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BSKT #9 new

Il numero di febbraio 22 di BSKT, il magazine ufficiale di Aquila Basket Trento.

Il numero di febbraio 22 di BSKT, il magazine ufficiale di Aquila Basket Trento.

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FEBBRAIO 2022<br />

CAMERON REYNOLDS<br />

Eleganza e solidità<br />

SHAVON SHIELDS<br />

Nemici mai<br />

SPECIALE OLIMPIADI<br />

I trentini azzurri a Pechino<br />

ACADEMY<br />

Benvenuta Amatori Basket Messina<br />

CAST<br />

Trevor, visione e revisione


<strong>BSKT</strong> – Il magazine di Aquila Basket<br />

Numero 9/ Febbraio 2022<br />

Registrazione Tribunale di Trento n° 1275<br />

del 10 gennaio 2006<br />

5 I EDITORIALE<br />

34 I AQUILAB<br />

Nel ricordo di Stefano<br />

VORRESTI UNA CONNESSIONE VELOCE?<br />

INTERNET AL TOP IN TUTTO IL TRENTINO<br />

Direttore Responsabile: Luigi Longhi<br />

Redazione: Francesco Costantino Ciampa<br />

e Marcello Oberosler<br />

Direttore Artistico: Daniele Montigiani<br />

Grafica e impaginazione: Lorenzo Manfredi<br />

Hanno collaborato: Andrea Orsolin, Martina Quintarelli,<br />

Stefano Trainotti<br />

Fotografie: Daniele Montigiani, Ciamillo,<br />

AP/Lapresse, FISG/Alessandro Trovati, FISI Trentino,<br />

FISIP/Maurizio Ujetto<br />

Redazione: Piazzetta Lunelli, 8 -12 – 38122 Trento<br />

Tel. 0461 931035<br />

E-mail: bskt@aquilabasket.it<br />

Spazi pubblicitari: marketing@aquilabasket.it<br />

Tipografia: Grafiche Dalpiaz - Via Stella, 11/B,<br />

38123 Ravina TN<br />

© Copyright Aquila Basket Trento srl<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa rivista<br />

può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici<br />

o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.<br />

Ringraziamo Malcolm Rossi e Sony Italia per<br />

la collaborazione nella riuscita di questo Numero.<br />

Tutte le immagini realizzate da Daniele Montigiani<br />

sono state scattate con attrezzatura Sony: Sony<br />

Alpha 9 II e lenti Sony 85mm F 1.8, 16-35 mm F 2.8.<br />

Numero chiuso alle ore 23 di lunedì 31 gennaio 2022<br />

10 I HELLO MY NAME IS<br />

Matteo Tovazzi<br />

12 I LA COPERTINA<br />

Cameron Reynolds<br />

19 I IL PROFILO<br />

Shavon Shields<br />

26 I SPECIALE OLIMPIADI<br />

Dorothea Wierer, Arianna Sighel<br />

Laura Pirovano, Giacomo Bertagnolli<br />

36 I L’EVENTO<br />

La Coppa Italia 2022<br />

38 I MONDO STATISTICHE<br />

40 I CAST<br />

Trevor<br />

42 I WINTER PARTNER<br />

Ski Area Dolomiti di Brenta<br />

44 I ACADEMY<br />

Amatori Basket Messina<br />

46 I APPUNTI SPARSI<br />

22 febbraio 1994<br />

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05 | EDITORIALE<br />

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Andiamo alle Final Eight di Coppa Italia a Pesaro e ci andiamo<br />

con merito e tanto entusiasmo. Un traguardo tagliato da quarti in<br />

classifica al termine del girone di andata che ci rende orgogliosi.<br />

La Coppa Italia rappresenta una bellissima e prestigiosa tappa<br />

del nostro percorso di crescita dentro e fuori dal campo, che arriva<br />

dopo sei anni di assenza. Un’occasione dunque per cercare di fare un<br />

altro passo avanti. Ci arriviamo dopo due anni tribolati ai quali Aquila<br />

ha contrapposto un grande lavoro per mantenere standard di qualità<br />

per tutti coloro che giocano con noi a partire dal minibasket fino alla<br />

serie A. Non è stato facile e non lo è ancora oggi, ma siamo consapevoli<br />

che non si può lasciare la nave in acque agitate. L’etica del lavoro ci<br />

impone di lavorare per il bene della Società che poi è il bene di tutti<br />

coloro che a vario titolo, sono vicini ad Aquila.<br />

Per quanto riguarda il pubblico, nei limiti delle norme, ha risposto<br />

positivamente. Chi ha accampato motivazioni (poco comprensibili<br />

e stucchevoli) per non venire al palazzo è rimasto a casa,<br />

probabilmente l’affetto per l’Aquila non era poi così forte.<br />

Speriamo che nel proseguo della stagione si possa avere una presenza<br />

di amici maggiore alla Blm Arena. Sarebbe un bel segnale di speranza<br />

per il ritorno alla vita fatta di contatti, abbracci ed esultanza.<br />

Desidero ora tributare un doveroso ringraziamento per il grande<br />

lavoro dell’Aquila Basket Academy guidata da Luca Lechthaler.<br />

A lui e a tutti i suoi collaboratori va il nostro plauso per la<br />

professionalità, serietà e impegno con cui svolge il suo delicato<br />

compito. Luca è una grande risorsa per Aquila e siamo fieri che abbia<br />

voluto accettare la nostra proposta. Ogni giorno si dimostra il perfetto<br />

ambasciatore dei valori e dello stile Aquila nei confronti delle Società<br />

aderenti di tutta la regione ma anche delle varie scuole che sono<br />

coinvolte sempre di più nel nostro progetto per una pallacanestro<br />

sociale, fatta di valori veri e condivisi, di inclusione, rispetto e<br />

amicizia.<br />

Ogni grande viaggio, dicevano i saggi, inizia da un piccolo passo.<br />

Ecco, i piedoni di Luca hanno già percorso un bel tratto di strada<br />

e non si fermeranno. Cammineremo tutti insieme come sempre<br />

abbiamo fatto perché insieme si vince e si perde, insieme si gioisce e si<br />

patisce. Insieme siamo Aquila!<br />

Il Pres


6 | AMARCORD<br />

19 Febbraio 2016<br />

Final Eight Coppa Italia<br />

Quarti di Finale<br />

Dolomiti Energia Trento -<br />

Giorgio Tesi Group Pistoia<br />

Nella Foto: Luca Lechthaler<br />

a rimbalzo<br />

Ivan Mancini<br />

Ciamillo e Castoria


8 | BEST OF SEASON<br />

Trento, 12 Dicembre 2021<br />

LBA Seria A, undicesima giornata<br />

Dolomiti Energia Trentino - Bertram<br />

Derthona Basket Tortona<br />

Nella foto: Jordan Caroline<br />

Daniele Montigiani<br />

@dmontigiani


10 10 | HELLO | IL PERSONAGGIO<br />

MY NAME IS 11 | APPUNTI SPARSI<br />

NOME:<br />

MATTEO TOVAZZI<br />

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STORICAMENTE TOBY,<br />

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PRINCIPALE PREGIO:<br />

COSTANTE<br />

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PRINCIPALE DIFETTO:<br />

EVASIVO<br />

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MATERIA PREFERITA:<br />

GEOGRAFIA<br />

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ANIMALE PREFERITO:<br />

ORSO POLARE<br />

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PRATICARE SPORT, LEGGERE<br />

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PIATTO PREFERITO:<br />

RISOTTO IN TUTTE LE SUE DECLINAZIONI<br />

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VINO O BIRRA:<br />

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ALTERNO ENTRAMBI<br />

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SERIE TV PREFERITA:<br />

RAY DONOVAN<br />

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ATTORE E ATTRICE PREFERITI:<br />

STEFANO ACCORSI, UMA<br />

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CANZONE PREFERITA:<br />

LEGGERO DI LIGABUE<br />

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BICICLETTA O<br />

MONOPATTINO:<br />

BICICLETTA<br />

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CANI O GATTI:<br />

CANI<br />

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ESTATE O INVERNO:<br />

TARDA PRIMAVERA<br />

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TIRO DA TRE O<br />

SCHIACCIATA:<br />

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SNEAKER PREFERITA?<br />

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IDOLO SPORTIVO:<br />

Javier Zanetti<br />

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“Per raggiungere il paradiso<br />

