSIMO CERETTI (CIAM E CAST)<br />

“Difficile scindere<br />

il concetto<br />

di Effe Scudata<br />

dal Leone a guardia<br />

di una fede.<br />

Impossibile, meglio.<br />

Trattasi di questione<br />

simbiotica al limite<br />

del parossismo”<br />

La Fortitudo va trattata con<br />

cautela, un oggetto fragile e<br />

bellissimo. Un qualcosa di<br />

magico e pericoloso, forse ipnotico.<br />

C’è una storia prima e una storia<br />

dopo. C’è la Fossa dei Leoni.<br />

Difficile scindere il concetto di Effe<br />

Scudata dal Leone a guardia di una<br />

fede. Impossibile, meglio. Trattasi<br />

di questione simbiotica al limite<br />

del parossismo. Qualcuno dice<br />

che parlare bene dei maragli sia<br />

un’apologia di reato: banda armata di<br />

fede e facce cattive in corpi denudati.<br />

Gente da cui stare lontani.<br />

Poi, però. Entrare al vecchio Madison<br />

e non staccare mai lo sguardo da quel<br />

settore, quello che ti regala almeno<br />

tre vittorie all’anno anche negli anni<br />

più disgraziati. E, da quelle parti, ce ne<br />

sono stati tanti. E, allora, chi difende<br />

chi? O, meglio, chi difende cosa? La<br />

Fossa copre le spalle alla Fortitudo<br />

senza impedirle di prendere strade<br />

sbagliate, come un vecchio amico<br />

consiglia (a volte alzando la voce) e<br />

giudica ma non abbandona mai. Tifare<br />

per la citata squadra è un gioco di<br />

contrapposizioni un tempo sociali.<br />

La ricca borghesia bolognese si<br />

rivedeva nell’elegante livrea<br />

bianco-nera della Virtus mentre le<br />

classi sociali più umili abbracciavano<br />

il “bianco…blu….bianco…blu…tifo<br />

per te! Bianco-blu,<br />

la Fortitudo” (da cantare come la<br />

vecchia sigla del cartone Hello Spank).<br />

Oggi è tutto più annacquato, anche<br />

la lotta di classe.<br />

E, detto con enorme cautela, anche<br />

il derby non conosce più le vette<br />

isteriche toccate negli anni ’90.<br />

Di certo la curva della Fortitudo<br />

è orgogliosamente apolitica.<br />

Una condizione mantenuta con i<br />

denti, specie negli anni in cui lo<br />

sport italiano cominciava a vivere la<br />

subcultura ultras come un luogo di<br />

contrapposizioni ideologiche.<br />

Non è vero che la Effe sia di sinistra,<br />

non è vero che le Vu nere siano di<br />

destra. Precisazioni apparentemente<br />

inutili nel mondo del basket ma<br />

doverose quando si parla di masse<br />

coinvolte così numerose.<br />

Vero è che che quelli della Fortitudo<br />

“La Fossa dei Leoni è,<br />

però, nata nel 1970,<br />

in un periodo in cui<br />

l’edonismo reaganiano<br />

era ben lontano<br />

dal presentarsi<br />

e i problemi<br />

della città venivano<br />

affiancati a pistole<br />

e proiettili”<br />

rimangono un pelo più agitati rispetto<br />

agli zanari dell’altra squadra, dove con<br />

quella definizione si vuole connotare<br />

in maniera dispregiativa i fighetti che,<br />

negli anni ’80, frequentavano il Caffè<br />

Zanarini. Roba di paninari e Italia del<br />

boom economico.<br />

La Fossa dei Leoni è, però, nata nel<br />

1970, in un periodo in cui l’edonismo<br />

reaganiano era ben lontano dal<br />

presentarsi e i problemi della città<br />

venivano affiancati a pistole<br />

e proiettili. Anni di piombo, appunto.<br />

È, invece, datato 1987 il primo numero<br />

della fanzine autoprodotta dal gruppo.<br />

Il nome? Fossa.<br />

Uno strumento di controinformazione<br />

che pur evolvendosi nel tempo ha<br />

mantenuto i connotati, e i contenuti,<br />

tipici di un mezzo d’informazione da<br />

sempre legato al movimento ultras<br />

europeo e non solo. In pagine un<br />

tempo ciclostilate trovano spazio<br />

notizie, considerazioni e racconti<br />

legati al mondo della Effe nella sua<br />

declinazione curvaiola.<br />

