UNIVERSITÁ DELLA CALABRIA - Lettere e filosofia - Università ...
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<strong>UNIVERSITÁ</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>CALABRIA</strong><br />
FACOLTÁ DI LETTERE E FILOSOFIA<br />
Verbale del Consiglio di Facoltà del 5 maggio 2011 Pag. n. 18 / 123<br />
Machiavelli di Sansovino, ridotto in sentenze utili alla vita civile, compatibili e smerciabili con la<br />
tipologia del «time-saving book», del manuale di pronto uso finalizzato all’apprendimento ‘senza<br />
sforzo’, segna a ben guardare la prima tappa di un fenomeno che nella ricezione del pensiero del<br />
Segretario dal Seicento all’Ottocento ha acquisito via via dimensioni sempre più significative. Il<br />
riferimento è alle serie di edizioni di Aforismi, Sentenze, Massime, che hanno immesso sul mercato<br />
librario un Machiavelli in formato ‘breviario’, recuperando e sfruttando al massimo la sentenziosità<br />
del resto già insita nello stile stesso di Machiavelli.<br />
Sempre restando a Machiavelli, negli ultimi mesi la sottoscritta sta studiando l’opera del Segretario<br />
dal punto dei vista dei modi in cui egli concepisce la letteratura e dei ‘tempi’ che dedica ad essa<br />
come fruitore (documento utilissimo in questa direzione la celebre lettera del 10 dicembre del 1513<br />
in cui il Segretario racconta la propria giornata all’amico Vettori) e come scrittore (sempre alle<br />
prese con i propri capolavori, mai definitivamente compiuti e sottoposti a continue integrazioni e<br />
aggiunte, introdotte senza lo scrupolo di adattare e armonizzare i nuovi materiali alle stesure<br />
precedenti). Ovviamente nella vicenda biografica e culturale di Machiavelli il rapporto con la<br />
letteratura subisce un profondo cambiamento a seguito dell’esilio, che funge da vero spartiacque.<br />
Infatti il titolo previsto per questo contributo è: Machiavelli: i ritmi del segretario e quelli dello<br />
scrittore.<br />
Questo studio è condotto in vista di un convegno che la sottoscritta sta curando e organizzando,<br />
all’interno delle attività di ricerca del Dipartimento di Filologia dell’<strong>Università</strong> della Calabria,<br />
insieme con la collega Chiara Cassiani. Il convegno, dedicato al tema del «tempo della letteratura<br />
nella letteratura del Cinquecento», inteso come tempo di esecuzione materiale dell’opera letteraria,<br />
si propone come obiettivo quello di mettere in luce le trasformazioni che l’idea di composizione<br />
letteraria subisce nel corso del Cinquecento, parallelamente all’espansione dell’industria<br />
tipografica, che senza alcun dubbio impone dei cambiamenti sostanziali sui ritmi e sui ‘tempi’ di<br />
confezione di un’opera. In questo percorso (l’arco cronologico contemplato dal programma del<br />
convegno si estende da Machiavelli a Tasso) il Segretario fiorentino si pone in uno stadio di<br />
arretratezza, senz’altro al di qua dei circuiti della ‘moderna’ letteratura strettamente legata al<br />
mercato editoriale. Machiavelli è ancora un autore ‘pretipografico’, ancorato alla tradizione<br />
municipale fiorentina quattrocentesca: non è certo un caso che in vita egli non pubblicò che un<br />
esiguo numero di opere e che i suoi capolavori videro la luce postumi.<br />
Durante il triennio la sottoscritta, oltre alle ricerche relative ai due campi di studio ora indicati, si è<br />
occupata della novella, preparando un saggio (consegnato nell’agosto del 2009) sugli sviluppi del<br />
genere nelle varie letterature occidentali, destinato alla Letteratura europea, in cinque volumi,<br />
diretta da P. Boitani e M. Fusillo. Nell’ampio saggio, che ripercorre la storia del genere dalle origini<br />
agli esiti novecenteschi, si è cercato di evitare il rischio di un’impostazione che inclinasse<br />
eccessivamente nella rassegna e nella giustapposizione di informazioni. Da una parte si è partiti<br />
dall’idea che il fenomeno dell’interferenza dei generi potesse essere un’utile chiave di lettura<br />
unificante per confrontarsi con le diverse produzioni. Infatti la novella, sebbene abbia conservato<br />
nel corso dei secoli, dal Trecento al Seicento, delle costanti strutturali che permettono di<br />
classificarla come uno specifico genere narrativo, si è da sempre, sin dalla sua genesi –<br />
caratterizzata dall’assimilazione dei materiali più disparati della narratio brevis –, contraddistinta<br />
per la sua fluidità, duttilità, per la sua fisionomia polimorfica dai confini mobili. Basti pensare, oltre