In Fonderia 4 2023

L’OCCHIELLO
Andrea Bianchi
La sfida della sostenibilità
fra inflazione e crisi energetica
Senza fonderie non c’è transizione ecologica.
Ma senza un contesto adeguato e sostenibile in
cui operare non ci possono essere le fonderie.
Verrebbe da sintetizzare così quanto emerso
durante l’edizione 2023 dell’assemblea generale
delle imprese associate ad Assofond, svoltasi
a Soave lo scorso 23 giugno e di cui potete
leggere in queste pagine un ampio resoconto.
Il convegno pubblico, incentrato proprio sulla
transizione ecologica e sulla misurazione e
gestione delle tematiche ESG (Environmental,
Social, Governance), ha fatto emergere in tutta
la sua forza la complessa situazione in cui si trovano
a operare le imprese italiane del settore.
Da un lato le fonderie sono imprese che riciclano
materiali di scarto per realizzare prodotti ad
alto contenuto tecnologico, molti dei quali indispensabili
per la decarbonizzazione di settori
industriali a valle. Basti pensare a sistemi di generazione
di energia pulita come centrali idroelettriche
o turbine eoliche o ancora a mezzi di
trasporto sempre più leggeri e a ridotte emissioni:
non esisterebbero senza i componenti realizzati
dalle fonderie che, quindi, non possono
mancare in un sistema economico orientato alla
sostenibilità e al contenimento delle emissioni.
Dall’altro lato, però, essendo per loro natura
aziende ad alta intensità energetica, le fonderie
vengono spesso erroneamente catalogate non
come facilitatrici della transizione, quanto piuttosto
come un ostacolo allo sviluppo di un sistema
produttivo rispettoso dell’ambiente. Questo
secondo orizzonte di pensiero pare non di rado
prevalere nelle considerazioni del legislatore, in
particolare di quello europeo che, talvolta, non
sembra essere completamente consapevole
delle conseguenze di certe prese di posizione.
L’Europa ora si è resa conto che, per raggiungere
gli ambiziosi obiettivi ambientali che si è
data, ha bisogno delle imprese e chiede loro
che la sostenibilità diventi un fattore strategico
The sustainability challenge
amidst inflation and the
energy crisis
There is no ecological transition without foundries.
But without an adequate and sustainable
context to operate in, there can be no foundries.
This is how one might summarise what
emerged during the 2023 edition of the general
meeting for Assofond member companies,
which took place in Soave last 23 June and
of which you can read an extensive report in
these pages.
The public convention, which indeed focused
on the ecological transition and on the measurement
and management of ESG (Environmental,
Social, Governance) issues, brought
out in all its force the complex situation in which
Italian companies in the sector find themselves.
On the one hand, foundries are businesses that
recycle waste materials to make high technology
products, many of which are indispensable
for the decarbonisation of industrial sectors
further downstream. Just think of clean energy
generation systems such as hydroelectric
power stations or wind turbines or even of increasingly
lighter and lower emission means
of transport: they wouldn’t exist without parts
made by foundries which, therefore, cannot
be missing in an economic system oriented towards
sustainability and reduced emissions.
On the other hand, however, being by nature
energy intensive companies, foundries are often
wrongly categorised not as facilitators of
the transition, but rather as an obstacle to the
development of environmentally friendly production.
The latter perspective seems to frequently
prevail in the considerations of legislators,
particularly in Europe, who sometimes
do not seem completely aware of the consequences
of certain stances.
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