Già, la curva. Quella dedicata a Gary<br />

School, il Barone. Personaggio iconico<br />

e centrale nella vita di ogni fortitudino.<br />

Non foss’altro per quella foto che lo<br />

ritrae con le braccia alzate e la faccia<br />

sporca di sangue mentre viene portato<br />

in trionfo dopo il derby, vinto,<br />

del 21 dicembre 1969.<br />

Il Barone perché canticchiava sempre<br />

Snoopy VS The Red Baron anche se<br />

il suo titolo nobiliare era più vicino<br />

a quello del Re, di sicuro monarca<br />

del bar di via Donini dove, si dice,<br />

non avesse offerto mai a nessuno<br />

un bicchiere d’acqua. Ma in campo<br />

la sua generosità era palese tanto<br />

da renderlo, ancora oggi, una vera<br />

divinità nel popolo bianco-blu.<br />

Muore nel 2005 e la sua maglia<br />

numero 13 viene ritirata per sempre.<br />

Grazie alla sua proverbiale grinta un<br />

giovane Giorgio Seragnoli s’innamora<br />

della Fortitudo portandola, grazie<br />

a sui denari, ai due scudetti (2000<br />

e 2005) attualmente in bacheca.<br />

Un periodo d’oro, quello vissuto ai<br />

tempi dell’Emiro (il soprannome<br />

dato a Seragnoli), che coincise con lo<br />

strapotere europeo della Virtus in una<br />

rivalità arrivata a livelli così alti


“Hanno facce dure<br />

quelli della<br />

Fossa, vero.<br />

Ma dietro quelle f<br />

acce c’è l’amore.<br />

E c’è la genialità<br />

di chi ha prodotto<br />

coreografie talmente<br />

belle da lasciare<br />

storditi. Talmente<br />

commoventi<br />

da farti stringere<br />

il cuore. ”<br />

da far diventare Bologna la vera<br />

Basket City del Continente. Con tutto<br />

il rispetto per Istanbul o Atene. Sono<br />

anni magici ma il DNA della Fortitudo<br />

ha geni che pescano a piene mani nel<br />

più puro concetto di sofferenza. E,<br />

così, nel 2009 la squadra retrocede<br />

in Legadue dopo una drammatica<br />

ultima giornata a Teramo e, beffa<br />

delle beffe, viene esclusa dal basket<br />

professionistico per inadempienze<br />

economiche. Si riparte dalla serie<br />

A Dilettanti e si vive la leggendaria<br />

gara cinque a Forlì (sì, quella in cui<br />

Toto Forray giocò con una mano<br />

rotta…) con il canestro sulla sirena<br />

di Matteo Malaventura di fronte a<br />

un commovente esodo bianco-blu.<br />

Si torna in Legadue? Neppure per<br />

sogno. Salta tutto per aria e nascono<br />

due Fortitudo in un crescendo di<br />

confusione e regolamenti di conti. Il<br />

pubblico bolognese decide di seguire<br />

la squadra che, grazie al titolo di<br />

Ferrara, gioca la Legadue mentre la<br />

Fossa getta il cuore oltre l’ostacolo e<br />

si lega a chi calcherà i parquet della<br />

DNB con trasferte epocali in piccole<br />

palestre di provincia che vengono<br />

riempite da un tifo mai visto a quelle<br />

latitudini. È l’estremo atto d’amore, la<br />

famosa difesa della fede di cui sopra.<br />

È la Fossa. Il 18 giugno 2013 prende<br />

vita la società “Fortitudo Pallacanestro<br />

Bologna 103” ed è il ritorno alla<br />

normalità. Se normali si possono<br />

definire 3015 abbonati nel campionato<br />

di Divisione Nazionale B.<br />

Da lì la scalata fino alla Serie A1<br />

e sono i giorni attuali. I giorni della<br />

pandemia che non piegano lo spirito<br />

di una tifoseria che insegna e fa<br />

scuola non solo nel mondo della<br />

pallacanestro. Una tifoseria che<br />

va studiata e capita per essere<br />

apprezzata senza lasciarsi andare<br />

a facili, quanto inutili, conclusioni.<br />

Hanno facce dure quelli della Fossa,<br />

vero. Ma dietro quelle facce c’è<br />

l’amore. E c’è la genialità di chi<br />

ha prodotto coreografie talmente<br />

belle da lasciare storditi. Talmente<br />

commoventi da farti stringere il cuore.<br />

Talmente grandiose da spingerti<br />