dobbiamo superare un girone. Di ritorno”<br />

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12 | LA COPERTINA<br />

De-Cameron<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

FOTO DANIELE MONTIGIANI<br />

“Sapevo che qui<br />

avrei trovato ottime<br />

squadre e ottimi<br />

giocatori, e sistemi di<br />

gioco di alto livello.<br />

Lo stile di gioco lo<br />

avevo “assaggiato”<br />

nei match<br />

internazionali che<br />

ho giocato con il<br />

Team USA nelle<br />

finestre FIBA di<br />

qualificazione”<br />

L’elegante solidità di Cameron<br />

Reynolds è uno dei segreti della<br />

stagione della Dolomiti Energia<br />

Trentino. Il mancino tiratore originario<br />

del Texas sta vivendo un’annata da<br />

rookie in Europa di altissimo livello,<br />

figlia di una mentalità guerriera che<br />

ben si accompagna al We Die Hard<br />

bianconero: le qualità balistiche<br />

e la continuità realizzativa hanno<br />

immediatamente fatto di Cam uno dei<br />

leader tecnici della squadra.<br />

Come sta andando la tua prima<br />

stagione in Italia e in Europa?<br />

Beh, credo di poter essere soddisfatto<br />

di questa prima metà di stagione.<br />

Specialmente in campionato stiamo<br />

andando bene, abbiamo avuto un avvio<br />

molto solido in termini di prestazioni<br />

e di risultati. Dispiace un po’ che non<br />

siamo riusciti ad avere gli stessi esiti<br />

in EuroCup, ma lotteremo fino alla<br />

fine della stagione per invertire la<br />

rotta anche lì e provare a prenderci<br />

un posto per i playoff. Sappiamo che è<br />

complicato, ma lotteremo una partita<br />

alla volta.<br />

Che difficoltà emergono in EuroCup?<br />

È un po’ strano per i tifosi assistere a<br />

questa differenza di rendimento.<br />

In parte è legato ai differenti stili di<br />

pallacanestro da Paese a Paese:<br />

alcune squadre hanno più fisicità e<br />

ritmo, altre più stazza e gioco a metà<br />

campo, altre ancora hanno grandi<br />

tiratori dall’arco. Forse non siamo<br />

riusciti ad adattarci al meglio partita<br />

dopo partita. Il problema in coppa poi<br />

è che le partite nella regular season<br />

non sono molte, non c’è tanto spazio<br />

per recuperare terreno in classifica:<br />

ogni match ha un grande peso<br />

specifico, tutti devono vincere, e il<br />

livello è altissimo.<br />

Ti ha sorpreso il livello delle<br />

competizioni europee?<br />

No, assolutamente. Me lo aspettavo.<br />

Sapevo che qui avrei trovato ottime<br />

squadre e ottimi giocatori, e sistemi<br />

di gioco di alto livello. Lo stile di<br />

gioco lo avevo “assaggiato” nei<br />

match internazionali che ho giocato<br />

con il Team USA nelle finestre FIBA<br />

di qualificazione, in più ho potuto<br />

confrontarmi con mio fratello che<br />

ha giocato in Europa così come altri<br />

amici e colleghi giocatori. Avevo<br />

quindi un’idea di cosa aspettarmi,<br />

vivere poi la realtà sulla propria<br />

pelle è un altro discorso: ho dovuto<br />

e mi sto ancora adattando, a livello<br />

tecnico-tattico e anche come vita<br />

fuori dal campo.<br />

La differenza “tecnica” più<br />

evidente?<br />

Nelle ultime stagioni ho giocato<br />

soprattutto in G-League, e lì gli<br />

spazi in campo sono molto diversi.<br />

Non solo per le dimensioni effettive<br />

del parquet, ma perché si gioca a<br />

ritmi e spaziature degli uomini in<br />

campo molto differenti: quando batti<br />

un avversario in uno contro uno in<br />

G-League, lo superi e arrivi al ferro<br />

a segnare un layup o a schiacciare.<br />

In Italia invece quando superi un


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“Come posto in cui<br />

vivere non posso<br />

certo lamentarmi<br />

quest’anno: ogni<br />

mattina mi sveglio con<br />

la vista delle splendide<br />

montagne attorno<br />

alla città,<br />

da dove vengo io non<br />

ci sono montagne,<br />

è tutta pianura”<br />

avversario tra te e il canestro spunta<br />

sempre un suo compagno, o a volte<br />

anche due, che ti fronteggia. Devi<br />

essere sempre sotto controllo,<br />

sempre pronto a pensare a una<br />

contromossa in pochi istanti. Mi<br />

ricorda un po’ il modo di giocare<br />

che si ha al college, ma qui sono<br />

tutti giocatori professionisti, forti,<br />

intelligenti.<br />

Altra differenza piuttosto evidente,<br />

le differenti interpretazioni arbitrali<br />

sui contatti e sulle dinamiche di<br />

gioco: sei andato spesso in problemi<br />

di falli quest’anno.<br />

Sì, è vero. Non è facile. Fa parte del<br />

graduale adattamento ad una nuova<br />

situazione, immagino. Ogni volta<br />

mi sembra impossibile che i miei<br />

avversari riescano a farla franca<br />

mentre a me ogni volta che faccio<br />

le stesse cose venga fischiato un<br />

fallo! A volte è un po’ frustrante, ma<br />

so che devo continuare a lavorare<br />

per essere più intelligente e sotto<br />

controllo per non mettere in difficoltà<br />

la squadra. Usando meno le mani nel<br />

prendere contatto con gli attaccanti,<br />

e provando a crescere di aggressività<br />

nel corso della partita.<br />

Di Trento come città e club invece<br />

cosa ne pensi?<br />

Come posto in cui vivere non posso<br />

certo lamentarmi quest’anno: ogni<br />

mattina mi sveglio con la vista delle<br />

splendide montagne attorno alla<br />

città, da dove vengo io non ci sono<br />

montagne, è tutta pianura. Ogni<br />

volta che prendo la macchina e vado<br />

verso il palazzetto per allenarmi o<br />

giocare mi godo la natura intorno e i<br />

paesaggi. La città è piccola, mi piace,<br />

molto tranquilla. Non sono uno che<br />

ha bisogno di molto per stare bene in<br />

un posto. E l’organizzazione del club<br />

è eccellente, sia dal punto di vista<br />

del basket che del mondo in cui le<br />

persone della società ti seguono e ti<br />

aiutano in tutto. Ti fanno sentire una<br />

persona, oltre che un giocatore di<br />

basket, non so se rende l’idea.<br />

Cosa ti piace così particolarmente?<br />

Intanto aiuta il fatto che tutti nel club<br />

parlino un buon inglese. Abbastanza<br />

da non avere una barriera linguistica.<br />

Posso spendere tempo con i miei<br />

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“Mi piace il nostro<br />

stile di gioco, la nostra<br />

mentalità.<br />

Siamo un gruppo<br />

giovane ma con tanta<br />

voglia di fare,<br />

di lavorare,<br />

di crescere”<br />

compagni di squadra anche fuori dal<br />

campo, fare l’intervista per il podcast<br />

del club. Poi c’è sempre grande<br />

entusiasmo e disponibilità, tutti<br />

sorridono e hanno voglia di fare. Ma<br />

d’altronde me lo aveva detto anche il<br />

mio caro amico Luke Maye, che qui a<br />

Trento mi sarei trovato bene.<br />

Il buon vecchio Luke Maye.<br />

È la prima persona con cui ho<br />

parlato quando c’è stata la possibilità<br />

concreta di firmare con Trento, e<br />

ha speso solo bellissime parole<br />

per il posto. Mi sono fidato perché<br />

caratterialmente ci assomigliamo,<br />

siamo due tipi tranquilli che<br />

vogliono potersi concentrare sulla<br />

pallacanestro.<br />

Con coach Molin invece che<br />

rapporto c’è?<br />

Coach Lele è un allenatore e un<br />

uomo di sport di alto livello, di<br />

sostanza. Quest’anno abbiamo<br />

passato tanti momenti difficili e<br />

particolari, ma non è uno che si<br />

fa prendere dallo sconforto o che<br />

cambia i suoi piani a seconda delle<br />

emergenze. Trasmette sempre<br />

grande fiducia, confidenza, trasmette<br />

il fatto che non è per un errore che<br />

finirai in panchina, che devi giocare<br />

leggero ma con grande senso di<br />

responsabilità. Da me vuole che<br />

sia aggressivo, che giochi la mia<br />

pallacanestro, che interpreti al<br />

meglio il mio ruolo. Ogni giorno<br />

si lavora per salire uno scalino in<br />

più, per essere un po’ migliori. E la<br />

nostra identità forte di squadra è<br />

anche merito suo.<br />

Un’identità che ti piace, da<br />

giocatore?<br />

Assolutamente sì. Mi piace il nostro<br />

stile di gioco, la nostra mentalità.<br />

Siamo un gruppo giovane ma con<br />

tanta voglia di fare, di lavorare, di<br />

crescere. E in campo non ci diamo<br />

davvero mai per vinti. Non è un caso<br />

che quest’anno abbiamo vinto tante<br />

volte in rimonta, o nei finali punto<br />

a punto. C’è grande fame di vittorie<br />

e ci sono le idee chiare su come<br />

ottenerle, quelle vittorie.<br />

Visto che siamo sul numero<br />

“olimpico” della rivista, facciamo un<br />

salto con te alle ultime Olimpiadi,<br />

stavolta estive, a Tokyo. C’eri anche<br />

tu, e fa un certo effetto anche solo<br />

dirlo!<br />

È stata un’esperienza davvero<br />

particolare e bellissima. In estate<br />

ho avuto la possibilità di fare parte<br />

del gruppo di allenamento del Team<br />

USA, la nazionale statunitense.<br />

Abbiamo giocato alcune amichevoli<br />

in cui sono anche sceso in campo,<br />

io e altri ragazzi eravamo tutti i<br />

giorni in palestra ad allenarci con<br />

Kevin Durant, Damian Lillard e altri<br />

enormi campioni NBA. Poi a un certo<br />

punto un po’ a sorpresa è venuta<br />

fuori la richiesta di seguire il Team<br />

USA in Giappone sempre per dare<br />

manforte negli allenamenti e per<br />

avere più giocatori disponibili visto<br />

anche il periodo di pandemia e il fatto<br />

che alcuni giocatori fino all’ultimo<br />

sarebbero stati impegnati nelle finali<br />

NBA. Così mi sono ritrovato a Tokyo a<br />

vivere le “mie” Olimpiadi con il Team<br />

USA, giocando a carte con Durant<br />

o facendo quattro chiacchiere con<br />

Draymond Green. È stato davvero<br />

“cool”.<br />

Che effetto fa vivere e allenarsi con i<br />

migliori giocatori al mondo?<br />

Ho notato due cose in particolare. Il<br />

primo come sia facile e arricchente<br />

avere interazioni con questi ragazzi,<br />

creare un gruppo fuori dal campo<br />

in vista di un appuntamento così<br />

importante come le Olimpiadi.<br />

L’altro aspetto che mi ha colpito<br />

molto invece è stata la cura del<br />

dettaglio e il maniacale rispetto<br />

per i fondamentali del gioco che<br />

hanno questi atleti al top nel mondo:<br />

nelle piccole cose, nello spezzare<br />

il polso sul rilascio, nel tenere in<br />

alto il braccio dopo l’esecuzione<br />

del tiro, nella routine di palleggi e<br />

ball handling. Ogni secondo e ogni<br />

minuto dell’allenamento è gestito<br />

con la massima disciplina e intensità.<br />

Questo riguarda anche il lato fisico<br />

e atletico, c’è una cura del corpo<br />

davvero impeccabile.<br />

Il tuo obiettivo è tornare a giocare<br />

con quel tipo di atleti tutti i giorni, in<br />

NBA?<br />

L’NBA è l’obiettivo di qualunque<br />

giocatore nel mondo, credo. Il<br />

mio percorso nella pallacanestro<br />

è ancora all’inizio, voglio essere<br />

concentrato sul presente e vivere al<br />

meglio questa avventura a Trento.<br />

Poi chi lo sa? Ci sono tantissime<br />

incognite e non voglio perdere<br />

energie mentali a costruire potenziali<br />

scenari futuri troppo presto.<br />

Pensi che la NBA stia diventando più<br />

interessata ed attenta a chi mette in<br />

luce buone qualità in Europa?<br />

Sì, nelle ultime due o tre stagioni<br />

il trend sembra quello. Si cercano<br />

talenti e caratteristiche anche in<br />

giocatori fuori dalla G-League e<br />

dalla NBA stessa, penso ai Denver<br />

Nuggets che hanno firmato Facundo<br />

Campazzo o a Daulton Hommes che<br />

dopo un anno a Cremona ora gioca<br />

per i New Orleans Pelicans. E ci<br />

sarebbero molti altri esempi.


