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Luigi Sturzo

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11.<br />

Girgenti, [16/30 agosto 1895] 14<br />

<strong>Luigi</strong> carissimo,<br />

Eccomi nuovamente a te caro fratello, tutta a te…<br />

La lettera della buona Margherita mi è tornata cara, sebbene nel sentire che<br />

mamà continua sempre con la sua solita atonia di stomaco, e con la sua perenne debolezza,<br />

ci siamo molto dispiaciute. Speriamo che il buon Dio voglia esaudire le nostre umili<br />

preci, ed accordarle la sanità per noi tanto preziosa.<br />

Per il mio ritorno eccomi quanto posso dirti: S.r Giuseppina con la mia cara S.r<br />

Vincenza, partiranno per il ritiro al più tardi, il giorno 11 Settembre. Quindi puoi dire<br />

alla mamma, che stia allegra che questi giorni passeranno presto, anzi voleranno… E tu<br />

dunque non vuoi venire? Monsignore da tanto tempo t’aspetta, anzi ti fa dire che penserà<br />

lui a farti stare bene. Le suore tutte desiderano molto vederti ascoltare una tua Messa; la<br />

sorella poi brama averti qui alquanti giorni.<br />

Su via, vieni, non farti tanto desiderare, non esser scortese, vai a passare alquanti<br />

giorni in compagnia dell’amabile e caro Monsignore.<br />

Giovedì scorso, come vi avevo detto, siamo andati a Favara; t’assicuro <strong>Luigi</strong><br />

caro, quel seminario è veramente delizioso. Che aria, che vista che Eden beato, riacquistereste<br />

la salute come tanti altri i quali, andati là per pochi giorni, son rimasti per villeggiatura.<br />

Giovedì dunque, dopo un’ora e più di carrozza, siamo arrivati sulla collina ove<br />

è posto il seminario. Appena scesi da carrozza, il Rev.mo P. Lombardo venne a farci<br />

incontro, e lui stesso ci condusse nell’appartamento dell’Ecc.mo M.re il quale colla sua<br />

dolce amabilità, ci fece un mondo di cose. Poi con il detto P. Lombardo, abbiamo girato<br />

tutto il seminario; che bei saloni, che lunghi corridoi, che bel giardino… è proprio stupendo.<br />

Dopo ciò, mi fu dato tenere con Monsignore un dolce colloquio, di ben tre quarti<br />

d’ora; indi ci siamo licenziati per discendere a Favara, ove il mio Can.co Castagnola mi<br />

attendeva per confessarmi nella chiesa delle monache collegine. Dopo siamo entrate nel<br />

monastero, ove Mons. Vescovo ci aveva fatto preparare un discreto pranzetto. Finito il<br />

pranzo siamo andati a visitare le Bocconiste la Signorina Giudice ect., ritornate dalle<br />

monache Monsignore venne a restituirci la visita e mi disse che mandava la S. Benedizione<br />

a voi tutte, e che aspetta a te.<br />

Che giorni felici caro fratello, son quelli che si dividono con il buon Gesù…<br />

Questi pochi giorni che mi restano, ho la fortuna di passarli con più intimità<br />

verso la buona sorella poiché finiti i bagni, le scuole, siamo più libere, quindi abbiam più<br />

tempo di trattenerci in dolci colloquii. Son sicura che la mamma pensando ciò, le tornerà<br />

meno dolorosa la mia assenza.<br />

Addio, ti lascio con la speranza di presto abbracciarti e così ritorneremo tutti in<br />

compagnia, ti piace?…<br />

20<br />

14 Lettera.

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