11.06.2022 Views

SPIRITUALITA FRANCESCANA IN COSTIERA AMALFITANA di Gennaro Esposito

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Curia Arcivescovile. Nel convento di Ravello avrebbe insegnato filosofia e Teologia S. Bonaventura da

Bagnorea, cardinale e teologo italiano nonché amico di S. Tommaso D’Aquino, che venne

canonizzato da Papa Sisto IV nel 1482 e proclamato Dottore della Chiesa da Papa Sisto V nel 1588. Il Doctor

Seraphicus è considerato uno tra i più importanti biografi di san Francesco d'Assisi. Infatti alla sua biografia,

la Legenda Maior, si ispirò per il ciclo delle storie sul Santo nella basilica di Assisi Giotto da Bondone,

massimo protagonista della civiltà artistica gotica italiana che rinnovò radicalmente il linguaggio figurativo.

A San Bernardino da Siena, religioso italiano appartenente all’ordine dei Frati Minori proclamato Santo nel

1450 da Papa Niccolò V, si fa, invece, risalire, da alcuni la fondazione, da altri, la ricostruzione del Convento

dei Frati Minori di Maiori. Nei secoli del Basso Medioevo, a partire dal 1200, ogni amalfitano devoto nutriva

il desiderio di scendere nella tomba con l’abito francescano; allo stesso modo i loro antenati ambivano ad

essere seppelliti in una Chiesa consacrata a S. Benedetto, monaco italiano che, disprezzati gli studi letterari

ed abbandonata la casa ed i beni paterni, cercò l’abito della vita monastica perché desiderava piacere

soltanto a Cristo.

« L’uomo di Dio che brillò su questa terra con tanti miracoli non rifulse meno per l’eloquenza con cui

seppe esporre la sua dottrina” » ( San Gregorio Magno, Dialogi. Liber secundus, 36)

Il francescanesimo, oltre a mantenere attuale il messaggio evangelico nelle contrade Campane, ha vantato

eccelsi figli che saranno elevati agli onori dell’altare, infatti, in particolar modo, il Convento dei frati minori

di Amalfi è da considerare un autentico vivaio di spiriti eletti, di spiriti magni. Fra questi spicca la figura del

Beato Domenico Girardelli, che spese la sua vita non a convertire gli altri con la predica e l’orazione, ma

cercò di dare testimonianza di una dedizione piena all’Amore di Dio con la rinuncia a quanto riteneva

corporeo, mondano e materiale. P. Domenico, che sarà dichiarato Venerabile da Papa Pio VI a Roma nella

Basilica dei SS. XII Apostoli nella Festa di S. Maria degli Angeli il 2 Agosto del 1789, era originario della

Lucania, essendo nato a Vietri di Potenza, comune della Basilicata recentemente insignito dalla nomina di “

Città dell’Olio”. La figura dell’umile francescano, che mette piede ad Amalfi tra il 1661 e il 1662, svolse

un’attività prodigiosa a vantaggio non solo dell’intera Costiera, ma anche del Salernitano e del Regno di

Napoli. L’uomo di Dio esercitò un potere morale ed un fascino irresistibile, tanto da poter essere

paragonato al Dio “motore immobile 10 ” di Aristotele, al quale tendono tutti gli individui alla ricerca della

Perfezione. Attorno a lui, infatti, si schierano il clero, i nobili, gli Arcivescovi 11 che ressero la Diocesi

Metropolita di Amalfi, il Capitolo Cattedrale, popolani, uomini maturi e ragazzi in quantità.

Una sorta di “Messia” poteva sembrare all’epoca il frate, che godeva di smisurata stima ed indeterminata

venerazione, tanto che quando passeggiava per la strada, si faceva un gran silenzio a simboleggiare rispetto

e soggezione. Il suo confessionale era sempre affollatissimo, infatti avremmo potuto definirlo come una

piccola piazza delle indulgenze ed un consultorio etico e spirituale. Considerando la vita di Fra Domenico

emergono due dati degni di nota: fu, insieme con il suo allievo Bonaventura da Potenza, il “santo” della

Costiera amalfitana, al quale i devoti attribuivano miracoli per lo più di guarigione che rientravano

nell’ambito di una quotidianità piuttosto misera, qual era quella della costiera amalfitana nel XVII secolo; la

sua ascesi, che consisteva in un atteggiamento spirituale mirante al raggiungimento di una purificazione

rituale e spirituale e alla conquista della perfezione religiosa. I miracoli, di cui più si discusse nel corso del

processo di beatificazione, avvennero sul mare. Il padre salvò, con l’orazione e la benedizione, una barca

maltese, una fregata 12 , che stava per essere travolta da cavalloni dinanzi la città di Minori.

L’altro miracolo marinaro, invece, avvenne nel Golfo di Salerno quando ormai il Venerabile Padre era già

defunto. Il Venerabile Domenico Girardelli, che è stato modello di fedeltà alla Regola ed al carisma

francescano vissuto come valore di vita vocazionale, sviluppò la sua santità nella conformità a Gesù,

sostanziata nella carità divina, rivestita luminosamente di povertà e di minorità, espressa in semplicità e

letizia, totalizzata dal Vangelo. Fin dal noviziato, periodo in cui un gruppo di persone che intendono entrare

a far parte di un ordine religioso, si impegnano, sotto la guida di un padre maestro a conoscere il significato

della vita religiosa, la sua fedeltà impressionò talmente i superiori, che iniziarono a proporlo come modello

per gli altri novizi 13 . Evidente appariva anche l’umiltà del Girardelli che, definendosi pubblicamente

“miserable peccatore, sacco di vermi, sacco di carbone, scellerato”, si esercitava negli uffici più umili,

quale lavare i piatti, spazzare, tirare i mantici, pulire gli ammalati. Soffermandoci sulla vita di preghiera e

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!