19 | IL PROFILO<br />

Uno ed<br />

un solo<br />

Shavon<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

FOTO CIAMILLO E DANIELE MONTIGIANI<br />

“Ricordo<br />

le emozioni<br />

delle Finali<br />

Scudetto,<br />

ma allo stesso<br />

tempo non metto<br />

in secondo piano<br />

le cene, i viaggi,<br />

le risate con i miei<br />

compagni”<br />

Ci sono pochi giocatori che<br />

nella storia dell’Aquila Basket<br />

hanno conquistato i cuori dei<br />

tifosi bianconeri quanto Shavon<br />

Shields. Un giocatore che nel giro<br />

di 15 mesi si è trasformato<br />

da oggetto del mistero a<br />

potenziale MVP delle Finali, un<br />

ragazzo introverso ma educato<br />

e carismatico: più danese che<br />

statunitense, merito del patrimonio<br />

genetico ereditato da mamma<br />

Senia. Il patrimonio genetico del<br />

padre Will invece è quello di un Hall<br />

of Famer della NFL.<br />

La somma è un uomo che oggi<br />

è uno dei punti di riferimento<br />

dell’ambiziosa A|X Armani Exchange<br />

Milano e uno dei migliori giocatori<br />

in Eurolega e in Italia nel suo ruolo<br />

e non solo. All’Aquila ha giocato<br />

le due Finali Scudetto, ha scritto<br />

pagine indelebili della giovane storia<br />

del club. E con la sua “trentina”<br />

semplicità, si è ritagliato un posto<br />

nella memoria dei tifosi della<br />

Dolomiti Energia. Quest’anno un<br />

brutto infortunio lo sta costringendo<br />

ai box, ma Milano lo aspetta<br />

sapendo di avere in casa un’arma<br />

preziosa per andare a caccia<br />

di trofei tra Italia ed Europa.<br />

Prima di tutto, come stai Shavon?<br />

Quanto sei vicino al ritorno in<br />

campo?<br />

Sto bene dai, l’operazione al polso<br />

è andata bene. Adesso ho un tutore<br />

che toglierò tra qualche giorno<br />

dopodiché lavorerò per riprendermi<br />

ed essere pronto a giocare al meglio<br />

la parte finale della stagione.<br />

Un infortunio che ti impedirà<br />

giocare alla BLM Group Arena nella<br />

sfida di sabato 5 febbZraio.<br />

Sì, mi dispiace molto. Un dispiacere<br />

che si somma a quello vissuto lo<br />

scorso anno, quando si giocava<br />

a porte chiuse. È stato bello tornare<br />

a sentire l’affetto e il calore delle<br />

persone che ho conosciuto qui, nella<br />

squadra e nel club, però<br />

da quando sono andato via non sono<br />

mai riuscito né a giocare a Trento di<br />

fronte al pubblico né a tornare a fare<br />

due passi in centro e vedere di nuovo<br />

la città.<br />

La prima cosa che ti viene in mente<br />

ripensando a quelle due stagioni<br />

scarse all’ombra del Bondone?<br />

Più che un evento o un’immagine,<br />

ti direi la squadra, il club, i miei<br />

compagni. Con loro a Trento ho<br />

creato un legame davvero speciale,<br />

e speciale è anche quello che<br />

insieme siamo riusciti a fare in<br />

campo. Quindi sì, ovviamente ricordo<br />

le emozioni delle Finali Scudetto, ma<br />

allo stesso tempo non metto<br />

in secondo piano le cene, i viaggi,<br />

le risate con i miei compagni.<br />

Cosa pensi abbia reso quei 15 mesi<br />

così speciali?<br />

Beh, il fatto che eravamo un<br />

gruppo di bravi ragazzi, di brave<br />

persone. E poi tutti nel club, dal<br />

presidente all’ultimo collaboratore,


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“Nessuna squadra<br />

era tranquilla,<br />

quando doveva<br />

affrontarci,<br />

perché sapevano<br />

che sarebbe stata<br />

una battaglia ”<br />

passando per uno staff di alto livello,<br />

lavoravano con il sorriso sul volto<br />

e con la voglia di rendere Trento<br />

orgogliosa della sua Aquila Basket.<br />

E in campo?<br />

Eravamo tosti, questo sì. Ricordo<br />

che qualche avversario diceva<br />

che non giocassimo nemmeno a<br />

pallacanestro! Eravamo duri, ogni<br />

notte scendevamo in campo pronti<br />

a dare il massimo spingendoci al<br />

limite del nostro potenziale. Nessuna<br />

squadra era tranquilla, quando<br />

doveva affrontarci, perché sapevano<br />

che sarebbe stata una battaglia.<br />

Il pensiero delle Finali Scudetto fa<br />

ancora male?<br />

Sì. Direi in particolare della<br />

seconda, quella del 2018 contro<br />

Milano. L’anno prima contro Venezia<br />

abbiamo fatto una vera e propria<br />

impresa, condizionata poi alla<br />

fine dai tantissimi infortuni e da<br />

una buona dose di sfortuna. Ma<br />

nel 2018 eravamo davvero forti,<br />

sapevamo di poter cogliere quella<br />

grande opportunità. Ovviamente tutti<br />

sappiamo come è andata gara-5<br />

al Forum, è stato un peccato non<br />

essere riusciti ad avere abbastanza<br />

energie mentali per vincere gara-6 e<br />

tornare a Milano per la bella. Ma alla<br />

fine è andata così, impossibile avere<br />

rimpianti per le grandi cose che<br />

abbiamo fatto con quel gruppo.<br />

In quei Playoff 2018 è anche<br />

“esploso” Shavon Shields, con una<br />

postseason da paura in cui sembravi<br />

assolutamente inarrestabile.<br />

Uno dei tuoi migliori momenti, da<br />

giocatore?<br />

Non saprei, è difficile scegliere.<br />

Fa tutto parte di un percorso direi,<br />

perché ho belle memorie di tutti<br />

i posti in cui ho giocato e anche<br />

individualmente sono cresciuto<br />

tanto adattandomi anche a situazioni<br />

diverse.<br />

Sei ancora in contatto con alcuni dei<br />

tuoi ex compagni all’Aquila?<br />

Sì, un po’ con tutti. Capita che<br />

se li vedo giocare mando loro un<br />

messaggio o li chiami. Tanto per<br />

citarne un paio, che stagione sta<br />

facendo Flacca? Davvero forte, sono<br />

contento per lui. E Toto beh, è Toto.<br />

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“Toto Forray?<br />

Non finisce mai<br />

di stupire<br />

per la naturalezza<br />

con cui sa guidare<br />

la squadra ”<br />

Non finisce mai di stupire per la<br />

naturalezza con cui sa guidare la<br />

squadra.<br />

Oggi in cosa ti senti più cresciuto<br />

e diverso rispetto al te stesso che<br />

ha lasciato la Dolomiti Energia nel<br />

2018?<br />

È una parola forse un po’ abusata<br />

o che non viene sempre interpretata<br />

al meglio, ma direi “esperienza”.<br />

Giocare in campionati e coppe di<br />

altissimo livello giorno dopo giorno,<br />

allenandoti con i migliori allenatori<br />

e i migliori giocatori d’Europa, beh,<br />

posso garantire che arricchisce un<br />

giocatore davvero tanto.<br />

Forse anche più dei miglioramenti<br />

tecnici.<br />

Quanto ti ha aiutato, in questo<br />

processo di crescita, passare due<br />

anni in Spagna al Baskonia?<br />

Il gradino tra giocare l’EuroCup<br />

e giocare l’Eurolega è enorme,<br />

rispetto a Trento a Vitoria ho vissuto<br />

un’esperienza completamente<br />

diversa. La Liga ACB è un<br />

campionato molto particolare,<br />

con diversi stili di gioco e di rotazioni<br />

dei giocatori rispetto all’Italia,<br />

poi cominciare a giocare minuti<br />

importanti in Eurolega come detto<br />

è stato un grande traguardo ma<br />

anche l’inizio di un nuovo capitolo.<br />

Che ti ha portato anche a prenderti<br />

la soddisfazione di vincere il<br />

campionato spagnolo nella “bolla”<br />