nel fuoco con il coltello tra i denti.<br />

La Fossa dei Leoni è la Fortitudo<br />

Bologna. E si cominci da qui.<br />

21 Novembre 2021<br />

DOLOMITI ENERGIA TRENTINO<br />

VS.<br />

FORTITUDO KIGILI BOLOGNA<br />

BLM Group Arena Trento


34 | MONDO STATISTICHE<br />

Mondo<br />

statistiche<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

Le avversarie affrontate dalla Dolomiti<br />

Energia nella coppa europea,<br />

provenienti da Spagna, Croazia, Slovenia,<br />

Germania, Russia, Turchia, Francia, Grecia,<br />

Polonia, Montenegro, Serbia e Italia.<br />

80<br />

Le partite giocate dalla Dolomiti Energia<br />

in EuroCup nelle cinque partecipazioni<br />

tra il 2015 e il 2021. Il bilancio<br />

è perfettamente in equilibrio: 40 vittorie<br />

e 40 sconfitte. Il miglior risultato<br />

dei bianconeri è arrivato alla prima<br />

stagione in Europa con il<br />

raggiungimento delle semifinali.<br />

I punti segnati da Alessandro Gentile<br />

in Arka Gdynia – Dolomiti Energia<br />

Trentino 78-85 del 12 novembre 2019.<br />

È il massimo di punti messi a referto<br />

da un giocatore di Trento in EuroCup,<br />

arrivati tra l’altro in una vittoria chiave<br />

per il raggiungimento delle Top 16<br />

dei bianconeri. Ale chiuse con un<br />

complessivo 14/22 dal campo<br />

in 28’ di gioco.<br />

48<br />

Le<br />

avversarie affrontate dalla Dolomiti Energia<br />

nella coppa europea, provenienti da Spagna, Croazia,<br />

Slovenia, Germania, Russia, Turchia, Francia, Grecia,<br />

Polonia, Montenegro, Serbia e Italia.<br />

I minuti giocati da Toto Forray in EuroCup. Il Capitano argentino<br />

è il giocatore di Trento con più punti, triple e assist<br />

nelle partite europee dei bianconeri, che ha rappresentato<br />

in tutte le 80 partite ufficiali giocate dai trentini.<br />

I premi individuali<br />

assegnati alla<br />

Dolomiti Energia,<br />

tutti nella stagione<br />

2015-16: Davide<br />

Pascolo fu inserito nel<br />

miglior quintetto della<br />

manifestazione, Julian<br />

Wright nel secondo<br />

miglior quintetto;<br />

e a coach Maurizio<br />

Buscaglia andò il<br />

premio di Allenatore<br />

dell’anno.<br />

Il dato della valutazione di squadra nella<br />

storia vittoria contro l’Olimpia Milano<br />

nel ritorno dei quarti di finale del 2016:<br />

al Forum il 23 marzo Wright e compagni<br />

si imposero contro i futuri campioni d’Italia<br />

79-92, rischiando di doppiare i milanesi<br />

proprio nel dato della valutazione<br />

di squadra (68-124). Il miglior giocatore<br />

fu Dominique Sutton, che chiuse<br />

con 20 punti, 8 rimbalzi e 7 assist.<br />

Il record di valutazione in una partita fatto registrare da un<br />

giocatore della Dolomiti Energia. A firmarlo fu Gary Browne, che<br />

nella clamorosa sfida della BLM Group Arena contro Nanterre (il<br />

18 novembre 2020, doppio supplementare e vittoria per gli ospiti<br />

102-104) chiuse con un tabellino da brivido e sfiorò addirittura la<br />

tripla-doppia con 30 punti, 8 rimbalzi,<br />

10 assist e 5 recuperi.<br />

98-97 – Il risultato della prima partita della<br />

storia dei bianconeri in EuroCup: a Lubiana<br />

contro l’Olimpia padrona di casa le speranze<br />

di vittoria della Dolomiti Energia si spensero<br />

con il tiro sul ferro di Baldi Rossi<br />

a pochi istanti dalla sirena finale.<br />

Era il 14 ottobre 2015.<br />

4.000 – Gli spettatori alla BLM Group<br />

Arena nella semifinale di ritorno del 2016:<br />

contro Strasburgo arrivò il primo storico<br />

tutto esaurito in EuroCup nella storia dei<br />

bianconeri. Non bastò purtroppo la clamorosa<br />

spinta del pubblico di Trento a spingere in<br />

finale i bianconeri, sconfitti di due punti nella<br />

somma complessiva dei risultati di andata e<br />

trasferta (154-152).


