Il GRIDO di Guerra - GENNAIO 2022

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Tornare a CasaSEGRETARIA DEI MINISTERI FEMINILI MAGGIORE Ariane Olekhnovitch Giovedì 27 ottobre 2021, un giorno importante per Nello. Dopo due anni al centro sociale dell’Esercito della Salvezza di Roma, sta tornando a vivere a casa sua nel sud Italia. Ha voluto organizzare una piccola festa per la sua partenza, occasione per lui di ricordare i mesi trascorsi nel nostro progetto di accoglienza finanziato dal Comune di Roma. Nello, circondato da alcuni membri del team del Centro Sociale Nello ha 67 anni e ha appena trascorso 2 anni (2 anni e 20 giorni, per essere precisi!) lontano dalla sua casa, dalla sua città, da Taranto (Puglia). Nel 2019, difficoltà personali e finanziarie lo mettono in una situazione molto difficile. Non può più pagare le bollette e, sebbene proprietario della sua casa, è costretto a lasciarla per evitare quel senso di vergogna che si appiccica addosso a chi non ce la fa. Va a Roma, la grande città che conosce bene perché ci ha lavorato. Come autista per il personale dell’ambasciata o una guardia di sicurezza. Conosce alcuni amici e contatti che potrebbero aiutarlo. Quando arriva nella capitale, è ospitato per 5 mesi in 2 strutture di emergenza, poi è accolto all’Esercito della Salvezza. Al centro sociale Virgilio Paglieri, apprezza l’accoglienza e la gentilezza che riceve, ma anche il rapporto tra il personale e gli ospiti, basato sul rispetto e su regole chiare. Il team di operatori sociali lo sostiene e lo incoraggia nel suo desiderio di ripristinare la sua situazione materiale. I suoi amici lo aiutano; a poco a poco, i suoi debiti vengono pagati. Nello non ha figli, ma i suoi cugini e nipoti partecipano ai suoi sforzi di restauro. Con il loro aiuto, la sua casa è nuovamente pronta ad accoglierlo e lui non vede l’ora di tornarci. Cristiano impegnato, Nello, testimonia la sua fede in Gesù Cristo, che lo ha aiutato a rimanere saldo nel momento della sua ricostruzione personale. Oggi Nello vuole esprimere pubblicamente la sua gratitudine all’Esercito della Salvezza e al team del centro sociale. che gli hanno permesso di realizzare il suo progetto di tornare a casa. Bentornato a casa, Nello! PAG. 6
TESTIMONIANZA Intervista a Zaira Bianco La Musica, uno strumento POTENTE Zaira, è una credente cristiana evangelica, Psicologa, Psicoterapeuta familiare, ed è anche un soldato dell’Esercito Della Salvezza del Corpo di Roma. La sua passione per la musica ha radici solide. I culti del Esercito della Salvezza erano sempre molto gioiosi e pieni di musica, così questa passione si è alimentata nel tempo, tra le riunioni e gli incontri al “Giovane Esercito”; poi, la musica in macchina con suo padre non mancava mai: prima si accendeva lo stereo con le vecchie musicassette, poi si metteva in moto e ogni tragitto, seppur breve, era accompagnato da una canzone. Grido di Guerra: Come è nato l’amore per la musica e il canto? Zaira Bianco: L’amore per il canto nasce con me, credo che ho questo dono perché Dio ha voluto che lo avessi. Come ogni dono e cosa buona viene solo da Dio e, quando la scopri non vuoi più lasciarla, perché fa intimamente parte di te. Il dono diventa il modo in cui esprimi la tua riconoscenza a Dio, per quello che Lui è per te e per quello che Lui ha fatto per te, diventa anche un canale attraverso cui esprimi ciò che senti. G.G.: Oltre che interprete sei anche cantautrice: dove trovi l’ispirazione per i testi? Z.B.: Le mie canzoni nascono dalla sostanza principale della mia vita: la lettura della Bibbia, la preghiera, la comunione con Dio o da momenti di lode e di adorazione a Dio. Quando hai un dono, credo che la cosa più bella è la possibilità di poterlo donare, da dono diventa un frutto, frutto di gioia e di edificazione per sé e per gli altri. Un dono non espresso, rappresenta una parte importante e autentica di sé inespressa. Avrei potuto certamente usare questo dono in modo “mondano”, ma ne avrei vanificato l’essenza, perché in ogni nota che canto, in ogni singola impostazione di quel tipo di suono, nel mio timbro, c’è l’impronta di Dio. Non potrei tenere questo dono per me senza cantare chi è Gesù. È come quando sei innamorato, non puoi non cantare a Colui che è l’oggetto del tuo amore. G.G.: Avresti potuto sfruttare questo dono per un tuo tornaconto, cosa ti ha spinto a metterlo al servizio di Dio? Z.B.: Penso che la musica cristiana pur restando una “preziosità appartata” per Dio, debba essere portata nel mondo, così come Gesù andava nel mondo e, credo che il linguaggio debba adattarsi allo stile secolare che il mondo può comprendere. La Cristian Music sta infatti cercando di fare questo e sta vivendo un momento di cambiamento, si sta evolvendo e si sta avvicinando al mondo, pur non essendo del mondo ma di Dio. Le melodie che creo e i testi che scrivo, cerco dunque di adattarli ad un linguaggio e uno stile comunicativo secolare. G.G.: Puoi descriverci cosa hai provato nel registrare il primo singolo? Z.B.: Incidendo il primo brano ho sentito che stavo facendo una delle cose che Dio mi chiamava a fare, ossia cantare per Lui e, quando fai ciò per cui ti senti chiamato riesci in quello che fai, vedi i frutti. Un prossimo progetto è sicuramente quello dell’uscita di un nuovo singolo, con l’obiettivo di cantare ancora chi è questo Gesù, così famoso, di cui tutti parlano ma che troppo viene dimenticato. Credo fortemente che è la Parola di Dio e Lo Spirito Santo che convince il cuore dell’uomo e che lo porta a Cristo. La musica però è sicuramente uno strumento potente, che può toccare il cuore, d’altronde come dico spesso, “la musica è divina perché l’ha creata Dio”. G.G.: Hai un consiglio da dare a chi ha la tua stessa passione? Z.B.: Il consiglio che do a tutti, dico a tutti perché a tutti Dio da dei talenti che possono essere diversi, è di non lasciare mai ciò che Dio ha generosamente donato. Il mio invito è quello di esortare tutti, giovani e anziani, a coltivare i propri doni, per non sprecarli, lasciandoli in fondo ad un cassetto dimenticato, affinché il regno di Dio sia glorificato e avanzi. Usare i propri doni produce anche un senso di benessere personale e un sano amor proprio, perché quando fai ciò per cui ti senti portato hai pace e sei soddisfatto. Buona musica divina a tutti! PAG. 7
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