pandemica.<br />

Quello è stato un periodo davvero<br />

strano. Siamo stati chiusi in casa<br />

per due mesi, c’era grande<br />

incertezza sul se e come il<br />

campionato sarebbe ripreso. Poi però<br />

la ACB ha organizzato questa bolla<br />

un po’ come successo in NBA,<br />

e abbiamo disputato i playoff<br />

vincendo la Finale contro il<br />

Barcellona. Finalmente per me era<br />

una finale vinta!<br />

Quindi è arrivata la chiamata di<br />

Milano, e di coach Ettore Messina.<br />

Un’altra grande occasione per me<br />

per crescere. Milano è una società<br />

ambiziosa, con un’idea chiara del<br />

percorso tecnico e di club che vuole<br />

intraprendere nei prossimi anni<br />

e che sta dimostrando sul campo<br />

e fuori di avere tutto per far parte<br />

delle migliori squadre d’Europa,<br />

sotto tutti i punti di vista. Poter avere<br />

la fortuna e l’onore di lavorare ogni<br />

giorno con veterani straordinari<br />

come Kyle Hines, Sergio Rodriguez<br />

o Nicolò Melli, assieme a Ettore<br />

Messina e al suo staff tecnico è<br />

ovviamente un’opportunità che cerco<br />

di cogliere e valorizzare giorno<br />

dopo giorno.<br />

Le proporzioni sono diverse,<br />

ma anche a Trentino respiravo<br />

questo tipo di filosofia e di capacità<br />

di far crescere i giocatori: ricordo<br />

il tanto lavoro tutte le mattine con<br />

Lele Molin in palestra, così come con<br />

Vincenzo Cavazzana e con Davide<br />

Dusmet. Ricordo con grande senso<br />

di gratitudine loro e anche coach<br />

Maurizio Buscaglia, per il modo in cui<br />

ci mandava in campo dando a tutti<br />

grandi responsabilità.<br />

Ora è il momento di vincerlo,<br />

un campionato italiano?<br />

L’obiettivo è questo. Fra Trento<br />

e Milano ho perso tre volte su<br />

tre nelle Finali Scudetto di Serie<br />

A, quindi per me è un obiettivo<br />

fondamentale. Siamo tutti<br />

concentrati e pronti a dare il meglio<br />

di noi provando come fatto lo<br />

scorso anno ad arrivare il più avanti<br />

possibile in Eurolega e con la voglia<br />

di metterci lo scudetto sul petto.<br />

Chiudiamo con un messaggio per<br />

i tifosi di Aquila Basket e per<br />

i lettori di <strong>BSKT</strong>.<br />

Spero che stiate tutti bene,<br />

vi ringrazio per l’affetto e il supporto<br />

che ancora oggi avete nei miei<br />

confronti: non sono molto sui social,<br />

ma so che in tantissimi mi scrivete<br />

e mi seguite da Trento e io sono solo<br />

grato ai tifosi bianconeri per come<br />

mi avete subito fatto sentire uno di<br />

voi. Anche da avversario.<br />

We Die Hard!<br />

“Fra Trento<br />

e Milano ho perso tre<br />

volte su tre nelle<br />

Finali Scudetto<br />

di Serie A, quindi<br />

per me è un obiettivo<br />

fondamentale”


RESPIRA, SEI IN


26 | SPECIALE OLIMPIADI<br />

Cuore<br />

Doro<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

FOTO AP/LAPRESSE<br />

Partiamo da una premessa:<br />

il biathlon è lo sport più<br />

spettacolare che ancora<br />

non conoscete. E la più grande<br />

biathleta italiana della storia viene<br />

da Rasun, Anterselva, e abita in Val<br />

di Fiemme. È Dorothea Wierer, la<br />

regina degli sport invernali azzurri:<br />

una delle atlete più attese alle<br />

Olimpiadi di Pechino,<br />

una che ha contribuito (quasi)<br />

da sola a trasformare il biathlon<br />

in Italia da sport di nicchia<br />

a fenomeno pop.<br />

Merito di un palmares in continuo<br />

aggiornamento che già annovera<br />

due Coppe di Cristallo come<br />

vincitrice di altrettante Coppe del<br />

Mondo, tre ori mondiali, una serie<br />

infinita di vittorie e podi prestigiosi;<br />

merito della sua determinazione,<br />

della straordinaria capacità di<br />

mantenersi ad alto livello sempre<br />

e comunque, superando acciacchi<br />

e momenti di difficoltà; e merito<br />

dei suoi occhi di tigre, del carisma<br />

e del carattere solare che le ha<br />

permesso di conquistare i cuori<br />

di tutti gli appassionati di biathlon<br />

e di sport della neve.<br />

Oggi, a 31 anni, si appresta a vivere<br />

la terza Olimpiade della carriera<br />

e va a caccia dell’ultimo tassello<br />

per completare un mosaico<br />

perfetto: una medaglia olimpica<br />

individuale, l’unico sfizio che<br />

ancora non si è tolta in una<br />

carriera da prima della classe che<br />

la proietta tra le più grandi<br />

di sempre. Con la sensazione<br />

che dopo la rassegna a cinque<br />

cerchi possa anche chiudere il suo<br />

straordinario percorso, vissuto<br />

a tutta velocità sugli sci stretti,<br />

e col fiato sospeso al poligono<br />

per coprire i bersagli.<br />

«Credo sia proprio la difficoltà<br />

di gestire due discipline così diverse<br />

a rendere il biathlon così intrigante e<br />

complicato.<br />

Un biathleta oggi per emergere deve<br />

essere completo: molto competitivo<br />

sugli sci,<br />

rapido e preciso al poligono.<br />

Questo è il biathlon moderno».<br />

Cosa ti rende più orgogliosa del tuo<br />

percorso sportivo, ripensando ai<br />

tanti anni e alle tante soddisfazioni<br />

dalle medaglie giovanili fino<br />

alle Coppe di Cristallo e agli ori<br />

mondiali?<br />

Sicuramente mi vengono in mente<br />

le due Coppe del Mondo e i titoli<br />

mondiali conquistati ad Anterselva<br />

che sono stati i momenti più belli<br />

della mia carriera: vincere un oro<br />

mondiale a casa mia ha un sapore<br />

indescrivibile e sarà indimenticabile.<br />

Ma mi rende orgogliosa anche<br />

essere riuscita a completare tante<br />

stagioni consecutive nelle prime<br />

5 posizioni della classifica generale<br />

(una striscia avviata nella stagione<br />

2015-16 e ancora aperta, ndr),<br />

perché vuol dire che sono stata<br />

molto costante.<br />

Dopo Sochi e Pyeongchang, ora si<br />

parte per Pechino: che emozioni<br />

dà competere alle Olimpiadi in un<br />

evento che coinvolge tutti i migliori<br />

atleti del mondo nelle discipline<br />

invernali?<br />

Le Olimpiadi sono sempre speciali,<br />

ma quest’anno con la pandemia i<br />

giochi avranno un sapore diverso,<br />

tutto il contorno che rende<br />

un’Olimpiade magica purtroppo non<br />

ci sarà.<br />

Per preparare al meglio le Olimpiadi<br />

con la nazionale italiana vi siete<br />

allenati tanto al Passo del Lavazè, la<br />

zona è quella della tua amata Val di<br />

Fiemme.<br />

Sì, lo abbiamo fatto anche perché<br />

ci ha permesso di lavorare ad<br />

una quota simile a quella del sito<br />

olimpico, che si aggira intorno ai<br />

1600 metri. Speriamo che questo<br />

possa dare dei frutti.<br />

Ti piacerebbe rimanere nel<br />

mondo del biathlon o dello sport<br />

in generale, una volta ritirata da<br />

atleta?<br />

Sicuramente lo sport sarà sempre<br />

una parte fondamentale della mia<br />

vita, e spero di poter ancora farne<br />

parte magari in altri ruoli.<br />

E della pallacanestro cosa pensa<br />

Dorothea Wierer?<br />

Sinceramente sono sempre stata<br />

incuriosita ed affascinata dal mondo<br />

del basket, è un bellissimo sport di<br />

squadra. Ci sarà occasione per venire<br />

a vedervi a Trento!