36 | LECHTHALER<br />

MAIN SPONSOR<br />

TOP SPONSOR<br />

Lechthaler<br />

nuota<br />

PREMIUM SPONSOR<br />

GOLD SPONSOR<br />

AUTOMOTIVE PARTNER<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

FOTO DI PAOLO PEDROTTI<br />

C.A.S.T. - CONSORZIO AQUILA SPORT TRENTINO<br />

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www.eurovending.info<br />

fogarolli s.r.l.<br />

SRL<br />

MAFU<br />

Dalle 19.00 di sabato 23, alle<br />

19.00 di domenica 24 ottobre.<br />

Piscina di Gardolo. Un gigante<br />

di più di due metri, pluriscudettato<br />

con una delle migliori squadre italiane<br />

nel basket degli ultimi 20 anni; un<br />

campione del Mondo, leggenda<br />

assoluta nel ciclismo internazionale.<br />

Sono Luca Lechthaler e Francesco<br />

Moser, e quella è la “24 Ore di Nuoto”<br />

organizzata dalla SND Società<br />

nuotatori trentini in collaborazione<br />

con Avis, Admo, Aido e Aic. Dopo un<br />

anno di pausa causa Covid,<br />

la solidarietà è tornata in vasca<br />

per sensibilizzare alla donazione<br />

di sangue, organi e midollo e alla<br />

conoscenza dei problemi legati<br />

alla celiachia. C’era Aquila Basket,<br />

rappresentata non solo da Luca<br />

Lechthaler ma anche dal Presidente<br />

Gigi Longhi, uno scatenato nuotatore<br />

non certo improvvisato.<br />

«Il clima era davvero divertente<br />

- racconta il Lech -, si respirava<br />

quella bella atmosfera di inclusione<br />

solidarietà che credo solo lo sport<br />

riesca a trasmettere:<br />

c’era tantissima gente coinvolta<br />

all’interno delle ventiquattro ore,<br />

sono stati straordinari anche i<br />

volontari e gli organizzatori a<br />

coinvolgere grandi e piccini».<br />

E oltre a Moser, Lechthaler,<br />

Longhi e un vero e proprio esercito di<br />

nuotatori, ai trampolini di partenza si<br />

è presentato anche il sindaco di Trento<br />

Franco Ianeselli, che ha aperto<br />

la 24 ore in qualità di primo<br />

staffettista.<br />

«Il sindaco se la cava bene come<br />

nuotatore - riprende Lechthaler -,<br />

gli ho fatto i complimenti! Io però<br />

diciamo che ho nuotato qualche<br />

vasca in più, all’interno della lunga<br />

manifestazione credo qualcosa come<br />

una sessantina di vasche.<br />

Da quando ho smesso con il basket<br />

il nuoto è lo sport che al chiuso ho<br />

praticato di più, merito anche della<br />

passione di mia figlia Emily che è una<br />

grande nuotatrice!».<br />

Che sia pallacanestro, nuoto,<br />

o qualunque altro, lo sport unisce<br />

e nobilita: parola di Luca Lechthaler.<br />

«E’ vero, non è automatico pensare<br />

che come Aquila Basket fossimo<br />

presenti anche ad un evento in cui<br />

di palloni e canestri non ce ne sono,<br />

però la nostra presenza è stata<br />

importante e io sono stato fiero di<br />

esserci: perché i valori sani e giusti<br />

dello sport vanno difesi, trasmessi,<br />

protetti. Un canestro dopo l’altro,<br />

una bracciata alla volta».<br />

MEDICAL PARTNER<br />

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38 | RUGGERO TITA<br />

Capitano<br />

coraggioso<br />

DI ANDREA ORSOLIN<br />

FOTO TRENTINO MARKETING<br />

Nelle acque di Tokio Ruggero Tita, assieme alla<br />

fedele compagna Caterina Banti, ha scritto una<br />

pagina di storia dello sport trentino. Mai, prima di<br />

quel 3 agosto, un atleta di casa nostra aveva vinto<br />

una medaglia d’oro alle Olimpiadi. I due velisti, nella<br />

classe Nacra17, hanno anche stabilito un primato<br />

a livello nazionale, essendo il primo equipaggio<br />

misto uomo-donna della storia dello sport italiano<br />

a vincere una medaglia d’oro olimpica. Tita e Banti<br />

hanno dominato la gara nel mare del Giappone<br />

entrando nella medal race (la regata decisiva che<br />

assegna il doppio di punti) in wznetto vantaggio<br />

sui rivali, dopo aver collezionato, nelle dodici gare<br />

precedenti, quattro primi posti, quattro secondi<br />

e due terzi. Nella regata finale a Enoshima il più<br />

era fatto per la coppia di velisti, che sono giunti<br />

a Tokio con i favori del pronostico e non hanno<br />

tradito le attese, riportando la vela italiana sul<br />

podio dopo tredici anni. A festeggiare è stato tutto<br />

il Trentino ma a Civezzano, a casa Tita, le urla di<br />

gioia sono state più forte che altrove. Qui è nato<br />

Ruggero, appassionato di vela fin da bambino, pur<br />

crescendo tra le montagne. L’amore per il mare lo<br />

sta portando a salpare le acque di tutto il pianeta,<br />

ma non dimentica la sua terra d’origine anche<br />

perché, come dice lui, “in Trentino abbiamo grandi<br />

possibilità per praticare la vela, con il lago di Garda<br />

e tanti altri laghi che ci permettono di allenarci nel<br />

migliore dei modi”. Tita è stato a Trento in occasione<br />

del Festival dello Sport organizzato da Gazzetta e<br />

Trentino Marketing dal 7 al 10 ottobre. Due gli eventi<br />

in cui è stato protagonista nella prima giornata della<br />

manifestazione. Nel primo è stato uno dei relatori<br />

del seminario che aveva come titolo “Le nuove<br />

tecnologie per lo sport, la sicurezza e la salute”,<br />

nel secondo, “Banti e Tita, capitani coraggiosi”,<br />

ha raccontato assieme alla sua compagna di team<br />

l’avventura olimpica.


