SPIRITUALITA FRANCESCANA IN COSTIERA AMALFITANA di Gennaro Esposito
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Sancia, fu anche un valente scrittore, che entrò in contatto anche con Francesco Petrarca, iniziatore della
tradizione umanistica nonché prototipo dell’intellettuale cosmopolita. Oltre al suo scritto più famoso, il
COMMENTARIUS in IV libros sententiarum, gliene sono attribuiti molti altri tra i quali Sermones
quadragesimales et festivi, di cui uno sull’uccisione di Andrea, marito di Giovanna I, sospettata come
mandante. Tra le sue opere inedite ricordiamo anche Sermones super Santos, manoscritto conservato nella
Biblioteca comunale di Assisi. Il presulato del Caracciolo fu funestato da una violenta epidemia di peste, che
abbattutasi sulla diocesi, provocò numerose vittime. In questa occasione, è stata fondata a Maiori la chiesa
di S. Sofia con annesso ospizio per accogliere gli appestati nonché i poveri e gli ammalati. Durante il suo
apostolato la Civitas fu anche colpita da una tremenda tempesta nel 1343, che, abbattutasi su Amalfi,
arrecò danni irreparabili al porto che fece tramontare la possibilità ad Amalfi di far parte della cerchia delle
grandi città marinare del tempo. Fra Landolfo, che nell’Ordine dei Frati Minori ha il titolo di beato, morì in
Amalfi il 1 marzo 1351 e fu sepolto in Cattedrale in un sarcofago di marmo nella navata dei SS. Cosma e
Damiano.
Il fervore monastico sviluppatosi sulla scia della nobile figura del “poverello di Assisi” coinvolge anche la
città di Maiori, descritta da un cronista del Settecento come luogo ameno cullato dal mare e incantevole
per la sua bellezza naturalistica e paesaggistica, che accoglie l’edificazione di un Convento con Chiesa dei
Frati Minori Francescani Osservanti. Tale edificazione conosce un grande successo all’interno del piccolo
borgo, in particolare tra i cittadini più distinti. Le vicende della costruzione di tale convento ebbero inizio
quando il Comune di Maiori comprò il giardino presso la grotta dell’Annunziata dal Rettore della Cappella,
Daniele Iovane, sicché nel 1405 nacque l’edificio nella falda del monte occidentale della frazione della
vicina Minori, detta Torre. Lontano dal centro urbano e vicino al mare, esso includeva sette celle rivolte ad
Est e tre ad Ovest con refettorio, piccola cucina, chiesa e coro. E’ chiaro che per un simile sacrificio
economico, il Comune fu costretto a correre ai ripari, cosa che fece imponendo una tassa sulla farina.
Probabilmente, l’approvazione del Convento, nonostante non si fosse a conoscenza della Bolla Pontificia, si
delineò sotto il governo dell’Arcivescovo di Amalfi, Mons. Bertrando d’Alagno e il pontificato di Innocenzo
VII. Nel 1407, però, il vescovo d’Alagno impedì la costruzione del convento dopo che già era stata costruita
la Chiesa ma la minaccia fu sventata ben presto quando, egli, in seguito ad intricate vicende, diede il via
libera per la restante costruzione. Nel 1426, terminati finalmente i lavori di costruzione del convento e della
chiesa, il complesso fu affidato alla comunità dei Frati Minori Osservanti e consacrato al Patriarca di Assisi,
ovvero il paladino di Cristo, Francesco. Ben presto, però, la sorte dimostrò che la vita di questo convento
non sarebbe stata affatto tranquilla: infatti, già nel 1435 il complesso chiesa-convento fu assalito ed
incendiato dai Corsari Turchi, in un’epoca in cui l’espansione dell’Impero Ottomano aveva raggiunto le
porte del Regno di Ungheria. Ne è a testimonianza della difesa dei centri abitati della Divina Costiera dagli
attacchi dei Turchi Saraceni la presenza di numerosi baluardi di avvistamento, detti “bastioni”, disseminati a
picco sul mare lungo la Costa, fondamentali nello scorgere navi nemiche che si apprestavano a razziare tale
territorio. Nell’agosto del 1436 furono presi provvedimenti per la ricostruzione, ai quali la “Provvidenza
Divina” recò in aiuto S. Bernardino da Siena. Costui, predicatore appartenente all’ordine dei Frati Minori e
proclamato santo nel 1450 da papa Niccolò V, secondo quanto narrato dagli storici, soggiornò a Maiori e la
sua grande opera di predicazione apportò una significativa devozione per il SS. mo Nome di Gesù Cristo,
come attestano quelle tavole cinquecentesche e le molte confraternite istituite nelle parrocchie della
Costa. Il nome del Salvatore venne fatto rivivere sull’esempio di S. Bernardino da Siena nelle Confraternite
e nel famoso “trigramma JHS” (Ihesus), circondato da raggi simboleggianti la luce salvifica di Cristo, che da
allora cominciò ad essere posto sulle porte di molte chiese, di antichi palazzi pubblici e case private ed in
particolare sull’ostensorio necessario per l’adorazione del Santissimo Sacramento. La venuta di S.
Bernardino da Siena si prefigura come un vero e proprio segno della Provvidenza divina in quanto, da