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Archeomatica_1_2022

GIGAPIXEL ALLA GALLERIA NAZIONALE DELL'UMBRIA

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Tecnologie per i Beni Culturali<br />

37<br />

virtualizzazione dei dipinti custoditi<br />

nel Museo Micca che permetteranno<br />

di accedere a diversi focus di approfondimento<br />

(da quelli descrittivi, collegabili<br />

alle tecniche della guerra e<br />

ai personaggi riprodotti, a quelli più<br />

nascosti ricavati dalle analisi diagnostiche<br />

IR-ITR e LIF).<br />

L’Aula Isiaca, chiusa al pubblico, è un<br />

ambiente interrato situato al di sotto<br />

della Basilica della Domus Flavia che<br />

faceva parte della vasta residenza di<br />

Augusto. L’ambiente absidato era riccamente<br />

e affrescato da pitture, databili<br />

intorno al 30 a.C., che presentano<br />

numerosi richiami all’Egitto e alla dea<br />

Iside, come fiori di loto, serpenti, vasi<br />

rituali, ghirlande di rose, che ne giustificano<br />

l’attuale denominazione; tutti<br />

gli affreschi sono stati rimossi per ragioni<br />

conservative e sono conservati nel<br />

vicino Antiquarium. In questo la visita<br />

prevede il riposizionamento virtuale<br />

degli affreschi all’interno dell’Aula<br />

Isiaca per permettere una completa ricontestualizzazione<br />

degli ambienti con<br />

uno storytelling riguardante la storia<br />

del complesso e la presentazione dei<br />

risultati derivanti dalle misure laser<br />

(RGB– ITR, LIF).<br />

Il Progetto VADUS è cofinanziato da ESA<br />

(European Space Agency) nell’ambito<br />

della call ARTES 20 Applications integrating<br />

space asset(s) and 5G networks<br />

in L’Aquila /the Abruzzo region, Roma<br />

Capitale and Municipality of Torino<br />

(L’ART), con focus Cultural Heritage:<br />

Fruition & Diffusion. Il Consorzio esecutore<br />

è guidato da NEXT Ingegneria<br />

dei Sistemi e vede la partecipazione di<br />

TIM, ENEA, dell’Università di Roma La<br />

Sapienza, con il Centro interdipartimentale<br />

CITERA e il Dipartimento DIAG,<br />

e dei Parchi Archeologici del Colosseo<br />

e di Ostia Antica. In particolare, ENEA<br />

effettuerà i rilievi strumentali, mediante<br />

le suddette tecniche laser, di parti<br />

significative dei siti (i.e. affreschi,<br />

pitture, quadri) per fornire, dopo opportuna<br />

rielaborazione informazioni di<br />

natura scientifica e conservativa (i.e.<br />

spettri, immagini, 3D, report); Citera<br />

effettuerà mediante tecniche fotogrammetriche<br />

e di computer design<br />

l’implementazione di accurati modelli<br />

3D dei siti e di ricostruzione di eventuali<br />

parti mancanti, e si occuperà, con<br />

il contributo dei parchi archeologici<br />

di Ostia Antica e Colosseo, nonché di<br />

stakeholder istituzionali, della realizzazione<br />

degli storytelling con i relativi layer<br />

informativi di natura scientifica<br />

(provenienti principalmente da ENEA)<br />

e storico/archeologica. Next provvederà<br />

allo sviluppo della piattaforma<br />

e della sua componente applicativa<br />

verso i device dei turisti utilizzando<br />

sia l’infrastruttura 5G messa a disposizione<br />

da TIM, ottimizzata secondo<br />

le indicazioni fornite dal DIAG, sia i<br />

modelli 3D e gli storytelling sviluppati<br />

dagli altri partner. Attualmente il<br />

progetto è nella fase di preparazione<br />

all’esecuzione dei test preliminari di<br />

verifica in house del sistema proposto<br />

con il modello 3D e i materiali multimediali<br />

relativi alla Casa di Diana; a<br />

valle della validazione del sistema e<br />

