SPIRITUALITA FRANCESCANA IN COSTIERA AMALFITANA di Gennaro Esposito
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innocenziana intorno alla metà del XVII secolo. Esempio vivente della povertà, il francescano ebbe i doni
carismatici dell’estasi, della penetrazione dei cuori, della profezia. Dopo la morte e la beatificazione, i suoi
confratelli religiosi si attivarono a sua memoria, chiedendo nel 1829 alla Congregazione dei Riti di
approvare il testo dell’Inno e dell’antifona del Magnificat per i primi Vespri, quella per il Benedictus e
l’antifona del Magnificat per i Secondi Vespri della Memoria del Beato Bonaventura da Potenza.
Ecce Vir obediens, qui loquitur victorias. Vicit seipsum, et ideo albis gloriae vesti mentis meruit vestiri, et
nomen ejus non delebitur. // Insimplicitate cordis sui obediens obtulit non victimas, et adipem arientum,
ser sempetipsum ostia Deo viventem. //Mundo jam mortuus mortem laetus aspexit, et cantando vita
decessit, in aeternum victurae in caelo.
Dopo essere stato approvato dalla Sacra Congregazione dei Riti anche l’Inno in cui si loda il venerabile
Padre, il 22 settembre 1853 Pio IX, ultimo sovrano dello Stato della Chiesa il cui pontificato viene ricordato
come il più lungo della storia ( infatti durò ben 31 anni), pubblicò il decreto per procedere alla
canonizzazione del Beato Potentino. Nonostante il Venerabile Francescano non è stato elevato agli onori
dell’altare per una serie di motivi politici e storici che interessavano non solo la sua famiglia religiosa, ma la
Chiesa Cattolica, che aveva perso la sua sovranità, che sarà poi ricostituita in minima parte sulla Santa Sede
solo nel 1929, quando furono firmati i Patti Lateranensi, primo accordo ufficiale tra la Chiesa e lo Stato
Italiano costituitosi nel 1861.
Altro illustre presule figlio del Mezzogiorno d’Italia è Padre Giuseppe Palatucci, vescovo cattolico italiano
appartenente alla famiglia dei frati minori conventuali. Giuseppe Maria Palatucci nacque a Montella il 25
aprile 1892 in una famiglia animata da una profonda fede cristiana, infatti molti furono le suore e i
presbiteri che diede questa famiglia alla Chiesa di Dio, o meglio alla Chiesa dell’uomo. Tra questi ricordiamo
Mons. Ferdinando Palatucci, che si distinse per la sua missione incentrata a sottrarre tante vite umane alla
deportazione nazista. Nipote di P. Giuseppe Maria Palatucci, già superiore dei Frati Minori Conventuali di
Ravello e dal 1937 Vescovo di Campagna, nel 1961 viene nominato, al tempo del Vescovo Guido Maria
Casullo, Delegato Vescovile di Nusco, carica che manterrà anche con il suo successore Mojaski-Perelli,
prestando nello stesso tempo servizio nella città, quale docente e vice rettore del Seminario. Prelato
domestico di S. Santità dal 27 aprile del 1968, venne consacrato Vescovo il 22 dicembre del 1968 nella
collegiata di santa Maria del Piano di Montella da Mojaski-Perelli, Arcivescovo cattolico italiano
appartenente alla nobile famiglia di un ambasciatore russo che fu al servizio dello zar. Gli fu affidata la
Cattedra Vescovile di Nicastro, dove ebbe per Vicario Generale Don Mario Milano, un oriundo amalfitano,
che nel 1989 sarà elevato alla dignità vescovile. Tra i più illustri parenti di Mons. Giuseppe Palatucci, che
venne avviato alla vita francescana nel giugno del 1906, ricordiamo Giovanni Palatucci 23 del quale è in corso
la causa di beatificazione. Dopo aver conseguito la Laurea in Filosofia presso la Pontificia Università
Gregoriana, Padre Giuseppe frequentò la Pontificia Facoltà di Lettere e di Studi Danteschi all’Appolinare, la
Facoltà Teologica di S. Bonaventura e l’Accademia Liturgica Romana. Ordinato sacerdote il 22 maggio del
1915 e i 1 giugno dello stesso anno ricevette la chiamata alle armi, infatti prese parte alla Prima Guerra
Mondiale come Cappellano Militare della Decima Compagnia di sanità di Napoli. Congedato il 18 ottobre
1919 e conseguita la laurea in Sacra Teologia l’anno seguente, dal 1921 al 1923 si dedicò all’insegnamento
di filosofia a Roma. Successivamente rientrò nel Convento di Ravello, dove riprendendo il suo impegno
spirituale come rettore del Collegio Serafico, preparò molti giovani al sacerdozio. Con il presule irpino, che
sarà insignito di medaglia d’oro 24 al merito civile dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio
Napolitano, come sottolineato da Padre Grieco, Ravello diventa la culla della rinascita dell’Ordine dei
Francescani Conventuali nel Mezzogiorno d’Italia. Designato nel 1937 Vescovo di Campagna da Pio X,
elevato agli onori dell’altare nel 1954, venne consacrato il 28 novembre dello stesso anno da Alessio