“Arrivavamo favoriti,<br />

un grande rischio<br />

da gestire,<br />

ma l’approccio<br />

iniziale è stato<br />

ottimo e siamo<br />

partiti subito<br />

davanti<br />

a tutti”<br />

Ruggero, come è stato il tuo Festival?<br />

Era la prima volta che venivo invitato,<br />

ero molto curioso di quello che mi<br />

sarebbe aspettato. È stato un grande<br />

piacere esserci. La mattina sono<br />

stato al Muse nell’evento organizzato<br />

dall’ordine degli ingegneri (Ruggero si<br />

è laureato in Ingegneria Informatica<br />

all’Università di Trento, ndr).<br />

Lì c’era in esposizione il mio Moth,<br />

la barca con cui a settembre ho fatto<br />

il campionato mondiale in singolo a<br />

Malcesine.<br />

Per questo tipo di barche, a differenza<br />

di altre, il regolamento prevede il solo<br />

obbligo di rispettare alcune misure,<br />

mentre gli ingegneri hanno ampie<br />

possibilità di sviluppo per creare la<br />

barca più veloce.<br />

La mia barca è un progetto made in<br />

Italy, costruita da due ragazzi gemelli<br />

di Verona che lavorano ad Arco. Il<br />

settimo posto finale a Malcesine mi ha<br />

lasciato l’amaro in bocca. Un errore<br />

mi ha costato il podio.<br />

“Capitani coraggiosi” è stato il titolo<br />

del secondo appuntamento, avvenuto<br />

nel pomeriggio al palazzo della<br />

Regione.<br />

Assieme a Caterina e al giornalista<br />

della Gazzetta dello Sport Gianluca<br />

Pasini abbiamo rivissuto la nostra<br />

Olimpiade, dall’inizio alla fine.<br />

Arrivavamo favoriti, un grande rischio<br />

da gestire, ma l’approccio iniziale è<br />

stato ottimo e siamo partiti subito<br />

davanti a tutti. È stata una delle<br />

performance migliori da quando io<br />

e Caterina gareggiamo assieme, da<br />

quasi cinque anni a questa parte.<br />

Abbiamo parlato dei nostri “attimi<br />

vincenti”, tema di questa edizione del<br />

Festival.<br />

Non si può però dire che il vostro di<br />

Tokio sia stato un “attimo vincente”…<br />

Ci è mancata la gioia nel momento<br />

della vittoria, visto che la abbiamo<br />

conquistata lentamente, prova per<br />

prova. Ma è il nostro sport: la vela<br />

prevede competizioni lunghe, la gara<br />

dura sei giorni, e bisogna stare sul<br />

pezzo fino alla fine.<br />

“La mia barca<br />

è un progetto made in<br />

Italy, costruita<br />

da due ragazzi gemelli<br />

di Verona che lavorano<br />

ad Arco.<br />

Il settimo posto<br />

finale a Malcesine<br />

mi ha lasciato<br />

l’amaro in bocca”<br />

Per essere a Tokio hai rinunciato a un<br />

posto a bordo dell’equipaggio di Luna<br />

Rossa.<br />

Sono stato parte del team, ma con<br />

lo slittamento delle Olimpiadi ho<br />

deciso di proseguire con l’obiettivo<br />

a cinque cerchi. A livello economico<br />

l’Olimpiade è meno remunerativa, ma<br />

ha prevalso il mio sogno. È stata una<br />

scelta difficile, anche perché non ero<br />

certo che saremo stati io e Caterina ad<br />

essere scelti per rappresentare l’Italia.<br />

Alla fine è stata la scelta giusta.<br />

A distanza di tre mesi, cosa ti resta di<br />

quella vittoria?<br />

Maggiore consapevolezza di quello<br />

che abbiamo fatto. Sul momento è<br />

stato difficile realizzare quello che<br />

io e Caterina abbiamo compiuto. Ma<br />

tornare a casa, in Trentino, e vedere<br />

quanta gente ha gioito per noi è stato<br />

fantastico e mi ha aiutato a realizzare<br />

la grandezza dell’impresa.<br />

Cosa significa, per te, essere il primo<br />

oro olimpico trentino?<br />

È bellissimo. Ora però è importante<br />

sfruttare la vittoria per riuscire a<br />

legare più giovani possibili al mondo<br />

dello sport e, in particolare,al mondo<br />

della vela.<br />

Oltre alla vela quali altri sport ti<br />

piace praticare?<br />

Sono un tipo da sport estremi. Faccio<br />

parapendio, surf, downhill, kitesurf,<br />

wingsurf. Tutti sport che mi spingono<br />

ad uscire dalla mia zona di confort e<br />

che indirettamente mi aiutano nella<br />

vela, arrivando preparato a prendere<br />

le decisioni nei momenti difficili.<br />

Quali sono i principali appuntamenti<br />

della prossima stagione?<br />

A marzo a Palma de Maiorca comincia<br />

la Coppa del mondo.<br />

Cercherò di arrivare pronto per questo<br />

evento e poi ci sarà già da pensare alle<br />

nuove Olimpiadi, a Parigi, tra meno di<br />

tre anni.


