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aziende / porto&diporto - Porto & diporto

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e all’8% dei costi totali. Anche l’analisi<br />

di Legambiente evidenzia però che<br />

il decennio non è andato sprecato, in<br />

particolare da un punto di vista della<br />

semplificazione normativa: la stessa<br />

associazione ambientalista definisce<br />

infatti “impressionante” la semplificazione<br />

apportata in questi anni nelle<br />

procedure di approvazione delle opere,<br />

con interventi che hanno ridefinito tempi<br />

di approvazione e responsabilità di<br />

Cipe, Regioni e Enti Locali.<br />

A partire dal 2007 sono state ottantadue<br />

le opere vagliate con la nuova<br />

procedura di valutazione ambientale<br />

semplificata (43,2 miliardi di euro di<br />

costi), di cui il 91,6% ha superato la<br />

valutazione. Grazie a questa velocizzazione<br />

dell’iter, ad oggi sono state realizzate<br />

in maniera definitiva 40 opere,<br />

un numero non enorme ma neanche<br />

disprezzabile. Nell’elenco delle infrastrutture<br />

strategiche sono entrati a far<br />

parte acquedotti ed elettrodotti, reti di<br />

telecomunicazioni, le dighe del Mose<br />

a Venezia, l’adeguamento del Gra di<br />

Roma, la SS 156 dei Monti Lepini, l’Al-<br />

ta Velocità Torino - Salerno, parte del<br />

progetto metropolitano regionale in<br />

Campania, alcune autostrade in Sicilia<br />

e l’edilizia pubblica, di cui 21 opere di<br />

manutenzione di edifici istituzionali, 5<br />

interventi di edilizia scolastica, la realizzazione<br />

di 8 istituti penitenziari, 5<br />

edifici culturali e la caserma dei carabinieri<br />

di Parma. L’associazione ambientalista<br />

non risparmia comunque critiche<br />

alla programmazione infrastrutturale<br />

del Governo, accusata di tralasciare la<br />

vera emergenza del Sistema Paese,<br />

ovvero i sistemi urbani, i nodi ferroviari,<br />

le linee metropolitane e tranviarie. I<br />

sistemi urbani inseriti nell’elenco sono<br />

infatti appena 41, il 21,7% del totale, di<br />

cui 22 riguardano metropolitane, ferrovie<br />

locali e nodi ferroviari. Per questo<br />

motivo, conclude l’analisi di Legambiente,<br />

«occorre, avere il coraggio di<br />

rimettere mano all’elenco della Legge<br />

Obiettivo, intervenire rispetto alle priorità<br />

e alle regole di intervento. Per tornare<br />

finalmente a ragionare di trasporti<br />

prima che di infrastrutture, di problemi<br />

prima che di progetti. Perché in molte<br />

città mancano i treni e gli autobus, più<br />

che i binari, magari servono interventi<br />

di manutenzione e, a volte, investimenti<br />

in innovazione tecnologica. Occorre<br />

uscire da un dibattito incentrato sul<br />

numero di opere o di cantieri, di miliardi<br />

di euro mobilitati per lanciare sfide<br />

nuove e differenti, comprensibili dai<br />

cittadini. Come quella di puntare a far<br />

crescere il trasporto ferroviario pendolare<br />

in modo da arrivare a 5 milioni di<br />

cittadini trasportati nel 2020 (dagli attuali<br />

2,7 milioni). O di ridurre del 20%<br />

la quota di trasporto merci che viaggia<br />

su gomma, investendo seriamente nella<br />

logistica e nell’offerta di servizi efficienti,<br />

concorrenziali, integrati su treno<br />

e nave». L’auspicio, per Legambiente,<br />

è la creazione di un Authority per i trasporti<br />

in grado di guidare e controllare<br />

tutto il sistema nella prospettiva di una<br />

progressiva liberalizzazione.<br />

A partire dal trasporto ferroviario,<br />

agendo come garante nei confronti degli<br />

utenti di tali servizi.<br />

Eduardo Cagnazzi<br />

maggio 2011 - 25

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