28 | SPECIALE OLIMPIADI<br />

Sighel,<br />

dinastia<br />

del ghiaccio<br />

DI ANDREA ORSOLIN<br />

FISG / ALESSANDRO TROVATI<br />

Pattinare sul ghiaccio, un affare di<br />

famiglia.<br />

A casa Sighel e nel resto<br />

dell’Altipiano di Pinè sono giorni<br />

frenetici. Arianna, 25 anni,<br />

è all’esordio olimpico così come il<br />

fratello Pietro, di tre anni più giovane.<br />

Una coppia di talenti dello short track<br />

che hanno già avuto modo<br />

di mettere da parte pesanti medaglie<br />

in campo europeo ed internazionale.<br />

L’Olimpiade però, come detto,<br />

è la prima per entrambi: non certo<br />

per un membro della famiglia SIghel<br />

però, visto che papà Roberto ha preso<br />

parte a ben cinque edizioni dei Giochi<br />

nel pattinaggio velocità in pista lunga<br />

tra Calgary 1988 e Salt Lake City<br />

2002, e ha nel suo palmares anche<br />

un titolo di campione del mondo.<br />

Insomma, qualche consiglio su come<br />

si affronta un evento a cinque cerchi<br />

sicuramente in casa Arianna e Pietro<br />

possono trovarlo, pur avendo scelto<br />

a differenza del padre di sprigionare<br />

la proprie potenza sui pattini non nel<br />

lungo “ovale” della velocità,<br />

ma nelle strette curve dello<br />

short track.<br />

Dal lago di Baselga di Pinè a<br />

Pechino. Ne hai fatta di strada,<br />

Arianna! Quali sono le emozioni<br />

della prima Olimpiade?<br />

È molto bello essere a Pechino<br />

e poter vivere l’ambiente olimpico.<br />

Vedere atleti di altissimo livello,<br />

del mio e di altri sport, mi dà la<br />

carica e lo stimolo per allenarmi<br />

e dimostrare che mi merito<br />

di essere qui.<br />

Come sarà l’Olimpiade in epoca<br />

di pandemia?<br />

Il fatto di non avere il pubblico<br />

ad assistere alle gare sarà la prima<br />

grande differenza e renderà diverso<br />

l’evento. A me piace avere il pubblico<br />

che fa il tifo, è più coinvolgente, mi<br />

dispiace che non ci sia, ma queste<br />

sono le regole. Se non altro posso<br />

godermi il villaggio olimpico<br />

e uscire dalla mia stanza, a<br />

differenza dell’ultima volta che<br />

siamo stati qui a testare la pista<br />

in Coppa del mondo, quando<br />

eravamo in una “bolla”.<br />

Dal punto di vista agonistico quali<br />

sono le tue aspettative?<br />

Mi aspetto di fare il massimo<br />

e di godermi questa esperienza<br />

a pieno. Già essere qui è un grande<br />

traguardo, non voglio avere rimpianti<br />

e farò il massimo, per uscire dalla<br />

pista consapevole di aver dato tutta<br />

me stessa. E sarà divertente vivere<br />

questa esperienza in parallelo<br />

a quella di mio fratello Pietro.<br />

A quali gare parteciperai?<br />

In teoria dovrei gareggiare nei 1500,<br />

la mia distanza preferita.<br />

Spero di far parte della staffetta,<br />

ma ancora nulla è deciso.<br />

L’Italia dello short track a cosa può<br />

ambire?<br />

Mi auguro che Arianna Fontana<br />

possa portare a casa più medaglie,<br />

come ha sempre fatto nelle<br />

precedenti edizioni. Spero ci riesca<br />

anche Martina Valcepina, sarebbe<br />

la ciliegina sulla torta della sua<br />

carriera. Spero ovviamente che<br />

anche mio fratello Pietro faccia bene,<br />

dopo la grande crescita che<br />

ha avuto negli ultimi due anni.<br />

Qual è il tuo rapporto con<br />

il Trentino?<br />

Il Trentino è casa mia, mi piace<br />

viverci ed esplorarlo il più possibile,<br />

a piedi oppure in bici. In estate devo<br />

allenarmi molte ore in bici e per<br />

me è bellissimo poter scegliere tra<br />

tanti luoghi diversi, fare salite, passi<br />

di montagna oppure anche tratti<br />

pianeggianti.<br />

Al di fuori dello short track, ad<br />

Arianna Sighel cosa piace fare<br />

durante il tempo libero?<br />

Cucinare e leggere libri.<br />

Oltre che arrampicare.


30 | SPECIALE OLIMPIADI<br />

Pirovano<br />

un sogno olimpico<br />

rinviato<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

FISI TRENTINO<br />

Lo sguardo luminoso e il sorriso<br />

sincero di Laura Pirovano non<br />

riescono a nascondere una<br />

velatura di sconforto: è la sensazione<br />

vissuta dai grandi atleti che per colpa<br />

di un infortunio vedono, dall’oggi<br />

al domani, sfumare le proprie<br />

possibilità di partecipare,<br />

da protagonisti, ad un appuntamento<br />

magico e totalizzante come<br />

le Olimpiadi. Un grave infortunio<br />

al ginocchio sinistro ha tolto alla<br />

24enne discesista di Campiglio<br />

la chance di volare a Pechino<br />

e proseguire il trend di impetuosa<br />

crescita che lo scorso anno l’aveva<br />

proiettata tra le “big” della Coppa<br />

del Mondo e che le aveva fatto più<br />

volte sfiorare il podio.<br />

Lo sport è fatto anche di questo, della<br />

capacità di rialzarsi dalle cadute,<br />

anche le più rovinose,<br />

e ripartire. Laura per ripartire<br />

ha trovato il “nostro” fisioterapista<br />

Giacomo Beccucci, che sta seguendo<br />

il suo percorso di riabilitazione nelle<br />

strutture che durante la settimana<br />

sono anche della Dolomiti Energia<br />

Trentino. Un lavoro mirato a riportare<br />

preso Laura di nuovo in pista,<br />

di nuovo a sfrecciare alla ricerca<br />

di nuovi altissimi traguardi<br />

da raggiungere, una porta dopo<br />

l’altra lanciata verso il fondo valle.<br />

Cominciamo dall’inizio, Laura: come<br />

è nata la tua passione per lo sci?<br />

Ho iniziato a sciare quando avevo<br />

più o meno quattro anni, quasi per<br />

caso. Di certo i miei genitori non<br />

avevano l’obiettivo di farmi diventare<br />

un’atleta professionista, per anni ho<br />

coltivato questa passione come un<br />

gioco: l’unica cosa che volevo fare<br />

dopo scuola era andare a sciare a<br />

Campiglio, nelle zone intorno a casa<br />

mia. Oggi fin da piccoli i bambini<br />

cominciano subito a intraprendere<br />

percorsi che mirano a trasformarli<br />

in professionisti, per me non è stato<br />

assolutamente così.<br />

Poi lo sci si è trasformato da gioco<br />

a… lavoro.<br />

Il mio è stato un percorso molto<br />

graduale, che passo dopo passo mi<br />

ha portato in alto e mi ha impegnato<br />

sempre di più in termini di tempo,<br />

impegno, ambizioni: ho capito che lo<br />

sci sarebbe potuto essere la mia vita<br />

quando non sono più riuscita<br />

a conciliare sport e studio,<br />

verso la fine delle superiori.<br />

Facevo troppe assenze a scuola,<br />

non potevo mancare appuntamenti<br />

importanti nello sci dove stavo<br />

mettendo davvero tutta me stessa.<br />

Lì ho deciso di seguire questa strada.<br />

Altro balzo in avanti, e troviamo una<br />

Laura Pirovano stabilmente tra le<br />

migliori in discesa nella Coppa del<br />

Mondo.<br />

Arrivare a gareggiare in Coppa del<br />

Mondo è un po’ strano. Essendo tra<br />

le più giovani, mi ritrovo a competere<br />

e battere atlete che ho guardato in<br />

TV crescendo. La vita dello sciatore<br />

corre veloce, è una sensazione<br />

strana ma molto bella. I miei idoli?<br />

Purtroppo non ho avuto molte<br />

occasioni per gareggiare con Lindsay<br />

Vonn, ma ricordo le sensazioni<br />

vissute l’anno scorso quando ho<br />

ottenuto il mio primo risultato<br />

importante in Coppa del Mondo,<br />

un quinto posto. Dietro di me c’era<br />

Lara Gut. Lara Gut! Un’atleta<br />

incredibile, che ho seguito per anni<br />

in televisione.<br />

Poi è arrivato questo maledetto<br />

infortunio.<br />

Una bella batosta.<br />

Perché è già il secondo, e perché<br />

è arrivato appena prima delle<br />

Olimpiadi anche questa volta.<br />

Sembrava quasi uno scherzo<br />

all’inizio, non ci volevo credere.<br />

Non sono neanche caduta, non era<br />

neanche una gara. Dentro di me<br />

cercavo di convincermi che fosse<br />

solo un brutto sogno da cui mi sarei<br />

svegliata presto. E invece, eccoci qua.<br />

Non lo nego, è una batosta che sto<br />

ancora accusando. Però so anche<br />

che ormai è successo, e sto facendo<br />

di tutto per mantenermi positiva e<br />

recuperare al meglio.<br />

Sto lavorando bene, anche grazie a<br />

Giacomo con cui stiamo svolgendo<br />

un percorso .<br />

Le Olimpiadi 2022?<br />

Non le guarderò. Preferisco così.<br />

Darò un’occhiata al pattinaggio<br />

artistico, e ai risultati in generale.<br />

Le Olimpiadi 2026?<br />

Pratico uno sport che fortunatamente<br />

propone i mondiali ogni due anni, e le<br />

Coppe del Mondo ogni anno.<br />

Sono appuntamenti importanti,<br />

che mi mettono in condizione di<br />

poter avere obiettivi di prestigio non<br />

così a lungo termine. Affronterò al<br />

massimo ogni giorno, come sempre.<br />

Ma l’orizzonte di un’Olimpiade<br />

in Italia è senz’altro una bella<br />

motivazione.