42 | AQUILAB<br />

Torna<br />

in campo<br />

il No Profit<br />

DI STEFANO TRAINOTTI<br />

FOTO DANIELE MONTIGIANI<br />

Nel mese di settembre si<br />

è rimesso in moto tutto il<br />

mondo di Aquila Basket:<br />

prima squadra, Academy, settore<br />

giovanile e anche tutte le attività di<br />

AquiLab. In particolare, a settembre<br />

si è tenuta la prima riunione con<br />

tutte le 15 associazioni del progetto<br />

Dolomiti Energia AquiLab for no<br />

profit: AIL Trento, ANFFAS Trentino,<br />

Coop La Rete, Coop Samuele, Punto<br />

d’Incontro, AIDO, LILT Trento,<br />

Un Sogno per Vincere, Fondazione<br />

Trentina per l’Autismo, Centro<br />

Trentino di Solidarietà, Il Villaggio del<br />

Fanciullo, Laboratorio Le Formichine,<br />

ATAS Trento e APPM.<br />

Da otto anni, ormai, con le 15<br />

associazioni si è costruito un<br />

percorso di collaborazione che<br />

ha portato nel tempo a realizzare<br />

progetti, iniziative ed eventi che<br />

hanno dato molto a tutte le persone<br />

coinvolte. In occasione della prima<br />

riunione si sono programmate le<br />

attività della stagione, cercando<br />

di individuare le modalità con cui<br />

essere presenti alle partite in casa<br />

della Dolomiti Energia Trentino.<br />

Le associazioni hanno condiviso di<br />

proseguire nel dare attenzione ad<br />

uno degli elementi più importanti<br />

per tutte le organizzazioni impegnate<br />

nel sociale e non solo, ossia il<br />

volontariato. Infatti, la figura del<br />

volontario è essenziale per le attività<br />

del mondo no profit, perché riesce<br />

a portare un contributo di sensibilità,<br />

impegno e passione a vantaggio di<br />

tutti quelli che hanno bisogno di<br />

“Le associazioni<br />

hanno condiviso<br />

di proseguire<br />

nel dare attenzione<br />

ad uno degli elementi<br />

più importanti<br />

per le organizzazioni<br />

impegnate nel sociale<br />

e non solo,<br />

ossia il volontariato”<br />

attenzione e supporto.<br />

Così, in occasione delle gare<br />

di campionato alla BLM Group Arena,<br />

durante il time out dedicato alle<br />

associazioni denominato<br />

“Il volo(ntariato) di Aquila”,<br />

scenderanno sul parquet della<br />

BLM Group Arena i volontari scelti<br />

dall’associazione del giorno tra<br />

i tanti bravissimi che danno un<br />

contributo fondamentale alle attività<br />

delle stesse. Ad accoglierli ci sarà<br />

il Presidente Luigi Longhi, che li<br />

premierà con un pallone di cioccolata<br />

realizzato e donato da Indal, azienda<br />

che da sempre sostiene le attività<br />

di AquiLab for no profit con grande<br />

generosità. Nelle prime due partite<br />

di campionato sono stati premiati<br />

Luciana di Abio Trento e Paolo della<br />

Cooperativa La Rete, che con le<br />

loro storie rappresentano bellissimi<br />

esempi di ciò che è il volontariato<br />

trentino: entrambi hanno ricevuto<br />

il caloroso tributo dei tifosi<br />

bianconeri, che sanno apprezzare<br />

le qualità di chi si spende in modo<br />

gratuito per gli altri.<br />

Nelle prossime gare sarà il turno<br />

delle altre tredici associazioni,<br />

che non avranno alcun problema<br />

ad individuare la persona da<br />

valorizzare in tale momento, tra i<br />

tanti amici che sono protagonisti<br />

della vita delle stesse associazioni.<br />

Il volontariato trentino, infatti,<br />

conta decine di migliaia di persone<br />

coinvolte, rappresentando una delle<br />

caratteristiche più belle della nostra<br />

terra.