delle relative analisi dei risultati ottenuti,<br />

si procederà alle necessarie<br />

calibrazioni e perfezionamento del<br />

servizio, che saranno seguite dalle<br />

attività di dimostrazione nei siti previsti<br />

con i turisti e gli stakeholders. Il<br />

sito ufficiale del progetto può essere<br />

raggiunto in:<br />

https://business.esa.int/projects/vadus<br />

Ultra-high acoustic remote sensing<br />

nel parco sommerso di Baia<br />

– Prosegue l’accordo operativo tra il<br />

Parco Archeologico dei Campi Flegrei<br />

(PAFLEG) e la sede CNR ISPC di Napoli<br />

che contempla l’utilizzo di tecniche<br />

non invasive di telerilevamento acustico<br />

subacqueo per il monitoraggio<br />

e la conservazione di beni culturali<br />

sommersi nell’Area Marina Protetta di<br />

Baia. Dopo la campagna in mare del<br />

2021 finalizzata all’esplorazione del<br />

patrimonio culturale sepolto dai sedimenti<br />

marini, la recente occasione di<br />

studio e analisi dei resti archeologici<br />

sommersi avvenuta grazie all’impiego<br />

di un sonar batimetrico di ultima generazione,<br />

ha permesso la mappatura<br />

ad altissima risoluzione della<br />

villa Pisoni nella cosiddetta<br />

“zona A” dell’Area Marina<br />

Protetta di Baia.<br />

I dati acquisiti hanno consentito<br />

di elaborare un modello<br />

digitale 3D a scala centimetrica<br />

del fondale con un dettaglio<br />

tale da permettere di<br />

ridisegnare parti della villa<br />

e di valutare e monitorare<br />

lo stato di conservazione dei<br />

resti archeologici sommersi.<br />

L’indagine con il sistema Norbit<br />

Winghead® i77h è stata coordinata<br />

da Crescenzo Violante, primo tecnologo<br />

del CNR ISPC di Napoli e responsabile<br />

scientifico dell’accordo operativo<br />

con PAFLEG. L’attività è stata svolta in<br />

collaborazione con la società norvegese<br />

Norbit subsea e la 2B Control di<br />

Bologna. Il fondale marino da cui affiorano<br />

i resti della villa è stato investigato<br />

con un ecoscandaglio multifascio<br />

compatto, il Norbit Winghead® i77h,<br />

che integra un sistema di posizionamento<br />

inerziale GNSS/INS. Fin dagli<br />

anni ‘60 il sito sommerso di Baia è<br />

stato un luogo simbolo per la ricerca e<br />

la sperimentazione di nuove tecniche<br />

dell’emergente archeologia subacquea<br />

italiana: mosaici, domus, porti<br />

di attracco sono al momento sommersi<br />

fino a profondità di circa 15 m.<br />

Le nuove indagini geofisiche effettuate<br />

nel presente studio forniscono<br />

ulteriori strumenti per la caratterizzazione,<br />

gestione e digitalizzazione<br />

dei beni culturali sommersi che ben<br />

si integrano con quelli derivati dalle<br />

tradizionali indagini subacquee. L’elaborazione<br />

e l’integrazione di dati rilevati<br />

da remoto (imbarcazioni e droni<br />

marini) permette di estrarre informazioni,<br />

sviluppare modelli per la ricerca<br />

archeologica e per la ricostruzione e<br />

la conservazione dei manufatti e dei<br />

paesaggi culturali sommersi. Il rilievo<br />

da remoto consente, inoltre, di preservare<br />

i beni culturali sommersi nel<br />

contesto in cui si trovano con significative<br />

implicazioni per la conservazione<br />

archeologica e l’uso consapevole ed<br />

efficiente delle risorse ambientali e<br />

culturali. Naturalmente ogni oggetto<br />

virtuale dovrà essere schedato con le<br />

caratteristiche della tecnologia e le<br />

specifiche di compatibilità alla banca<br />

dati nazionale di documentazione.

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