32 | SPECIALE OLIMPIADI<br />

Bertagnolli,<br />

il portabandiera<br />

trentino<br />

DI ANDREA ORSOLIN<br />

FOTO FISIP / MAURO UJETTO<br />

A<br />

Pechino il 4 marzo, giorno<br />

della cerimonia di apertura<br />

delle Paralimpiadi 2022<br />

(4-13 marzo), il tricolore italiano sarà<br />

nelle mani di Giacomo Bertagnolli.<br />

Il portabandiera designato ad aprire<br />

la spedizione azzurra in Oriente<br />

è proprio lui, il ventitreenne di<br />

Cavalese nato con atrofia del nervo<br />

ottico su entrambi gli occhi che<br />

viaggia veloce, anzi velocissimo, con<br />

gli sci ai piedi. Poco prima di Natale<br />

ha ricevuto a Roma - assieme alla<br />

“collega” Sofia Goggia, portabandiera<br />

olimpica - il vessillo dalle mani del<br />

Presidente della Repubblica Sergio<br />

Mattarella che ha augurato a lui e ai<br />

suoi compagni le migliori fortune in<br />

vista della manifestazione a cinque<br />

cerchi.<br />

Giacomo, possiamo solo immaginare<br />

l’emozione di rappresentare l’Italia<br />

alle Paralimpiadi da portabandiera.<br />

Sì, essere stato scelto come<br />

portabandiera è per me un<br />

grandissimo onore, e anche<br />

una responsabilità in più a fare<br />

bene. Portare la bandiera non mi<br />

assicurerà di certo la medaglia, so di<br />

dovermi impegnare al massimo per<br />

riuscire ad ottenere grandi risultati.<br />

In Cina porterai anche un po’ di<br />

Trentino…<br />

Sono nato e cresciuto in Trentino, ho<br />

sempre vissuto qui, e rappresentare<br />

la mia terra è un orgoglio per me.<br />

Sto viaggiando per tutto il mondo, ma<br />

casa mia rimane sempre nel cuore.<br />

In quali gare sarai impegnato?<br />

Gareggerò in tutte le discipline:<br />

gigante, slalom speciale, discesa<br />

libera, super gigante e combinata.<br />

Cinque discipline, cinque possibilità<br />

da sfruttare. Punto a vincere.<br />

Come funziona lo sci alpino<br />

paralimpico?<br />

È uguale a quello dei normodotati,<br />

solo che gli atleti con disabilità -<br />

che può essere visiva, come la mia,<br />

oppure legata ad amputazioni o<br />

di persone in carrozzina - sciano<br />

assieme ad una guida che tramite<br />

una radio nel casco dà tutte le<br />

indicazioni - curve, stato della neve<br />

- che servono per arrivare in fondo<br />

al tracciato. Da tre stagioni la mia<br />

guida è il bresciano Andrea Ravelli.<br />

Serve andare d’accordo e trovarsi<br />

bene l’uno con l’altro. Il merito delle<br />

vittorie è condiviso.<br />

Come ti sei avvicinato allo sci?<br />

Ho cominciato a sciare a due anni<br />

assieme a mio papà. A 13 anni sono<br />

venuto a conoscenza del mondo<br />

paralimpico e mi sono voluto mettere<br />

in competizione cominciando a fare<br />

gare, arrivando fino a quelle di Coppa<br />

del Mondo.<br />

Lo sci è il tuo lavoro?<br />

Pratico sci a tempo pieno, è un<br />

lavoro che pian piano sta diventando<br />

retribuito. Da poco i corpi di Stato<br />

hanno cominciato ad arruolare gli<br />

atleti con disabilità, ho già fatto il<br />

concorso per entrare a far parte<br />

della Guardia di Finanza. Il mondo<br />

paralimpico gode però ancora di<br />

poca visibilità e di poche entrate<br />

economiche.<br />

A parte lo sci, quali sono le tue altre<br />

passioni?<br />

Mi piace fare gite in montagna,<br />

arrampicare e andare in bici.<br />

Buon viaggio, Giacomo!<br />

L’obiettivo è di sfruttare tutte le gare<br />

in cui sarò impegnato cercando di<br />

portare a casa più medaglie possibili.<br />

Farò del mio meglio per onorare il<br />

Trentino e la divisa azzurra.


34 | AQUILAB<br />

In ricordo<br />

di Stefano<br />

Rossi<br />

FORZA AQUILA<br />

DI STEFANO TRAINOTTI<br />

FOTO<br />

“Così, sono stati<br />

raccolti 5.800 euro<br />

che, in accordo con<br />

la moglie Michela<br />

e i figli Matteo<br />

ed Andrea,<br />

saranno destinati<br />

a sostenere due<br />

iniziative del<br />

mondo AquiLab”<br />

Se negli ultimi dieci anni le attività<br />

di Aquila Basket sul territorio sono<br />

diventate un elemento costitutivo e<br />

caratterizzante della vita del club, lo<br />

si deve alle tante persone che hanno<br />

creduto nell’importanza per una società<br />

di pallacanestro di fare rete con le<br />

tante realtà della nostra Provincia. Tra<br />

queste c’era Stefano Rossi, da sempre<br />

una delle anime del progetto no profit<br />

bianconero, e venuto a mancare un<br />

anno fa. Stefano Rossi è stato “dentro”<br />

Aquila Basket in diverse modi: come<br />

genitore, quando i figli giocavano a<br />

basket; come imprenditore, entrando<br />

a far parte del CAST; come volontario,<br />

promuovendo iniziative di solidarietà<br />

all’interno di AquiLab for no profit.<br />

Stefano è stato presente in diversi modi,<br />

ma sempre con lo stesso stile, fatto di<br />

spirito di condivisione, possibilmente<br />

intorno ad un tavolo, di tante risate e<br />

voglia di fare. Per questo motivo, su<br />

iniziativa di AquiLab e in accordo con la<br />

famiglia di Stefano, a fine settembre,<br />

un centinaio di amici si sono ritrovati<br />

presso il parco di Villa Sant’Ignazio per<br />

pranzare insieme, chiacchierando tra<br />

un bicchiere di vino e un tortel di patate.<br />

Tutti hanno collaborato alla buona<br />

riuscita del pranzo, ma in particolare<br />

un grazie va alle associazioni che<br />

hanno contribuito alla realizzazione del<br />

pranzo: la Coop Samuele, la Fondazione<br />

Trentina per l’autismo e il Centro<br />

Trentino di Solidarietà. Per partecipare<br />

al pranzo era prevista una quota di<br />

partecipazione: proprio come avrebbe<br />

voluto Stefano, questa occasione per<br />

stare bene insieme doveva avere anche<br />

una finalità di solidarietà. Così, sono<br />

stati raccolti 5.800 euro che, in accordo<br />

con la moglie Michela e i figli Matteo ed<br />

Andrea, saranno destinati a sostenere<br />

due iniziative del mondo AquiLab.<br />

Una parte servirà a finanziare la terza<br />

edizione di “Everybody needs some<br />

basket”, il progetto di basket inclusivo<br />

promosso da Fondazione Aquila; il<br />

progetto è partito ai primi di novembre<br />

e coinvolge ragazzi e ragazze inserite<br />

nei percorsi di ANFFAS Trentino, Centro<br />

trentino di solidarietà, Villa Sant’Ignazio,<br />

ATAS Trento e UEPE; l’altra parte,<br />

invece, sarà donato alla Fondazione<br />

trentina per l’autismo andrà a finanziare<br />

l’acquisto di attrezzature sportive per<br />

Casa Sebastiano, il centro specialistico<br />

dedicato ai disturbi dello spettro<br />

autistico di Coredo, per promuovere e<br />

facilitare l’attività fisica all’interno della<br />

casa.<br />

LE NOSTRE PASSIONI:<br />

LO SPORT E L’HAMBURGER.<br />

LE TUE?<br />

VIA FERMI 9 - TRENTO


36 | L’EVENTO<br />

Coppa Italia,<br />

dopo sei<br />

anni<br />

DI MARELLO OBEROSLER<br />

FOTO CIAMILLO E DANIELE MONTIGIANI<br />

Mediolanum Forum di Assago.<br />

È il 20 febbraio 2016. Sono luogo<br />

e data dell’ultima apparizione<br />

della Dolomiti Energia Trentino ad una<br />

Final Eight di Coppa Italia. È la squadra<br />

di Julian Wright e di “Dada” Pascolo che<br />

di lì a poco arriverà alle semifinali di<br />

EuroCup, per intendersi.<br />

Da quel febbraio 2016 arriveranno<br />

cinque partecipazioni ai playoff<br />

consecutive, due Finali Scudetto, eppure<br />

la partecipazione alla Coppa Italia<br />

rimarrà un tabù.<br />

Un tabù spezzato solo quest’anno:<br />

la squadra di coach Lele Molin infatti,<br />

grazie ad un girone d’andata da 8 vittorie<br />

e 7 sconfitte ha chiuso il girone d’andata<br />

al quarto posto, proiettandosi così alla<br />

manifestazione che tra il 16<br />

e il 20 febbraio renderà la Vitrifrigo<br />

Arena di Pesaro il cuore pulsante<br />

del basket italiano.<br />

Non è mai scattata la scintilla,<br />

tra l’Aquila e le Final Eight: un quarto<br />

di finale nel 2015, sconfitta da Reggio<br />

Emilia, poi un successo contro Pistoia<br />

nell’edizione successiva prima<br />

di fermarsi in semifinale contro Avellino.<br />

Una semifinale beffa, chiusa 69-71<br />

con Wright a perdere il controllo del<br />

pallone del possibile pareggio allo<br />

scadere. Poi mentre negli anni si<br />

susseguivano i successi di grandi<br />

big come Milano e Venezia, o grandi<br />

outsider come Cremona e Torino,<br />

la Dolomiti Energia seguiva da casa,<br />

guardava da lontano. Non quest’anno,<br />

visto che i bianconeri saranno<br />

in campo già nel primo giorno di partite:<br />

mercoledì 16 alle 20.45 è in programma<br />

la sfida contro Brescia nei quarti<br />

di finale. Partita secca, rigorosamente,<br />

e assalto ad una Germani cresciuta<br />

esponenzialmente di colpi lungo la<br />

stagione e lontana parente di quella<br />

battuta dai bianconeri 78-72 alla BLM<br />

Group Arena lo scorso 6 novembre.<br />

Amedeo Della Valle e Naz Mitrou-Long<br />

sono i trascinatori tecnici ed emotivi<br />

di un gruppo partita fragile e poi<br />

scopertosi durissimo da battere,<br />

perché il talento non manca e le<br />

rotazioni sono lunghe e profonde,<br />

un super lusso per una squadra tra<br />

l’altro senza coppe europee e con un<br />

budget da prime della classe.<br />

Che partita sarà? Difficile dirlo.<br />

Che Coppa Italia sarà? Ancora più<br />

difficile. Perché quei pochi giorni<br />

di battaglie sportive “senza domani”<br />

può succedere letteralmente di tutto.<br />

La testa dice, come sempre, che tutto è<br />

apparecchiato per l’ennesima finale tra<br />

Milano e Virtus Bologna.<br />

Ma le Final Eight sono un posto dove<br />

è più che mai lecito sognare. E dove la<br />

storia insegna che le favole possono<br />

davvero esistere.