42 | C.A.S.T.<br />

Il mondo<br />

in una<br />

bottiglia<br />

DI MARTINA QUINTARELLI<br />

È questo lo slogan<br />

di Vetri Speciali S.p.a.,<br />

nuova entrata nella famiglia<br />

Aquila. Giacomo Villotti,<br />

Responsabile Acquisti,<br />

sintetizza così la filosofia<br />

dell’azienda che dal 1994<br />

offre soluzioni personalizzate<br />

ai propri clienti. L’azienda<br />

è leader italiana nel<br />

settore della produzione<br />

e commercializzazione<br />

di contenitori speciali<br />

per alimenti, su scala<br />

mondiale. Nata come società<br />

commerciale, la Vetri Speciali<br />

si è sviluppata acquisendo tre<br />

siti produttivi dislocati tra<br />

Trentino Alto-Adige, Veneto<br />

e Friuli-Venezia Giulia,<br />

per poi, nel 2015 creare un<br />

quarto stabilimento<br />

a Gardolo e ampliare così,<br />

ulteriormente, la capacità<br />

produttiva.<br />

Oggi l’azienda conta oltre<br />

300 dipendenti sul territorio<br />

trentino e più di 900<br />

in totale.<br />

Artigiani evuluti: un incontro tra<br />

innovazione e tradizione.<br />

La bellissima sala espositiva di Vetri<br />

Speciali, dove è possibile trovare<br />

mini-bottiglie da 4 cl fino ad arrivare<br />

a bottiglioni da 30 litri, somiglia<br />

a un museo. L’azienda offre un<br />

servizio completo al cliente: dalla<br />

progettazione, si pensi che vengono<br />

sviluppati più di 1800 progetti<br />

all’anno effettuati con 3D printing,<br />

alla produzione, tutta made in Italy,<br />

fino ad arrivare ad un attento servizio<br />

di assistenza post-vendita. Per una<br />

produzione così avveniristica, il<br />

fattore umano, sostiene Giacomo<br />

Villotti, è ancora fondamentale: «Il<br />

nostro core business è rappresentato<br />

dalla creazione di bottiglie altamente<br />

personalizzate, abbiamo una gamma<br />

molto ampia che si declina in varie<br />

forme e colori. Ci definiamo artigiani<br />

evoluti per sottolineare quanto sia<br />

importante il fattore umano nel<br />

nostro operato; per creare prodotti<br />

così complessi e innovativi la<br />

tecnologia ci può aiutare ma non<br />

possiamo prescindere dalle mani<br />

esperte del mastro vetraio». Vetri<br />

Speciali esporta i propri prodotti in<br />

52 Paesi al mondo e ciò costituisce<br />

un vero e proprio vanto per l’azienda<br />

che fa della produzione sartoriale<br />

espressione dell’abilità e della<br />

creatività italiana.<br />

Il territorio e l’attenzione<br />

all’ambiente<br />

Il legame al territorio trentino è un<br />

valore fondamentale per l’impresa<br />

che ha sempre cercato di valorizzarne<br />

l’appartenenza. Un motivo d’orgoglio<br />

è la scelta di mantenere sempre<br />

la sede direzionale a Trento, dal<br />

’94 a oggi, essendo il fulcro di una<br />

supply chain molto sviluppata sul<br />

territorio: una grande parte dei<br />

dipendenti, dei fornitori e dei clienti<br />

sono trentini. «Teniamo molto a<br />

dare il nostro contributo al territorio<br />

perché da esso abbiamo ricevuto<br />

molto» racconta Villotti, che parla<br />

anche dell’attenzione di Vetri Speciali<br />

verso la sostenibilità ambientale. La<br />

stessa creazione dello stabilimento<br />

di Gardolo è stato un importante<br />

passo da questo punto di vista: «In<br />

meno di un anno abbiamo riconvertito<br />

lo stabilimento abbandonato della<br />

Whirlpool, dando una seconda vita<br />

ad una struttura già esistente». Oltre<br />

a ciò, Vetri Speciali ha sempre fatto<br />

molti sforzi per avere una produzione<br />

sempre più verde, in modo da ridurre<br />

al minimo l’impatto ambientale: «Ci<br />

siamo mossi su più fronti - specifica<br />

Villotti - partendo dagli efficientamenti<br />

tecnologici, per arrivare all’utilizzo<br />

di impianti all’avanguardia, con<br />

l’obiettivo di ridurre i consumi<br />

energetici e le emissioni acustiche<br />

e di CO2. Per quanto riguarda le<br />

materie prime, abbiamo massimizzato<br />

l’utilizzo di vetro riciclato: abbiamo<br />

recentemente sviluppato una nuova<br />

tipologia di vetro nella quale l’utilizzo<br />

di riciclato si avvicina moltissimo<br />

al cento per cento». Con orgoglio<br />

Giacomo Villotti sottolinea che<br />

l’azienda è stata la prima in Europa,<br />

se non addirittura al mondo, a ideare<br />

questo tipo di vetro, chiamato Wild<br />

Glass: «Anche dal punto di vista<br />

mediatico stiamo puntando molto su<br />

questo prodotto. Abbiamo lanciato un<br />

progetto, con l’Università degli Studi<br />

di Trento, per studiare l’impatto in<br />

termini di economia circolare della<br />

massimizzazione dell’utilizzo di<br />

rottame nella produzione di bottiglie,<br />

confrontando la produzione Wild Glass<br />

con quella di vetro tradizionale».<br />

L’entrata nel C.A.S.T.<br />

Villotti racconta<br />

l’avvicinamento con Aquila<br />

Basket: «Tutto parte<br />

dal nostro legame con il<br />

territorio e dal fattore umano<br />

che ne è indissolubilmente<br />

legato. Le attività che Aquila<br />

Basket promuove, con<br />

Aquilab e Academy, possono<br />

riguardare direttamente le<br />

famiglie che fanno parte di<br />

Vetri Speciali e per questo<br />

abbiamo deciso di diventare<br />

partner della Società. La<br />

condivisione dei valori e della<br />

mission di Aquila e l’onore<br />

di far parte di un team di<br />

aziende top, ha reso la nostra<br />

entrata nel CAST una scelta<br />

automatica».


46 | FOOD AND STYLE<br />

Food<br />

& style<br />

Alessandro Gilmozzi<br />

Chef stellato del ristorante<br />

El Molin di Cavalese<br />

Chips di storo, Vezzena e luganega<br />

(Polenta, formài e luganeghe)<br />

Ingredienti per 10 persone<br />

Ingredienti (per 10 persone):<br />

250gr di polenta di storo<br />

1lt di acqua<br />

Sale q.b.<br />

4 luganeghe secche<br />

300gr di Vezzena grattugiato<br />

Procedimento:<br />

Portare a bollore l’acqua salata e fare una polenta classica,<br />

a cottura ultimata stenderla finemente su di un salpat, fare<br />

dei triangoli e seccare in forno 12 ore a 60°C.<br />

Nel frattempo grattugiare il Vezzena formando una polvere<br />

e con un setaccio stendere il formaggio sul salpat per poi<br />

passarlo in microonde. In questo modo, a passaggi di 20<br />

secondi l’uno, andremo a formare una cialda che verrà poi<br />

tagliata a piacere dopo averla lasciata raffreddare un po’.<br />

In ultimo tagliare la luganega secca a fette sottilissime.<br />

Formeremo delle millefoglie a strati alterni oppure faremo<br />

una confezione in plastica o vetro o le appoggeremo su una<br />

pietra .

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