38 | MONDO STATISTICHE<br />

I prossimi avversari<br />

Mondo<br />

statistiche<br />

DI BASKET DATA SCOUTING<br />

Come sta attaccando Trento<br />

Con undici giornate giocate, l’Aquila ha superato la metà della Regular<br />

Season ed è giunto il momento di dare un’occhiata alle performance<br />

offensive dei trentini finora. I risultati non stanno arrivando, complice<br />

una competizione di alto livello e le prestazioni poco convincenti di<br />

Trento al tiro. Le difficoltà più grosse sono oltre l’arco dei tre punti<br />

dove l’Aquila tira sotto la media dell’Eurocup in tutte le zone tranne<br />

nell’angolo a sinistra del ferro, dove registra un positivo 41.67%<br />

ma dove al contempo prende poche conclusioni.<br />

La percentuale da tre punti complessiva è del 28.81% e risulta la<br />

peggiore dell’intero torneo. Per quanto riguarda le conclusioni da due<br />

punti, Trento registra un incoraggiante 55.23% sotto canestro e un<br />

onesto 40.00% a destra del ferro. Nelle altre posizioni invece risulta<br />

sotto media rispetto agli avversari pur non prendendo tantissime<br />

conclusioni, salvo nella zona centrale. Complessivamente da due punti<br />

tira col 46.20% che la confina al penultimo posto del proprio girone<br />

per efficienza in questa specialità. Il numero di canestri realizzati<br />

da due punti però è ottimo, visto che l’Aquila risulta ottava in tutta la<br />

competizione. Concludiamo con il capitolo tiri liberi, dove Trento è<br />

settima per realizzati di tutta l’EuroCup, confermando la propensione<br />

alle conclusioni ravvicinate (che sono statisticamente quelle dove è<br />

più probabile raccogliere i falli avversari). Nuovamente però parlando<br />

di efficienza al tiro l’Aquila precipita al quartultimo posto della lega e<br />

penultimo del girone con la percentuale di 71.71%.<br />

I migliori realizzatori di Trento in Eurocup per zona<br />

Alcuni giocatori hanno una presenza massiccia in questo grafico.<br />

Su tutti Johnathan Williams con il dominio sotto le plance,<br />

ma anche nel computo dei tiri totali realizzati dal campo (FG)<br />

e dei tiri da due (2PT). Il tiro oltre l’arco invece è diviso tra tre giocatori.<br />

Andrea Mezzanotte è il miglior realizzatore dal lato destro<br />

sia in angolo che in posizione di guardia.<br />

Cameron Reynolds invece ha il maggior numero di triple segnate (3PT)<br />

concentrando molte delle sue realizzazioni tra la zona<br />

centrale e l’angolo a sinistra del canestro. Infine in posizione di guardia<br />

a sinistra del ferro troviamo Desonta Bradford. Nella zona del midrange<br />

Diego Flaccadori risalta il miglior realizzatore sia a destra del<br />

ferro che in posizione centrale. A destra e a sinistra della lunetta<br />

il maggior numero di canestri realizzati spetta rispettivamente<br />

a Jordan Caroline e Wesley Saunders. Chiude la zona del mid-range<br />

Maximilian Ladurner che è il miglior marcatore a sinistra del tabellone.<br />

Infine per quanto riguarda i tiri liberi realizzati (FT) è nuovamente Diego<br />

Flaccadori il giocatore che ne ha realizzati di più fino a questo momento.<br />

Il mese di Febbraio vedrà solamente due avversari per l’Aquila.<br />

Mancando solo sette partite al termine della stagione regolare, e<br />

ricordando la formula che prevede il passaggio del turno delle prime<br />

otto di ciascun girone, ogni partita sarà di importanza vitale per il<br />

prosieguo del cammino europeo. I trentini affronteranno fuori casa il<br />

2 Febbraio il Lietkabelis Panevezys, squadra attualmente settima in<br />

classifica con 5 vinte e 6 perse. All’andata i lituani si imposero 61-77<br />

alla BLM Group Arena con una prestazione di rilievo di Kalaitzakis<br />

Panagiotis, autore di 20 punti con 4 triple a segno su 5. La settimana<br />

successiva l’Aquila tornerà tra le mura amiche per affrontare il<br />

Boulogne Metropolitans 92. I francesi sono quinti nel girone con 6<br />

vittorie e 5 sconfitte. Fuori casa per ora hanno raccolto solo 2 delle<br />

6 vittorie ottenute dimostrando molta meno affidabilità rispetto alle<br />

partite casalinghe. All’andata finì 93-80 a favore del Metropolitans.<br />

Will Cummings con 17 punti e Vince Hunter con la doppia doppia da 11<br />

punti e 13 rimbalzi furono i principali artefici della vittoria francese. La<br />

squadra della periferia parigina tira poco ma abbastanza bene dal midrange


40 | CAST<br />

Trevor,<br />

visione<br />

e revisione<br />

DI MARTINA QUINTARELLI<br />

La nuova entrata nel CAST della<br />

Dolomiti Energia Trentino è Trevor<br />

Srl, società che si occupa di<br />

revisione legale dei conti. “Ci occupiamo<br />

prevalentemente di revisione contabile:<br />

verifichiamo la corretta tenuta della<br />

contabilità delle società nostre clienti<br />

al fine di certificarne i bilanci” - spiega<br />

Davide Fasoli, Junior Partner della<br />

Società. “Questo rappresenta il core<br />

business dell’impresa che, inoltre, si<br />

occupa anche di due diligence, internal<br />

audit e altre attività che ruotano attorno<br />

al controllo di dati contabili”.<br />

“Trevor nasce nel 1986 da un’idea<br />

innovativa dei due attuali Senior<br />

Partner Severino Sartori e Paolo Foss –<br />

racconta Fasoli – quando questa attività<br />

era ancora poco conosciuta a livello<br />

nazionale, divenendo poi nel tempo<br />

punto di riferimento per la revisione<br />

contabile in Trentino”. Nel 2000 Trevor<br />

entra nel ristretto numero di Società di<br />

revisione soggette a vigilanza Consob<br />

e questo ha fornito stimolo per un<br />

ulteriore sviluppo dell’azienda, che è in<br />

costante espansione. Oltre che a livello<br />

di risorse umane (ai due soci senior<br />

partner da poco si sono affiancati i due<br />

Junior Partner Davide Fasoli e Luca<br />

Dallagiacoma), l’espansione è avvenuta<br />

anche in ambito territoriale: alla sede<br />

storica di Trento, si sono aggiunti gli<br />

uffici di Milano, di Roma e di Montecchio<br />

Maggiore (Vicenza). La presenza sul<br />

territorio rappresenta per Trevor un<br />

fattore di grande importanza: “Operiamo<br />

in Trentino da oltre trent’anni, è qui che<br />

abbiamo le nostre radici. I nostri clienti<br />

in Trentino sono esclusivamente S.p.a.<br />

e S.r.l., alle quali offriamo un servizio<br />

di assistenza concreta e duratura<br />

nel tempo. Consideriamo importante<br />

essere, per loro, un punto di riferimento<br />

rappresentato da figure professionali<br />

preparate e presenti”, prosegue Fasoli.<br />

Trevor fa della vicinanza al cliente e del<br />

dialogo continuo con i propri interlocutori<br />

una qualità fondamentale, un valore<br />

condiviso con il mondo di Aquila Basket,<br />

che grazie all’Academy e ai progetti<br />

di AquiLab è molto attenta all’aspetto<br />

Trevor sposa i valori che<br />

accompagnano lo sport:<br />

“Questo connubio tra<br />

presenza sul territorio e<br />

vicinanza alle persone, ha<br />

reso la scelta di Aquila molto<br />

facile e immediata, anche<br />

perché oltre a condividerne<br />

i valori, siamo sportivi<br />

appassionati. Il fatto che le<br />

principali Società sportive<br />

del territorio si rivolgano a<br />

noi per la revisione contabile<br />

ci rende fieri”, afferma<br />

Davide Fasoli. “Abbiamo<br />

colto con grande entusiasmo<br />

l’occasione di entrare nel<br />

CAST di Aquila Basket,<br />

grazie al quale avremo la<br />

possibilità di sviluppare<br />

ulteriormente il nostro<br />

network. Per quanto<br />

riguarda la squadra invece,<br />

ci auguriamo che Aquila<br />

continui con questi risultati<br />

positivi e, perché no, sarebbe<br />

bello rivivere l’emozione<br />

della finale come quattro<br />

stagioni fa!”


42 | WINTER PARTNER<br />

Non vendiamo<br />

ski-pass,<br />

ma vacanze<br />

DI MARTINA QUINTARELLI<br />

L’azienda<br />

Quando si pensa alle vacanze in Trentino<br />

non possono non saltare alla mente<br />

le meravigliose piste innevate che<br />

accolgono da sempre famiglie e sportivi<br />

durante tutto il periodo invernale.<br />

Funivie Folgarida Marilleva fa parte<br />

della ski area più grande del Trentino,<br />

riconosciuta con il brand di Ski Area<br />

Campiglio Dolomiti di Brenta.<br />

Unitamente alle altre due società<br />

funiviarie, Funivie Madonna di Campiglio<br />

e Funivie Pinzolo, tale area offre oltre<br />

150 km di piste percorribili “sci ai piedi”<br />

grazie a 60 impianti di risalita che<br />

collegano la Val di Sole e la Val Rendena<br />

Le Dolomiti di Brenta, Patrimonio<br />

Unesco, sono molto apprezzate sia a<br />

livello italiano che a livello internazionale<br />

e la relativa Ski area compete<br />

direttamente con i più grandi caroselli<br />

sciistici di tutta Europa.<br />

Marilleva, che costituiscono delle vere<br />

e proprie strutture “vive”. Esse, infatti,<br />

oltre ad attrezzature hardware, per<br />

tutta la stagione mettono a disposizione<br />

animatori che intrattengono i piccoli<br />

clienti sulla base del motto “Se stanno<br />

bene i bambini, sta bene tutta la<br />

famiglia”. Sono soddisfatti anche gli<br />

amanti del freestyle e dello snowboard,<br />

lo Snow park di Campiglio, infatti, ha<br />

vinto diversi premi a livello mondiale.<br />

Parallelamente a tutto ciò che riguarda<br />

lo sport all’aperto, su tutto il<br />

comprensorio, l’azienda ha investito<br />

in strutture adatte all’Apres-Ski e alla<br />

ristorazione,<br />

specifica Gasperi: «Siamo focalizzati<br />

sul concetto di emozione come stretta<br />

necessità dell’individuo, teniamo molto al<br />

fatto che i nostri clienti portino con sé un<br />

bellissimo ricordo della vacanza».<br />

sociale Le sfide della cultura sportiva.<br />

Il Covid-19, come per tutte le imprese<br />

imprescindibilmente legate al turismo,<br />

ha rappresentato una grande sfida<br />

per Funivie Folgarida Marilleva, che<br />

però, come spiega Cristian Gasperi,<br />

ha scelto di spingere ulteriormente<br />

sull’acceleratore: «Nell’anno di totale<br />

chiusura abbiamo investito molto per<br />

farci trovare pronti e tornare così il<br />

prima possibile alla normalità. Abbiamo<br />

investito sulla sicurezza, curando tutti i<br />

protocolli previsti per legge e oltre: tutti<br />

gli imbarchi sono presidiati da steward<br />

e hostess che forniscono informazioni<br />

alla clientela e verificano che vengano<br />

rispettate tutte le regole necessarie alla<br />

convivenza in un momento particolare<br />

come questo. Una serie di sistemi<br />

informatizzati è stata implementata per<br />

agevolare questi meccanismi. Nell’ottica<br />

di rendere più agili le procedure,<br />

abbiamo spinto molto sulla vendita<br />

online e ora tutti i nostri prodotti sono<br />

disponibili sul nostro sito ufficiale».<br />

Un’altra grande sfida per l’azienda è<br />

rappresentata dall’investimento fatto per<br />

la costruzione di un’importante opera<br />

che sarà terminata la prossima estate:<br />

la creazione del bacino di innevamento,<br />

ossia un laghetto di 200 mila metri cubi<br />

di acqua che si integrerà totalmente nella<br />

natura. Tale bacino sarà fondamentale<br />

per garantire sempre la fruizione delle<br />

piste a prescindere da quelle che saranno<br />

le condizioni meteorologiche.<br />

deve mettere al centro le persone e le<br />

comunità locali appartenenti al territorio<br />

a cui siamo radicati, dando lavoro<br />

alle famiglie delle valli. E ovviamente<br />

l’attenzione all’ambiente è basilare: uno<br />

degli investimenti che abbiamo fatto in<br />

ottica di ridurre gli sprechi energetici<br />

si chiama Snow Sat ed è un sistema in<br />

grado di rilevare la quantità di neve per<br />

limitare la produzione delle stessa alle<br />

sole situazioni di necessità».<br />

Partner di Aquila Basket<br />

«Abbiamo scelto di continuare questa<br />

sinergia con Aquila Basket perché,<br />

oltre ad avere la visibilità nazionale e<br />

internazionale, dovuta alla partecipazione<br />

della squadra alla Serie A e all’EuroCup,<br />

come azienda ci teniamo a promuovere<br />

il gioco pulito e sostenibile», racconta<br />

Gasperi. «Condividiamo con Aquila<br />

l’appartenenza al territorio trentino e<br />

crediamo nei valori rappresentati dalle<br />

persone, Aquila è una realtà davvero<br />

efficiente: grazie a poche risorse di<br />

qualità riesce ad ottenere il massimo».<br />

Il divertimento per tutti<br />

«Il nostro plus - spiega Cristian Gasperi,<br />

Direttore Generale di Funivie Folgarida<br />

Marilleva, - è costituito da neve garantita,<br />

grazie a impianti molto efficienti di<br />

innevamento programmato, e dalla<br />

possibilità di servire target differenti».<br />

L’ampiezza del demanio sciabile, infatti,<br />

ha permesso all’azienda di diversificare<br />

le estese aree al fine di soddisfare ogni<br />

tipo di clientela.<br />

Per quanto riguarda le famiglie, Funivie<br />

Folgarida Marilleva ha investito molto<br />

creando tre Family Park in quota, nelle<br />

località di Folgarida, Alpe di Daolasa e<br />

Le 3 P della sostenibilità<br />

«Parliamo di innevamento programmato,<br />

non artificiale - tiene a precisare<br />

Gasperi - perché si tratta di un processo<br />

composto da tre fattori che si integrano<br />

perfettamente con l’ambiente: l’acqua,<br />

l’aria compressa e il freddo; una volta<br />

che la neve si scioglie, torna ai bacini<br />

imbriferi di provenienza e quindi nel<br />

ciclo naturale». La sostenibilità è<br />

fondamentale per Funivie Folgarida<br />

Marilleva, valore che per l’azienda si<br />

declina nelle 3 P del turismo sostenibile:<br />

people, planet, profit. Il Direttore Gasperi<br />

sottolinea: «Tutto ciò che facciamo deve<br />

avere una sostenibilità economica e


44 | ACADEMY<br />

L’Academy<br />

sbarca in…<br />

Sicilia!<br />

DI MARCELLO OBEROSLER<br />

FOTO DANIELE MONTIGIANI<br />

La passione per la pallacanestro<br />

non conosce confini e distanze,<br />

meno che mai quando<br />

a trascinarla ci sono entusiasmo e valori<br />

condivisi: ecco perché stupisce solo fino<br />

a un certo punto che una delle nuove<br />

società affiliate alla Dolomiti Energia<br />

Basketball Academy sia l’ASD Amatori<br />

Basket Messina.<br />

La scelta del termine Academy, ormai<br />

lo sappiamo, mira a trasmettere l’idea<br />

che il progetto ha come mission,<br />

l’educazione e la formazione:<br />

educando allo sport e formando atleti<br />

si può diffondere tra i giovani uno stile<br />

di vita sano ed equilibrato, stimolando<br />

lo sviluppo di competenze come<br />

la leadership e la capacità di cooperare<br />

all’interno di un gruppo grazie al<br />

coinvolgimento che solo l’esperienza<br />

sportiva agonistica può generare.<br />

Il progetto giovanile bianconero sbarca<br />

sull’isola anche grazie alla visione<br />

e alla volontà dei suoi dirigenti,<br />

“stregati” dalle idee trentine e<br />

dall’energia del responsabile<br />

organizzativo Luca Lechthaler:<br />

un legame “a distanza” ancora più<br />

significativo in un periodo, quello della<br />

pandemia, che sembra aumentare<br />

le distanze tra persone.<br />

«Le idee, gli obiettivi sportivi e umani<br />

dell’Academy - racconta Danilo Eros<br />

Valitri, dirigente della società di Messina<br />

- si sposano alla perfezione con quelle<br />

del nostro club, che da quasi 50 anni<br />

cerca di far crescere i ragazzi non solo<br />

cestisticamente ma anche curando<br />

l’aspetto sociale e umano, portando<br />

avanti valori propri di questo sport come<br />

l’umiltà, il rispetto e l’etica dentro e fuori<br />

dal campo. Nonostante i tanti chilometri<br />

che separano le due città, vi è un forte<br />

legame, creato da un grande campione<br />

dentro e fuori il campo da gioco Andres<br />

Pablo “Toto” Forray, capitano dell’Aquila<br />

Basket, che ha messo in mostra per<br />

la prima volta in Italia, le sue grandi<br />

capacità sportive ed umane proprio<br />

in riva lo stretto con la Pallacanestro<br />

Messina. Vi è inoltre un bellissimo<br />

legame segno della grande generosità<br />

della città di Trento, che con spirito<br />

di solidarietà aiutò a ricostruire<br />

la scuola messinese Verona-Trento,<br />

allora Scuola di Arti e Mestieri, dopo il<br />

terremoto del 1908».


46 | APPUNTI SPARSI<br />

22 febbraio 1994,<br />

le mie Olimpiadi<br />

Invernali<br />

Carica la tua grande voglia di sciare!<br />

DI FRANCESCO COSTANTINO CIAMPA<br />

Il numero che avete in mano è, in parte, dedicato alle Olimpiadi Invernali. E mi si apre un file del cervello che porta al 1994 quando<br />

frequentavo, con poco onore, la seconda liceo classico dello storico (per noi) Arnaldo da Brescia. Il periodo era quello delle settimane<br />

bianche e i miei genitori avevano deciso di abbandonare la prole dai nonni per la consueta vacanza sulla neve presso l’hotel Posta<br />

Cavallino Bianco di Ortisei. Un periodo da piccioncini negato ai figli. Bene, io mi sveglio il lunedì e sottraggo alla mia povera nonna<br />

Iolanda le chiavi di casa (mia) e saluto dando appuntamento all’ora di pranzo dopo una probante giornata scolastica. In realtà, prendo<br />

la via di casa (mia) e, una volta entrato, infilo il pigiama e mi sintonizzo sulle Olimpiadi dalla calda coltre del letto. Alle 12.40 mi<br />

rivesto e torno a casa (dei nonni). «Com’è andata a scuola?». «Benissimo». E andò benissimo per sei giorni consecutivi culminati<br />

con due eventi epifanici. IL PRIMO. La leggendaria vittoria della staffetta azzurra di fondo in finale contro la Norvegia, padrona di<br />

casa. In un ambiente dal tifo poco nordico e molto latino, Dezoltalbarellovanzettafauner (tutto attaccato) vincono un oro da sogno.<br />

IL SECONDO. La segreteria della scuola chiama per sapere il perché della mia prolungata assenza, io simulo la voce di mio padre<br />

(ma, poi, perché avevo risposto????) e dico che Francesco ha la salmonellosi. Così, su due piedi, mi era venuta in mente quella<br />

malattia. Poteva andare peggio (il colera?) ma poteva anche andare meglio (influenza?). Bene, la segreteria abbocca, io non porta<br />

mai nessun certificato di avvenuta guarigione e tutti vissero felici e contenti. Chiaro, sono passasti quasi trent’anni, il reato sarebbe<br />

in via di prescrizione ma il diavolo fa pentole e non coperchi e mia mamma, in coda al colloquio sostenuto con il professore di filosofia<br />

(Conti, vetero comunista che mi amava. E io adoravo lui) si sente dire: «Ah, certo che sfortuna Francesco. Una settimana a casa<br />

con la salmonellosi!». Esther abbozza, bofonchia qualcosa e, tornata a casa (la nostra), scatena l’inferno. In conclusione, per me<br />

le Olimpiadi Invernali sono, da allora, legate a quei due eventi. Il primo da ricordare nei secoli dei secoli, il secondo da dimenticare<br />

quanto prima. Peccato che, ancora oggi, i miei amici, per sottolineare una mia prolungata assenza dicano: «Ma che fine hai fatto??<br />

Hai avuto la salmonellosi??». Sigh.<br />

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